GR ore 17.00

IRAQ/ Un rapporto dei servizi segreti americani sostiene che, nel settembre 2002, nulla indicasse che l'Iraq possedesse armi di distruzione di massa (Adm). Lo ha detto oggi la Cnn, uno dei cui corrispondenti al Pentagono, Barbara Starr, afferma di avere visto il riassunto del rapporto della 'Defense Intelligence Agency' (Dia), i servizi segreti del Dipartimento della difesa Usa (Dod), tuttora molto riservato. Sia il Congresso americano sia i Comuni britannici hanno deciso l'avvio di inchieste parlamentari.

MO: HAMAS ROMPE DIALOGO CON AUTORITA' PALESTINESE

L'interruzione del dialogo - hanno spiegato all'Ansa fonti giornalistiche palestinesi - sarebbe anche da mettere in relazione all' 'esecuzione mirata' di due miliaziani di Hamas compiuta dall'esercito israeliano la scorsa notte a Tulkarem, in Cisgiordania. Tra le condizioni poste da Hamas per la discussione di un cessate il fuoco con Israele, hanno ricordato le fonti, figura la fine delle 'esecuzioni mirate'. Le fonti hanno tuttavia aggiunto che i dirigenti islamici hanno soprattutto accolto con disappunto il discorso pronunciato due giorni fa dal premier palestinese Mahmud Abbas al vertice di Aqaba, in cui ha parlato dell'arresto totale degli attacchi contro obiettivi israeliani, non solo all'interno dello Stato ebraico, ma anche nei Territori palestinesi sotto occupazione militare Mahmud Abbas si e' impegnato (ad Aqaba) su punti che non sono accettabili da parte di Hamas, ha sottolineato Rantisi. Abbas, noto anche con il suo nome di battaglia di Abu Mazen, ha avuto nelle scorse settimane incontri con i dirigenti di Hamas nel tentativo di persuaderli a mettere fine alla lotta armata e favorire il ritorno della calma nei Territori. Qualche giorno fa il leader spirituale di Hamas, lo sceicco Ahmed Yassin, aveva lasciato capire che, a certe condizioni, il movimento islamico potrebbe accettare una tregua.

STORICO ACCORDO UE-USA

Dopo quasi un anno di serrate trattative, Unione Europea e Stati Uniti hanno raggiunto a Citta' del Lussemburgo una storica intesa sull'estradizione che consta di due accordi. Lo ha annunciato il ministro della Giustizia danese, Lene Espersen: "Entrambi gli accordi sono stati approvati", ha dichiarato Espersen. Gli accordi medesimi saranno formalmente firmati nel corso del summit euro-americano in programma il 25 giugno prossimo a Washington. Erano stati gli Usa a premere per il patto con l'Ue, definendolo uno strumento-chiave nella lotta al terrorismo internazionale dopo l'esasperazione del fenomeno, coincisa con gli attentati dell'11 settembre 2001 a New York e a Washington; esso e' pero' avversato fortemente dalle varie organizzazioni per i diritti umani.

