buon giorno da dani

g.r. ore 9.30

Gaza MO, duplice incursione israeliana nei Territori

Di primo mattino le truppe israeliane hanno lanciato simultaneamente una duplice incursione nei territori autonomi: una a Jenin, nel nord della Cisgiordania, l'altra nel campo profughi di Nusayrat, nel settore centro-meridionale della Striscia di Gaza. Lo hanno denunciato i servizi di sicurezza dell'Autorità nazionale palestinese.(red) Durante la notte, unità corazzate americane hanno preso il controllo quasi totale dell'aeroporto Saddam Hussein di Baghdad e ne stanno ora rendendo sicuro il perimetro, neutralizzando i punti di resistenza che restano. Violenti combattimenti sono ancora in corso tra le forze americane e gli iracheni. Lo ha constatato un giornalista dell'agenzia France Presse e confermato il portavoce britannico nel Comando centrale (Centcom) in Qatar, capitano di gruppo Al Lockwood: "Richiederà del tempo controllarlo completamente perché è un'area enorme, sono quattro miglia per due". Le fonti americane al Centcom per il momento non danno valutazioni sulla situazione all'aeroporto.

iraq

Continuano ad infuriare gli scontri nei pressi dell'aeroporto di Baghdad, il Comando centrale angloamericano in Qatar a fine mattinata afferma che è prematuro parlare di pieno controllo della struttura da parte delle forze della coalizione. Ancora a metà mattinata erano in corso violenti combattimenti fra marines e truppe irachene, mentre le prime colonne di profughi cercano di allontanarsi dalla capitale.

Complessivamente, la battaglia per l'aeroporto avrebbe fatto, secondo fonti militari alleate, 320 caduti iracheni e avrebbe portato all'annientamento di 31 pezzi d'artiglieria antiaerea, tre mezzi blindati per trasporto truppe, 23 automezzi, un pezzo d'artiglieria di campagna e un camion di munizioni. Secondo Baghdad, le forze alleate avrebbero perso negli scontri cinque carri armati ed un elicottero.

E, non lontano dell'aeroporto, c'è stata una battaglia di carri: una compagnia di mezzi corazzati iracheni sarebbe stata annientata quando ha cercato di bloccare l'avanzata di una colonna del 7.o cavalleggeri, che ha avuto il supporto di elicotteri d'assalto Apache. Lo indicano fonti militari americane al Pentagono e al quartier generale del Comando Centrale nel Qatar e lo confermano le immagini che vengono trasmesse in diretta dalle tv americane e i racconti dei giornalisti "embedded", cioè al seguito delle unità d'avanguardia.

Mentre infuriava la battaglia all'aeroporto, nella capitale senza luce, secondo i quotidiani inglesi, forze speciali anglo-americane sono entrate a Baghdad. Si tratterebbe di decine di uomini dell'esercito e dei servizi segreti, penetrati nella città per dare la caccia dei dirigenti iracheni e valutare le capacità di resistenza della Guardia Repubblicana.

Anche a Bassora proseguono gli scontri fra esercito britannico e miliziani iracheni, mentre un portavoce militare iracheno ha assicurato che la città rimane sotto il controllo iracheno.

-DICHIARAZIONI DELL'AYATOLLAH-

Ai microfoni di al Jazeera l'ayatollah sciita di Najaf, Mirza ali al-Sistani, ha categoricamente smentito di aver emanato una fatwa, una sorta di decreto a carattere religioso nel quale avrebbe invitato la popolazione irachena a non opporsi all'invasione del Paese da parte delle forze angloamericane.

Era stato il Comando Centrale Usa ad annunciare ieri l'emissione dalla 'fatwa' da parte di Sistani, da sempre inviso a Saddam che fino a poco tempo fa lo aveva fatto relegare agli arresti domiciliari. Già un portavoce del leader sciita, Murtadha al-Kashmiri, aveva precisato che questi si era limitato a chiedere ai fedeli di restare fuori dal conflitto, senza prendere le parti di alcuno tra i contendenti.

"In base alle informazioni che abbiamo ricevuto, non esiste alcuna 'fatwa' concernente gli americani o l'Iraq", aveva spiegato al-Kashmiri."Il grande ayatollah ha invece chiesto alla gente di rimanere neutrali, e di non lasciarsi coinvolgere".

Washington, 07:14 Iraq, Congresso Usa stanzia altri 80 mld dollari per guerra

Prima il Senato e poi la Camera dei rapppresentanti di Washington hanno approvato fondi straordinari pari a 80 miliardi di dollari per finanziare la guerra in Iraq, ricompensare gli alleati-chiave e sovvenzionare la lotta al terrorismo. In un emendamento chiave, la Camera ha approvato una misura, contrastata dalla Casa Bianca, per impedire che i fondi per la ricostruzione vadano a compagnie con sede in Francia, Germania, Russia e Siria.

