Trasmissione sul femicidio

Base

questo ha un sacco di info sul femicidio in *guatemala*:

http://www.terrelibere.it/counter.php?riga=208&file=208.htm

DISCORSO IN GENERALE SEMPRE SUL FEM, INTERVISTA AD UNA SOCIOLOGA

http://www.webmujeractual.com/noticias/femicidio.htm

sito con dati che risalgono al 2005, ma anche altri links

http://wikimedia.espora.org/tiki-index.php?page=Femicidio

c'è l'appello a partecipare alla giornata mondiale contro la violenza contro le donne, (25 nov 2005), più altre cose

http://italy.indymedia.org/news/2004/12/689239.php

ma c'e' anche il messico

http://www.lacasadeipopoli.it/iniziative/2006/messico/ feminicidio in messico

sulle 'maquiladoras'(ci si può 'collegare' alle manif in messico contro legge immigraz USA)

http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/LeMonde-archivio/Settembre-2003/0309lm25.01.html

http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/LeMonde-archivio/Dicembre-1999/9912lm18.01.html

http://www.corpwatch.org/article.php?id=1528 dati interessanti, perché 'ufficiali'

http://rcci.net/globalizacion/2002/fg296.htm un po' si storia

Statistiche FeminiCidio in Messico

http://www.casa-amiga.org/Femicidio.html

(qui si riferisce a juarez)

The victims were young: 65 percent of them between 15 and 24 and most of them under age 19. Most were students or workers in small commercial businesses or in "maquiladoras," foreign-owned assembly plants. Most of them were poor and lived in the marginal sections of the city. Many were not from Ciudad Juarez, but went there from other Mexican states or other countries in search of work.

Naturalmente, oltre alle morti, le sparizioni:

(al 2001) thousands of women are "desaparecidas," or missing, Perez said in an interview. The state of Chihuahua counts about 400 "desaparecidas," while the state of Chiapas has about 300 and Guerrero, 150.

Sulla questione legale

The laws also fail to protect women, according to Perez. Only 9 out of 32 states have specific laws protecting children and women against domestic violence, and only 11 states have changed their 17th-century civil and penal codes to make domestic violence a crime. In the remaining states, beating wives or children is not considered a crime.

And, in a worrisome trend, legislators in some states are trying to rescind laws that were passed to protect women.

Campagne

Nel 2001 campagna "Stop the Impunity: No More Killings!", in particolare per gli asssassinii che avvengono al confine.

questo e' un buona articolo (ed e' su "casa amiga")

http://www.womensenews.org/article.cfm/dyn/aid/763/context/archive

(The campaign arose after the bodies of eight more women were found last month in a farming field in Cuidad Juarez in the state of Chihuahua. The women, all of them very young, were raped and strangled before being dumped in a field, their hands tied behind their backs.)

Link

http://www.agenciapulsar.org/nota.php?id=7168

http://www.ojala.nl/new/spaans/temas/vrouwen.htm

http://www.cerigua.org/portal/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=2378&mode=thread&order=0&thold=0

