GR ORE 17.00

Iraq

I tank statunitensi sono giunti nel cuore di Tukrit questa mattina, dopo una notte di bombardamenti e di combattimenti, in cui sono morti almeno 15 resistenti irakeni. Anche oggi scontri, sebbene isolati: si sono sentite forti detonazioni, i colpi di mortaio lanciati dagli elicotteri americani contro postazioni irachene, nell'area nord-ovest della città. Per il resto, nelle ore precedenti all'ingresso dei carri armati, Tikrit era già stata abbandonata dalle truppe regolari irachene allo sbando e anche dalla popolazione civile, terrorizzata dagli attacchi aerei che hanno preceduto (e accompagnato) l'avanzata di terra di oltre 250 mezzi corazzati. I militari Usa hanno imposto il coprifuoco,nel tentativo di garantire un ordine a cui non sono preparati.ed evitare i saccheggi. Che comunque sono in corso, soprattutto presso il palazzo presidenziale di Saddam Hussein. La residenza è stata presa d'assalto da migliaia di persone, che hanno fatto razzie in un'ala dell'edificio dove si trova una grande quantità di mobili e preziose suppellettili. I marines sono riusciti a bloccare l'ingresso del palazzo, consentendo tuttavia, a chi era entrato, di lasciare l'edificio con il proprio "bottino". Ma gli americani esultano soddisfatti per ben altro: uno dei loro scopi primari, mai dichiarato ma sempre presente, è stato raggiunto."Tutti i pozzi sono nelle mani della coalizione anglo-americana". Così il generale americano Vincent Brooks durante il consueto briefing quotidiano presso il comando generale di Doha, in Qatar. "La produzione del greggio non riprenderà subito", ha aggiunto Brooks, precisando che "nella migliore delle ipotesi ci vorranno settimane prima di poter tornare a sfruttare il petrolio iracheno". Le condizioni dei pozzi, ha aggiunto "sono migliori di quanto si era previsto, c'è solo un incendio da estinguere ancora".Tutto bene dunque, anche se per raggiungere il loro scopo hanno dovuto terrorizzare la popolazione con i continui bombardamenti. Ormai non si parla più delle vittime civili, che continuano ad essefci, mas non fanno più notizia. Per tutti, la guera è finita,e senza guerra non ci sono morti, ci sono solo conquiste.

Intanto a bagdad si tenta di dar vita a quello che è il progetto di Bush, un amministrazione controllata da americani e irakeni. Il primo passo è stato fatto in materia di ordine pubblico. Auto di polizia irachene, scortate da militari americani, pattugliano oggi le vie di Baghdad per la prima volta dalla caduta della città, mercoledì, nelle mani delle truppe Usa, constata un corrispondente dell'Afp. Cinque veicoli della polizia irachena, accompagnate ciascuna da due Humvee della marina americana, hanno lasciato alle 16.00 ora locale (14.00 italiane) la sede dell'Accademia di polizia irachena nell'est di Baghdad e si sono recati nei diversi quartieri della capitale. Quattro poliziotti iracheni in divisa hanno preso posto in ogni vettura

Regione

L'Egitto e la Giordania si appellano al ritiro delle truppe straniere dall'Iraq e la formazione di "un governo iracheno rappresentativo", hanno dichiarato oggi alla stampa i ministri degli Esteri dei due paesi, Ahmed Maher e Marwan Moasher. Maher ha richiesto "il ritiro delle forze straniere e la formazione di un governo che sia scelto dal popolo iracheno". "Vogliamo un governo che rappresenti veramente il popolo iracheno, in tutte le sue parti", ha affermato il ministro egiziano. Il suo omologo giordano ha egualmente richiesto "il ritiro di tutte le forze straniere" dal territorio. Moasher ha indicato che i contatti in corso tra Egitto e Giordania hanno come obiettivo dare "un ruolo efficace agli Arabi, cosa che aiuterà nella formazione di un governo rappresentativo del popolo iracheno e che potrebbe preservare l'unità dell'Iraq". la paura espressa dai ministri è quella che la permanenza degli americani nella regione possa portare ad altre azioni in medio e estremo oriente, soprattutto nei confronti della siria.

