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= GR ORE 19.30 =

'''ESTERI'''

'''Iraq'''

Mentre la prospettiva di un nuovo intervento militare anglo-americano in Iraq si fa sempre piu' concreta, un nuovo sondaggio in Gran Bretagna mostra come l'opinione pubblica prenda in misura crescente le distanze dalla linea interventistica filo-Usa promossa dal premier Tony Blair e dal suo ministro degli Esteri, Jack Straw.
Stando al sondaggio, realizzato telefonicamente su un campione di 1.002 adulti dall'istituto demoscopico 'Icm' e pubblicato oggi sul quotidiano 'The Guardian', ben 81 cittadini britannici su cento non sono d'accordo ad una guerra senza l'avallo dell’Onu
Piu' in generale, il fronte di coloro che sono comunque contrari alla guerra e' salito adesso al 47 per cento, contro appena il 37 per cento di tre mesi fa; e nello stesso periodo l'appoggio a un'invasione in Iraq e' piombato dal 42 ad addirittura il 30 per cento

Diverse associazioni pacifiste tedesche hanno invitato a manifestare a Berlino tutti i lunedi', fino alla meta' di febbraio, contro un eventuale attacco americano all'Iraq. L'appello e' stato lanciato nel corso di un raduno, ieri, al quale hanno partecipato alcune centinaia di persone. Secondo gli organizzatori - tra i quali i movimenti 'Pax Christi' e 'Donne per la pace' - i prossimi raduni del lunedi' dovranno anche ricordare le manifestazioni per la liberta' e la democrazia che si svolgevano nello stesso giorno della settimana a Lipsia nel 1989, negli ultimi mesi di vita della Ddr, prima della caduta del Muro di Berlino. Sabato scorso, alle dimostrazioni contro la guerra in Iraq hanno partecipato 10.000 persone in tutta la Germania, di cui 3.000 a Rostock (nordest), secondo la polizia.

Sul versante americano, invece, diverse migliaia di cristiani hanno partecipato a Washington a una giornata di preghiere e manifestazioni per la pace in Iraq. Organizzatori dell'iniziativa è stato il Consiglio nazionale delle chiese (Ncc) ed hanno dichiarato che il numero dei partecipanti al rito nella cattedrale era di 3.500. L'Ncc afferma di rappresentare oltre 50 milioni di fedeli - protestanti, anglicani e ortodossi - negli Stati Uniti

Il Parlamento centroamericano (Parlacen) si e' pronunciato contro un eventuale attacco delle forze anglo-americane contro l'Iraq, condannando al contempo qualsiasi intervento unilaterale senza il consenso delle Nazioni Unite. Il Parlacen - che ha sede in Guatemala ma e' ospite in questi giorni, per la prima volta nella sua storia, del Parlamento messicano - e' formato da 106 deputati di Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Panama e Repubblica Dominicana. Durante i tre giorni di sessioni a Citta' del Messico 20 parlamentari messicani assisteranno ai lavori in veste di osservatori. Il presidente di turno del Parlamento centroamericano, il guatemalteco Augusto Vela Mena, ha annunciato d'altra parte l' imminente pubblicazione di un documento in favore di un accordo di pace in Medio Oriente
Ricordiamo che dopo due giorni di intensi colloqui, ieri Baghdad e gli ispettori hanno sottoscritto un accordo congiunto in dieci punti per facilitare le ispezioni: Stiamo lavorando per migliorare la cooperazione - ha detto ancora Ramadan, vice presidente iraqueno - cosi' da non dare alcun pretesto alle diaboliche intenzioni dell'amministrazione statunitense. In base all'intesa, Baghdad consentira' l'accesso a tutti i siti (anche quelli privati) e provvedera' a creare una squadra di ispettori iracheni per scovare altre testate

E anche il parlamento italiano sta oggi disscutendo dell'appoggio militare agli stati uniti.
I sorvoli degli aerei militari statunitensi sul cielo italiano 'non limitano l'indipendenza di giudizio o la liberta' d'azione nelle scelte del nostro paese', precisa Martino, sottolineando che 'la sovranita' nazionale non e' in nessuna maniera messa in discussione'. Il governo interessera' 'preventivamente il Parlamento' sull'evoluzione dello scenario, cosi' come ha fatto, con una lettera ai presidenti delle commissioni Difesa, riguardo al sorvolo degli aerei Usa avvenuto l'8 gennaio. A questo proposito, Martino fa presente ai parlamentari che gli Stati Uniti d'America e gli altri paesi della Nato sono 'esenti dall'obbligo di richiesta'' perche' muniti di 'autorizzazioni permanenti al sorvolo e scalo sul territorio nazionale'.
Al governo, comunque, piace continuare a dirci che, come ancora affermano gli americani, il sorvolo aereo non rappresenta in alcuna maniera l'espressione di una decisione gia' assunta circa un possibile intervento militare in Iraq ma rientra nell'ambito di un ridispiegamento dei propri mezzi e truppe all'estero che non si pone come supporto strategico ad una operazione bellica contro un paese terzo.


'''Palestina'''

Proseguono i rastrellamenti delle truppe israeliane in tutta la Cisgiordania, che hanno portato dalla notte scorsa all'arresto di almeno altri tredici presunti estremisti palestinesi, sette dei quali gia' ricercati dalle forze di sicurezza. Lo ha reso noto la radio statale ebraica, secondo cui i soldati hanno anche proceduto all'abbattimento di un'abitazione a Dura, villaggio nel distretto di Hebron. I nuovi arresti sono stati a loro volta motivati con l'intento di "smantellare le infrastrutture terroristiche" su cui si appoggerebbero gli autori di attacchi suicidi.

La radio statale ebraica ha reso oggi noto che due prigionieri palestinesi sono riusciti a fuggire la notte scorsa dal centro di detenzione di Ofer, già teatro il mese scorso di una violenta insurrezione dei detenuti e creato dalle truppe di occupazione nel distretto cisgiordano di Ramallah, ove da oggi e' stato ulteriormente inasprito il coprifuoco gia' in vigore da settimane. Stando a fonti dell'Autorita' Nazionale Palestinese, il coprifuoco e' stato in particolare esteso ai locali mezzi di comunicazione.

Cresce nei Territori l'attesa per l'inizio dei colloqui tra dieci fazioni politiche palestinesi invitate domani al Cairo dalle autorita' egiziane a discutere del futuro dell'Intifada e di una intesa per la cessazione degli attentati contro i civili israeliani. La stampa palestinese dedica oggi ampio spazio all'evento che vedra' la presenza nella capitale egiziana di alcuni tra i piu' importanti dirigenti palestinesi. Al-Fatah, la fazione palestinese di maggioranza, sara' rappresentata da Mahmud Abbas (Abu Mazen), il 'numero due' del presidente Yasser Arafat. Il quotidiano Al-Hayat Al-Jadida di Ramallah (Cisgiordania) riferisce stamane che al centro dei colloqui sara' una proposta formulata dall'Egitto per la sospensione di un anno degli attentati in Israele. Il ministro della cooperazione internazionale Nabil Shaath ha tuttavia precisato ieri che l'obiettivo degli incontri non e' quello di mettere fine all'Intifada, ma di ridefinire i metodi della lotta contro l'occupazione militare israeliana. Il governo e i servizi di sicurezza israeliani hanno espresso forte scetticismo sul possibile esito dell'incontro del Cairo. Il governo guidato dal premier Ariel Sharon chiede che i palestinesi cessino qualsiasi attivita' ostile contro Israele, anche in Cisgiordania e Gaza, e non soltanto gli attentati contro i civili all'interno del territorio dello Stato ebraico.

'''Corea'''

Si apre oggi a Seul (Corea del Sud) una nuova tornata di colloqui a livello ministeriale tra le due Coree, incentrati soprattutto sul tentativo dei sudcoreani di convincere il Paese comunista ad abbandonare il proprio programma bellico nucleare. Si tratta del primo vertice inter-coreano da quando, il 10 gennaio scorso, la Corea del Nord ha annunciato il ritiro dal Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), accusando gli Usa di aver rotto l’accordo del 1994 con il quale il Paese asiatico si impegnava a congelare i suoi programmi di ricerca su armi di distruzione di massa. In vista degli incontri con i nordcoreani, che dureranno 4 giorni, le autorità della Corea del Sud hanno già fatto sapere che sfrutteranno l’occasione per far capire al Paese confinante ed alla comunità internazionale la loro intenzione di contrastare i programmi nucleari di Pyongyang. La complicata questione risale al 1985, quando Pyongyang sottoscrisse il Trattato internazionale per la non proliferazione nucleare, rinnovato poi nel 1994. In quel documento fu incluso uno speciale paragrafo Corea del Nord, dopo un primo contenzioso apertosi con lallora amministrazione Clinton. All’epoca la comunità internazionale (in particolare Usa, Ue e Giappone) si impegnò ad inviare ogni anno rifornimenti di combustibile in cambio della rinuncia del Paese asiatico al suo programma nucleare, avviato si sosteneva allora come oggi per sopperire alla carenza energetica. La crisi si è riaperta lo scorso ottobre con l’accusa rivolta dagli Usa al Paese asiatico di non avere mai completamente abbandonato le ricerche sul nucleare per scopi bellici.

‘’’Romania’’’

E' in costruziione la centrale nucleare di Cernavoda, in Romania, appunto. Vi proponiamo una corrspondenza con Antonio Tricarico, Presidente della Campagna pper la riforma della banca mondiale, che, tra le altre cose, ci indica la complicità dell'Italia in questo ennesimo e macabro progetto
Corrispondenza AUDIO con A. Tricarico

'''Spagna'''

Una imbarcazione da carico e' affondata oggi con mille tonnellate di combustibile nella baia di Algeciras (stretto di Gibilterra, sud del paese) a causa di una avaria nella poppa, hanno informato fonti marittime. L'incidente e' avvenuto verso le 04.00 del mattino e il capitano dell'imbarcazione e' considerato disperso. Gli altri due marinai sono stati salvati. La Spabunker IV, utilizzata per il rifornimento di combustibile alle navi nel porto di Algeciras, si trova ora a 50 metri di profondita'. Le autorita' del porto hanno pronto un piano di pulizia in caso di fuoriuscite di combustibile



'''Cile- Autonomia Mapuche'''

America del Sud: il popolo Mapuche ad un punto di non ritorno di fronte alla repressione. Protesta fin dentro le carceri nei giorni 17 e 18 gennaio

Il 10% della popolazione cilena è tutt’oggi rappresentato dai Mapuche, nativi americani che sono stati gli ultimi tra i popoli originari del Continente a perdere la loro indipendenza formale (1882)
Il territorio Mapuche ha conosciuto, dal 1880 ad oggi, continue usurpazioni, inesorabili devastazioni, violenti espropri, fino a ridursi drasticamente.

