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Gr 19:30

ESTERI

Lesbiche e asilo

Un altro caso simile a quello di Pegah, se non più drammatico. In Inghilterra, è stato rifiutato l'asilo politico ad una donna lesbica ugandese che, nel suo paese, è stata incarcerata, stuprata e torturata. Prossy Kakooza, 26 anni, laureata all'università, vive a Bolton, nel Lancashire, e ha fatto ricorso in appello; la sentenza è attesa per maggio.

In Uganda, come in molti altri paesi africani, l'omosessualità è illegale. Prossy è stata denunciata alla polizia da suo fratello, che l'ha scoperta con la donna con la quale lei ha una relazione da cinque anni. In carcere è stata stuprata ripetutamente e torturata da agenti ubriachi. E' riuscita a fuggire grazie ad un'amica ed è espatriata rifugiandosi in Inghilterra. Al suo arrivo nel Regno Unito è stata ricoverata in un centro medico, dove i dottori sono stati scioccati dalle sue orribili ferite e hanno chiamato la polizia.. Dice: "Sono ancora assistita da un centro antistupro. Ho incubi ogni notte e non credo che supererò mai quello che mi è successo". La richiesta di asilo di Prossy Kakooza è stata respinta dall'ufficio immigrazione con la motivazione che potrebbe trasferirsi in un'altra zona più sicura del paese. Lei dice che è impossibile: "In Uganda si parlano dieci lingue diverse. Io so parlare solo la mia lingua locale e l'inglese. Inoltre se mi trasferissi in un'altra zona gli abitanti del luogo sospetterebbero immediatamente di me. E non voglio fingere di non essere lesbica. Non voglio vivere una vita di bugie."

Il sindaco di Mosca Yuri Lushkov ha ancora una volta proibito lo svolgimento del Gay Pride. La manifestazione dovrebbe svolgersi il 31 maggio, insieme ad un convegno sui diritti civili in occasione del 15° anniversario della de-criminalizzazione dell'omosessualità in Russia. Lo scorso anno, dopo il divieto del sindaco, il movimento per i diritti civili russo, sostenuto da alcuni parlamentari europei, tentò di manifestare e la polizia arrestò venti persone. Il "caso Russia" è attualmente di fronte al tribunale europeo per i diritti umani.

Libano: nasce un gruppo di donne Lesbiche Bisessuali Ttrans e Queer

Si chiama Meem ed è una comunità di e per donne LBTQ, ovvero per donne che si definiscono lesbiche, bisessuali, transgender e queer, ovvero donne che mettono in discussione i loro orientamenti sessuali. Il gruppo nasce dall’esigenza di sostenersi reciprocamente e solidarizzare tra donne, scegliendo l’autorganizzazione per creare uno spazio sicuro in Libano, dove lesbiche e donne queer possano incontrarsi, parlare, discutere, scambiare esperienze e lavorare per dare forza le une alle altre. Per saperne di più: www.meemgroup.org

Iran, notizie dalle l’attiviste femministe della Campagna per la raccolta di un milione di firme contro le leggi discriminatorie sulle donne

Khadijeh Moghaddam, del Comitato delle madri della Campagna per la raccolta di un milione di firme contro le leggi discriminatorie sulle donne, è stata rilasciata il 16 aprile dopo 9 giorni di detenzione in isolamento con l’accusa di aver attentato alla sicurezza nazionale. Ricordiamo che per la sua scarcerazione, centinaia di attiviste/i della società civile in Iran avevano firmato una lettera aperta, in cui si sottolineava l’impegno politico della femminista 56enne nella società civile, come attivista per i diritti delle donne, ecologista, fondatrice della Campagna per un milione di firme e delle Madri per la pace.

Il tribunale rivoluzionario islamico dell’Iran ha emesso una sentenza di condanna a 2 anni di detenzione, con pena sospesa, per Parvin Ardalan una delle fondatrici delle Campagna per la raccolta di un milione di firme contro le leggi discriminatorie sulle donne, con le accuse di manifestazioni illegali e resistenza a pubblico ufficiale con l’intento di mettera a rischio la sicurezza nazionale. La pena è stata sospesa per 3 anni, ma se in questo periodo venisse condannata di nuovo, la sospensione di pena decadrebbe.