Il presidente americano domenica aveva accusato la Siria di possedere armi chimiche e l'aveva invitata a cooperare con Washington e a non dare ospitalità ai leader iracheni in fuga. "Non c'è mai stata alcuna cooperazione tra Damasco e Baghdad, il nostro sostegno era per il popolo iracheno che ha patito le sofferenze della guerra", ha sottolineato la portavoce, in chiara risposta al ministro degli Esteri britannico Jack Straw il quale ha sostenuto che la Siria collaborava con il regime di Saddam Hussein

marocco

Anche il marocco chiede un ritiro delle forze americane, e lo fa appellandosi al rinnovato impegno delle nazioni unite. L'avenir de l'Organisation des Nations unies dépend de son rôle dans la recontruction politique de l'Irak car le droit international est sorti "meurtri" par la guerre dans ce pays, estime lundi la presse marocaine."L'avenir de l'ONU dépend de sa participation dans la reconstruction politique de l'Irak" et du rétablissement du "droit affaibli", écrit le quotidien L'Economiste, en rappelant que les fondateurs de l'ONU avaient pourtant construit, après la deuxième guerre mondiale, un "ordre international" basé "avant tout sur le dialogue et la concertation"."Aujourd'hui, la remise en place du corpus juridique qui appartient à la communauté internationale est vitale, car sans lui, c'est la porte ouverte à l'anarchie", souligne l'éditorialiste de l'Economiste.Sous le titre "La reconstruction de l'Irak sur fond de polémique américano-européenne", le journal le Matin souligne pour sa part que les "légitismistes internationaux comme la France ne concoivent la reconstruction de l'Irak qu'à travers un rôle efficient de l'ONU"."Les Etats-Unis sont pour la première fois dans leur histoire confrontés à de nombreuses interrogations posées par la communauté internationale sur la reconstruction de l'Irak", estime de son côté le journal Rissalat Al Oumma qui se demande "si l'Irak de l'Amérique sera plus heureux que celui de Saddam Hussein".Pour le journal islamiste Attajdid, "nous sommes aujourd'hui au seuil d'une nouvelle ère où l'Islam et les musulmans seront confrontés à un défi plus dangeureux que celui du colonialisme du 19ème et du début du 20ème siècles".Titrant la "reconstruction de l'Irak: main basse américaine", le journal Al Bayane écrit de son côté que la "Troïka de la paix et du refus s'est érigée contre l'hégémonisme américain et plaide en faveur d'un rôle central de l'ONU dans la reconstruction de l'Irak".

