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DIOPORCO nessuno ha ancora fatto un cazzo! '''Original page:'''http://jaromil.dyne.org/journal/first_dharma_dyne.html
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-asb = Gli hacker girano la Ruota del Dharma (pallotron done) =
Sei il benvenuto a far girare con noi la Ruota del Dharma della nostra storia!
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:) Questo documento e' una sorta di "Magna Carta" aperto: e' programmatico, visionario e inclusivo. Vuole proporre un piano da condividere ed e' gia' condiviso da molti. Proprio ora il nostro network ha raggiunto gli 8 anni di vita e potete immaginare come questo numero sia molto importante per noi.Se siete curiosi di sapere cosa sta succedendo per favore continuate a leggere, non vi stupiremo con effetti speciali, ma con sogni, pensieri e progetti che siamo pronti a realizzare.

Ovviamente questo testo non parla solamente di "noi": essendo un network aperto, includiamo varie realta' in giro per il mondo, con cui adottiamo una politica di reciproco aiuto e collaborazione. Questa collaborazione e' prevalentemente tecnica, come lo e' la nostra attivita' nello sviluppo di software libero ed open source. In fatti, aldila' della generica idea di FOSS, noi siamo spinti dai seguenti sogni, che stanno lentamente ma costantemente diventando realta'...

Per tutto questo siamo infinitamente grati al Progetto GNU, che ci ha permesso di scoprire come ottenere conoscenza, prendere controllo dell'ambiente in cui viviamo ed anche iniziare a costruire un nuovo pianeta :)

= La Giovinezza del Dharma (pallotron done) =
'''cerco la traduzione di Fernanda Pivano sul libro da lei tradotto in italiano - asb'''

Prima di tutto vediamo chi siamo: dopo 8 anni siamo capaci di tracciare un comun denominatore tra le persone attive nel nostro network, interconnesse grazie ad un approccio nomadico allo sviluppo ed alla vita.

Noi siamo giovani sognatori, in quanto spesso amiamo oltrepassare i limiti ed inventare differenti modelli per imparare, comunicare, condividere e vivere, rispetto a quelli proposti dalle societa' nelle quali siamo ingabbiati. Abbiamo in comune il fatto che siamo sopravvissuti fuori dai luoghi comuni, abbiamo coltivato le nostre speranze ed i nostri metodi di condivisione, di conoscenza ed i nostri attrezzi, tenendoli al di fuori di qualsiasi scatola chiusa.

Questo e' un periodo della nostra storia in cui parleremo con giovani voci, stiamo muovendo dei passi cruciali su cui baseremo la nostra struttura, sperando di mescolare l'interiore con l'esteriore, lo Ying con lo Yang.

Alcuni di noi sono nomadi, alcuni stanziati in differenti posti di volta in volta, alcuni vivono ai margini dei luoghi del mondo dove sono nati, alcuni lavorano per multinazionali IT, altri sono in sella a biciclette a girare il mondo, alcuni danno letture nelle scuole, alcuni si esibiscono in gallerie artistiche, altri sono impegnati nello squatting di case.

Quello che proponiamo qui e' un nuovo modello e abbiamo finalmente acquisito una visione pratica che ci consenta di svilupparlo in armonia con i nostri differenti ambienti.

Continuate a leggere se siete interessati a capire il come e il perche'

= La liberta' della Creativita' (pallotron done) =
 . ''La crescita della rete ha interpretato una alternativa alla "non-proprieta'" in una maniera ancora piu' pratica. Quello che gli eruditi e gli scrittori popolari denominano come una cosa ("la rete Internet") e' in verita' il nome di una condizione sociale: cioe' il fatto che ognuno nella network society e' connesso direttamente, senza intermediazione, a qualcun altro. La interconnessione globale delle reti elimina il collo di bottiglia che richiedeva un produttore di software centralizzato per razionalizare e distribuire il risultato delle innovazioni individuali nell'era dei mainframe. (Eben Moglen)''

Il software libero e open source (spesso denominati con l'acronimo FOSS) e', quando ci si riferisce ai principi originali sviluppati dalla Free Software Foundation^[1]^ (FSF), un nuovo modello di distribuzione, sviluppo e marketing dei beni immateriali. Sebbene vi consigliamo di dare uno sguardo alla pagine riguardanti la filosofia del Free Software pubblicate nel sito della FSF, sottolineeremo alcune implicazioni che sono molto importanti per noi e che hanno reso molte delle nostre attivita' possibili e motivanti.

Il FOSS implica un modello economico basato sulla collaborazione invece che sulla competizione, e' coerente con gli ambienti della ricerca accademica dove la condivisione della conoscenza e' fondamentale; lo sviluppo e' l'unione degli sforzi di differenti sviluppatori e puo' essere meglio sostenuto quando distribuito attraverso piu' nodi. Riguardo a questo ci piace citare John Nash (premio Nobel nel 1994) che disse che "i migliori risultati vengono da un qualsiasi elemento del gruppo che fa il meglio per se stesso ma anche per il gruppo".

