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luca e salvo aprono

g.r. FLASH ORE 9,30

PALESTINA

Numerosi posti di blocco sono stati istituiti dalla polizia stamane nel nord di Israele, fra le citta' di Hadera, Afula e Beit Shean; la motivaazione è quella di intercettare due kamikaze palestinesi originari di Jenin (Cisgiordania) penetrati a quanto pare in territorio israeliano la scorsa notte. Con una decisione senza precedenti, per alcune ore sono stati ieri interrotti i trasporti pubblici fra le citta' di Hadera ed Afula: un tragitto di circa 40 chilometri, in gran parte in zone arabe, lungo il quale si temeva che fosse imminente un attentato. Lo stato di massima allerta resta anche oggi in vigore nella zona di Gerusalemme. Stamane il crocevia autostradale di Ganot, a est di Tel Aviv, e' stato chiuso al traffico dopo che in un autobus in transito e' stato scoperto un oggetto sospetto che viene adesso esaminato da artificieri. La polizia di Israele sta considerano l'ipotesi deportare nella Striscia di Gaza il padre di un militante paalestinese suicida che ha pubblicamente lodato l'azione del figlio, aggiungendo di sperare in altri attacchi. Lo ha riferito la radio israeliana. L'uomo, Abu Halail, e' il padre del kamikaze proveniente dall'area di Betlemme che si e' fatto saltare in aria il 21 novembre a bordo di un autobus a Gerusalemme. Abu Halail e' stato arrestato dopo aver applaudito al gesto del figlio, e la sua casa e' stata distrutta. Israele ha trasferito forzosamente nella Striscia di Gaza due parenti di un altro kamikaze il quattro settembre. L'Alta Corte ha stabilito che tali deportazioni sono possibili se e' provata la complicita' dei congiunti nell'atto terroristico.

VENEZUELA - Duro confronto tra il presidente venezuelano Hugo Chavez e le forze di opposizione che hanno indetto per oggi uno sciopero generale con lo scopo di fare pressione sul governo di Caracas affinché indica nuove elezioni, considerate come la sola valida via d’uscita dalla crisi socio-politica in corso nel Paese sudamerican. Ieri Chavez, durante il consueto appuntamento settimanale radiofonico ‘Alò Presidente’, si è detto certo che l’agitazione sindacale non avrà successo e che la stragrande maggioranza della gente si recherà al proprio posto di lavoro. Il presidente ha però anche denunciato che molti commercianti stanno ricevendo pressioni dai proprietari dei centri commerciali per chiudere i propri esercizi. “Faremo un'inchiesta - ha assicurato Chavez – e vedremo se qualcuno sta violando la libertà economica e il diritto al lavoro dei cittadini”. Al momento non è chiaro quanto tempo durerà lo sciopero. Va ricordato che la bocciatura, da parte del Tribunale supremo di giustizia (Tsj), del referendum contro Chavez, fissata dal Consiglio nazionale elettorale (Cne) per il prossimo 2 febbraio, ha acuito la tensione politica in Venezuela

UN'ANALISI DEL CENSIS: LA TV GHETTIZZA GLI IMMIGRATI ALL'INTERNO DELLA CRONACA=- Nell'80% dei casi, gli immigrati appaiono in televisione ghettizzati all'interno della cronaca. E' questo il dato che emerge da una ricerca realizzata dal Censis, inserita all'interno del progetto "L'immagine degli immigrati in Italia". Confinati nei telegiornali e all'interno di questi nella cronaca le persone di origine straniera entrano nel mondo dell'informazione solo attraverso le maglie della cronaca nera (43,5%). Sebbene negli ultimi due anni il Censis rilevi un lieve miglioramento dell'immagine che la televisione propone degli extracomunitari - nel 2001 l'immigrato compariva nel 95,4% dei casi all'interno di un Tg, mentre questa percentuale e' scesa nel 2002 all'88,3% a vantaggio delle rubriche di approfondimento - l'immigrato, maschio o femmina, adulto o bambino, e' rappresentato sempre all'interno di una vicenda negativa (78% dei casi). Rispetto al 2001, i telegiornali ci mostrano oggi l'extracomunitario piu' nel ruolo di vittima piuttosto che in quello di attore di azione negativa. "La negativita' dell'immagine degli immigrati - ha detto Elisa Manna, responsabile settore politiche sociali Censis, durante la presentazione del progetto - ha una doppia influenza: da un lato spaventa la societa' autoctona, dall'altro favorisce, in particolare negli immigrati piu' giovani, un'alta percezione negativa, una mancanza di speranza sociale". Secondo l'indagine Censis, che ha riguardato l'intera programmazione televisiva delle tre reti Rai, Mediaset e Telemontecarlo (poi la Sette) per 6 settimane nel corso di 2 anni, aumenta l'identificazione totale del soggetto con la sua etnicita': nel 68,2% dei casi nel 2001 e nel 76% nel 2002, si designa l'immigrato attraverso la descrizione delle caratteristiche etniche o il riferimento al paese di provenienza. Inoltre, mentre nel 2001 l'argomento piu' trattato in riferimento all'immigrazione era quello della "criminalita'- illegalita'" (56,7%), nel 2002 si parla piu' di "clandestinita'" (61,9%). Stando all'informazione televisiva, i soggetti con cui gli immigrati appaiono in relazione sono, come emerge dall'indagine Censis, da un lato le comunita' di appartenenza (30,9%), dall'altro il mondo criminale (29,1%).

