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GR 19.30

ITALIA

Marina, ottiene gli ARRESTI DOMICILIARI (Indymedia) Genova. Il Tribunale del Riesame di Genova (riunitosi ieri 10 Febbraio per la seconda volta dopo l'istanza di Dicembre) ha accolto l'istanza degli avvocati di Marina Cugnaschi che mirava all'attenuazione delle misure di custodia cautelare. Marina pertanto passa dal carcere agli arresti domiciliari. Restano invece ancora in carcere Alberto Funaro, Vincenzo Vecchi, Carlo Cuccomarino, e Francesco Puglisi.

Domani inoltre si svolgerà l’interrogatorio di Alberto Funaro, altro indagato e ormai da due mesi detenuto nell’ambito dell’inchiesta su Genova, presso la Direzione Nazionale antimafia, in Via Giulia. Tutte e tuti sono quindi invitati a partecipare al sit in che si svolgerà in Largo lorenzo Perosi, davanti a Ponte Mazzini dalle 12.30, per la liberta di tutte e tutti .

Corrisp con Cris Cosentino

Ancora a proposito di compagni/e processate una notizia a cura del Martedì Autogestito:

Giovedì 13 febbraio si svolgerà l’ultima udienza del processo contro Roberta, Raoul e Fabrizio, accusati di partecipazione eorganizzazione di associazione sovversiva

“Immaginate di alzarvi una mattina e di trovarvi davanti, invece del solito caffè, le forze dell'ordine con un foglio in mano che vi accusa di essere una pericolosa sovversiva, che fa parte di una banda armata di cui avete letto il nome sul giornale. E poi vi arrestano. Vi portano via con violenza e vi sbattono in una cella di massima sicurezza.......” Con queste parole iniziava l’appello che il “Comitato di donne e femministe e lesbiche per la liberà di Roberta” aveva divulgato all’indomani del suo arresto, avvenuto il 16 luglio 2001. Durante i nove mesi in cui Roberta è rimasta in carcere, rinchiusa nel braccio di mas2sima sicurezza di Rebibbia femminile, le compagne hanno organizzato varie mobilitazioni, sia a carattere cittadino, sia a carattere nazionale e internazionale, in collaborazioni con i vari Comitati “Roberta libera” nati in Francia, Germania, Spagna, organizzando ripetutamente mobilitazioni in moltissime capitali europee. Insieme a Roberta era stato arrestato anche Fabrizio e, dopo qualche mese, Raoul, tutt’ora agli arresti domiciliari. Giovedì prossimo si svolgerà l’ultima udienza del processo che li vede accusati di associazione sovversiva. Si tratta del secondo processo che si conclude in pochi giorni con accuse dello stesso tipo, dopo la sentenza delle scorse settimane dell’appello al Processo contro compagne e compagni dell’area anarchica (il processo Marini), che si è concluso con la condanna per alcune compagne e compagni per associazione sovversiva, dopo che l’accusa era caduta in primo grado, e che quindi rappresenta un pericoloso oprecedente per i tanti processi in atto contro compagne e compagni. Roberta, Raoul e Fabrizio sono accusati grazie alla costruzione di un teorema orchestrato dalla magistratura e della Digos, basato sul calcolo delle probabilità e, ovviamente, non su prove certe. Inoltre la loro vicenda è caratterizzata da mesi e mesi di carcere preventivo. A proposito del carcereRoberta e Felicia, nel gennaio 2002, hanno scritto dal carcere di Rebibbia femminile: “Il carcere e' una struttura organizzata in maniera molto inefficiente e contraddittoria sotto ogni qualsiasi punto di vista, lo potremmo paragonare ad una voliera o allo zoo che ampliato e "abbellito" diviene come per magia un fottuto bio-parco che sempre di recinti e' costruito, cosi' come lo e' il carcere: tende a dare l'illusione di non trovarsi in una gabbia ma in uno spazio ampio e offrendo alcuni servizi (palestra, giardino, stereo, videoregistratore e tv con televideo, un paio di computers) bisogna ritenersi fortunate perche' invece che in uno zoo vivi in un bio-parco.” Acsoltiamo ora il servizio sull’udienza di giovedì 13 febbraio (ricordandovi che nello spazio Agenda del MFLA ci sarà un approfondimento più lungo, in cui riassumeremo tutta la vicenda processuale)

AUDIO (Proc Roberta breve)

Scioperi

La Fiom conferma lo sciopero di otto ore proclamato per il 21 febbraio e accusa Federmeccanica di comportamento anticostituzionale e antisindacale. "L'assurdita' della posizione" dell'associazione datoriale, scrive il sindacato in una nota, "finisce per tradursi in un divieto alle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di proclamre qualsiasi sciopero durante i quattro mesi della moratoria contrattuale. Siamo a una violazione del costituzionale diritto di sciopero - prosegue il comunicato - aggravata dalle successive dichiarazioni, che parlano di sanzioni individuali agli scioperanti, misure non ammesse dalla legislazione italiana e quindi, esse si', sanzionabili a norma dello Statuto dei lavoratori come attivita' antisciopero e antisindacale. La federmeccanica aveva deciso di sanzionare col ritardo della vacanza contratturale (metodo per recuperare l'inflazione carsica) la decisione dello sciopero da parte della Fiom, utilizzabndo una norma contenuta negli accordi del 93. Il confronto per il rinnovo contrattuale dei metalmeccanici si è aperto in una situazione particolarmente difficile, vuoi per la crisi che sta attraversando l'intero settore, a partire dalla Fiat e dall'auto, vuoi per l'atteggiamento aggressivo di Federmeccanica, vuoi infine per la divisione sindacale che ha portato Fim, Fiom e Uilm a presentare tre piattaforme separate. L'attacco di ieri al diritto di sciopero, comunque, dovrebbe essere percepito da tutte e tre le organizzazioni come una provocazione per i lavoratori, a prescindere dalla tessera di appartenenza. Il concetto sembra essere stato compreso dal segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi, che dichiara il suo disaccordo con «la decisione di Federmeccanica di sanzionare lo sciopero della Fiom. L'indennità di vacanza contrattuale non va tolta a nessuno». La minaccia dei padroni delle tute blu, infatti, si trasforma in un ricatto odioso nei confronti di qualsivoglia lavoratore che ritenga giusto l'appello della Fiom allo sciopero contro la politica economica e sociale del governo.

