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gRor delle 9,30

dal mondo

PALESTINA

Raid all'alba nelle citta' e nei villaggi palestinesi situati nel nord della Cisgiordania. I soldati israeliani hanno fatto prigionieri 32 palestinesi, tra cui alcuni sembrerebbero essere miliziani della lista dei ricercati e 17 persone che l'esercito vuole interrogare. Gli arresti fanno seguito agli episodi di intifada accaduti ieri nella città Nablus, dove i soldati hanno ucciso due ragazzini di dieci anni rei di lanciare pietre verso i carrarmati con la stella di david. Il primo ragazzino lanciava pietre contro i soldati israeliani, che hanno sparato. L'altro bambino, Mahmud Salul è rimato ucciso dai colpi del cannone di un tank nella centro storico di Nablus, mentre stava guardando un edificio in fiamme, riferiscono fonti palestinesi. Durante i disordini ci sono stati anche una trentina di feriti, alcuni dei quali intossicati dal fumo dell'incendio di una casa da cui i miliziani delle Battaglioni di al-Aqsa avevano sparato ad un ufficiale israeliano.

E’ durata poco la libertà di Yasser Arafat. Ieri, dopo dieci giorni di assedio da parte dell’esercito israeliano, il leader palestinese aveva potuto riprendere la propria attività politica e diplomatica. Nella notte, però, i soldati dello Stato ebraico hanno nuovamente occupato un paio di edifici che sorgono di fronte al Quartier generale dell’Autorità nazionale palestinese, tenendolo sotto tiro. Nel frattempo, il ministro della difesa israeliano, Benyamin Ben Eliezer, ha ammesso che il ritiro di domenica scorsa dal centro di Ramallah era stato deciso in seguito a insistenti richieste da parte degli Stati Uniti e non perché l’operazione fosse stata ritenuta politicamente sbagliata. Evidentemente, però, il desiderio di mantenere una forte pressione sul massimo dirigente palestinese ha finito per prevalere ancora una volta.

RAPPORTO PAM SUL CENTRO AMERICA

La cifra è agghiacciante: un totale di 8 milioni e 600mila centroamericani patiscono le conseguenze della malnutrizione, secondo l’ultimo rapporto del Programma alimentare mondiale (Pam). L’organismo delle Nazioni Unite rileva che i più colpiti sono i contadini residenti nel cosiddetto ‘corridoio della siccità’ che attraversa il sud di El Salvador, Honduras e Guatemala e il nordovest del Nicaragua. Si tratta di gente che negli ultimi 10 anni ha sopportato il peso di innumerevoli disastri naturali – cicloni, smottamenti terremoti - e che periodicamente si trova a fare i conti con la mancanza di generi di prima necessità. "Questi ‘campesinos’ non hanno ormai più niente da vendere, niente da coltivare, niente da mangiare", ha puntualizzato Zoraida Mesa, direttrice regionale del Pam. A preoccupare è per l’appunto la situazione delle zone più colpite dalla siccità, dove il 70 per cento delle comunità rurali non ha peraltro accesso ad alcuna forma di assistenza sanitaria. Nella vasta area, inoltre, solo il 23 per cento delle famiglie possiede un regolare certificato di proprietà delle terre, oltre l’84 per cento degli adulti non ha finito le scuole primarie e il 34 per cento è analfabeta. Per fare fronte alle devastazioni prodotte dai fenomeni atmosferici, la popolazione ha venduto gli animali domestici, ritirato i bambini dalle scuole e ridotto notevolmente la quantità e la qualità della propria dieta giornaliera. I minori di cinque anni sono quelli più esposti a malnutrizione prolungata e ciclica. Per questo presentano sintomi evidenti di atrofia a livello fisico e mentale, condizioni estremamente difficili da superare nel corso della crescita. All’inizio dell’anno il Pam ha effettuato un’operazione di emergenza in Guatemala dove la fatale combinazione di siccità e mancanza di lavoro ha messo a rischio la vita di oltre 6mila bambini.

gRor ore 13,00

E' iniziato stamane davanti alla Corte d'Assise di Parigi l'atteso processo a due algerini accusati di tre dei nove attentati che insanguinarono l'estate del 1995 nella capitale francese. I due accusati sono Smain Ait Ali Belkacem e Boualem Bensaid, entrambi di di 34 anni, e rischiano l'ergastolo. Gli attentati furono rivendicati a nome del Gia, il Gruppo islamico armato algerino. Nell'aula della Corte d'Assise di Parigi hanno trovato posto circa 200 vittime o familiari delle vittime di quegli attentati, uno dei quali resta fra i piu' gravi che abbia mai conosciuto la Francia: l'esplosione in un vagone della metropolitana di una bombola di gas riempita di esplosivo e chiodi. Il bilancio, quel 25 luglio, fu di 8 morti e 150 feriti nella centralissima stazione di Saint-Michel. Nel processo, che durera' fino al 31 ottobre, si tornera' non solo su quell'attentato, ma su quello al metro' 'Maison-Blanche' del 6 ottobre (16 feriti) e di quello alla RER, il treno regionale, del 16 ottobre alla stazione del Museo d'Orsay (26 feriti). Bensaid e' accusato di aver messo la bomba a Saint-Michel e di aver partecipato all'attentato di Maison-Blanche. Belkacem e' imputato soltanto per l'esplosione della stazione Museo d'Orsay. Un terzo accusato, Rachid Ramda, 33 anni, in carcere dal novembre 1995 a Londra, deve anch'egli comparire davanti allo stesso tribunale. E' imputato di aver organizzato la campagna di attentati tirando le fila dei suoi complici dalla capitale britannica. I giudici hanno pero' deciso di stralciare il suo caso e di processarlo in un secondo tempo. La Gran Bretagna rifiuta di estradarlo dal 1995, ritenendo che in Francia non potrebbe avere un processo equo. I due processati rischiano l'ergastolo piu' 22 anni di carcere di massima sicurezza.