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G.R. ore 13.00

GUERRA

Da Washington, Il presidente degli Stati Uniti George W.Bush non ha piani per fare un'altra guerra, dopo quella appena vinta in Iraq. Questo è quanto afferma: "Non ho in mente specifiche operazioni in questo momento. Non posso pensare in questo momento di una specifica situazione o di uno specifico incidente che richiederebbe un intervento militare", ha detto in una tavola rotonda con giornalisti di riviste americane, di cui Newsweek ha fornito estratti. Il presidente Bush rispondeva a domande sulle ipotesi che la Siria e poi l'Iran potessero essere i prossimi bersagli di una campagna militare degli Stati Uniti contro i Paesi che appoggiano il terrorismo. Bush non s'è mostrato preoccupato per le manifestazioni degli sciiti in Iraq, per la creazione di uno stato islamico e per la sollecita partenza dal Paese delle forze americane.

GLI USA "RIVEDREMO RAPPORTI CON LA FRANCIA"

Kerbala, 23 apr - Migliaia di sciiti iracheni in pellegrinaggio nella citta' santa di Kerbala, nel centro dell'Iraq, partecipano oggi a una manifestazione antiamericana. Ne' America ne' Saddam, si', si' all'islam, ripetono i manifestanti che sono stati invitati a manifestare a partire dalle 11 ora locale (07,00 Gmt) sulla grande spianata del mausoleo dell'imam Hussein. Tuttavia questa mattina la folla sulla spianata e' meno numerosa di ieri, quando l'affluenza aveva raggiunto punte eccezionali, secondo lo sceicco Raed Haidari, uno degli organizzatori del pellegrinaggio. (Afp-Internazionale)

PALESTINA

I colloqui con Yasser Arafat per la formazione di un nuovo governo palestinese sono falliti e Abu Mazen non ha intenzione di riprenderli. Lo afferma una fonte vicina al primo ministro palestinese incaricato Abu Mazen, citata dalla radio israeliana.

A quanto riferisce oggi il sito del quotidiano israeliano Ha'aretz, al centro dello scontro fra il presidente palestinese Arafat e il primo ministro incaricato vi sono il progetto di Abu Mazen di smantellare la Brigata dei Martiri di al Aqsa, un gruppo legato a Fatah responsabile di numerosi attentati suicidi, e le sue intenzioni nei confronti di Hamas e della Jihad Islamica. Secondo fonti palestinesi, la disputa fra i due non e' incentrata solo sulla figura di Mohammed Dahlan, l'ex capo della sicurezza preventiva di Gaza che Abu Mazen vorrebbe al governo, quanto sull'intera politica di sicurezza palestinese. Inoltre Abu Mazen non vuole dover chiedere l'approvazione di Arafat per ognuna delle sue decisioni. Gia' questa mattina vi erano poche speranze che Abu Mazen e Arafat giungessero ad un accordo entro stasera, quando scadra' il tempo limite per presentare la lista dei ministri al Consiglio Legislativo Palestinese. Secondo Ha'aretz, malgrado la scelta di Abu Mazen sia stata ratificata da un'ampia maggioranza dei deputati palestinesi, e' probabile che il suo governo non verra' approvato se prima non sara' stato raggiunto un accordo fra il premier incaricato e Arafat.

MO, Abu Mazen: nuovo governo, si tratta sino alla mezzanotte

Il premier incaricato Mahmud Abbas (Abu Mazen) ha annunciato stamane che le trattative per la formazione del nuovo governo palestinese - al centro di un braccio di ferro con il presidente Yasser Arafat - proseguiranno sino alla scadenza del suo mandato esplorativo, alla mezzanotte locale di oggi (le 23:00 italiane). Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi. In un comunicato diffuso a Ramallah (Cisgiordania), l'ufficio del premier incaricato ha affermato che "gli sforzi per un compromesso proseguiranno sino alla scadenza del termine legale" e che "il dialogo proseguirà con tutte le diverse fazioni".