Più di 400 Mapuche sono oggi coinvolti in processi di tribunali civili e militari per la loro partecipazione alle manifestazioni per reclamare la proprietà delle terre usurpate dai bianchi, con le loro attività (industrie idroelettriche, della carta, del legno ed altre ancora) durante la dittatura di Pinochet.
A questa cifra, va aggiunta quella di uomini e donne per i quali sono stati emessi ordini d’arresto e che ora sono latitanti all’interno delle proprie comunità.

La maggioranza di coloro che sono coinvolti/e negli attuali processi vengono giudicati per l’infrazione di una legge sulla Sicurezza Interna dello Stato e per la legge sulla Condotta terrorista, norme che prevedono un procedimento altamente restrittivo del diritto alla difesa e condanne molto alte. Inutile dire che le leggi che oggi incriminano i/le dirigenti Mapuche, sono le stesse che utilizzo la dittatura di Pinochet per perseguitare chi si opponeva al regime. Si tratta di leggi che permettono di processare e condannare qualsiasi persona le cui parole o azioni possano interpretarsi come perturbatrici dell’ordine pubblico o come critiche al governo e alla sua amministrazione.

Durante lo scorso mese di novembre, dopo l’arresto di un dirigente del Coordinamento delle Comunità Mapuche in Conflitto, le operazioni poliziesche si sono intensificate, portando ad altri arresti e persecuzioni.

Le organizzazioni e le identità territoriali mapuche hanno così deciso di organizzare un Nguillatùn (cerimonia religiosa mapuche) nei giorni 17 e 18 gennaio. Si è trattato di una manifestazione che è terminata all’interno del carcere di Traiguèn e che aveva come obiettivo quello di dare un segnale forte ai poteri politici oppressori, dimostrando che il Movimento Autonomo Mapuche non si fa intimidire dagli abusi, dalle persecuzioni e repressioni poliziesche, politiche e giudiziarie di cui è oggetto.

La lista dei prigionieri politici Mapuche, con gli indirizzi delle carceri in cui sono detenuti e numerose altre informazioni al riguardo, compresi i riferimenti per contattare le organizzazioni dei mapuche in resistenza, potete trovarli sul sito: www.nodo50.org/kolectivolientur o sul sito www.mapuexpress.net, oppure www.mapulink.org


'''Un altro mondo è possibile’’’

‘’’ Il Terzo Forun Sociale Mondiale di Porto Alegre'''

Si aprirà il 23 e durerà fino al 28 gennaio il Terzo Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre, che ospiterà circa 100.000 persone provenienti da 121 paesi.

Le cinque piazze tematiche sono:
- sviluppo democratico e sostenibile
- principi e valori, diritti umani, diversità e uguaglianze
- mezzi di comunicazione, cultura e contro informazione
- potere politico, società civile e democrazia
- ordine mondiale democratico, lotta contro la militarizzazione e promozione della pace

Per ciascuno dei cinque gruppi di discussione (a sua volta diviso in sei sottogruppi), si realizzeranno plenarie e conferenze (concentrate nella mattina). Il pomeriggio e la sera si terranno seminari, laboratori, tavoli di discussione ecc…

Continua, dunque, a configurarsi e a tessersi questa articolata rete mondiale per un’alternativa sociale, economica, politica e culturale ai modelli di sviluppo imposti dal neoliberismo: dopo il Forum Argentino (agosto 2002), quello Europeo che si è tenuto a Firenze, quello Africano che si è tenuto in Etiopia (dicembre 2002), e quello Asiatico che si è appena concluso in India, si sta preparando anche il Secondo Forum Sociale Panamazzonico e quello Pan Americano (probabilmente in Equador).


‘’’Verso Davos’’’

Dal 23 al 28 gennaio il Wef (world economic forum) torna a Davos dopo un anno di trasferte oltreoceano. Per la prima volta sarà autorizzartabla manifestazione di sabato 25 gennaio. Ci saranno media e convergence centers alla Rote fabbric di Zurigo ed in una tenda da circo riscaldata a Davos. Venerdì 24 sono previste azioni sui tre confini della Svizzera, alle frontiere di Chiasso, Basilea e Ginevra. Alle ore 17 del 24 appuntamento a Basilea, Chiasso e Ginevra per rassare il confine tutti insieme.
A questo proposito abbiamo sentito Antonio tricarico (presidente della Campana per la riforma della banca mondiale) ed un compagno del Centro sociale el Molino



==Approfondimenti del martedì==


'''Aspettative e speranze in Equador'''

(da Alai – America Latina in Movimento - Agenzia stampa dell'America Latina).
Tra aspettative, speranze e incertezze, per la promessa di un governo di cambiamento in favore degli interessi popolari, il colonnello Lucio Gutierrez, l’ex colonnello che appoggiò la rivolta degli indios nel gennaio 2000, ha assunto, il 15 gennaio, la Presidenza dell’Equador, un paese di 12,2 milioni di abitanti, di cui i tre quarti sono sotto la così detta “soglia di povertà” e il debito estero è equivalente alla cifra astronomica di 11,3 miliardi di dollari.

Le aspettative e le speranze di cambiamento, hanno innanzitutto a che vedere con le forze che appoggiano Gutierrez e il suo partito politico – la Sociedad Patriotica 21 de Enero -. Si tratta di organizzazioni come il Movimento di Unità Plurinazionale Pachakutik, la cui colonna portante è la Conaie (Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Equador) e altre organizzazioni sociali e politiche che hanno come comune denominatore la partecipazione alla ribellione popolare del 21 gennaio 2000, che portò alla caduta dell’allora Presidente Jamil Mahuad e permise a Gutierrez di mettersi in luce come capo del contingente militare che sostenne questa insurrezione popolare.

Tali forze trovano per ora una collocazione nel nuovo gabinetto di governo, che include due indigeni: Nina Pacari (come Ministra degli Esteri), avvocata della Conaie e agguerrita contro l’istituzione dell’Alca (Area di Libero Commerci tra le Americhe) e Luis Macas (come Ministro dell’Agricoltura), uno dei fondatori della Conaie.

Ma le aspettative e le speranze di cambiamento hanno a che vedere anche con i nuovi processi che si stanno generando, tra i quali emerge quello della partecipazione della società civile nella costruzione di una nuova agenda di governo. Questa modalità (avviata già l’8 novembre scorso, con l’organizzazione di 16 tavole tematiche, coordinate dalle organizzazioni popolari, incaricate di formulare proposte per i primi 100 giorni di governo) è stata ripresa proprio ieri, giorno in cui sono iniziati gli incontri del “Dialogo e Unità Nazionale”, che proseguiranno fino al 24.
Si tratta di un appuntamento cruciale: delegate e delegati di oltre 600 organizzazioni sociali, parteciperanno all’articolazione di programmi di natura politica ed economica, che il futuro governo potrebbe attuare. Ovviamente si tratta di aspetti fortemente critici, intorno ai quali lo scontro con i partiti politici tradizionali (come il Partito Social Cristiano e la Sinistra Democratica, ed altri, pilotati dai poteri forti economici e finanziari), si è già dimostrato aspro e potrebbe portare ad esiti incerti.

Abbiamo contattato telefonicamente una cooperante del Cric, che sta in questi giorni partecipando a questo incontro, dal quale si potrebbe capire quali decisioni prenderà in materia economica il futuro governo..


= GR ORE 13.00 =

'''ESTERI'''

'''Iraq'''

Mentre la prospettiva di un nuovo intervento militare anglo-americano in Iraq si fa sempre piu' concreta, un nuovo sondaggio in Gran Bretagna mostra come l'opinione pubblica prenda in misura crescente le distanze dalla linea interventistica filo-Usa promossa dal premier Tony Blair e dal suo ministro degli Esteri, Jack Straw. Stando al sondaggio, realizzato telefonicamente su un campione di 1.002 adulti dall'istituto demoscopico 'Icm' e pubblicato oggi sul quotidiano 'The Guardian', ben 81 cittadini britannici su cento non sono d'accordo sul fatto che per passare all'azione contro Baghdad, secondo quanto appunto sostengono Blair e Straw, non ci sarebbe alcun bisogno dell'avallo delle Nazioni Unite attraverso una nuova e apposita risoluzione del Consiglio di Sicurezza, dopo la numero 1441 del 18 novembre scorso che minacciava "serie conseguenze" in caso d'inadempimento degli obblighi assunti in tema di disarmo dal regime di Saddam Hussein. Piu' in generale, il fronte di coloro che sono comunque contrari alla guerra e' salito adesso al 47 per cento, contro appena il 37 per cento di tre mesi fa; e nello stesso periodo l'appoggio a un'invasione in Iraq e' piombato dal 42 ad addirittura il 30 per cento

Diverse associazioni pacifiste tedesche hanno invitato a manifestare a Berlino tutti i lunedi', fino alla meta' di febbraio, contro un eventuale attacco americano all'Iraq. L'appello e' stato lanciato nel corso di un raduno, ieri, al quale hanno partecipato alcune centinaia di persone. I manifestanti hanno sfilato sulla Unterdenlinden, grande viale della capitale tedesca, con candele, cartelli e striscioni con scritte quali 'Fermate la guerra prima che cominci'. Secondo gli organizzatori - tra i quali i movimenti 'Pax Christi' e 'Donne per la pace' - i prossimi raduni del lunedi' dovranno anche ricordare le manifestazioni per la liberta' e la democrazia che si svolgevano nello stesso giorno della settimana a Lipsia nel 1989, negli ultimi mesi di vita della Ddr, prima della caduta del Muro di Berlino. Sabato scorso, alle dimostrazioni contro la guerra in Iraq hanno partecipato 10.000 persone in tutta la Germania, di cui 3.000 a Rostock (nordest), secondo la polizia.