Nepal: 200 donne all’assemblea costituente

Ci sono 200 donne e 51 Dalit (appartenenti cioè alla casta degli intoccabili) tra i 601 membri dell’Assemblea Costituente uscita dalle elezioni del 10 aprile e che per la prima volta ammette l’eleggibilità di queste due categorie. Donne e Dalit sono così numerosi grazie alla vittoria schiacciante dei maoisti, ottenuta due anni dopo aver abbandonato la lotta armata. Con il 7 per cento di rappresentanza, i Dalit, che sono il 20 per cento della popolazione, sono ancora lontani dall’essere pienamente rappresentati, ma è comunque un primo, importantissimo passo. “L’elezione di tante donne è la prova di un cambiamento sociale profondo: molte donne hanno vinto anche contro importanti leader uomini di grandi partiti” ha detto Sharmila Karki, presidente di Jagaran Nepal, un gruppo di advocacy per i diritti delle donne che ha organizzato 500 donne per il monitoraggio delle elezioni.

ITALIA

Save the Children, rapporto annuale sulla salute di madri e bambine/i questa e la notizia successiva andrebbero cucite

Sono i paesi scandinavi, le nazioni che possono vantare parametri d'eccellenza attinenti alla salute, l'educazione e la condizione economica di donne-madri e bambini. Quelli in cui le madri stanno peggio sono le nazioni dell'Africa Sub-sahariana, con il Niger all'ultimo posto, che si conferma come il luogo peggiore dove una mamma possa vivere. L'Italia è al 19° posto nella classifica delle madri e al 1° nell'elenco dei paesi in cui i bambini stanno meglio. Questa la fotografia che emerge dal nono Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo, la pubblicazione annuale di Save the Children sulla salute materno-infantile in numerosi paesi del mondo, che prende in esame alcuni indicatori: per bambini/e l'indice di mortalità infantile, la scolarizzazione, l'aspettativa di vita alla nascita, per le donne l'uso della contraccezione, la partecipazione alla vita politica o la loro capacità di avere un reddito. In Italia solo il 39% delle donne fa uso di contraccettivi. Le donne italiane percepiscono uno stipendio pari al 47% rispetto a quello degli uomini.

Secondo Save the Children, la qualità di vita di un bambino dipende dalla salute, dalla sicurezza e dal benessere della propria madre. Solo assicurando alle donne educazione, benessere economico e possibilità di accedere ai servizi e alle cure sanitarie, sia le donne che i loro figli avranno maggiori possibilità di sopravvivere e crescere sani. E aggiungiamo noi, un chiaro indice di benessere per le donne è la possibilità di autodeterminazione in merito alla scelta di avere figlie/i o meno, che va dalla diffusione di una cultura di resistenza e rifiuto della maternità come fattore biologico, all’accesso all’aborto libero e gratuito.

Save the children sull'accesso alle cure mediche delle donne rom

«Inadeguato e insufficiente». Lo definisce così, Save the children, l'accesso alle cure sanitarie delle donne rom che vivono nella capitale. Secondo uno studio condotto nello scorso febbraio nei campi nomadi attrezzati e non della capitale (dove secondo le stime ci sono 7.850 persone) e presentato questa mattina il 70 per cento delle donne intervistate non accede alle cure sanitarie. Secondo il report «studio sulla salute materno-infantile nelle comunità rom», due donne su tre non si sottopongono a visite ginecologiche, il 18 per cento non ha eseguito controlli in gravidanza, il 27 per cento ricorre ad un consultorio e solo il 20 per cento utilizza metodi contraccettivi. «Spesso - ricorda Save the children - le donne rom diventano mamme in età giovanissima e con i loro bambini sfuggono a statistiche ufficiali. Deficitario è anche il ricorso alla sanità per i bambini, infatti, solo il 50 per cento delle mamme ha portato almeno una volta il proprio figlio da un medico nei primi anni di vita. La quasi totalità delle donne, però, ha partorito in ospedale e ha vaccinato il proprio figlio».


