GR ORE 13.00

Iraq

Centinaia e centinaia di migliaia di musulmani sciiti, marciando attraverso l'Iraq, sono giunti nella città sacra di Kerbala, per una festa religiosa proibita da anni dal regime di Saddam Hussein. Ma il raduno ha assunto anche valenze politiche e il ministro della Difesa americano Donald Rumsfeld ha detto: in Iraq dovrà esserci una democrazia, non una regime "teocratico" come in Iran. I pellegrini radunati sulla spianata del mausoleo dell'imam Hussein a Karbala hanno scandito oggi slogan contro "l'occupazione e il colonialismo".

I fedeli si sposteranno dalla Moschea fino al luogo dove l'Imam Hussein, nipote del profeta Muhammad (Maometto), e quaranta persone tra i suoi seguaci e suoi familiari furono uccisi dal califfo Ummayade Yazid nel 680 d.C. L'evento è alla base dello scisma che divise il mondo musulmano fra sciiti e sunniti.

In migliaia in cammino verso Najaf Altre migliaia sono in cammino verso la città santa di Najaf, luogo dove fu sepolto l'imam Ali, genero del Profeta. Al-Jazeera riferisce che la sicurezza è affidata alle guide religiose locali. I fedeli hanno anche gridato alcuni slogan di carattere politico.

A Baghdad per il secondo giorno consecutivo gli sciiti hanno manifestato davanti al quartier generale delle forze Usa, all'hotel Palestine. Stavolta erano in 400 a chiedere il rilascio di un imam, lo sceicco Mohammed Fartusi, coinvolto nell'organizzazione del pellegrinaggio. L'Imam Al-Firtusi è stato poi rilasciato dalle forze americane. Lo ha annunciato la Tv araba Al-Jazeera citando fonti militari statunitensi. Oltre Al-Firtusi sono stati liberati anche altri capi religiosi sciiti arrestati ieri a Najaf.

Una partecipazione enorme, forse inaspettata, che ha provocato la reazione statunitense: il futuro politico dell'Iraq è in mano agli iracheni - ha avvertito il ministro della difesa Usa Rumsfeld ieri parlando al Pentagono - ma secondo schemi e regole che dovranno essere approvati dagli Stati Uniti. Il timore del governo Usa è di un pericoloso avvicinamento degli sciiti iracheni con quelli del vicino Iran, paese nella "lista nera" degli Usa, e con impianto governativo di tipo teocratico.

L'Iraq, ha detto il ministro della difesa Usa, "dovrà essere un Paese organizzato in modo tale da dar voce ai diversi gruppi etnici e religiosi". Noi, prosegue, ci "auguriamo che prenda corpo un sistema democratico in cui vi siano libertà di parola e di stampa e libertà religiosa".

Un regime politico come quello iraniano, dominato dal potere degli Ayatollah sciiti, invece - dice Rumsfeld - non sarebbe "autenticamente democratico".

Egitto

Un journal gouvernemental égyptien a dénoncé mardi le "gouvernement de l'occupation officielle" du général Jay Garner, l'administrateur civil américain de l'Irak, alors que deux autres journaux appelaient les pays arabes à la "vigilance"."Le gouvernement de l'occupation officielle est arrivé à Bagdad", écrit Samir Ragab, rédacteur en chef du quotidien gouvernemental Al-Gomhouriya, commentant l'arrivée de Jay Garner lundi dans la capitale irakienne."Malheureusement, comme l'ont annoncé les Etats-Unis --avant même l'occupation de l'Irak-- le général à la retraite est arrivé, accompagné de ses ministres, et ce qui était un +scénario+ devient une réalité douloureuse et humiliante", poursuit Samir Ragab, un des proches du président Hosni Moubarak.Il s'en est est pris également à Ahmed Chalabi, le chef du Congrès national irakien (CNI), considéré comme l'un des candidats à un rôle politique de premier plan dans l'Irak de l'après-Saddam Hussein."Au même moment, le nommé Ahmed Chalabi (...) a commencé à exercer ses activités, apparaissant comme un Américain de chair et de sang, qui adopte leur vocabulaire et justifie leur occupation", dénonce encore M. Ragab.D'autre part, les quotidiens gouvernementaux Al-Ahram et Al-Akhbar ont appelé les pays arabes à être vigilants à l'égard des "plans secrets" qui les visent."La nation arabe vit une période difficile exigeant une grande vigilance et tous les pays doivent comprendre qu'ils ne sont pas à l'abri du danger et que des plans secrets les visent", écrit Galal Dewidar, rédacteur en chef d'Al-Akhbar."Washington ne connaît pas les relations amicales lorsqu'il s'agit de ses intérêts ou des intérêts des organisations sionistes mondiales qui contribuent à formuler sa politique", affirme M. Dewidar.La situation exige "que nous soyons vigilants et que nous évitions les différends secondaires (interarabes) qui ont provoqué des désastres, comme ce qui s'est passé en Irak", estime pour sa part le rédacteur en chef d'Al-Ahram, Ibrahim Nafie."Damas n'est pas Bagdad", avertit par ailleurs M. Nafie, évoquant les menaces américaines contre la Syrie, accusée "de posséder des armes de destruction massive ou d'abriter des symboles de la résistance palestinienne".