Une délégation pacifiste allemande a conclu mardi une visite de six jours en Irak en dénonçant la situation "choquante" et "catastrophique" dans laquelle se trouve la médecine dans ce pays en raison des sanctions internationales qui le frappe depuis douze ans.La délégation de neuf personnes de l'Initiative allemande contre la guerre et les sanctions en Irak a visité du 16 au 21 janvier des établissements médicaux à Bagdad et à Bassorah, deuxième ville d'Irak, dans le sud-est, et a rencontré des représentants d'organisations non-gouvernementales internationales et des religieux

Diverse migliaia di cristiani hanno partecipato a Washington a una giornata di preghiere e manifestazioni per la pace in Iraq. Lo hanno annunciato gli organizzatori dell'iniziativa. 'E' stata una bella e grande giornata', ha detto all'Afp il pastore Bob Edgar, segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese (Ncc), precisando che c'e' stata una cerimonia ecumenica alla cattedrale, seguita da 'una marcia di diverse migliaia di persone' e una veglia a lume di candela davanti alla Casa bianca. 'Non abbiamo bisogno di una guerra in Iraq, dove ci sono gli ispettori dell'Onu. Pensiamo che una guerra creerebbe piu' terroristi di quanti ne eliminerebbe', ha aggiunto. Un altro degli organizzatori, John Wallis, ha stimato in 3.500 il numero dei partecipanti al rito nella cattedrale. L'Ncc afferma di rappresentare oltre 50 milioni di fedeli - protestanti, anglicani e ortodossi - negli Stati Uniti

Il Parlamento centroamericano (Parlacen) si e' pronunciato contro un eventuale attacco delle forze anglo-americane contro l'Iraq, condannando al contempo qualsiasi intervento unilaterale senza il consenso delle Nazioni Unite. Il Parlacen - che ha sede in Guatemala ma e' ospite in questi giorni, per la prima volta nella sua storia, del Parlamento messicano - e' formato da 106 deputati di Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Panama e Repubblica Dominicana. Durante i tre giorni di sessioni a Citta' del Messico 20 parlamentari messicani assisteranno ai lavori in veste di osservatori. Il presidente di turno del Parlamento centroamericano, il guatemalteco Augusto Vela Mena, ha annunciato d'altra parte l' imminente pubblicazione di un documento in favore di un accordo di pace in Medio Oriente


La réunion régionale jeudi à Istanbul aura pour principal ordre du jour les moyens de prévenir une guerre en Irak, ont déclaré mardi les chefs de diplomatie d'Egypte et d'Arabie Saoudite.Cette réunion se concentrera sur les efforts possibles pour éviter à l'Irak des frappes militaires, a déclaré le ministre égyptien des Affaires étrangères Ahmed Maher, au cours d'une conférence de presse conjointe.Le point de discussion (à Istanbul) sur lequel nous sommes d'accord est: comment éviter une frappe en Irak, a pour sa part déclaré son homologue saoudien, Saoud Al-Fayçal, qui venait de s'entretenir avec le président égyptien Hosni Moubarak.Le chef de la diplomatie turque, Yasar Yakis, a déclaré mardi à Ankara qu'un sommet régional se tiendrait jeudi à Istanbul, axé sur la crise irakienne.Il n'a pas indiqué à quel niveau la réunion se tiendrait, mais de source diplomatique turque on précise qu'elle doit réunir les ministres des Affaires étrangères de la Turquie, Syrie, Egypte, Arabie Saoudite, Jordanie et Iran.Les Etats-Unis menacent de faire la guerre à l'Irak, qu'ils accusent de développer ou détenir des armes de destruction de masse.Interrogé sur un départ en exil de Saddam Hussein, et les pressions qu'exerceraient en ce sens plusieurs pays, dont les Etats-Unis, le ministre saoudien a répondu: Y a-t-il besoin de pression sur Saddam Hussein? Si tel est le cas, la pression est déjà là.C'est une affaire interne, cela ne figure pas à l'ordre du jour de la réunion d'Istanbul, a pour sa part déclaré M. Maher.Interrogé sur un éventuel changement de régime en Irak par la force, le prince Saoud a répondu: vous connaissez la politique de l'Egypte et de l'Arabie saoudite. Un changement de régime est quelque chose qui vient de l'intérieur, et non de l'extérieur du pays, donc nous n'en avons pas parlé" lors de l'entretien avec M. Moubarak.

 Secondo il vice-presidente iracheno, Taha Yassin Ramadan, gil Stati Uniti intendono invadere il paese nonostante l'intesa firmata ieri con gli ispettori: L'Iraq ha accettato di cooperare con la risoluzione 1441, ma l'ammasso di truppe ancora continua e il rollio dei tamburi di guerra non si e' fermato. Dopo due giorni di intensi colloqui, ieri Baghdad e gli ispettori hanno sottoscritto un accordo congiunto in dieci punti per facilitare le ispezioni: Stiamo lavorando per migliorare la cooperazione - ha detto ancora Ramadan - cosi' da non dare alcun pretesto alle diaboliche intenzioni dell'amministrazione statunitense. In base all'intesa, Baghdad consentira' l'accesso a tutti i siti (anche quelli privati) e provvedera' a creare una squadra di ispettori iracheni per scovare altre testate


E anche il parlamento italiano sta oggi disscutendo dell'appoggio militare agli stati uniti.
I sorvoli degli aerei militari statunitensi sul cielo italiano 'non limitano l'indipendenza di giudizio o la liberta' d'azione nelle scelte del nostro paese', precisa Martino, sottolineando che 'la sovranita' nazionale non e' in nessuna maniera messa in discussione'. Il governo interessera' 'preventivamente il Parlamento' sull'evoluzione dello scenario, cosi' come ha fatto, con una lettera ai presidenti delle commissioni Difesa, riguardo al sorvolo degli aerei Usa avvenuto l'8 gennaio. A questo proposito, Martino fa presente ai parlamentari che gli Stati Uniti d'America e gli altri paesi della Nato sono 'esenti dall'obbligo di richiesta'' perche' muniti di 'autorizzazioni permanenti al sorvolo e scalo sul territorio nazionale'. Il governo ha comunque voluto 'partecipare la questione al Parlamento per evitare qualunque erronea ed allarmistica interpretazione dei fatti e per onorare l'impegno di costante chiarezza e responsabile coinvolgimento del Parlamento stesso sugli aspetti di maggior rilievo della situazione internazionale''. Le autorita' statunitensi, nel comunicare l'esigenza di rischieramento degli aerei, 'hanno assicurato che esso non rappresenta in alcuna maniera l'espressione di una decisione gia' assunta circa un possibile intervento militare in Iraq ma rientra nell'ambito di un ridispiegamento dei propri mezzi e truppe all'estero. D'altra parte -aggiunge Martino- anche in quella stessa occasione da parte statunitense e' stato ribadito l'intento prioritario di pervenire ad una soluzione pacifica della crisi irachena'. Il sorvolo, quindi, 'non si pone come supporto strategico ad una operazione bellica contro un paese terzo'. Il ministro della Difesa preferisce pensare ad 'una concreta e credibile deterrenza in grado di accrescere la pressione sull'Iraq, sottoposta al regime di ispezioni e sanzioni previste dalle risoluzioni delle Nazioni Unite'







'''Kuwait'''


Un americano e' stato ucciso ed uno ferito a colpi d'arma da fuoco nei pressi di un ristorante mac Donald a Nord di Kuwait City, hanno riferito fonti diplomatiche e l'emittente televisiva kuwaitianaLa sparatoria, secondo le fonti diplomatiche, ha avuto luogo su una autostrada non lontano da una base militare americana in Kuwait, Camp Doha. L'ambasciata americana ha confermato la morte di un cittadino americano e il ferimento di un altro, ma al momento non e' chiaro se le vittime siano militari o civili. Attualmente, si trovano in Kuwait oltre 15.000 soldati americani, in vista di un possibile attacco all'Iraq




'''Palestina'''

Proseguono i rastrellamenti delle truppe israeliane in tutta la Cisgiordania, che hanno portato dalla notte scorsa all'arresto di almeno altri tredici presunti estremisti palestinesi, sette dei quali gia' ricercati dalle forze di sicurezza. Lo ha reso noto la radio statale ebraica, secondo cui i soldati hanno anche proceduto all'abbattimento di un'abitazione a Dura, villaggio nel distretto di Hebron: apparteneva a un membro dei 'tanzim', la milizia armata di 'al-Fatah', principale fazione dell'Olp guidata dallo stesso Yasser Arafat, rispetto alla quale peraltro spesso agisce in modo del tutto fuori controllo; I nuovi arresti sono stati a loro volta motivati con l'intento di "smantellare le infrastrutture terroristiche" su cui si appoggerebbero gli autori di attacchi suicidi.

Due prigionieri palestinesi sono riusciti a fuggire la notte scorsa dal centro di detenzione di Ofer, creato dalle truppe di occupazione nel distretto cisgiordano di Ramallah, ove da oggi e' stato ulteriormente inasprito il coprifuoco gia' in vigore da settimane. Lo ha reso noto la radio statale ebraica, secondo cui il provvedimento restrittivo e' stato varato proprio per agevolare le ricerche dei due evasi, la cui identita' non e' stata rivelata. Stando a fonti dell'Autorita' Nazionale Palestinese, il coprifuoco e' stato in particolare esteso ai locali mezzi di comunicazione.
Il campo Ofer era stato teatro il mese scorso di una violenta insurrezione dei detenuti, che protestavano contro le dure condizioni di reclusione.

Cresce nei Territori l'attesa per l'inizio dei colloqui tra dieci fazioni politiche palestinesi invitate domani al Cairo dalle autorita' egiziane a discutere del futuro dell'Intifada e di una intesa per la cessazione degli attentati contro i civili israeliani. La stampa palestinese dedica oggi ampio spazio all'evento che vedra' la presenza nella capitale egiziana di alcuni tra i piu' importanti dirigenti palestinesi. Al-Fatah, la fazione palestinese di maggioranza, sara' rappresentata da Mahmud Abbas (Abu Mazen), il 'numero due' del presidente Yasser Arafat. Il quotidiano Al-Hayat Al-Jadida di Ramallah (Cisgiordania) riferisce stamane che al centro dei colloqui sara' una proposta formulata dall'Egitto per la sospensione di un anno degli attentati in Israele. Il ministro della cooperazione internazionale Nabil Shaath ha tuttavia precisato ieri che l'obiettivo degli incontri non e' quello di mettere fine all'Intifada, ma di ridefinire i metodi della lotta contro l'occupazione militare israeliana. Il governo e i servizi di sicurezza israeliani hanno espresso forte scetticismo sul possibile esito dell'incontro del Cairo. Il governo guidato dal premier Ariel Sharon chiede che i palestinesi cessino qualsiasi attivita' ostile contro Israele, anche in Cisgiordania e Gaza, e non soltanto gli attentati contro i civili all'interno del territorio dello Stato ebraico.

