Ore 17.00

Cobas

Nessuna contestazione di reato per i due Cobas Giangiacomo e Simona per la cui identificazione la procura di Genova aveva acquistato uno spazio sulle pagine del Secolo XIX. Accompagnati dai legali Raffaella Multedo e Simonetta Crisci, i due rappresentanti dei Cobas sono entrati nella stanza del pm Anna Canepa alle 11,30 e ne sono usciti alle 14,40. E' stato ascoltato prima l'uomo e poi la donna, in veste di persone informate dei fatti e non in qualita' di indagati, ha spiegato l'avv. Crisci. I pm Anna Canepa, Andrea Canciani e il procuratore aggiutno Giancarlo Pellegrino hanno considerato la presenza dei due rappresentanti dei Cobas come testimonianza spontanea, un fatto questo che ha sconcertato i legali difensori per l'iniziativa assunta dalla procura a distanza di un anno e mezzo da quando furono scattate le foto.

Palestina

Il presidente palestinese Yasser Arafat e' deciso a proclamare uno Stato indipendente in Cisgiordania e a Gaza, anche se Israele dovesse opporsi. Dichiarazione di Arafat nel corso dell'incontro con i pochi delegati del Consiglio centrale palestinese riusciti ad arrivare a Ramallah per esaminare una bozza di Costituzione del futuro Stato.Secondo quanto riferito da alcuni presenti, Arafat ha assicurato che il suo popolo e' pronto a sfidare Israele e a rivendicare la propria indipendenza, ma non ha precisato quando potrebbe nascere lo Stato della Palestina. Per ora, comunque, neppure la prima stesura della Costituzione del futuro paese ha potuto essere discussa.Ariel Sharon nei giorni scorsi aveva vietato ai 121 componenti del Consiglio centrale palestinese di raggiungere Ramallah. Nonostante il provvedimento, un quarto dei delegati e' riuscito comunque ad arrivare alla sede dell'Autorita' nazionale palestinese e questo per Arafat e' gia' un successo: "Abbiamo mandato il messaggio che nessuno puo' fermarci", ha dichiarato il presidente. La discussione sulla bozza, che comprende riforme dell'Anp e' stata rimandata fino a quando non sara' possibile per il Consiglio tornare a riunirsi.

Brasile

Tagliata la spesa pubblica per le infrastrutture cosi' da destinare fondi ai poveri, il nuovo presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha deciso che ad occuparsi della manutenzione stradale sara' l'esercito.Pochi giorni fa, Lula ha deciso di sospendere progetti governativi per la realizzazione di nuove strade, con un risparmio per le casse dello stato di circa 5 milioni di real (1,5 miliardi di euro). A supplire saranno dunque le forze armate che nel giro di appena una settimana dall'insediamento di Lula, avvenuto il primo gennaio, si sono viste annullare il contratto da 700 milioni di dollari per l'acquisto di 12 jet da combattimento e hanno ricevuto ora il nuovo incarico: 11 battaglioni di genieri saranno dotati di nuovo equipaggiamento per svolgere lavori di riparazione e compiti di supervisione. Secondo Singer, l'impiego di militari contribuira' a tenere sotto controllo anche le spese eccessive e le irregolarita' negli appalti. Lula, invece, ha potuto cosi' mobilitare nuove risorse per progetti sociali in sostegno dei 54 milioni di poveri del suo paese.

Diritto di sciopero

Il ministro dei Trasporti 'con atto autoritativo ha provveduto a cancellare non solo un'astensione dal lavoro, ma un diritto costituzionale'. I sindacati che avevano proclamato lo sciopero dei controllori di volo per domani (inizialmente la Cisal, poi si erano aggiunti Anpcat, Cila e Licta) dubitano che l'ordinanza del ministro, Pietro Lunardi, sia legittima: non e' stata adottata, scrivono in una nota congiunta, entro 5 giorni dall'effettuazione dello sciopero'. Critiche anche alla Commissione di Garanzia, che secondo i sindacati ha inviato una segnalazione tempestiva l'8 gennaio, rispetto ad uno sciopero proclamato il 12 dicembre'.