Ore 19.30

Sommario

G8-Genova: Dichiarazioni sconcertanti sulle indagini che riguardano i pestaggi nella caserma Bolzaneto.

Porto Alegre: Iniziano i lavori del forum

Davos: Continuano i preparativi per la manifestazione contro il WEF

Iraq:

Palestina: Ancora repressione nei territori mentre viene confermato l'arresto della moglie di Saadat leader del FPLP

Campi Rom: Spedizioni punitive in grande stile nel compo rom di Via di Salone

Indulto: Interrogazione parlamentare per l'ennesimo caso suicidio nel carcere di Buoncammino.


G8-Genova

'Non ci sono state violenze sessuali ne' molestie nella caserma di Bolzaneto', spiega sul numero di Panorama in edicola domani, il sostituto procuratore Vittorio Ranieri Miniati, che si appresta a chiudere l'indagine. La caserma genovese era stata descritta dai manifestanti fermati durante il G8 come un luogo di terribili violenze, anche sessuali. 'I poliziotti non facevano chiudere la porta del bagno: sono molestie?', si chiede Ranieri Miniati. E a proposito di un ragazzo che ha denunciato di aver subito, nudo, degli apprezzamenti da una donna in camice dice:'battute. A meno che non vogliamo considerare molestia lo spogliarsi in infermeria davanti a persone di sesso opposto'. Un altro ragazzo ha denunciato la frattura delle ossa di una mano, e secondo il pm, questo 'e' l'episodio piu' grave tra quelli denunciati'. Anche se 'non sara' facile dimostrare che il fatto sia successo in caserma'. Gli episodi altrettanto gravi, secondo Ranieri Miniati, sarebbero 'un paio, non di piu'. Per il resto qualche pugno e qualche schiaffo'. Le indagini comunque, assicura il pm a Panorama, si concluderanno entro febbraio. In conclusione, nel testo su Panorama domani, su 650 tra guardie carcerarie, poliziotti e carabinieri presenti in caserma, gli indagati sono un'ottantina. Ma solo nei confronti di circa quaranta dovrebbe essere chiesto il rinvio a giudizio.Intanto oggi a Roma iniziativa dei disobbedienti alla riunione di Magistratura Democratica.Ascoltiamo Fabio Galati del Mov. Disobb. di Roma.AUDIO

Sono sedici gli esponenti del movimento casertano che hanno ricevuto l'avviso di chiusura d'indagine per fatti che accaddero, a Sparanise (Ce), il 24 febbraio dello scorso anno. Ne ha dato notizia uno degli indagati durante la conferenza stampa che si e' svolta presso lo Ska e che dava notizie sulla richiesta di proroga delle indagini per tredici attivisti della Rete di Napoli. I 16 indagati, appartenenti al centro sociale Tempo Rosso sono accusati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (pm Luigi Landolfi) d'avere provocato incidenti nell'aula consiliare del comune di Sparanise, dove 11 mesi fa si stava svolgendo il congresso cittadino di Forza Italia.

Porto Alegre

Oggi nell'auditorio della Pontificia università cattolica (Puc) di Porto Alegre si terra' l'apertura ufficiale del Forum sociale mondiale. Vi parteciperà anche il neo-governatore dello stato di Rio Grande do Sul, Germano Rigotto (di evidente discendenza italiana). Nelle recenti elezioni amministrative Rigotto ha battuto, a sorpresa, la coalizione del Partito dei lavoratori (Pt), che guidava lo Stato. Dopo l'inaugurazione ad opera delle autorità nel pomeriggio, per le strade di Porto Alegre sfileranno le migliaia di partecipanti al Forum. La marcia di quest'anno sarà contro la militarizzazione e soprattutto contro la guerra .

Ore 17.00

G8-Genova

Non ci sono state violenze sessuali ne' molestie, e' la risposta perentoria del sostituto procuratore di Genova, Vittorio Ranieri Miniati, in un colloquio anticipato dal settimanale 'Panorama'. I poliziotti non facevano chiudere la porta del bagno: sono molestie?, si' chiede Ranieri Miniati. Per quanto riguarda gli apprezzamenti subiti rivolti a un ragazzo da una donna in camice, il sostituto liquida la vicenda come battute: a meno che - spiega - non vogliamo considerare molestia lo spogliarsi in infermeria davanti a persone di sesso opposto. A giudizio di Miniati, l'episodio piu' grave tra quelli denunciati riguarda un altro ragazzo che lamento' la frattura delle ossa di una mano, anche se - ad avviso del sostituto procuratore - non sara' facile dimostrare che il fatto sia accaduto in caserma. Gli episodi gravi sarebbero un paio, non di piu': per il resto - prosegue - qualche pugno e qualche schiaffo. Il Pm assicura che le indagini si concluderanno comunque entro febbraio. Su 650 tra guardie carcerarie, poliziotti e carabinieri presenti in caserma, gli indagati sono un'ottantina: ma solo nei confronti di circa 40 di loro dovrebbe essere chiesto il rinvio a giudizio.

