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'''Palestina'''


Jenin si trova dalla scorsa notte sotto coprifuoco e ingenti reparti militari israeliani compiono perlustrazioni ed arresti,gia' nei giorni scorsi i soldati israeliani hanno catturato una ventina di palestinesi con l'accusa di compiere attentati. In particolare sembra che i soldati israeliani siano alla ricerca di militanti del Fronte popolare per la liberazione della Palestina e di parenti del leader di quella organizzazione, Ahmed Saadat. Saadat e' detenuto da mesi nel carcere palestinese di Gerico accusato dell'assassinio del ministro israeliano di estrema destra Rahavam Zeevi.


'''Iraq'''


Il premier spagnolo Jose' Maria Aznar e' riunito con il suo omologo britannico Tony Blair nel palazzo della Moncloa, sede del governo spagnolo a Madrid, per esaminare gli sviluppi della crisi irachena. Blair, arrivato la scorsa notte a Madrid, ha gia' avuto un incontro di lavoro con Aznar, al termine del quale fonti ufficiali, citate dalla stampa spagnola, hanno indicato che esiste un ''certo ottimismo'' sulla possibilita' di ottenere l'appoggio necessario alla risoluzione presentata da Usa, Regno Unito e Spagna al Consiglio di Sicurezza dell'Onu''. Al termine dell'incontro i due premier terranno una conferenza stampa congiunta.

I contribuenti britannici hanno pagato, senza saperlo, il riarmo di Saddam Hussein poco prima della prima Guerra del Golfo. E' quanto rivela oggi il quotidiano britannico ''Guardian'' precisando che il governo inglese ha, segretamente, pagato oltre 33 milioni di sterline alle ditte produttrici di armi che rifornivano il rais di Baghdad negli anni ottanta. Sono rimasti segreti per oltre 12 anni questi disastrosi prestiti autorizzati, sempre in gran segreto, dall'allora premier Margaret Thatcher. Ed ora supera il miliardo di dollari il totale delle perdite registrate dall'erario pubblico britannico in relazione a quei crediti, per spese militari e civili, concessi all'Iraq.

L'Iraq comincera' domani a distruggere i suoi missili al Samoud 2 e i suoi componenti, come richiesto dalle Nazioni Unite, nonostante il regime di Saddam Hussein consideri questo provvedimento ''ingiusto''. Lo hanno reso noto fonti ufficiali irachene.

Intanto continuano le proteste contro l'utilizzo del nostro territorio da parte dell'esercito statunitense per le perazioni di guerra questa mattina una cinquantina di pacifisti hanno protestato al porto di Catania contro il trasporto a bordo del traghetto "Partenope" di mezzi militari americani destinati alla base di Sigonella. I dimostranti hanno atteso l'approdo del traghetto, alle 9.20, e hanno esibito cartelli con le scritte "La Sicilia non e' una zona di guerra" e "Via le basi Nato".La polizia ha risposto con una violenta carica.La "Partenope" era salpata ieri sera da Napoli con due ore di ritardo a causa di una protesta dei pacifisti, alcuni dei quali erano saliti a bordo ed erano stati sgomberati dalla polizia.

Gli studenti palermitani sono scesi in piazza questa mattina per dire no alla guerra contro L'iraq. Circa duemila giovani hanno formato un corteo, che si e' mosso nel centro della citta', aperto dalle bandiere arcolnaleno della pace. La manifestazione e' partita da piazza Politeama per dirigerisi in piazza Indipendenza, dove a Palazzo d'Orleans ha sede la presidenza della Regione Siciliana.

