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MONDO

Vnezuela - I massimi responsabili del Coordinamento democratico di opposizione in Venezuela hanno annunciato ieri sera a Caracas che lo sciopero generale "sarà totale e continuerà fino alla rinuncia del presidente Hugo Chavez". In una conferenza stampa congiunta, il presidente della Confederazione venezuelana dei lavoratori (Cvt), Carlos Ortega, e il presidente di Fedecamaras (la Confindustria venezuelana), Carlos Fernandez, hanno assicurato che "il popolo continua la sua rivolta contro il regime chavista del terrore". La dichiarazione veniva resa nota mentre in un hotel della capitale il segretario generale dell'Organizzazione degli stati americani (Osa), Cesar Gaviria, spiegava in una conferenza stampa che il lavoro al tavolo del dialogo continua e che le parti torneranno a riunirsi per studiare i problemi posti da un'anticipazione delle elezioni nel paese.

Unione Europea - Oggi per la Turchia sarà il giorno della verità. Si apre infatti a Copenaghen il vertice dei 15 che sancirà l’allargamento dell’Unione Europea. Ankara ha giocato le ultime carte Il parlamento ieri ha approvato una trentina di nuove norme che completano il suo iter di allineamento ai criteri politici europei sui diritti umani e sulle libertà fondamentali voluti da Bruxelles e ha chiesto l’intervento dello stesso presidente americano che ha più volte sottolineato l’importanza strategica della Turchia Ma nonostante ciò tutto fa pensare che la Turchia sarà mantenuta a guardare dalla finestra. Chiare sono state infatti le parole del presidente della Commissione Prodi: alla Turchia non verrà accordato nessun favore poiché Ankara non rispetta i criteri per entrare nell'Unione. La Turchia infatti spinge perché la data di inizio del suo negoziato di adesione all'Ue sia entro il 2003 e comunque prima del maggio 2004". Tuttavia, la maggioranza dei 15 sembra orientata ad allinearsi sulla proposta franco tedesca di offrire ai turchi il luglio 2005, o comunque ad approvare una data di compromesso posteriore alle elezioni europee del giugno 2004 suscitando l'aspra reazione del governo turco

Argentina - Il giudice del contenzioso amministrativo Ernesto Marinelli ha congelato l’aumento delle tariffe pubbliche decretato all’inizio del mese dal governo del presidente Eduardo Duhalde su richiesta del difensore civico Alicia Oliveira. L’applicazione del decreto presidenziale relativo all’incremento del 9 per cento delle tariffe del servizio elettrico e del 7 per cento del gas per uso domestico e del gpl per gli autoveicoli resta cos젢loccata, ma solo per gli utenti della provincia di Buenos Aires. La signora Oliveira, infatti, non 蠬egittimata a rappresentare anche i cittadini del resto del Paese e non ha potuto estendere anche a loro la stessa richiesta su scala nazionale. Ci ha per򠰥nsato il difensore civico nazionale, Eduardo Mondino, e la sua domanda 蠯ra al vaglio della giudice Susana C󲤯ba. Della risoluzione firmata da Marinelli dovrebbero beneficiare circa due milioni e mezzo di clienti. Il governo pu򠩮 ogni caso fare ricorso ma l’iter potrebbe durare anche alcuni mesi, durante i quali le bollette non potranno subire alcuna modifica. Il recente incremento del costo dei servizi 蠳tato preceduto da un’accesa polemica lanciata da alcuni organi di stampa argentini che a novembre hanno denunciato pressioni sul Fondo monetario internazionale (Fmi) da parte di tre Paesi europei, decisi a far s젣he fossero varati gli aumenti in questione. Nonostante la pronta smentita del capo di gabinetto di Buenos Aires Alfredo Atanasof, i media nazionali hanno insistito attribuendo la ‘paternitҠdi tali pressioni a un ‘pool’ di imprese italiane, inglesi e francesi concessionarie di servizi pubblici di base. Sta di fatto che con l’inflazione passata da zero al 50 per cento dall’inizio dell'anno a oggi, il 53 per cento della popolazione al di sotto della soglia della povertࠨ9 milioni gli indigenti), la costante riduzione degli stipendi e la sostanziale perdita del potere d’acquisto, un provvedimento simile non pu򠣨e avere conseguenze ancor pi񠤲ammatiche in un Paese praticamente in ginocchio, dove si continua a morire di fame. Proprio ieri dalla provincia settentrionale di Tucumᮠ蠧iunta la notizia di un altro decesso per malnutrizione. Una bambina di un anno e nove mesi di etࠨ morta disidratata, i conseguenza di un avanzato stato di denutrizione. Finora i bambini uccisi dalla fame nella regione sono oltre una ventina. (FB)

