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Iraq

Dopo settimane di indagini, gli ispettori dell'Onu in Iraq sono sempre piu' convinti che i tubi di alluminio, indicati da George Bush nel suo discorso alle Nazioni Unite lo scorso settembre come la prova del ‘continuo appetito’ di Saddam Hussein per gli ordigni atomici, non siano stati mai usati per arricchire l'uranio, procedimento base della ricerca militare nucleare. Lo rivela oggi il ‘Washington Post’ , citando fonti dell'amministrazione ed esperti di armamenti. L'Agenzia atomica internazionale (Aiea), nel rapporto preliminare presentato l'otto gennaio scorso, ha riferito che i tubi di alluminio non erano ‘direttamente utilizzabili’ per il procedimento, ma erano ‘adatti’ alla produzione di missili regolari di artiglieria, cosa che coincideva con la spiegazione data da Baghdad. Ma ora, precisa il Post, gli ispettori hanno ottenuto nuove prove a sostegno dell'ipotesi, che smentirebbe quindi quanto sostenuto da Bush ed altri membri del suo Consiglio di Sicurezza, nelle ultime settimane. Prove che verranno presentate lunedi' al Consiglio di Sicurezza durante il rapporto di Hans Blix Si tratterebbe delle famose prove che da mesi ormai bush dice di avere, le stesse citate da blair e ieri da berlusconi, prove inoppugnabili ma che non potevano essere mostrate. Prove che oggi rivelano tutta la loro fragilità.

La Russia si e' detta soddisfatta oggi dell'atteggiamento assunto dall'Iraq e si e' pronunciata per il proseguimento dell'attivita' degli ispettori internazionali anche dopo la prossima sessione del Consiglio di Sicurezza il 27 gennaio. Il viceministro agli esteri Yuri Fedotov, citato dall'agenzia Itar-Tass, ha detto che la posizione di Mosca, favorevole ad una ‘soluzione politica e diplomatica’ della crisi irachena e' sostenuto nel Consiglio di Sicurezza da altri paesi quali Francia, Germania e Cina, ed ha espresso la speranza che ‘il buon senso prevalga’

‘A Guantanamo si pratica sistematicamente la tortura. E' una detenzione illecita, al di fuori di qualsiasi convenzione internazionale. Giorni fa e' uscito un articolo che parlava di ufficiali i polizia italiani che avrebbero raccolto dichiarazioni di prigionieri detenuti a Guantanamo, non vorrei che quegli atti, se raccolti, entrino a far parte di fascicoli processuali’. Dal palco del congresso di Magistratura democratica arriva la denuncia sugli abusi che verrebbero compiuti all'interno della base militare americana. A farsene interprete e' il giudice Ignazio Juan Patrone, presidente di Medel, l'associazione che ragruppa i magistrati di sinistra in Europa. ‘Ho letto che saremmo una lobby potentissima di toghe rosse, in grado in influire sul Parlamento... ‘, esordisce ironicamente riprendendo il contenuto di un articolo pubblicato questa settimana su 'Panorama'. ‘Ci troviamo di fronte ad un declino dello Stato costituzionale di diritto’, avverte Patrone, che e' riscontrabile in molti paesi, dagli Usa al Regno Unito e ormai ‘la guerra e' tornata ad essere un mezzo ordinario per la risoluzione delle controversie internazionali’. Ed anche in Italia ‘la crisi dello Stato costituzionale di diritto e' ormai evidente’. ‘Non esiste solo una questione giustizia -sostiene il leader di Medel- ma questa e' inserita in una piu' ampia questione costituzionale, che riguarda sia l'equilibrio dei poteri che le norme sulla formazione delle fonti, mentre alcuni valori costituzionali sono in grave pericolo o vengono gia' negati’

Porto Alegre

Terra e acqua": in migliaia - c'e' chi dice centomila, chi ancora di piu' - hanno chiesto il diritto a coltivare la terra e l'uso dell'acqua per l'agricoltura. In migliaia dai cinque continenti, che hanno sfilato per le vie di Porto Alegre dando cosi' il via al terzo Forum Sociale Mondiale. Un corteo partito dal mercato pubblico della citta'capitale del Rio Grandel sud, e terminato nell'anfiteatro Port do Sol. La pioggia, miracolosamente, ha risparmiato la manifestazione resa allegra e colorata soprattutto dalla grande partecipazione dei brasiliani. Numerosi gli slogan e gli striscioni contro il presidente Usa Bush, reo di volere iniziare la guerra contro l'Iraq. I gruppi piu' numerosi erano latinoamericani, cileni, argentini, venezuelani, ma anche palestinesi. L'Italia era rappresentata dai militanti di Rifondazione, dai Verdi, dai Disobbedienti, e dallo striscione di Firenze citta' aperta