G.R. Flash ore 13.00

ESTERI

Palestina

Tentativo di carneficina perpetrato dai soldati israeliani a Jenin. Questa mattina agenti delle forze armate israeliana hanno aperto il fuoco sulla gente che frequentava un mercato di Jenin (Cisgiordania). Lo riferisce la stampa israeliana. Le truppe dell’esercito di Israele, supportate da due carri armati e due veicoli corazzati, hanno aperto il fuoco contro la folla di palestinesi che si era assiepata davanti i negozi di alimentari, per fare provviste per i vicini festeggiamenti per la fine del Ramadan. Nello scontro è rimasto ucciso un ragazzo palestinese di 15 anni, Moattaz Odeh, e 16 persone sono state ferite. Un gruppo di palestinesi armati ha risposto al fuoco israeliano, ma i testimoni sostengono che sia il ragazzo che i feriti sono stati colpiti da pallottole israeliane. Non sono chiari il motivo e la dinamica dell’attacco, avvenuto forse mentre le truppe israeliane cercavano di imporre il coprifuoco. Le autorità militari non hanno ancora rilasciato nessun commento in proposito. Le operazioni in corso a Jenin potrebbero essere legate allo stato di allarme proclamato nella zona settentrionale di Israele, dove, secondo agenti dell’intelligence israeliana, sarebbero pronti a farsi esplodere in un attentato due kamikaze palestinesi, giunti da Jenin. Sempre questa mattina un palestinese travestito con un uniforme dell’esercito israeliano e armato di kalashnikov e con tre granate è stato ucciso mentre cercava di infiltrarsi nell’insediamento di Netzarim, nei pressi della città Gaza. Nell’azione è stato ferito anche un militare israeliano. In precedenza un militante armato di fucile kalashnikov era stato ucciso in uno scontro a fuoco con i militari di guardia all'insediamento di Netzarim, nel settore centrale della Striscia di Gaza. Sempre oggi l'esercito israeliano ha comunicato al sindaco della citta' cisgiordana di Hebron, Mustafa Natche, l'ordine di demolizione di 15 case arabe situate nella zona dove verra' aperta una strada di accesso sicuro al sito religioso della Tomba dei Patriarchi, di cui si serviranno i coloni ebrei che vivono nella zona. Lo ha riferito stamane Voce della Palestina, la radio dell' Autorita' nazionale palestinese (Anp), aggiungendo che le demolizioni verranno eseguite nei prossimi giorni. Il progetto della nuova strada per i coloni e' stato approvato dal governo israeliano dopo l'agguato compiuto il mese scorso da palestinesi armati nel centro di Hebron, nel quale sono rimasti uccisi 12 tra soldati e guardie di sicurezza israeliane. Fonti anonime citate oggi dal quotidiano palestinese Al-Quds hanno affermato che il progetto e' una versione ridotta del piano di collegamento di Hebron con la vicina colonia ebraica di Kiryat Arba, proposto dal premier Ariel Sharon. Le 15 case da demolire, hanno aggiunto, sarebbero state abbandonate dai proprietari dieci anni fa. Il ministro dell'Informazione palestinese Yasser Abed Rabbo ha intanto accusato il governo israeliano di voler attuare un piano di pulizia etnica a Hebron.