Immaginate allora che tutte le creazioni riprodotte in questo modo possano anche essere liberamente vendute a chiunque in ogni contesto: questo apre un orizzonte di nuovi modelli di business che sono locali, e che evitano lo sfruttamento globalizzato, mantenendo la condivisione della conoscenza globale, utile a chiunque.

In piu', nei campi come quelli dell'educazione, noi crediamo che la independenza intrinseca del FOSS dalle influenze commerciali sia cruciale per fornire agli studenti la conoscenza che veramente gli appartiene, senza renderli dipendenti dai mercanti di software e della conoscenza che impongono licenze sulle loro creazioni che costituiscono poi i tool che gli studenti stessi hanno imparato.

In fine considerate, e sentitevi liberi di inventare nuovi percorsi, come l'impatto del FOSS nei campi della comunicazione, del social networking, dei giochi, dei media, e della evoluzione umana.

[[http://jaromil.dyne.org/journal/first_dharma_dyne.html#fnr.1|1.]] vedere [[http://www.fsf.org/|http://www.fsf.org]]

= No nationhood (pallotron done) =
 . ''Per far che i secoli tacciano di quel Trattato^[2]^ che trafficò la mia patria, insospettì le nazioni e scemò dignità al tuo nome.'' (A Bonaparte liberatore, Ugo Foscolo, 1778-1827) ''One Planet, One Nation'' (Public Enemy)

Le nostre patrie e luoghi di origine sono sparsi e qualche volta molto differenti, difficile manternersi o mettersi in contatto a causa dei limiti imposti dal concetto di Nazione. Per questo pensiamo che il concetto di Stato e Nazione dovrebbe diventare obsoleto, i confini che impongono non coincidono con le nostre aspirazioni e le nostre abilita' di relazionarci l'un l'altro.

Duranti i pochi anni delle nostre vite abbiamo pensato di interagire e descrivere noi stessi all'interno di schemi nazionali, ma i veri limiti tra di noi sono stati la differenza tra i nostri linguaggi, nel frattempo abbiamo studiato per oltrepassare questi limiti.

Abbiamo ereditato dalle nostre storie nazionali paure e angherie, ma grazie al nostro network abbiamo imparato come gestirle, come se non appartenessero piu' a noi. Quello che rimane e' solo un problema che puo' essere risolto: finiremo di rappresentarci come parte di differenti nazioni. Anche se potremmo, non intendiamo costruire la nostra propria nazione, o proporvi una nuova idea di contratto sociale, piuttosto proporvi di oltrepassare questi bordi e prendere la forma di un unico pianeta interconnesso, e creare quindi una nuova cartografia.

Noi possediamo un pianeta! Ed e' sufficientemente giovane per curare le ferite lasciate dagli ultimi secoli di guerra, imperialismo, colonialismo e prevaricazione che hanno lasciato molta della gente attorno a noi coltivare differenze e false identita' rappresentate da bandiere e propaganda nazionalista.

Non stiamo reclamando di aprire i confini alla speculazione delle multinazionali, visto che siamo tutti coscienti che questa possa essere la retorica usata dagli interessi neo-liberali per calpestare l'autonomia delle nazioni in via di sviluppo. La integrita' Contestuale[3] di differenti ecosistemi sociali necessita di essere rispettata, tuttavia ancora oggi i confini nazionali non hanno avuto successo nel preservarla.

Con alcune eccezioni, molti dei programmi nazionali e dei fondi culturali con il quale abbiamo collaborato pretendevano che ognuno di noi vestisse la propria bandiera nazionale, come se fossimo reclutati in un decadente gioco di orgoglio nazionale e competizione, con una agenda di dominazione fisica, economica e culturale, tracciando tutti i nostri movimenti, come se fossimo pedine di un gioco a scacchi di cui noi siamo solo pezzi insignificanti.

Questo non ha piu' senso per la nostra generazione, noi rifiutiamo di essere identificati coi governi che possiedono i nostri passaporti, noi guardiamo avanti e ci relazioniamo fra di noi basandoci sul dialogo e lo scambio, approcci e infrastrutture che possono essere immaginate come globali ma sviluppate localmente, in una maniera aperta, come i canali che ci permettono di parlarti proprio in questo momento.

Percio' noi dichiariamo la '''fine delle nazioni''', in quanto la nostra generazione e' connessa in maniera molto complicata, intersezioni di voleri, destini e, molto piu' importante, problemi da risolvere.

[[http://jaromil.dyne.org/journal/first_dharma_dyne.html#fnr.2|2.]] Trattato di Campoformio

[[http://jaromil.dyne.org/journal/first_dharma_dyne.html#fnr.3|3.]] vedere Nissenbaum, H, (2007) Contextual Integrity - http://crypto.stanford.edu/portia/papers/RevnissenbaumDTP31.pdf

= Networked cities (pallotron done) =
 . ''Creo que con el tiempo mereceremos no tener gobiernos.'' (Jorge Luis Borges, 1899-1986)

Naturlamente la nostra cartografia disegna connessioni attraverso nodi, hub di intelligenza che sono piu' vicini nel cyberspazio che nella vita reale. Nell'ultimo secolo abbiamo imparato a condividere musica, testi, storie e immagini, nelle ultime decadi siamo stati in grado di copiare queste informazioni per il mondo senza costi.