Inoltre è arrivato il sostegno al presidente George W. Bush per garantire un miliardo di dollari in aiuti alla Turchia, il Paese che Washington sta cercando di persuadere a fornire maggiore collaborazione nella guerra contro l'Iraq.(red)

Roma, Iraq, Aziz: dispiaciuto per sostegno Italia a Usa

"Sono dispiaciuto che il governo italiano sostenga l'America, ma sono sicuro che la maggioranza del popolo italiano è contro questa guerra di aggressione illegale contro l'Iraq". Lo detto il vicepresidente iracheno Tareq Aziz in un'intervista al Tg1. (red)

In prima linea per ottenere la cittadinanza americana

3 aprile Reuters Da morti, due marines caduti nei primi giorni di guerra, hanno finalmente realizzato il loro “sogno americano”: la cittadinanza. Jose Gutierrez, un orfano del Guatemala, e Jose Garibay, emigrato dal Messico all’età di due mesi, sono diventati cittadini degli Stati Uniti nel momento in cui i loro corpi sono stati riportati nei sobborghi di Los Angeles, da dove provenivano. Gutierrez, 28 anni, e Garibay, 21, entrambi possessori di “Green Card”, e cioè residenti permanentemente in Usa, sono stati tra le prime vittime della guerra, fra i più di 37000 non-cittadini che prestano servizio nell’esercito. “E' un ordine esecutivo in vigore per la lotta al terrorismo. Se presti servizio in combattimento e vuoi la cittadinanza, la puoi ottenere in modo molto più veloce” – ha detto F.Arcaute dell’Ufficio per la Cittadinanza e l’Immigrazione Usa. Nel caso dei due sfortunati soldati, il conferimento della cittadinanza è solo simbolico perché, come ha continuato il funzionario “non apporterà benefici ai loro familiari

Milano, 08:49 Milano, rosticceria araba in fiamme: è un attentato

Un attentato incendiario ha danneggiato durante la notte un negozio di gastronomia, la 'rosticceria araba Oum Errabi' in via Panigarola a Milano. Sul posto la polizia ha trovato due taniche con residui di benzina e scoperto che gli ignoti attentatori avevano anche tracciato due svastiche con una bomboletta di vernice blu. L'allarme è arrivato al 113 poco dopo l'una, quando un passante ha segnalato le fiamme che divampavano davanti alla saracinesca dell'esercizio commerciale. I vigili del fuoco, prontamente accorsi, hanno spento l'incendio prima che potesse provocare danni ingenti: è rimasta danneggiata la sola saracinesca e una vetrina.

Il proprietario del negozio, un immigrato cinquantenne di origine araba, ha spiegato agli investigatori di non aver mai ricevuto minacce. Sull'episodio indaga anche la Digos. (red)

IBRUXELLES E A WASHINGTON SI PENSA AL DOPO SADDAM

Il segretario di stato Usa Colin Powell, dopo la serie di colloqui a Bruxelles, ha ribadito che nessun ruolo e' previsto per gli organismi internazionali nella fase di passaggio politico ed amministrativo dal regime di Saddam al futuro governo dell'Iraq. E due circostanze lo confermano. Nel Kuwait gli Stati Uniti stanno alacremente lavorando per la costituzione di un 'governo ombra' presto chiamato ad assumere il potere in Iraq: ex ambasciatori o diplomatici in servizio assumeranno il controllo e si dedicheranno alla creazione della futura amministrazione del Paese, per la quale chiedono incarichi di rilievo numerosi personaggi in esilio dell' opposizione al regime. Da Londra, il ministro degli esteri britannico Jack Straw ha dichiarato che l' Iraq sara' amministrato dalle forze anglo americane prima che si passi, il piu' rapidamente possibile, ad un Governo iracheno approvato dall' Onu. Powell ha chiuso la sua missione in Europa con un incontro con il ministro degli esteri russo Igor Ivanov e oggi l' Alto rappresentante Ue per la politica estera e per la sicurezza comune, Javier Solana, incontrera' a Washington il vice presidente Dick Cheney, con lo stesso Powell e con il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Condoleezza Rice.