Intanto il capo di stato maggiore generale Moshe Yaalon ritiene che il presidente palestinese Yasser Arafat andrebbe ucciso dolcemente. Lo afferma oggi il quotidiano Haaretz citando un intervento a porte chiuse tenuto nei giorni scorsi da Yaalon all'Istituto di Washington per la ricerca del Medio Oriente. Yaalon avrebbe citato, secondo il giornale, la celebre canzone di Roberta Flack per significare che il presidente palestinese dovrebbe essere gradualmente privato di tutti i suoi poteri in quanto - a suo parere - egli continua a svolgere un ruolo negativo e a fomentare violenze. Oggi Yaalon si e' lamentato comunque che il suo intervento sia stato travisato quando lo stesso il giornale gli ha attribuito la affermazione che dopo tutto, la maggior parte delle colonie ebraiche saranno sgomberate dai Territori. Secondo Yaalon, questa non e' affatto la sua posizione personale, bensi' la percezione ricavata dai dirigenti palestinesi all'epoca delle trattative con il premier laburista Ehud Barak.

Le difese israeliane saranno prossimamente rafforzate con l'arrivo dalla Germania di due batterie di missili Patriot Pac-2, che saranno affidate a personale israeliano. Lo afferma oggi il quotidiano Yediot Ahronot nel suo sito online. Il giornale ha inoltre appreso che e' imminente l'arrivo in Israele dalla Germania di altre batterie di Patriot, che appartengono delle forze armate statunitensi. Per la unita' statunitense e' in vista una manovra congiunta con la antiaerea israeliana. Ma non e' escluso - sostiene il giornale - che anche al termine degli addestramenti quella forza resti temporaneamente in Israele. La dislocazione delle batterie di Patriot va ad aggiungersi a quella di altre batterie analoghe gia' disposte sul terreno e all'attivazione di due batterie di missili anti-missile Arrow, di produzione congiunta israelo-americana.

GUERRA ALL'IRAQ

Dopo il bombardamento appena effettuato da aerei anglo-americani a Bassora, le autorita' irachene si sono rivolte alle Nazioni Unite presentando un reclamo formale contro quelli che definiscono i ripetuti raid aerei di Usa e Gran Bretagna nelle due 'no fly-zones' alle estremita' settentrionale e, appunto, meridionale del Paese. La denuncia e' contenuta in una lettera inviata dal ministro degli Esteri di Baghdad, Naji Sabri, a Kofi Annan, segretario generale dell'Onu; e reca la data di ieri, giorno in cui e' avvenuto l'attacco agli obiettivi di Bassora: un impianto petrolifero della compagnia 'Southern Oil', a detta del governo locale, mentre per gli occidentali si trattava di postazioni della contraerea responsabili di aver colpito per prime. Ci sarebbero state almeno quattro vittime, stando a fonti irachene. Le incursioni degli arei americani e britannici su citta' e villaggi iracheni, cosi' come sulle inbfrastrutture della Repubblica d'Iraq", scrive Sabri al segretario generale Onu, sono terrorismo di Stato, costituiscono un'arbitraria aggressione e una brutale interferenza negli affari interni iracheni. Noi", avverte, "contro una simile aggressione terroristica continuata ci riserviamo, in armonia con la Carta delle Nazioni Unite, il diritto all'autodifesa". Nel messaggio sono elencati otto raid compiuti dai velivoli nemici sulle due zone d'interdizione al volo (che il regime di Saddam Hussein mai ha riconosciuto) nel periodo compreso fra il 22 ottobre e il 17 novembre; si lamentano inoltre i persistenti lanci di volantini in cui i soldati iracheni sono sollecitati a non aprire piu' il fuoco all'indirizzo degli aerei occidentali. Il ministro degli Esteri il mese scorso aveva gia' inviato ad Annan e al Consiglio di Sicurezza una missiva analoga. I bombardamenti sulle zone no-fly sono un'iniziativa autonoma anglo-americana, non contemplata dalle risoluzioni dell'Onu. E continuano intanto le ispezioni, giunte ormai al quinto giorno: oggi nuova visita a sorpresa degli ispettori delle Nazioni Unite in un sito sospetto iracheno. Gli esperti sono entrati questa mattina nel complesso al-Karamah di Baghdad, dove in passato erano stati fabbricati sistemi di controllo per i missili balistici Scud. In base alle disposizioni dell'Onu, Saddam Hussein puo' avere nei suoi arsenali solo missili a corto raggio. Gli ispettori dell'Unmovic sono al quinto giorno di controlli, iniziati il 27 novembre scorso. Ieri, a sorpresa, gli esperti avevano visitato una base aerea agricola, dove in passato era stato sperimentato il sistema Zubaidy per la dispersione di batteri nell'aria a fini agricoli: il sospetto e' che gli aerei della base siano stati adatti a lancio di gas chimici e armi batteriologiche. Ma l'ispezione ha dato esito negativo.