Questo ci ha consentito di relazionarci tra di noi con una estensione che e' amplificata dalla densita degli ambienti in cui viviamo, gli ambienti urbani, che in qualche modo hanno offerto sufficienti lacune e buchi da sfruttare. Quelli che pretendono di governare le nostre vite sono ora impegnati a controllare questi vuoti, e ogni albero in una pubblica piazza rappresenta un ostacolo per le loro telecamere, occhi onnipresenti che vogliono controllare le nostre evoluzioni.

Abbiamo trovato riparo nelle pratiche ancestrali del trance[4], aprendo le porte della nostra percezione verso l'ignoto, risonando le nostre ossa, migliorando l'agilita' delle nostre lingue per segure il flusso hip hop dei pensieri radicali, fare skating attraverso in cui siamo costretti, dipingendo fantasie sopra i muri imposti nelle nostre citta', saltando in alto per unirci alle questioni in sospesi dei nostri parkour.

Queste pratiche sono adesso presenti nelle nostre citta', farcite da bisogni non necessari e dai miraggi di successo delle "industrie della creativita'", nel frattempo abbiamo gia' elaborato una visione concentrica che e' collegata alla densita' delle nostre vite e al flusso culturale della nostra conoscenza errante.

Percio' noi dichiariamo la nascita di un pianeta di citta interconnesse [6], strutture a spirale di vite roteanti sopra le nostre teste and attorno alle nostra dita, che si evolvono in una pratica comune di scissione e ricongiungimento, unendo le questioni in sospeso del nostro futuro.

Il nostro piano e' semplice e il nostro progetto e' gia' in movimento. Infatti, se vi guardate intorno, ci troverete gia' vicini. Mentre gli attuali sistemi politici e econimici stanno combattendo la difficolta' di nascondere le loro poprie incoerenze, noi siamo capaci di implementare i loro principi meglio, e, cosa piu' importante, ne stiamo elaborando di nuovi.

Noi stiamo reclamando una infrastruttura, la liberata' di adattarle ai nostri bisogni, il nostro diritto di proprieta' senza lacci, la liberta' di confrontare idee senza nessuna manipolazione mediatica, peer to peer, faccia a faccia, da citta' a citta', da uomo/donna a uomo/donna.

La possibilita' di crescere comunita' locali ed economie, la eliminazione dei monopoli globali, la possibilita' di vivere grazie alle nostre creazioni, e' li. Stiamo riempiendo gli spazi vuoti lasciati nelle nostre citta', stiamo definiendo i nostri desideri e siamo collettivamente in grado di soddisfarli.

In piu', alcuni di noi stanno cercando contatti con gli strati bassi delle societa', per condividere una autonomia crescente: piu' sono esclusi dalla societa' che servono, piu' sono vicini alla liberta', e' chiaro che questa autonomia e' la soluzione della crisi corrente. Queste comunita' marginali erano i contadini delle zone rurali che, principalmente a causa della poverta' rurale, non potevano sopravvivere solo sull'agricoltura, cosi' come immigrati o rifugiati che hanno dovuto fuggire dai luoghi dove sono nati, o che hanno mai avuto una casa. Queste persone sono venute nelle citta' e non hanno trovato ne lavoro ne rifugio. Hanno creato i loro propri spazi di lavoro in barba alle ciniche logiche del capitalismo, molti di loro nel campo del riciclo dei rifiuti. Queste persone appaiono brutte nei confronti della minoranza che e' al potere, molti architetti e pianificatori urbani chiamano ingiustificamente "stanziamenti illegali" i loro rifugi. Alcuni di loro si organizzano per guadagnare potere con la solidarieta', e sono chiamati gli "squatter".

Durante i decenni passati abbiamo imparato a migliorare la nostra autonomia all'interno dei contesti urbani^[7]^, navigando attraverso i differenti contesti che compongono le citta', svelando la struttura interna delle loro reti vicine, e sviluppando una differente trama fatta di relazioni che le compagnia non possono comprare.

Noi siamo i Weawer Birds, burung-burung manyar ^[8]^, noi condividiamo i nostri nidi nella rete, scorriamo come il fiume degli stanziamenti spontanei di codice nello Yogyakarta^[9]^, i vicini zingari di Sulukule ad Instanbul, il Chaos Computer Club, tutti gli hacklab in giro per il mondo, gli squatter auto-gestiti ad Amsterdam, Berlino, Barcellona etc, i nascondigli di 2600 e tutti gli altri spazi hacker temporanei dove il nostro futuro, il tuo futuro, viene costrituto.

