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'''bolivia'''

Secondo quanto riferiscono radio e televisioni locali, altre sei persone sono state uccise negli scontri avvenuti ieri a La Paz. Il governo, tuttavia, non conferma la notizia di nuove vittime. Gli scontri in corso da quattro giorni per la protesta contro l'intenzione del governo boliviano di vendere il gas agli Stati Uniti e al Messico hanno fatto finora almeno sedici vittime. La decisione del presidente Gonzalo Sanchez de Lozada di rinunciare al progetto di vendere il gas a Usa e Messico ha provocato le critiche del vicepresidente Carlos Mesa.
Gli scontri in Bolivia tra manifestanti e forze dell'ordine hanno causato nella giornata di ieri 14 morti 13 civili e un soldato - e un centinaio di feriti, secondo quanto ha reso noto l'Assemblea dei diritti umani. Cio' porta a 58 il totale delle vittime dall'inizio, quasi un mese fa, della grave crisi nel Paese. Domenica i morti erano stati, secondo fonti concordanti, 26. Le manifestazioni, lanciate per protestare contro la decisione del governo di esportare gas naturale attraverso il Cile - con il quale vi sono stati in passato conflitti di frontiera - sono state duramente represse, negli ultimi giorni, da esercito e polizia.
In serata, a quanto si e' appreso, un civile e' stato ucciso nella repressione, da parte della polizia, di una manifestazione a San Julian, citta' vicino a Santa Cruz, considerata la capitale economica del Paese. Juan Carlo Barrientos, 34 anni, e' stato colpito da un proiettile sparato dagli agenti all'altezza di una barricata eretta da un centinaio di dimostranti lungo la strada per Santa Cruz, 900 km a est della capitale La Paz. Altre quattro persone sono rimaste ferite. Si trattava della prima manifestazione in questa zona, che e' la piu' sviluppata del Paese e dove le organizzazioni padronali hanno espresso appoggio al presidente Gonzalo Sanchez de Lozada, accusando di sedizione i leader dell'opposizione Evo Morales e Felipe Quispe. In serata, le Forze armate boliviane hanno avvertito che ''agiranno con la massima fermezza'' contro coloro che ''rinunceranno alla coesistenza pacifica'', nel loro primo intervento dopo l'inizio della crisi. In un messaggio radiotelevisivo al Paese, Sanchez de Losada ha ribadito ieri che non intende dimettersi, mentre si sono dimessi quattro dei suoi 15 ministri, ed ha denunciato un ''grande progetto sovversivo organizzato e finanziato dall' esterno per distruggere la democrazia boliviana'' ed ha sostenuto di poter contare sull'appoggio delle Forze armate. , mentre si sono dimessi quattro dei suoi 15 ministri.

'''palestina'''

Un soldato israeliano ha ucciso un palestinese che nella notte era stato visto avvicinarsi all'insediamento ebraico di Megohot, vicino alla citta' cisgiordana di Hebron. Lo hanno riferito fonti militari. In un altro operazione di guerra israeliana, un palestinese non identificato è stato ucciso da militari israeliani vicino all'insediamento israeliano a Negahot, in Cisgiordania. La radio israeliana ha riferito che il palestinese era disarmato.
Sei palestinesi sono rimasti feriti durante l'incursione israeliana secondo fonti ospedaliere palestinesi. Decine di carri armati israeliani sono entrati nella notte nel campo profughi di Rafah al confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto. E' la seconda invasione su larga scala in pochi giorni, dopo quella di venerdì scorso. La notizia è riferita da testimoni. I militari israeliani hanno confermato soltanto che è in corso un'operazione. Una fonte militare ha detto che si tratta della continuazione della missione di tre giorni cominciata venerdì scorso, mirante a eliminare i tunnel usati da palestinesi per importare armi di contrabbando dall'Egitto. Secondo quanto riferito da testimoni, due colonne di veicoli blindati sono entrate nel campo provenendo da due direzioni e si sono dirette verso diverse zone del campo. Nella precedente operazione, otto palestinesi, compresi due bambini, sono rimasti uccisi da tiri israeliani durante intensi scambi di colpi d'arma da fuoco. I palestinesi hanno affermato che cento case sono state distrutte durante la prima operazione, lasciando centinaia di persone senza tetto. L'esercito israeliano aveva dal canto suo affermato che una trentina di edifici erano stati colpiti e che tre tunnel erano stati scoperti e distrutti. I militari israeliani affermavano tuttavia che ne restavano ancora dieci in funzione. Gli israeliani hanno avvertito che i palestinesi usano i tunnel per importare di contrabbando armi che potrebbero cambiare le sorti del conflitto che dura da tre anni, con in particolare missili capaci di distruggere carri armati ed aerei e che potrebbero raggiungere città israeliane. Per i palestinesi l'intervento israeliano è un atto di guerra.