Lega araba

L'Iraq del dopo-Saddam e la crisi israelo-palestinese sono i temi al centro degli incontri previsti oggi a Damasco tra il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa e il presidente siriano Bashar el Assad. La Siria è attualmente al centro di una intensa attività diplomatica.

Domenica era in visita a Damasco il presidente egiziano, Hosni Mubarak, e ieri è stata la volta di Ana de Palacio, ministro degli esteri spagnolo. Ai primi di maggio potrebbe arrivare in Siria anche il Segretario di Stato americano, Colin Powell.

Hans Blix

Grande attesa per la riunione di questo pomeriggio, le 16.30 in Italia, del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L'argomento su proposta della Russia, è il ritorno degli ispettori Onu in Iraq per verificare definitivamente se ci siano o meno armi di distruzione di massa. Nel corso della riunione verrà ascoltato il capo degli ispettori Hans Blix, che si è detto pronto a tornare in Iraq. Gli Stati uniti sono contrari al ritorno degli ispettori e chiedono invece la revoca delle sanzioni. E nel giorno in cui tornerà a parlare davanti al Consiglio di Sicurezza Onu, il capo degli ispettori Unmovic Hans Blix rilascia un'intervista dai toni durissimi alla Bbc. Nei mesi scorsi, dice il diplomatico svedese, gli Usa hanno fatto di tutto per screditare il ruolo suo e degli altri ispettori Onu. Il capo degli ispettori dell'Onu, Hans Blix, ha messo anche in dubbio l'autenticità delle prove dell'esistenza in Iraq di armi di distruzioni di massa su cui Gran Bretagna e Stati Uniti hanno basato il loro intervento militare. "Ritengo sia stato uno degli elementi fastidiosi il fatto che così tante prove su cui le capitali hanno fondato le loro argomentazioni fossero traballanti", ha dichiarato in un'intervista alla Bbc trasmessa nel giorno in cui Blix torna a comparire davanti al Consiglio di sicurezza per discutere di una possibile ripresa delle ispezioni. Blix ha chiarito di non voler accusare Londra e Washington di aver falsificato le prove: "Ma non disturba l'idea che servizi segreti con tutti i mezzi tecnici a loro disposizione non abbiano scoperto che quelle prove erano false?", si è chiesto. "A me disturba davvero molto, chi ha falsificato le prove?". E nel suo j'accuse, Blix non risparmia neppure il segretario di Stato Usa Colin Powell. Molte delle prove da lui presentate in Consiglio si sono rivelate inconsistenti. Blix, spietato, nonostante il tono apparentemente conciliante, dice di Powell: "non dubito della sua sincerità... non poteva controllare tutto".

Onu

Il segretario generale dell'Onu Kofi Annan sara' in Svizzera nei prossimi giorni. Fara' tappa giovedi' a Ginevra, prima di recarsi a Parigi, infine il 29 aprile effettuera' una visita ufficiale a Berna, dove sara' ricevuto dal presidente della Confederazione Pascal Couchepin, ha annunciato oggi la portavoce delle Nazioni Unite Elena Ponomareva. Kofi Annan ha iniziato oggi a Vienna un giro di visite europee. I colloqui sono incentrati sul ruolo dell'Onu nel dopo guerra in Iraq e sui preparativi del vertice del G8 a Evian, in Francia. Nella capitale austriaca restera' fino a domani. A Ginevra dopodomani si rivolgera' alla Commissione dei diritti umani. Annan terra' inoltre una conferenza stampa e si incontrera' con l'alto commissario per i diritti umani Sergio Vieira de Mello. A Parigi Kofi Annan avra' colloqui con il presidente francese Jacques Chirac. Il segretario generale dell'Onu rientrera' a New York il 30 aprile.

