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VENEZUELA - Il referendum consultivo sulla gestione del presidente Hugo Chavez non si terr஠Lo ha deciso ieri il Tribunale supremo di giustizia (Tsj) venezuelano, che ha ordinato la sospensione della consultazione popolare prevista per il 2 febbraio prossimo. La decisione 蠳tata resa pubblica dal vicepresidente Jos頖icente Range, il quale ha auspicato che tutti i settori del Paese rispettino tale disposizione e vi si adeguino. L’Alta corte ha ordinato al Consiglio nazionale elettorale (Cne) – che aveva indetto il referendum su richiesta del partito governativo 'Movimento Quinta Repubblica' (Mvr) – di “astenersi da realizzare qualsiasi consultazione elettorale”. La sentenza, di fatto, obbliga il Cne a sospendere l’appuntamento con gli elettori per il 2 febbraio. Il quesito elettorale avrebbe consentito ai cittadini di pronunciarsi sull’eventuale allontanamento del presidente Chavez. Il risultato del referendum non aveva comunque carattere vincolante. Romulo Ranger, membro dell’esecutivo del Cne, aveva rivolto un appello alla Corte in relazione alla '‘parzialitҠdi uno dei membri del consiglio, Leonardo Pizani. “Essendo Pizani uno di quelli che ha sollecitato il referendum consultivo – chiedeva Ranger - non pu򠯲a trasformarsi da parte in causa a giudice imparziale”. (EB) VENEZUELA - Il referendum consultivo sulla gestione del presidente Hugo Chavez non si terr஠Lo ha deciso ieri il Tribunale supremo di giustizia (Tsj) venezuelano, che ha ordinato la sospensione della consultazione popolare prevista per il 2 febbraio prossimo. La decisione 蠳tata resa pubblica dal vicepresidente Jos頖icente Range, il quale ha auspicato che tutti i settori del Paese rispettino tale disposizione e vi si adeguino. L’Alta corte ha ordinato al Consiglio nazionale elettorale (Cne) – che aveva indetto il referendum su richiesta del partito governativo 'Movimento Quinta Repubblica' (Mvr) – di “astenersi da realizzare qualsiasi consultazione elettorale”. La sentenza, di fatto, obbliga il Cne a sospendere l’appuntamento con gli elettori per il 2 febbraio. Il quesito elettorale avrebbe consentito ai cittadini di pronunciarsi sull’eventuale allontanamento del presidente Chavez. Il risultato del referendum non aveva comunque carattere vincolante. Romulo Ranger, membro dell’esecutivo del Cne, aveva rivolto un appello alla Corte in relazione alla '‘parzialitҠdi uno dei membri del consiglio, Leonardo Pizani. “Essendo Pizani uno di quelli che ha sollecitato il referendum consultivo – chiedeva Ranger - non pu򠯲a trasformarsi da parte in causa a giudice imparziale”. (EB)


BOLIVIA - Il leader degli indigeni aymara boliviani, Felipe Quispe, alias ‘El Mallku’ (capo supremo in lingua autoctona), ha annunciato il suo pieno sostegno alle proteste avviate dieci giorni fa dai ‘cocaleros’ (produttori di coca) del Chapare (580 chilometri a sudest di La Paz). Quispe, che 蠩l principale dirigente della Confederazione sindacale unica dei contadini del Paese andino (Csutcb) 蠧iunto nelle ultime ore a Cochabamba per esprimere personalmente il proprio appoggio al dirigente dei ‘cocaleros’, Evo Morales Ayma. Le antiche rivalit࠴ra i due sembrano in questa occasione essere state messe ancora una volta da parte. Intanto, nel corso della giornata appena trascorsa, 蠧iunta notizia che gli indios quechua del Chapare hanno formato un gruppo armato per la difesa della causa indigena di fronte a quella che considerano una vera e propria repressione militare indiscriminata. Un uomo col volto coperto, identificatosi come il capo del sedicente ‘Esercito Dignit࠮azionale’, ha concesso un’intervista ad un corrispondente dell’agenzia Reuters a Colomi (45 chilometri a nordest di Cochabamba), avvisando che l’organizzazione non 蠡ncora entrata in azione ma che 蠯rmai pronta per farlo. “Stanno usando le pallottole e noi risponderemo”, ha dichiarato l’uomo. “Siamo ex combattenti dell’esercito boliviano – ha aggiunto – abbiamo armi che hanno usato i nostri parenti per difendere la nostra patria. Siamo disposti a lottare perch頳i apra un dialogo con il governo e non vogliamo che continui la strage dei nostri fratelli contadini”. Il riferimento 蠡l pesante bilancio delle violenze seguite alla mobilitazione dei ‘cocaleros’, costate finora la vita a sei coltivatori, un minatore e un soldato, caduto ieri in un’imboscata

Gr aperto alle 8.30.