'''Caro vita'''


Per le bollette della luce e del gas "si apre una stagione di aumenti". E' quanto ha sottolineato il presidente dell'Authority per l'energia, Pippo Ranci, parlando con i giornalisti a margine di un'audizione a Montecitorio.Il presidente dell' Autorità che entro fine marzo dovrà aggiornare le tariffe in vigore dal 1 aprile in base all' andamento dei prezzi del greggio, non ha comunque voluto fornire indicazioni sulla possibile entità dei rincari.Se le previsioni dovessero trovare conferma si tratterebbe di un nuovo aumento dopo quello già scattato sulle bollette della luce e del gas dal 1 gennaio scorso quando, proprio in seguito all'incremento dei costi della materia prima sui mercati internazionali, le tariffe dell' elettricità sono cresciute del 2,5% mentre quelle del gas hanno registrato un incremento pari al 2,2%.





Ore 13.00

Palestina

Jenin si trova dalla scorsa notte sotto coprifuoco e ingenti reparti militari israeliani compiono perlustrazioni ed arresti,gia' nei giorni scorsi i soldati israeliani hanno catturato una ventina di palestinesi con l'accusa di compiere attentati. In particolare sembra che i soldati israeliani siano alla ricerca di militanti del Fronte popolare per la liberazione della Palestina e di parenti del leader di quella organizzazione, Ahmed Saadat. Saadat e' detenuto da mesi nel carcere palestinese di Gerico accusato dell'assassinio del ministro israeliano di estrema destra Rahavam Zeevi.

Iraq

Il premier spagnolo Jose' Maria Aznar e' riunito con il suo omologo britannico Tony Blair nel palazzo della Moncloa, sede del governo spagnolo a Madrid, per esaminare gli sviluppi della crisi irachena. Blair, arrivato la scorsa notte a Madrid, ha gia' avuto un incontro di lavoro con Aznar, al termine del quale fonti ufficiali, citate dalla stampa spagnola, hanno indicato che esiste un certo ottimismo sulla possibilita' di ottenere l'appoggio necessario alla risoluzione presentata da Usa, Regno Unito e Spagna al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Al termine dell'incontro i due premier terranno una conferenza stampa congiunta.

I contribuenti britannici hanno pagato, senza saperlo, il riarmo di Saddam Hussein poco prima della prima Guerra del Golfo. E' quanto rivela oggi il quotidiano britannico Guardian precisando che il governo inglese ha, segretamente, pagato oltre 33 milioni di sterline alle ditte produttrici di armi che rifornivano il rais di Baghdad negli anni ottanta. Sono rimasti segreti per oltre 12 anni questi disastrosi prestiti autorizzati, sempre in gran segreto, dall'allora premier Margaret Thatcher. Ed ora supera il miliardo di dollari il totale delle perdite registrate dall'erario pubblico britannico in relazione a quei crediti, per spese militari e civili, concessi all'Iraq.

L'Iraq comincera' domani a distruggere i suoi missili al Samoud 2 e i suoi componenti, come richiesto dalle Nazioni Unite, nonostante il regime di Saddam Hussein consideri questo provvedimento ingiusto. Lo hanno reso noto fonti ufficiali irachene.

Intanto continuano le proteste contro l'utilizzo del nostro territorio da parte dell'esercito statunitense per le perazioni di guerra questa mattina una cinquantina di pacifisti hanno protestato al porto di Catania contro il trasporto a bordo del traghetto "Partenope" di mezzi militari americani destinati alla base di Sigonella. I dimostranti hanno atteso l'approdo del traghetto, alle 9.20, e hanno esibito cartelli con le scritte "La Sicilia non e' una zona di guerra" e "Via le basi Nato".La polizia ha risposto con una violenta carica.La "Partenope" era salpata ieri sera da Napoli con due ore di ritardo a causa di una protesta dei pacifisti, alcuni dei quali erano saliti a bordo ed erano stati sgomberati dalla polizia.

Gli studenti palermitani sono scesi in piazza questa mattina per dire no alla guerra contro L'iraq. Circa duemila giovani hanno formato un corteo, che si e' mosso nel centro della citta', aperto dalle bandiere arcolnaleno della pace. La manifestazione e' partita da piazza Politeama per dirigerisi in piazza Indipendenza, dove a Palazzo d'Orleans ha sede la presidenza della Regione Siciliana.