Ambiente

Il G8 Ambiente, previsto in Francia tra il 25 e il 27 aprile, a poco piu' di una settimana dal suo inizio e' scomparso, si e' nascosto, auto-occultato. Lo svela ironicamente Legambiente, che fa notare come soprattutto l'amministrazione centrale francese, ma anche alcuni altri Paesi membri di questo club internazionale, stiano cercando di far passare sotto silenzio l'attivita' del vertice. E questo, si legge nella nota di Legambiente, nonostante sia il primo grande vertice internazionale dopo lo scoppio del conflitto in Iraq, la prima volta in cui ufficialmente Francia, Germania e Stati Uniti torneranno a sedersi intorno a un tavolo. E anche l'occasione, vista la presenza della Russia, per riproporre il tema degli accordi di Kyoto. L'agenda, rileva ancora Legambiente, e' inesistente, non c'e' traccia di una scaletta di interventi, non c'e' nessuna informazione. Roberto Della Seta, portavoce nazionale di Legambiente. Qsostiene che sia inquietante che gli 8 Grandi tengano l'opinione pubblica del tutto esclusa dalle loro discussioni su temi vitali per tutti, dal Protocollo di Kyoto alle grandi questioni della desertificazione che colpisce anche i ricchi o delle norme sui brevetti biotecnologici che favoriscono la perdita di biodiversità.

Corea del Nord

Si aprirà domani a Pechino il vertice tra Cina, Usa e Corea del Nord per trovare una soluzione alla crisi con Pyongyang dopo la sua ammissione, ad ottobre dello scorso anno, di avere un programma atomico e la successiva decisione di uscire dal Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp). L’inviato della Casa Bianca, il sottosegretario agli esteri per gli affari asiatici James Kelly, è arrivato oggi nella capitale cinese dove incontrerà il suo omologo Fun Ying e Lin Gun, direttore generale dell’ufficio della diplomazia nordcoreana che si occupa dei rapporti con gli Stati Uniti. L’incontro aveva seriamente rischiato di saltare dopo l’annuncio di Pyongyang, quattro giorni fa, di avere riciclato 8mila barre di uranio, ora pronte per la creazione di materiale fissile per armi nucleari. Una mossa che, se vera, Washington considera la fine di ogni tentativo di intervento diplomatico. Ma ieri la Corea del Nord ha fatto ‘marcia indietro’ precisando che il processo di riciclaggio non è stato completato. La Corea del Sud, che negli ultimi mesi si è impegnata per convincere il regime comunista di Kim John Il a rinunciare a colloqui esclusivi con gli Usa ed accettare una soluzione multilaterale, manderà comunque un suo osservatore al meeting di domani.

Al negoziato tripartito di Pechino gli Stati Uniti saranno guidati dal segretario di stato aggiunto James Kelly, la Corea del Nord dal vice direttore generale degli affari statunitensi del ministero degli esteri Li Gun e la Cina dal capo degli affari asiatici del ministero degli esteri Fu Ying. Il Telegraph di Londra rivela: in un documento riservato del ministro della difesa Rumsfeld si parla di "cambio di regime" in Corea del Nord. Nel documento non si ipotizzerebbe un'azione militare contro il paese asiatico ma si raccomanderebbe di agire in modo da favorire il crollo del regime e il rovesciamento di Kim Jong Il. La fuga di notizie che ha reso possibile venire a conoscenza delle intenzioni di Rumsfeld sembra inserirsi nel contesto della solita e continua lotta all'ultimo sangue che sembra dividere il pentagono e il dipartimento di Stato. Il documento, non a caso, è saltato fuori proprio nel giorno in cui James kelly, inviato di Powell, partiva per Pechino per una tre giorni di colloqui sulla crisi nordcoreana. Rumsfeld, in sostanza, starebbe cercando in tutto i modi di far naufragare i colloqui con la Corea del Nord. L'unica soluzione, pensa il ministro della difesa, è mettere alle strette Kin Jong Il. Il piano elaborato dagli americani, si legge ancora sul giornale, prevede anche un attacco contro l'artiglieria pesante appostata sulle colline che dominano il confine con la Corea del sud, e che costituisce una minaccia per la capitale Seul e per i 17mila soldati americani di stanza nella zona smilitarizzata. Interpellato per avere un commento, il ministro degli Esteri australiano, Alexander Downer, ha reagito alla notizia - pubblicata dal quotidiano alla vigilia dell'apertura dei colloqui trilaterali di Pechino tra rappresentanti di Corea del nord, Stati Uniti e Cina - ridimensionandone l'importanza: senza escludere che quanto riferito nell'articolo fosse vero, Downer ha ricordato che i militari elaborano piani di questo tipo in continuazione. Da questo - ha quindi osservato - non bisogna dedurre che la politica dell'amministrazione americana preveda di bombardare quell'impianto. Proprio oggi il 'New York Times' riferiva dell'allarme lanciato dal comandante delle forze americane in Corea del sud. Intervenendo a Seul, il generale Leon LaPorte ha definito la Corea del nord una minaccia alla stabilita' globale da diversi punti di vista, ricordando lo stato in cui versa l'economia del paese, ma anche il suo programma per la messa a punto di armi nucleari e la proliferazione di tecnologie missilistiche