Questo documento e' solo l'inizio di un nuovo corso, tira fuori un'analisi che e' condivisa con un numero crescente di giovani hacker ed artisti, accresciuto dalla loro autonomia e conoscenza. I nostri spazi hacker stanno proliferando rapidamente in quanto non necessitiamo di creare nuovi spazi invece di penetrare altri spazi vuoti, ci adattiamo velocemente e puntiamo a connetterci invece di separarci, puntiamo ad essere inclusivi invece che esclusivi, ad essere effettivi invece che di acquisire uno status.

Per quelli che si sentono minacciati chiediamo: non resisteteci, lasciateci spazio. Fatelo per il bene di tutti noi, perche' noi siamo i vostri figli.

[[http://jaromil.dyne.org/journal/first_dharma_dyne.html#fnr.4|4.]] Lapassade, G. (1976) Essai sur la transe, Éditions universitaires

[[http://jaromil.dyne.org/journal/first_dharma_dyne.html#fnr.5|5.]] De Jong, A, Schuilenburg, M. (2006) Mediapolis. Popular culture and the city, Rotterdam: 010-Publishers

[[http://jaromil.dyne.org/journal/first_dharma_dyne.html#fnr.6|6.]] Batten, D.F. (1995), Network Cities: Creative Urban Agglomerations for the 21st Century, SAGE

[[http://jaromil.dyne.org/journal/first_dharma_dyne.html#fnr.7|7.]] Lapassade, G. (1971), L'Autogestion pédagogique, Gauthiers-Villars

[[http://jaromil.dyne.org/journal/first_dharma_dyne.html#fnr.8|8.]] Burung-Burung Manyar means "Weaver Birds" in bahasa indonesia, is a book by Romo Mengun published in 1992 by Gramedia (Jakarta)

[[http://jaromil.dyne.org/journal/first_dharma_dyne.html#fnr.9|9.]] la riva del fiume Code fu considerata uno stanziamento illegale di squatter, mentre Romo Mengun e' stato attivo tra il 1981 e il 1986, raccogliendo le simpatie degli intellettuali che credevano che questi poveri membri della societa' dovessere essere accettati e aiutati per migliorare le loro condizioni di vita. Il governo dell'Indonesia pianifico' la rimozione forzata nel 1983, ma proteste seguirono e i piani furono cancellati. Nove anni dopo nel 1992 il Kampung Code fu selezionato come vincitore dell'Aga Khan Award for Architecture in the Muslim World. Lo stanziamento sulla riva del fiume Code continua ad esistere fino ai giorni nostri, come un esempio notevole di architettura urbana.

= Horizontal media (pallotron done) =

 . ''Chiunque controlli i media - le immagini - controlla la cultura. (Allen Ginsberg, 1926-1997)''

Le nostre preoccupazioni riguardo alla liberta' nei media e' seria, la situazione corrente e' urgente e giustifica le nostre azioni di ribellione, in quanto necessarie. Una delle nostre attivita' principali e' tessere pazientemente i fili di reti aperte che mettano tutti noi in contatto. Ma gli avidi regimi nazionali e le organizzazioni criminali ci trattano come se loro potessero evitare la loro natura fascista, mentre i provocatori opportunisti usano la nostra apertura per ottenere il diritto di offendere e generare nuove guerre.

Riguardo ai media abbiamo certamente accumulato abbastanza conoscenza per tracciare un perco chiaro per il nostro sviluppo, come abbiamo iniziato a fare fin dai primi anni della nostra esistenza: siamo attivi nell'implementare le liberta' che la era digitale puo' garantirci. Questa liberta' intellettuale e' molto importante per lo sviluppo dell'umanita', per la sua capacita' di analizzare le proprie azioni, e tessere la propria fiducia in armonia.

Il nostro piano e' di continuare a sviluppare molti spazi di discussione on-site e on-line, seguendo un '''pattern decentralizzato''' che garantisca accesso alla maggioranza di persone nel nostro pianeta. Abbiamo creato tool e strumenti per i media indipendenti, per moltiplicare le voci per proteggere le visioni comuni, per evitare che pochi magnati della comunicazione e dei media controllino le democrazie, come sta succedendo in molte parti differenti del mondo.

Siamo consci dei limiti della implementazione presente della democrazia: mentre loro sono impegnati il loro successi personali sopra i regimi arcaici, questi sistemi non riescono ad aggiornare le loro strutture e hanno fallito nel controllo dei nuovi nemici che loro non riescono piu' a riconoscere.

La soluzione che noi proponiamo e' semplice: massimizzare le possibilita' di riciclare le infrastrutture dei media esistenti, aprire piu' canali possibile, liberare le onde radio, lasciare che la comunicazione fluisca nella sua molteplicita', evitare l'uso monodirezionale che se ne fa', dare a chiunque la possibilita' di fare la propria radio o stazione TV per i suoi vicini fisici o digitali, seguento una pattern organico che modularizzera' la condivisione dei sensi e consentira' alle idee di propagarsi in un modalita' orizzantale e non gerarchica.