Caro vita

Per le bollette della luce e del gas "si apre una stagione di aumenti". E' quanto ha sottolineato il presidente dell'Authority per l'energia, Pippo Ranci, parlando con i giornalisti a margine di un'audizione a Montecitorio.Il presidente dell' Autorità che entro fine marzo dovrà aggiornare le tariffe in vigore dal 1 aprile in base all' andamento dei prezzi del greggio, non ha comunque voluto fornire indicazioni sulla possibile entità dei rincari.Se le previsioni dovessero trovare conferma si tratterebbe di un nuovo aumento dopo quello già scattato sulle bollette della luce e del gas dal 1 gennaio scorso quando, proprio in seguito all'incremento dei costi della materia prima sui mercati internazionali, le tariffe dell' elettricità sono cresciute del 2,5% mentre quelle del gas hanno registrato un incremento pari al 2,2%.

GROR 9:30

AFGHANISTAN

Due razzi sono esplosi nel centro della citta' meridionale afghana di Kandahar, senza provocare vittime, prima che un'equipe di artificeri riuscisse a metterli in sicurezza. Lo hanno detto fonti della polizia'. I razzi erano stati scoperti in una strada dove sorgono gli edifici che ospitano uffici dell'amministrazione e organizzazioni straniere non governative, ma non c'e' stato tempo per disinnescarli. Non e' chiaro come questi siano esplosi, ma secondo una fonte militare potrebbeero essere stati fatti detonare con un congegno a distanza. L'episodio e' solo l'ultimo di una serie di incidenti avvenuti nelle ultime settimane nella citta' una volta feudo incontrastato dei taleban e c'è chi teme che gli ex studenti di teologia si stiano riorganizzando.

IRAQ

Per il terzo giorno consecutivo caccia-bombardieri anglo-americani sono tornati a colpire strutture militari in Iraq, prendendo di mira almeno cinque bersagli differenti situati sia nell'una sia nell'altra 'no fly-zone' alle estremita' del territorio del Paese arabo, e sempre a seguito di mosse minacciose da terra: le batterie anti-aeree non si sarebbero limitate al puntamento, giungendo anzi ad aprire il fuoco.

Fonti del Comando Centrale Usa hanno precisato che nella zona d'interdizione al volo settentrionale sono stati attaccati tre obiettivi della contraerea: tutti centri di comunicazione, a onde corte o a fibre ottiche, nei pressi di Mosul. Due i raid al sud, contro un radar di primo avvistamento e contro un altro centro per comunicazioni, alle porte di Bassora. I velivoli sono poi potuti rientrare regolarmente alla base aerea alleata di Incirlik, nella Turchia sud-orientale.

Intanto in una lettere al capo degli spettori ONU Hans Blix, l'Iraq si e' detto pronto, in linea di massima, a distruggere i suoi missili al Samud 2, come gli hanno intimato le Nazioni Unite. Nel messaggio, l'assenso e' condizionato a richieste di chiarimenti.

Fonti dell'Onu ammettono che molto resta da chiarire: secondo le prime indicazioni, ad esempio, la lettera di Baghdad non indica se l'Iraq intende avviare la distruzione dei missili entro sabato, giorno per cui gli ispettori hanno tassativamente chiesto l'inizio delle operazioni d'eliminazione degli al Samud 2, che superano di circa 30 km la gittata massima di circa 150 km autorizzata dagli accordi internazionali.

L'annuncio delle intenzioni di Baghdad e' venuto nell'imminenza della distribuzione al Consiglio di Sicurezza del rapporto di Blix sullo stato delle ispezioni in Iraq. La relazione copre i tre mesi di ispezioni finora effettuati ed affermerebbe, in base a delle anticipazioni fornite dalla BBC, che la cooperazione dell'Iraq sul fronte del disarmo e' stata finora molto limitata.

E mentre l'amministrazione Bush continua a battere i tamburi di guerra, la maggiore organizzazione sindacale americana, la Afl-Cio, che riunisce 65 sindacati di categoria e che rappresenta decine di milioni di lavoratori, si e' dichiarata apertamente contraria alla guerra contro l'Iraq ora, e sostiene che il presidente George W. Bush non ha dimostrato la necessita' di agire in modo unilaterale, senza il sostegno degli alleati e l'avallo dell'Onu.