ARGENTINA 6/6/2003 10:23 ‘DESAPARECIDOS’: NUOVE INCRIMINAZIONI PER SEQUESTRI DI NEONATI

Si amplia l’inchiesta sulla ‘sottrazione sistematica’ dei neonati figli di ‘desaparecidas’ durante l’ultima dittatura argentina (1976-’83): il giudice federale Jorge Urso ha incriminato l’ex presidente ‘de facto’ Reynaldo Bignone ed altri quattro ex generali del regime di altri 13 casi di sequestri di bambini partoriti da madri internate nei centri di tortura. Bignone e gli ex comandanti dell’esercito Cristino Nicolaides e Juan Bautista Sasiaiñ, l’ex comandante delle forze armate Ruben Franco e l’ex capo del I corpo d’armata dell’esercito Guillermo Suarez Máson sono già da tre anni agli arresti domiciliari, per sopraggiunti limiti di età, con l’accusa di aver ordinato il rapimento di centinaia di minori. Per lo stesso reato sono trattenuti in detenzione preventiva nelle loro abitazioni anche l’ex generale Jorge Videla – che il 24 marzo 1976 depose con un golpe il governo di Isabelita Peron - e l’ex-ammiraglio Emilio Massera, massimo responsabile della famigerata Esma (Scuola di Meccanica della Marina), uno dei luoghi di detenzione illegali dove avvenivano i rapimenti. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, aperta nel 1996 su denuncia delle ‘Nonne’ di Plaza de Mayo il regime aveva organizzato un ‘piano sistematico’ per sequestrare e dare in adozione ai militari i figli di ‘desaparecidas’, fornendo loro una nuova identità. I processi per la sottrazione di bambini alle vittime della dittatura militare sono gli unici che esulano dalle leggi di ‘obbedienza dovuta’ (1986) e ‘punto finale’ (1987) - promulgate dal governo di Raul Alfonsín, poi rafforzate dal colpo di spugna dell'amnistia per tutti i militari del regime decisa dal suo successore Carlos Menem - di cui hanno potuto beneficiare i militari dell’ex giunta nei casi riguardanti la sorte dei 30mila ‘desaparecidos’ argentini. [FB]

PERU 6/6/2003 9:07 FUJIMORI ACCUSATO DI ‘RIBELLIONE’

Il destituito presidente peruviano Alberto Fujimori e 13 dei suoi ex ministri sono stati accusati formalmente dal Congresso di Lima di “ribellione” per il 'golpe bianco' del 5 aprile 1992. L’assemblea ha disposto che l’ex capo dello Stato, oggi residente a Tokyo, e i suoi alti funzionari – in testa l’ex titolari del dicastero della difesa, Victor Malca - siano incriminati penalmente per aver rovesciato l’ordine costituzionale. Fujimori dovrà rispondere anche per aver ordinato numerose detenzioni arbitrarie di diversi dirigenti politici dell’epoca. Il 5 aprile 1992 Fujimori, ingegnere figlio di giapponesi, giunto al potere nel 1990 dopo aver sconfitto alle presidenziali lo scrittore Mario Vargas Llosa, dissolse il Congresso e sospese la Corte Suprema, assumendo pieni poteri con il supporto dei militari. Fujimori giustificò il suo colpo di mano sostenendo che l’inefficienza e la corruzione del parlamento e dell’apparato della giustizia erano di ostacolo alla ricostruzione del Perù. Il presidente annullò la Costituzione del 1979 e instaurò un triumvirato assieme al capo delle forze armate, Nicolas Hermoza Rios e all’assessore dei servizi segreti, Vladimiro Montesinos. Ribattezzato ‘Chinochet’, Fujimori potè godere dell’appoggio dell’80 per cento della popolazione nonostante le critiche della comunità internazionale, sfruttando il pretesto della lotta al terrorismo contro ‘Sendero Luminoso’ e il Movimento rivoluzionario Tupac Amaru (Mrta). Nessuno poteva supporre allora che una decade dopo Hermoza e Montesinos sarebbero finiti in cella accusati di corruzione e vincoli col narcotraffico, né che Fujimori si sarebbe rifugiato in Giappone, invocando la nazionalità nipponica.