Corte penale internazionale

Il magistrato argentino Luis Moreno Ocampo, noto per la sua azione in difesa dei diritti umani e per aver rappresentato la pubblica accusa durante il processo nei confronti della cupola della dittatura in Argentina, è stato eletto ieri primo procuratore capo del Tribunale penale internazionale (Tpi) delle Nazioni Unite. I 78 rappresentanti presenti al Palazzo di Vetro a New York, su 89 Paesi che aderiscono al Tpi, lo hanno votato all’unanimità, dopo che sul suo nome era stato già raggiunto il totale consenso. Ad Ocampo, 50 anni, attualmente docente alla Law School di Harvard, è affidato un ruolo centrale nel nuovo Tribunale, che avrà sede all’Aja, in Olanda. L’ufficio del procuratore – che inizierà a lavorare dopo il giuramento di Ocampo e la nomina dello staff, probabilmente entro qualche mese - dovrà valutare l’ammissibilità dei casi di violazioni di diritti umani e crimini di guerra che verranno esposti alla Corte, e decidere se soddisfano le molte condizioni che lo statuto impone al Tpi prima di poter intervenire. Il Tribunale è stato approvato a Roma nel 1998 al termine di un lungo e tormentato percorso, ostacolato dall’opposizione di alcuni Stati contrari alla sua creazione, tra cui gli Stati Uniti, Israele, Cina ed altri. Gli Usa, che temono un utilizzo di questo strumento di giustizia internazionale soprattutto contro i soldati americani impegnati all’estero, non riconoscono la legittimità del Tpi e hanno stabilito 27 accordi bilaterali con altrettanti Paesi per ottenere l’esenzione di propri cittadini eventualmente incriminati da questa corte.

Palestina

Nonostante l'incessante lavoro di mediazione all'interno dell'Autorità Nazionale Palestinese, è scontro aperto per la formazione del nuovo governo fra il presidente Arafat e il primo ministro designato Abu Mazen, per il quale gli Stati Uniti chiedono pieni poteri.

Gli Stati Uniti chiedono al premier palestinese designato Abu Mazen di formare "urgentemente" un governo, senza il quale non potrà essere avviato alcun piano di pace. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Richard Boucher, ha dichiarato: "La nascita di un forte esecutivo palestinese con pieni poteri guidato da Abbas (Abu Mazen è il soprannome di battaglia, ndr) permetterà all'Anp di fare tutti gli sforzi necessari per avviare le riforme e operare in favore della sicurezza sia dei territori palestinesi, sia di Israele, tutto nell'interesse del popolo La scorsa notte - riferisce la agenzia di stampa palestinese Wafa - il presidente egiziano Hosni Mubarak ha avuto con il presidente Yasser Arafat un lungo colloquio telefonico nel corso del quale ha affrontato vari temi attualita' regionale fra cui appunto la costituzione del governo di Abu Mazen. Secondo alcuni osservatori, Mubarak ha aggiunto la sua voce a quelle che gia' ieri da piu' parti consigliavano ad Arafat di cercare di rimuovere gli ultimi ostacoli che impediscono ad Abu Mazen di chiedere domani la fiducia del parlamento di Ramallah. Da parte sua il quotidiano Haaretz di Tel Aviv riferisce che Arafat ha posto il veto a un progetto attribuito dal giornale ad Abu Mazen per lo scioglimento delle Brigate dei martiri di al- Aqsa e la confisca delle loro armi. Arafat, scrive Haaretz, teme che una misura del genere provocherebbe una guerra civile Ma in molti stanno facendo pressioni su Arafat: L'inviato europeo per il Medio Oriente Miguel Moratinos ha detto al presidente palestinese Yasser Arafat che l'Unione Europea considera Abu Mazen come l'unico candidato accettabile per l'incarico di primo ministro. Negli ultimi giorni numerosi esponenti arabi ed europei hanno telefonato ad Arafat pregandolo di favorire una rapida approvazione del nuovo governo. Oltre a Moratinos, hanno parlato al presidente palestinese il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, il primo ministro spagnolo Jose' Maria Aznar, e il re di Giordania Abdullah II.