Napoli

Anche oggi manifestazioni e blocchi dei disoccupati a Napoli, che questa mattina hanno bloccato l'autostrada del sole.In circa 400 si sono ritrovati ai caselli autostradali, dove si è formata una coda lunga chilometri. Si tratta di disoccupati aderenti a varie sigle di lotta. Già ieri si erano svolte altre manifestazioni in altrecittà, che ormai si susseguono al ritmo di più al giorno. Il sindaco Iervolino, senza pronunciarsi sulle richieste dei disoccupati, ha voluto invece ricordare che i cortei devono limitarsi ad un massimo di uno al giorno(!!)

Le ispezioni che servono davvero: VERDI E PACIFISTI, VOGLIAMO 'ISPEZIONARE' CAMP DARBY

Alcuni deputati Verdi hanno chiesto al ministero della Difesa l'autorizzazione per compiere "visite ispettive, come prevede la legge", nelle basi militari "impegnate nelle operazioni di guerra in Afghanistan e in Iraq", a cominciare da quella di Camp Darby in Toscana. "Con questa iniziativa - spiegano - vogliamo rompere il muro di silenzio che avvolge le basi militari in Italia, impegnate nella preparazione della guerra contro l'Iraq. L'ingresso nelle basi di delegazioni parlamentari e di pacifisti e' un atto teso a verificare le dotazioni di armamenti, la presenza di proiettili ad uranio impoverito e le relative condizioni di sicurezza sociale e ambientale predisposte a tutela sia di chi lavora nella base sia delle popolazioni circostanti". "La base di Camp Darby - ricorda Bulgarelli - e' il piu' importante deposito operativo di ordigni bellici degli Stati Uniti in Italia: da questa base sono partite la quasi totalita' delle munizioni utilizzate nella guerra del Golfo nel ‘91 e in Serbia nel 1999. Utilizzeremo tutte le prerogative parlamentari per verificare la situazione delle basi, accertarne la sovranita' giuridica e nazionale nel rispetto della nostra Costituzione".

ESTERI:

Iraq

Anche l'iraq stesso boccia il piano franco tedesco di pace, che prevede l'invio di caschi blu dell'onu nel territorio, sostenendo che questo di fatto sarebbe una situazione di occupaszione. Crescono invece i consensi al prolungamento della missione degli ispettori: La Cina si unisce al fronte franco-tedesco-russo per ottenere il disarmo pacifico dell'Iraq e scongiurare la guerra. 'Sosteniamo ogni sforzo che contribuisca a risolvere politicamente la questione irachena', ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhang Qiyue, ribadendo che Pechino ritiene necessario concedere piu' tempo al lavoro degli ispettori dell'Onu. 'Stiamo cercando di fare il nostro meglio per trovare una soluzione politica nel quadro dell'Onu', ha aggiunto Zhang, secondo la quale la decisione di Baghdad di permettere il sorvolo degli aerei spia U2 dimostra 'l'atteggiamento piu' cooperativo' di Iraq. Sono solo 4 i paesi in seno la consigliio di sicurezza dell'onu che premono affinchè si arrivi ad un confronto armato. Si tratta di Gran Bretagna, Bulgaria e Spagna (oltre ovviamente agli USA) Quattro voti in tutto, dunque, vale a dire una ristretta minoranza del tutto insufficiente ad assecondare le richieste di chi, come Bush e Blair, spinge per l'inizio del conflitto contro Saddam Hussein. Se questo è lo scenario, anche la questione del possibile veto di Francia, Russia o Cina (che assieme a Usa e Gb sono i membri permamenti) risulterebbe superflua. Per avere valore, infatti, le decisioni del Consiglio di sicurezza non solo non devono avere il "no" di uno dei cinque Paesi con diritto di veto, ma devono comunque ottenere il voto favorevole di nove degli Stati che in quel momento fanno parte dell'esecutivo delle Nazioni Unite. E in questa fase secondo Berlino questo "quorum" non c'è. La fonte tedesca insiste così nel dire che "il governo non è assolutamente solo nella sua posizione", e ribadisce che Berlino e Parigi continuano a lavorare con altri Paesi a un piano che preveda "il potenziamento delle ispezioni, della raccolta delle informazioni e dei controlli sui commerci" iracheni. Ma smentisce che questo piano preveda l'invio di migliaia di caschi blu in Iraq. A proposito della spaccatura in sede Nato sui tempi della difesa della Turchia (altro tema che contrappone gli Usa da una parte e Francia, Germania e Belgio dall'altra), è ancora la stessa fonte a dire che iniziare adesso le operazioni di protezione come prevede il Trattato Atlantico, "invierebbe il segnale sbagliato", anche se ciò non significa che venga meno la solidarietà nei confronti di Ankara. Il profondo - e senza precedenti - strappo tra i Paesi della Nato non sembra destinato a ricucirsi rapidamente. Lo testimonia il fatto che a Bruxelles si proceda di rinvio in rinvio. La riunione degli ambasciatori dei 19 Stati membri dell'Alleanza, che già stamattina era stata spostata alle 16.30 di oggi pomeriggio, è stata infatti nuovamente rinviata.

Si stano intanto preparando le manifestazioni di protesta e in favore della pace in tutto il mondo Un giudice di New York ha avallato, lunedi', la decisione della municipalita' di New York d'impedire alle manifestazioni pacifiste, in programma venerdi' prossimo, il 14 febbraio, di svolgersi o di sfilare di fronte alle Nazioni Unite. Secondo il giudice, la decisione del Comune non viola i diritti d'espressione dei manifestanti, ma si limita a indicare dove possono diffondere il loro messaggio. Inoltre, il giudice ha notato che il divieto di manifestare davanti al Palazzo di Vetro dell'Onu non riguarda solo i pacifisti, ma e' generalizzato, dopo l'attacco terroristico dell'11 Settembre. La decisione del giudice e' stata criticata dal premio Nobel per la pace Desmond Tutut, presente a New York per partecipare alle manifestazioni per la pace in preparazione per venerdi', quando il Consiglio di Sicurezza si riunira' per ascoltare un rapporto dei capi degli ispettori dell'Onu in Iraq. Le organizzazioni pacifiste intendono ricorrere in appello contro la decisione del giudice.

