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E' scoppiato il boom edilizio a Bassora. Camion stracarichi di mattoni e asini con al traino cavi metallici affollano le strade della citta' del sud dell'Iraq, dove gli abitanti cercano di prevenire l'insediamento di una nuova autorita' e il conseguente blocco alla costruzione di nuovi edifici non autorizzati. Tutto il materiale e' virtualmente rubato, terreni compresi, come scrive l'inviato del Los Angeles Times.

I neo ladri vengono chiamati ''Ali Baba''. Ma in molti si pentono, soprattutto dopo i moniti lanciati dagli imam. Tanto che gli spazi di fronte alle pieni di materiali e mezzi rubati, dalle autoambulanze agli autobus, e poi restituiti da ''Ali Baba'' pentiti.

''E' la migliore opportunita' che io abbia mai avuto nella vita. E' l'opportunita' per fare qualsiasi cosa, perche' qualsiasi cosa e' a buon mercato e puoi farla senza permessi'' -spiega un abitante della citta' che ammette di essersi appropriato di un terreno in uno dei quartieri meridionali. ''So che nessuno mi avrebbe fermato perche' non c'e' un governo. Mi sto affrettando per finire prima dell'insediamento di un nuovo governo''.
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L'Unione europea non ha alcuna intenzione di interrompere i suoi rapporti con l'Autorità palestinese o con il suo leader Yasser Arafat, e giocherà "fino in fondo" il suo ruolo nel processo di pace. Lo hanno affermato oggi i portavoce della Commissione europea guidata da Romano Prodi in risposta a domande sulle indiscrezioni secondo le quali alcuni alti funzionari Usa e parlamentari di Washington vorrebbero che l'Unione europea non intrattenga più rapporti con Arafat e giochi "un ruolo minimo nell'attuazione della roadmap, perché non sarebbe neutrale". "Sono affari nostri con chi parliamo e con chi no" ha affermato il portavoce della Commissione Ue, Reijo Kemppinen, "abbiamo senz'altro l'intenzione di mantenere il nostro dialogo con l'Autorità palestinese. E per quanto riguarda l'attuazione della roadmap intendiamo giocare fino in fondo il nostro ruolo per il processo di pace". "Che noi sappiamo Arafat è ancora presidente dell'Autorità palestinese" ha aggiunto la portavoce del commissario Ue alle Relazioni esterne, Chris Patten, rispondendo alle domande sulle voci secondo cui l'atteggiamento dei funzionari americani sarebbe dettato dalla considerazione che il leader palestinese "è un impedimento alla roadmap e al processo di pace". "Quanto all'attuazione della roadmap - ha aggiunto Patten - in fondo dipende dalle due parti in causa". La "roadmap", il "percorso" di pace fra israeliani e palestinesi approvato il 20 dicembre scorso dal cosiddetto "quartetto" (Usa, Ue, Onu e Russia) dovrebbe essere pubblicata dopo l'insediamento del nuovo governo dell'Autorità palestinese.

GR ORE 17.00

25 aprile

Giornata di mobilitazione oggi in tutta italia per il 58 anniversario della liberazione. Una ricorrenza ancora una volta caricata di polemiche, da parte di una maggioranza di governo che tenta sempre di riscrivere la storia piegandola ai propri interessi. E così, mentre a ROma migliaia di persone manifestavano in corteo, e il presidente della repubblica ciampi si appellava ancora una volta alla costituzione, a Trieste le autorità locali rendevano omaggio alle Foibe, e compiendo addirittura una clamorosa gaffe nel discorso ufficiale alla risiera di san saba. Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste (Fi) ha scatenato la reazione delle persone presenti in Risiera - alcune migliaia secondo le prime stime - nel passaggio conclusivo del discorso tenuto dal primo cittadino: Onore ai martiri delle foibe, ha dichiarato Dipiazza, correggendo poi subito quello che ha definito un lapsus freudiano sostituendo la parola foibe con quella di Risiera. Berlusconi invece non ha partecipato ad alcuna manifestazione, cosa inusuale per un presidente del consiglio, che nella sua veste istituzioanle è tenuto a partecipare alle celebrazioni delle festività istituzionali. La scusa, iun infortunio alla mano sinistra.