Se queste strutture di media saranno collegate con i modelli educativi che allevano tolleranza avremo speranze di accellelare l'evoluzione del nostro pianete e di garantire protezione alle minoranze che la popolano.

= Freedom of identity (please pick me up!) =
= Education (please pick me up!) =
= Consolidation (please pick me up!) =
= Infrastructure (please pick me up!) =
== On site ==
== On line ==
= Collaboration (please pick me up!) =

Original page:http://jaromil.dyne.org/journal/first_dharma_dyne.html

Gli hacker girano la Ruota del Dharma (pallotron done)

Sei il benvenuto a far girare con noi la Ruota del Dharma della nostra storia!

Questo documento e' una sorta di "Magna Carta" aperto: e' programmatico, visionario e inclusivo. Vuole proporre un piano da condividere ed e' gia' condiviso da molti. Proprio ora il nostro network ha raggiunto gli 8 anni di vita e potete immaginare come questo numero sia molto importante per noi.Se siete curiosi di sapere cosa sta succedendo per favore continuate a leggere, non vi stupiremo con effetti speciali, ma con sogni, pensieri e progetti che siamo pronti a realizzare.

Ovviamente questo testo non parla solamente di "noi": essendo un network aperto, includiamo varie realta' in giro per il mondo, con cui adottiamo una politica di reciproco aiuto e collaborazione. Questa collaborazione e' prevalentemente tecnica, come lo e' la nostra attivita' nello sviluppo di software libero ed open source. In fatti, aldila' della generica idea di FOSS, noi siamo spinti dai seguenti sogni, che stanno lentamente ma costantemente diventando realta'...

Per tutto questo siamo infinitamente grati al Progetto GNU, che ci ha permesso di scoprire come ottenere conoscenza, prendere controllo dell'ambiente in cui viviamo ed anche iniziare a costruire un nuovo pianeta :)

La Giovinezza del Dharma (pallotron done)

cerco la traduzione di Fernanda Pivano sul libro da lei tradotto in italiano - asb

Prima di tutto vediamo chi siamo: dopo 8 anni siamo capaci di tracciare un comun denominatore tra le persone attive nel nostro network, interconnesse grazie ad un approccio nomadico allo sviluppo ed alla vita.

Noi siamo giovani sognatori, in quanto spesso amiamo oltrepassare i limiti ed inventare differenti modelli per imparare, comunicare, condividere e vivere, rispetto a quelli proposti dalle societa' nelle quali siamo ingabbiati. Abbiamo in comune il fatto che siamo sopravvissuti fuori dai luoghi comuni, abbiamo coltivato le nostre speranze ed i nostri metodi di condivisione, di conoscenza ed i nostri attrezzi, tenendoli al di fuori di qualsiasi scatola chiusa.

Questo e' un periodo della nostra storia in cui parleremo con giovani voci, stiamo muovendo dei passi cruciali su cui baseremo la nostra struttura, sperando di mescolare l'interiore con l'esteriore, lo Ying con lo Yang.

Alcuni di noi sono nomadi, alcuni stanziati in differenti posti di volta in volta, alcuni vivono ai margini dei luoghi del mondo dove sono nati, alcuni lavorano per multinazionali IT, altri sono in sella a biciclette a girare il mondo, alcuni danno letture nelle scuole, alcuni si esibiscono in gallerie artistiche, altri sono impegnati nello squatting di case.

Quello che proponiamo qui e' un nuovo modello e abbiamo finalmente acquisito una visione pratica che ci consenta di svilupparlo in armonia con i nostri differenti ambienti.

Continuate a leggere se siete interessati a capire il come e il perche'

La liberta' della Creativita' (pallotron done)

  • La crescita della rete ha interpretato una alternativa alla "non-proprieta'" in una maniera ancora piu' pratica. Quello che gli eruditi e gli scrittori popolari denominano come una cosa ("la rete Internet") e' in verita' il nome di una condizione sociale: cioe' il fatto che ognuno nella network society e' connesso direttamente, senza intermediazione, a qualcun altro. La interconnessione globale delle reti elimina il collo di bottiglia che richiedeva un produttore di software centralizzato per razionalizare e distribuire il risultato delle innovazioni individuali nell'era dei mainframe. (Eben Moglen)

Il software libero e open source (spesso denominati con l'acronimo FOSS) e', quando ci si riferisce ai principi originali sviluppati dalla Free Software Foundation[1] (FSF), un nuovo modello di distribuzione, sviluppo e marketing dei beni immateriali. Sebbene vi consigliamo di dare uno sguardo alla pagine riguardanti la filosofia del Free Software pubblicate nel sito della FSF, sottolineeremo alcune implicazioni che sono molto importanti per noi e che hanno reso molte delle nostre attivita' possibili e motivanti.