La Russia ha accolto senza alcuna sorpresa le recenti dichiarazioni critiche del primo ministro israeliano Ariel Sharon sull'utilita' del Quartetto, il polo di mediazione diplomatica costituito da Usa, Russia, Ue e Onu per rilanciare il processo di pace in Medio Oriente. Nello stesso tempo, a differenza di Sharon, Mosca continua comunque a credere nella necessita' di tale strumento. 'Abbiamo preso nota delle dure afferazioni di Sharon, ma in effetti non vi abbiamo scorto nulla di nuovo o inaspettato', ha detto oggi il portavoce del ministero degli esteri russo Aleksandr Iakovenko. Il governo di Israele - ha aggiunto - 'ha fatto dichiarazioni analoghe anche nel passato'. Le critiche di Sharon appaiono tuttavia alla Russia infondate, poiche', secondo Iakovenko, il Quartetto si e' rivelato finora un fattore di equilibrio e ha avanzato in modo compatto proposte 'basate su una linea equilibrata di compromesso che costituiscono un importante pilastro verso il possibile sviluppo di uno Stato palestinese nell'ambito di una soluzione complessiva della questione arabo-israeliana e nel rispetto degli interessi di tutte le parti in causa'. A giudizio di Mosca, del resto, 'e' nell'interesse sia del popolo israeliano sia di quello palestinese che si lavori per mettere fine alla violennza e per avviare decisamente un percorso verso la coesistenza pacifica, nella sicurezza, di due Stati sovrani: Israele e Palestina'

'''Corea'''

Si apre oggi a Seul (Corea del Sud) una nuova tornata di colloqui a livello ministeriale tra le due Coree, incentrati soprattutto sul tentativo dei sudcoreani di convincere il Paese comunista ad abbandonare il proprio programma bellico nucleare. Si tratta del primo vertice inter-coreano da quando, il 10 gennaio scorso, la Corea del Nord ha annunciato il ritiro dal ‘Trattato di non proliferazione nucleare’ (Tnp), accusando gli Usa di aver rotto l’accordo del 1994 con il quale il Paese asiatico si impegnava a congelare i suoi programmi di ricerca su armi di distruzione di massa. In vista degli incontri con i nordcoreani, che dureranno 4 giorni, le autorità della Corea del Sud hanno già fatto sapere che sfrutteranno l’occasione per far capire al Paese confinante ed alla comunità internazionale la loro intenzione di contrastare i programmi nucleari di Pyongyang. La complicata questione risale al 1985, quando Pyongyang sottoscrisse il Trattato internazionale per la non proliferazione nucleare, rinnovato poi nel 1994. In quel documento fu incluso uno speciale ‘paragrafo Corea del Nord’, dopo un primo contenzioso apertosi con l’allora amministrazione Clinton. All’epoca la comunità internazionale (in particolare Usa, Ue e Giappone) si impegnò ad inviare ogni anno rifornimenti di combustibile in cambio della rinuncia del Paese asiatico al suo programma nucleare, avviato – si sosteneva allora come oggi – per sopperire alla carenza energetica. La crisi si è riaperta lo scorso ottobre con l’accusa rivolta dagli Usa al Paese asiatico di non avere mai completamente abbandonato le ricerche sul nucleare per scopi bellici.

'''Venezuela'''

L'ex presidente americano e premio Nobel per la pace Jimmy Carter ha incontrato il presidente venezuelano Hugo Chavez nel tentativo di mediare fra il governo di Caracas e l'opposizione. Ma intanto, al 50esimo giorno di sciopero generale, la situazione si fa piu' tesa dopo che due persone sono morte in scontri fra manifestanti pro e contro Chavez nello stato di Miranda. Sono saliti cosi' a sette i morti dall'inizio della protesta, il due dicembre. Carter ha definito ''positivo'' l'incontro e lasciato intendere che ve ne saranno altri. Anche il il segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani Cesar Gaviria si trova a Caracas per favorire un accordo fra Chavez e l'opposizione

'''Spagna'''

Una imbarcazione da carico e' affondata oggi con mille tonnellate di combustibile nella baia di Algeciras (stretto di Gibilterra, sud del paese) a causa di una avaria nella poppa, hanno informato fonti marittime. L'incidente e' avvenuto verso le 04.00 del mattino e il capitano dell'imbarcazione e' considerato disperso. Gli altri due marinai sono stati salvati. La Spabunker IV, utilizzata per il rifornimento di combustibile alle navi nel porto di Algeciras, si trova ora a 50 metri di profondita'. Le autorita' del porto hanno pronto un piano di pulizia in caso di fuoriuscite di combustibile

'''ITALIA'''

Parlamento

Dopo aver suscitato non poco clamore negli ambienti del software italiano, la proposta (ddl 1188) che mira ad introdurre il software libero nella Pubblica Amministrazione italiana inizia il suo cammino, giungendo oggi sul tavolo della commissione Affari Costituzionali del Senato.

Il primo firmatario della proposta, il senatore verde Fiorello Cortiana, ha applaudito all'impegno preso dalla Commissione spiegando che "quel disegno di legge cambierebbe profondamente il modello di sviluppo e il grado di innovazione della Pubblica Amministrazione italiana, tanto che lo stesso ministro Stanca si è sentito in dovere di istituire una apposita commissione che sta studiando l'adozione di software libero e opensource nella Pubblica Amministrazione."

Come noto, infatti, lo scorso novembre il ministero all'Innovazione aveva annunciato il varo di un organismo consultivo con il compito di valutare l'impatto e le conseguenze dell'introduzione del software aperto sulle strutture informatiche e sulle spese della PA.

Facendo un esplicito riferimento alle recenti iniziative di Microsoft per venire incontro alle esigenze di sicurezza del software delle istituzioni, Cortiana ha poi affermato che "l'approvazione di questo DDL sarebbe la migliore risposta alla proposta di shared source promossa da Microsoft, che si dimostra assolutamente inadeguata, visto che fornisce l'accesso al codice sorgente solo ad alcuni privilegiati, ma non consente la modificabilità e la libera distribuzione."



Si avvia a Palazzo Madama la seconda lettura del DDL diretto a risolvere l'annoso problema del precariato dei circa 20.000 insegnanti di religione cattolica istituendo appositi concorsi per la loro immissione nei ruoli dei docenti statali. Il ddl 1877, approvato dopo lunga e complessa lettura dai deputati, e' al primo punto dell'ordine del giorno delle sedute programmate dalla Commissione Istruzione da oggi pomeriggio a giovedi e che prevedono innanzitutto il seguito dell'audizione del Ministro dell'Istruzione, Universita' e ricerca sullo stato di attuazione del DLGS 204/98 sulla valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica, nonche' il seguito dell'indagine conoscitiva sui nuovi modelli organizzativi per la tutela e valorizzazione dei beni culturali. Tenendo conto di questi impegni urgenti la Commissione dovrebbe iniziare domani l'esame in referente del progetto normativo riguardante gli insegnanti di religione. Il testo approvato dalla Camera deve essere raccordato con altri 9 ddl presentati in materia da senatori di diversi gruppi e, pur essendo ampiamente condivisa l'esigenza di dare soluzione a precariato degli insegnanti di religione, le varie proposte divergono sulle modalita' di svolgimento dei concorsi, sulla formazione degli elenchi e sull'inserimento nei ruoli statali. E' molto probabile che i senatori introducano alcune modifiche rendendo necessario un nuovo passaggio a Montecitorio




GR ORE 19.30

ESTERI

Iraq

Mentre la prospettiva di un nuovo intervento militare anglo-americano in Iraq si fa sempre piu' concreta, un nuovo sondaggio in Gran Bretagna mostra come l'opinione pubblica prenda in misura crescente le distanze dalla linea interventistica filo-Usa promossa dal premier Tony Blair e dal suo ministro degli Esteri, Jack Straw. Stando al sondaggio, realizzato telefonicamente su un campione di 1.002 adulti dall'istituto demoscopico 'Icm' e pubblicato oggi sul quotidiano 'The Guardian', ben 81 cittadini britannici su cento non sono d'accordo ad una guerra senza l'avallo dell’Onu Piu' in generale, il fronte di coloro che sono comunque contrari alla guerra e' salito adesso al 47 per cento, contro appena il 37 per cento di tre mesi fa; e nello stesso periodo l'appoggio a un'invasione in Iraq e' piombato dal 42 ad addirittura il 30 per cento

Diverse associazioni pacifiste tedesche hanno invitato a manifestare a Berlino tutti i lunedi', fino alla meta' di febbraio, contro un eventuale attacco americano all'Iraq. L'appello e' stato lanciato nel corso di un raduno, ieri, al quale hanno partecipato alcune centinaia di persone. Secondo gli organizzatori - tra i quali i movimenti 'Pax Christi' e 'Donne per la pace' - i prossimi raduni del lunedi' dovranno anche ricordare le manifestazioni per la liberta' e la democrazia che si svolgevano nello stesso giorno della settimana a Lipsia nel 1989, negli ultimi mesi di vita della Ddr, prima della caduta del Muro di Berlino. Sabato scorso, alle dimostrazioni contro la guerra in Iraq hanno partecipato 10.000 persone in tutta la Germania, di cui 3.000 a Rostock (nordest), secondo la polizia.

Sul versante americano, invece, diverse migliaia di cristiani hanno partecipato a Washington a una giornata di preghiere e manifestazioni per la pace in Iraq. Organizzatori dell'iniziativa è stato il Consiglio nazionale delle chiese (Ncc) ed hanno dichiarato che il numero dei partecipanti al rito nella cattedrale era di 3.500. L'Ncc afferma di rappresentare oltre 50 milioni di fedeli - protestanti, anglicani e ortodossi - negli Stati Uniti

Il Parlamento centroamericano (Parlacen) si e' pronunciato contro un eventuale attacco delle forze anglo-americane contro l'Iraq, condannando al contempo qualsiasi intervento unilaterale senza il consenso delle Nazioni Unite. Il Parlacen - che ha sede in Guatemala ma e' ospite in questi giorni, per la prima volta nella sua storia, del Parlamento messicano - e' formato da 106 deputati di Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Panama e Repubblica Dominicana. Durante i tre giorni di sessioni a Citta' del Messico 20 parlamentari messicani assisteranno ai lavori in veste di osservatori. Il presidente di turno del Parlamento centroamericano, il guatemalteco Augusto Vela Mena, ha annunciato d'altra parte l' imminente pubblicazione di un documento in favore di un accordo di pace in Medio Oriente Ricordiamo che dopo due giorni di intensi colloqui, ieri Baghdad e gli ispettori hanno sottoscritto un accordo congiunto in dieci punti per facilitare le ispezioni: Stiamo lavorando per migliorare la cooperazione - ha detto ancora Ramadan, vice presidente iraqueno - cosi' da non dare alcun pretesto alle diaboliche intenzioni dell'amministrazione statunitense. In base all'intesa, Baghdad consentira' l'accesso a tutti i siti (anche quelli privati) e provvedera' a creare una squadra di ispettori iracheni per scovare altre testate

E anche il parlamento italiano sta oggi disscutendo dell'appoggio militare agli stati uniti. I sorvoli degli aerei militari statunitensi sul cielo italiano 'non limitano l'indipendenza di giudizio o la liberta' d'azione nelle scelte del nostro paese', precisa Martino, sottolineando che 'la sovranita' nazionale non e' in nessuna maniera messa in discussione'. Il governo interessera' 'preventivamente il Parlamento' sull'evoluzione dello scenario, cosi' come ha fatto, con una lettera ai presidenti delle commissioni Difesa, riguardo al sorvolo degli aerei Usa avvenuto l'8 gennaio. A questo proposito, Martino fa presente ai parlamentari che gli Stati Uniti d'America e gli altri paesi della Nato sono 'esenti dall'obbligo di richiesta perche' muniti di 'autorizzazioni permanenti al sorvolo e scalo sul territorio nazionale'. Al governo, comunque, piace continuare a dirci che, come ancora affermano gli americani, il sorvolo aereo non rappresenta in alcuna maniera l'espressione di una decisione gia' assunta circa un possibile intervento militare in Iraq ma rientra nell'ambito di un ridispiegamento dei propri mezzi e truppe all'estero che non si pone come supporto strategico ad una operazione bellica contro un paese terzo.