Dopo che Abu Mazen aveva annunciato ieri l'interruzione delle trattative con gli emissari di Arafat per arrivare a un'intesa sulla lista dei ministri del nuovo governo, il comunicato di oggi viene interpretato dagli osservatori come uno spiraglio lasciato aperto per un difficile compromesso dell'ultima ora.

Citato stamane dal quotidiano palestinese 'Al Quds', il portavoce di Arafat, Nabil Abu Rudeinah, ha affermato che, se Abu Mazen non riuscirà a formare il governo, "il presidente affiderà l'incarico a un'altra persona".

Nel tentativo di sbloccare la situazione, il capo dei servizi di sicurezza egiziani Omar Suleiman è intanto giunto stamane a Ramallah, dove è ora a colloquio con Arafat. (Red)

CINA

NIGERIA L'opposizione nigeriana ha respinto la rielezione del presidente uscente Olusegun Obasanjo alla massima carica della Stato qualche minuto prima che il risultato delle elezioni venisse comunicato ufficialmente. La decisione è stata presa da tutti i partiti dell'opposizione al termine di una riunione avuta in serata con i rappresentanti della Commissione nazionale elettorale indipendente (Inec). Gli schieramenti della minoranza si sono "rifiutati di controfirmare i risultati in quanto essi non riflettono la volont popolare", ha detto in nottata Don Etiebet, presidente del principale partito d'opposizione: l'Anpp (All Nigeria people's party). Secondo i dati diffusi dalla Inec al termine dello scrutinio di tutti i 774 seggi del Paese Obasanjo è stato rieletto con il 61,94 per cento dei voti espressi (24.456.140) contro il 32,19 per cento delle preferenze (12.720.029 voti) ottenuti dal suo principale rivale, Muhammadu Buhari, candidato dall'Anpp. Le dichiarazioni rilasciare nelle ultime ore dall'opposizione rischiano di surriscaldare un clima già estremamente teso e sono state lette da alcuni commentatori politici come il preludio di un possibile ritorno alllo scontro politico violento degli anni passati. Prima di queste elezioni, infatti, l'ultima chiamata al voto effettuata da un governo civile fu quella del 1983. Un appuntamento segnato da pesanti brogli e che, proprio per questo, qualche mese più tardi, portò primo di una serie di colpi di mano guidati dai militari e conclusisi solo nel 1999 con l'elezione di Obasanjo alla guida del Paese africano.

Zimbabwe

SCIOPERO PER AUMENTO PREZZI BENZINA, ARRESTI Quattro leader sindacali sono stati arrestati per avere promosso uno sciopero nazionale di tre giorni in Zimbabwe. L?astensione dal lavoro, indetta da oggi a venerd?5 aprile, ?tata organizzata per protestare contro l?aumento di oltre il 300 per cento del prezzo della benzina. Peter Munyukwi, segretario dello ?Zimbabwe Congress of Trade Unions? (Zctu) e gli attivisti Percy Mcijo, Mandlenkosi Sibanda e Reason Ngwenya sono stati fermati dalla polizia per avere distribuito volantini che invitavano la popolazione a incrociare le braccia. La scorsa settimana Amos Midzi, ministro per l?Energia, aveva decretato rilevanti aumenti del prezzo della benzina. Un litro di ?verde? era passato da 176.53 a 500 dollari zimbabwani (1000 Zwd equivalgono a 1.12 Euro); la benzina normale era salita da 145 a 450 Zwd, mentre il balzo del diesel era stato pi??ontenuto?: da 119.43 a 200 Zwd. In risposta a questa politica, definita dai leader sindacali ?devastante per gli standard di vita degli abitanti del Paese?, lo Zctu ha promosso uno sciopero generale di tre gioni sostenedo che adesso per molti lavoratori il costo dei trasporti per recarsi al lavoro sar?aggiore del guadagno di una giornata lavorativa. Lovemore Matombo, presidente del Congresso dei sindacati, ha detto che ?se il governo non abbasser?ubito il prezzo della benzina, lo sciopero potr?ontinuare fino a una data indefinita?. Da parte sua, l?esecutivo ha dichiarato che la drastica politica di aumenti era necessaria per incentivare l?importazione di petrolio, risorsa ormai divenuta scarsa in Zimbabwe dopo il blocco dei rifornimenti libici dello scorso anno.[

