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MONDO

GUERRA - Il capo degli ispettori Onu Hans Blix ha consegnato con anticipo sulla scadenza prevista il suo rapporto scritto sullo stato delle ispezioni in Iraq al segretario generale dell'Onu Kofi Annan. La consegna del rapporto era prevista per sabato prossimo, ma Blix ha anticipato i tempi. Kofi Annan consegnerà poi il rapporto al Consiglio di Sicurezza. Il 7 marzo èin programma un dibattito sul rapporto a livello probabilmente di ministri degli esteri. Il rapporto, della cui consegna ha dato notizia l'agenzia Associated Press, è lungo 16 pagine. Poche ore prima di consegnarlo Blix ha detto ai giornalisti dell'Onu che l'Iraq non ha ancora dato prova di aver preso la "fondamentale decisione" di disarmarsi. Il capo degli ispettori ha dato il benvenuto ad alcune recenti lettere dell'Iraq che contenevano informazioni sui suoi programmi di armamento ma ha aggiunto che non rappresentano "una piena cooperazione o una svolta". Ciò nonostante Blix si è chiesto, osservando che le ispezioni sono riprese solo a novembre dopo anni di interruzione, se "sia davvero arrivato il momento di chiudere la porta". I Quindici del Consiglio di sicurezza oggi discuteranno anche la proposta del Canada, che pero' non fa parte del Consiglio. L'ipotesi di compromesso, che dà tempo all'Iraq fino al 28 marzo per disarmare o subire una guerra, è però già stata bocciata dagli Stati Uniti. Bush ha rispedito al mittente anche gli appelli alla pace del Papa. Giovanni Paolo II probabilmente ripeterà la propria contrarietà alla guerra anche oggi al premier spagnolo Aznar in visita a Roma. Intanto l'altro stretto alleato americano, il premier britannico Blair ieri, pur incassando il via libera del parlamento all'invasione dell'Iraq, ha visto il suo partito rivoltarglisi contro ai comuni: 2 terzi dei no sono venuti da 120 deputati laburisti. Mosca, Parigi e Berlino mantengono ferma la loro opposizione al conflitto e Washington prosegue nel suo pressing sui membri indecisi del consiglio di sicurezza: il Pakistan dovrebbe astenersi. Così il gioco si concentra su Messico, Angola, Guinea, Camerun e Cile. Nessuno di questi paesi sarà probabilmente ricoperto d'oro come la Turchia. Ma Washington puo' offrire altre esche come investimenti e agevolazioni commerciali. Per tornare alla Turchia avrà i 30 milioni di dollari che aveva chiesto. Dunque nelle prossime ore il parlamento di Ankara voterà l'ingresso di 60 mila soldati americani. Ieri sono anche arrivati i primi 2 Awacs e tre batterie anti-missili Patriot a difesa del suolo e dello spazio aereo turco.

COREA - Torna a crescere la tensione tra Corea del Nord e Stati Uniti. L'intelligence americana ha accusato Pyongyang di avere riattivato, nelle ultime 24 ore, la centrale nucleare di Yongbyon, chiusa dal 1994. Sarebbero stati i satelliti-spia americani a rilevare i segni della ripresa dell'attività. La Corea del Sud non ha ancora confermato le notizie provenienti da Washington. L’impianto nucleare potrebbe essere utilizzato per la produzione di plutonio per bombe nucleari. Lo hanno reso noto fonti dell'amministrazione Bush. Il reattore riattivato a Yongbyon, secondo le fonti americane, mette la Corea del Nord in grado di poter produrre cinque o sei bombe al plutonio nell'arco di 18 mesi. Attualmente il regime di Pyongyang, secondo la Cia, dispone di una o due bombe nucleari. Soltanto ieri il segretario di Stato americano Colin Powell aveva detto che non risultava che la Corea del Nord avesse riattivato il reattore e l'aveva definita "una scelta saggia, una scelta cosciente". La riattivazione, secondo le stesse fonti, è avvenuta nelle ultime 24 ore; l'informazione non era a disposizione di Powell nel momento in cui aveva fatto i commenti.

VENEZUELA - Gli oppositori del presidente venezuelano Hugo Chavez hanno manifestato ieri per le strade di Caracas, costringendo a rimandare i negoziati tra il governo e l'opposizione sponsorizzate dall'Organizzazione degli stati americani. Nello stesso tempo, funzionari del governo si sono incontranti con diplomatici stranieri per delle misure di sicurezza dopo le bombe esplose nelle vicinanze delle sedi diplomatiche spagnola e colombiana. L'Ambasciata statunitense ha interrotto le attività in seguito a minacce. Migliaia di persone hanno partecipato alle proteste per l'arresto di Carlos Fernandez, considerato uno dei leader dello sciopero di 63 giorni che ha sconvolto l'economia venezuelana.