Palestina

Proseguono i rastrellamenti delle truppe israeliane in tutta la Cisgiordania, che hanno portato dalla notte scorsa all'arresto di almeno altri tredici presunti estremisti palestinesi, sette dei quali gia' ricercati dalle forze di sicurezza. Lo ha reso noto la radio statale ebraica, secondo cui i soldati hanno anche proceduto all'abbattimento di un'abitazione a Dura, villaggio nel distretto di Hebron. I nuovi arresti sono stati a loro volta motivati con l'intento di "smantellare le infrastrutture terroristiche" su cui si appoggerebbero gli autori di attacchi suicidi.

La radio statale ebraica ha reso oggi noto che due prigionieri palestinesi sono riusciti a fuggire la notte scorsa dal centro di detenzione di Ofer, già teatro il mese scorso di una violenta insurrezione dei detenuti e creato dalle truppe di occupazione nel distretto cisgiordano di Ramallah, ove da oggi e' stato ulteriormente inasprito il coprifuoco gia' in vigore da settimane. Stando a fonti dell'Autorita' Nazionale Palestinese, il coprifuoco e' stato in particolare esteso ai locali mezzi di comunicazione.

Cresce nei Territori l'attesa per l'inizio dei colloqui tra dieci fazioni politiche palestinesi invitate domani al Cairo dalle autorita' egiziane a discutere del futuro dell'Intifada e di una intesa per la cessazione degli attentati contro i civili israeliani. La stampa palestinese dedica oggi ampio spazio all'evento che vedra' la presenza nella capitale egiziana di alcuni tra i piu' importanti dirigenti palestinesi. Al-Fatah, la fazione palestinese di maggioranza, sara' rappresentata da Mahmud Abbas (Abu Mazen), il 'numero due' del presidente Yasser Arafat. Il quotidiano Al-Hayat Al-Jadida di Ramallah (Cisgiordania) riferisce stamane che al centro dei colloqui sara' una proposta formulata dall'Egitto per la sospensione di un anno degli attentati in Israele. Il ministro della cooperazione internazionale Nabil Shaath ha tuttavia precisato ieri che l'obiettivo degli incontri non e' quello di mettere fine all'Intifada, ma di ridefinire i metodi della lotta contro l'occupazione militare israeliana. Il governo e i servizi di sicurezza israeliani hanno espresso forte scetticismo sul possibile esito dell'incontro del Cairo. Il governo guidato dal premier Ariel Sharon chiede che i palestinesi cessino qualsiasi attivita' ostile contro Israele, anche in Cisgiordania e Gaza, e non soltanto gli attentati contro i civili all'interno del territorio dello Stato ebraico.

Corea

Si apre oggi a Seul (Corea del Sud) una nuova tornata di colloqui a livello ministeriale tra le due Coree, incentrati soprattutto sul tentativo dei sudcoreani di convincere il Paese comunista ad abbandonare il proprio programma bellico nucleare. Si tratta del primo vertice inter-coreano da quando, il 10 gennaio scorso, la Corea del Nord ha annunciato il ritiro dal Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), accusando gli Usa di aver rotto l’accordo del 1994 con il quale il Paese asiatico si impegnava a congelare i suoi programmi di ricerca su armi di distruzione di massa. In vista degli incontri con i nordcoreani, che dureranno 4 giorni, le autorità della Corea del Sud hanno già fatto sapere che sfrutteranno l’occasione per far capire al Paese confinante ed alla comunità internazionale la loro intenzione di contrastare i programmi nucleari di Pyongyang. La complicata questione risale al 1985, quando Pyongyang sottoscrisse il Trattato internazionale per la non proliferazione nucleare, rinnovato poi nel 1994. In quel documento fu incluso uno speciale paragrafo Corea del Nord, dopo un primo contenzioso apertosi con lallora amministrazione Clinton. All’epoca la comunità internazionale (in particolare Usa, Ue e Giappone) si impegnò ad inviare ogni anno rifornimenti di combustibile in cambio della rinuncia del Paese asiatico al suo programma nucleare, avviato si sosteneva allora come oggi per sopperire alla carenza energetica. La crisi si è riaperta lo scorso ottobre con l’accusa rivolta dagli Usa al Paese asiatico di non avere mai completamente abbandonato le ricerche sul nucleare per scopi bellici.

‘’’Romania’’’

E' in costruziione la centrale nucleare di Cernavoda, in Romania, appunto. Vi proponiamo una corrspondenza con Antonio Tricarico, Presidente della Campagna pper la riforma della banca mondiale, che, tra le altre cose, ci indica la complicità dell'Italia in questo ennesimo e macabro progetto Corrispondenza AUDIO con A. Tricarico

Spagna

Una imbarcazione da carico e' affondata oggi con mille tonnellate di combustibile nella baia di Algeciras (stretto di Gibilterra, sud del paese) a causa di una avaria nella poppa, hanno informato fonti marittime. L'incidente e' avvenuto verso le 04.00 del mattino e il capitano dell'imbarcazione e' considerato disperso. Gli altri due marinai sono stati salvati. La Spabunker IV, utilizzata per il rifornimento di combustibile alle navi nel porto di Algeciras, si trova ora a 50 metri di profondita'. Le autorita' del porto hanno pronto un piano di pulizia in caso di fuoriuscite di combustibile

Cile- Autonomia Mapuche

America del Sud: il popolo Mapuche ad un punto di non ritorno di fronte alla repressione. Protesta fin dentro le carceri nei giorni 17 e 18 gennaio

Il 10% della popolazione cilena è tutt’oggi rappresentato dai Mapuche, nativi americani che sono stati gli ultimi tra i popoli originari del Continente a perdere la loro indipendenza formale (1882) Il territorio Mapuche ha conosciuto, dal 1880 ad oggi, continue usurpazioni, inesorabili devastazioni, violenti espropri, fino a ridursi drasticamente.

Più di 400 Mapuche sono oggi coinvolti in processi di tribunali civili e militari per la loro partecipazione alle manifestazioni per reclamare la proprietà delle terre usurpate dai bianchi, con le loro attività (industrie idroelettriche, della carta, del legno ed altre ancora) durante la dittatura di Pinochet. A questa cifra, va aggiunta quella di uomini e donne per i quali sono stati emessi ordini d’arresto e che ora sono latitanti all’interno delle proprie comunità.

La maggioranza di coloro che sono coinvolti/e negli attuali processi vengono giudicati per l’infrazione di una legge sulla Sicurezza Interna dello Stato e per la legge sulla Condotta terrorista, norme che prevedono un procedimento altamente restrittivo del diritto alla difesa e condanne molto alte. Inutile dire che le leggi che oggi incriminano i/le dirigenti Mapuche, sono le stesse che utilizzo la dittatura di Pinochet per perseguitare chi si opponeva al regime. Si tratta di leggi che permettono di processare e condannare qualsiasi persona le cui parole o azioni possano interpretarsi come perturbatrici dell’ordine pubblico o come critiche al governo e alla sua amministrazione.

Durante lo scorso mese di novembre, dopo l’arresto di un dirigente del Coordinamento delle Comunità Mapuche in Conflitto, le operazioni poliziesche si sono intensificate, portando ad altri arresti e persecuzioni.

Le organizzazioni e le identità territoriali mapuche hanno così deciso di organizzare un Nguillatùn (cerimonia religiosa mapuche) nei giorni 17 e 18 gennaio. Si è trattato di una manifestazione che è terminata all’interno del carcere di Traiguèn e che aveva come obiettivo quello di dare un segnale forte ai poteri politici oppressori, dimostrando che il Movimento Autonomo Mapuche non si fa intimidire dagli abusi, dalle persecuzioni e repressioni poliziesche, politiche e giudiziarie di cui è oggetto.

La lista dei prigionieri politici Mapuche, con gli indirizzi delle carceri in cui sono detenuti e numerose altre informazioni al riguardo, compresi i riferimenti per contattare le organizzazioni dei mapuche in resistenza, potete trovarli sul sito: www.nodo50.org/kolectivolientur o sul sito www.mapuexpress.net, oppure www.mapulink.org

Un altro mondo è possibile’’’

‘’’ Il Terzo Forun Sociale Mondiale di Porto Alegre

Si aprirà il 23 e durerà fino al 28 gennaio il Terzo Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre, che ospiterà circa 100.000 persone provenienti da 121 paesi.

Le cinque piazze tematiche sono: - sviluppo democratico e sostenibile - principi e valori, diritti umani, diversità e uguaglianze - mezzi di comunicazione, cultura e contro informazione - potere politico, società civile e democrazia - ordine mondiale democratico, lotta contro la militarizzazione e promozione della pace

Per ciascuno dei cinque gruppi di discussione (a sua volta diviso in sei sottogruppi), si realizzeranno plenarie e conferenze (concentrate nella mattina). Il pomeriggio e la sera si terranno seminari, laboratori, tavoli di discussione ecc…

Continua, dunque, a configurarsi e a tessersi questa articolata rete mondiale per un’alternativa sociale, economica, politica e culturale ai modelli di sviluppo imposti dal neoliberismo: dopo il Forum Argentino (agosto 2002), quello Europeo che si è tenuto a Firenze, quello Africano che si è tenuto in Etiopia (dicembre 2002), e quello Asiatico che si è appena concluso in India, si sta preparando anche il Secondo Forum Sociale Panamazzonico e quello Pan Americano (probabilmente in Equador).

‘’’Verso Davos’’’

Dal 23 al 28 gennaio il Wef (world economic forum) torna a Davos dopo un anno di trasferte oltreoceano. Per la prima volta sarà autorizzartabla manifestazione di sabato 25 gennaio. Ci saranno media e convergence centers alla Rote fabbric di Zurigo ed in una tenda da circo riscaldata a Davos. Venerdì 24 sono previste azioni sui tre confini della Svizzera, alle frontiere di Chiasso, Basilea e Ginevra. Alle ore 17 del 24 appuntamento a Basilea, Chiasso e Ginevra per rassare il confine tutti insieme. A questo proposito abbiamo sentito Antonio tricarico (presidente della Campana per la riforma della banca mondiale) ed un compagno del Centro sociale el Molino

==Approfondimenti del martedì==

Aspettative e speranze in Equador

(da Alai – America Latina in Movimento - Agenzia stampa dell'America Latina). Tra aspettative, speranze e incertezze, per la promessa di un governo di cambiamento in favore degli interessi popolari, il colonnello Lucio Gutierrez, l’ex colonnello che appoggiò la rivolta degli indios nel gennaio 2000, ha assunto, il 15 gennaio, la Presidenza dell’Equador, un paese di 12,2 milioni di abitanti, di cui i tre quarti sono sotto la così detta “soglia di povertà” e il debito estero è equivalente alla cifra astronomica di 11,3 miliardi di dollari.