. KOREA DOPO 50 ANNI, MARINES LASCIANO IL 38ESIMO PARALLELO

Le truppe statunitensi dispiegate a poche decine di chilometri al di sotto del confine tra le due Coree, verranno presto smobilitate e trasferite in altre parti della Corea del Sud. Lo stabilisce un accordo sottoscritto oggi tra Washington e Seul. Le truppe americane, oggi 14mila uomini della seconda divisione di fanteria, vigilano ai margini del 38esimo parallelo fin dalla guerra di Corea (1950-53) e hanno sempre rappresentato un simbolo dell’alleanza tra i due Paesi. Lo spostamento dei soldati fa parte di un piano complessivo di riorganizzazione della presenza militare americana in Corea del Sud discussa dai due governi da diversi mesi. Già lo scorso aprile si è deciso per la chiusura dell’importante base militare di Yongsan che ospita circa 27mila uomini in un complesso di 800 acri nel cuore della capitale Seul, e che verrà trasferita in un’altra località più a sud, ancora da individuare. Dal Pentagono precisano che la decisione di spostare dal confine nordcoerano i soldati americani risponde a necessità di un maggiore sicurezza per le truppe esposte ad un eventuale attacco dalla Corea del Nord, le cui mosse politiche – sottolinea Washington- si sono fatte imprevedibili dopo l’uscita dal trattato di non proliferazione nucleare lo scorso gennaio. I soldati verranno divisi in battaglioni e dislocati in altri punti strategici del territorio, come suggerito dallo stato maggiore statunitense. Non è stata ancora definita una data per l’avvio dei trasferimenti, ma l’accordo parla di completare l’operazione entro due anni. Pyongyang ha condannato la manovra militare americana interpretandola come un preparativo di guerra.

FRANCIA: PENSIONI; INCIDENTI FRA POLIZIA E SCIOPERANTI

Incidenti sono scoppiati questa mattina fra scioperanti della Ratp, l'azienda dei trasporti parigini, e forze dell'ordine, davanti a un deposito di autobus a Saint-Denis (Parigi). Gli scioperanti, che protestano contro la riforma delle pensioni del governo Raffarin, bloccavano il deposito insieme con elementi esterni all'azienda, secondo quanto denunciato dalla direzione della Ratp.

Un migliaio di metalmeccanici di almeno 20 aziende dell'area del Sempione ha scioperato e sfilato in corteo per protestare contro il contratto separato firmato da FIM e UILM con Federmeccanica. La tute blu hanno bloccato per alcuni minuti la Comasina.

Italia: Bari: prosegue la settima dell'orgoglio GBLT domani il Baripride

Quest'anno il Pride italiano, si svolge a Bari.Iniziata martedi, la settimana dell'orgoglio GBLTT (gay, bisessulia, lesbiche, travestiti e transgender)terminerà domani sabato 7 giugno con il momento dedicato al Bari Pride, il momento annuale in cui la comunità GBLTT manifesta il proprio orgoglio e reclama i diritti civili negati. La giornata di domani inizierà alle 11.00 con lezioni di ballo di gruppo e fitness presso il lido pubblico Torre Quetta, per arrivare all'appuntamento per la manifestazione delle 16.30 (con concentramento a p.zza castello)per terminare con il Rainbow Party presso il lido Torre Quetta.

Ascoltiamo la corrispondenza.

Italia: Roma occupati due appartamentia Cinecittà: ancora Action

Questa mattina alcuni alloggi liberi di proprietà degli enti previdenziali sono stati pubblicamente "assegnati" ad alcune famiglie di aventi diritto del quartiere che aspettavano da anni. Gli appartementi, vuoti da tempo, fanno parte di quella quota di alloggi (il 60 per cento) che per legge l'Inpdap, l'Inail e l'Inpdai, ecc. dovevano obbligatoriamente destinare alle famiglie con provvedimento di sfratto esecutivo, e che invece stavano per essere venduti insieme a tutto il patrimonio abitativo degli enti previdenziali.