Porto Alegre

Oggi nell'auditorio della Pontificia università cattolica (Puc) di Porto Alegre si terra' l'apertura ufficiale del Forum sociale mondiale. Vi parteciperà anche il neo-governatore dello stato di Rio Grande do Sul, Germano Rigotto (di evidente discendenza italiana). Nelle recenti elezioni amministrative Rigotto ha battuto, a sorpresa, la coalizione del Partito dei lavoratori (Pt), che guidava lo Stato. Dopo l'inaugurazione ad opera delle autorità nel pomeriggio, per le strade di Porto Alegre sfileranno le migliaia di partecipanti al Forum. La marcia di quest'anno sarà contro la militarizzazione e soprattutto contro la guerra . Infine nelle sale stampe del Forum i giornalisti hanno trovato computers con installato il sistema operativo 'Linux' (open source), l'unica alternativa mondiale allo strapotere della Microsoft di Bill Gates.

Davos

Da ieri e' pronta la tenda da circo per il media e convergence center a Davos. Ieri sono arrivate a Davos le prime persone, una delegazione del Comitato anti WTO svizzero. Avevano materiali per la manifestazione e per questo hanno subito due perquisizioni molto accurate (dalla polizia di Ginevra la prima, da quella di Saint Gallen la seconda).Alla seconda, i poliziotti volevano respingerli perche’ oltre a volantini e altri materiali per la manifestazione, avevano anche delle bombolette di colore. Rientrano nella lista delle cose proibite e hanno gettato nell’imbarazzo i poliziotti. Dicono: compratele al supermercato a davos. i nostri gli fanno: servono a fare gli striscioni. Risposta: ma quali striscioni, con scritto cosa? Sapete, non tutti gli striscioni sono consentiti (ah, si?). allora i nostri chiamano al telefono l’uomo del governo di davos, il quale si fa passare i poliziotti e li minaccia: se entro dieci minuti non li lasciate andare, arrivo io. Dunque i poliziotti prendono una copia di tutto e li lasciano andare.Il programma di oggi: alle 14.30 conferenza stampa. Alle 16 azione teatrale. Oggi inaugura il wef e anche public eye on davos, il contro vertice delle ong. A Zurigo intanto e' entrato in funzione il Media e convergence center alla Rote Fabrik

A Fideris, pochi chilometri da Davos, sono pronte le gabbie. Trattasi di una sorta di campo di concentramento... un'area isolata, in mezzo alle montagne, dove saranno fermati i treni con le persone che vogliono partecipare alla manifestazione di sabato. Una per una le persone dovranno passare attraverso metal detector, sotto l'occhio vigile delle telecamere e di una ventina di poliziotti, che hanno l'incarico di separare dai manifestanti buoni quelli cattivi. I cattivi non sarebbero arrestati (dicono), ma gli sara' impedito di arrivare a Davos. L'Alleanza di Olten, che promuove la manifestazione, non ci sta. E ha dichiarato: ci rifiutiamo di essere passati al setaccio.L'appello e' alla disobbedienza civile: rifiutarsi di scendere dal treno! Il messaggio alle autorita': se non ci fate passare, faremo il corteo a Landquart (fermata prima del treno) e non possiamo certo garantire di quello che potra' succedere.

Palestina

All'alba di questa mattina undici militanti palestinesi di Hamas e Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) sono stati arrestati da forze militari israeliane in Cisgiordania. Ieri il servizio segreto israeliano, lo Shin-Bet ha confermato l'arresto di Abla Saadat, moglie del capo dell'Fplp, Ahmed Saadat. Abla era scomparsa martedì scorso, al ponte di Allemby, posto di frontiera con la Giordania. La donna era in viaggio per Amman dove avrebbe preso un aereo che la doveva portare in Brasile per una serie di conferenze. Il marito Ahmed Saadat detenuto in una prigione a Gerico. L'organizzazione di cui è leader aveva rivendicato l'uccisione del ministro del turismo israeliano, Rehavam Zeevi, come ritorsione all'omicidio di Abu Ali Mustafa, segretario generale dell'Fplp, compiuto da agenti speciali di Tel Aviv a Ramallah, in Cisgiordania. Sempre questa mattina altri due palestinesi sono stati catturati a Khan Yunes, nella striscia di Gaza, perchè ritenuti responsabili del lancio di razzi contro insediamenti di coloni israeliani.