http://www.zmag.org/Italy/CIEPAC_PPP.htm


su juarez

http://www.mujeresdejuarez.org/

Bibliografia

Gloria Anzaldua, Borderland

Sergio Gonzàlez Rodriguez, Ossa nel deserto, 2002, Adelphi

Testo intervista

Nacar Leal

Mi chiamo Nacar Leal e appartengo all’organizzazione ‘ Nuestras hijas de regreso a casa’ (le nostre figlie di ritorno a casa), è una organizzazione formata da familiari, amici e persone vicine a donne scomparse e assassinate a Ciudad Juarez. L’ organizzazione nasce nel 2001 a partire dall’omicidio di Lilia Alejandra Garcìa Andràde che era alunna di mia madre a scuola. Mia madre, appena saputo dell’omicidio di Lilia decide di cercare la madre per proporle di andare insieme a palare con il governatore nella città di Chiuaua. Insieme sono andate a Chiuaua, ma non le hanno dato il permesso di parlare con il governatore. Allora hanno organizzato proteste fuori del palazzo del governo e hanno deciso, con l’aiuto di altre organizzazioni, di andare a Città del Messico. L’eco di queste manifestazioni è arrivato fino a Juarez . Altre famiglie decidono di unirsi a mia madre e a Norma Andrade, la madre di Lilia Alejandra, e così nasce l’organizzazione. Unite dalla stessa necessità, queste famiglie sono le uniche che possono difendere la propria condizione. Di fronte a ciò che accade la società si comporta in maniera isolata, la paura e il timore che si vive nella città è il riflesso delle risposte che hanno dato le autorità di fronte a questi casi. Non hanno fatto niente, non sono stati arrestati i responsabili e non ne viene cercato nessuno. Ciò che noi facciamo come prima cosa è cercare giustizia e l’appoggio di assessori giuridici; ora abbiamo l’appoggio di alcuni avvocati democratici di Città del Messico che ci stanno aiutando con casi di cui si hanno alcuni elementi specifici, ma che per la maggior parte non sono neanche stati investigati. Alcuni di questi casi sono stati isolati e stiamo cercando di farli arrivare davanti alla Corte Interamericana per i Diritti Umani. In secondo luogo, cerchiamo di diffondere e di far sapere ciò che sta accadendo a Ciudad Juarez in altre città nella repubblica, e in questa occasione anche fuori dal paese, perché crediamo che una delle cose più importanti sia che un numero sempre maggiore di persone venga a sapere quello che sta succedendo visto che i mezzi di comunicazione nella nostra città e a livello locale, riportano sempre la versione delle autorità, riportano cose false, dicono che queste donne erano prostitute che erano drogate e che sono morte per overdose, c’è sempre una distorsione della verità. Queste sono donne povere che quasi sempre vengono da altre città a lavorare nelle maquiladora di Ciudad Juarez con la speranza di avere una vita migliore economicamente e sono donne che costantemente lottano per sopravvivere e tirare avanti. Spesso sono donne che lavorano e studiano allo stesso tempo, alcune con figli, altre sono le uniche che provvedono alle proprie famiglie, ma le autorità cercano sempre di giustificare gli omicidi mentendosi su ciò che le vittime erano e sulla loro vita, così che molti hanno l’idea che queste donne erano prostitute. Noi crediamo che anche se prostitute, nessuno abbia il diritto di togliergli la vita, ma molta gente la vede così. Ci sembra molto importante parlare di questo, nelle scuole organizziamo incontri e dibattiti con le giovani per sensibilizzare; ora abbiamo avuto l’occasione di uscire e venire fin qui, ci sono altre compagne dell’associazione che si sono recate in altri paesi.

REGISTRARE E DOPPIARE ANCHE QUESTO (PER L'IMPUNITA')

L’unica speranza che abbiamo è che finalmente si faccia qualcosa che ci porti alla vera giustizia ; perché abbiamo visto che sono successe molte cose nella nostra città e nel nostro paese che in definitiva non hanno portato a niente e non sono servite a chiarire nessuno dei casi . Crediamo che la pressione che può fare qualsiasi governo internazionale verso il nostro governo sia la unica speranza che abbiamo ora perché si possano chiarire questi casi.


Quante siete nell’organizzazione e se, come immagino, siete tutte donne?

Al momento siamo otto famiglie di donne assassinate e la mia che con mia madre ha dato inizio all’organizzazione. Ma generalmente quelle che lavorano sempre nell’associazione sono le madri, ci sono state partecipazioni dei fratelli delle vittime, ma spesso hanno una famiglia propria e devono lavorare e non hanno l’opportunità di farlo quindi le madri sono quelle che più si dedicano a questo tipo di lavoro. Per quanto riguarda le donne assassinate, con le associazioni civili per i diritti umani stimiamo che le donne uccise siano circa 500 e quelle scomparse più di 5000 negli ultimi 11 anni.

Ci potete parlare un po’ della paura delle famiglie e delle intimidazioni che i federali e la polizia esercitano sulle vostre famiglie??

Quando queste famiglie, dopo la sparizione o l’assassinio della figlia, decidono di entrare in qualche associazione per ricevere appoggio e poter lottare per la giustizia, le autorità le minacciano costantemente e dicono loro di non entrare in queste organizzazioni perché se lo fanno sicuramente le figlie scomparse riappariranno morte, e se gia sono state assassinate, non ci saranno buone indagini perché loro stanno facendo pressione. Continuamente le madri ricevono minacce, hanno picchiato sia noi che i difensori dei diritti umani che hanno deciso di entrare nelle associazioni e collaborare con le famiglie; costantemente ci minacciano . Dalla nascita dell’organizzazione a casa mia e a mia madre gli stessi procuratori e autorità da parte del governo l’hanno minacciata, per telefono, in macchina, con armi, l’ultima minaccia che abbiamo ricevuto è stata un’inseguimento con tre macchine con gente armata che ci ha seguito per due ore finche siamo riuscite a raggiungere membri di altre associazioni. Ma per noi è costante, una cosa continua. Io per esempio ho dovuto lasciare la mia scuola perché mia madre deve lavorare e non c’è modo che mi accompagnino e mi vengano a prendere. Ho dovuto lasciare la scuola e solo da quest'anno sono in una scuola vicina a casa mia, ma non è la stessa cosa, non sono le materie che ho studiato ed è un po’ complicato. Comunque la nostra vita è cambiata con tutto questo. A Ciudad Juarez le donne benestanti non corrono nessun rischio di questo tipo. Intato c'è sempre più paura e la violenza contro le donne continua ad aumentare. Ora c’è uno stupratore che conta quarantanove donne vittime e appare quotidianamente sui giornali. Donne picchiate, nelle scuole i bambini picchiano le bambine e molte volte capita che debbano tenere separati , i bambini dalle bambine. Le donne principalmente vivono con molta molta paura.