E Alfonso Pecoraro Scanio , insieme con alcuni attivisti (anche loro fintamente infortunati), si e' presentato, dopo la cerimonia ufficiale, a Napoli, in piazza Carita', per una provocazione diretta al presidente del Consiglio, Berlusconi. Questa e' la dimostrazione che pure se si e' infortunati ad una mano - ha detto Pecoraro Scanio - si poteva e si doveva, se si voleva, essere presenti alle celebrazioni del 25 aprile. Invece Berlusconi ha disertato le celebrazioni, non era al Quirinale e non era in nessun luogo dove si e' celebrata la festa. La sua e' stata una scusa quantomeno 'originale' - ha spiegato Pecoraro Scanio, riferendosi all'infortunio del premier alla mano sinistra - la verita' e' che quella di Berlusconi e' stata una defezione. A Milano, il corteo è partito nel primo pomeriggio.

Iraq

La prossima settimana gli Stati Uniti presenteranno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite una proposta di risoluzione per sollevare le sanzioni economiche entrate in vigore contro l'Iraq dopo la guerra del Golfo nel 1991 e per limitare drasticamente il ruolo dell'Onu nella fase di transizione. Secondo quanto anticipa il Washington Post citando una fonte dell'Amministrazione, gli Stati Uniti chiederanno a Kofi Annan di nominare un rappresentante speciale, inviato a Baghdad per lavorare al fianco degli americani nella distribuzione di aiuti umanitari e nella ricostruzione, oltre che nella formazione di un governo iracheno ad interim. Le Nazioni Unite non avranno quindi nessun ruolo diretto nella gestione dei proventi della vendita di petrolio gia' a partire dal prossimo mese di giugno.

  • I primi ispettori americani arriveranno in Iraq gia' la prossima settimana per trovare e smantellare eventuali armi biologiche o chimiche oltre che impianti e materiali a uso duale. Lo rende noto il New York Times citando fonti del Pentagono. I tecnici, militari e civili, rimarranno in Iraq per oltre un anno, con il compito principale di trasferire in un unico punto di raccolta, alla fabbrica di Muthanna, un ex impianto chimico a una sessantina di chilometri a nordovest di Baghdad, tutte le armi non convenzionali ritrovate in territorio iracheno

Arresti

POtrebbe essere stato arrestato dagli americani Tarek aziz, ministro degli esteri del governo di saddam Hussein. Diffuse nelle prime ore della notte, le notizie restano ancora frammentarie.

  • nonostante la generica conferma del Pentagono, mancando qualsiasi dettaglio, non è neppure chiaro se si sia davvero consegnato o se sia stato trovato e arrestato. Il fatto che Aziz sia ora nelle mani dei militari statunitensi costituisce comunque di per sé uno sviluppo non irrilevante della tormentata vicenda irachena e di questo confuso e incerto dopoguerra. Al 43esimo posto nella cosiddetta “ lista dei 55 principali ricercati iracheni” , i “most wanted” per dirla all’americana, Aziz è anche l’ “otto di picche” nel mazzo di 52 carte da poker che con dubbio buongusto si sta vendendo alla grande tra le truppe nel Golfo e negli Stati Uniti. Fino a ieri nessuno sapeva nemmeno che in realtà Tariq Aziz in arabo significa “passato glorioso” - ironia della sorte?- ma che il vero nome del diplomatico, unico cristiano e credente ( cattolico di rito caldeo) al vertice del governo iracheno, era Michael Yuhanna, nato nel 1936 a Mosul, nel nord Iraq, importante centro della comunità caldea. Prima ministro dell’informazione nel 1974, detentore dell’incarico attuale dal 1979, ferito in un attentato nel 1980, Aziz era stato la parte dialogante del regime iracheno ed a lui erano state affidate missioni diplomatiche importanti in diverse sedi e occasioni, non esclusa quella del 14 febbraio scorso in Vaticano e ad Assisi, tentativo estremo e purtroppo vano di evitare la guerra. Ora che Aziz è nelle mani della forza occupante, comunque ci sia finito e quali che siano gli sviluppi di questa nuova situazione, saranno forse più tranquilli anche coloro che avevano sputato veleno sulla sua ultima missione in Italia e sul modo semplicemente civile, da ambasciatore di pace, con cui era stato trattato. E magari si stanno già augurando di vederlo davvero dietro quelle pareti di filo spianto elettrificato a Guantanamo….