CAMERA E SENATO USA VOTANO BILANCIO GUERRA - A larghissima maggioranza la Camera, all'unanimita' il Senato degli Stati Uniti hanno varato, giovedi' notte, bilanci di guerra suppletivi, che non sono, pero', identici e che dovranno ora essere collimati, prima di essere trasmessi per la firma al presidente George W. Bush. Rispetto alle proposte dell'Amministrazione del presidente George W. Bush, sia la Camera che il Senato hanno aumentato gli stanziamenti previsti da 75 miliardi di dollari circa a 80 miliardi circa: sono soldi in larghissima parte destinati al conflitto (oltre 66 miliardi) e, per il resto, alla sicurezza interna. Come esempio di aumento degli stanziamenti, entrambi i rami del Congresso hanno aggiunto al bilancio di guerra proposto circa due o tre miliardi di dollari per l'industria aeronautica in crisi. Ma la Casa Bianca ha gia' fatto sapere di considerare la cifra eccessiva. Sono stati, inoltre, aumentati, qua e la', gli stanziamenti per la sicurezza interna. Un problema da risolvere e' quello della flessibilita' di spesa che l'Amministrazione chiede e che il Congresso e' poco incline a concedere, preferendo attribuire i fondi a capitoli di spesa specifici. Il presidente George W. Bush auspica si potere firmare, entro la fine della prossima settimana, il bilancio suppletivo. La rapidita' del voto di giovedi', a neppure dieci giorni dalla presentazione della proposta di bilancio suppletivo, e' considerata un successo dell'Amministrazione.

BUSH: A UN PASSO DELLA VITTORIA, RUMSFELD: ANCORA GIORNI DIFFICILI - Non ci fermeremo fin quando l'Iraq non sara' libero: lo ha detto il presidente Usa George W. Bush durante un vero e proprio show tenuto a Camp Lejeune, una base dei marines, nella Nord Carolina. Il presidente ha ringraziato i marines per il loro contributo alla Guerra del Golfo 2 e ha ricordato i loro compagni gia' caduti. Non c'e' vista migliore -ha detto- che quella di 12 mila marines. A meno che non siate la Guardia Repubblicana irachena. Finiremo quello che abbiamo cominciato: ha detto il presidente Usa. Il regime iracheno sta capendo che manterremo l'impegno di disarmarlo dalle armi di distruzione di massa: I suoi giorni sono agli sgoccioli e stanno giungendo alla fine. Bush ha aggiunto: I paesi liberi non staranno ad aspettare un nuovo 11 Settembre e, per la nostra propria sicurezza, libereremo il popolo dell'Iraq da uno dei piu' crudeli regimi su questa Terra. Bush ha anche ripercorso i risultati conseguiti dai marines in questa guerra, citando l'occupazione dei pozzi di petrolio e della penisola dove c'e' il porto di Umm Qasr nel sudest dell'Iraq, la battaglia di Nassiriya, la liberazione della soldatessa Jessica Lynch. Tutte cose difficili. Ma, ha detto, 'Nessuno diventa marines per fare le cose facili. Siamo ormai a pochi metri dal traguardo, dopo avere percorso centinaia di chilometri'. E ha concluso il suo discorso affermando che la destinazione ultima dell'intervento americano in Iraq e' la capitale Baghdad, dove ci sara' la vittoria finale. 04/04/2003 07:00

ambiente

INDONESIA ATTIVISTI: FERMARE COMPAGNIA PETROLIFERA IN KALIMANTAN ORIENTALE

Fermare i finanziamenti ad una compagnia impegnata nell?estrazione di petrolio e gas naturale nel Kalimantan orientale (Borneo indonesiano), perch?l progetto comporta seri rischi per l?ambiente e la popolazione locale. ?quanto chiesto di recente da ?Environmental Defense?, organizzazione no profit con sede a New York, insieme ad una coalizione di oltre 90 organizzazioni non governative (ong) provenienti da una ventina di Paesi. Gli attivisti hanno sollecitato l?agenzia governativa statunitense Opic (Overseas Private Investment Corporation) a cancellare i 350 milioni di dollari di finanziamento destinati all?espansione della ?Unocal Corporation?s West Seno?, azienda Usa impegnata nello sfruttamento delle risorse energetiche. Questa compagnia intende costruire 40 nuovi pozzi e 2 oleodotti nel Kalimantan orientale. "Esistono indizi di seri rischi per l?habitat naturale e per il rispetto dei diritti umani connessi con il progetto in corso", ha dichiarato Stephanie Gorson Fried della ?Environmental Defense?, che ha 300mila aderenti e dal 1967 si occupa di questioni ambientali. "Il piano ? ha proseguito ? viola le leggi indonesiane sull?ambiente, in base alle quali qualsiasi struttura o prodotto con un impatto ambientale sul territorio deve prima ottenere l?approvazione della cittadinanza locale".