Italia

FRASCATI - morti bianche

G.R. 9,30

GUERRA Da Washington, Il presidente degli Stati Uniti George W.Bush non ha piani per fare un'altra guerra, dopo quella appena vinta in Iraq. Questo è quanto afferma: "Non ho in mente specifiche operazioni in questo momento. Non posso pensare in questo momento di una specifica situazione o di uno specifico incidente che richiederebbe un intervento militare", ha detto in una tavola rotonda con giornalisti di riviste americane, di cui Newsweek ha fornito estratti. Il presidente Bush rispondeva a domande sulle ipotesi che la Siria e poi l'Iran potessero essere i prossimi bersagli di una campagna militare degli Stati Uniti contro i Paesi che appoggiano il terrorismo. Bush non s'è mostrato preoccupato per le manifestazioni degli sciiti in Iraq, per la creazione di uno stato islamico e per la sollecita partenza dal Paese delle forze americane.

CINA - Pechino, cominciato vertice Usa-Cina-Nordcorea sul disarmo nucleare I negoziati multilaterali a tre, Corea del nord, Stati Uniti e Cina, sulla crisi nucleare nordcoreana sono cominciati stamani a Pechino. Lo hanno reso noto fonti diplomatiche citate dall'agenzia di stampa giapponese 'Kyodo', precisando che i colloqui si svolgono alla residenza di Stato cinese per gli ospiti 'Diaoyutai'. Le delegazioni sono guidate per gli Stati Uniti dal segretario di stato aggiunto James Kelly, per la Corea del nord dal vice direttore generale del ministero degli esteri Ri Gun e per la Cina dal direttore generale del ministero degli Esteri Fu Ying.

NIGERIA L'opposizione nigeriana ha respinto la rielezione del presidente uscente Olusegun Obasanjo alla massima carica della Stato qualche minuto prima che il risultato delle elezioni venisse comunicato ufficialmente. La decisione è stata presa da tutti i partiti dell'opposizione al termine di una riunione avuta in serata con i rappresentanti della Commissione nazionale elettorale indipendente (Inec). Gli schieramenti della minoranza si sono "rifiutati di controfirmare i risultati in quanto essi non riflettono la volont popolare", ha detto in nottata Don Etiebet, presidente del principale partito d'opposizione: l'Anpp (All Nigeria people's party). Secondo i dati diffusi dalla Inec al termine dello scrutinio di tutti i 774 seggi del Paese Obasanjo è stato rieletto con il 61,94 per cento dei voti espressi (24.456.140) contro il 32,19 per cento delle preferenze (12.720.029 voti) ottenuti dal suo principale rivale, Muhammadu Buhari, candidato dall'Anpp. Le dichiarazioni rilasciare nelle ultime ore dall'opposizione rischiano di surriscaldare un clima già estremamente teso e sono state lette da alcuni commentatori politici come il preludio di un possibile ritorno alllo scontro politico violento degli anni passati. Prima di queste elezioni, infatti, l'ultima chiamata al voto effettuata da un governo civile fu quella del 1983. Un appuntamento segnato da pesanti brogli e che, proprio per questo, qualche mese più tardi, portò primo di una serie di colpi di mano guidati dai militari e conclusisi solo nel 1999 con l'elezione di Obasanjo alla guida del Paese africano.

