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Il Consiglio Atlantico, l'organismo Nato cui partecipa anche la Francia, ha emesso oggi una ''dichiarazione politica di solidarieta' nei confronti della Turchia''. Lo ha riferito oggi al quartier generale della Nato una fonte ufficiale dell'Alleanza Atlantica. Parigi, come noto, aveva dapprima opposto il veto e poi non aveva partecipato alla decisione di difendere la Turchia con sistemi d'arma Nato nell'ambito della crisi irachena. Il Consiglio Atlantico, l'organismo Nato cui partecipa anche la Francia, ha emesso oggi una 'dichiarazione politica di solidarieta' nei confronti della Turchia'. Lo ha riferito oggi al quartier generale della Nato una fonte ufficiale dell'Alleanza Atlantica. Parigi, come noto, aveva dapprima opposto il veto e poi non aveva partecipato alla decisione di difendere la Turchia con sistemi d'arma Nato nell'ambito della crisi irachena.

GR ORE 19.30

Proposta sommario

ESTERI

Palestina (audio)

Turchia basi militari mace

Iraq

Germania processo

Congo epidemia (audio di msf)

Spagna arresti (audio?)

ITALIA

Dibattito parlamento (doppio audio)

Precari scuola (audio)

Processo NoGlobal (audio)

Persichetti (audio)

TURCHIA

La turchia ha resistito durante tutta la giornata al DicTac economico minacciato dagli Stati Uniti. Intensa giornata diplomatica che ha coinvolto nella mattinata l’ambasciatore statunitense ad Ankara Robert Pearson che ha incontrato il sottosegretario agli affari esteri turco, Ugur Ziyal. L’offerta era di natura economica una prima tranche di 7 miliardi di dollari (4 a titolo di donazione, 2 come cancellazione di parte del debito militare turco verso gi Usa, che e' di 5 miliardi di dollari, ed 1 miliardo di dollari di decurtazione interessi). In una seconda fase, dopo sei mesi dalla conclusione della guerra, se la Turchia dimostra che le sue perdite economiche saranno state maggiori, si dovrebbe negoziare una seconda tranche di compensazioni. Tutti questi soldi in cambio di un nulla osta per l'utilizzo di infrastrutture militari turche e la possibilità di sorvolare l’area sotto la sovranità turca. L’apertura di un eventuale front al nord dell’Iraq passa per il consenso turco, consenso che non si è mai espresso durante tutta la mattinata nonostante le molteplici sollecitaziano avute dall'ambasciatore Usa Pearson che ha sollecitato a più riprese una rapida decisione da parte di Ankara sottolineando che gli Usa hanno bisogno di una risposta 'urgente' della Turchia alle loro richieste. 'Il fattore tempo e' di importanza vitale per noi', ha detto Pearson. Nel pomeriggio neanche una telefonata di Colin Powell con il premier turco ha risolto la "riluttanza" di Ankara a concedere basi e passaggio sul suo territorio alle forze armate Usa per una eventuale invasione dell'Iraq da nord. Un comunicato dell'ufficio del premier, Abdullah Gul, riferisce che dopo la conversazione telefonica ci sono ancora questioni -militari, politiche e finaziare- da risolvere. Il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer, aveva insistito sull'urgenza di una risposta da parte di Ankara. -Non c'e' rimasto molto tempo. O si raggiunge un accordo oppure non se ne fa niente-, aveva detto Fleischer. -Arriva il momento che bisogna mettere a punto i piani, prendere delle decisioni e non si puo' rinviare all'infinito-. Il Consiglio Atlantico, l'organismo Nato cui partecipa anche la Francia, ha emesso oggi una 'dichiarazione politica di solidarieta' nei confronti della Turchia'. Lo ha riferito oggi al quartier generale della Nato una fonte ufficiale dell'Alleanza Atlantica. Parigi, come noto, aveva dapprima opposto il veto e poi non aveva partecipato alla decisione di difendere la Turchia con sistemi d'arma Nato nell'ambito della crisi irachena. La dichiarazione, ha precisato il portavoce, riafferma gli impegni presi dalla Nato al vertice di Praga del novembre scorso di sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite per ottenere un incondizionato disarmo iracheno, afferma che continueranno le consultazioni permanenti con la Turchia dettate dall'art. 4 del Trattato Atlantico e sottolinea la 'determinazione' dei Paesi dell'Alleanza a rispettare 'tutti gli obblighi imposti dal Trattato Nordatlantico'.

gRor 17,00

TURCHIA

Adesso è ufficiale. La Nato ha approvato il dispiego di Awacs, di Patriot e della logistica di supporto in Turchia. La decisione è arrivata dopo l'accordo di domenica notte fra i membri dell'Alleanza. Un sì molto sofferto, bloccato per una settimana dall'opposizione di Francia, Belgio e Germania all'avvio delle operazioni di pianificazione nel Paese confinante con l'Iraq, in vista di un intervento militare.