Il FOSS implica un modello economico basato sulla collaborazione invece che sulla competizione, e' coerente con gli ambienti della ricerca accademica dove la condivisione della conoscenza e' fondamentale; lo sviluppo e' l'unione degli sforzi di differenti sviluppatori e puo' essere meglio sostenuto quando distribuito attraverso piu' nodi. Riguardo a questo ci piace citare John Nash (premio Nobel nel 1994) che disse che "i migliori risultati vengono da un qualsiasi elemento del gruppo che fa il meglio per se stesso ma anche per il gruppo".

Immaginate allora che tutte le creazioni riprodotte in questo modo possano anche essere liberamente vendute a chiunque in ogni contesto: questo apre un orizzonte di nuovi modelli di business che sono locali, e che evitano lo sfruttamento globalizzato, mantenendo la condivisione della conoscenza globale, utile a chiunque.

In piu', nei campi come quelli dell'educazione, noi crediamo che la independenza intrinseca del FOSS dalle influenze commerciali sia cruciale per fornire agli studenti la conoscenza che veramente gli appartiene, senza renderli dipendenti dai mercanti di software e della conoscenza che impongono licenze sulle loro creazioni che costituiscono poi i tool che gli studenti stessi hanno imparato.

In fine considerate, e sentitevi liberi di inventare nuovi percorsi, come l'impatto del FOSS nei campi della comunicazione, del social networking, dei giochi, dei media, e della evoluzione umana.

1. vedere http://www.fsf.org

No nationhood (pallotron done)

  • Per far che i secoli tacciano di quel Trattato[2] che trafficò la mia patria, insospettì le nazioni e scemò dignità al tuo nome. (A Bonaparte liberatore, Ugo Foscolo, 1778-1827) One Planet, One Nation (Public Enemy)

Le nostre patrie e luoghi di origine sono sparsi e qualche volta molto differenti, difficile manternersi o mettersi in contatto a causa dei limiti imposti dal concetto di Nazione. Per questo pensiamo che il concetto di Stato e Nazione dovrebbe diventare obsoleto, i confini che impongono non coincidono con le nostre aspirazioni e le nostre abilita' di relazionarci l'un l'altro.

Duranti i pochi anni delle nostre vite abbiamo pensato di interagire e descrivere noi stessi all'interno di schemi nazionali, ma i veri limiti tra di noi sono stati la differenza tra i nostri linguaggi, nel frattempo abbiamo studiato per oltrepassare questi limiti.

Abbiamo ereditato dalle nostre storie nazionali paure e angherie, ma grazie al nostro network abbiamo imparato come gestirle, come se non appartenessero piu' a noi. Quello che rimane e' solo un problema che puo' essere risolto: finiremo di rappresentarci come parte di differenti nazioni. Anche se potremmo, non intendiamo costruire la nostra propria nazione, o proporvi una nuova idea di contratto sociale, piuttosto proporvi di oltrepassare questi bordi e prendere la forma di un unico pianeta interconnesso, e creare quindi una nuova cartografia.

Noi possediamo un pianeta! Ed e' sufficientemente giovane per curare le ferite lasciate dagli ultimi secoli di guerra, imperialismo, colonialismo e prevaricazione che hanno lasciato molta della gente attorno a noi coltivare differenze e false identita' rappresentate da bandiere e propaganda nazionalista.

Non stiamo reclamando di aprire i confini alla speculazione delle multinazionali, visto che siamo tutti coscienti che questa possa essere la retorica usata dagli interessi neo-liberali per calpestare l'autonomia delle nazioni in via di sviluppo. La integrita' Contestuale[3] di differenti ecosistemi sociali necessita di essere rispettata, tuttavia ancora oggi i confini nazionali non hanno avuto successo nel preservarla.

Con alcune eccezioni, molti dei programmi nazionali e dei fondi culturali con il quale abbiamo collaborato pretendevano che ognuno di noi vestisse la propria bandiera nazionale, come se fossimo reclutati in un decadente gioco di orgoglio nazionale e competizione, con una agenda di dominazione fisica, economica e culturale, tracciando tutti i nostri movimenti, come se fossimo pedine di un gioco a scacchi di cui noi siamo solo pezzi insignificanti.

Questo non ha piu' senso per la nostra generazione, noi rifiutiamo di essere identificati coi governi che possiedono i nostri passaporti, noi guardiamo avanti e ci relazioniamo fra di noi basandoci sul dialogo e lo scambio, approcci e infrastrutture che possono essere immaginate come globali ma sviluppate localmente, in una maniera aperta, come i canali che ci permettono di parlarti proprio in questo momento.

Percio' noi dichiariamo la fine delle nazioni, in quanto la nostra generazione e' connessa in maniera molto complicata, intersezioni di voleri, destini e, molto piu' importante, problemi da risolvere.