Ascoltiamo la corrispondenza

Italia: Caserta MISSIONARI INCATENATI:SIAMO DETERMINATI A CONTINUARE LA PROTESTA

Hanno passato la prima notte incatenati alla finestra della questura di Caserta, i due missionari comboniani che da ieri protestano per il trattamento della polizia contro gli immigrati di origine africana che vivono nella zona di Castelvolturno. Padre Giorgio Poletti, 62 anni, e il suo confratello Francesco Nascimbene, 50 anni, già missionari rispettivamente in Mozambico e in Ecuador, hanno tutta l'intenzione di continuare la loro rivendicazione fino a quando non avranno la garanzia dalle autorità di sicurezza e dall'amministrazione locale che il fenomeno dell'immigrazione sarà affrontato con politiche positive e non esclusivamente con azioni repressive. Questa mattina presto, hanno celebrato la Santa Messa senza abbandonare il loro posto, assistiti da altri religiosi. "Le suore di Maria Riparatrice, le Orsoline di Caserta e i Padri sacramentini hanno pregato con noi e molto probabilmente si uniranno alla nostra protesta, così che si possa organizzare dei turni e darci il cambio per stare qui incatenati. Così potremo resistere molto più a lungo", ha detto alla MISNA padre Poletti. Poche ore fa il questore di Caserta, Vincenzo Roca, ha parlato con i due religiosi ribadendo i motivi di pubblica sicurezza che hanno spinto gli uomini della polizia ad intraprendere le retate ed i fermi definiti indiscriminati dai due dimostranti. "Noi abbiamo le prove dell'accanimento delle forze dell'ordine contro questi lavoratori, molti dei quali in regola con i documenti", ha affermato padre Poletti, aggiungendo che la questione ha un risvolto politico: "Il nuovo sindaco di Castelvolturno, Antonio Scalzone, ha promesso di liberarsi degli immigrati entro 2 anni ed a qualunque costo, invece di collaborare per creare una rete d'integrazione a beneficio di tutti". E' tornato sul luogo della protesta anche il vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, che si è unito al dialogo con il questore. Rinnovando il suo appoggio ai due missionari, il presule ha definito il loro gesto "un'iniziativa di valore umanitario a difesa della vita".

Co.co.co addio, il lavoro diventa 'a progetto'

Un tentativo di stoppare il fenomeno del lavoro subordinato mascherato da lavoro autonomo. Il governo fa sapere di voler abolire l'ingiustizia del collaboratore coordinato e continuativo ma in realtà travet a tutti gli effetti, con la riforma Biagi del mercato del lavoro. Con il decreto approvato oggi dalla presidenza del consiglio di fatto si dice addio alla figura del co.co.co (oltre due milioni gli iscritti all'Inps) che resterà autonomo solo se si riuscirà a stabilire che il lavoro è "a progetto".

"C'è un fenomeno abnorme e ingiusto - ha spiegato il sottosegretario Maurizio Sacconi - di collaborazioni sotto le quali si nasconde lavoro subordinato. Ora spariscono". Sarà possibile fare un contratto di lavoro a progetto - ha detto - nel caso sia lavoro autonomo. Negli altri casi si farà un contratto di lavoro subordinato. Nel caso l'imprenditore tenterà di fare "il furbo - ha aggiunto - sono previste sanzioni molto forti. Il contratto sarà trasformato in uno a tempo indeterminato".

"Le misure contenute nel decreto - si legge nella relazioni di accompagnamento - estendono le tutele a favore di una più ampia platea di soggetti: quelle persone oggi intrappolate nelle finte collaborazioni e in una economia sommersa che si presenta con dimensioni addirittura due-tre volte superiori a quella che si registra negli altri Paesi industrializzati". Obiettivo del governo è quindi di "contrastare la destrutturazione strisciante e la precarizzazione del mercato del lavoro".

Maroni si è detto convinto che non ci sia un rischio di aumento del sommerso con la necessità di trasformare gli attuali co.co.co in lavoro a progetto (nel caso del lavoro realmente autonomo) o in lavoro subordinato e quindi con maggiori costi di contribuzione da parte dell'azienda (al momento i co.co.co pagano una aliquota del 14 per cento ad esclusione dei pensionati che pagano il 12,5% contro il 33% del lavoro dipendente).