Nuovo governo

Abdel Aziz Hakim, numero due del Supremo consiglio per la rivoluzione islamica in Iraq (Sciri), principale gruppo dell'ex opposizione sciita, e' giunto oggi a Baghdad, dove ha respinto l'ipotesi di qualsiasi governo che venga imposto agli iracheni. In un discorso davanti ai suoi sostenitori, il responsabile sciita ha riaffermato la posizione del suo movimento in favore di un governo nazionale iracheno. Non parteciperemo ad alcun governo che ci venga imposto, ha detto Hakim parlando in un mausoleo sciita a Karrada-est, nel centro di Baghdad. Giunto alcuni giorni fa in Iraq, Hakim, il cui movimento ha l'ambizione di essere uno degli attori politici maggiori in Iraq, e' rimasto nel sud del paese. Questa e' la prima volta che si mostra a Baghdad. Nel mausoleo Al-Idriss, i sostenitori di Hakim lo hanno aspettato a lungo scandendo slogan in favore dell'unita' degli sciiti e contro la presenza americana. No all'America, no a Saddam Hussein, ha gridato la folla. Dopo aver annunciato il prossimo arrivo in Iraq di suo padre e leader dello Sciri, l'ayatollah Mohammad Baqer Hakim, che vive in Iran, il numero due del movimento ha lanciato un appello per l'unita' delle forze politiche irachene allo scopo di preservare la vittoria della caduta del "tiranno" Saddam Hussein. Gli iracheni sono capaci di governarsi da soli. Ogni soluzione imposta all'Iraq condurra' all'instabilita' del paese, ha detto aggiungendo che tale instabilita' minera' la sicurezza dell'intera regione

diritti umani

I 53 Stati membri della Commissione dei diritti dell'Uomo dell'Onu, hanno adottato oggi una risoluzione sull'Iraq che prolunga di un anno il mandato di un relatore dell'Onu incaricato di sorvegliare la situazione nel paese. La risoluzione, patrocinata da Unione Europea e Stati Uniti, chiede alla comunita' internazionale di far fronte d'urgenza agli enormi bisogni umanitari della popolazione irachena. Il testo, lungamente discusso e piu' volte modificato, e' stato adottato con 31 voti a favore, tre contrari (Cuba, Malesia e Zimbabwe) e 12 astensioni. In particolare Cina, Algeria, Libia, Sudan e Africa del Sud non hanno partecipato al voto per sottolineare la loro disapprovazione. Le Organizzazioni Non Governative, in particolare Amnesty International, hanno criticato il fatto che la risoluzione non preveda di estendere il mandato del relatore alle forze che occupano l'Iraq ne' agli avvenimenti occorsi dopo la caduta del regime di Saddam Hussein.