Nigeria

Opposizione e osservatori islamici sono concordi: nelle elezioni presidenziali nigeriane ci sono stati episodi poco chiari. Diverse, ovviamente, le conclusioni. Per l'opposizione, guidata da Muhammadu Buhari, le consultazioni si sono risolte in una "grande beffa". Per gli osservatori, invece, c'è il rischio che i brogli possano compromettere la credibilità delle istituzioni democratiche. Mentre lo spoglio delle schede continua, l'attuale presidente Olusegun Obasanjo appare con 35 milioni di schede conteggiate in testa col 61 per cento, mentre Buhari è al 33 per cento. Inoltre, il partito di Obasanjo si è aggiudicato 21 dei 24 governatori. Ma gli standard di trasparenza delle elezioni non sono stati rispettati, secondo l'opposizione. "L'intera cosiddetta elezione è stata una grande beffa", ha accusato il portavoce di Buhari Sam Nda-Isai. "Per quanto ci concerne - ha aggiunto - la democrazia è fallita". Il portavoce non ha voluto precisare se l'opposizione intende scendere in piazza per protestare, anche in maniera violenta, e ha spiegato che i leader dell'opposizione si riuniranno domani o dopodomani. Le certezze dell'opposizione, corrispondono alle perplessità degli osservatori internazionali. "Abbiamo serie preoccupazioni sulla legittimità dei risultati in certi collegi", ha spiegato Kenneth Wollack, presidente della statunitense National Democratic Insitution. Per esempio, aggiunge Wollack, in uno stato Obasanjo ha vinto col 92 per cento, mentre Festus Okoye, del Tansitional Monitoring Group, ha denunciato che in molti stati del delta del Niger l'affluenza è stata del 100 per cento, con preferenza per Obasanjo superiore al 90 per cento. Ancora, gli osservatori hanno denunciato casi di corruzione, di schede elettorali rubate, addirittura di intere urne elettorali portate via. Accuse che non scompongono il la Commissione elettorale, il cui presidente, Abel Guobadia, ha affermato: "Per quanto ci riguarda, non ci sono stati brogli"

Bangladesh

Sono almeno un centinaio le vittime di due naufragi avvenuti ieri in Bangladesh, ma il bilancio potrebbe aggravarsi ulteriormente a causa di decine dispersi non ancora recuperati. Secondo fonti della polizia, il traghetto ‘M.V. Mitali’ si è rovesciato durante una tempesta mentre navigava sul fiume Buriganga nei pressi di Alipur (distretto di Narayanganj), non lontano dalla capitale Dacca. Sembrerebbe che sull’imbarcazione, che poteva trasportate 300 passeggeri, se ne trovassero al momento oltre 400. Fino ad ora la polizia ha recuperato 94 corpi dalle lamiere del traghetto, ma decine di persone mancano ancora all’appello. Molti superstiti sono riusciti a raggiungere la riva a nuoto dopo il naufragio oppure sono stati salvati dai mezzi di soccorso. Al momento dell’affondamento, il vento spirava a circa 70 chilometri l’ora. La stessa tempesta ha travolto un altro traghetto, in navigazione sulle acque del fiume Meghna, circa 150 chilometri a nordest di Dacca (nel distretto di Brahmanbaria), sul quale viaggiavano un centinaio di passeggeri. Per ora non si hanno notizie della comitiva di 50 persone che partecipava a un banchetto nuziale a bordo dell’imbarcazione. Secondo altre fonti, la medesima ondata di maltempo ha provocato ulteriori 17 vittime nel Bangladesh centro orientale. Il trasporto fluviale del Bangladesh, uno dei Paesi più poveri del mondo, non è nuovo a questo tipo di incidenti. Utilizzati comunemente come mezzo di trasporto dalla popolazione, i traghetti molto spesso non rispettano gli standard minimi di sicurezza e i frequenti episodi di maltempo provocano non di rado naufragi e vittime. Nelle scorse due settimane una novantina di passeggeri sono morti in incidenti che hanno coinvolto altri due traghetti.