"Spesso i contratti di collaborazione - ha spiegato Maroni - nascono dalla necessità di avere flessibilità. La grande dose di flessibilità introdotta ci consente di ritenere che le esigenze che hanno dato vita ai co.co.co siano soddisfatte. Non possiamo escludere che i datori di lavoro continueranno ad assumere in modo irregolare. Contrasteremo il lavoro sommerso". (Red)

GR ORE 13,00

S. KOREA DOPO 50 ANNI, MARINES LASCIANO IL 38ESIMO PARALLELO

Le truppe statunitensi dispiegate a poche decine di chilometri al di sotto del confine tra le due Coree, verranno presto smobilitate e trasferite in altre parti della Corea del Sud. Lo stabilisce un accordo sottoscritto oggi tra Washington e Seul. Le truppe americane, oggi 14mila uomini della seconda divisione di fanteria, vigilano ai margini del 38esimo parallelo fin dalla guerra di Corea (1950-53) e hanno sempre rappresentato un simbolo dell’alleanza tra i due Paesi. Lo spostamento dei soldati fa parte di un piano complessivo di riorganizzazione della presenza militare americana in Corea del Sud discussa dai due governi da diversi mesi. Già lo scorso aprile si è deciso per la chiusura dell’importante base militare di Yongsan che ospita circa 27mila uomini in un complesso di 800 acri nel cuore della capitale Seul, e che verrà trasferita in un’altra località più a sud, ancora da individuare. Dal Pentagono precisano che la decisione di spostare dal confine nordcoerano i soldati americani risponde a necessità di un maggiore sicurezza per le truppe esposte ad un eventuale attacco dalla Corea del Nord, le cui mosse politiche – sottolinea Washington- si sono fatte imprevedibili dopo l’uscita dal trattato di non proliferazione nucleare lo scorso gennaio. I soldati verranno divisi in battaglioni e dislocati in altri punti strategici del territorio, come suggerito dallo stato maggiore statunitense. Non è stata ancora definita una data per l’avvio dei trasferimenti, ma l’accordo parla di completare l’operazione entro due anni. Pyongyang ha condannato la manovra militare americana interpretandola come un preparativo di guerra.

ARGENTINA DESAPARECIDOS: NUOVE INCRIMINAZIONI PER SEQUESTRI DI NEONATI

Si amplia l’inchiesta sulla ‘sottrazione sistematica’ dei neonati figli di ‘desaparecidas’ durante l’ultima dittatura argentina (1976-’83): il giudice federale Jorge Urso ha incriminato l’ex presidente ‘de facto’ Reynaldo Bignone ed altri quattro ex generali del regime di altri 13 casi di sequestri di bambini partoriti da madri internate nei centri di tortura. Bignone e gli ex comandanti dell’esercito Cristino Nicolaides e Juan Bautista Sasiaiñ, l’ex comandante delle forze armate Ruben Franco e l’ex capo del I corpo d’armata dell’esercito Guillermo Suarez Máson sono già da tre anni agli arresti domiciliari, per sopraggiunti limiti di età, con l’accusa di aver ordinato il rapimento di centinaia di minori. Per lo stesso reato sono trattenuti in detenzione preventiva nelle loro abitazioni anche l’ex generale Jorge Videla – che il 24 marzo 1976 depose con un golpe il governo di Isabelita Peron - e l’ex-ammiraglio Emilio Massera, massimo responsabile della famigerata Esma (Scuola di Meccanica della Marina), uno dei luoghi di detenzione illegali dove avvenivano i rapimenti. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, aperta nel 1996 su denuncia delle ‘Nonne’ di Plaza de Mayo il regime aveva organizzato un ‘piano sistematico’ per sequestrare e dare in adozione ai militari i figli di ‘desaparecidas’, fornendo loro una nuova identità. I processi per la sottrazione di bambini alle vittime della dittatura militare sono gli unici che esulano dalle leggi di ‘obbedienza dovuta’ (1986) e ‘punto finale’ (1987) - promulgate dal governo di Raul Alfonsín, poi rafforzate dal colpo di spugna dell'amnistia per tutti i militari del regime decisa dal suo successore Carlos Menem - di cui hanno potuto beneficiare i militari dell’ex giunta nei casi riguardanti la sorte dei 30mila ‘desaparecidos’ argentini.