2. Trattato di Campoformio

3. vedere Nissenbaum, H, (2007) Contextual Integrity - http://crypto.stanford.edu/portia/papers/RevnissenbaumDTP31.pdf

Networked cities (pallotron done)

  • Creo que con el tiempo mereceremos no tener gobiernos. (Jorge Luis Borges, 1899-1986)

Naturlamente la nostra cartografia disegna connessioni attraverso nodi, hub di intelligenza che sono piu' vicini nel cyberspazio che nella vita reale. Nell'ultimo secolo abbiamo imparato a condividere musica, testi, storie e immagini, nelle ultime decadi siamo stati in grado di copiare queste informazioni per il mondo senza costi.

Questo ci ha consentito di relazionarci tra di noi con una estensione che e' amplificata dalla densita degli ambienti in cui viviamo, gli ambienti urbani, che in qualche modo hanno offerto sufficienti lacune e buchi da sfruttare. Quelli che pretendono di governare le nostre vite sono ora impegnati a controllare questi vuoti, e ogni albero in una pubblica piazza rappresenta un ostacolo per le loro telecamere, occhi onnipresenti che vogliono controllare le nostre evoluzioni.

Abbiamo trovato riparo nelle pratiche ancestrali del trance[4], aprendo le porte della nostra percezione verso l'ignoto, risonando le nostre ossa, migliorando l'agilita' delle nostre lingue per segure il flusso hip hop dei pensieri radicali, fare skating attraverso in cui siamo costretti, dipingendo fantasie sopra i muri imposti nelle nostre citta', saltando in alto per unirci alle questioni in sospesi dei nostri parkour.

Queste pratiche sono adesso presenti nelle nostre citta', farcite da bisogni non necessari e dai miraggi di successo delle "industrie della creativita'", nel frattempo abbiamo gia' elaborato una visione concentrica che e' collegata alla densita' delle nostre vite e al flusso culturale della nostra conoscenza errante.

Percio' noi dichiariamo la nascita di un pianeta di citta interconnesse [6], strutture a spirale di vite roteanti sopra le nostre teste and attorno alle nostra dita, che si evolvono in una pratica comune di scissione e ricongiungimento, unendo le questioni in sospeso del nostro futuro.

Il nostro piano e' semplice e il nostro progetto e' gia' in movimento. Infatti, se vi guardate intorno, ci troverete gia' vicini. Mentre gli attuali sistemi politici e econimici stanno combattendo la difficolta' di nascondere le loro poprie incoerenze, noi siamo capaci di implementare i loro principi meglio, e, cosa piu' importante, ne stiamo elaborando di nuovi.

Noi stiamo reclamando una infrastruttura, la liberata' di adattarle ai nostri bisogni, il nostro diritto di proprieta' senza lacci, la liberta' di confrontare idee senza nessuna manipolazione mediatica, peer to peer, faccia a faccia, da citta' a citta', da uomo/donna a uomo/donna.

La possibilita' di crescere comunita' locali ed economie, la eliminazione dei monopoli globali, la possibilita' di vivere grazie alle nostre creazioni, e' li. Stiamo riempiendo gli spazi vuoti lasciati nelle nostre citta', stiamo definiendo i nostri desideri e siamo collettivamente in grado di soddisfarli.

In piu', alcuni di noi stanno cercando contatti con gli strati bassi delle societa', per condividere una autonomia crescente: piu' sono esclusi dalla societa' che servono, piu' sono vicini alla liberta', e' chiaro che questa autonomia e' la soluzione della crisi corrente. Queste comunita' marginali erano i contadini delle zone rurali che, principalmente a causa della poverta' rurale, non potevano sopravvivere solo sull'agricoltura, cosi' come immigrati o rifugiati che hanno dovuto fuggire dai luoghi dove sono nati, o che hanno mai avuto una casa. Queste persone sono venute nelle citta' e non hanno trovato ne lavoro ne rifugio. Hanno creato i loro propri spazi di lavoro in barba alle ciniche logiche del capitalismo, molti di loro nel campo del riciclo dei rifiuti. Queste persone appaiono brutte nei confronti della minoranza che e' al potere, molti architetti e pianificatori urbani chiamano ingiustificamente "stanziamenti illegali" i loro rifugi. Alcuni di loro si organizzano per guadagnare potere con la solidarieta', e sono chiamati gli "squatter".

Durante i decenni passati abbiamo imparato a migliorare la nostra autonomia all'interno dei contesti urbani[7], navigando attraverso i differenti contesti che compongono le citta', svelando la struttura interna delle loro reti vicine, e sviluppando una differente trama fatta di relazioni che le compagnia non possono comprare.

Noi siamo i Weawer Birds, burung-burung manyar [8], noi condividiamo i nostri nidi nella rete, scorriamo come il fiume degli stanziamenti spontanei di codice nello Yogyakarta[9], i vicini zingari di Sulukule ad Instanbul, il Chaos Computer Club, tutti gli hacklab in giro per il mondo, gli squatter auto-gestiti ad Amsterdam, Berlino, Barcellona etc, i nascondigli di 2600 e tutti gli altri spazi hacker temporanei dove il nostro futuro, il tuo futuro, viene costrituto.