La decisione di stamattina è stata presa dal Comitato dei piani di Difesa (Cpd), l'organo di decisione politica della struttura militare integrata della Nato, in cui la Francia non siede dal 1966. Il Cpd era stato riunito nella giornata di domenica per bloccare lo stallo sulla questione. "La solidarietà dell'Alleanza è prevalsa" ha commentato l'ambasciatore statunitense.

Gli Usa hanno proposto alla Turchia una ingentge somma di denaro affinchè il governo di Ankara dia il permesso alle truppe militari americane di utilizzare le infrastrutture e il territorio turco. La motiviziane ufficiale parla di compensazioni finanziarie per i danni provenienti da un'eventuale operazione militare in Iraq siano suddivisi in due fasi. E' quanto si apprende da indiscrezioni trapelate dopo l'incontro di questa mattina nella capitale turca tra l'ambasciatore americano ad Ankara, Robert Pearson, ed il sottosegretario agli affari esteri turco, Ugur Ziyal. Secondo la proposta americana, di cui Pearson è relatore, gli Usa avrebbero proposto alla Turchia una prima tranche di 7 miliardi di dollari (4 a titolo di donazione, 2 come cancellazione di parte del debito militare turco verso gi Usa, che e' di 5 miliardi di dollari, ed 1 miliardo di dollari di decurtazione interessi). In una seconda fase, dopo sei mesi dalla conclusione della guerra, se la Turchia dimostra che le sue perdite economiche saranno state maggiori, si dovrebbe negoziare una seconda tranche di compensazioni. Il governo turco ha legato l'approvazione di un decreto per un permesso di passaggio ad alcune diecine di migliaia di soldati americani, che dovrebbero aprire un secondo fronte dal Nord Iraq, al raggiungimento di un accordo finanziario con gli Usa. Questa mattina dopo il suo incontro con Ziyal, l'ambasciatore Usa Pearson ha sollecitato una rapida decisione da parte di Ankara sottolineando che gli Usa hanno bisogno di una risposta 'urgente' della Turchia alle loro richieste. 'Il fattore tempo e' di importanza vitale per noi', ha detto Pearson.

Spagna

La polizia spagnola ha arrestato 14 militanti dell'Eta, il gruppo terrorista basco. Lo ha confermato il ministro dell'Interno Angel Acebes, precisando che gli arresti sono stati eseguiti nel Paese Basco e in Navarra. Secondo gli inquirenti, i 14 arrestati erano impegnati nella ricostruzione delle infrastrutture del gruppo separatista, dopo che diversi leader dell'Eta, erano stati arrestati alla fine dello scorso anno. Nell'operazione, descritta da Acebes come un grave colpo all'organizzazione terroristica, la polizia ha sequestrato numerosi documenti e diversi computer

PALESTINA

In risposta all’offensiva israeliana avvenuta questa notte a Gaza che ha procurato la morte di undici cittadini palestinesi Hamas in giornata ha colpito con tre razzi al Kassam la cittadina israeliana di Sderot.. E' la prima volta che un razzo palestinese raggiunge il territorio isrealiano e l’attacco coincide con la sempre più aspra e continuativa opera di attacco effettuata dalle forze militari israeliane. . Altre incursioni sono in corso a Nablus, in Cisgiordania, dove gli scontri si stanno protrndo da lungo tempo. Il bilancio è di un palesatine ucciso. Le forze speciali di Tel Aviv sono entrate nella casbah per arrestare alcuni sospettati quando si è avuta la reazione di militanti palestinesi.

11 settembre

Mounir El Motassadek était accusé d'avoir fourni une aide logistique et financière aux pirates de l'air des attentats du 11 septembre 2001 qui ont fait quelque 3 000 morts à New York et Washington. Premier homme dans le monde jugé pour son implication dans les attentats du 11 septembre 2001 aux Etats-Unis, le Marocain Mounir El Motassadek a été condamné, mercredi 19 février, à quinze années de réclusion criminelle, soit la peine maximale encourue, pour "complicité de meurtres", par la haute cour régionale de Hambourg (Allemagne).