GR ORE 9.30

Iraq

Il dopo Saddam in Iraq al centro della strategia della Casa Bianca. Ieri, a Baghdad, è arrivato l'ex generale americano Jay Garner, designato dall'amministrazione Bush quale governatore civile in Iraq nel periodo di transizione. Jay Garner, ha avuto oggi un colloquio a Sulaimaniya, nel nord dell'Iraq, con il capo dell'Unione patriottica del Kurdistan (UpK) Jalal Talabani. Lo hanno detto giornalisti. Si tratta del primo contatto di Garner in Iraq con un uomo politico iracheno. Garner, che ieri ha passato il suo primo giorno a Baghdad, è arrivato oggi a Erbil, nel Kurdistan, a bordo di un aereo da trasporto militare C-130. Si è poi recato in elicottero a Sulaimaniya dove ha avviato colloqui con Talabani, la cui formazione controlla, con il Partito democratico del Kurdistan di Massud Barzani, il Kurdistan iracheno. Garner e la sua squadra si recheranno poi a Mossul, sempre nel nord. UpK di Talabani e PdK di Barzani, al termine di una riunione ieri a Erbil, hanno chiesto ai principali partiti dell'opposizione irachena di incontrarsi a Baghdad. Varie centinaia di sciiti si sono radunati, per il secondo giorno consecutivo, davanti all'hotel Palestine nel centro di Baghdad, per esigere la liberazione di un leader religioso e di altre cinque persone che - dicono - sono state arrestate dagli americani. I manifestanti hanno urlato slogan per la liberazione di sheikh Mohammed Fartussi, arrestato secondo i suoi seguaci con altri due dignitari sciiti e tre loro compagni nella notte tra domenica e lunedì all'entrata sud di Baghdad. Alcune migliaia di sciiti infuriati avevano già inscenato ieri una manifestazione di protesta davanti al quartier generale delle forze Usa a Baghdad

Ispettori

Il capo degli ispettori dell'Onu, Hans Blix, ha detto ieri che le equipe delle Nazioni Unite devono tornare in Iraq per verificare in maniera indipendente la scoperta eventuale di armi di distruzione di massa. Gli Stati Uniti hanno però annunciato che non vedono quale ruolo gli ispettori dell'Onu possano svolgere nell'immediato. "Penso che sarebbe saggio per loro di avere una verifica indipendente, che apporterebbe un'alta credibilità" ha dichiarato il capo della commissione di controllo dell'Onu, interpellato sulla possibile scoperta a sud di Baghdad di attrezzature che potrebbero essere utilizzate nella fabbricazione di armi chimiche. "Non vediamo nell'immediato alcun ruolo per il dottor Blix e le sue equipe" ha da parte sua detto Richard Grenell, portavoce di John Negroponte, l'ambasciatore americano presso le Nazioni Unite. Oggi Blix deve intervenire al Consiglio di Sicurezza su una eventuale ripresa delle ispezioni. Ha già detto che gli ispettori sono pronti a tornare in Iraq. La Russia ha da parte sua chiesto che le equipe delle Nazioni Unite terminino le loro ricerche e certifichino che le armi nucleari, chimiche e biologiche dell'Iraq sono state eliminate, come pure i missili a lunga gittata in grado di trasportarle, come esigeva la risoluzione 1441 dell'Onu. L'ambasciatore russo Gennady Gatilov ha dichiarato che la presenza di "un organo internazionale obiettivo" è necessaria per "accertare la situazione" in Iraq.

Palestina

Nonostante l'incessante lavoro di mediazione all'interno dell'Autorità Nazionale Palestinese, è scontro aperto per la formazione del nuovo governo fra il presidente Arafat e il primo ministro designato Abu Mazen, per il quale gli Stati Uniti chiedono pieni poteri.