ITALIA

Carlo Giuliani

E' stata chiesta questa mattina dal pm Franz l'archiviazione per il carabiniere Mario placanica, accusato dell'omicidio di Carlo Giuliani. La motivazione dell'archiviazione è determinata dallo stato di legittima difesa, nonostante più voci si siano levate contro la ricostruzione fatta da pm genovesi. In particolare, una controinchiesta fatta sulla base delle foto raccolte, suscita il dubbio cha a sparare non sia stato Placanica, ma un ufficiale in più alto grado, i cui movimenti nella zona non sono mai stati chiariti.

Arresti

Sara' depositata quasi certamente domattina la decisione del Tribunale del riesame di Catanzaro sui ricorsi presentati dai difensori degli aderenti ai movimenti no global per la revoca degli arresti disposti nell' ambito dell' inchiesta della Procura della Repubblica di Cosenza. I ricorsi sono stati presentati per 18 dei venti arrestati. Per due, infatti, Claudio Dionesalvi e Gianfranco Tallarico, la richiesta di revoca non e' stata fatta perche' gia' rimessi in liberta' dallo stesso gip, Nadia Plastina, che aveva emesso le ordinanze di custodia cautelare. Oggi pomeriggio, secondo quanto si e' appreso, i giudici che compongono il Tribunale del riesame (presidente Maurizio Salustro, a latere Giuseppe Pavich ed Alessandro Bravin) si riuniranno per esaminare il fascicolo processuale relativo all' inchiesta della Procura di Cosenza che ha portato agli arresti, le memorie presentate dai difensori degli indagati e la registrazione dell' udienza di riesame svoltasi venerdi' scorso e protrattasi fino a tarda notte. La decisione, poi, sara' depositata nella mattinata di domani. E si annunciano procedimenti giudiziari per un gruppo di ragazzi e ragazze trentine che avevano aderito all'appello per l'autodenuncia in solidarietà con gli arrestati: il pubblico ministero presso il Tribunale di Trento Bruno Giardina ha iscritto sul registro degli indagati per "cospirazione politica mediante associazione" i No global trentini che si sono autodenunciati per solidarieta' nei confronti dei compagni di Cosenza finiti in carcere. Durante una manifestazione, infatti, 151 No global avevano firmato una dichiarazione con la quale si riconoscevano colpevoli di sovversione per il solo fatto di aver cercato di realizzare i propri sogni. I giovani No global erano certi che le autodenunce -espressione di vicinanza agli arrestati- sarebbero state semplicemente trasmesse a Cosenza, come era gia' accaduto in altre citta' italiane. Ma se quello dei No global trentini verra' riconosciuto come atto di "cospirazione politica", le pene potranno variare dai cinque ai dodici anni di reclusione per i capi e dai due agli otto anni per la sola partecipazione all'associazione sovversiva.

Fiat

Da Milano - Un gruppo di lavoratori dell'Alfa Romeo di Arese, ha nuovamente bloccato questa mattina l'autostrada dei laghi nei pressi dello stabilimento, paralizzando il traffico in direzione di Milano, Varese e Como. La protesta e' stata decisa in concomitanza con un'assemblea delle rappresentanze sindacali in corso nella fabbrica del gruppo Fiat e dopo circa un'ora il blocco stradale, organizzato dai lavoratori dell'Alfa Romeo di Arese, è stato tolto . La protesta ha paralizzato completamente il traffico stradale lungo l'importante arteria.