L'étudiant en ingénierie de 28 ans, que l'accusation a présenté comme un des membres fondateurs de la cellule de Hambourg, la base arrière du commando des kamikazes du 11 septembre, a également été reconnu coupable de "participation à une organisation terroriste" et "tentative de complicité de meurtres".

La cour a suivi les réquisitions du parquet fédéral allemand et du parquet de Hambourg, qui était également la peine réclamée par les avocats de la partie civile, représentant 21 proches des victimes. Les deux avocats du Marocain avaient demandé l'acquittement.

M. El Motassadek était accusé d'avoir fourni une aide logistique et financière aux pirates de l'air de ces attentats qui ont fait quelque 3 000 morts à New York et Washington. Au cours de ce procès sous haute sécurité, qui aura duré près de quatre mois, il a reconnu avoir fréquenté dans le grand port allemand trois des kamikazes, l'Egyptien Mohammed Atta (le chef de la cellule de Hambourg considéré comme le leader du commando), l'Emirati Marwan Al-Shehhi et le Libanais Ziad Jarrah. Mais il n'a cessé de nier avoir été au courant de leurs projets d'attentats.

Les procureurs ont également interprété la présence de l'accusé dans un camp en Afghanistan en 2000 comme un signe de son "intégration complète" dans la cellule de Hambourg. Alors qu'il l'avait nié lors de l'instruction, le Marocain a reconnu au début du procès avoir séjourné dans un tel camp.

Ses avocats avaient plaidé son acquittement, arguant notamment du refus du tribunal de faire comparaître des témoins essentiels, au premier rang desquels figure Ramzi ben al Chaibah, le cerveau présumé du complot, actuellement détenu aux Etats-Unis. Les avocats du condamné ont annoncé qu'ils feraient appel.

La seule autre personne au monde inculpée pour les attentats du 11 septembre 2001 à New York et Washington est le Français Zacarias Moussaoui, détenu aux Etats-Unis, dont le procès a été repoussé sine die mercredi 12 février.

ITALIA

Dibattito

Si sta svolgendo in queste ore il dibattito in parlamento dopo le dichiarazioni del presidente del consiglio Berlusconi sulla questione irachena. Berlusconi non ha detto nulla di nuovo nel suo intervento di quanto non avesse già detto all'indomani della riunione Ue, e ancora una volta ha messo l'accento sull'inutilità delle manifestazioni di piazza. Il dibattito sta vedendo adesso gli interventi dei diversi iscritti a parlare. Ma se la maggioranza sembra piuttosto coesa al momento, il dibattito più forte è all'inetrno dell'Ulivo, che ha presentato una mozione che di fatto è un'accettazione dela guerra, nonostante quanto avesse dichiarato nei giorni precedenti la manifestazione del 15 La mozione presentata da Rifondazione Comunista alla Camera sulla situazione irachena "impegna il governo a sostenere in tutte le sedi internazionali e nei rapporti bilaterali la propria contrarieta' alla guerra contro l'Iraq; ad annunciare la propria indisponibilita' a partecipare direttamente (con truppe italiane) o indirettamente (concedendo delle basi Nato ed Usa presenti sul territori nazionale) a qualsiasi intervento militare, comunque moti vato, contro l'Iraq".

Processi

Udienza interlocutoria al Tribunale di Benevento, dove e' in corso un processo contro 22 aderenti alla rete No global della Campania per una incursione effettuata nel 1999 nello stabilimento dell'Agusta di Ponte Valentino nel capoluogo sannita. Fra gli imputati figurano il portavoce della rete, Francesco Caruso, presente oggi in aula, e don Vitaliano della Sala. L'udienza odierna e' stata dedicata all'escussione di alcuni testi, agenti della Digos che avevano identificato i manifestanti, e del direttore dello stabilimento, che ha ricostruito le fasi dell'incursione. La prossima udienza e' stata fissata per il 29 maggio

Giornale Radio delle 9.30

GAZA INVASA DA CARRI ARMATI ISRAELE, BATTAGLIA IN CITTA'

  • Incursione israeliana a citta' di Gaza: soldati a bordo di una quarantina di tank e mezzi blindati, spalleggiati da elicotteri Apache, sono entrati da est e da nord alle prime ore del giorno. Almeno undici palestinesi sono morti e altri quaranta sono rimasti feriti negli scontri scoppiati fra militanti e soldati.