GR Flash ore 9.30

GUERRA IRAQ - Lasciate la città. Questo il 'consiglio' del governo di Tokyo a tutti i cittadini giapponesi che si trovano in Iraq: e chi volesse andare nella capitale irachena, è meglio che cambi idea. Il ministero degli Esteri giapponese aveva già avvisato tutti i giapponesi di evacuare le altre zone dell'Iraq ma sinora aveva fatto eccezione per la capitale. "La tensione nel Golfo Persico sta crescendo - si legge in un comunicato - non è chiaro cosa potrà accadere ma la situazione potrebbe deteriorarsi immediatamente". "Raccomandiamo dunque - prosegue il ministero degli Esteri giapponese - di evacuare volontariamente la città perché un improvviso cambiamento delle circostanze potrebbe verificarsi immediatamente".

VENEZUELA - Il referendum consultivo sulla gestione del presidente Hugo Chavez non si terr஠Lo ha deciso ieri il Tribunale supremo di giustizia (Tsj) venezuelano, che ha ordinato la sospensione della consultazione popolare prevista per il 2 febbraio prossimo. La decisione 蠳tata resa pubblica dal vicepresidente Jos頖icente Range, il quale ha auspicato che tutti i settori del Paese rispettino tale disposizione e vi si adeguino. L’Alta corte ha ordinato al Consiglio nazionale elettorale (Cne) – che aveva indetto il referendum su richiesta del partito governativo 'Movimento Quinta Repubblica' (Mvr) – di “astenersi da realizzare qualsiasi consultazione elettorale”. La sentenza, di fatto, obbliga il Cne a sospendere l’appuntamento con gli elettori per il 2 febbraio. Il quesito elettorale avrebbe consentito ai cittadini di pronunciarsi sull’eventuale allontanamento del presidente Chavez. Il risultato del referendum non aveva comunque carattere vincolante. Romulo Ranger, membro dell’esecutivo del Cne, aveva rivolto un appello alla Corte in relazione alla '‘parzialitҠdi uno dei membri del consiglio, Leonardo Pizani. “Essendo Pizani uno di quelli che ha sollecitato il referendum consultivo – chiedeva Ranger - non pu򠯲a trasformarsi da parte in causa a giudice imparziale”. (EB)

BOLIVIA - Il leader degli indigeni aymara boliviani, Felipe Quispe, alias ‘El Mallku’ (capo supremo in lingua autoctona), ha annunciato il suo pieno sostegno alle proteste avviate dieci giorni fa dai ‘cocaleros’ (produttori di coca) del Chapare (580 chilometri a sudest di La Paz). Quispe, che 蠩l principale dirigente della Confederazione sindacale unica dei contadini del Paese andino (Csutcb) 蠧iunto nelle ultime ore a Cochabamba per esprimere personalmente il proprio appoggio al dirigente dei ‘cocaleros’, Evo Morales Ayma. Le antiche rivalit࠴ra i due sembrano in questa occasione essere state messe ancora una volta da parte. Intanto, nel corso della giornata appena trascorsa, 蠧iunta notizia che gli indios quechua del Chapare hanno formato un gruppo armato per la difesa della causa indigena di fronte a quella che considerano una vera e propria repressione militare indiscriminata. Un uomo col volto coperto, identificatosi come il capo del sedicente ‘Esercito Dignit࠮azionale’, ha concesso un’intervista ad un corrispondente dell’agenzia Reuters a Colomi (45 chilometri a nordest di Cochabamba), avvisando che l’organizzazione non 蠡ncora entrata in azione ma che 蠯rmai pronta per farlo. “Stanno usando le pallottole e noi risponderemo”, ha dichiarato l’uomo. “Siamo ex combattenti dell’esercito boliviano – ha aggiunto – abbiamo armi che hanno usato i nostri parenti per difendere la nostra patria. Siamo disposti a lottare perch頳i apra un dialogo con il governo e non vogliamo che continui la strage dei nostri fratelli contadini”. Il riferimento 蠡l pesante bilancio delle violenze seguite alla mobilitazione dei ‘cocaleros’, costate finora la vita a sei coltivatori, un minatore e un soldato, caduto ieri in un’imboscata

gror030123 (last edited 2008-06-26 09:51:03 by anonymous)