Le ruspe dell' esercito israeliano hanno demolito oggi sette abitazioni palestinesi nei pressi di Betlemme (Cisgiordania). Sei abitazioni sono state distrutte nel villaggio di Zaatara, la settima nella vicina localita' di Beit Taamar. Le autorita' militari israeliane sostengono che le abitazioni erano state costruite senza permesso edilizio. Durante i lavori di demolizione, tre palestinesi sono stati feriti negli scontri scoppiati con i soldati israeliani.

WTO

Gli Stati Uniti sono determinati a concludere entro il primo gennaio 2005 il ciclo di negoziati lanciati a Doha dall'Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Lo ha affermato oggi a Ginevra il Segretario di Stato americano al commercio Donald Evans. Il commercio e' molto importante per l'occupazione e per lo sviluppo economico di tutti i paesi e vogliamo concludere il round, ha detto Evans al termine di un incontro con il Direttore generale del Wto, Supachai Panitchpakdi. Liberalizzare gli scambi e' essenziale e tutti potranno trarre profitto dal successo del nuovo round, ha aggiunto. Gli Usa - ha affermato - hanno presentato proposte ambiziose nei settori dell'agricoltura, dell'accesso al mercato dei prodotti industriali e dei servizi nell'ambito delle trattative commerciali lanciate nel novembre del 2001 a Doha (Qatar) dai rappresentati dagli oltre 140 paesi membri del Wto.

Campi Rom

Polizia e carabinieri hanno effettuato un blitz, stamattina, nel campo nomadi di via di Salone, a Roma. L'operazione, coordinata dal dirigente del commissariato Casilino, ha visto anche la partecipazione di venti cavalieri del reparto a cavallo della Polizia di Stato. Nel corso dell'operazione, che segue di due giorni l'aggressione subita da un equipaggio di una 'volante' che era intervenuta per un controllo, sono state perquisite circa 300 baracche. Polizia e carabinieri hanno trovate ben 35 automezzi, tra auto e furgoni, risultati rubati. In seguito ai controlli, sono stati fermati e portati presso l'ufficio immigrazione della Questura di Roma 31 persone di origine rumena, che verranno rimpatriate domani con un volo charter.Le presenze, arrivate a 1.200,le condizioni igieniche sono precarie nel campo.

Indulto

Il deputato dei verdi Mauro Bulgarelli ha presentato un' interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia in merito al nuovo caso di suicidio verificatosi nel carcere Buoncammino di Cagliari. Ancora una volta un giovane, che sarebbe uscito tra soli due mesi, non ha retto le condizioni spesso intollerabili della detenzione. I casi di suicidio vanno moltiplicandosi in maniera allarmante, segno di una situazione dentro le carceri ormai esplosiva e che il governo nulla fa per fronteggiare. E' scandaloso, infatti, quanto sta avvenendo a proposito dell'indulto, bloccato da vergognosi giochi di potere condotti sulla pelle dei detenuti - conclude - nonostante esso sia l'unica risposta possibile allo stato di degrado del sistema penitenziario e giudiziario