ITALIA

Anche questa notte alcune stazioni interessate al passaggio dei convogli che trasportano mezzi militari e armi alla base Usa di Camp Darby sono state presidiate dai no-global e dai disobbedienti, talvolta accompagnati da esponenti di forze politiche e sindacali di sinistra. A Fornovo, nel Parmense, poco prima di mezzanotte, e dopo il passaggio dell'ultimo treno passeggeri, i binari della stazione sono stati occupati con oggetti d'ogni genere. Dopo l'1 il presidio e' stato tolto, ma sono state necessarie un altro paio d'ore per sgomberare i binari e far ripartire due treni merci rimasti bloccati. Manifestazioni e presldi contro i 'treni delle armi' ci sono stati anche anche nelle stazioni bolognesi di Pianoro e di S.Ruffillo. Da Pianoro, questa mattina intorno alle 6,30, sono transitati senza problemi, preceduti da un convoglio di scorta, due treni con mezzi Usa partiti da Verona e diretti a Camp Darby. A S.Ruffillo, il presidio era cominciato ieri pomeriggio alle 15 ed era andato avanti per tutta la sera e fino a stanotte, senza particolari problemi.

STAMATTINA Polizia e carabinieri hanno trascinato di peso, fuori dai binari della stazione di Pianoro (Bologna), un gruppo di manifestanti, tra cui il leader dei "disobbedienti", Casarini. In circa cinquanta,si erano seduti sulle traversine della stazione di Pianoro,sulla linea Bologna-Firenze,ritenuto uno dei possibili punti di passaggio dei prossimi treni militari con mezzi Usa. I manifestanti sono stati portati sul piazzale davanti allo scalo,poi,attorno alle 6,molti di loro hanno deciso di lasciare Pianoro.

ATTENZIONE ALLA REGIONE Gli USA hanno chiesto alla Regione Toscana di poter ampliare la base, una vera provocazione, e la Regione pare in procinto di approvare questa scelta alla faccia delle dichiarazioni pacifiste e no global di Martini! GIOVEDI’ 27 FEBBRAIO ORE 17 PRESIDIO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE TOSCANA VIA CAVOUR 18 (Firenze)

A VIAREGGIO DOMENICA 2 MARZO ORE 11 PRESIDIO IN PIAZZA DELLA STAZIONE FS ORE 14 CORTEO DA P.ZZA DELLA STAZIONE A P.ZZA MAZZINI NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA

VIAREGGIO DOMENICA 2 MARZO

ORE 11 PRESIDIO IN PIAZZA DELLA STAZIONE FS ORE 14 CORTEO DA P.ZZA DELLA STAZIONE A P.ZZA MAZZINI

NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA

GR ORE 13.00

MONDO GUERRA - Nero su bianco. Dopo lunghi negoziati, Turchia e Stati Uniti hanno siglato l'accordo anche per quanto riguarda la collaborazione militare. Ora si può dire che tutto è pronto per rendere operativa l'offensiva militare in Iraq. L'annuncio è arrivato dal ministro della Difesa di Ankara, Vecdi Gonulin: le basi militari turche ospiteranno presto circa 62mila soldati americani, dopo il voto del Parlamento di Ankara, atteso entro la settimana. Ieri il ministro dell'Economia, Ali Babacan, aveva confermato l'intesa sugli aiuti americani: ad Ankara arriveranno una trentina di miliardi di dollari tra finanziamenti a fondo perduto e prestiti agevolati. Intanto Bush cerca di convincere gli alleati. Mentre spinge per avvicinarsi all'inizio della guerra, il presidente americano rilancia sul piatto mediorientale: l'attacco all'Iraq è parte di un piano per il Medio Oriente che prevede la ripresa del processo di pace fra Israele e Anp, con l'immediato stop agli insediamenti israeliani nei Territori occupati. Le dichiarazioni di Bush, che ha parlato all'American Enterprise Institute, un centro studi conservatore, arrivano dopo i rinnovati inviti di Gran Bretagna e Spagna a prendere posizione in modo più esplicito sulla questione mediorientale e la soluzione del conflitto israeliano-palestinese. Anche il segretario di Stato Colin Powell ha inisistito e consigliato al presidente di assumere una posizione più forte sulla questione, apparentemente scivolata a margine della politica estera americana. Il discorso di Bush risponde anche ai timori dei Paesi arabi che la guerra all'Iraq possa destabilizzare una regione già a rischio come il Medio Oriente. Liberare e ricostruire l'Iraq, ha spiegato Bush, richiederà "l'impegno sostenuto di molte nazioni", non solo degli Usa: dopo l'invasione dell'Iraq, gli americani e i loro alleati "resteranno per quanto tempo e' necessario e non un giorno di più": dovranno proteggere dal sabotaggio il petrolio iracheno, impedire a un altro rais come Saddam Hussein di prendere il potere e provvedere alla distruzione delle armi di distruzione di massa, fronteggiare l'emergenza umanitaria, garantire l'avvio della ricostruzione del Paese e favorire l'insediamento di un regime democratico. Quanto all'ONU e all'eventualità di una mancata approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza di una seconda risoluzione più dura con Bagdad nei prossimi giorni, il presidente americano è stato chiaro: il Consiglio di Sicurezza dell'Onu deve mostrarsi efficace nel difendere la causa della pace e a fare rispettare la propria volontà, "se vuole contare". Altrimenti, ci penseranno gli Stati Uniti e i loro alleati. I militari americani, infatti, sono pronti ad affrontare "un nemico terribile", che nasconde le proprie armi tra i civili ed è pronto a tutti gli inganni. "Abbiamo fatto fronte alle sfide del passato, faremo fronte a quelle che ci attendono", ha concluso Bush fra gli applausi di un pubblico di chiaro orientamento conservatore. Il capo degli ispettori Onu Hans Blix ha consegnato con anticipo sulla scadenza prevista il suo rapporto scritto sullo stato delle ispezioni in Iraq al segretario generale dell'Onu Kofi Annan. La consegna del rapporto era prevista per sabato prossimo, ma Blix ha anticipato i tempi. Kofi Annan consegnerà poi il rapporto al Consiglio di Sicurezza. Il 7 marzo èin programma un dibattito sul rapporto a livello probabilmente di ministri degli esteri. Il rapporto, della cui consegna ha dato notizia l'agenzia Associated Press, è lungo 16 pagine. Poche ore prima di consegnarlo Blix ha detto ai giornalisti dell'Onu che l'Iraq non ha ancora dato prova di aver preso la "fondamentale decisione" di disarmarsi. Il capo degli ispettori ha dato il benvenuto ad alcune recenti lettere dell'Iraq che contenevano informazioni sui suoi programmi di armamento ma ha aggiunto che non rappresentano "una piena cooperazione o una svolta". Ciò nonostante Blix si è chiesto, osservando che le ispezioni sono riprese solo a novembre dopo anni di interruzione, se "sia davvero arrivato il momento di chiudere la porta". I Quindici del Consiglio di sicurezza oggi discuteranno anche la proposta del Canada, che pero' non fa parte del Consiglio. L'ipotesi di compromesso, che dà tempo all'Iraq fino al 28 marzo per disarmare o subire una guerra, è però già stata bocciata dagli Stati Uniti. Bush ha rispedito al mittente anche gli appelli alla pace del Papa. Giovanni Paolo II probabilmente ripeterà la propria contrarietà alla guerra anche oggi al premier spagnolo Aznar in visita a Roma. Intanto l'altro stretto alleato americano, il premier britannico Blair ieri, pur incassando il via libera del parlamento all'invasione dell'Iraq, ha visto il suo partito rivoltarglisi contro ai comuni: 2 terzi dei no sono venuti da 120 deputati laburisti. Mosca, Parigi e Berlino mantengono ferma la loro opposizione al conflitto e Washington prosegue nel suo pressing sui membri indecisi del consiglio di sicurezza: il Pakistan dovrebbe astenersi. Così il gioco si concentra su Messico, Angola, Guinea, Camerun e Cile. Nessuno di questi paesi sarà probabilmente ricoperto d'oro come la Turchia. Ma Washington puo' offrire altre esche come investimenti e agevolazioni commerciali. Per tornare alla Turchia avrà i 30 milioni di dollari che aveva chiesto. Dunque nelle prossime ore il parlamento di Ankara voterà l'ingresso di 60 mila soldati americani. Ieri sono anche arrivati i primi 2 Awacs e tre batterie anti-missili Patriot a difesa del suolo e dello spazio aereo turco.