I combattenti palestinesi sono sciamati nelle strade della citta' per affrontare fisicamente i mezzi corazzati nemici: nelle prime fasi della battaglia ne sono rimasti uccisi cinque. Due uomini dei servizi segreti palestinesi sono stati uccisi da un missile, lanciato da un elicottero israeliano all'interno dell'acquartieramento in cui si trovavano, dove altri cinque combattenti sono rimasti feriti. Un attivista del Movimento della Resistenza Islamica (HAMAS) si e' lanciato, carico di esplosivo, contro un carro armato: aveva 22 anni di eta', come riferisce HAMAS. I palestinesi di Gaza temono che lo scopo dell'intervento dei mezzi corazzati sia mirato ad abbattere abitazioni nel quartiere, roccaforte della formazione oltranzista della Jihad Islamica. Fonti militari israeliane parlano dell'incursione come "un'operazione di precisione contro le infrastrutture del terrorismo nella striscia di Gaza".

ISRAELE RIFIUTA MASCHERE ANTIGAS PER TUTTI I PALESTINESI(2)= (AGI/EFE) - Gerusalemme, 18 feb. - Tuttavia, domani mercoledi' le autorita' israeliane distribuiranno 6.000 maschere anti-gas a 6.000 lavoratori stranieri nella regione centrale del paese. La consegna delle maschere sara' effettuata in 27 centro di distribuzione, in diversi uffici postali e nelle succursali di una rete di strutture commerciali. I lavoratori stranieri dovranno presentare i passaporti oppure altri documenti di identita', e versare una somma pari a 40 dollari a titoli di deposito (ma i cittadini israeliani non sono tenuti ad alcun versamento).

DIBATTITO AL PARLAMENTO ITALIANO SULLA GUERRA ALL’IRAQ. Il presidente del consiglio Berlusconi riferirà sulla crisi irachena e sulla posizione del nostro governo questa mattinata al Senato e nel pomeriggio a Montecitorio. Seguirà il dibattito, la replica del Presidente del Consiglio e il voto sulle mozioni. Per quanto riguarda la mozione dell’Ulivo, dopo una difficile trattativa ed un vertice tra i leader della coalizione, il centrosinistra ha deciso che si presenterà all' appuntamento con una mozione unica, frutto di un insperato compromesso. Il testo dice no ad una guerra preventiva, ma anche all' uso di basi italiane ed al sorvolo del nostro territorio. Nonostante ciò, il Pdci non ha ancora firmato la mozione, riservandosi di farlo oggi, mentre Rifondazione Comunista presenterà una propria mozione. La Casa delle Libertà invece ha deciso di attestarsi sul documento uscito lunedì dal vertice Ue. La decisione è stata annunciata dal ministro degli Esteri, Frattini, il quale ha auspicato che l'opposizione voti la mozione della maggioranza. La mossa di copiare la Ue è, nell'intento del centrodestra, anche un modo per mettere in imbarazzo l'Ulivo dal momento che quella europea è stata sottoscritta anche dal presidente della Commissione Europea Romano Prodi

BOLIVIA - Come già preannunciato ieri, i 18 ministri dellesecutivo di La Paz hanno rimesso oggi il proprio mandato nelle mani del presidente Gonzalo Sánchez de Lozada. Dopo sei mesi e 12 giorni al potere, ‘Goni’ (come è popolarmente chiamato il capo dello Stato) si trova così di fronte alla sua prima crisi di governo, seguita ai sanguinosi disordini della scorsa settimana che, in base all’ultimo bilancio diffuso, hanno provocato 33 morti e 187 feriti. Di fronte alle massicce proteste innescate dall’annuncio di una nuova imposta sui salari, suggerita dal Fondo monetario internazionale (Fmi) e infine revocata, il presidente aveva annunciato nei giorni scorsi la riduzione del numero dei dicasteri, tagli alle spese dell’amministrazione e l’azzeramento del suo stipendio. Preceduta dai disordini scoppiati a metà gennaio nel Chapare contro la politica antidroga del governo, la mobilitazione sociale contro l’introduzione di un prelievo forzato sugli stipendi fino al 12,5 per cento, per poter contribuire alla riduzione del deficit statale dall'8,5 al 5,5 per cento, è stata ‘la goccia che ha fatto traboccare il vaso’. La polizia ha deciso di incrociare le braccia e le autorità hanno inviato l’esercito a sedare l’agitazione, sfociata in un bagno di sangue. nel suo ultimo discorso alla nazione, ieri, ‘Goni’ ha ventilato un radicale cambio di rotta: parlando del bilancio dello Stato ha sottolineato che “la distribuzione delle risorse disponibili avverrà come in una famiglia che deve dividere quello che ha. Si dialogherà con tutte le istituzioni per mettere a punto un ‘bilancio partecipativo’ che sia in sintonia con le possibilità del Paese, ha aggiunto. In conclusione ha fatto marcia indietro anche sulle cosiddette ‘ricette strutturali’ dello Fmi. “Per il Fondo monetario è molto facile – ha rilevato ‘Goni’ - si aumenta la benzina e si riduce la spesa pubblica. Ma io non sono d'accordo, perché non possiamo castigare così la gente più povera, quella che mangia solo una volta al giorno.

