Ore 17.00

Cobas

Nessuna contestazione di reato per i due Cobas Giangiacomo e Simona per la cui identificazione la procura di Genova aveva acquistato uno spazio sulle pagine del Secolo XIX. Accompagnati dai legali Raffaella Multedo e Simonetta Crisci, i due rappresentanti dei Cobas sono entrati nella stanza del pm Anna Canepa alle 11,30 e ne sono usciti alle 14,40. E' stato ascoltato prima l'uomo e poi la donna, in veste di persone informate dei fatti e non in qualita' di indagati, ha spiegato l'avv. Crisci. I pm Anna Canepa, Andrea Canciani e il procuratore aggiutno Giancarlo Pellegrino hanno considerato la presenza dei due rappresentanti dei Cobas come testimonianza spontanea, un fatto questo che ha sconcertato i legali difensori per l'iniziativa assunta dalla procura a distanza di un anno e mezzo da quando furono scattate le foto.

Palestina

Le forze di polizia dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) hanno ripreso, pur tra mille difficoltà, a pattugliare Jenin, in Cisgiordania. Sebbene disarmati gli uomini dell’Anp potranno fare il loro lavoro e riaprire la prigione della città. L’attività di controllo di polizia è ricominciata grazie ad un accordo tra palestinesi e autorità militari di Israele. Jenin e le altre città della Cisgiordania sono state rioccupate dalle forze di Tel Aviv in giugno. Sebbene quasi tutte le caserme e le infrastrutture dell’Anp siano state distrutte, il ricominciare di un minimo di vita quotidiana è un segnale positivo in un quadro politico che non vede da tempo alcuna via di soluzione. Intanto oggi, nel quartier generale semidistrutto di Ramallah , in Cisgiordania, si è riunito il Consiglio centrale palestinese. Violando ancora una volta gli accordi, Israele aveva vietato l’incontro lunedì scorso per rappresaglia contro l’attentato di domenica a Tel Aviv e stamattina ha impedito ad un gran numero di delegati di raggiungere la sede del summit. Mancando il numero legale necessario non è stato possibile discutere in modo formale del porgetto di nuova costituzione palestinese, elaborata da un équipe mista di giuristi non solo locali, ma anche egiziani ed europei. La volontà del premier israeliano Ariel Sharon di paralizzare la vita politica in Cisgiordania e Gaza e di spostare l’asse del conflitto sul piano militare, destabilizzando la leadership di Arafat nell’Anp ha ottenuto, così, un altro successo. Intanto il presidente della Banca centrale europea (bce) Wim Duisenberg ha scelto di rompere un silenzio durato molti mesi e difendere la moglie, Gretta, attivista del gruppo pacifista ‘Stop the occupation’. La signora Duisemberg era stata criticata dal ministro degli esteri olandese Jaap de Hoop Scheffer per la sua visita in Israele e palestina e per i suoi incontri con personalità politiche e della società civile favorevoli alla pace e contrari alla politica di Sharon. Il banchiere, in una lettera al ministro olandese scrive. 'Fino ad ora, come chiede la mia posizione, mi sono tenuto fuori dall’attività di mia moglie, anche se sono con lei al cento per cento'.

IRAQ

Gli ispettori dell'Onu non hanno trovato in Iraq alcuna prova compromettente. Lo ha detto il capo della missione Unmovic, Hans Blix, impegnato oggi in una relazione al Consiglio di sicurezza sulla relazione di 12mila pagine consegnata un mese fa dal regime di Baghdad. Proprio la relazione sui programmi militari iracheni, pero', 'lascia senza risposta molte, troppe domande'.'Pensiamo - ha detto Blix - che la dichiarazione abbia lasciato irrisolti molti quesiti e una lettura piu' accurata del testo ha confermato questa impressione'. Il capo degli ispettori ha sottolineato che nelle sette settimane di controlli 'il Paese e' stato rastrellato come mai prima', ma che 'gli iracheni non sono stati colti con le mani nel sacco'. Blix ha aggiunto che entro una settimana saranno interrogati altri scienziati iracheni, anche se non ha specificato se i colloqui avranno luogo fuori dall'Iraq, come richiesto dagli Stati Uniti. Intanto l'esercito americano di stanza in Germania ha cominciato oggi a Vilseck (Baviera, sud) le operazioni di invio nella regione del Golfo di attrezzature militari pesanti in vista di un eventuale conflitto armato con l'Iraq. Si tratta - come ha riferito il comandante del 94/mo battaglione pionieri americano Paul Grosskruger - di macchinari pesanti da costruzione come trattori, bulldozer, autocarri, gru che serviranno nella regione di impiego a realizzare strade, ponti, campi e altro supporto logistico. Nel giro di tre settimane, ha aggiunto Grosskruger, per il Golfo partiranno circa 500 genieri appartenenti alle unita' tecniche basate in Germania. I pionieri fanno parte di un contingente di 800 soldati all'incirca del quinto corpo d'armata americano che dalla Germania verra' trasferito presto nella regione del Golfo.

Brasile

Tagliata la spesa pubblica per le infrastrutture cosi' da destinare fondi ai poveri, il nuovo presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha deciso che ad occuparsi della manutenzione stradale sara' l'esercito.Pochi giorni fa, Lula ha deciso di sospendere progetti governativi per la realizzazione di nuove strade, con un risparmio per le casse dello stato di circa 5 milioni di real (1,5 miliardi di euro). A supplire saranno dunque le forze armate che nel giro di appena una settimana dall'insediamento di Lula, avvenuto il primo gennaio, si sono viste annullare il contratto da 700 milioni di dollari per l'acquisto di 12 jet da combattimento e hanno ricevuto ora il nuovo incarico: 11 battaglioni di genieri saranno dotati di nuovo equipaggiamento per svolgere lavori di riparazione e compiti di supervisione. Secondo Singer, l'impiego di militari contribuira' a tenere sotto controllo anche le spese eccessive e le irregolarita' negli appalti. Lula, invece, ha potuto cosi' mobilitare nuove risorse per progetti sociali in sostegno dei 54 milioni di poveri del suo paese.

Diritto di sciopero

Il ministro dei Trasporti 'con atto autoritativo ha provveduto a cancellare non solo un'astensione dal lavoro, ma un diritto costituzionale'. I sindacati che avevano proclamato lo sciopero dei controllori di volo per domani (inizialmente la Cisal, poi si erano aggiunti Anpcat, Cila e Licta) dubitano che l'ordinanza del ministro, Pietro Lunardi, sia legittima: non e' stata adottata, scrivono in una nota congiunta, entro 5 giorni dall'effettuazione dello sciopero'. Critiche anche alla Commissione di Garanzia, che secondo i sindacati ha inviato una segnalazione tempestiva l'8 gennaio, rispetto ad uno sciopero proclamato il 12 dicembre'.