CECENIA: PARLAMENTO RUSSO APPROVA AMNISTIA PER RIBELLI

- La Duma, camera bassa del Parlamento federale russo, ha approvato oggi a larghissima maggioranza la amnistia per i guerriglieri separatisti ceceni a suo tempo proposta dal presidente, Vladimir Putin. I voti a favore del provvedimento sono stati 351 a fronte di appena 25 contrari; sette le astensioni. L'iniziativa voluta dal Cremlino punta a stemperare la tensione nella piccola Repubblica caucasica, alle stelle dopo la recente, ennesima ondata di attacchi terroristici. Due gravi episodi hanno reso il clima ancora piu' incandescente, nel Caucaso e in tutta la Federazione: ieri nell'altra Repubblica autonoma dell'Ossezia del Nord una donna, forse proprio di etnia cecena, si era fatta saltare in aria accanto a un pullman militare russo, causando la morte di altre diciannove persone; oggi a Grozny, capitale della Cecenia, una possente esplosione ha sventrato un palazzo facendo almeno una decina di vittime: in questo caso si sarebbe trattato pero' di una semplice fuga di gas, anche se la psicosi collettiva in atto a fatto immediatamente pensare a un ulteriore attentato.

IRAQ/ PATTUGLIA USA ATTACCATA CON GRANATE E LANCIARAZZI

MO: HAMAS ROMPE DIALOGO CON AUTORITA' PALESTINESE

L'interruzione del dialogo - hanno spiegato all'Ansa fonti giornalistiche palestinesi - sarebbe anche da mettere in relazione all' 'esecuzione mirata' di due miliaziani di Hamas compiuta dall'esercito israeliano la scorsa notte a Tulkarem, in Cisgiordania. Tra le condizioni poste da Hamas per la discussione di un cessate il fuoco con Israele, hanno ricordato le fonti, figura la fine delle 'esecuzioni mirate'. Le fonti hanno tuttavia aggiunto che i dirigenti islamici hanno soprattutto accolto con disappunto il discorso pronunciato due giorni fa dal premier palestinese Mahmud Abbas al vertice di Aqaba, in cui ha parlato dell'arresto totale degli attacchi contro obiettivi israeliani, non solo all'interno dello Stato ebraico, ma anche nei Territori palestinesi sotto occupazione militare Mahmud Abbas si e' impegnato (ad Aqaba) su punti che non sono accettabili da parte di Hamas, ha sottolineato Rantisi. Abbas, noto anche con il suo nome di battaglia di Abu Mazen, ha avuto nelle scorse settimane incontri con i dirigenti di Hamas nel tentativo di persuaderli a mettere fine alla lotta armata e favorire il ritorno della calma nei Territori. Qualche giorno fa il leader spirituale di Hamas, lo sceicco Ahmed Yassin, aveva lasciato capire che, a certe condizioni, il movimento islamico potrebbe accettare una tregua.

STORICO ACCORDO UE-USA

Dopo quasi un anno di serrate trattative, Unione Europea e Stati Uniti hanno raggiunto a Citta' del Lussemburgo una storica intesa sull'estradizione che consta di due accordi. Lo ha annunciato il ministro della Giustizia danese, Lene Espersen: "Entrambi gli accordi sono stati approvati", ha dichiarato Espersen. Gli accordi medesimi saranno formalmente firmati nel corso del summit euro-americano in programma il 25 giugno prossimo a Washington. Erano stati gli Usa a premere per il patto con l'Ue, definendolo uno strumento-chiave nella lotta al terrorismo internazionale dopo l'esasperazione del fenomeno, coincisa con gli attentati dell'11 settembre 2001 a New York e a Washington; esso e' pero' avversato fortemente dalle varie organizzazioni per i diritti umani.

FRANCIA: PENSIONI; INCIDENTI FRA POLIZIA E SCIOPERANTI

Incidenti sono scoppiati questa mattina fra scioperanti della Ratp, l'azienda dei trasporti parigini, e forze dell'ordine, davanti a un deposito di autobus a Saint-Denis (Parigi). Gli scioperanti, che protestano contro la riforma delle pensioni del governo Raffarin, bloccavano il deposito insieme con elementi esterni all'azienda, secondo quanto denunciato dalla direzione della Ratp.