Differences between revisions 3 and 4
Revision 3 as of 2006-01-17 15:55:16
Size: 8961
Editor: anonymous
Comment:
Revision 4 as of 2006-02-20 12:58:31
Size: 9146
Editor: anonymous
Comment:
Deletions are marked like this. Additions are marked like this.
Line 3: Line 3:
[attachment:060219amazzonia.pdf Amazzonia, il popolo del Rio dichiara guerrra alla diga di Lula] articolo di Ettore Mo per il Corriere della Sera, 19 febbraio 2006
Line 4: Line 5:
Medici Senza Frontiere pubblica il rapporto annuale sulle crisi dimenticate e lancia il fondo per le emergenze . ----

'''
Medici Senza Frontiere''' pubblica il '''rapporto annuale sulle crisi dimenticate''' e lancia il fondo per le emergenze .

[:rorinterattiva: Home page Ror interattiva]

[:materiali_per_la_redazione: Materiale redazionale]

[attachment:060219amazzonia.pdf Amazzonia, il popolo del Rio dichiara guerrra alla diga di Lula] articolo di Ettore Mo per il Corriere della Sera, 19 febbraio 2006


Medici Senza Frontiere pubblica il rapporto annuale sulle crisi dimenticate e lancia il fondo per le emergenze . (12/01/2006)

Roma, 12 gennaio 2006 – In occasione del lancio del rapporto sulle crisi umanitarie più ignorate dai media, MSF presenta il fondo per le emergenze, confortata dalla generosità dei donatori che, in occasione di un'emergenza non dimenticata come quella dello Tsunami, hanno permesso a MSF di portare assistenza ai tanti Tsunami dimenticati in Africa e nel resto del mondo.

Le dieci crisi umanitarie più ignorate La lista delle dieci crisi umanitarie più ignorate dalle TV è stata realizzata dalla sezione statunitense di Medici Senza Frontiere, che ha analizzato lo spazio dedicato dai telegiornali serali di tre importanti network alle crisi umanitarie nel corso del 2005. Da questa analisi è emerso che, se in generale poco spazio è stato dedicato alle crisi umanitarie dai telegiornali, dieci crisi sono state particolarmente ignorate, conquistandosi così un posto nella "Top ten delle Crisi Più Ignorate". Si tratta del conflitto e dell'emergenza sanitaria in Repubblica Democratica del Congo; del conflitto in Cecenia; della violenza ad Haiti; dell'assenza di ricerca per combattere l'HIV / AIDS nei paesi poveri; degli scontri religiosi ed etnici nell'India Nord-Orientale; dell'emergenza umanitaria che continua in Sud Sudan anche dopo la cessazione ufficiale delle ostilità; della situazione di anarchia e conflitto che martoria la Somalia da oltre vent'anni; della guerriglia in Colombia; dell'insicurezza in Nord Uganda; della crisi in Costa d'Avorio.

La situazione nei TG italiani: diminuisce ancora l'attenzione dedicata alle crisi umanitarie Per quanto riguarda la situazione nel nostro paese, Medici Senza Frontiere ha presentato il secondo rapporto dell'Osservatorio Crisi Dimenticate: un'iniziativa in collaborazione con l'Osservatorio di Pavia, che ha effettuato un'analisi qualitativa e quantitativa dello spazio che le principali edizioni (pranzo / sera) dei TG nazionali di RAI, Mediaset e La7 hanno dedicato alle emergenze umanitarie nel corso del 2005.

Dall'analisi dell'Osservatorio Crisi Dimenticate si evince che i TG nazionali hanno dedicato alle emergenze umanitarie nel loro insieme circa 293 ore su un totale di 2'539 ore di programmazione, ovvero l'11,6% dello spazio – un dato in netta diminuzione rispetto al secondo semestre del 2004, quando lo spazio era stato il 17,5%.

Così come lo scorso anno, anche quest'anno la crisi irachena risulta la più seguita dai TG di pranzo e sera (136 ore, cioè il 46% del tempo dedicato alle emergenze internazionali); tuttavia, è anche evidente che di queste 136 ore, la stragrande maggioranza del tempo è stata dedicata a sequestri eccellenti (50 ore circa), alla politica italiana (12 ore) e a quella USA (5 ore), al processo a Saddam (quasi 4 ore), mentre lo spazio dedicato a informare gli Italiani sulla situazione umanitaria della popolazione civile e sui suoi bisogni si riduce a 24 minuti (0,3%) dedicati agli aiuti umanitari, 5 minuti dedicati ai profughi (0,1%) e 4 minuti dedicati ai civili vittime di guerra.

La seconda crisi più seguita dai TG italiani è stata quello dello Tsunami, per la quale si può constatare un'attenzione primaria nei confronti delle vittime, degli aiuti umanitari e della situazione nei paesi colpiti, che dimostra un giornalismo attento alle sorti delle vittime, qualcosa di tanto encomiabile quanto raro.

La terza crisi più seguita dai media italiani è stato il conflitto israelo-palestinese, cui sono state dedicate oltre 39 ore (di cui un solo minuto dedicato agli aiuti umanitari).