Hai detto che l’associazione è nata nel 1991, credi che da allora sia cambiato o stia cambiando qualcosa?

Siamo perlomeno riuscite a fare in modo che la gente, il mondo sappia di Juarez e di quello che succede li, che si girino a guardare a Juarez. Molto lentamente è nato l’‘istituto per la donna’, le madri hanno ricevuto un minimo di aiuto economico. Sono poche solo quest’anno è arrivata la polizia federale, sicuramente non un grande passo avanti ma con le pressioni esercitate sul governo, più che altro da fuori del paese. Si è arrivati comunque a fare poco.

Ramona Morales

Io sono Ramona Morales, madre di Silvia Elèna Ramona Morales. Appartengo all’associazione Nuestras Hijas de Regreso a Casa; Mia figlia è scomparsa il 7 luglio del 1995, mia figlia è stata tra le prime. Aveva appena 16 anni, andava al secondo liceo. Mio figlio grande la accompagnò la mattina del 7 fino alla porta della scuola. Noi siamo poveri e mia figlia studiava e lavorava in una fabbrica di scarpe. Quando mio figlio la lasciò lei gli disse che cercava di andare a lavorare presto così da tornare prima. Solitamente tornava alle nove, finendo prima non avrebbe dovuto tornare di notte. Verso le due del priggio mi chiamò una sua amica e mi dice che era andata a cercare Silvia allo scarpificio e non l’aveva trovata e mi chiese se era andata a lavorare. Io le dissi di si e così passò tutto il pomeriggio . Arrivò la notte e io continuavo ad aspettare mia figlia ma ancora alla mezzanotte non era tornata e non tornò più. Allora chiamai i miei tre figli, ne ho quattro , lei era la mia unica figlia femmina, e chiamai mio marito e gli dissi che non era tornata dal centro . Allora io e mio marito abbiamo cominciato a cercare da una parte, i miei figli altrove; quando ormai erano le due del mattino quando chiamai una amica e mi aiutò chiamando gli ospedali e la croce rossa se fosse stato un incidente, perché mia figlia non aveva mai ritardato ne mancato di rientrare. Chiamammo da tutte le parti , alla centrale dei camion per sapere se qualcuno l’aveva portata fuori da Juarez . Lei fu una delle prime a sparire e ancora non si sapeva bene come andava; poi la mia amica chiamò un suo familiare della polizia che mi conosceva ma fu tutto inutile. La mattina dopo molto presto siamo andati con mio marito alla fabbrica di scarpe, ci avevano detto che forse era andata a ballare e le sarebbe venuto più facile andare direttamente al lavoro e di non preoccuparmi. Ma io ero sicura che le fosse successo qualcosa perché come vi ho detto mia figlia dalla scuola veniva a casa e poi a al lavoro, non aveva mai fatto diversamente. Tornammo ancora allo scarpificio per vedere se davvero era andata con qualche amica ma quando chiedemmo alle altre ragazza ,ci dissero che il giorno prima Silvia era uscita alle 2 per andare a fare un altro esame a scuola e da li non era più ornata. Allora andammo a fare la denuncia, ma ci dissero che dovevamo aspettare almeno 72 ore e che nel migliore dei casi era andata con qualche fidanzato o con qualche amica . Dopo le 72 ore tornammo, ma non la cercarono mai. Per due mesi sono andata li a chiedere ma niente, mi dicevano che cercavano . Il corpo di mia figlia riapparve dopo 2 mesi dalla scomparsa e per tutto quel tempo mi dissero che investigavano ma non potevano dirmi niente per non deviare le indagini. Intanto erano scomparse altre tre ragazze, una a maggio, mia figlia a luglio e in agosto e settembre scomparvero altre due ragazze. Le loro madri mi cercarono e ci unimmo per andare a parlare con il procuratore. Lui ci disse che noi non eravamo a conoscenza del fatto che le nostre figlie avevano una doppia vita, che noi non sapevamo con chi andavano in giro e si accompagnavano. qqQqqqqqqqwewe Questa fu la spiegazione che ci diede il procuratore di giustizia. Così passò altro tempo e già erano due mesi che era scomparsa finchè il 2 di settembre un signore la trovò nel Lote Bravo che è un terreno incolto e la trovò un signore perché la polizia non la cercò mai. Il signore informò la polizia che andò lì e la presero. Poi mi informarono che l’avevano trovata, ma quando chiesi come l’avevano trovata mi dissero ‘non si preoccupi poi glie lo diciamo…’ . Lo chiesi perché ero già andata all’obitorio quando avevano ritrovato una delle altre tre ragazze scomparse che vi ho detto, andai quando ritrovarono l’ultima. L’hanno trovata completamente decomposta, tanto che non l’hanno neanche portata a casa ma dall’obitorio al cimitero. Allora la madre di quella ragazza che era li con me mi disse ‘anche tua figlia è morta’ e che mi accompagnava all’obitorio. Quando arrivammo il poliziotto mi disse di seguirlo rassicurando mio marito che sarei tornata subito. Mio figli fece per accompagnarmi ma uno della pattuglia lo fermò. Allora andai sola. Io credevo che mia figlia fosse stata ritrovata viva, ma non fù così. Quando cominciammo a girare i corridoi e ci dirigemmo dove ero stata per l’altra ragazza, mi resi conto che mia figlia era morta perché loro non me l’avevano detto mai. Entrai e la riconobbi. Io non me lo spiego. Non so se l’hanno tenuta da qualche parte molto tempo prima di buttarla lì ,perché non aveva segni… se fosse morta subito dopo, passati due mesi lì morta avrei trovato il puro scheletro o comunque i vermi…... Solo sul viso non aveva carne ma sul collo e più giù aveva la carne come secca attaccata alle ossa. Ho riconosciuto i suoi vestiti, le sue scarpe e il resto. Però se c’è una cosa che non ha ricevuto è la giustizia. Prima insistevano con Sharif, anche per la ragazza che trovarono prima. Ora è detenuto, è un arabo. Imputavano a lui l’omicidio di mia figlia, poi lo passarono alla quinta sezione ma non servì a niente perché il giudice non ha ritenuto validi gli espedienti e fino ad ora è rimasto alla quinta sezione e lì rimane come un soprammobile perché non hanno nemmeno riaperto le indagini.

