G.R. 9.30

IRAQ

Colpo di scena a pochi minuti dalla designazione.Adnan Pachachi avrebbe rifiutato la nomina a prossimo presidente dell'Iraq, secondo quanto ha riportato un membro del Consiglio di governo iracheno che ha appena reso nota la sua scelta. Il gran rifiuto di Pachachi ha aperto così la strada della presidenza all'attuale presidente del consiglio di governo Al Yawer. Si tratterà ora di vedere quali saranno le reazioni di Usa e Onu che avevano sempre sostenuto la candidatura di Pachachi. Il rifiuto di Pachachi è stato confermato da alcuni collaboratori dell'anziano ex ministro degli esteri iracheno

Dopo gli abusi nelle carceri, i furti nelle case degli iracheni: il nuovo round di indagine in corso nell'esercito statunitense riguarderebbe una serie di casi di furti in denaro e gioielli compiuti dai militari americani. Secondo il 'Washington Post', l'esercito ha avviato indagini su almeno 18 casi di furto ai danni di civili compiuti dai soldati statunitensi durante le perquisizioni e i raid nelle abitazioni. Citando fonti investigative, il 'New York Times' scrive che in alcuni casi i militari avrebbero rubato denaro contante agli iracheni durante i controlli ai posti di blocco, soldi sottratti con il pretesto della confisca di beni che potrebbero foraggiare la guerriglia. Su 91 indagini avviate per cattiva condotta da parte dei militari, almeno 59 casi sono ora chiusi. Secondo la fonte del Washington Post, le indagini hanno portato ad almeno 14 processi in corte marziale e a sette condanne non giudiziarie; ma non e' chiaro chi, per cosa o con quali risultati sia stato condannato.

M.O.

La maggior parte dell'opinione pubblica israeliana, compresi gli elettori del Likud, è favorevole al piano di ritiro dalla Striscia di Gaza proposto dal premier Ariel Sharon rispetto alla versione difesa dai partiti nazionalisti e religiosi e dall'ala più radicale del Likud. E' quanto risulta da un sondaggio pubblicato dal quotidiano israeliano Maariv, secondo il quale il piano Sharon - che prevede il ritiro totale dalla Striscia di Gaza in un'unica soluzione, e bocciato un mese fa da un referendum di partito - avrebbe l'appoggio del 55% degli israeliani e del 54% degli elettori del Likud, rispetto al 32% che preferirebbe un ritiro graduale e comunque assai limitato come quello difeso dal ministro delle Finanze e principale rivale interno di Sharon, l'ex premier Benjamin Netanyahu. Proprio il mancato accordo all'interno della coalizione ha convinto Sharon a rimandare il voto previsto in Consiglio dei Ministri sulla sua proposta, che avrebbe dovuto tenersi domenica scorsa. Il sondaggio è stato effettuato su un campione di 500 persone ed ha un margine di errore del 4,5%.

AFGHANISTAN

Il capo della polizia della citta' afghana di Jalalabad e' rimasto ucciso oggi nell'esplosione avvenuta nel quartier generale della polizia cittadina. Secondo quanto riporta l'agenzia afghana Aip, si e' trattato di un attentato specifico contro Hajai Ajab Shah, dal momento che l'ordigno era stato posizionato sotto la sua scrivania Questo attacco è l’ultimo incidente di una lunga catena di violenza, che secondo molti osservatori ha l’obiettivo di condizionare le elezioni previste a settembre nel Paese asiatico, tre anni dopo il rovesciamento del regime dei Talebani da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Si calcola che da agosto dell’anno scorso siano almeno 700 le vittime di questi attacchi, soprattutto nelle zone orientali e meridionali dell’Afghanistan, un tempo roccaforte dei Talebani.

BRASILE

Un numero ancora imprecisato di cadaveri è stato rinvenuto all’interno del penitenziario di Benfica dove ieri in serata si è conclusa una violenta rivolta carceraria durata 62 ore: nessuna fonte ufficiale ha finora fornito un bilancio dei morti ma secondo il presidente della commissione diritti umani del Congresso di Rio, Geraldo Moreira, sarebbero più di una ventina. Il sottosegretario dell’amministrazione penitenziaria ha confermato che vi sono vittime ma ha anche aggiunto che ulteriori particolari verranno resi noti solo quando la situazione nella ‘Casa di custodia penale’ di Benfica, penitenziario inaugurato ad aprile, sarà tornata totalmente sotto controllo. Dopo un tentativo di fuga parzialmente riuscito - 15 gli evasi – sabato all’alba centinaia di detenuti si sono rivoltati prendendo in ostaggio 26 persone. I negoziati avviati con le autorità, interrotti domenica sera dopo l’uccisione di una guardia carceraria tenuta prigioniera, sono ripresi ieri per concludersi con la resa dei reclusi. Secondo gli inquirenti, la ribellione è stata guidata da alcuni membri del famigerato ‘Comando Vermelho’, la più grande organizzazione criminale di Rio de Janeiro.

TURCHIA

Dopo cinque anni di tregua, seguita alla cattura del leader curdo Abdullah Ocalan nel 1999, i vertici del Pkk (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) hanno annunciato che oggi, primo giugno, termina il cessate il fuoco. "Questo perché - si legge nel comunicato - il significato politico e militare del cessate il fuoco è andato perso in seguito alle operazioni distruttive compiute dallo stato turco negli ultimi tre mesi". In effetti, nelle ultime settimane si è registrata una notevole escalation di attacchi da parte delle forze di sicurezza di Ankara contro le roccaforti del Pkk nel sud-est del paese. Nel solo mese di maggio almeno 12 militanti e otto soldati governativi sono rimasti uccisi in combattimento. Sembra che il governo turco abbia deciso di tornare all'attacco in seguito al ritorno in patria di centinaia di guerriglieri del Pkk precedentemente rifugiatisi nel Kurdistan iracheno, dove ancora oggi si trovano almeno 4 mila miliziani. Il Pkk, nel suo comunicato, ha annunciato che da oggi risponderà ad ogni attacco delle forze turche e ha sconsigliato agli stranieri di viaggiare nelle regioni orientali della Turchia. Tra il 1984 e il 1999 la politica turca nel Kurdistan ha causato la morte di oltre 30 mila persone, in maggioranza civili curdi.

IRAN

La Corte Suprema iraniana ha annullato la condanna a morte per apostasia contro l'intellettuale dissidente iraniano Hashem Aghajari. Giornalista, tra gli artefici della rivoluzione islamica del 1979, veterano della guerra con l'Iraq in cui perse anche una gamba, Aghajari e' uno stimato professore di storia all'universita' di Teheran; ed anche se le sue posizioni non sono condivise dai piu' ortodossi nel regime di Teheran, la condanna a morte aveva suscitato l'indignazione anche tra i piu' conservatori. Il discorso incriminato risale all'agosto del 2002: Aghajari aveva fatto un appello al "rinnovamento religioso" dell'islam sciita, esortando a una sorta di "protestantesimo dell'Islam"; e aveva aggiunto che i musulmani "non sono scimmie" e dunque "non dovrebbero seguire ciecamente" i capi religiosi. La sentenza aveva scatenato un'ondata di scioperi e manifestazioni studentesche, al punto che l'ayatollah supremo Ali Khamenei, per evitare che la protesta degenerasse, aveva disposto una revisione del caso e, nel gennaio del 2003, la Corte Suprema aveva ordinato un nuovo processo.