Palestina

Una sezione speciale della Cia sara' incaricata di seguire da vicino la reale efficienza della lotta al terrorismo da parte del premier palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas). Lo anticipa oggi il quotidiano palestinese al-Quds secondo cui gli agenti Usa - coadiuvati da funzionari del Dipartimento di stato - dovranno verificare anche la effettiva realizzazione da parte di Israele di gesti di buona volonta' verso i palestinesi, come la revoca dell'assedio militare nei Territori e la rimozione di posti di blocco. Secondo il giornale questi sviluppi sono legati comunque alla conferma da parte del Consiglio legislativo palestinese della fiducia al nuovo governo di Abu Mazen - fra alcuni giorni - e all'esito di una spola fra Gerusalemme e Ramallah - prevista per i primi di maggio - del Segretario di stato Colin Powell. Sulla imminente pubblicazione della 'road map' che dovrebbe servire da punto di partenza per negoziati israelo-palestinesi, al-Quds nota un certo malumore in Europa verso gli Stati Uniti, i quali avrebbero creato talvolta la impressione che si tratti di una loro iniziativa. Intanto il presidente del parlamento palestinese Ahmed Qrei (Abu Ala) ha auspicato che Israele compia verso Abu Mazen gesti di buona volonta' fra cui la liberazione di Marwan Barghuti, il leader di al-Fatah sotto processo a Tel Aviv dove e' accusato di aver ispirato una lunga serie di attentati.

Un raid militare israeliano e' stato condotto stamane a Jenin (Cisgiordania) e nel vicino campo profughi. Lo hanno riferito fonti palestinesi al sito internet del quotidiano Yediot Ahronot, Ynet. Secondo queste fonti, ci sono stati lunghi scontri a fuoco e un soldato israeliano e' rimasto ferito. La notizia non ha finora conferma ufficiale in Israele. La radio militare israeliana ha riferito da parte sua che severe misure di sicurezza sono state adottate stamane a nord di Tel Aviv nel timore di nuovi attentati palestinesi dopo quello avvenuto ieri nella stazione ferroviaria di Kfar Saba, dove due persone sono rimaste uccise (il kamikaze palestinese e un guardiano israeliano) e quindici passeggeri sono rimasti feriti.

L'Unione europea non ha alcuna intenzione di interrompere i suoi rapporti con l'Autorità palestinese o con il suo leader Yasser Arafat, e giocherà "fino in fondo" il suo ruolo nel processo di pace. Lo hanno affermato oggi i portavoce della Commissione europea guidata da Romano Prodi in risposta a domande sulle indiscrezioni secondo le quali alcuni alti funzionari Usa e parlamentari di Washington vorrebbero che l'Unione europea non intrattenga più rapporti con Arafat e giochi "un ruolo minimo nell'attuazione della roadmap, perché non sarebbe neutrale". "Sono affari nostri con chi parliamo e con chi no" ha affermato il portavoce della Commissione Ue, Reijo Kemppinen, "abbiamo senz'altro l'intenzione di mantenere il nostro dialogo con l'Autorità palestinese. E per quanto riguarda l'attuazione della roadmap intendiamo giocare fino in fondo il nostro ruolo per il processo di pace". "Che noi sappiamo Arafat è ancora presidente dell'Autorità palestinese" ha aggiunto la portavoce del commissario Ue alle Relazioni esterne, Chris Patten, rispondendo alle domande sulle voci secondo cui l'atteggiamento dei funzionari americani sarebbe dettato dalla considerazione che il leader palestinese "è un impedimento alla roadmap e al processo di pace". "Quanto all'attuazione della roadmap - ha aggiunto Patten - in fondo dipende dalle due parti in causa". La "roadmap", il "percorso" di pace fra israeliani e palestinesi approvato il 20 dicembre scorso dal cosiddetto "quartetto" (Usa, Ue, Onu e Russia) dovrebbe essere pubblicata dopo l'insediamento del nuovo governo dell'Autorità palestinese.