Le aspettative e le speranze di cambiamento, hanno innanzitutto a che vedere con le forze che appoggiano Gutierrez e il suo partito politico – la Sociedad Patriotica 21 de Enero -. Si tratta di organizzazioni come il Movimento di Unità Plurinazionale Pachakutik, la cui colonna portante è la Conaie (Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Equador) e altre organizzazioni sociali e politiche che hanno come comune denominatore la partecipazione alla ribellione popolare del 21 gennaio 2000, che portò alla caduta dell’allora Presidente Jamil Mahuad e permise a Gutierrez di mettersi in luce come capo del contingente militare che sostenne questa insurrezione popolare.

Tali forze trovano per ora una collocazione nel nuovo gabinetto di governo, che include due indigeni: Nina Pacari (come Ministra degli Esteri), avvocata della Conaie e agguerrita contro l’istituzione dell’Alca (Area di Libero Commerci tra le Americhe) e Luis Macas (come Ministro dell’Agricoltura), uno dei fondatori della Conaie.

Ma le aspettative e le speranze di cambiamento hanno a che vedere anche con i nuovi processi che si stanno generando, tra i quali emerge quello della partecipazione della società civile nella costruzione di una nuova agenda di governo. Questa modalità (avviata già l’8 novembre scorso, con l’organizzazione di 16 tavole tematiche, coordinate dalle organizzazioni popolari, incaricate di formulare proposte per i primi 100 giorni di governo) è stata ripresa proprio ieri, giorno in cui sono iniziati gli incontri del “Dialogo e Unità Nazionale”, che proseguiranno fino al 24. Si tratta di un appuntamento cruciale: delegate e delegati di oltre 600 organizzazioni sociali, parteciperanno all’articolazione di programmi di natura politica ed economica, che il futuro governo potrebbe attuare. Ovviamente si tratta di aspetti fortemente critici, intorno ai quali lo scontro con i partiti politici tradizionali (come il Partito Social Cristiano e la Sinistra Democratica, ed altri, pilotati dai poteri forti economici e finanziari), si è già dimostrato aspro e potrebbe portare ad esiti incerti.

Abbiamo contattato telefonicamente una cooperante del Cric, che sta in questi giorni partecipando a questo incontro, dal quale si potrebbe capire quali decisioni prenderà in materia economica il futuro governo..

GR ORE 13.00

ESTERI

Iraq

Mentre la prospettiva di un nuovo intervento militare anglo-americano in Iraq si fa sempre piu' concreta, un nuovo sondaggio in Gran Bretagna mostra come l'opinione pubblica prenda in misura crescente le distanze dalla linea interventistica filo-Usa promossa dal premier Tony Blair e dal suo ministro degli Esteri, Jack Straw. Stando al sondaggio, realizzato telefonicamente su un campione di 1.002 adulti dall'istituto demoscopico 'Icm' e pubblicato oggi sul quotidiano 'The Guardian', ben 81 cittadini britannici su cento non sono d'accordo sul fatto che per passare all'azione contro Baghdad, secondo quanto appunto sostengono Blair e Straw, non ci sarebbe alcun bisogno dell'avallo delle Nazioni Unite attraverso una nuova e apposita risoluzione del Consiglio di Sicurezza, dopo la numero 1441 del 18 novembre scorso che minacciava "serie conseguenze" in caso d'inadempimento degli obblighi assunti in tema di disarmo dal regime di Saddam Hussein. Piu' in generale, il fronte di coloro che sono comunque contrari alla guerra e' salito adesso al 47 per cento, contro appena il 37 per cento di tre mesi fa; e nello stesso periodo l'appoggio a un'invasione in Iraq e' piombato dal 42 ad addirittura il 30 per cento

Diverse associazioni pacifiste tedesche hanno invitato a manifestare a Berlino tutti i lunedi', fino alla meta' di febbraio, contro un eventuale attacco americano all'Iraq. L'appello e' stato lanciato nel corso di un raduno, ieri, al quale hanno partecipato alcune centinaia di persone. I manifestanti hanno sfilato sulla Unterdenlinden, grande viale della capitale tedesca, con candele, cartelli e striscioni con scritte quali 'Fermate la guerra prima che cominci'. Secondo gli organizzatori - tra i quali i movimenti 'Pax Christi' e 'Donne per la pace' - i prossimi raduni del lunedi' dovranno anche ricordare le manifestazioni per la liberta' e la democrazia che si svolgevano nello stesso giorno della settimana a Lipsia nel 1989, negli ultimi mesi di vita della Ddr, prima della caduta del Muro di Berlino. Sabato scorso, alle dimostrazioni contro la guerra in Iraq hanno partecipato 10.000 persone in tutta la Germania, di cui 3.000 a Rostock (nordest), secondo la polizia.

Une délégation pacifiste allemande a conclu mardi une visite de six jours en Irak en dénonçant la situation "choquante" et "catastrophique" dans laquelle se trouve la médecine dans ce pays en raison des sanctions internationales qui le frappe depuis douze ans.La délégation de neuf personnes de l'Initiative allemande contre la guerre et les sanctions en Irak a visité du 16 au 21 janvier des établissements médicaux à Bagdad et à Bassorah, deuxième ville d'Irak, dans le sud-est, et a rencontré des représentants d'organisations non-gouvernementales internationales et des religieux

Diverse migliaia di cristiani hanno partecipato a Washington a una giornata di preghiere e manifestazioni per la pace in Iraq. Lo hanno annunciato gli organizzatori dell'iniziativa. 'E' stata una bella e grande giornata', ha detto all'Afp il pastore Bob Edgar, segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese (Ncc), precisando che c'e' stata una cerimonia ecumenica alla cattedrale, seguita da 'una marcia di diverse migliaia di persone' e una veglia a lume di candela davanti alla Casa bianca. 'Non abbiamo bisogno di una guerra in Iraq, dove ci sono gli ispettori dell'Onu. Pensiamo che una guerra creerebbe piu' terroristi di quanti ne eliminerebbe', ha aggiunto. Un altro degli organizzatori, John Wallis, ha stimato in 3.500 il numero dei partecipanti al rito nella cattedrale. L'Ncc afferma di rappresentare oltre 50 milioni di fedeli - protestanti, anglicani e ortodossi - negli Stati Uniti

Il Parlamento centroamericano (Parlacen) si e' pronunciato contro un eventuale attacco delle forze anglo-americane contro l'Iraq, condannando al contempo qualsiasi intervento unilaterale senza il consenso delle Nazioni Unite. Il Parlacen - che ha sede in Guatemala ma e' ospite in questi giorni, per la prima volta nella sua storia, del Parlamento messicano - e' formato da 106 deputati di Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Panama e Repubblica Dominicana. Durante i tre giorni di sessioni a Citta' del Messico 20 parlamentari messicani assisteranno ai lavori in veste di osservatori. Il presidente di turno del Parlamento centroamericano, il guatemalteco Augusto Vela Mena, ha annunciato d'altra parte l' imminente pubblicazione di un documento in favore di un accordo di pace in Medio Oriente

La réunion régionale jeudi à Istanbul aura pour principal ordre du jour les moyens de prévenir une guerre en Irak, ont déclaré mardi les chefs de diplomatie d'Egypte et d'Arabie Saoudite.Cette réunion se concentrera sur les efforts possibles pour éviter à l'Irak des frappes militaires, a déclaré le ministre égyptien des Affaires étrangères Ahmed Maher, au cours d'une conférence de presse conjointe.Le point de discussion (à Istanbul) sur lequel nous sommes d'accord est: comment éviter une frappe en Irak, a pour sa part déclaré son homologue saoudien, Saoud Al-Fayçal, qui venait de s'entretenir avec le président égyptien Hosni Moubarak.Le chef de la diplomatie turque, Yasar Yakis, a déclaré mardi à Ankara qu'un sommet régional se tiendrait jeudi à Istanbul, axé sur la crise irakienne.Il n'a pas indiqué à quel niveau la réunion se tiendrait, mais de source diplomatique turque on précise qu'elle doit réunir les ministres des Affaires étrangères de la Turquie, Syrie, Egypte, Arabie Saoudite, Jordanie et Iran.Les Etats-Unis menacent de faire la guerre à l'Irak, qu'ils accusent de développer ou détenir des armes de destruction de masse.Interrogé sur un départ en exil de Saddam Hussein, et les pressions qu'exerceraient en ce sens plusieurs pays, dont les Etats-Unis, le ministre saoudien a répondu: Y a-t-il besoin de pression sur Saddam Hussein? Si tel est le cas, la pression est déjà là.C'est une affaire interne, cela ne figure pas à l'ordre du jour de la réunion d'Istanbul, a pour sa part déclaré M. Maher.Interrogé sur un éventuel changement de régime en Irak par la force, le prince Saoud a répondu: vous connaissez la politique de l'Egypte et de l'Arabie saoudite. Un changement de régime est quelque chose qui vient de l'intérieur, et non de l'extérieur du pays, donc nous n'en avons pas parlé" lors de l'entretien avec M. Moubarak.

  • Secondo il vice-presidente iracheno, Taha Yassin Ramadan, gil Stati Uniti intendono invadere il paese nonostante l'intesa firmata ieri con gli ispettori: L'Iraq ha accettato di cooperare con la risoluzione 1441, ma l'ammasso di truppe ancora continua e il rollio dei tamburi di guerra non si e' fermato. Dopo due giorni di intensi colloqui, ieri Baghdad e gli ispettori hanno sottoscritto un accordo congiunto in dieci punti per facilitare le ispezioni: Stiamo lavorando per migliorare la cooperazione - ha detto ancora Ramadan - cosi' da non dare alcun pretesto alle diaboliche intenzioni dell'amministrazione statunitense. In base all'intesa, Baghdad consentira' l'accesso a tutti i siti (anche quelli privati) e provvedera' a creare una squadra di ispettori iracheni per scovare altre testate

E anche il parlamento italiano sta oggi disscutendo dell'appoggio militare agli stati uniti. I sorvoli degli aerei militari statunitensi sul cielo italiano 'non limitano l'indipendenza di giudizio o la liberta' d'azione nelle scelte del nostro paese', precisa Martino, sottolineando che 'la sovranita' nazionale non e' in nessuna maniera messa in discussione'. Il governo interessera' 'preventivamente il Parlamento' sull'evoluzione dello scenario, cosi' come ha fatto, con una lettera ai presidenti delle commissioni Difesa, riguardo al sorvolo degli aerei Usa avvenuto l'8 gennaio. A questo proposito, Martino fa presente ai parlamentari che gli Stati Uniti d'America e gli altri paesi della Nato sono 'esenti dall'obbligo di richiesta perche' muniti di 'autorizzazioni permanenti al sorvolo e scalo sul territorio nazionale'. Il governo ha comunque voluto 'partecipare la questione al Parlamento per evitare qualunque erronea ed allarmistica interpretazione dei fatti e per onorare l'impegno di costante chiarezza e responsabile coinvolgimento del Parlamento stesso sugli aspetti di maggior rilievo della situazione internazionale. Le autorita' statunitensi, nel comunicare l'esigenza di rischieramento degli aerei, 'hanno assicurato che esso non rappresenta in alcuna maniera l'espressione di una decisione gia' assunta circa un possibile intervento militare in Iraq ma rientra nell'ambito di un ridispiegamento dei propri mezzi e truppe all'estero. D'altra parte -aggiunge Martino- anche in quella stessa occasione da parte statunitense e' stato ribadito l'intento prioritario di pervenire ad una soluzione pacifica della crisi irachena'. Il sorvolo, quindi, 'non si pone come supporto strategico ad una operazione bellica contro un paese terzo'. Il ministro della Difesa preferisce pensare ad 'una concreta e credibile deterrenza in grado di accrescere la pressione sull'Iraq, sottoposta al regime di ispezioni e sanzioni previste dalle risoluzioni delle Nazioni Unite'