GR ORE 13.00

Iraq

Lo scoop è di un quotidiano di Beirut, As-Safir: ecco la bozza della dichiarazione finale sulla crisi irachena che chiuderà il vertice di Istanbul dei sei ministri degli Esteri di Turchia, Iran, Arabia Saudita, Siria, Giordania ed Egitto. Nel documento si legge che "il fantasma della guerra sta incombendo" e "la guerra non dovrebbe essere la scelta per risolvere la crisi" irachena. E si afferma che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu "è l'unica autorità" in grado di determinare se l'Iraq stia attenendosi alle sue risoluzioni o no. Il testo attribuisce alla dirigenza di Baghdad la responsabilità della guerra del Golfo del 1991 e delle "successive sofferenze" della popolazione irachena, e si esorta il regime dell'Iraq "ad agire con determinazione per ristabilire la pace e l'ordine nella regione". Nella bozza, i sei Paesi esortano Baghdad a cooperare con gli ispettori dell'Onu incaricati del disarmo "fornendo tutte le informazioni di cui dispone e i materiali relativi ai suoi passati e presenti programmi nei settori delle armi di distruzione di massa". Al regime iracheno si chiede poi di evitare dichiarazioni ostili "che potrebbero far dubitare delle reali intenzioni dell'Iraq di attenersi alla Risoluzione 1441 delle Nazioni Unite". I ministri degli Esteri dei sei Paesi convenuti ad Istanbul, sempre secondo il documento pubblicato da As Safir, esortano l'Iraq a non cercare in futuro di dotarsi di armi di distruzione di massa, ad accettare un monitoraggio dell'Onu sul lungo periodo dopo che saranno stati raggiunti tutti gli obiettivi della Risoluzione 1441, ad adottare una politica che ispiri fiducia ai Paesi confinanti e a prendere misure decisive per raggiungere una riconciliazione nazionale. Servirà tutta l'arte diplomatica del Dipartimento di Stato per riguadagnare alla determinazione del presidente Bush un vasto consenso internazionale all'intervento armato in Iraq. Dopo le crepe apparse ieri in sede NATO e la dichiarazione congiunta di Chirac e Schroeder, l'irritazione di Rumsfeld, ora arriva la precisazione della Cina. Cha attraverso il ministero degli Esteri fa sapere di essere "molto vicina" alla posizione francese sulla questione irachena. Una dichiarazione pesante per i possibili riflessi in Consiglio di Sicurezza: come Parigi, a Palazzo di vetro anche Pechino ha diritto di veto. La portavoce del ministero degli Esteri Zhang Qiyue ha spiegato che Pechino "guarda con preoccupazione" all' "ammassarsi di forze militari" nel Golfo. Il ministro degli esteri francese Dominique de Villepin martedì scorso a New York ha detto che secondo Parigi "nulla oggi giustifica la preparazione di un'azione militare". De Villepin non aveva escluso che la Francia possa far uso del diritto di veto che le spetta come membro permanente del Consiglio di Sicurezza se gli Usa chiederanno al Consiglio una risoluzione che autorizzi l'uso della forza contro il regime di Saddam Hussein. E ieri il presidente Jacques Chirac, insieme al cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, ha dichiarato che l'unico ambito per una soluzione legittima alla crisi irachena sono le Nazioni Unite. Io non penso all'Europa come alla Francia e alla Germania. Penso che si tratti della vecchia Europa. Se si considera un vasto numero di altri Paesi europei, non sono dalla parte di Francia e Germania su questo tema. Sono al fianco degli Stati Uniti". Il segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld traduce in parole il contrasto con gli alleati, anche in sede NATO, sulla questione irachena, e lascia capire che gli USA su questo punto sono disposti a cercare sostegno altrove. Dalle pagine del Guardian, intanto, un'indiscrezione sulla guerra che si avvicina: le forze armate americane hanno stabilito "piani dettagliati" per proteggere i campi petroliferi iracheni. Perché non si ripetano gli incendi ai pozzi del 1991. Sulla questione irachena, lo scivolamento di Parigi su posizioni apertamente contrarie all'intervento, fino a poco fa difese in Europa solo dal governo Schroeder, aumenta l'irritazione di Washington, che con Rumsfeld fa capire di non escludere l' 'isolamento' di Francia e la Germania dal resto del Vecchio Continente. La dichiarazione del responsabile della Difesa USA arriva a poche ore da quella di Jacques Chirac e Gerhard Schroeder, unitie ieri nel chiedere una soluzione pacifica della crisi irachena. Secondo il New York Times, Washington chiederà ora a Parigi e Berlino, come agli altri Paesi alleati contrari a un intervento militare contro l'Iraq, almeno una dichiarazione esplicita sulle violazioni da parte di Baghdad delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Il problema, per Washington, è che sia Francia che Germania siedono nel Consiglio di Sicurezza e che Parigi, quale membro permanente, gode pure di diritto di veto. In vista di una "veloce incriminazione dell'Iraq da parte del Consiglio di sicurezza", che sostituirebbe la presentazione e il voto di una seconda risoluzione, gli Stati Uniti tessono la loro tela: sanno di poter contare sul sostegno, oltre che della Gran Bretagna, di Polonia, Spagna, e, sempre secondo quanto scrive il New York Times citando fonti dell'amministrazione, dell'Italia, oltre che altri Paesi europei, soprattutto ad est, dove la NATO si sta espandendo. Si tratta, insomma, di costruire un diffuso consenso all'intervento in Europa, per isolare Francia e Germania ed evitare pericolosi casi di 'contagio' della posizione franco-tedesca.

Quanto ai pozzi petroliferi, il Guardian rivela anche che il Dipartimento di Stato e il Pentagono hanno comunicato agli oppositori iracheni l'intenzione di misure di prevenzione incendi, durante una riunione a Washington prima di Natale. Alla riunione il Dipartimento di Stato avrebbe sostenuto che la protezione dei campi petroliferi era la "questione numero uno". Il segretario di Stato Colin Powell, da parte sua, ha assicurato che il petrolio dell'Iraq in caso di occupazione militare del Paese da parte di forze americane, sarà utilizzato "a beneficio" del popolo iracheno.