PERU - Il ministro delle finanze del governo Fujimori, Jorge Baca Campodonico, oggi tecnico del Fondo monetario internazionale (Fmi), verrà estradato in Perù. Lo ha comunicato il giudice argentino Rodolfo Canicoba Corral, precisando che l’ex funzionario “non gode di immunità diplomatica” e può quindi essere affidato alla magistratura peruviana. Baca Campodónico era stato arrestato giovedì scorso a Buenos Aires, dove si trovava nell’ambito di una missione del Fmi, con l’accusa di appartenenza alla rete di corruzione legata a Vladimiro Montesinos, l’ex braccio destro del destituito presidente Alberto Fujimori. Sabato era stato rilasciato dopo aver pagato una cauzione di 25mila pesos (circa 8mila dollari). Il 13 febbraio dello scorso anno l’ex ministro era stato condannato in contumacia da un tribunale di Lima per associazione a delinquere, corruzione e occultamento di prove, in relazione ad una vicenda in cui era direttamente coinvolto anche Montesinos. Era già stato fermato nel maggio del 2001 a Miami ma la polizia statunitense lo aveva subito rimesso in libertà convinta che si trattasse del rappresentante del Perù presso le Nazioni Unite.

VERTICE FRANCO – AFRICANO. Preceduto da forti polemiche il presidente dello Zimbabwe Robert Gabriel Mugabe arriverà oggi a Parigi dove domani si aprirà il vertice Franco-Africano. La presenza del capo di Stato è stata il frutto di un'intensa trattativa diplomatica dal momento che solo il suo invito nelle settimane scorse aveva scatenato una forte spaccatura in seno all'Unione Europea mettendo a confronto due correnti ben distinte. Da una parte quella che vede in testa la Gran Bretagna, che da mesi ormai guida la crociata anti-Mugabe, dall'altra Parigi che, insieme a Lisbona, ha chiesto una deroga alle sanzioni economiche che colpiscono Mugabe e 71 dei suoi più stretti collaboratori. Le misure, emesse lo scorso anno dai Quindici e rinnovate ieri a livello di membri permanenti, prevedono il congelamento di tutti i beni che i dignitari zimbabwani possiedono in Europa ma anche il divieto di ingresso in territorio europeo per Mugabe e i suoi uomini. Dopo un lungo confronto tra la corrente inglese e quella francese alla fine si è acconsentito ad approvare il rinnovo delle sanzioni per un altro anno seppur inserendo le deroghe proposte riguardo alla possibilità, da studiare di volta in volta, che alti funzionari zimbabwani possano fare il loro ingresso nel 'vecchio continente' in caso di appuntamenti internazionali di un certo rilievo.

G.R. ore 13,00

Nablus, 12:01 MO, aveva 16 anni il palestinese ucciso in Cisgiordania

Un giovane palestinese di 16 anni è stato uccisoa nablus oggi dal fuoco dei militari dello Stato ebraico. Lo hanno detto fonti ospedaliere palestinesi. Un altro palestinese è stato ucciso a Nablus la notte scorsa. (Red)

Notte di battaglia a Gaza, dove le truppe israeliane - appoggiate da una cinquantina di carri armati e da due elicotteri da combattimento, e accompagnate da due bulldozer - hanno compiuto una massiccia incursione antiterrorismo, distruggendo officine meccaniche e case, e ingaggiando scontri a fuoco con combattenti palestinesi. Il bilancio attuale è di undici palestinesi morti e 20 feriti. Una delle vittime è un kamikaze di Hamas che si è fatto esplodere vicino a un carro armato israeliano.