Entrando poi nel dettaglio delle dieci crisi umanitarie più ignorate, anche nei nostri TG queste hanno trovato poco spazio:

1 ora e 37 minuti al fenomeno AIDS in generale (di cui 1 solo minuto dedicato alla lotta all'AIDS in Africa); 1 ora e 24 minuti dedicati alla Somalia (di cui 2 soli minuti sono stati dedicati agli scontri e alle tensioni che affliggono la popolazione civile); 48 minuti dedicati alla crisi in Cecenia; 28 minuti alla situazione in Colombia; 21 minuti ad Haiti, ma solamente al sequestro lampo di una donna di origine italiana; 8 minuti alla guerra in Congo; 7 minuti alla situazione in Sud Sudan; 4 minuti alla guerra in Uganda; 0 minuti ai conflitti interreligiosi in India nord-orientale; 0 minuti alla situazione in Costa d'Avorio. Pochissimo spazio è stato inoltre dedicato ad altre gravi crisi umanitarie:

poco più di un'ora alla tragedia del Darfur, dove due milioni di sfollati continuano a vivere in una condizione di estrema precarietà, sottoposte a violenze e tensioni permanenti. sei minuti all'epidemia di malaria, che ogni anno provoca oltre un milione di morti; due minuti alla situazione in Angola e a quella in Zimbabwe. Una peculiarità italiana è rappresentata dal fatto che i nostri TG hanno anche ignorato crisi che, al contrario, grande risonanza hanno avuto a livello internazionale: è il caso della crisi nutrizionale in Niger , con oltre 60.000 bambini gravemente malnutriti assistiti da MSF, alla quale i nostri TG hanno dedicato solo 31 minuti. E sebbene i nostri telegiornali abbiano dedicato quattro ore e mezzo al terremoto in Pakistan all'inizio di ottobre , queste appaiono esigue di fronte a un disastro che ha provocato oltre 73'000 morti e due milioni e mezzo di senzatetto; già dopo un paio di settimane la notizia era sparita dai nostri teleschermi, mentre i media di tutto il mondo ancora a dicembre seguivano con angoscia la sorte dei sopravvissuti che dovevano affrontare il terribile inverno privi di ripari.

MSF lancia il fondo per le emergenze e chiede un atto di fiducia ai propri donatori Tra le crisi più seguite a livello internazionale e in Italia, rientra sicuramente la tragedia dello Tsunami, che ha ricevuto una grande attenzione da parte dei media, accompagnata da una risposta straordinaria da parte dei cittadini di tutto il mondo, e in particolar modo degli italiani. Pochi giorni dopo il maremoto, MSF aveva già ricevuto oltre 90 milioni di euro a livello internazionale, fino ad arrivare alla raccolta finale di circa 110 milioni di euro. Solo in Italia, erano stati raccolti 9 milioni di euro. Cifre che superavano di gran lunga i bisogni finanziari preventivati da MSF per fare fronte alle conseguenze dello Tsunami. Per questo motivo, con una decisione assai controversa e dibattuta in Italia e nel resto del mondo, MSF, già il 4 gennaio 2005, e cioè dopo soli 9 giorni dallo Tsunami, aveva annunciato la sospensione della raccolta fondi dedicata all'emergenza, chiedendo ai propri donatori, in Italia e nel resto del mondo, il consenso ad allocare parte dei loro contributi su altre importanti emergenze, in corso e future, dichiarandosi altresì pronta a restituire le donazioni qualora i donatori lo avessero richiesto. Solamente l'1,1% dei donatori ha richiesto indietro i propri soldi. Dando il loro consenso, tutti gli altri hanno permesso a MSF di intervenire prontamente nelle principali emergenze occorse durante il 2005: dal terremoto in Pakistan all'emergenza nutrizionale in Niger; dell'emergenza rifugiati, malnutrizione e morbillo in Ciad, all'emergenza sfollati in Darfur e Sud Sudan; dall'epidemia di Marburg e malattia del sonno in Angola, al conflitto e all'emergenza sanitaria in Repubblica Democratica del Congo.

"È brutto da dire", raccontava Angelo appena tornato dal Niger, "ma forse la gente si è abituata ai ventri gonfi e agli sguardi spenti dei bambini che muoiono di fame, e la cosa non fa più notizia. La gente ha compreso che il problema esiste, ma ci si è come assuefatta, i media non ne parlano più…".

Anche per questo, confortata dalla risposta positiva dei donatori, e credendo nel principio per cui tutte le vittime di una crisi umanitaria hanno lo stesso diritto ad un'assistenza umanitaria immediata ed efficace, indipendentemente dall'attenzione che i media dedicano loro, MSF ha deciso di procedere alla creazione di un fondo speciale per le emergenze. In questo modo, ai donatori che vorranno contribuire ad alleviare le sofferenze di una popolazione colpita da una determinata emergenza verrà chiesto di effettuare la loro donazione in questo fondo speciale, che verrà utilizzato per l'emergenza in corso ma anche per le emergenze future, magari ignorate dai media e di conseguenza meno conosciute anche da parte dei donatori. MSF chiede quindi ai propri sostenitori un atto di fiducia , assicurando loro che quanto donato verrà utilizzato per cercare di fornire a tutte le vittime di tutte le emergenze umanitarie quell'assistenza equa, rapida ed efficace cui hanno diritto.

crisi-umanitarie (last edited 2008-06-26 09:48:21 by anonymous)