Palestina

L'esercito israeliano ha fermato durante la notte almeno tredici militanti palestinesi, in diverse operazioni condotte nella striscia di Gaza e in Cisgiordania. Secondo quanto riferisce la radio pubblica, agenti dei corpi speciali 'Mistarabim' e militari hanno fermato vicino a Khan Younis, a Gaza, due estremisti sospettati di avere lanciato nelle ultime settimane numerosi attacchi, con missili Qassam, contro insediamenti ebraici. In Cisgiordania, in manette sono finiti undici attivisti di Hamas e del Fronte popolare di liberazione della Palestina (Fplp). E' stata poi confermata la cattura, ieri, della moglie del leader dell'Fplp Ahmad Saadat. Abla Saadat e' stata bloccata e prelevata dallo Shin Bet mentre tentava di raggiungere Amman, in Giordania, per imbarcarsi su un volo che l'avrebbe portata in Brasile per il forum di Porto Alegre

Porto Alegre

Davos et Porto Alegre dans l'ombre de la crise irakienne

Le Forum économique mondial de Davos (Suisse) démarre, jeudi 23 janvier, pour cinq jours, en même temps que son pendant, le Forum social mondial de Porto Alegre (Brésil). Le nouveau président du Brésil, Luiz Inacio Lula da Silva, animateur traditionnel de Porto Alegre, fera cette année honneur au Forum économique mondial (WEF) après en avoir été ces deux dernières années l'un des critiques les plus virulents. Après un petit tour dans le Sud brésilien devant les opposants à la mondialisation, Lula sera dimanche à Davos, coquette station de sports d'hiver des Alpes suisses.

Surtout, de Porto Alegre à Davos, les incertitudes entourant une possible guerre en Irak devraient occuper largement les débats. Lundi, à la veille de la clôture de ces deux réunions, le chef des inspecteurs de l'ONU, Hans Blix, remettra au Conseil de sécurité son premier rapport sur le désarmement de Bagdad. Au même moment se déroulera à Porto Alegre un débat sur le thème : "En opposition aux guerres du XXIe siècle : comment construire la paix ?"

Déjà, mercredi, les parlementaires de gauche de nombreux pays ont manifesté leur opposition à une guerre en Irak, lors de débats dans le cadre du Forum parlementaire mondial, à Porto Alegre, prélude au Forum social mondial. "La priorité est de rejeter la guerre en Irak, car la tragédie d'une guerre touche en premier chef la population et les plus fragiles, les enfants", a déclaré le président de la Gauche unie européenne, Francis Wurtz. M. Wurtz a lu en séance le message d'un membre démocrate du Congrès américain, Dennis Kucinich (Ohio), qui a demandé à ses homologues "d'œuvrer pour encourager nos collègues et nos gouvernements à rechercher une solution pacifique", soulignant les manifestations pacifistes du week-end dernier aux Etats-Unis.

"Je ne me souviens pas d'une réunion organisée dans des circonstances aussi exceptionnelles, notamment en termes de complexité, de fragilité et aussi en termes de vulnérabilité de la situation mondiale", constate également Klaus Schwab, fondateur et président du rendez-vous de Davos. Dans la station suisse, plusieurs tables rondes seront consacrées à l'Irak, aux risques de guerre ou à ses conséquences pour la région et plusieurs responsables de la diplomatie seront présents. Le secrétaire d'Etat américain, Colin Powell, fera un aller-retour express. Il arrivera en toute fin de journée samedi à Davos, où il devrait rencontrer quelques-uns de ses homologues ou des chefs d'Etat et de gouvernement des pays proches de l'Irak. Il prononcera un discours en séance plénière le dimanche avant de reprendre l'avion pour Washington. Des responsables politiques de l'opposition irakienne feront le déplacement de Davos mardi pour discuter de la transition vers la démocratie dans leur pays.

Hormis ces quelques points communs, l'ambiance sera bien différente à Porto Alegre et à Davos, d'abord pour des raisons très pratiques : 100 000 personnes sont attendues au Brésil pour discuter sur le thème "Un autre monde est possible", alors que les ateliers sur le thème "Construire la confiance" n'attendent au mieux que 2 150 invités. Le seul intitulé de ce programme montre d'ailleurs que l'heure est à l'incertitude et aux remises en question à Davos : les marchés financiers s'effondrent, des scandales comptables secouent de grandes entreprises américaines comme Enron ou WorldCom et la guerre annoncée avec l'Irak pourrait ralentir encore une économie mondiale chancelante. L'inquiétude se marque également par des mesures de sécurité exceptionelles. La presse helvétique évoque "le plus grand système de sécurité jamais mis en place en temps de paix en Suisse". Pour la première fois, tout appareil qui entrera dans l'espace aérien au-dessus de Davos sans autorisation pourra être abattu.