L'incursione ha preso di mira Gaza città e in particolare il quartiere orientale di Shajaiyeh, roccaforte dei terroristi della Jihad islamica, dove militanti con passamontagna neri e tute da combattimento hanno affrontato i soldati israeliani ingaggiando sparatorie e lanciando razzi artigianali. Cinque poliziotti palestinesi - stando a fonti locali - sono rimasti feriti quando un elicottero israeliano ha lanciato razzi contro una postazione delle forze di sicurezza palestinesi.

Sempre nella parte orientale di Gaza City, dove l'esercito è penetrato per un paio di chilometri, i genieri israeliani - secondo testimoni - hanno fatto saltare due officine meccaniche, una casa è stata distrutta e diverse altre sono state perquisite. Fonderie e officine meccaniche sono spesso distrutte nei raid israeliani, perché sospettate di fabbricare armi (soprattutto mortai, lanciarazzi rudimentali e granate) per i combattenti palestinesi. I soldati hanno anche danneggiato in modo grave una scuola patrocinata dallo sceicco Ahmed Yassin, fondatore e leader spirituale del movimento di resistenza islamico Hamas.

dibattito in parlamento

Il presidente del Consiglio ha preso la parola alle 9:45, illustrando la posizione dell'esecutivo sulla crisi irachena: "Il governo - spiega - ha continuato a lavorare per la pace con determinazione e coerenza", modulando la sua azione su 5 linee guida: 1) puntare al disarmo iracheno in tempi stretti; 2) sostenere la dissuasione politico militare che ha portato in Iraq gli ispettori; 3) salvaguardare la credibilità dell'ONU dopo 12 anni di sfide di Saddam Hussein; 4) tenere unita la coalizione internazionale anti terrorismo; 5) tenere saldamente unita l'europa restituendole una sola voce sullo scenario internazionale". Dopo l'intervento del premier, su richiesta dell'opposizione, il dibattito è stato rinviato di 20 minuti dal presidente Marcello Pera.

"Ringrazio il Capo dello Stato per aver apprezzato questo sforzo - ha esordito Berlusconi - così come ringrazierò l'opposizione se approverà la mozione che fa proprie le conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles di sabato scorso".

il dibattito si concuderà con il voto sulle mozioni ptresentate e si sposterà alla camera dei deputati alle h. 15.00, in occasione del quale è convocato un sit in dal comitato fermiamo la guerra che esporra l'immagine di garnica .

Nato. Approvate misure di difesa per la Turchia. Sì a dispiegamento di Patriot e Awacs

Adesso è ufficiale. La Nato ha approvato il dispiego di Awacs, di Patriot e della logistica di supporto in Turchia. La decisione è arrivata dopo l'accordo di domenica notte fra i membri dell'Alleanza. Un sì molto sofferto, bloccato per una settimana dall'opposizione di Francia, Belgio e Germania all'avvio delle operazioni di pianificazione nel Paese confinante con l'Iraq, in vista di un intervento militare.

La decisione di stamattina è stata presa dal Comitato dei piani di Difesa (Cpd), l'organo di decisione politica della struttura militare integrata della Nato, in cui la Francia non siede dal 1966. Il Cpd era stato riunito nella giornata di domenica per bloccare lo stallo sulla questione. "La solidarietà dell'Alleanza è prevalsa" ha commentato l'ambasciatore statunitense.