'''palestina - amnesty'''

La distruzione ingiustificata di abitazioni di civili palestinesi da parte di soldati di Israele costituisce un crimine di guerra. E’ questa l’accusa lanciata ieri da Amnesty International, che ha denunciato con forza le operazioni che i militari dello Stato ebraico stanno conducendo da alcuni giorni a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. “La pratica ripetuta, da parte dell'esercito israeliano, della distruzione deliberata e ingiustificata di case o beni civili è una grave violazione dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale e costituisce un crimine di guerra”, afferma un comunicato della nota organizzazione per la difesa dei diritti umani. Da cinque giorni le forze armate di Tel Aviv sono impegnate nella distruzione dei tunnel sotterranei da cui – secondo Israele – transitano armi di contrabbando provenienti dall’Egitto. In questi tre anni, afferma Amnesty, l’esercito israeliano “ha distrutto circa 4mila abitazioni di cittadini palestinesi in Cisgiordania e Gaza”. Il comandante delle forze di Israele, colonnello Eyal Eisenberg, parlando stamani alla radio militare ha comunque dichiarato che le operazioni nella sud della striscia di Gaza continueranno “in maniera sistematica”. Nella notte c’è stata una nuova incursione: circa venti carri armati e bulldozer con la stella di David, con l’appoggio di due elicotteri, hanno invaso il campo profughi di Rafah, secondo quanto reso noto dai responsabili della sicurezza palestinese. Per ora non è chiaro se vi siano feriti. Nel corso dell’attacco di venerdì – durante il quale sarebbero state distrutte circa 120 case - l’esercito israeliano aveva ucciso otto palestinesi e provocato il ferimento di altri sessanta.




'''libano -ONU'''

L'Onu ha chiesto a Israele di cessare quelle che ha definito violazioni dello spazio aereo libanese ed ha invitato alla calma tutte le parti, una settimana dopo la morte di un soldato israeliano e di un ragazzo libanese in un riaccendersi degli scontri al confine. ''Jet israeliani hanno violato oggi in sette occasioni la Linea blu. Questi jet, e' stato riferito, hanno sorvolato varie zone del Libano meridionale'', afferma un comunicato diffuso in serata dall'Onu, aggiungendo che non si ha notizia di fuoco di risposta della contraerea dalla parte libanese. Caccia israeliani sorvolano regolarmente il Libano, infrangendo il muro del suono e provocando la risposta dell' artiglieria dei guerriglieri del movimento integralista sciita Hezbollah, il 'Partito di Dio' filoiraniano. Il soldato israeliano e' stato ucciso, con colpi sparati da oltre confine, il 6 ottobre scorso. Israele ha accusato dell' agguato Hezbollah, che ha smentito di esserne responsabile. Qualche ora dopo, un missile ha colpito una casa nel Libano sud, uccidendo un bambino di quattro anni.


'''palestima - diplmazia pace'''

Yasser Arafat e' stato consultato e informato sul piano di pace messo a punto dalla sinistra israeliana e da un gruppo di politici palestinesi; e, prima che fosse completata la stesura definitiva del testo, ha dato il suo ok alla proposta. Lo riferiscono fonti dell'Autorita' Palestinese, citate dal quotidiano 'Haaretz' nella sua edizione online. Il piano -gia' noto come 'accordo di Ginevra', dal nome della capitale svizzera dove dovrebbe essere firmato il 4 novembre prossimo- mira a diventare una vera e propria alternativa alla 'roadmap', da mesi in fase di stallo; ed e' stato redatto con il coinvolgimento di una cinquantina di intellettuali e politici di entrambi i campi. In particolare, Yasser Abed Rabbo, l'ex ministro palestinese che e' alla guida della delegazione, e' uno degli uomini più' vicini all'anziano leader; e -fanno notare le fonti palestinesi- non sarebbe andato avanti senza l'approvazione del presidente dell'Anp. Fonti dell'ufficio del primo ministro israeliano, Ariel Sharon, hanno invece negato che il premier fosse a conoscenza della trattativa in corso. Intanto il responsabile politico dell'Olp, Faruq Qaddumi ha liquidato l'importanza del piano alternativo, sostenendo che ne' il governo israeliano ne l'Autorità' Palestinese ne erano informati. "Io non credo che l'Autorita' nazionale fosse al corrente". E ha aggiunto che i negoziatori di qualsiasi accordo di pace dovrebbero far parte dell'Autorita' Nazionale e del governo israeliano (e non appartenere all'opposizione). Il piano, frutto di un dialogo realizzato con il sostegno finanziario e logistico della Svizzera, dovrebbe essere firmato nelle prossime settimane a Ginevra, probabilmente il 4 novembre, giorno dell'ottavo anniversario dell'assassinio dell'ex primo ministro israeliano Yitzhak Rabin.
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grmfla031014 (last edited 2008-06-26 09:54:37 by anonymous)