L'organizzazione sindacale, che e' affiliata alla Cisl internazionale, denuncia che gli Stati Uniti hanno dilapidato il capitale di simpatia e di solidarieta' di cui godevano dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 e hanno insultato i loro alleati.

Sul fronte diplomatico il ministro degli Esteri francese De Villepin, intervistato dal Corriere della Sera, ha dichiaratoNoi restiamo fedeli all'obiettivo del disarmo iracheno. Gli amici americani sono scivolati nella logica del cambiamento di regime. La Francia, afferma de Villepin, sostiene l'idea di fare delle ispezioni uno strumento per risolvere in modo pacifico altre crisi di proliferazione di armi pericolose. E Parigi sottolinea il ministro, e' libera di decidere sulla base di diritto e morale, la guerra non si puo' fare con pretesti o modificando in corsa l'obiettivo che resta il disarmo di Saddam.

Risponde dalle colonne di Repubblica il vice presidente del parlamento iranniano Mohammad Reza Khatam Nessuno in Iran si commuovera' per la sorte di Saddam Hussein e chiediamo che nella malaugurata ipotesi di una guerra, possa essere la comunita' internazionale a decidere.

La Russia potrebbe porre il veto ad una nuova risoluzione Onu sull'Iraq se cio' sara' necessario per proteggere la stabilita' internazionale. Lo ha detto a Pechino il ministro degli Esteri russo Igor Ivanov, aggiungendo: la Russia non sosterra' una risoluzione che permettera' direttamente o indirettamente un attacco militare all'Iraq. Ivanov ha tuttavia sottolineato che Mosca cerchera' di promuovere l'unita' fra i membri del Consiglio di Sicurezza e usera' il veto solo come ultima opzione.

FILIPPINE

La presidente delle Filippine, Gloria Arroyo, ha dato ai militari 90 giorni di tempo per estirpare il gruppo armato indipendentista islamico Abu Sayyaf, gruppo specializzato nei rapimenti che Washington e Manila ritengono sia legato al network terrorista di Osama bin Laden, al Qaida.

La presenza nel sud delle Filippine di militari americani, che ufficialmente partecipano solo all'addestramento delle unita' antiguerriglia filippine, sta infatti creando crescenti malumori e opposizione nel Paese. Le polemiche sono cresciute d'intensita' soprattutto dopo che una settimana fa si e' appreso che il Pentagono intende inviare nell'arcipelago un contingente di oltre 1.700 soldati per affiancare le truppe filippine sull'isola di Jolo.

Malgrado le assicurazioni da parte del governo che i militari americani non parteciperanno ai combattimenti ma solo all'addestramento, gruppi nazionalisti hanno raccolto e dato voce al crescente malumore di chi vi vede una violazione della Costituzione, che vieta esplicitamente a soldati stranieri di combattere in territorio filippino.

Alcune centinaia di militari Usa sono gia' presenti quali addestratori da circa un anno nel sud dell'arcipelago.

PERU

Anche la Bulgaria e la Polonia si sono unite a Germania, all’Italia e al Costarica, dicendosi pronte ad estradare il destituito presidente Alberto Fujimori, rifugiato dal novembre 2000 in Giappone, nel caso venisse catturato nel loro territorio. Lo ha reso noto l’ufficio stampa del capo dello Stato peruviano, Alejandro Toledo. Su Fujimori pende infatti un ordine di cattura internazionale emanato dalla Corte suprema peruviana. Va ricordato che Fujimori, residente attualmente a Tokyo, è accusato, tra l’altro, di omicidio, lesioni gravi, sparizioni forzate, massacri (Barrio Altos e La Cantuta), malversazione di fondi pubblici, peculato, associazione a delinquere, falsità materiale e ideologica, abbandono di incarico e mancato compimento dei propri doveri.