Nord Corea

Incertezza oggi al termine del primo round di negoziati multilaterali a Pechino sulla grave crisi nucleare nordcoreana. I colloqui di Pechino si sono consumati fra la doccia fredda delle ammissioni della Corea del Nord sul possesso di bombe atomiche e il maggiore ottimismo della Cina, che parla di un accordo a tre per tenere aperti i canali di dialogo fra le parti in causa, e l'annuncio di Pyongyang di aver avanzato una proposta nuova e coraggiosa per sbloccare la crisi. Depositario delle presunte ammissioni nordcoreane, il segretario di stato aggiunto James Kelly, capo negoziatore americano, e' volato stasera da Pechino a Seul per informare il governo sudcoreano del contenuto dei negoziati. Ma non ha sciolto l'enigma su quanto gli avrebbe confidato il capo negoziatore nordcoreano Li Gun, rifiutandosi di rilasciare dichiarazioni al termine di un colloquio con il ministro degli esteri Yoon Young Kwan Piu' positive invece le reazioni della Cina e della Corea del Nord al negoziato tripartito appena concluso. Secondo Pechino tutte le tre delegazioni hanno considerato i negoziati come una buona partenza del processo di soluzione pacifica della crisi nucleare, concordando di mantenere aperti i canali di dialogo in vista di altri negoziati. Pyongyang, dimostrando un'inconsueta tempestivita', ha diffuso oggi, subito dopo la fine dei negoziati, una dichiarazione del ministero degli esteri in cui rivela di aver avanzato durante i colloqui una nuova e coraggiosa proposta per la soluzione della crisi nella prospettiva di evitare la guerra e costruire una pace stabile nella penisola, criticando gli Stati Uniti per non aver offerto nulla di nuovo. Nessuna indicazione e' stata data pero' sui contenuti di questa coraggiosa proposta. Secondo esperti in Giappone, la Corea del Nord avrebbe offerto l'assicurazione formale di non possedere ordigni atomici e l'accettazione di ispezioni di Paesi terzi ai suoi impianti e strutture nucleari, con la contestuale richiesta agli Stati Uniti di cessare la politica ostile nei suoi confronti. Se confermata, la proposta rappresenta un tentativo di superare l'impasse con concessioni simultanee: da una parte la rinuncia nordcoreana al nucleare, dall'altra l'abbandono degli Stati Uniti dell'asserita politica ostile. La Cina avrebbe mostrato interesse per l'idea, che al momento resta pero' inaccettabile dal punto di vista americano. Gli Stati Uniti hanno infatti ribadito che la rinuncia al nucleare da parte di Pyongyang non e' negoziabile, ma deve avvenire indipendentemente da qualsiasi altra considerazione. E questo spiega forse le 'rivelazioni' di Kelly sul presunto possesso di bombe atomiche da parte di Pyongyang, che darebbero piu' forza al 'no' di Washington a concessioni dietro i 'ricatti' nordcoreani

Cipro

Continua a sgretolarsi l'ultimo muro d'Europa: anche oggi, per il terzo giorno consecutivo, migliaia di greco ciprioti si sono messi pazientemente in fila, aspettando il loro turno per varcare la linea Attila ed entrare nella parte turca di Cipro, off limits per 29 anni. Secondo quanto riferito dalla polizia di Nicosia, gia' dalla scorsa notte centinaia di persone si sono accampate lungo le strade che portano al checkpoint del Ledra Palace - un ex albergo trasformato nel quartier generale dell'Onu dove sono ancora visibili i colpi sparati da turco ciprioti e greco ciprioti dopo l'invasione turca del 20 luglio del 1974 - in modo da essere stamattina le prime a poter varcare la linea verde. In quasi tre giorni, sono state 12.500 le persone di entrambe le comunita' - piu' di settemila greco ciprioti e oltre cinquemila turco ciprioti - che hanno oltrepassato il muro. Secondo le autorita' di Nicosia, questa cifra e' destinata a raddoppiare, dal momento che la popolazione greco cipriota approfittera' delle vacanze della Pasqua ortodossa per recarsi nelle chiese e nei villaggi che si trovano al di la' della linea Attila, tornando entro la mezzanotte. Lunghe file di automobili si sono formate anche al checkpoint di Pergamos, vicino alla base britannica di Dhekelia. (s