Intanto l’europarlamentare Luisa Morgantini, è tornata dall'Iraq dove si è recata con una delegazione di 30 Parlamentari europei, di diverse formazioni politiche, ma accomunati/e da un netto rifiuto alla guerra. "La grande maggioranza di noi" afferma Luisa Morgantini in un articolo scritto per Liberazione al suo ritorno, "è convinta che questa guerra è dettata dalla volontà di dominio, non soltanto per il possesso del petrolio iracheno, ma per un nuovo colonialismo imperiale in tutta l'area mediorientale". La delegazione ha deciso però di non incontrarsi con i rappresentanti del governo iracheno. "Una decisione sofferta" commenta, che non ha trovato tutti d'accordo. Sono stati comunque incontrati alcuni rappresentanti del parlamento iracheno, che hanno sottolineato come questa guerra imminente contro l'Iraq sia anche una guerra contro l'Europa, "perchè" hanno affermato "L'America ha paura di un'Europa Unita" La delegazione ha visitato, tra le altre cose, un impianto petrolifero e un ospedale di maternità, dove sono state mostrate le fotografie dei sempre più numerosi casi di bambini nati deformi, a causa dell'uranio impoverito lasciato dai bombardamenti Usa.

Per quanto riguarda le mobilitazioni in Italia: è in corso dalle ore 16.30, nella facoltà di scienze piolitiche dell’Università La Sapienza di Roma,una assemblea cittadina di preparazione del corteo contro la guerra di sabarto 15 febbraio.

Missione di pace in Iraq di un gruppo di donne statunitensi (da Feminist Majority Foundation, 3 febbraio 2003) Il 1° febbtraio dodici donne Statunitensi sono partite per l’Iraq per una missione di pace di otto giorni dal nome “codice rosa” , a cui hanno successivamente aderito altri gruppi di donne dall’Europa, dall'Australia e dal Ruanda per protestare contro l'azione militare degli Stati Uniti contro l'Iraq. La delegazione degli Stati Uniti include le donne di diverse appartenenze religiose e di diverse professioni da California, Texas, New York, e Washington DC. La missione prevede la visita ad un ospedale per bambine e bambini, un orfanotrofio e un rifugio di Bagdad bombardato nel 1991 durante la guerra del golfo. Feminist Majority si unisce all'Organizzazione Nazionale per le Donne degli USA e ad altri gruppi del progressisti nell'invitare i nostri funzionari ad utilizzare tutte le forme della e ad opporsi alla guerra contro l'Iraq.

Un piano diabolico Il piano del governo inglese per i/le rifugiati/e: rimpatriarli/e (a cura del Martedì autogestito da femministe e lesbiche)

Il governo laburista inglese ha approntato il suo piano per ridurre drasticamente il numero di richiedenti asilo, proponendone il rimpatrio in così dette "zone di protezione", controllate dalle Nazioni Unite. E' stato pubblicato in anteprima dal quotidiano inglese The Guardian. Il piano, redatto dall'ufficio di gabinetto insieme al ministero degli interni, delinea la politica per “in nuovo sistema di asilo globale” e “una nuova visione per i profughi”. Ma vediamo cosa prevede questo piano: innanzitutto l’istituzione di “zone di protezione”, dove i/le richiedenti asilo verrebbero deportati in attesa che siano esaminate le loro domande. Quali sono queste zone? Nel documento ci sono alcuni esempi: la Turchia, l’Iran e il Kurdistan iracheno diventerebbero “zone protette” per i/le profughi/e iracheni/e; per i/le profughi/e algerini/e, invece, la “zona protetta” dovrebbe essere il Marocco; per chi proviene dal sud della Somalia, “zone protette” dovrebbero essere le regioni a nord della Somalia; Ucraina e Russia sarebbero invece quelle destinate ai/alle migranti dell’est europeo. Di fatto, secondo questo documento, chi chiede asilo in Gran Bretagna perde il diritto di farlo, e viene rimpatriato/a ancora prima che sia esaminata la sua domanda. Ma non è tutto: per “affrontare il problema delle migrazioni alla radice”, il piano (ha un piano!) prevede una serie di interventi diretti nei paesi da cui proviene la maggior parte dei/delle profughi/e, che vanno dagli aiuti economici, all’emanazione di sanzioni, fino, come dubitarne, all’intervento militare. Il piano del governo laburista in materia di immigrazione e richieste d’asilo, doveva essere presentato ieri all’alto commissario dell’Onu per i profughi, Ruud Lubbers, ma l'attenzione del governo inglese è oggi tutta incentrata sugli scenari di una guerra imminente, e il piano in questione è stato solo momentaneamente accantonato. Se ne parlerà nei prossimi giorni.

Diritti civili soppressi in U.S.A

BUSH ROVESCIA I DIRITTI CIVILI Una legge preparata in gran segreto dal dipartimento di giustizia stabilisce, tra l'altro, che «dovrà essere la persona arrestata a dover dimostrare di non essere pericolosa»