IRAQ: NEGROPONTE, LAVOREREMO CON FRANCIA PER SOSPENSIONE SANZIONI New York, - Ora dobbiamo lavorare con Francia ed altri paesi per stabilire come e quanto velocemente potremo raggiungere il nostro obiettivo. Cosi' l'ambasciatore degli Stati Uniti all'Onu, John Negroponte, ha commentando la nuova posizione assunta da Parigi in favore della sospensione immediata delle sanzioni. Tuttavia Washington fa sapere che rigetta con nervosismo la richiesta francese di far ritornare gli ispettori dell’ONU in Iraq. Ed anche sulla sospensione delle sanzioni, Waschington preme perché si deceda subito la revoca senza aspettare, come vuole la maggior parte dei paesi dell’ONU, la elezione di un governo legale in Iraq.

E a proposito di ispettori, Hans Blix, denuncia che gli USA hanno cercato di ostacolarlo: “ci hanno screditato per influenzare consiglio sicurezza” - Gli Stati Uniti ci tenevano molto a spostare in loro favore i voti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Risponde cosi' l'ex capo degli ispettori delle Nazioni Unite in Iraq, Hans Blix, alle accuse lanciate dagli Stati Uniti contro gli ispettori che, secondo l'amministrazione americana, avrebbero deliberatamente soppresso informazioni su un areo da ricognizione iracheno ed una bomba a grappolo. E, in un'intervista alla Bbc riportata oggi da La Stampa, Blix insiste: A loro pareva che queste storie sarebbero state loro utili e le hanno rese note.

PALESTINA –

A quanto riferisce oggi il sito del quotidiano israeliano Ha'aretz, al centro dello scontro fra il presidente palestinese Arafat e il primo ministro incaricato vi sono il progetto di Abu Mazen di smantellare la Brigata dei Martiri di al Aqsa, un gruppo legato a Fatah responsabile di numerosi attentati suicidi, e le sue intenzioni nei confronti di Hamas e della Jihad Islamica. Secondo fonti palestinesi, la disputa fra i due non e' incentrata solo sulla figura di Mohammed Dahlan, l'ex capo della sicurezza preventiva di Gaza che Abu Mazen vorrebbe al governo, quanto sull'intera politica di sicurezza palestinese. Inoltre Abu Mazen non vuole dover chiedere l'approvazione di Arafat per ognuna delle sue decisioni. Gia' questa mattina vi erano poche speranze che Abu Mazen e Arafat giungessero ad un accordo entro stasera, quando scadra' il tempo limite per presentare la lista dei ministri al Consiglio Legislativo Palestinese. Secondo Ha'aretz, malgrado la scelta di Abu Mazen sia stata ratificata da un'ampia maggioranza dei deputati palestinesi, e' probabile che il suo governo non verra' approvato se prima non sara' stato raggiunto un accordo fra il premier incaricato e Arafat.

BANGLADESH - Sale a 132 il bilancio provvisorio delle vittime del naufragio dei due traghetti affondati ieri in Bangladesh. 127 sono state recuperate dal ‘M.V. Mitali’ che si era rovesciato durante una tempesta mentre navigava con 400 persone a bordo sul fiume Buriganga nei pressi di Alipur (distretto di Narayanganj), non lontano dalla capitale Dacca. Secondo le autoritࠬocali, mancherebbero all’appello 200 persone. Le altre cinque vittime sono state recuperate dal ‘ML Majlishpur’, il secondo traghetto travolto dalle tempeste mentre navigava sulle acque del fiume Meghna, circa 150 chilometri a nordest di Dacca (nel distretto di Brahmanbaria). Sul Majlishpur viaggiavano un centinaio di passeggeri, 50 sono dati per dispersi.

INDIA – NEW DALI - 23 aprile 2003 Sono almeno 30 i morti e circa 300 i feriti causati dal passaggio ieri sera di un violento ciclone nello stato indiano dell'Assam (nord est), secondo quanto ha reso noto la polizia. La maggior parte delle vittime sono state causate dal crollo di abitazioni durante la tempesta che ha seppellito intere famiglie. La zona più colpita è stata quella del distretto di Dhubri, a circa 300 km dalla capitale dello stato che confina con il Bangladesh, Guwahati.