Colombia - Sei leader indigeni colombiani, quattro di etnia Kankuamo e due di etnia Wiwa, sono stati assassinati la scorsa fine settimana nella zona rurale di Valledupar (capoluogo del dipartimento di Cesar, nord del Paese). Lo ha riferito solo ieri l’ufficio del difensore civico locale, attribuendo gli assassinii sia alle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) che ai paramilitari delle ‘autodifese civili’. Non sono ancora chiare le dinamiche delle uccisioni, n頩 moventi. Giࠬo scorso 22 novembre il difensore civico aveva avvertito del pericolo che correvano le due comunitࠡutoctone colpite, da tempo nel mirino dei gruppi armati della regione. Solo quest’anno solo stati 142 i casi di violazioni dei diritti umani perpetrati contro i popoli indigeni della Colombia: il doppio di quelli segnalati nel 2001. Secondo i dati raccolti dalla Fondazione Hemera, sono stati contati 95 omicidi, a cui vanno ad aggiungersi 15 ‘sparizioni forzate’, 60 casi di minacce di morte, 6 vittime di tortura e ben 750 vittime di intossicazione da acqua o cibo contaminati. Ancora pi񠡬larmante il numero degli indios sfollati a causa del conflitto: in 10mila hanno dovuto abbandonare le proprie case mentre altri 20mila vivono nel terrore di finire coinvolti nei combattimenti. In totale si calcolano in 50mila gli indigeni dei quali sono stati violati i diritti fondamentali, primo tra tutti quello alla vita. La popolazione autoctona colombiana conta appena 700mila individui, divisi in 84 etnie, dotate di 64 idiomi diversi. (FB)

ITALIA

FIAT - A rendere la situazione del Lingotto ancora più complicata questa volta ci pensano le banche. Ieri le banche creditrici non hanno fatto passi indietro, confermando il “no” a Enrico Bondi come amministratore delegato, mentre fra i nomi per la carica spunta anche quello di Franco Bernabè. Gli istituti hanno dunque insistito con Fresco perché resti al suo posto e inviato un “messaggio” a Gabriele Galateri perché non dia seguito alle sue dimissioni. Domani, infatti, all’ordine del giorno del consiglio ci sono le dimissioni e la nomina di consiglieri e la convocazione dell’assemblea. Sul fronte della Consob il gruppo Agnelli ha rassicurato l l’organo di controllo della Borsa che non esistono piani alternativi con Mediobanca e Volkswagen. I sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil (Fiom, Fim e Uilm) hanno proclamato per la prossima settimana altre 4 ore di sciopero dei lavoratori del gruppo Fiat e dell’indotto. Le prime due si svolgeranno lunedì 16 in coincidenza con lo sciopero europeo indetto dalla Fem, la federazione europea dei sindacati metalmeccanici. Fiom, Fim e Uilm hanno anche annunciato uno sciopero di tutti i lavoratori del settore entro gennaio. Oggi, a Milano, sciopero di 4 ore e manifestazione fino a piazza Fontana dei lavoratori dell’Alfa e di altre aziende in crisi. All’Alfa di Pomigliano d’Arco è prevista invece un’assemblea dei lavoratori col segretario della Fiom, Gianni Rinaldin.