Il governo americano ha messo a punto una legge destinata a espandere ulteriormente gli enormi poteri che già si è dato in termini di violazione dei diritti e nessuno lo sa. O meglio nessuno lo sapeva fino all'altro ieri, quando un gruppo impegnato nella difesa delle libertà civili chiamato Center for Public Integrity ha «ottenuto» e diffuso il testo della nuova legge di cui per mesi il dipartimento della Giustizia aveva negato la stessa esistenza. Si chiama Domestic Security Enhancement (incremento della sicurezza interna). Un esempio? Fra gli «enhancement» che la nuova legge prevede c'è anche la proibizione di rendere pubblici i rapporti sull'uso di agenti chimici da parte delle fabriche. Le compagnie, attualmente, sono obbligate a redigere quei rapporti e a renderli pubblici perché si ritiene giusto che coloro che abitano nei pressi delle fabbriche sappiano a quali eventuali pericoli vanno incontro. Ma ora il dipartimento della Giustiza, che è quello che materialmente ha preparato il testo della nuova legge, dice che quei rapporti potrebbero dare «suggerimenti» ai terroristi e vuole che restino segreti, il che significa che le compagnie potranno fare quello che vogliono senza quei rompiscatole degli ambientalisti fra i piedi. Per il resto, la nuova legge, sembra un Patriot Act al quadrato, nel senso che tutte le restrizioni previste da quella legge votata nell'ottobre 2001, all'indomani dell'attacco alle Torri Gemelle, vengono inasprite a livelli inusitati. Fra le cose che prevede, oltre al «regalo» alle fabbriche inquinanti, ci sono cose come la sostanziale estensione del concetto di «enemy combatant» a tutti quelli che vengono arrestati. Attualmente, per mantenere il segreto sull'arresto e sulle sue ragioni uno deve essere dichiarato «nemico combattente», con la nuova legge non più, si arresta uno e non si dice nulla semplicemente perché il dipartimento della Gistizia ritiene che sia meglio così; si stabilisce che deve essere l'arrestato a «dimostrare» le ragioni per cui ritiene che gli debba essere concessa la libertà su cauzione e non il contrario (attualmente è l'accusa, ovviamente, a dover dimosrare la sua «pericolosità»); si riconosce il diritto al governo di espellere chiunque venga accusato (non riconosciuto colpevole, semplicemente accusato) di terrorismo o di fiancheggianento, e se si tratta di un cittadino americano lo si può privare della sua cittadinanza. Insomma «la legge sui diritti viene completamente rovesciata», dice John Conyers, un deputato democratico del Michigan che è stato uno dei primi, ieri, a commentare la novità. Un altro è stato David Cole, professore alla facoltà di legge della Georgetown University e autore di Terrorismo e Costituzione. «E' impressionante - ha detto - che siano stati capaci di arrivare fino a questo punto e abbiano continuato a dire che non c'era niente di nuovo». Già perché questa bella pensata è stata accompagnata dalla negazione sistematica che qualcosa si stesse preparando.

Afganistan

Caccia-bombardieri della coalizione internazionale anti-terrorismo guidata dagli Stati Uniti sono dovuti intervenire e sganciare bombe a guida laser dopo che un convoglio delle forze speciali americane era finito sotto attacco nell'Afghanistan centrale. Lo ha dichiarato un portavoce del contingente Usa, colonnello Roger King, secondo cui contro i commilitoni in marcia nella valle di Baghran, situata nella provincia di Uruzgan, e' stato aperto il fuoco con mitragliatrici pesanti e lanciagranate. E' stato allora chiesto l'appoggio dei caccia tra cui, stando a fonti del ministero della Difesa dei Paesi Bassi, almeno due F-16 olandesi e alcuni A-10 americani. Gli aerei hanno lanciato cinque bombe 'Gbu-12' e sparato oltre un centinaio di colpi, ha precisato King. Presi di mira almeno cinque uomini armati nonche' tre caverne, ove avevano trovato riparo gli aggressori; costoro di fronte alla reazione della coalizione si sono infine dati alla fuga. Da ieri l'Olanda, insieme alla Germania, hanno avvicendato la Turchia al comando dell'Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza in Afghanistan. Il loro mandato durera' sei mesi.

Situazione delle donne in Afghanistan

"Alla vigilia di una nuova guerra, ci sembra fondamentale tirare le fila di quella ancora in corso in Afghanistan, e degli effetti sulla vita delle donne di quella "libertà duratura" tristemente annunciata. L'ultimo rapporto pubblicato dallo Human Right Watch a dicembre 2002, "Vogliamo vivere come esseri umani. Repressione contro donne e ragazze nell' Afghanistan occidentale". Il rapporto, di 52 pagine, insiste sulle misure repressive sempre più pesanti imposte alle donne e alle bambine da Ismail Khan, il governatore locale di Herat che beneficia dell'assistenza militare e finanziaria degli Stati Uniti. Human Rights Watch documenta anche come la situazione di Herat sia sintomatica di un peggioramento delle condizioni di vita di donne e bambine in tutto il paese.

Kenya. Ragazze fuggono da casa per evitare l'infibulazione

Nairobi, 7 febbraio 2003

Cento ragazze keniane si nascondono dopo essere fuggite dai loro genitori che volevano obbligarle a sottostare all'infibulazione, nonostante questa dolorosa pratica sia fuorilegge in Kenya dal 2001. In un articolo sul suo sito, la Bbc ha riferito che le giovani, quasi tutte al di sotto dei 16 anni, si sono rifugiate in piccole chiese di campagna nella regione sud-occidentale del Paese. In questa stessa zona, altre 700 ragazze non sono fuggite, ma sono ai ferri corti con i genitori per non sottostare alla pratica della mutilazione genitale. L'infibulazione è praticata normalmente nelle zone rurali del Kenya e nella vicina Somalia. Agnes Yapan, coordinatrice dell'organizzazione non governativa femminile keniana 'Maendeleo Ya Wanawake', si sta prendendo personalmente cura di 33 ragazze che si sono nascoste a Narok.

Europa - Microsoft

L'Associazione delle Industrie di Computer e Comunicazioni ha presentato un esposto contro la Microsoft presso la Commissione antitrust europea, sostenendo che l'ultima versione XP di Windows fornisce alla societa' di Bill Gates un vantaggio illecito che uccide la competizione. Secondo l'associazione il dominio schiacciante e l'abuso di posizione dominante raggiunge ogni angolo d'Europa e danneggia virtualmente ogni impresa e consumatore che usa un computer. L'esistenza del ricorso - un documento di 260 pagine - e' stata resa nota solo oggi, ma la presentazione ufficiale all'esecutivo Ue e' stata effettuata il 31 gennaio.