BOLIVIA SANGUINOSE AGITAZIONI SOCIALI COSTRINGONO IL GOVERNO ALLE DIMISSIONI

Come già preannunciato ieri, i 18 ministri dell’esecutivo di La Paz hanno rimesso oggi il proprio mandato nelle mani del presidente Gonzalo Sánchez de Lozada. Dopo sei mesi e 12 giorni al potere, ‘Goni’ (come è popolarmente chiamato il capo dello Stato) si trova così di fronte alla sua prima crisi di governo, seguita ai sanguinosi disordini della scorsa settimana che, in base all’ultimo bilancio diffuso, hanno provocato 33 morti e 187 feriti. Di fronte alle massicce proteste innescate dall’annuncio di una nuova imposta sui salari, suggerita dal Fondo monetario internazionale (Fmi) e infine revocata, il presidente aveva annunciato nei giorni scorsi la riduzione del numero dei dicasteri, tagli alle spese dell’amministrazione e l’azzeramento del suo stipendio. Preceduta dai disordini scoppiati a metà gennaio nel Chapare contro la politica antidroga del governo, la mobilitazione sociale contro l’introduzione di un prelievo forzato sugli stipendi fino al 12,5 per cento, per poter contribuire alla riduzione del deficit statale dall'8,5 al 5,5 per cento, è stata ‘la goccia che ha fatto traboccare il vaso’. La polizia ha deciso di incrociare le braccia e le autorità hanno inviato l’esercito a sedare l’agitazione, sfociata in un bagno di sangue. nel suo ultimo discorso alla nazione, ieri, ‘Goni’ ha ventilato un radicale cambio di rotta: parlando del bilancio dello Stato ha sottolineato che “la distribuzione delle risorse disponibili avverrà come in una famiglia che deve dividere quello che ha. Si dialogherà con tutte le istituzioni per mettere a punto un ‘bilancio partecipativo’ che sia in sintonia con le possibilità del Paese, ha aggiunto. In conclusione ha fatto marcia indietro anche sulle cosiddette ‘ricette strutturali’ dello Fmi. “Per il Fondo monetario è molto facile – ha rilevato ‘Goni’ - si aumenta la benzina e si riduce la spesa pubblica. Ma io non sono d'accordo, perché non possiamo castigare così la gente più povera, quella che mangia solo una volta al giorno".

CONGO-BRAZZAVILLE EBOLA

  • MINISTERO DELLA SANIT CONFERMA LA NATURA DELLA FEBBRE MENTRE SALGONO A 64 I DECESSI

?ufficiale, ormai, l'epidemia che da inizio gennaio colpisce il nord della Repubblica del Congo ?bola. Lo conferma il ministero della sanit?ongolese, precisando che il numero dei decessi continua a salire e stando all'ultimo resoconto diffuso ieri al momento sono 64 le persone morte. A fugare tutti i dubbi sulla natura della febbre emorragica sono stati i risultati delle analisi effettuate sui campioni di sangue prelevati nei giorni scorsi. La verifica ?vvenuta nei laboratori di Libreville (Gabon) una delle pochissime strutture al mondo, non arrivano a dieci, in grado di gestire l'Ebola. Le autorit?anitarie congolesi ritengono che l'epidemia sia esplosa il 4 gennaio scorso nella regione della Cuvette occidentale (zona settentrionale del Paese). I pi??lpiti al momento sembrano essere due piccoli villaggi, Kelle e Mbou, situati 800 chilometri a nord di Brazzaville. Nell'ultimo bollettino diffuso dal ministero della sanit?i specifica che Kelle, con almeno 53 decessi su 63 casi registrati, rappresenta l'emergenza maggiore. Sul posto sono al lavoro da giorni la squadra di esperti inviata dal governo di Brazzaville e quella mandata dall'Organizzazione mondiale della sanit?Oms), che si trovano ad operare in condizioni estremamente difficili sia a causa dell'isolamento delle zone interessate dall'epidemia che per la scarsa collaborazione della popolazione locale che si rifiuta di cooperare, attribuendo proprio allo staff medico il dilagare della malattia. Il governo di Brazzaville e i responsabili dell'Oms hanno anche lanciato un appello alla comunit?nternazionale affinch?engano stanziati al pi??esto fondi di emergenza per combattere il diffondersi di Ebola. In attesa degli aiuti, le autorit?ongolesi hanno gi?rovveduto a mettere in quarantena i casi contagiati riscontrati finora allestendo una speciale tendopoli. Intanto il confinante Gabon ha deciso di innalzare il livello di sicurezza nella zona frontaliera per arginare l'epidemia. Libreville, che nei giorni scorsi aveva inviato nelle provincie nordorientali gabonesi alcune squadre mediche per avvertire la popolazione del nuovo rischio, ha deciso di chiudere la frontiera con la Cuvette occidentale.

  • forum alternativo mondiale dell'acqua

Si terrà dal 21 al 22 marzo prossimo. Lanciato durante il Social Forum di Porto Alegre, vuole contribuire all'elaborazione di un modello alternativo di gestione della risorsa

Accesso all'acqua potabile a tutti i cittadini del pianeta nell'arco di una generazione, il riconoscimento dell'acqua come bene comune dell'umanita con la sua esclusione dai negoziati del prossimo Wto di Cancun, dove si vuole ridefinire anche il pacchetto dei servizi che i governi potranno privatizzare. Ecco gli obiettivi del primo Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua che si terra' a Firenze dal 21 al 22 marzo 2003. Il Forum Alternativo dell'Acqua - lanciato durante la terza edizione del World Social Forum di Porto Alegre - vuole contribuire all'elaborazione di un modello alternativo di gestione della risorsa acqua rispetto a quello che sara' proposto, negli stessi giorni, dal terzo Forum Mondiale dell'Acqua di Kyoto. La citta' di Firenze e' stata scelta come sede dei lavori nell'intento di valorizzare i rapporti di collaborazione fra istituzioni e societa' civile felicemente sperimentati - si legge in un comunicato degli organizzatori - con la realizzazione del Forum Sociale Europeo del novembre scorso.