Curdi

Una crisi possibile, e sempre più vicina, è quella cghe potrebbe aprirsi nell'area con la Turchia. Il ruolo della Turchia è stato estremamente ambiguo in questo conflitto, ma nondimeno retsa uno dei principali protagonisti, per il suo spporto militare e per la sua interferenza nel ruolo delle truppe curde che stanno paortecipando all'invasione americana dell'iraq. Se Ankara dovesse cercare di intervenire per cercare di limitare l'autonomia del Kurdistan iracheno o la gestione curda di Mossul e Kirkuk, potremmo assistere a una sollevazione senza precedenti, anche al di la' del confine occidentale, nell'Anatolia turca. A dichiararlo e' il curdo di Turchia Muusa Kaval, presidente della Commissione Esteri dell'Assemblea nazionale curda, una sorta di parlamento curdo in esilio con sede a Bruxelles, che conta decine di partiti e 300 deputati. ' 'La nostra speranza - dice Kaval ad un'agenzia di stampa - e' che adesso, dopo questa guerra, finalmente si torni a parlare dello status di tutti i curdi, e che anche la Turchia si veda costretta a ripensare il nostro status, concedendoci veri diritti democratici e rappresentativi. Noi speriamo che, se i curdi iracheni otterranno lo status che spetta loro grazie anche ai loro successi in battaglia contro Saddam Hussein di questi giorni, anche i loro fratelli al di la' dei confini siriani, iraniani e turchi potranno sperare di migliorare di molto la propria posizione, con statuti analoghi in tutti i paesi in cui sono presenti. Kirkuk e Mossul non sono turche - dice Kaval - ma curde, e finalmente sono state liberate, Ankara non ha nessun diritto di intervenire. Che cosa accadrebbe se la Turchia inviasse propri soldati nel Kurdistan iracheno? I curdi hanno diritto di difendersi - risponde il politico - e sicuramente risponderebbero all'aggressione. Anche noi in territorio turco saremmo pronti a sostenere i nostri fratelli in Iraq. E la diaspora irachena in tutto il mondo scenderebbe in strada a protestare. Il nostro timore - continua il parlamentare - e' che i curdi possano esser traditi ancora una volta in base ad accordi dietro le quinte tra le grandi potenze e quelle regionali - in questo caso tra Ankara e Washington. E' successo gia' cinque volte - avverte Kaval (la prima volta nel 1923, quando il trattato di Losanna sul dissolvimento dell'Impero turco manco' di creare uno stato curdo, l'ultima nel 1991 quando George Bush senior abbandono' al loro destino i curdi rivoltatisi, come del resto gli sciiti al sud, contro Saddam Hussein).

I ministri degli Esteri dei Quindici hanno dichiarato oggi di "importanza capitale" la definizione di una politica comune "efficace" contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa. In una dichiarazione congiunta hanno dato mandato all'alto rappresentante Javier Solana di preparare una documento sulla "minaccia globale" che la proliferazione di queste armi rappresentano, e una "strategia di lungo termine". Le prime proposte di Solana saranno discusse durante la riunione informale dei capi della diplomazia Ue che si svolgerà in Grecia dal 2 al 4 maggio Tutte le regioni europee hanno aderito alla proposta del presidente della Calre (Conferenza delle assemblee legislative europee), l'italiano Riccardo Nencini, di far diventare il 16 marzo giornata europea contro l'uso delle armi chimiche e di distruzione di massa. Lo ha reso noto lo stesso Nencini in un comunicato nel quale si dice soddisfatto delle risposte seguite alla sua proposta. Le ultime adesioni sono giunte dai Parlamenti regionali di Irlanda del Nord, Cantabria, Regno Unito, Parlamento Basco, Madeira, Catalogna, Galles.

I membri permanenti della Calre sono oltre al Consiglio regionale della Toscana, di cui e' presidente Nencini, il Voralberg Landtag (Austria), il Paralemnt Wallon (Belgio), l'Alando Lating (Finlandia), il Baden Wurttemberg (Germania), l'Assemblea legislativa da Madeira (Portogallo), il Parlamento delle Baleari (Spagna) e l'Assemblea for Wales (Regno Unito)

Corea del nord

La Corea del Nord sembra disposta accettare dei negoziati multilaterali per la soluzioni delle crisi causata dalla sua decisione di ritirasi dal Trattato di proliferazione nucleare, rinunciando cos? colloqui diretti con Washington, sui quali aveva insistito per mesi. Negli ultimi due giorni Pyongyang ha dato segnali importanti di aver ammorbidito la sua posizione: ?Se gli Stati Uniti sono pronti a cambiare la loro politica nei confronti della Corea del Nord per risolvere la questione nucleare, allora il governo della Repubblica democratica popolare di Corea non insister?er una particolare forma di negoziato?, aveva dichiarato sabato all?agenzia nazionale ?Kcna? un portavoce del ministero degli Esteri di Pyongyang. Oggi in un comunicato ufficiale, il presidente sudcoreano Roh Moo Hyun esprime un forte ottimismo che presto possa essere organizzato un tavolo negoziale. L?agenzia sudcoreana ?Yonghap? suggerisce che la Corea del Nord potrebbe accettare un tavolo con 5 interlocutori: Stati Uniti, Corea del Sud, Giappone, Russia e Cina.