COREA - Torna a crescere la tensione tra Corea del Nord e Stati Uniti. L'intelligence americana ha accusato Pyongyang di avere riattivato, nelle ultime 24 ore, la centrale nucleare di Yongbyon, chiusa dal 1994. Sarebbero stati i satelliti-spia americani a rilevare i segni della ripresa dell'attività. La Corea del Sud non ha ancora confermato le notizie provenienti da Washington. L’impianto nucleare potrebbe essere utilizzato per la produzione di plutonio per bombe nucleari. Lo hanno reso noto fonti dell'amministrazione Bush. Il reattore riattivato a Yongbyon, secondo le fonti americane, mette la Corea del Nord in grado di poter produrre cinque o sei bombe al plutonio nell'arco di 18 mesi. Attualmente il regime di Pyongyang, secondo la Cia, dispone di una o due bombe nucleari. Soltanto ieri il segretario di Stato americano Colin Powell aveva detto che non risultava che la Corea del Nord avesse riattivato il reattore e l'aveva definita "una scelta saggia, una scelta cosciente". La riattivazione, secondo le stesse fonti, è avvenuta nelle ultime 24 ore; l'informazione non era a disposizione di Powell nel momento in cui aveva fatto i commenti.

VENEZUELA - Gli oppositori del presidente venezuelano Hugo Chavez hanno manifestato ieri per le strade di Caracas, costringendo a rimandare i negoziati tra il governo e l'opposizione sponsorizzate dall'Organizzazione degli stati americani. Nello stesso tempo, funzionari del governo si sono incontranti con diplomatici stranieri per delle misure di sicurezza dopo le bombe esplose nelle vicinanze delle sedi diplomatiche spagnola e colombiana. L'Ambasciata statunitense ha interrotto le attività in seguito a minacce. Migliaia di persone hanno partecipato alle proteste per l'arresto di Carlos Fernandez, considerato uno dei leader dello sciopero di 63 giorni che ha sconvolto l'economia venezuelana.

ITALIA

QUESTA NOTTE UNA COLONNA DI OLTRE DUE CHILOMETRI DI MEZZI MILITARI AMERICANI HA RAGGIUNTO LO SCALO MERCI DI VERONA ATTRAVERSO LA NORMALE AUTOSTRADA. L'AUTOSTRADA E' STATA OCCUPATA NELLE SUE TRE CORSIE DA VICENZA A VERONA. IL CASELLO DI VERONA SUD E'STATO CHIUSO E PRESIDIATO DA CARABINIERI, POLIZIA, E POLIZIA MILITARE AMERICANA. VIALE PIAVE (GRANDE VIALE A 8 CORSIE CHE PORTA AL CENTRO DI VERONA) E' STATO CHIUSO E BLOCCATO. I POCHI MANIFESTANTI E GIORNALISTI PRESENTI SONO STATI PRIMA ALLONTANATI E POI CARICATI - DUE DI LORO SONO TUTT'ORA IN OSPEDALE. LE FORZE AMERICANE SOTTO L'EGIDA DELLA POLIZIA ITALIANA HA POTUTO DISPORRE DI STRADE CIVILI PER SPOSTARE I PROPRI MEZZI IN TUTTA COMODITA' FINCHE LA GENTE DORMIVA - TRAMANDO NEL BUIO - USANDO LA NOSTRA TERRA COME FOSSIMO UNA COLONIA AMERICANA. Intanto STAMATTINA Polizia e carabinieri hanno trascinato di peso, fuori dai binari della stazione di Pianoro (Bologna), un gruppo di manifestanti, tra cui il leader dei "disobbedienti", Casarini. In circa cinquanta,si erano seduti sulle traversine della stazione di Pianoro,sulla linea Bologna-Firenze,ritenuto uno dei possibili punti di passaggio dei prossimi treni militari con mezzi Usa. I manifestanti sono stati portati sul piazzale davanti allo scalo,poi,attorno alle 6,molti di loro hanno deciso di lasciare Pianoro. (corrispondenza indy) Per oggi e per i prossimi giorni sono previste diverse iniziative. Infatti nel pomeriggio di oggi alle 17.00 si terrà un presidio promosso dal movimento antagonista toscano davanti i locali della presidenza della regione toscana in via Cavour 18 a firenze, questo perchè le autorità USA hanno chiesto alla regione toscana di poter ampliare la base di camp Derby, richiesta che sembra in via di approvazione. Anche il carnevale di Viareggio sarà oggetto di una iniziativa. Domenica 2 marzo si svolgerà un corteo da piazza della stazione a partire dalle ore 14.00 e preceduto da un presidio alle ore 11.00 sempre in p.zza della stazione.