Gr 13:00

In primo Piano

Uccisione di Nicola Tommasoli, fermati gli ultimi due aggressori

Sono stati bloccati dalla Digos di Verona in Lombardia gli ultimi due presunti componenti del gruppo che ha picchiato a morte Nicola Tommasoli la notte del primo maggio scorso nel centro di Verona. Hanno 19 e 20 anni e sono stati rintracciati la notte scorsa al loro arrivo all'aeroporto di Bergamo con un volo low cost proveniente da Londra, città in cui erano fuggiti subito dopo l'agressione. Inanto le realtà cittadine hannp indetto un'assemblea questo pomeriggio per dare una risposta politica condivisa alla morte di Nicola.

ascola la corrispondenza.

Incidente stradale o sul lavoro?

La notizia è di ieri, un uomo di 41 anni e' morto in un incidente stradale avvenuto a Tortora.Stava guidando un furgone, utilizzato per distribuire pane, che per cause in corso d'accertamento e' uscito fuori strada, finendo contro un cancello. La vittima e' morta mentre veniva portata in ospedale.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Ciclone in Myanmar, almeno 15.000 morti e 30.000 dispersi

Un'ecatombe, con almeno 15.000 morti e 30.000 dispersi. Il bilancio del ciclone Nargis, che quattro giorni fa ha spazzato le coste birmane e in particolare il delta del fiume Irrawaddy, si aggrava di ora in ora. Parlando alla televisione di stato, oggi il ministro degli esteri Nyan Win ha confermato la cifra di vittime anticipata ieri dall'agenzia Xinhua: 15.000, di cui 10.000 nella sola città di Bogalay, 90 km a sud-ovest dell'ex capitale Yangon. Inoltre, il ministro degli esteri thailandese Noppadol Pattama ha dichiarato, parlando dopo un incontro con l'ambasciatore del Myanmar a Bangkok, che gli è stata comunicata la cifra di 30.000 persone ancora disperse. Il governo birmano sta ancora valutando i danni nei villaggi remoti dell'area del delta del fiume Irrawaddy, dove i venti a 190 km orari hanno portato distruzione su larga scala.

Fino a ieri, il bilancio ufficiale del ciclone di venerdì era di 3.880 morti ad Ayeyawaddy - già colpita duramente quattro anni fa dallo tsunami - e di 59 nell'area di Yangon. Le autorità militari hanno dichiarato lo stato di disastro nelle aree distrutte, e hanno accettato gli aiuti umanitari internazionali, cosa che non avevano fatto neanche dopo lo tsunami del 26 dicembre 2004.

La giunta ha spostato al 24 maggio il voto per il referendum costituzionale nelle aree di Yangon e del delta dell'Irrawaddy, confermando però la data del 10 maggio per il resto del Paese. Se approvato, il referendum introdurrebbe alcuni principi democratici ma rinsalderebbe ancor più il potere nelle mani dei militari. L'opposizione democratica aveva chiesto un rinvio della consultazione popolare, a causa del disastro causato dal ciclone.

Raid aereo a Gaza, muore un uomo

Le forze aeree israeliane hanno condotto nelle prime ore di oggi un nuovo raid nella zona di Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza, uccidendo un presunto militante di Hamas e ferendone altri tre, uno in modo grave: secondo l’agenzia palestinese ‘Maan’, un aereo avrebbe lanciato un missile contro un’automobile civile uccidendo è Hisham Shumar Muawiya, 23 anni, appartenente alle Brigate Ezzedin al-Qassam; il ferito che versa in condizioni critiche è Umar Hammad, 25 anni, e avrebbe almeno un arto. Per il quotidiano israeliano ‘Haaretz’, l’aereo avrebbe mirato a un gruppo di uomini armati vicini al confine. L’attacco, aggiunge ‘Maan’, è avvenuto in concomitanza con un’incursione nel campo profughi di Jabaliya, dove gli israeliani, appoggiati da bulldozer, avrebbero aperto il fuoco contro alcune case; su quest’ultimo episodio non si hanno per il momento altri particolari. Ieri sera, sempre secondo ‘Maan’, le forze israeliane hanno condotto un’incursione anche a Nablus, in Cisgiordania, preceduta dal’infiltrazione di elementi in incognito presumibilmente incaricati di uccidere o arrestare attivisti palestinesi ricercati.