Se da un lato Toledo si compiace dall'altro il presidente del Perù ha fatto sapere di non avere intenzione di intavolare un dialogo con i ‘cocaleros’ (produttori di coca) della Valle dell’Apurimac, da giorni in sciopero contro la politica antidroga di Lima.

I contadini intanto hanno fatto sapere che oggi daranno il via alla cosiddetta 'marcia del sacrificio', per chiedere al governo "attenzione immediata" alle loro rivendicazioni. I coltivatori di coca esigono anche il rilascio del loro leader, Nelson Palomino, arrestato con le accuse di ‘apologia del terrorismo’ e ‘incitamento alla violenza’. Per la manifestazione a Lima sono attesi ben 35 mila 'cocaleros', provenienti da 10 dipartimenti diversi, che con la loro marcia daranno vita ad una protesta massiccia e inedita.

I leader contadini continuano a chiedere la depenalizzazione della coltivazione della foglia di coca e la sua commercializzazione. Reclamano, inoltre, un'indagine sull’utilizzo dei fondi statali destinati a finanziare il cosiddetto ‘Programma di sviluppo alternativo’ (Pda), sostenendo che degli oltre 70 milioni di dollari stanziati finora i ‘campesinos’ non hanno avuto per il momento alcun beneficio.

ZIMBABWE

La riforma agraria voluta dal presidente dello Zimbabwe, Robert Gabriel Mugabe, è un fallimento. È questo il giudizio implicito fornito dal Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite che ieri ha fatto sapere come, nella lista delle persone che per sopravvivere hanno bisogno di aiuti alimentari, figurino buona parte dei contadini neri a cui nei mesi scorsi è stata affidata da Harare la gestione delle terre sottratte ai potenti ‘white farmer’.

L’organismo delle Nazioni Unite tira così un primo bilancio della riforma agraria fortemente voluta da Mugabe due anni or sono ed entrata nel vivo l’estate scorsa, quando lo Stato africano ha deciso di procedere alla confisca di 2900 delle oltre 4mila aziende agricole di proprietà dei latifondisti bianchi.

La politica di confisca delle terre dei ‘white farmer’ della scorsa estate ha progressivamente isolato a livello internazionale lo Zimbabwe che ha visto l’Unione Europea e il Commonwealth emettere delle sanzioni contro il presidente Mugabe e una settantina dei suoi più stretti collaboratori. A guidare la crociata occidentale anti Mugabe si trova Londra, ex potenza coloniale. Il programma di riassegnazione delle terre è andato, infatti, a cozzare contro gli interessi dei potenti 'white farmer', 400mila bianchi, perlopiù di origine britannica, che detenevano oltre il 70 per cento dei migliori terreni coltivabili del Paese.

SOMALIA

Secondo giorno di battaglia a Mogadiscio (Somalia) dove da ieri due fazioni opposte si fronteggiano aspramente. Teatro dei combattimenti l'enclave di Medina, a sud est della capitale somala, dove oggi sono proseguiti intensi scontri a fuoco tra i gruppi legati a due diversi 'signori della guerra': Musa Sudi Yalahow e Omar Mohamud Mohamed.

Al momento avrebbero perso la vita 11 persone, tra cui 3 civili, mentre i feriti sarebbero una ventina. In realtà le informazioni che giungono sono frammentarie e si teme che il bilancio possa salire ulteriormente nelle prossime ore.

Stando ad alcune testimonianze, la battaglia è scoppiata ieri dopo che un uomo al volante della sua vettura è stato freddato dai miliziani della parte avversa. La reazione dell’altra banda armata ha scatenato la pioggia di fuoco che ha investito le strade del quartiere di Medina. Ieri per sbloccare la situazione, alcuni anziani della zona avevano tentato una mediazione ed erano riusciti a far accettare alle parti un ‘cessate-il-fuoco’ che però ha messo fine alla battaglia solo per poche ore.

gror030228 (last edited 2008-06-26 09:55:34 by anonymous)