Gli Stati Uniti chiedono al premier palestinese designato Abu Mazen di formare "urgentemente" un governo, senza il quale non potrà essere avviato alcun piano di pace. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Richard Boucher, ha dichiarato: "La nascita di un forte esecutivo palestinese con pieni poteri guidato da Abbas (Abu Mazen è il soprannome di battaglia, ndr) permetterà all'Anp di fare tutti gli sforzi necessari per avviare le riforme e operare in favore della sicurezza sia dei territori palestinesi, sia di Israele, tutto nell'interesse del popolo La scorsa notte - riferisce la agenzia di stampa palestinese Wafa - il presidente egiziano Hosni Mubarak ha avuto con il presidente Yasser Arafat un lungo colloquio telefonico nel corso del quale ha affrontato vari temi attualita' regionale fra cui appunto la costituzione del governo di Abu Mazen. Secondo alcuni osservatori, Mubarak ha aggiunto la sua voce a quelle che gia' ieri da piu' parti consigliavano ad Arafat di cercare di rimuovere gli ultimi ostacoli che impediscono ad Abu Mazen di chiedere domani la fiducia del parlamento di Ramallah. Da parte sua il quotidiano Haaretz di Tel Aviv riferisce che Arafat ha posto il veto a un progetto attribuito dal giornale ad Abu Mazen per lo scioglimento delle Brigate dei martiri di al- Aqsa e la confisca delle loro armi. Arafat, scrive Haaretz, teme che una misura del genere provocherebbe una guerra civile

Corea del nord

Domani prende il via a Pechino il negoziato tripartito, tra Corea del Nord, Stati Uniti e Cina, sulla crisi nucleare nordcoreana, confermato ufficialmente ieri dal Dipartimento di stato americano. La Corea del sud è rimasta esclusa dall'avvio dei negoziati multilaterali sulla crisi ma, appoggiata dagli Stati Uniti, ha già chiarito che il più presto possibile intende entrarvi a pieno titolo, insieme con il Giappone. Per il momento Seul ha inviato un proprio osservatore.

Al negoziato tripartito di Pechino gli Stati Uniti saranno guidati dal segretario di stato aggiunto James Kelly, la Corea del Nord dal vice direttore generale degli affari statunitensi del ministero degli esteri Li Gun e la Cina dal capo degli affari asiatici del ministero degli esteri Fu Ying. . Il Telegraph di Londra rivela: in un documento riservato del ministro della difesa Rumsfeld si parla di "cambio di regime" in Corea del Nord. Nel documento non si ipotizzerebbe un'azione militare contro il paese asiatico ma si raccomanderebbe di agire in modo da favorire il crollo del regime e il rovesciamento di Kim Jong Il.

La fuga di notizie che ha reso possibile venire a conoscenza delle intenzioni di Rumsfeld sembra inserirsi nel contesto della solita e continua lotta all'ultimo sangue che sembra dividere il pentagono e il dipartimento di Stato. Il documento, non a caso, è saltato fuori proprio nel giorno in cui James kelly, inviato di Powell, partiva per Pechino per una tre giorni di colloqui sulla crisi nordcoreana.

Rumsfeld, in sostanza, starebbe cercando in tutto i modi di far naufragare i colloqui con la Corea del Nord. L'unica soluzione, pensa il ministro della difesa, è mettere alle strette Kin Jong Il.

La Corea del Nord costituisce una grande minaccia per la stabilità mondiale nonché un "ostacolo all'avvento della pace": così ha definito il rtegome di Pyongyang il generale Leon LaPorte, comandante delle forze Usa in Corea del Sud, durante un discorso pronunciato a una conferenza a Seul esattamente un giorno prima del previsto avvio a Pechino, polmonite atipica permettendo, dei colloqui a tre tra gli Stati Uniti e la stessa Corea comunista con i buoni uffici della Cina, dedicati ai presunti piani di riarmo nucleare del Nord.

A parere del generale americano, tra le minacce poste da Pyongyang vi sono non soltanto i programmi per dotarsi di armi atomiche, ma anche la proliferazione di tecnologia missilistiche, la disponibilità di enormi forze convenzionali, la preparazione di operazioni speciali mirate specificamente contro il Sud e, non ultima, un'economia sull'orlo di un autentico collasso

Cuba

Rigoberta Menchù, premio Nobel per la pace nel 1992, ha duramente criticato la Commissione per i diritti umani dell’Onu sostenendo che la settimana scorsa ha condannato il governo cubano per le violazioni dei diritti umani nei confronti dei dissidenti ma ha ignorato “il genocidio” contro il popolo iracheno. Per la Menchù, l’offensiva militare angloamericana è “illegale, immorale e ingiusta”. L’attivista guatemalteca per i diritti degli indigeni, che risiede in Messico dopo aver ricevuto minacce di morte nel suo Paese d’origine, è giunta ieri nella capitale cubana dove oggi interverrà all’apertura dell’undicesima fiera 'La salute per tutti', cui partecipano oltre 200 aziende in rappresentanza di 30 Paesi.