APPROFONDIMENTI a cura del MARTEDì Autogestito da femministe e lesbiche:

1)Basta un poco di zucchero... ovvero: anche la mestruazione diventa flessibile, come il mercato

Sta per concludere il suo percorso amministrativo la "pillola stagionale", un farmaco studiato per ridurre da 13 a 4 il numero dei cicli mestruali durante l'anno. "Oggi la vita è più dinamica, e certi impegni sono inconciliabili con l'effetto spiacevole del ciclo", questo, in sostanza, lo slogan che accompagna il lancio sul mercato di questo anticoncezionale a lungo termine, che, secondo la casa farmaceutica che l'ha lanciata, andrebbe a vantaggio di due categorie di donne: quelle che soffrono di alcune patologie e hanno dolori molto forti, e, appunto, "quelle che hanno bisogno di saltare il ciclo per affrontare più liberamente una vita di movimento e lavoro". Ne da notizia il Corriere della Sera, e la giornalista si chiede "come la donna italiana accoglierà questa nuova proposta". Peccato che la stampa non si chieda, con altrettanta apprensione, come la "donna italiana" accolga la sempre più massiccia presenza di obiettori antiabortisti dentro gli ospedali (e ora anche nei consultori) e la continua chiusura dei consultori con smatellamento dei servizi. Solo nel Lazio, la giunta di centro destra ha chiuso finora ben 20 centri dove era possibile praticare l'interruzione di gravidanza. Di conseguenza, a Roma il numero di donne che stanno per superare i tre mesi consentiti dalla legge per abortire, è raddoppiato negli ultimi anni (quest'anno sarebbero oltre 3000), e stiamo anche assistendo ad un aumento dei così detti "viaggi dell'aborto", la cui meta principale rimane Londra, dove i tempi per l'interruzione sono più lunghi, ma anche, più semplicemente, le mete diventano quelle regioni d'Italia più laiche, dove abortire è meno complicato e dove alcuni servizi rimangono garantiti. Ma a questo punto risulta evidente che non è la salute e il benessere delle donne ciò che sta a cuore a governanti e case farmaceutiche. E' il mercato, con la sua flessibilità tanto osannata, ad esigere anche mestruazioni flessibili.

2)I vescovi piegano l'Ue: il Paese del papa non cambierà la legge contro l'interruzione volontaria della gravidanza

<<Nessuno dei prossimi Trattati dell'Unione europea, potrà intaccare il diritto della Repubblica di Polonia a regolare le politiche che riguardano la morale e che riguardano la protezione della vita umana» Questa la clausola, contenuta nel Trattato di adesione dell Polonia alla comunità europea, che accontenta il governo ma non fa ancora felice l'arcivescovo Tadeusz Goclowski: «non risponde pienamente alle nostre aspettative». Per «nostre aspettative» si intende che l'Unione dovrebbe proteggere la vita dalla nascita fino alla morte naturale e definire il matrimonio come l'unione tra persone di sesso differente. C'è voluto un lungo braccio di ferro ma i vescovi polacchi ce l'hanno fatta: per entrare in Europa la Polonia non dovrà in nessun caso rimettere in discussione la sua legge sull'aborto, approvata recentemente dopo 40 anni di liberalizzazione. Un successo, per i vescovi non per l'Europa, che si inserisce nella strategia di neocristianizzazione del continente portata avanti con il blocco della ricerca sugli embrioni e l'arma del consenso politico sulle «comune radici cristiane» da inserire nella futura Costituzione europea. Ed è un successo ampio visto che la dichiarazione di salvaguardia delle leggi polacche «a protezione della vita umana» suona come una bacchettata contro l'aborto a cui si inchina l'Europa intera.

Giusto il 3 luglio scorso il parlamento europeo approvava tra mille difficoltà un rapporto della socialista belga, Anne Van Lancker, sulla salute riproduttiva in Europa che sottolineava la necessità di legare una legislazione alquanto permissiva sull'aborto, disponibilità di anticoncezionali ed accesso a servizi di pianificazione familiare di alta qualità come l'unica via percorribile per ridurre le interruzioni volontarie di gravidanza. Nel documento si esprimeva anche preoccupazione per la situazione polacca in cui la proibizione dell'aborto, dopo 40 anni di liberalizzazione, porterà, com'è facile prevedere, a massicce emigrazioni verso le cliniche dei paesi vicini (lo stesso cammino che compiono irlandesi e portoghesi) o al rifiorire di interventi clandestini, alla faccia della protezione della salute della donna.

Un episodio tutto polacco nella più amplia offensiva religiosa contro l'Unione e contro i diritti e le libertà delle donne. La strategia generale passa adesso per l'introduzione della referenza religiosa nella Costituzione europea, un cammino che sembra ormai in discesa visto che la maggioranza dei paesi e dei membri del presidium, l'organo pensante della Convenzione europea, sono già d'accordo con quanto chiede il papa.

3)Trasferita una detenuta che ha fatto causa per ottenere l’aborto

Ufficiali della prigione di Harris County negli Stati Uniti, hanno trasferito in una prigione statale una detenuta incinta aveva fatto causa contro la contea perché le era stata ripetutamente negata la richiesta di aborto. Annette Lamoreaux, avvocata del sindacato American Civil Liberties (ACLU) che ha seguito la causa a favore della detenuta, intende procedere contro lo sceriffo Tommy Thomas malgrado il trasferimento della donna. Thomas è chiamato in causa, perché è responsabile delle condizioni carcerarie nella prigione di Harris County. La detenuta è stata sottoposta a custodia dopo avere, nell?ultimo mese, violato i termini della libertà condizionale. Ora deve scontare due anni nella prigione dello stato. Subito dopo essere stata sottoposta a custodia ha fatto ripetutamente richiesta per abortire. I funzionari della prigione gli hanno detto che aveva bisogno di un mandato. L?ACLU denuncia che una tale richiesta viola i diritti costituzionali della detenuta. Come conseguenza del trasferimento, la contea probabilmente presenterà un mozione per archiviare la causa perché la donna non è più nella sua giurisdizione. Lamoreaux ha detto che la causa può essere portata avanti, perché è stata classificata come class action. “La natura di un class action è che esso si applica ad altre situazioni simili e, in questo caso, a chiunque in custodia della contea voglia abortire o vorrà farlo in futuro” ha detto Lamoreaux. La detenuta, che è incinta da circa nove settimane, ora rinnoverà i suoi tentativi per ottenere l?aborto. Larry Fitzgerald, il portavoce del Dipartimento di giustizia criminale del Texas, ha dichiarato che la donna non ha bisogno di un mandato della corte per ottenere la procedura. Deve, tuttavia, pagare l'aborto così come le spese di trasporto e i costi degli agenti che la devono accompagnare. “Se una detenuta porta a termine una gravidanza noi ci prenderemmo carico delle spese”, ha detto Fitzgerald.