Questo documento e' solo l'inizio di un nuovo corso, tira fuori un'analisi che e' condivisa con un numero crescente di giovani hacker ed artisti, accresciuto dalla loro autonomia e conoscenza. I nostri spazi hacker stanno proliferando rapidamente in quanto non necessitiamo di creare nuovi spazi invece di penetrare altri spazi vuoti, ci adattiamo velocemente e puntiamo a connetterci invece di separarci, puntiamo ad essere inclusivi invece che esclusivi, ad essere effettivi invece che di acquisire uno status.

Per quelli che si sentono minacciati chiediamo: non resisteteci, lasciateci spazio. Fatelo per il bene di tutti noi, perche' noi siamo i vostri figli.

4. Lapassade, G. (1976) Essai sur la transe, Éditions universitaires

5. De Jong, A, Schuilenburg, M. (2006) Mediapolis. Popular culture and the city, Rotterdam: 010-Publishers

6. Batten, D.F. (1995), Network Cities: Creative Urban Agglomerations for the 21st Century, SAGE

7. Lapassade, G. (1971), L'Autogestion pédagogique, Gauthiers-Villars

8. Burung-Burung Manyar means "Weaver Birds" in bahasa indonesia, is a book by Romo Mengun published in 1992 by Gramedia (Jakarta)

9. la riva del fiume Code fu considerata uno stanziamento illegale di squatter, mentre Romo Mengun e' stato attivo tra il 1981 e il 1986, raccogliendo le simpatie degli intellettuali che credevano che questi poveri membri della societa' dovessere essere accettati e aiutati per migliorare le loro condizioni di vita. Il governo dell'Indonesia pianifico' la rimozione forzata nel 1983, ma proteste seguirono e i piani furono cancellati. Nove anni dopo nel 1992 il Kampung Code fu selezionato come vincitore dell'Aga Khan Award for Architecture in the Muslim World. Lo stanziamento sulla riva del fiume Code continua ad esistere fino ai giorni nostri, come un esempio notevole di architettura urbana.

Horizontal media (pallotron done)

  • Chiunque controlli i media - le immagini - controlla la cultura. (Allen Ginsberg, 1926-1997)

Le nostre preoccupazioni riguardo alla liberta' nei media e' seria, la situazione corrente e' urgente e giustifica le nostre azioni di ribellione, in quanto necessarie. Una delle nostre attivita' principali e' tessere pazientemente i fili di reti aperte che mettano tutti noi in contatto. Ma gli avidi regimi nazionali e le organizzazioni criminali ci trattano come se loro potessero evitare la loro natura fascista, mentre i provocatori opportunisti usano la nostra apertura per ottenere il diritto di offendere e generare nuove guerre.

Riguardo ai media abbiamo certamente accumulato abbastanza conoscenza per tracciare un perco chiaro per il nostro sviluppo, come abbiamo iniziato a fare fin dai primi anni della nostra esistenza: siamo attivi nell'implementare le liberta' che la era digitale puo' garantirci. Questa liberta' intellettuale e' molto importante per lo sviluppo dell'umanita', per la sua capacita' di analizzare le proprie azioni, e tessere la propria fiducia in armonia.

Il nostro piano e' di continuare a sviluppare molti spazi di discussione on-site e on-line, seguendo un pattern decentralizzato che garantisca accesso alla maggioranza di persone nel nostro pianeta. Abbiamo creato tool e strumenti per i media indipendenti, per moltiplicare le voci per proteggere le visioni comuni, per evitare che pochi magnati della comunicazione e dei media controllino le democrazie, come sta succedendo in molte parti differenti del mondo.

Siamo consci dei limiti della implementazione presente della democrazia: mentre loro sono impegnati il loro successi personali sopra i regimi arcaici, questi sistemi non riescono ad aggiornare le loro strutture e hanno fallito nel controllo dei nuovi nemici che loro non riescono piu' a riconoscere.

La soluzione che noi proponiamo e' semplice: massimizzare le possibilita' di riciclare le infrastrutture dei media esistenti, aprire piu' canali possibile, liberare le onde radio, lasciare che la comunicazione fluisca nella sua molteplicita', evitare l'uso monodirezionale che se ne fa', dare a chiunque la possibilita' di fare la propria radio o stazione TV per i suoi vicini fisici o digitali, seguento una pattern organico che modularizzera' la condivisione dei sensi e consentira' alle idee di propagarsi in un modalita' orizzantale e non gerarchica.

Se queste strutture di media saranno collegate con i modelli educativi che allevano tolleranza avremo speranze di accellelare l'evoluzione del nostro pianete e di garantire protezione alle minoranze che la popolano.

Freedom of identity (please pick me up!)

Education (please pick me up!)

Consolidation (please pick me up!)

Infrastructure (please pick me up!)

On site

On line

Collaboration (please pick me up!)

WeaverBirds/it (last edited 2011-11-14 10:52:17 by jaromil)