Migranti

Le gouvernement australien a fait part de son inquiétude auprès de l'Indonésie en raison de l'appareillage d'une embarcation précaire, transportant 42 boat-people vietnamiens depuis les côtes indonésiennes en direction de l'Australie, a-t-on indiqué mardi de source officielle. La police indonésienne a rétorqué que les boat-people sont partis samedi pour l'Australie à la suite du refus d'accoster en Indonésie par crainte qu'ils puissent être porteurs du virus de la pneumonie atypique. Les 42 Vietnamiens, hommes, femmes et enfants, auraient cependant été soumis à un examen médical ayant montré qu'ils ne sont pas atteints par le syndrome respiratoire aigu sévère (SRAS). Après avoir fait le plein d'essence, d'eau, de nourriture et de médicaments, ils ont repris la mer. Le bateau se trouvait mardi matin au large des côtes de l'île indonésienne de Bornéo. S'il parvient à atteindre sa destination, il s'agira du premier bateau de boat-people à accoster en Australie depuis que ce pays a décidé, il y a deux ans, de combattre avec fermeté l'immigration illégale. L'embarcation est cependant en si mauvais état que les agences maritimes de la région ont été mises en alerte pour surveiller son avancée, au cas où elle aurait besoin d'être secourue. Interrogé par le journal, Jakarta Post, le directeur du port de Banjarmasin, d'où sont partis les boat-people, a indiqué que ce bateau était surchargé et qu'il ne disposait pas de système de navigation ni de matériel de sauvetage, mais qu'on lui avait demandé de quitter l'Indonésie pour des "raisons de sécurité". Depuis le 22 août 2001, jour où un navire transportant 359 clandestins avait accosté sur l'île australienne de Christmas, aucune embarcation d'illégaux n'a touché les côtes australiennes.En décembre 2001, un bateau chargé de clandestins avait été dérouté par la Marine australienne et ses passagers envoyés dans des pays insulaires du Pacifique sud, où l'Australie a installé des camps de réfugiés, dans l'attente du traitement de leur demande d'asile. Le ministre australien de l'immigration, Philip Ruddock, a indiqué mardi sur une radio australienne ne pas être surpris que l'Indonésie n'ait pas tenté d'arrêter le bateau. Cette question aurait été soulevée durant le week-end avec les autorités indonésiennes. L'Indonésie a toujours considéré qu'elle n'a pas de responsabilité particulière concernant les gens qui cherchent à transiter vers un autre pays, a-t-il déclaré. Une conférence sur l'immigration clandestine, organisée par l'Australie et l'Indonésie, doit se tenir la semaine prochaine à Bali.

La caccia all'uomo si e' protrratta fino negli ospedali e nelle universita' attaccate con lacrimogeni e blindati. Sono piu' di 150 gli arresti, e piu' di mille persone si stanno recando all'ottavo distretto per chiederne il rilascio, accompagnati dal ritorno spontaneo del cacerolazo (come successe anche il 19 dicembre del 2001) dai balconi lungo la strada. Gli operai e le operaie hanno convocato una nuva mobilitazione domattina alle 11 a Plaza Miserere. Una deputata denuncia che la polizia ha utilizzato pallottole di piombo. Il giornalista Miguel Bonasso è stato arrestato. La deputata ha mostrato le cartucce dei proiettili. La deputata America Gonzalez ha denunciato che la polizia ha condotto la propria azione repressiva davanti alla fabbrica Brukman utilizzando pallottole di piombo. La deputata, accompagnata da un gruppo di consiglieri della città di Buenos Aires ha mostrato pallottole di piombo e ha dichiarato: "Questo è un orrore. Un attacco violento ai lavoratori". La deputata si trova in una stazionne di servizio della zona, dove si trovano una grande quantità di fermati, tra cui il giornalista Miguel Bonasso. Da qualche minuto la SAME, il Sistema de Intervenciòn Medica de Urgencia, attraverso la sua coordinatrice generale Viviana Luthy ha confermato che per la repressione scatenata questa sera nei pressi della fabbrica Brukman ci sono 31 feriti. Otto di questi si sono recati in ospedale con i propri mezzi; la coordinatrice ha confermato che risulta una persona con ferite da arma da fuoco. Le sue condizioni comunque non sono gravi