Kuwait

Un americano e' stato ucciso ed uno ferito a colpi d'arma da fuoco nei pressi di un ristorante mac Donald a Nord di Kuwait City, hanno riferito fonti diplomatiche e l'emittente televisiva kuwaitianaLa sparatoria, secondo le fonti diplomatiche, ha avuto luogo su una autostrada non lontano da una base militare americana in Kuwait, Camp Doha. L'ambasciata americana ha confermato la morte di un cittadino americano e il ferimento di un altro, ma al momento non e' chiaro se le vittime siano militari o civili. Attualmente, si trovano in Kuwait oltre 15.000 soldati americani, in vista di un possibile attacco all'Iraq

Palestina

Proseguono i rastrellamenti delle truppe israeliane in tutta la Cisgiordania, che hanno portato dalla notte scorsa all'arresto di almeno altri tredici presunti estremisti palestinesi, sette dei quali gia' ricercati dalle forze di sicurezza. Lo ha reso noto la radio statale ebraica, secondo cui i soldati hanno anche proceduto all'abbattimento di un'abitazione a Dura, villaggio nel distretto di Hebron: apparteneva a un membro dei 'tanzim', la milizia armata di 'al-Fatah', principale fazione dell'Olp guidata dallo stesso Yasser Arafat, rispetto alla quale peraltro spesso agisce in modo del tutto fuori controllo; I nuovi arresti sono stati a loro volta motivati con l'intento di "smantellare le infrastrutture terroristiche" su cui si appoggerebbero gli autori di attacchi suicidi.

Due prigionieri palestinesi sono riusciti a fuggire la notte scorsa dal centro di detenzione di Ofer, creato dalle truppe di occupazione nel distretto cisgiordano di Ramallah, ove da oggi e' stato ulteriormente inasprito il coprifuoco gia' in vigore da settimane. Lo ha reso noto la radio statale ebraica, secondo cui il provvedimento restrittivo e' stato varato proprio per agevolare le ricerche dei due evasi, la cui identita' non e' stata rivelata. Stando a fonti dell'Autorita' Nazionale Palestinese, il coprifuoco e' stato in particolare esteso ai locali mezzi di comunicazione. Il campo Ofer era stato teatro il mese scorso di una violenta insurrezione dei detenuti, che protestavano contro le dure condizioni di reclusione.

Cresce nei Territori l'attesa per l'inizio dei colloqui tra dieci fazioni politiche palestinesi invitate domani al Cairo dalle autorita' egiziane a discutere del futuro dell'Intifada e di una intesa per la cessazione degli attentati contro i civili israeliani. La stampa palestinese dedica oggi ampio spazio all'evento che vedra' la presenza nella capitale egiziana di alcuni tra i piu' importanti dirigenti palestinesi. Al-Fatah, la fazione palestinese di maggioranza, sara' rappresentata da Mahmud Abbas (Abu Mazen), il 'numero due' del presidente Yasser Arafat. Il quotidiano Al-Hayat Al-Jadida di Ramallah (Cisgiordania) riferisce stamane che al centro dei colloqui sara' una proposta formulata dall'Egitto per la sospensione di un anno degli attentati in Israele. Il ministro della cooperazione internazionale Nabil Shaath ha tuttavia precisato ieri che l'obiettivo degli incontri non e' quello di mettere fine all'Intifada, ma di ridefinire i metodi della lotta contro l'occupazione militare israeliana. Il governo e i servizi di sicurezza israeliani hanno espresso forte scetticismo sul possibile esito dell'incontro del Cairo. Il governo guidato dal premier Ariel Sharon chiede che i palestinesi cessino qualsiasi attivita' ostile contro Israele, anche in Cisgiordania e Gaza, e non soltanto gli attentati contro i civili all'interno del territorio dello Stato ebraico.

La Russia ha accolto senza alcuna sorpresa le recenti dichiarazioni critiche del primo ministro israeliano Ariel Sharon sull'utilita' del Quartetto, il polo di mediazione diplomatica costituito da Usa, Russia, Ue e Onu per rilanciare il processo di pace in Medio Oriente. Nello stesso tempo, a differenza di Sharon, Mosca continua comunque a credere nella necessita' di tale strumento. 'Abbiamo preso nota delle dure afferazioni di Sharon, ma in effetti non vi abbiamo scorto nulla di nuovo o inaspettato', ha detto oggi il portavoce del ministero degli esteri russo Aleksandr Iakovenko. Il governo di Israele - ha aggiunto - 'ha fatto dichiarazioni analoghe anche nel passato'. Le critiche di Sharon appaiono tuttavia alla Russia infondate, poiche', secondo Iakovenko, il Quartetto si e' rivelato finora un fattore di equilibrio e ha avanzato in modo compatto proposte 'basate su una linea equilibrata di compromesso che costituiscono un importante pilastro verso il possibile sviluppo di uno Stato palestinese nell'ambito di una soluzione complessiva della questione arabo-israeliana e nel rispetto degli interessi di tutte le parti in causa'. A giudizio di Mosca, del resto, 'e' nell'interesse sia del popolo israeliano sia di quello palestinese che si lavori per mettere fine alla violennza e per avviare decisamente un percorso verso la coesistenza pacifica, nella sicurezza, di due Stati sovrani: Israele e Palestina'

Corea

Si apre oggi a Seul (Corea del Sud) una nuova tornata di colloqui a livello ministeriale tra le due Coree, incentrati soprattutto sul tentativo dei sudcoreani di convincere il Paese comunista ad abbandonare il proprio programma bellico nucleare. Si tratta del primo vertice inter-coreano da quando, il 10 gennaio scorso, la Corea del Nord ha annunciato il ritiro dal ‘Trattato di non proliferazione nucleare’ (Tnp), accusando gli Usa di aver rotto l’accordo del 1994 con il quale il Paese asiatico si impegnava a congelare i suoi programmi di ricerca su armi di distruzione di massa. In vista degli incontri con i nordcoreani, che dureranno 4 giorni, le autorità della Corea del Sud hanno già fatto sapere che sfrutteranno l’occasione per far capire al Paese confinante ed alla comunità internazionale la loro intenzione di contrastare i programmi nucleari di Pyongyang. La complicata questione risale al 1985, quando Pyongyang sottoscrisse il Trattato internazionale per la non proliferazione nucleare, rinnovato poi nel 1994. In quel documento fu incluso uno speciale ‘paragrafo Corea del Nord’, dopo un primo contenzioso apertosi con l’allora amministrazione Clinton. All’epoca la comunità internazionale (in particolare Usa, Ue e Giappone) si impegnò ad inviare ogni anno rifornimenti di combustibile in cambio della rinuncia del Paese asiatico al suo programma nucleare, avviato – si sosteneva allora come oggi – per sopperire alla carenza energetica. La crisi si è riaperta lo scorso ottobre con l’accusa rivolta dagli Usa al Paese asiatico di non avere mai completamente abbandonato le ricerche sul nucleare per scopi bellici.

Venezuela

L'ex presidente americano e premio Nobel per la pace Jimmy Carter ha incontrato il presidente venezuelano Hugo Chavez nel tentativo di mediare fra il governo di Caracas e l'opposizione. Ma intanto, al 50esimo giorno di sciopero generale, la situazione si fa piu' tesa dopo che due persone sono morte in scontri fra manifestanti pro e contro Chavez nello stato di Miranda. Sono saliti cosi' a sette i morti dall'inizio della protesta, il due dicembre. Carter ha definito positivo l'incontro e lasciato intendere che ve ne saranno altri. Anche il il segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani Cesar Gaviria si trova a Caracas per favorire un accordo fra Chavez e l'opposizione

Spagna

Una imbarcazione da carico e' affondata oggi con mille tonnellate di combustibile nella baia di Algeciras (stretto di Gibilterra, sud del paese) a causa di una avaria nella poppa, hanno informato fonti marittime. L'incidente e' avvenuto verso le 04.00 del mattino e il capitano dell'imbarcazione e' considerato disperso. Gli altri due marinai sono stati salvati. La Spabunker IV, utilizzata per il rifornimento di combustibile alle navi nel porto di Algeciras, si trova ora a 50 metri di profondita'. Le autorita' del porto hanno pronto un piano di pulizia in caso di fuoriuscite di combustibile

ITALIA

Parlamento

Dopo aver suscitato non poco clamore negli ambienti del software italiano, la proposta (ddl 1188) che mira ad introdurre il software libero nella Pubblica Amministrazione italiana inizia il suo cammino, giungendo oggi sul tavolo della commissione Affari Costituzionali del Senato.

Il primo firmatario della proposta, il senatore verde Fiorello Cortiana, ha applaudito all'impegno preso dalla Commissione spiegando che "quel disegno di legge cambierebbe profondamente il modello di sviluppo e il grado di innovazione della Pubblica Amministrazione italiana, tanto che lo stesso ministro Stanca si è sentito in dovere di istituire una apposita commissione che sta studiando l'adozione di software libero e opensource nella Pubblica Amministrazione."

Come noto, infatti, lo scorso novembre il ministero all'Innovazione aveva annunciato il varo di un organismo consultivo con il compito di valutare l'impatto e le conseguenze dell'introduzione del software aperto sulle strutture informatiche e sulle spese della PA.

Facendo un esplicito riferimento alle recenti iniziative di Microsoft per venire incontro alle esigenze di sicurezza del software delle istituzioni, Cortiana ha poi affermato che "l'approvazione di questo DDL sarebbe la migliore risposta alla proposta di shared source promossa da Microsoft, che si dimostra assolutamente inadeguata, visto che fornisce l'accesso al codice sorgente solo ad alcuni privilegiati, ma non consente la modificabilità e la libera distribuzione."