Violenze dei latifondisti contro gli indigeni del Roraima (Brasile)

Un gruppo di ‘pistoleiros’ a bordo di cinque motociclette ha fatto irruzione ieri nella comunità di Barro, nella Terra indigena Raposa Serra do Sol (stato di Roraima), aprendo il fuoco contro alcuni indigeni che stavano costruendo le loro ‘malocas’ (capanne), ferendone dieci, di cui uno in modo grave: lo riferiscono alla MISNA fonti locali che già all’inizio di aprile avevano denunciato la violenta resistenza di coloni, latifondisti e coltivatori di riso abusivi all’operazione di sgombero dei non-indios dalla riserva abitata da 15.000 persone di diverse etnie a cui nel 2005 il governo ha riconosciuto il pieno possesso dei territori ancestrali dopo una ‘battaglia’ durata oltre 26 anni. Secondo il Consiglio indigeno di Roraima (Cir), a sparare contro i nativi sarebbero stati sicari provenienti dalla ‘Fazenda Deposito’ di proprietà di Paulo César Quinteiro, dirigente dell’associazione dei risicoltori e sindaco di Paracaima, la principale città situata all’interno della riserva. Capo delle mobilitazioni anti-indigene, Quinteiro era finito agli arresti dopo i primi violenti disordini iniziati un mese fa a Raposa con l’arrivo della polizia federale incaricata di evacuare i ‘bianchi’ abusivi dalla terra indigena. “Innumerevoli volte abbiamo denunciato che i risicoltori che invadono Raposa portano i ‘pistoleiros’ dai loro latifondi e nulla è stato fatto finora…la comunità indigena è umiliata, i suoi beni distrutti, i suoi esponenti minacciati di morte” scrive in una nota il Cir chiedendo “provvedimenti urgenti”. Le resistenze dei settori anti-indigeni e le pressioni delle autorità locali avevano portato il 10 aprile alla sospensione dell’operazione di sgombero dei non-indios da parte del Supremo Tribunale Federale brasiliano.

ITALIA

Nuovi arrivi in Sicilia

Nuovi arrivi di migranti in Sicilia. 63, persone, tra cui 10 donne e 4 bambini, sono arrivati questa mattina nel canale. 29 intercettati al largo di Ragusa.

Save the children sull'accesso alle cure mediche delle donne rom

«Inadeguato e insufficiente». Lo definisce così, Save the children, l'accesso alle cure sanitarie delle donne rom che vivono nella capitale. Secondo uno studio condotto nello scorso febbraio nei campi nomadi attrezzati e non della capitale (dove secondo le stime ci sono 7.850 persone) e presentato questa mattina il 70 per cento delle donne intervistate non accede alle cure sanitarie. Secondo il report «studio sulla salute materno-infantile nelle comunità rom», due donne su tre non si sottopongono a visite ginecologiche, il 18 per cento non ha eseguito controlli in gravidanza, il 27 per cento ricorre ad un consultorio e solo il 20 per cento utilizza metodi contraccettivi. «Spesso - ricorda Save the children - le donne rom diventano mamme in età giovanissima e con i loro bambini sfuggono a statistiche ufficiali. Deficitario è anche il ricorso alla sanità per i bambini, infatti, solo il 50 per cento delle mamme ha portato almeno una volta il proprio figlio da un medico nei primi anni di vita. La quasi totalità delle donne, però, ha partorito in ospedale e ha vaccinato il proprio figlio».

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA

Milano/Denunciati due writer della May Day Parade -- Sono due le persone identificate e denunciate per "imbrattamento" dai carabinieri del Nucleo informativo di Milano. Si tratta di un quarantenne e di un ventiquattrenne accusati di essere gli autori di alcune scritte apparse lungo il percorso del May Day Parade 2008, in programma per il primo maggio a Milano. Non solo: le indagini dei militari proseguono per dare un volto ad altri writer entrati in azione durante il corteo. [Adnkronos]

Catania/Ex sindaco, ora deputato, condannato per violazione della legge elettorale e abuso d'ufficio -- L'ex sindaco di Catania Umberto Scapagnini, ora deputato PDL, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione alla conclusione di un processo che riguardava i contributi previdenziali concessi dal Comune ai dipendenti 3 giorni prima delle elezioni comunali del 2005. Condannati a 2 anni e 2 mesi gli allora assessori Strano, Fatuzzo, D'Antoni, Nicotra, Grasso, De Mauro. Abuso d'ufficio e violazione della legge elettorale i reati contestati. [ANSA]


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