Nato

E' stata rimandata a questo pomeriggio, a Bruxelles, la riunione dell'Alleanza che dovrà discutere della spaccatura creatasi in seno alla Nato dopo il veto posto da Francia, Germania e Belgio alla pianificazione strategica per la difesa della Turchia. Lo ha detto una fonte diplomatica al quartier generale dell'Alleanza, affermando che "le 16.30 potrebbero essere un tempo ragionevole per riprendere" le discussioni interrotte ieri. Le fonti hanno indicato che il segretario generale Lord Robertson ha preferito riprendere le consultazioni per il momento a livello informale, nel consueto pranzo degli ambasciatori del martedì. E oggi proprio il belgio ha specificato che la decisione di porre il veto nasce non dal rifiuto della necesssità di difesaa della turchia, ma dalla ricvhiesta di uinviare proprie truppe, il ghce equivarrebbe a saancira un a entraata in guerra in ogni caso.

Iraq

Amche l'iraq stesso bioccia il piano franco tedesco di pace, chje prevede l'invio di caschi blu dell'onu nel territorio, sostenendo che questo di fatto sarebbe una situazione di occupaszione. Crescono invece i consensi al proluungamento della missione degli ispettori: La Cina si unisce al fronte franco-tedesco-russo per ottenere il disarmo pacifico dell'Iraq e scongiurare la guerra. 'Sosteniamo ogni sforzo che contribuisca a risolvere politicamente la questione irachena', ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhang Qiyue, ribadendo che Pechino ritiene necessario concedere piu' tempo al lavoro degli ispettori dell'Onu. 'Stiamo cercando di fare il nostro meglio per trovare una soluzione politica nel quadro dell'Onu', ha aggiunto Zhang, secondo la quale la decisione di Baghdad di permettere il sorvolo degli aerei spia U2 dimostra 'l'atteggiamento piu' cooperativo' di Iraq. Sono solo 4 i paesi in seno la consigliio di sicurezza dell'onu che premono affinchè si arrivi ad un confronto armato

Si stano intanto preparando le manifestazioni di protesta e in favore della pace in tutto il mondo Un giudice di New York ha avallato, lunedi', la decisione della municipalita' di New York d'impedire alle manifestazioni pacifiste, in programma venerdi' prossimo, il 14 febbraio, di svolgersi o di sfilare di fronte alle Nazioni Unite. Secondo il giudice, la decisione del Comune non viola i diritti d'espressione dei manifestanti, ma si limita a indicare dove possono diffondere il loro messaggio. Inoltre, il giudice ha notato che il divieto di manifestare davanti al Palazzo di Vetro dell'Onu non riguarda solo i pacifisti, ma e' generalizzato, dopo l'attacco terroristico dell'11 Settembre. La decisione del giudice e' stata criticata dal premio Nobel per la pace Desmond Tutut, presente a New York per partecipare alle manifestazioni per la pace in preparazione per venerdi', quando il Consiglio di Sicurezza si riunira' per ascoltare un rapporto dei capi degli ispettori dell'Onu in Iraq. Le organizzazioni pacifiste intendono ricorrere in appello contro la decisione del giudice.

Cresce negli Stati Uniti il sostegno a un intervento militare contro l'Iraq anche senza il via libera delle Nazioni Unite. Secondo un sondaggio compiuto dal network 'Abc' e dal 'Washington Post', il 57 per cento degli intervistati si dice a favore di un attacco anche di fronte a obiezioni del Consiglio di sicurezza e il 63 per cento considera sufficienti le prove presentate dall'amministrazione Bush contro il regime di Saddam Hussein. Si tratta di un nuovo picco nel favore del popolo americano alla guerra, rispetto al 48 per cento registrato meno di un mese fa

Afganistan

Caccia-bombardieri della coalizione internazionale anti-terrorismo guidata dagli Stati Uniti sono dovuti intervenire e sganciare bombe a guida laser dopo che un convoglio delle forze speciali americane era finito sotto attacco nell'Afghanistan centrale. Lo ha dichiarato un portavoce del contingente Usa, colonnello Roger King, secondo cui contro i commilitoni in marcia nella valle di Baghran, situata nella provincia di Uruzgan, e' stato aperto il fuoco con mitragliatrici pesanti e lanciagranate. E' stato allora chiesto l'appoggio dei caccia tra cui, stando a fonti del ministero della Difesa dei Paesi Bassi, almeno due F-16 olandesi e alcuni A-10 americani. Gli aerei hanno lanciato cinque bombe 'Gbu-12' e sparato oltre un centinaio di colpi, ha precisato King. Presi di mira almeno cinque uomini armati nonche' tre caverne, ove avevano trovato riparo gli aggressori; costoro di fronte alla reazione della coalizione si sono infine dati alla fuga. Da ieri l'Olanda, insieme alla Germania, hanno avvicendato la Turchia al comando dell'Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza in Afghanistan. Il loro mandato durera' sei mesi

Palestina

Le forze israeliane hanno completamente chiuso i Territori palestinesi, una misura che normalmente viene presa soltanto in occasione delle elezioni o particolari festivita' nello stato d'Israele. Questa volta il provvedimento coincide con la festa musulmana del Sacrificio (Eid al-Adha), in seguito ad indicazioni dei servizi su un possibile grave attentato. La decisone presadal ministro della Difesa dello stato ebraico, Shaul Mofaz, contrasta con la decision annunciata domenica scorsa di allentare la tensione nei territori proprio a partire dalla giornata di oggi Poche ore dopo la chiusura dei territori imposta da Israele per il pericolo di nuovi attentati kamikaze, si registrano le prime due vittime. Durante una retata dei para' a Nablus, in Cisgiordania, un palestinese e' stato colpito a morte mentre cercava di fuggire. Altre sei persone sono state arrestate. La seconda vittima e' caduta sotto i colpi esplosi dal posto di guardia nel crocevia di Kisufim, nella striscia di Gaza.Il corpo del ragazzo è stato trovato solo questa mattina all'alba, ospezionando la zona dove l'esercito aveva sparato durante la notte. Le operazioni militari delle'sercito israeliano mirano alla ricerca di esplosivi.