Potenza- Uno sciopero di otto ore e' stato indetto dalla Fiom per domani 3 dicembre nello stabilimento Fiat di San Nicola di Melfi (Potenza) in concomitanza con la ripresa delle trattative sul piano di ristrutturazione dell' azienda. La Fiom ha, inoltre, organizzato una manifestazione nell' area industriale di Melfi dove domani mattina e' previsto anche l' arrivo di alcune centinaia di operai dello stabilimento della Fiat di Termini Imerese che partiranno questo pomeriggio, intorno alle 17 alla volta di Melfi in Basilicata. Gli operai della Fiat di Termini Imerese che hanno annunciato il blocco dello stabilimento lucano. L'appuntamento e' previsto proprio davanti ai cancelli dello stabilimento siciliano. Per pubblicizzare il viaggio, per tutto il pomeriggio di ieri, un'auto con un megafono ha attraversato le strade del centro di Termini Imerese. Le tute blu hanno l'obiettivo di paralizzare l'attivita' dello stabilimento lucano dove si producono Punto e Lancia Y per almeno tre giorni. In un comunicato congiunto, Fim, Fiom e Uilm hanno spiegato: valutiamo negativamente l'andamento della trattativa, riteniamo opportuno modificare le iniziative di lotta a sostegno della modifica del piano industriale e dei suoi vincoli. Gli operai di Termini si alterneranno a Melfi in un presidio, giorno e notte. Per Roberto Mastrosimone, leader delle tute blu la partenza per Melfi e' un altro segnale forte a chi siede al tavolo delle trattative.

Napoli

Una quarantina di migranti senza casa (occupavano prima abusivamente uno stabile diroccato in campagna) hanno trovato un tetto nella chiesa di San Pasquale Baylon a Villaricca (Napoli) dove dalla scorsa notte dormono sui banchi della chiesa. I migranti - che lavorano in prevalenza nella vicina cittadina di Qualiano - hanno chiesto aiuto al parroco, padre Alfonso Ricci, che ha acconsentito al loro ingresso in chiesa. A loro favore e' stata anche organizzata una colletta tra i fedeli raccogliendo circa 100 euro per l'acquisto di beni alimentari di prima necessita'. Invece di farli dormire all'aperto, in una notte di gelo - spiega padre Alfonso - ho pensato che da cristiano, prima ancora che da sacerdote, fosse mio dovere farli entrare in chiesa. Cosa succedera' nei prossimi giorni? Io continuero' a farli entrare se non avranno un tetto. Certo, poi tocca alle istituzioni cercare di trovare una soluzione a questo problema. A sostegno dei migranti e' intervenuta l'associazione interetnica '3 febbraio' sottolineando che a Villaricca si e' di fronte a una soluzione di emergenza che si e' potuta realizzare con la disponibilita' della chiesa e la solidarieta' dei parrocchiani. La situazione, per l'associazione dovuta ai rischi di incriminazione per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina previsti dalla legge Bossi Fini nei confronti di chi ospita persone prive di permesso di soggiorno, mostra ancora una volta gli effetti disastrosi di questa legge e la sua natura razzista e discriminatoria. Un plauso convinto alla decisione del sacerdote di Villaricca arriva da monsignor Antonio Riboldi, vescovo emerito di Acerra. Ha fatto benissimo, ha trattato - spiega - quegli immigrati come uomini. E' un'opera grandiosa quella di chi dice: 'io non ho niente, ho solo una chiesa, entrate. Il presule e' comunque critico sugli effetti della legge Bossi-Fini. La Chiesa - sottolinea - guarda all'uomo, la legge, in questo caso, si preoccupa piu' delle braccia. Cioe' si guarda all'uomo solo se ha un permesso di soggiorno o se lavora ma non si comprende che questo e' molto difficile in un territorio dove c'e' una elevata disoccupazione. Secondo Jamal Qaddorah, coordinatore della Cgil Campania per l'immigrazione, la legge Bossi Fini sta creando disastri enormi nel Mezzogiorno. Per fortuna si e' creato un argine molto forte da parte del mondo cattolico insieme con i sindacati che piu' si sono mostrati sensibili di fronte a questa situazione. Molti, sottolinea, sono gli immigrati licenziati di recente nell'area napoletana da parte di datori di lavoro che non hanno voluto regolarizzare la loro posizione. Abbiamo appurato - aggiunge - che ci sono immigrati che hanno pagato fino a quattromila euro per potere avere il contratto di lavoro ed e' molto diffuso il fenomeno di extracomunitari che debbono pagarsi i contributi per poter continuare a lavorare. La Cgil, annuncia Qaddorah, promuovera' iniziative per denunciare le conseguenze nefaste di una legge che rischia di far tornare l'Italia indietro di molti anni.