Le Forum social, lui, paraît plus dynamique que jamais : ses promoteurs le voient se muer de mouvement de contestation du néo-libéralisme en force d'initiative. "Autant le premier FSM s'était affiché comme un contre-Davos, autant il a aujourd'hui acquis une dynamique propre et le FSM continuera d'exister même si Davos venait à s'arrêter", affirme Benoît Berger, du conseil international du FSM. L'ambition cette année est "d'implanter les alternatives et penser à la façon de faire", expliquent les organisateurs.

Olanda

Huit mois après la percée spectaculaire de la droite populiste, les Néerlandais ont retrouvé, mercredi 22 janvier, un paysage politique familier à l'issue des élections législatives, en plaçant au coude à coude les chrétiens-démocrates et les travaillistes. Avec 44 sièges, le parti chrétien-démocrate reste le premier du pays et se trouve dans une position privilégiée pour former le nouveau gouvernement de coalition. Le parti populiste de Pim Fortuyn, dont la percée avait constitué la grande surprise des élections de mai dernier, a subi une cuisante défaite. Les chrétiens-démocrates au pouvoir (CDA, Appel chrétien-démocrate) l'ont finalement remporté aux élections législatives hollandaises du mercredi 22 janvier, contrairement à ce que prévoyaient les derniers sondages, qui donnaient, mardi soir encore, l'opposition travailliste en tête.

Selon les résultats définitifs portant sur pratiquement 100 % des bulletins de vote, le CDA remporte 44 des 150 sièges du Parlement, et le Parti du travail (PvdA) vient en second avec 42 sièges, progressant toutefois fortement par rapport aux 23 dont il disposait dans la Chambre sortante, élue en mai 2002. Le CDA, lui, ne gagne qu'un nouveau siège. La Liste Pim Fortuyn (LPF, populiste) voit sa représentation fondre de 26 sièges dans la Chambre sortante à 8, ce qui en fait désormais seulement le cinquième parti au Parlement.

Bien que la première place leur échappe, les travaillistes n'en ont pas moins fêté leur résultat mercredi soir. "C'est une soirée formidable et un résultat formidable", a déclaré aux militants sociaux-démocrates le jeune et télégénique chef du parti travailliste, Wouter Bos, âgé de 39 ans, qui a toutefois reconnu qu'en raison de la bonne tenue du CDA en termes de sièges, son parti voyait s'envoler son ambition de faire du maire d'Amsterdam, Job Cohen, le chef de gouvernement des Pays-Bas.

Le fort soutien accordé par les électeurs aux deux piliers de la démocratie néerlandaise que sont le parti chrétien-démocrate et le parti travailliste laisse penser que l'on s'oriente peut-être vers la formation d'une grande coalition, après l'échec du gouvernement de coalition droite-LPF qu'ont fait chuter les populistes l'an dernier, au bout de quelques mois seulement de pouvoir.

PLUSIEURS POSSIBILITÉS DE COALITION

Rien n'est toutefois clair concernant la configuration de la future coalition après ces législatives, deuxièmes à se tenir en huit mois. Le CDA du premier ministre sortant, Jan Peter Balkenende, s'est engagé à rétablir la stabilité aux Pays-Bas après une année 2002 marquée par des turbulences politiques certaines. La victoire du CDA pourrait augurer d'un maintien de Balkenende à la tête du gouvernement. La coalition droite-populistes sortante, qui regroupait le CDA, le parti libéral VVD et la Liste Pim Fortuyn, a éclaté en octobre dernier à la suite de querelles entre ministres populistes, qui ont paralysé l'activité gouvernementale.

En vertu du système électoral néerlandais, une proportionnelle intégrale, la représentation nationale est traditionnellement très fractionnée et aucun parti ne peut espérer avoir à lui seul la majorité. La place de premier parti revêt une importance cruciale puisque c'est le représentant de ce parti qui négocie, en position de force, la formation de la future coalition.

Les résultats montrent que le tour de table sera très ouvert. Parmi les options les plus fréquemment envisagées figure une grande coalition entre les chrétiens-démocrates et les travaillistes. Wouter Bos a estimé qu'il y avait "clairement un soutien suffisant dans le pays pour une coalition stable et progressiste". En revanche, M. Balkenende a laissé toutes les options ouvertes : "Au début de la soirée, on avait l'impression que seul un gouvernement avec les travaillistes était possible, mais maintenant on voit que nous pouvons aussi former une coalition avec le VVD (libéraux) et le D66 (centristes) ou la LPF (Liste Pim Fortuyn, populiste)", a déclaré le premier ministre sortant.