La moglie di un dirigente di Hamas, lo sceicco Jamal Abu al Haja, è stata catturata la scorsa notte da unità militari israeliane. Lo hanno riferito fonti locali, secondo cui il marito era stato catturato gia' da tempo. La notizia non è stata finora commentata in Israele.

Stamane a Jenin le Brigate Ezzedin al Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno divulgato un volantino in cui rilevano che la donna è malata di un tumore e avvertono che se le dovesse succedere qualcosa di negativo durante la detenzione la loro reazione sarebbe molto grave

Cecenia

Il leader liberale russo Grigory Yavlinski ha invitato il presidente Vladimir Putin a convocare una conferenza di pace per la Cecenia con la partecipazione di tutte le forze coinvolte nel conflitto che ha provocato decine di migliaia di morti dalle due parti. Yavlinski, leader del partito Yabloko, chiede al tempo stesso, in un'intervista al quotidiano 'Novaia Gazeta', il rinvio del referendum voluto da Putin e previsto per il 23 marzo che, a suo giudizio, provochera un peggioramento della situazione nella repubblica indipendentista. Yavlkinski chiede che alla conferenza di pace, presieduta da Putin, partecipino gli esponenti della guerriglia, salvo i criminali di guerra la cui colpa sia stata provata. Quest'ultima frase di Yavlinski lascia aperta apparentemente la porta al ruolo del presidente ceceno eletto, ma il cui mandato e' scaduto e non e' riconosciuto da Mosca, Aslan Maskhadov. Escluderebbe probabilmente invece Shamil Basayev il principale leader militare ribelle la cui organizzazione gli Stati Uniti si apprestano, su richiesta di Mosca a inserire nella lista delle organizzazioni terroristiche. Il rinvio del referendum e' stato chiesto anche dal presidente della commissione per la Cecenia dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, Frank Judd, dopo una missione nel Caucaso. Judd aveva poi presentato le sue dimissioni quando l'istituzione europea non aveva fatto sua la richiesta di rinvio della consultazione costituzionale

Filippine

L'esercito filippino ha lanciato oggi un'offensiva contro un migliaio di guerriglieri separatisti musulmani nell'isola meridionale di Mindanao. Lo ha detto un portavoce militare. L'attacco ha provocato la fuga di 20.000 civili. Secondo un primo bilancio delle forze armate, sette guerriglieri sono stati uccisi e cinque soldati sono stati feriti. Circa 22.000 abitanti dei villaggi si sono dati alla fuga quando e' diventato chiaro che stavano per iniziare i combattimenti, e hanno cercato rifugio in scuole e chiese. I soldati, appoggiati da bombardieri OV-10 e da elicotteri MG-520, hanno bombardato posizioni del Fronte Moro di liberazione islamico (Milf) nei pressi della localita' di Pikit.Contrastanti le versioni delle due forze in lotta sulle modalità di inizio dell'attacco.Secondo un portavoce militare, maggiore Julieto Ando I combattimenti sono iniziati dopo che i ribelli hanno attaccato nella mattina un avamposto delle forze armate, . Un portavoce dell'Milf ha detto invece che sono stati i militari a cominciare l'attacco. I combattimenti violano una tregua firmata nel 2001 fra il governo di Manila e il Fronte Moro. Jesus Dureza, portavoce della presidente Gloria Arroyo, ha detto che una commissione mista governo-ribelli deve riunirsi domani per discutere come mettere fine agli scontri

Corea del Nord

L’Alto Commissario per la politica estera dell’Unione europea, Javier Solana, dovrebbe incontrare oggi a Seul il presidente uscente sudcoreano Kim Dae Jung per discutere della crisi scoppiata tra Usa e Corea del Nord a proposito del programma bellico nucleare nelle mani di Pyongyang. Giunto ieri in Corea del Sud con una delegazione della Ue di cui fa parte anche il ministro degli esteri greco George Papandreou, Solana proviene dal Giappone, dove domenica scorsa ha incontrato il ministro degli esteri Yoriko Kawaguchi. Dallo scambio di vedute, sempre incentrato sulla questione nucleare, è emersa la contrarietà di Tokyo ad imporre sanzioni contro la Corea del Nord. La presa di posizione del Giappone va dunque ad aggiungersi a quella di Cina, Corea del Sud e Russia, che hanno più volte sollecitato Washington e Pyongyang al dialogo, escludendo l’applicazione di sanzioni controla Corea. Dopo Seul, Solana volerà a Vienna (Austria), dove mercoledì prossimo si terrà una riunione cruciale dei 35 Paesi membri dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica), organismo di monitoraggio delle Nazioni Unite. Nel corso dell’incontro si deciderà se debba essere il Consiglio di sicurezza dell’Onu a pronunciarsi sul mancato rispetto degli accordi internazionali presi dalla Corea del Nord in materia di nucleare La Corea del Nord, già messa a dura prova da anni di carestia e di cattiva gestione economica, non riceverà più aiuti dal Programma alimentare mondiale (Pam). È stato il portavoce dell’agenzia dell’Onu, Gerald Bourke, ad annunciarlo ieri da Pechino, spiegando che il flusso di aiuti si interromperà a causa di un "crollo delle donazioni". Sottolineando che "la situazione delle risorse non è migliorata", il portavoce ha dichiarato che il Pam si è trovato "costretto a tagliare gli aiuti ai beneficiari nelle regioni orientali della Corea del Nord". Il Programma alimentare mondiale, che in passato ha contribuito a sfamare circa un terzo dei 23 milioni di nordcoreani, aveva lanciato nel novembre scorso un appello per maggiori donazioni. Una settimana dopo, però, gli Stati Uniti, che figurano tra i principali ‘donor’ della Corea del Nord, avevano fatto sapere che non avrebbero inviato allo Stato asiatico ulteriori rifornimenti alimentari. Washington nega che la decisione abbia a che fare con la scoperta di un programma bellico nucleare nelle mani di Pyongyang, sostenendo invece di aver già mandato nel Paese comunista l’intera quantità di aiuti pianificati per il 2002. Di fatto, la tensione tra Usa e Corea del Nord è andata crescendo negli ultimi mesi, soprattutto da quando Pyongyang ha espulso dal proprio territorio gli esperti dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) e annunciato la riattivazione di un programma bellico nucleare.