ITALIA

Roma

Si è svolta questa mattina a Roma, di fronte all’Assessorato alla Famiglia della Regione Lazio, un’iniziativa, organizzata dall’Assemblea delle donne dei consultori di Roma e Castelli, per protestare contro la Legge di Riforma dei Consultori che vuole eliminare l’unico servizio socio sanitario pubblico e gratuito e che ha come principale obiettivo la salute riproduttiva delle donne. L’autodeterminazione e la libertà delle donne sono scomparse letteralmente dal testo di questa Riforma e al loro posto viene propagandato il “diritto alla vita del concepito”, anche attraverso la distribuzione, nei consultori e nelle scuole, di migliaia di opuscoli antiabortisti, dal titolo “Vita umana: prima meraviglia”, colorati e in carta patinata, finanziati dalla Regione. Verso mezzogiorno trenta donne sono entrate nell’atrio dell’Assessorato alla Famiglia per “restituire” alla Regione chili e chili di questi opuscoli, raccolti nei consultori. Ne hanno fatto un mucchio nell’atrio e ci hanno versato sopra colla color rosso per lasciare un’istallazione che simboleggi il dissenso e la rabbia delle donne per gli attacchi continui all’aborto e all’autodeterminazione. L’Assemblea delle donne dei consultori di Roma e Castelli ha inoltre, nei giorni scorsi, presentato un’esposto alla Procura della Repubblica per denunciare il contenuto dell’opuscolo, in palese violazione del codice penale vigente e per chiederne l’immediato ritiro. Si invitano le altre donne a fare lo stesso.

""ORE 13,00""

==IRAQ==

Caccia americani F-18 hanno bombardato le formazioni militari irachene a Tikrit distruggendo numerosi carri armati e provocando la morte di almeno 15 soldati della fanteria irachena. A Najaf, nell'Iraq centromeridionale, si e' concluso l'assedio all'abitazione del grande ayatollah Ali al-Sistani. Proprio a Najaf era stato accoltellato a morte nella moschea l'Hojatoleslam Abdul Majid al-Khoei, rientrato dall'esilio per assumere un ruolo nella nuova dirigenza del paese. A Mossul e Kirkuk si sono ritirati, con grande sollievo del governo turco, i peshmerga curdi, ma la situazione continua a rimanere molto tesa: solo ieri a Mossul, nel corso di vari scontri, sono rimasti uccise 15 persone e ferite oltre 200.

ITALIA

Nuova relazione al Parlamento, domani mattina, del ministro degli Esteri Franco Frattini sulla situazione irachena. Secondo quanto comunicato al termine della riunione dei capigruppo della Camera, il ministro parlerà prima al Senato (ore 9.30) per poi trasferirsi alla Camera. In questa occasione il governo dovrebbe chiedere al Parlamento l'autorizzazione all'invio di nostri carabinieri in Iraq per lo svolgimento di compiti di ordine pubblico.

Francia:

Ue nel dopo Saddam Nell'Iraq del dopo-Saddam Hussein è possibile una presenza di forze dell'Unione Europea, per contribuire al ristabilimento e al mantenimento dell'ordine pubblico. Lo ha dichiarato il ministro francese per gli Affari Europei, Noelle Lenoir. "Nulla è ancora stato deciso", ha avvertito Lenoir, "ma nemmeno niente è ancora stato escluso a proposito di una presenza dell'Unione Europea in Iraq, che andrebbe al di là dei meri aiuti umanitari. Non in ordine sparso "Ciò che non vogliamo", ha puntualizzato, "è che ciascun Paese proceda per proprio conto, una situazione", ha aggiunto, "della quale poco tempo fa abbiamo dovuto rammaricarci": un polemico quanto palese riferimento alla spaccatura verificatasi in ambito Ue, ben prima del 20 marzo, a proposito della posizione da assumente nei confronti della guerra all'Iraq e dei rapporti con gli Stati Uniti. Proprio la Francia fu tra i più strenui oppositori di un nuovo intervento militare nell'area del Golfo Persico. L'invio di un contingente di pace italiano, formato possibilmente da carabinieri, era stato prospettato la settimana ìscorsa dallo stesso capo del governo, Silvio Berlusconi.