Vorrei sapere quando hai deciso di entrare nell’associazione e se ti aiuta il fatto di lavorare insieme alle altre donne nella ricerca della giustizia. Mi immagino che possa essere una cosa che da forza… Si è un sollievo molto grande quando stiamo tutte insieme, anche con le altre donne che lavorano nell’organizzazione che ci aiutano molto.

Nacar Leal 2

NACAR-

Vorrei chiedere se voi fate anche informazione con le giovani sui rischi che ci sono, quando parlate nelle scuole dite alle ragazze giovani di stare attente o cosa.

Sì, principalmente nelle scuole, per esempio abbiamo iniziato nella scuola di una delle prime ragazze scomparse continuando a raccontare cosa le era successo e tutto quello che ruotava intorno alla sua storia. Quasi in forma preventiva, come ti dicevo prima, per respingere l’impostazione della storia che erano ragazze di strada e non studiavano per giustificare la loro morte. E’una delle cose che cerchiamo di fare. In verità non sempre ce la facciamo, la pressione è forte e noi nell’associazione siamo poche, ma si', lo facciamo.

Credete che ci sia un legame tra le sparizioni delle donne e la relazione tra gli i uomini e le donne nella città. Il fatto che sparisca una donna povera è come se fosse una cosa normale, nel suo orrore credete che questa cosa sia legata al machismo alla violenza sulle donne, non dico che accada solo a juarez, in ogni luogo ha la sua forma. Vi fate domande su questo, ne parlate?

A Juarez la gente è diventata molto insensibile. Con tante donne che sono state assassinate già la gente si è abituata, dicono ’…ah un’altra…’ sono diventati molto freddi. Per gli uomini il messaggio che è arrivato con undici anni di impunità è che qualsiasi uomo può venire a juarez, prendere una donna, violentarla ucciderla e lasciarla tirata lì come tutte le altre. A Juarez le donne si vedono come usa e getta, come spazzatura, questa è l’immagine. Come ti dicevo la violenza è cresciuta molto. Gli uomini sono sempre più violenti verso le donne e hanno meno rispetto, a Juarez non c’è una cultura di solidarietà e di appoggio con gli altri, non esiste; io lavoro per me faccio le cose per me e gli altri non m’importano. E gli uomini ancora di più. E vero quello che dici, che ovunque è così ma in messico la cultura machista è fortissima, la donna nasce cresce nella sua casa, pensa al marito e ai figli e basta. Per come lo vedo io succede che a Juarez, a differenza di altre città le donne hanno una possibilità in più di mantenersi da sole e mantenersi che in altre città non è possibile. Qui io posso, come donna, lavorare pensare ai miei studi e avere una casa e una vita, il tutto senza il bisogno di sposarmi perché uno marito mi mantenga. Quando guardo tutto questo vedo solo una accanita oppressione dovuto al fatto che si sente forte che le donne stanno uscendo. A Juarez in modo particolare.

FemiCidio (last edited 2008-06-26 09:57:47 by anonymous)