Incendio doloso distrugge ripetitore Omnitel di Amelia

Un incendio doloso ha distrutto ieri sera un ripetitore Omnitel, sul monte San Silvestro a Fornole, nel comune di Amelia, in provincia di Terni. Nei pressi dell'impianto è stata trovata la scritta "Libero Marco, liberi tutti". A dare l'allarme ieri sera, attorno alle 22, la stessa Omnitel. Al loro arrivo sul luogo dell' incendio, i carabinieri hanno trovato la rete di recinzione dell'impianto tagliata ed il ripetitore completamente distrutto dalle fiamme, divampate dopo che nella zona era stato versato liquido infiammabile, probabilmente benzina.

Gli inquirenti seguono la pista dell'eco-terrorismo. Il "Marco" che si cita probabilemnte è l'anarchico insurrezionalista svizzero Marco Camenish, attualmente in carcere.

Una scritta analoga ("Fuoco ai distruttori-Marco libero") venne trovata il 20 gennaio scorso anche all'Abetone, quando un incendio doloso distrusse la stazione di partenza dell'ovovia. (red)

A Verona è stato bloccato oggi l'invio di due aerei con configurazione militare diretti in Burundi, malgrado l'embargo Onu. I due velivloi, due Siai Marchetti Sf 260 apparentemente da rottamare che sarebbero stati revisionati in Italia, sono stati sequestrati e un cittadino italiano, C.D., è stato fermato, mentre altre persone indagate. L'operazione è stata coordinata dal procuratore Guido Papalia. Il paese africano avrebbe inviato a Legnago (Verona) i due aerei per poi utilizzarli a scopo bellico nella guerra civile in corso tra le etnie Hutu e Tutsi.

attentato fascista a Civitavecchia

ATTACCO INCENDIARIO AI DANNI DEL CSOA EX MATTATOIO DI CIVITAVECCHIA Nella mattinata di oggi , approfittando del fatto che nessun compagno/a in quel momento fosse presente all'interno, alcuni infami hanno tentato di appiccare il fuoco alla porta del CSOA. Arrivati davanti all'ingresso lo hanno cosparso con del gasolio e poi hanno tentato di generare un incendio che tuttavia non ha causato nessun danno, visto che il gasolio non e’ facilmente infiammabile! Nell’andare via, sempre gli stessi infami, hanno fatto lungo la strada simboli nazisti e fascisti. Questo inquietante episodio e’ solo l’ultimo di una lunga serie. Negli ultimi mesi, infatti, sono sempre piu’ frequenti episodi di razzismo nei confronti degli immigrati. Risale ad alcuni mesi fa il pestaggio in pieno centro di una ragazza nigeriana incinta. Sono ormai all’ordine del giorno le continue minacce e gli insulti che questi gruppuscoli di deficenti operano ai danni di tutti quei ragazzi e quelle ragazze che, secondo i loro canoni, non hanno un vestiario o un look abbastanza simile al loro. Alcuni sabati fa sono venuti anche al Mattatoio armati con tanto di mazza, anche se poi se sono andati senza mazza e con qualche livido! Qualche giorno dopo però hanno sorpreso fuori scuola un ragazzo del CSOA e in due gli hanno dato un cazzotto nell’occhio con una chiave, procurandogli una lesione alla retina. Il ragazzo ha dovuto subire un’operazione che per fortuna ha scongiurato danni irreversibili. Sono davvero molti gli episodi che potremmo raccontare, ma da quanto apprendiamo (e non essere da soli non ci consola affatto) anche nelle altre città le cose sembrano andare nella stessa direzione. L’attacco al CSOA Forte Prenestino a Roma, al quale cogliamo l’occasione per dare la nostra solidarieta’, e’ solo di alcuni giorni fa. Questi pezzi di merda rispuntano dalle fogne ma e’ lì che li dobbiamo ricacciare.

gror030219 (last edited 2008-06-26 09:48:45 by anonymous)