==SIRIA==

Il presidente americano ha rivolto ieri un nuovo avvertimento a Damasco. L'ho gia' detto e lo ripeto - ha detto Bush - La Siria non deve offrire protezione ad elementi del regime di Saddam Hussein. Gli Stati Uniti, ha aggiunto il presidente, hanno motivo di ritenere che vi siano in Siria armi chimiche e che si aspettano cooperazione anche su questo. Il segretario al Foreign office Jack Straw ha detto di non essere sicuro se la Siria stia sviluppando armi chimiche e che e' necessario un dialogo con Damasco. In un'intervista alla Bbc Straw ha detto che quello che e' importante e' che la Siria cooperi pienamente sugli interrogativi che sono stati sollevati a proposito di alcuni fuggitivi dall'Iraq che potrebbero essere andati in Siria e su altre questioni quali lo sviluppo di qualsiasi tipo di programmi chimici e biologici illegali o illegittimi. Alla domanda se la Siria stia sviluppando questo armi, Straw ha detto: La risposta e' che non sono sicuro e per questo e' necessario sederci e parlare con loro di questo. Il ministro degli esteri britannico ha anche detto che la Siria non e' la prossima sulla lista ma deve dare delle risposte. L'alto rappresentante Ue Javier Solana si e' dichiarato preoccupato oggi a Lussemburgo dalla crescita della tensione fra gli Usa e la Siria. 'Si, siamo preoccupati' ha detto ai cronisti, che lo interrogavano sulle dichiarazioni sulla Siria ieri di diversi dirigenti Usa. Solana ha invitato gli Usa a abbassare il livello di tensione con Damasco.'La regione sta andando verso un processo davvero difficile: penso che sarebbe meglio fare dichiarazioni costruttive per cercare di calmare la situazione'

==AFGHANISTAN==

Ieri sera una forte esplosione e' stata avvertita a circa 600 metri da Chapman, un distaccamento di Enduring Freedom - dove si trovano una cinquantina di militari italiani, oltre a commandos americani - non lontano da Khost e dalla base Salerno, il quartier generale della task force Nibbio. Sulla natura dell'esplosione le indagini sono tuttora in corso, ma secondo le prime informazioni si sarebbe trattato di un'autobomba saltata in aria mentre veniva preparata. Nessun ferito tra i militari e nessun danno alla base, ma almeno uno dei presunti attentatori - secondo fonti italiane - sarebbe rimasto ucciso nell'esplosione. L'esplosione di ieri sera, comunque, si inserisce in un quadro di preoccupante recrudescenza di attentati contro le forze della coalizione internazionale in Afghanistan. Solo ieri mattina una pattuglia di militari italiani e' scampata all'ennesimo agguato: un ordigno rudimentale composto da due bombe a mano unite tra loro e' esploso in prossimita' di un automezzo della task force Nibbio, che stava compiendo una perlustrazione nel centro abitato di Khost. Nessun ferito.

ITALIA

==Incidenti sul lavoro==

==Caivano==

Allarme per tutta la giornata di ieri che ha tenuto in trepidazione i dirigenti della multinazionale americana Ppg che ha sede a Pascarola, tra Napoli e Caserta. Dopo la tragedia del silos, scoppiato alle 7.20 del mattina che ha provocato la morte di quattro operai, si è posto il problema di raffreddare le fasi di lavorazione della vernice dal momento che gli altri due silos rimasti non avrebbero potuto garantire azoto a sufficienza. C'era il rischio che l'intero stabilimento saltasse in aria. Si è tentato di riempire i serbatoi con delle autocisterne man mano che si svuotavano. Ma il ciclo non garantiva il massimo della sicurezza. In Campania sono 73 gli impianti censiti considerati «a rischio», di cui 27 «molto pericolosi». La provincia di Napoli ha la maglia nera con ben 39 impianti pericolosi: lo sostiene, in una nota, Legambiente della Campania. Le altre aziende a rischio si trovano nella provincia di Salerno (15) e di Caserta (14). Legambiente, che ha espresso «cordoglio per l'enormità della tragedia verificatasi nel Napoletano», pone il problema «non solo di aziende inquinanti, ma di quelle che, per la quantità di sostanze pericolose che gestiscono e movimentano, possono causare calamità in caso di incidente». Secondo Legambiente, «bisogna dismettere o delocalizzare i cicli produttivi obsoleti e più pericolosi e attuare seriamente le prescrizioni della legge Seveso bis sulla sicurezza delle industrie a rischio», che sono frutto «di uno sviluppo disordinato e di una mancanza di programmazione, simboli di un'epoca in cui l'industria era tutto e la salute e l'ambiente contavano ancora poco».