Les résultats définitifs officiels seront communiqués le 27 janvier, lorsque toutes les voix, y compris celles des Néerlandais ayant voté à l'étranger, auront été comptabilisées.

Colombia

Si è conclusa con un “certo ottimismo”, a detta dei protagonisti, la prima riunione preliminare all’avvio di un negoziato di pace tra il governo colombiano e i paramilitari delle Auc (Autodifese unite). “Sta andando molto bene – ha commentato a ‘Radio Caracol’ monsignor Julio César Vidal, vescovo di Montería, uno dei partecipanti all’incontro – il processo continuerà con serietà”. Il presule ha preferito non fornire dettagli sul luogo dei colloqui, precisando che l’esecutivo del presidente Alvaro Uribe Vélez ha dato precise disposizioni ai presenti, invitandoli a mantenere il massimo riserbo. Fonti ufficiose, riportate dalla stampa locale, sostengono che l’incontro proseguirà anche oggi e che al termine dei lavori l’alto commissario per la pace del governo di Bogotá, Luis Carlos Restrepo, comunicherà ufficialmente l’esito. L’agenda del dialogo, che punta al disarmo dei 10mila uomini di Carlos Castaño Gil, contempla in primo luogo la liberazione degli ostaggi in mano ai paramilitari, la fine del reclutamento dei minori da parte del gruppo armato e il rientro degli sfollati a causa della violenza ai loro villaggi d’origine. Si tratta di un negoziato di pace senza precedenti, dal momento che il governo colombiano finora non aveva mai preso in considerazione l’avvio di una trattativa con i rivali ‘storici’ della guerriglia, accusati di massacri e altre vessazioni contro i civili

Venezuela

Il referendum consultivo sulla gestione del presidente Hugo Chavez non si terr஠Lo ha deciso ieri il Tribunale supremo di giustizia (Tsj) venezuelano, che ha ordinato la sospensione della consultazione popolare prevista per il 2 febbraio prossimo. La decisione 蠳tata resa pubblica dal vicepresidente Jos頖icente Range, il quale ha auspicato che tutti i settori del Paese rispettino tale disposizione e vi si adeguino. L’Alta corte ha ordinato al Consiglio nazionale elettorale (Cne) – che aveva indetto il referendum su richiesta del partito governativo 'Movimento Quinta Repubblica' (Mvr) – di “astenersi da realizzare qualsiasi consultazione elettorale”. La sentenza, di fatto, obbliga il Cne a sospendere l’appuntamento con gli elettori per il 2 febbraio. Il quesito elettorale avrebbe consentito ai cittadini di pronunciarsi sull’eventuale allontanamento del presidente Chavez. Il risultato del referendum non aveva comunque carattere vincolante. Romulo Ranger, membro dell’esecutivo del Cne, aveva rivolto un appello alla Corte in relazione alla '‘parzialitҠdi uno dei membri del consiglio, Leonardo Pizani. “Essendo Pizani uno di quelli che ha sollecitato il referendum consultivo – chiedeva Ranger - non pu򠯲a trasformarsi da parte in causa a giudice imparziale”.

ITALIA

Lavoro-Palermo

una cinquantina di operai dell' Imesi hanno protestato questa mattina a Villa Niscemi, sede di rappresentanza del Comune di Palermo. I lavoratori protestano contro la cessione della azienda da parte dell' Ansaldo-Breda. Gli operai hanno chiesto di incontrare il sindaco Diego Cammarata. Ma di fronte ad una risposta negativa hanno forzato il cancello superando le resistenze dei Vigili Urbani e sono riusciti ad entrare nel viale che immette alla villa. Ma sono stati bloccati da altri vigili urbani e dalla polizia. La questura ha aperto un' indagine per identificare gli autori dell'azione che dovranno rispondere di lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale

Casa-Palermo

La lettera firmata dal commissario straordinario del governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati ad organizzazioni criminali, rappresenta un primo passo verso la realizzazione dell'utilizzo immediato dei beni confiscati alla mafia per soddisfare le esigenze abitative di migliaia di famiglie che a Palermo vivono una cronica condizione di precariato e di disagio. Soddisfatto si dichiara il Comitato 12 luglio, che aveva aperto in città una vertenza per la soluzione di questo dramma collettivo: si sono susseguite azioni di lotta per portare all'interno delle istituzioni le proposte. Si è chiesto l'utilizzo dei beni immobili di proprietà degli enti pubblici (Comune, Provincia, Regione) lasciati a marcire da anni e si è chiesto di attuare una politica di risanamento del centro storico per venire incontro ai bisogni di chi non ha una casa senza per questo doversi sradicare dalla propria città, dal proprio quartiere.