Colombia

Una proposta articolata di negoziato con i paramilitari, che contempla la concentrazione degli armati in una zona ‘speciale’ in attesa di provvedere al loro disarmo – previsto, al più tardi, entro il prossimo dicembre - è stata presentata nei giorni scorsi dal governo alle Auc (Autodifese unite della Colombia). Lo rivela il quotidiano di Bogotá ‘El Tiempo’, precisando che la bozza prevede, in linea di principio, due fasi: una di trattative vere e proprie (già avviate a gennaio e che si dovrebbero concludere a giugno) - nella quale saranno coinvolti, tra gli altri, l’alto commissario per la pace Luis Carlos Restrepo, i leader politico, Carlos Castaño Gil, e militare delle ‘autodifese’, Salvatore Mancuso ed esponenti della Chiesa cattolica – mirata alla consegna delle armi da parte della fazione antigovernativa; l’altra denominata di ‘smobilitazione e reinserimento’ dei ‘paras’, da avviare dopo il raggiungimento di un accordo formale, da siglare alla presenza dell’ex presidente Usa e Premio Nobel per la pace Jimmy Carter o di un altro garante internazionale. Nel corso della prima fase, le parti dovrebbero anche valutare questioni quali il ‘congelamento’ degli ordini di cattura che gravano sui leader e i negoziatori delle Auc, il ritorno dei ‘desaplazados’ (sfollati) ai loro centri di origine, e in quale forma i paramilitari avranno diritto di difendersi di fronte a possibili attacchi della guerriglia. Attualmente, sempre secondo ‘El Tiempo’, al centro dei colloqui sarebbe uno dei temi più spinosi: il finanziamento del gruppo armato con i proventi del narcotraffico. In agenda anche il versamento di una sorta di ‘salario’ mensile per i leader delle Auc, (pari a 524 dollari a testa), richiesto dai ‘paras’, e la possibilità di rilasciare circa un migliaio di combattenti attualmente detenuti nelle carceri nazionali. Le Auc, formazione paramilitare di destra, si sono rese responsabili di crimini contro la popolazione locale, e di numerosi sequestri.

Colombia

Il governo colombiano avviera' una offensiva affinche' le Farc siano considerate dalla comunita' internazionale, ne' piu' ne' meno, alla stregua di Al Quaida. Intanto il capo del Comando Sud delle forze armate statunitensi, generale James Hill, in visita a Bogota', ha sostenuto senza nominare esplicitamente le Farc che ' le forze che stanno combattendo (in Colombia) non sono altro che dei terroristi che cercano di distruggere il tessuto stesso del paese'.

Europa

L'Associazione delle Industrie di Computer e Comunicazioni ha presentato un esposto contro la Microsoft presso la Commissione antitrust europea, sostenendo che l'ultima versione XP di Windows fornisce alla societa' di Bill Gates un vantaggio illecito che uccide la competizione. Secondo l'associazione il dominio schiacciante e l'abuso di posizione dominante raggiunge ogni angolo d'Europa e danneggia virtualmente ogni impresa e consumatore che usa un computer. L'esistenza del ricorso - un documento di 260 pagine - e' stata resa nota solo oggi, ma la presentazione ufficiale all'esecutivo Ue e' stata effettuata il 31 gennaio.

ITALIA

La Fiom conferma lo sciopero di otto ore proclamato per il 21 febbraio e accusa Federmeccanica di comportamento anticostituzionale e antisindacale. "L'assurdita' della posizione" dell'associazione datoriale, scrive il sindacato in una nota, "finisce per tradursi in un divieto alle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di proclamre qualsiasi sciopero durante i quattro mesi della moratoria contrattuale. Siamo a una violazione del costituzionale diritto di sciopero - prosegue il comunicato - aggravata dalle successive dichiarazioni, che parlano di sanzioni individuali agli scioperanti, misure non ammesse dalla legislazione italiana e quindi, esse si', sanzionabili a norma dello Statuto dei lavoratori come attivita' antisciopero e antisindacale. La federmeccanica aveva deciso di sanzionare col ritardo della vacanza contratturale (metodo per recuperare l'inflazione carsica) la decisione dello sciopero da parte della Fiom, utilizzabndo una norma contenuta negli accordi del 93

Napoli

Anche oggi manifestazioni e blocchi dei disoccupati a Napoli, che da questa mattina stanno bloccando l'autostrada del sole.In circa 400 si sono ritrovati ai caselli autostradali, dove si è formata ormai una coda lunga chilometri. Si tratta di disoccupati aderenti a varie sigle di lotta. Già ieri si erano svolte akltre manifestazioni in cvittà, cjhe ormai si susseguono al ritmo di più al giorno. Il sindaco Iervolino, senza pronunciarsi sulle richieste dei disoccupati, ha voluto invece ricordare che i cortei devono limitarsi ad un amssimo di uno al giorno.

CNR

Il Tar del Lazio ha sospeso fino al prossimo 20 febbraio il decreto con il quale il Consiglio dei Ministri aveva deciso di commissariare il Consiglio nazionale delle ricerche. Il ricorso è stato presentato dall'ex presidente del Cnr Lucio Bianco.Il commissariamento del maggior ente di ricerca scientifica italiano era stato deciso nell’ambito della riforma voluta dal ministro dell’Istruzione Letizia Moratti e approvata dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio (ma non ancora dal Parlamento). Intanto si accende la protesta contro la riforma Moratti degli scienziati guidati dal Nobel Rita Levi Montalcini, che domani consegneranno provette e camici in piazza Montecitorio, si costituisce anche un comitato di scienziati a favore. Fra i promotori: Zichichi e Boschi.

MARINA CUGNASCHI ottiene gli ARRESTI DOMICILIARI

(Indymedia) Genova. Il Tribunale del Riesame di Genova (riunitosi ieri 10 Febbraio per la seconda volta dopo l'istanza di Dicembre) ha accolto l'istanza degli avvocati di Marina Cugnaschi che mirava all'attenuazione delle misure di custodia cautelare. Marina pertanto passa dal carcere agli arresti domiciliari. Restano invece ancora in carcere Alberto Funaro, Vincenzo Vecchi, Carlo Cuccomarino, e Francesco Puglisi. Aggiornamenti nel gr serale.

gror030211 (last edited 2008-06-26 09:48:42 by anonymous)