Si avvia a Palazzo Madama la seconda lettura del DDL diretto a risolvere l'annoso problema del precariato dei circa 20.000 insegnanti di religione cattolica istituendo appositi concorsi per la loro immissione nei ruoli dei docenti statali. Il ddl 1877, approvato dopo lunga e complessa lettura dai deputati, e' al primo punto dell'ordine del giorno delle sedute programmate dalla Commissione Istruzione da oggi pomeriggio a giovedi e che prevedono innanzitutto il seguito dell'audizione del Ministro dell'Istruzione, Universita' e ricerca sullo stato di attuazione del DLGS 204/98 sulla valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica, nonche' il seguito dell'indagine conoscitiva sui nuovi modelli organizzativi per la tutela e valorizzazione dei beni culturali. Tenendo conto di questi impegni urgenti la Commissione dovrebbe iniziare domani l'esame in referente del progetto normativo riguardante gli insegnanti di religione. Il testo approvato dalla Camera deve essere raccordato con altri 9 ddl presentati in materia da senatori di diversi gruppi e, pur essendo ampiamente condivisa l'esigenza di dare soluzione a precariato degli insegnanti di religione, le varie proposte divergono sulle modalita' di svolgimento dei concorsi, sulla formazione degli elenchi e sull'inserimento nei ruoli statali. E' molto probabile che i senatori introducano alcune modifiche rendendo necessario un nuovo passaggio a Montecitorio

GR ORE 9.00

ESTERI

Iraq

Mentre la prospettiva di un nuovo intervento militare anglo-americano in Iraq si fa sempre piu' concreta, un nuovo sondaggio in Gran Bretagna mostra come l'opinione pubblica prenda in misura crescente le distanze dalla linea interventistica filo-Usa promossa dal premier Tony Blair e dal suo ministro degli Esteri, Jack Straw. Stando al sondaggio, realizzato telefonicamente su un campione di 1.002 adulti dall'istituto demoscopico 'Icm' e pubblicato oggi sul quotidiano 'The Guardian', ben 81 cittadini britannici su cento non sono d'accordo sul fatto che per passare all'azione contro Baghdad, secondo quanto appunto sostengono Blair e Straw, non ci sarebbe alcun bisogno dell'avallo delle Nazioni Unite attraverso una nuova e apposita risoluzione del Consiglio di Sicurezza, dopo la numero 1441 del 18 novembre scorso che minacciava "serie conseguenze" in caso d'inadempimento degli obblighi assunti in tema di disarmo dal regime di Saddam Hussein. Piu' in generale, il fronte di coloro che sono comunque contrari alla guerra e' salito adesso al 47 per cento, contro appena il 37 per cento di tre mesi fa; e nello stesso periodo l'appoggio a un'invasione in Iraq e' piombato dal 42 ad addirittura il 30 per cento

Diverse associazioni pacifiste tedesche hanno invitato a manifestare a Berlino tutti i lunedi', fino alla meta' di febbraio, contro un eventuale attacco americano all'Iraq. L'appello e' stato lanciato nel corso di un raduno, ieri, al quale hanno partecipato alcune centinaia di persone. I manifestanti hanno sfilato sulla Unterdenlinden, grande viale della capitale tedesca, con candele, cartelli e striscioni con scritte quali 'Fermate la guerra prima che cominci'. Secondo gli organizzatori - tra i quali i movimenti 'Pax Christi' e 'Donne per la pace' - i prossimi raduni del lunedi' dovranno anche ricordare le manifestazioni per la liberta' e la democrazia che si svolgevano nello stesso giorno della settimana a Lipsia nel 1989, negli ultimi mesi di vita della Ddr, prima della caduta del Muro di Berlino. Sabato scorso, alle dimostrazioni contro la guerra in Iraq hanno partecipato 10.000 persone in tutta la Germania, di cui 3.000 a Rostock (nordest), secondo la polizia.

Diverse migliaia di cristiani hanno partecipato a Washington a una giornata di preghiere e manifestazioni per la pace in Iraq. Lo hanno annunciato gli organizzatori dell'iniziativa. 'E' stata una bella e grande giornata, ha detto all'Afp il pastore Bob Edgar, segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese (Ncc), precisando che c'e' stata una cerimonia ecumenica alla cattedrale, seguita da una marcia di diverse migliaia di persone' e una veglia a lume di candela davanti alla Casa bianca. 'Non abbiamo bisogno di una guerra in Iraq, dove ci sono gli ispettori dell'Onu. Pensiamo che una guerra creerebbe piu' terroristi di quanti ne eliminerebbe', ha aggiunto. Un altro degli organizzatori, John Wallis, ha stimato in 3.500 il numero dei partecipanti al rito nella cattedrale. L'Ncc afferma di rappresentare oltre 50 milioni di fedeli - protestanti, anglicani e ortodossi - negli Stati Uniti

Il Parlamento centroamericano (Parlacen) si e' pronunciato contro un eventuale attacco delle forze anglo-americane contro l'Iraq, condannando al contempo qualsiasi intervento unilaterale senza il consenso delle Nazioni Unite. Il Parlacen - che ha sede in Guatemala ma e' ospite in questi giorni, per la prima volta nella sua storia, del Parlamento messicano - e' formato da 106 deputati di Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Panama e Repubblica Dominicana. Durante i tre giorni di sessioni a Citta' del Messico 20 parlamentari messicani assisteranno ai lavori in veste di osservatori. Il presidente di turno del Parlamento centroamericano, il guatemalteco Augusto Vela Mena, ha annunciato d'altra parte l' imminente pubblicazione di un documento in favore di un accordo di pace in Medio Oriente

Kuwait

Un americano e' stato ucciso ed uno ferito a colpi d'arma da fuoco nei pressi di un ristorante mac Donald a Nord di Kuwait City, hanno riferito fonti diplomatiche e l'emittente televisiva kuwaitianaLa sparatoria, secondo le fonti diplomatiche, ha avuto luogo su una autostrada non lontano da una base militare americana in Kuwait, Camp Doha. L'ambasciata americana ha confermato la morte di un cittadino americano e il ferimento di un altro, ma al momento non e' chiaro se le vittime siano militari o civili. Attualmente, si trovano in Kuwait oltre 15.000 soldati americani, in vista di un possibile attacco all'Iraq

Venezuela

L'ex presidente americano e premio Nobel per la pace Jimmy Carter ha incontrato il presidente venezuelano Hugo Chavez nel tentativo di mediare fra il governo di Caracas e l'opposizione. Ma intanto, al 50esimo giorno di sciopero generale, la situazione si fa piu' tesa dopo che due persone sono morte in scontri fra manifestanti pro e contro Chavez nello stato di Miranda. Sono saliti cosi' a sette i morti dall'inizio della protesta, il due dicembre. Carter ha definito positivo l'incontro e lasciato intendere che ve ne saranno altri. Anche il il segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani Cesar Gaviria si trova a Caracas per favorire un accordo fra Chavez e l'opposizione

Spagna

Una imbarcazione da carico e' affondata oggi con mille tonnellate di combustibile nella baia di Algeciras (stretto di Gibilterra, sud del paese) a causa di una avaria nella poppa, hanno informato fonti marittime. L'incidente e' avvenuto verso le 04.00 del mattino e il capitano dell'imbarcazione e' considerato disperso. Gli altri due marinai sono stati salvati. La Spabunker IV, utilizzata per il rifornimento di combustibile alle navi nel porto di Algeciras, si trova ora a 50 metri di profondita'. Le autorita' del porto hanno pronto un piano di pulizia in caso di fuoriuscite di combustibile

ITALIA

Parlamento

Dopo aver suscitato non poco clamore negli ambienti del software italiano, la proposta (ddl 1188) che mira ad introdurre il software libero nella Pubblica Amministrazione italiana inizia il suo cammino, giungendo oggi sul tavolo della commissione Affari Costituzionali del Senato.

Il primo firmatario della proposta, il senatore verde Fiorello Cortiana, ha applaudito all'impegno preso dalla Commissione spiegando che "quel disegno di legge cambierebbe profondamente il modello di sviluppo e il grado di innovazione della Pubblica Amministrazione italiana, tanto che lo stesso ministro Stanca si è sentito in dovere di istituire una apposita commissione che sta studiando l'adozione di software libero e opensource nella Pubblica Amministrazione."

Come noto, infatti, lo scorso novembre il ministero all'Innovazione aveva annunciato il varo di un organismo consultivo con il compito di valutare l'impatto e le conseguenze dell'introduzione del software aperto sulle strutture informatiche e sulle spese della PA.

Facendo un esplicito riferimento alle recenti iniziative di Microsoft per venire incontro alle esigenze di sicurezza del software delle istituzioni, Cortiana ha poi affermato che "l'approvazione di questo DDL sarebbe la migliore risposta alla proposta di shared source promossa da Microsoft, che si dimostra assolutamente inadeguata, visto che fornisce l'accesso al codice sorgente solo ad alcuni privilegiati, ma non consente la modificabilità e la libera distribuzione."

Si avvia a Palazzo Madama la seconda lettura del DDL diretto a risolvere l'annoso problema del precariato dei circa 20.000 insegnanti di religione cattolica istituendo appositi concorsi per la loro immissione nei ruoli dei docenti statali. Il ddl 1877, approvato dopo lunga e complessa lettura dai deputati, e' al primo punto dell'ordine del giorno delle sedute programmate dalla Commissione Istruzione da oggi pomeriggio a giovedi e che prevedono innanzitutto il seguito dell'audizione del Ministro dell'Istruzione, Universita' e ricerca sullo stato di attuazione del DLGS 204/98 sulla valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica, nonche' il seguito dell'indagine conoscitiva sui nuovi modelli organizzativi per la tutela e valorizzazione dei beni culturali. Tenendo conto di questi impegni urgenti la Commissione dovrebbe iniziare domani l'esame in referente del progetto normativo riguardante gli insegnanti di religione. Il testo approvato dalla Camera deve essere raccordato con altri 9 ddl presentati in materia da senatori di diversi gruppi e, pur essendo ampiamente condivisa l'esigenza di dare soluzione a precariato degli insegnanti di religione, le varie proposte divergono sulle modalita' di svolgimento dei concorsi, sulla formazione degli elenchi e sull'inserimento nei ruoli statali. E' molto probabile che i senatori introducano alcune modifiche rendendo necessario un nuovo passaggio a Montecitorio

Palestina

Proseguono i rastrellamenti delle truppe israeliane in tutta la Cisgiordania, che hanno portato dalla notte scorsa all'arresto di almeno altri tredici presunti estremisti palestinesi, sette dei quali gia' ricercati dalle forze di sicurezza. Lo ha reso noto la radio statale ebraica, secondo cui i soldati hanno anche proceduto all'abbattimento di un'abitazione a Dura, villaggio nel distretto di Hebron: apparteneva a un membro dei 'tanzim', la milizia armata di 'al-Fatah', principale fazione dell'Olp guidata dallo stesso Yasser Arafat, rispetto alla quale peraltro spesso agisce in modo del tutto fuori controllo; l'uomo, che non e' stato identificato, stando a fonti militari avrebbe partecipato a "diversi attentati terroristici". I nuovi arresti sono stati a loro volta motivati con l'intento di "smantellare le infrastrutture terroristiche" su cui si appoggerebbero gli autori di attacchi suicidi.

gror030121 (last edited 2008-06-26 09:51:04 by anonymous)