==Macerata==

E' stato domato nella notte il pauroso incendio che ieri, con ripetute esplosioni di materiale infiammabile, ha praticamente sventrato lo stabilimento della Ica Spa (Industria chimica adriatica) nella zona industriale B di Civitanova Marche Alta, a un km circa dal centro storico medievale e poco distante dall' ospedale. Le squadre dei vigili del fuoco - ieri sono dovute intervenire, a supporto dei vigili di Civitanova, quelle di Macerata, Ancona, Osimo, Fermo e Camerino, oltre a tecnici della Protezione civile - sono ancora sul posto per spegnere gli ultimi focolai, e soprattutto per lo smassamento e la rimozione dei detriti, un compito molto delicato data la natura del materiale andato a fuoco. La Ica, che impiega 160 dipendenti, produce infatti vernici per legno da oltre 25 anni, e risulta tra le aziende marchigiane obbligate, proprio per l' utilizzo di materiale chimico, all' osservanza di rigide procedure di sicurezza. Da un sopralluogo dell' Arpam, l' Agenzia regionale per l' ambiente delle Marche, che ha monitorato il territorio, non vi sono pericoli per la salute pubblica e per l' ambiente derivanti dall' enorme nuvola nera di fumo sviluppatasi con le fiamme, che fino a tarda sera ha gravato sulla citta'. Ancora da accertare le cause del rogo - tuttora all' esame dei vigili del fuoco - che ha interessato un' area di circa 4.000 metri quadrati, distruggendo un deposito di vernice, con tutto il materiale stoccato all' interno, e attaccando anche gli impianti, cosi' come ancora non si conoscono le ricadute immediate sulla produzione. I danni ammonterebbero a milioni di euro.

==Sciopero aerei==

CENTINAIA I VOLI CANCELLATI - Roma, 14 apr. - E' scattata alle 10 di questa mattina la raffica di scioperi nel settore del trasporto aereo. Sono, infatti, centinaia i voli cancellati da tutte le compagnie aeree che operano sugli scali nazionali. Ad incrociare per primi le braccia, piloti e assistenti di volo aderenti a Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Anpav, Atv, Ugl, Anpac e Up, come pure i controllori di volo che si riconoscono nella Cisal-Av. Oltre ad aventuali voli di Stato, militari, emergenza, sanitari, umanitari e di soccorso, sono programmati i collegamenti con le isole con un'unica frequenza giornaliera, ad esclusione del traffico continentale.A Fiumicino sono gia' molti voli cancellati, ma anche quelli riprogrammati, anticipati, cioe', a prima dell'inizio dell'agitazione o posticipati a fine sciopero. Se l'Alitalia ha cancellato sull'intera rete nazionale ben 320 voli, di cui 170 nazionali, 140 internazionali e 10 intercontinentali, tra le compagnie aeree europee che operano nello scalo romano, l'Air France ha, ad esempio, tolto dall'operativo sei voli per Parigi, Marsiglia e Lione. Sono, invece, quattro i collegamenti soppressi dalla British Airways per Londra, Manchester e Birmingham. Da parte sua, l'Iberia ha cancellato tre collegamenti, due per Madrid ed uno per Barcellona.