Palestina

In vista dei colloqui veri e propri che dovrebbero avviarsi domani, cominciano stasera al Cairo consultazioni ufficiose tra i rappresentanti di una decina di gruppi palestinesi di diverso orientamento - da quello di Al Fatah, diretto da Yasser Arafat, ad Hamas, alla Jihad islamica ed altri - promossi sotto l'egida del governo egiziano per valutare la possibilita' di una sospensione delle violenze nei territori ed in Israele. Ne ha dato notizia all'Ansa il delegato palestinese alla Lega Araba, Mohamed Sobeih, secondo il quale alcune delegazioni sono ancora in viaggio e arriveranno al Cairo nelle prossime ore. L' inizio dei colloqui era stato annunciato per mercoledi, ma e' stato successivamente rinviato in seguito - secondo notizie non confermate - alla richiesta fatta da Hamas e Jihad al governo egiziano di consentire la partecipazione anche di fazioni minori, come il Fronte di Liberazione della Palestina-Comando generale (capeggiato da Ahmed Jibril) e la filosiriana Saika. Il governo egiziano egiziano, secondo fonti non ufficiali, dovrebbe proporre ai delegati un documento che prevede il congelamento della lotta armata almeno per un anno per dare maggiori possibilita' agli sforzi di pace. Ai colloqui del Cairo - i primi di tutte le fazioni palestinesi nella storia del Medio Oriente - i promotori sollecitano la fine degli attentati suicidi in Israele, alla quale continuerebbe ad opporsi i 'tanzim', giovani combattenti, che come le 'brigate Al Aqsa', sono legati ad 'Al Fatah'. Piu' sfumate sarebbero le posizioni di Hamas e Jihad, che si dicono non disponibili a sospendere le azioni della resistenza armata nei territori palestinesi. Intanto al Cairo e' stata annunciata per domani la partenza del presidente egiziano Hosni Mubarak per una visita negli Emirati Arabi Uniti e nel Kuwait, dopo che ieri il ministro degli esteri, Ahmed Maher, e' partito per Istanbul, per partecipare alla riunione regionale sull' Iraq, insieme con i colleghi di Arabia Saudita, Siria, Giordania e Iran. ‘Credo che la riunione di Istanbul fara' arrivare un messaggio sulla necessita' di una soluzione pacifica della questione irachena - ha dichiarato Maher prima della partenza - sulla base delle risoluzioni internazionali. Il presidente Mubarak dal canto suo, ha chiesto che sia prolungato il tempo a disposizione degli ispettori Onu per completare i controlli in Iraq.

Sono due i sospetti estremisti palestinesi uccisi da soldati israeliani di pattuglia sul monte Ebal, localita' biblica situata poco a nord dell'attuale citta' cisgiordana di Nablus: tra essi anche un donna. Lo hanno precisato fonti dell'Esercito ebraico, secondo cui sarebbero stati gli avversari, un gruppo di quattro persone, ad aprire il fuoco sui soldati, incaricati di garantire la sicurezza del vicino insediamento di Shavei Shomron. Un terzo palestinese, ferito, e' stato arrestato; il quarto e' riuscito a far perdere le proprie tracce. "Abbiamo trovato loro addosso un fucile, bombe a mano ed esplosivo", ha riferito un portavoce militare. "Sembra che avessero progettato di servirsene contro i coloni oppure contro le truppe di stanza nell'insediamento".

L'operazione nella Striscia di Gaza si e' articllata in due distinti raid, il secondo dei quali ha riguardato il campo profughi di Rafah, nel settore sud dell'enclave; qui sono tra l'altro state demolite numerose case che, stando a fonti palestinesi sul posto, non sarebbero appartenute a estremisti o a loro parenti. Scoperto e fatto inoltre saltare in aria un tunnel sotterraneo che attraverso il confine metteva in collegamento con il Sinai egiziano, e che era presumibilmente utilizzato per il contrabbando di armi e di esplosivi a favore dei gruppi estremistici. Secondo quanto denunciato dall'Esercito ebraico, a Rafah i suoi soldati sarebbero finiti sotto il fuoco nemico, ma senza subire perdite. A Zaytoun sono state abbattute con la dinamite la casa di famiglia di Massoud Ayad, un attivista eliminato nel marzo 2001 per aver presuntamente ordito il traffico clandestino di armi, e quella di un miliziano ritenuto vicino ai guerriglieri libanesi di Hezbollah, rimasto ucciso due anni fa in una sparatoria.

Uno dei missili, da sei a dieci, lanciati dai tre elicotteri Apache intervenuti in appoggio alle truppe israeliane, che nella notte avevano fatto irruzione nel sobborgo di Zaytoun a Gaza citta', ha colpito la cappella anglicana di San Filippo, nell'ospedale 'Ahli' del capoluogo della Striscia. Lo hanno denunciato testimoni oculari

Palermo

E' finita in disordini la protesta di un centinaio di precari che da mesi chiedono di essere stabilizzati nei posti di lavoro. Dopo avere raggiunto Piazza Indipendenza, dove ha sede il governo della Regione, con un corteo che ha paralizzato il traffico nel centro della citta', gruppi di manifestanti si sono spostati in via Francesco Crispi, di fronte all'ingresso del porto ed hanno dato alle fiamme alcuni cassonetti e tagliato i copertoni degli autobus urbani in transito. Anche li' il traffico e' stato rallentato e sono dovute intervenire le forze dell'ordine per fare allontanare i dimostranti. Sei dei precari sono stati fermati dalla polizia. L'accusa nei loro confronti e' di danneggiamenti e di interruzione di pubblico servizio