Le lotte per la casa a Palermo hanno visto i momenti più decisi con l'occupazione della cattedrale nell'estate scorse, e settimane di vita all'addiaccio per chiedere la risoluzione dei loro problemi. Una soluzione, solo temporanea, si era trovata con il trasferimento di alcune delle famiglie in una cittadina a 40 km da Palermo, soluzione che non aveva però dato risposta ai reali problemi della città.

GR Flash ore 9.30

GUERRA IRAQ - Lasciate la città. Questo il 'consiglio' del governo di Tokyo a tutti i cittadini giapponesi che si trovano in Iraq: e chi volesse andare nella capitale irachena, è meglio che cambi idea. Il ministero degli Esteri giapponese aveva già avvisato tutti i giapponesi di evacuare le altre zone dell'Iraq ma sinora aveva fatto eccezione per la capitale. "La tensione nel Golfo Persico sta crescendo - si legge in un comunicato - non è chiaro cosa potrà accadere ma la situazione potrebbe deteriorarsi immediatamente". "Raccomandiamo dunque - prosegue il ministero degli Esteri giapponese - di evacuare volontariamente la città perché un improvviso cambiamento delle circostanze potrebbe verificarsi immediatamente".

VENEZUELA - Il referendum consultivo sulla gestione del presidente Hugo Chavez non si terr஠Lo ha deciso ieri il Tribunale supremo di giustizia (Tsj) venezuelano, che ha ordinato la sospensione della consultazione popolare prevista per il 2 febbraio prossimo. La decisione 蠳tata resa pubblica dal vicepresidente Jos頖icente Range, il quale ha auspicato che tutti i settori del Paese rispettino tale disposizione e vi si adeguino. L’Alta corte ha ordinato al Consiglio nazionale elettorale (Cne) – che aveva indetto il referendum su richiesta del partito governativo 'Movimento Quinta Repubblica' (Mvr) – di “astenersi da realizzare qualsiasi consultazione elettorale”. La sentenza, di fatto, obbliga il Cne a sospendere l’appuntamento con gli elettori per il 2 febbraio. Il quesito elettorale avrebbe consentito ai cittadini di pronunciarsi sull’eventuale allontanamento del presidente Chavez. Il risultato del referendum non aveva comunque carattere vincolante. Romulo Ranger, membro dell’esecutivo del Cne, aveva rivolto un appello alla Corte in relazione alla '‘parzialitҠdi uno dei membri del consiglio, Leonardo Pizani. “Essendo Pizani uno di quelli che ha sollecitato il referendum consultivo – chiedeva Ranger - non pu򠯲a trasformarsi da parte in causa a giudice imparziale”. (EB)

BOLIVIA - Il leader degli indigeni aymara boliviani, Felipe Quispe, alias ‘El Mallku’ (capo supremo in lingua autoctona), ha annunciato il suo pieno sostegno alle proteste avviate dieci giorni fa dai ‘cocaleros’ (produttori di coca) del Chapare (580 chilometri a sudest di La Paz). Quispe, che 蠩l principale dirigente della Confederazione sindacale unica dei contadini del Paese andino (Csutcb) 蠧iunto nelle ultime ore a Cochabamba per esprimere personalmente il proprio appoggio al dirigente dei ‘cocaleros’, Evo Morales Ayma. Le antiche rivalit࠴ra i due sembrano in questa occasione essere state messe ancora una volta da parte. Intanto, nel corso della giornata appena trascorsa, 蠧iunta notizia che gli indios quechua del Chapare hanno formato un gruppo armato per la difesa della causa indigena di fronte a quella che considerano una vera e propria repressione militare indiscriminata. Un uomo col volto coperto, identificatosi come il capo del sedicente ‘Esercito Dignit࠮azionale’, ha concesso un’intervista ad un corrispondente dell’agenzia Reuters a Colomi (45 chilometri a nordest di Cochabamba), avvisando che l’organizzazione non 蠡ncora entrata in azione ma che 蠯rmai pronta per farlo. “Stanno usando le pallottole e noi risponderemo”, ha dichiarato l’uomo. “Siamo ex combattenti dell’esercito boliviano – ha aggiunto – abbiamo armi che hanno usato i nostri parenti per difendere la nostra patria. Siamo disposti a lottare perch頳i apra un dialogo con il governo e non vogliamo che continui la strage dei nostri fratelli contadini”. Il riferimento 蠡l pesante bilancio delle violenze seguite alla mobilitazione dei ‘cocaleros’, costate finora la vita a sei coltivatori, un minatore e un soldato, caduto ieri in un’imboscata