Pena di morte

É stata approvata per il settimo anno consecutivo dalla Commissione diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra la risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali e l'abolizione della pena di morte. Il provvedimento è passato con 24 voti a favore, 10 astensioni e 18 contrari. Il testo abolizionista di quest'anno, presentato dalla Grecia a cui tocca la presidenza di turno dell'Ue, è più forte nei contenuti rispetto alle precedenti risoluzioni, secondo 'Nessuno tocchi Caino', l'associazione che ha lanciato la battaglia contro la pena di morte in sede Onu. Per la prima volta quest'anno la risoluzione è stata sottoscritta da Paesi quali la Turchia, la Costa d'Avorio, Timor Est e Serbia e Montenegro; alcuni di questi hanno abolito solo recentemente la pena capitale dal proprio sistema giudiziario, confermando così la tendenza positiva a livello internazionale dell'opposizione alla condanna a morte. Adesioni sono giunte per la prima volta a Ginevra anche da Nazioni come Djibuti, Seychelles, Palau, Guinea Bissau e Papua Nuova Guinea. Intanto oggi l’organizzazione non governativa statunitense ’Death penalty focus’ ha annunciato di aver premiato il presidente messicano Vicente Fox "per la sua ferma opposizione alla pena di morte". Il capo di Stato messicano ha condotto una battaglia contro le esecuzioni di immigrati messicani negli Stati Uniti, unico Paese occidentale ad applicare ancora la pena di morte. Attualmente sono 51 i messicani nel braccio della morte delle carceri statunitensi.

Spagna

  • El TS ha notificado hoy el auto de ejecución de la sentencia de ilegalización de Batasuna

La Sala del 61 ha notificado hoy a las partes el auto de ejecución de la sentencia dictada el pasado 27 de marzo por dicha sala especial del Tribunal Supremo español relativa a la ilegalización de Batasuna.

  • El auto, disponible en la página web del Tribunal Supremo español, se expresa en los términos ya conocidos respecto a las medidas de ejecución de la sentencia de ilegalización de Batasuna.

De este modo, ordena el inmediato cese de actividades de las organizaciones políticas "HB-EH-Batasuna", la clausura de su página web (www.batasuna.org), adopta medidas tendentes a la liquidación patrimonial, y estipula la disolución de todos los grupos "de los partidos objeto de proceso de ilegalización".

En el ato notificado hoy a las partes no se menciona a Sozialista Abertzaleak, grupo parlamentario sobre el que, en posterior providencia, el tribunal español solicitaría información a la Cámara de Gasteiz.

Un «informe sobre la situación de los derechos fundamentales en la Unión Europea durante 2002» criticará al Estado español por el «régimen excepcional» de detención incomunicada durante cinco días, que apli- ca especialmente a los ciudadanos vascos arrestados bajo acusaciones de relación con ETA. El ponente de este trabajo, el eurodiputado Fodé Sylla, adelantó ayer los principales puntos que serán debatidos en comisión en el próximo mes de junio antes de su aprobación, previsiblemente en setiembre, por el Pleno de la Eurocámara. Su intervención se produjo en una sesión pública celebrada en Bruselas sobre la cuestión de los derechos fundamentales, en la que intervino también el comisario de Derechos Humanos del Consejo de Europa, Alvaro Gil-Robles, del PP.

Sylla remarcó, en su avance del informe, que la legislación actual en el Estado español impide que los detenidos puedan contactar con su abogado durante cinco días.

El debate giró, sobre todo, en torno a la situación producida en algunos países tras el 11-S. Esto permitió que Gil-Robles afirmara sentirse «muy preocupado» por la tendencia general de rebajar la protección de los derechos fundamentales y subrayó que esto es «el mejor regalo que se puede dar a los terroristas». Acusó incluso directamente a un estado, Gran Bretaña, por suspender el artículo 5 de la Convención Europea de Derechos Humanos «para detener sine die a sospecho- sos de terrorismo».

Sylla, por su parte, explicó también que en su informe se abordarán cuestiones como la «superpoblación carcelaria», en la que se destacará que en el Estado francés hay 60.000 personas encerradas en prisiones con capacidad para 50.000. Críticas a Madrid de AI y Human Rights Watch

En el debate, al hilo del 11-S, Human Rights Watch y Amnistía Internacional criticaron a Madrid y Londres por sus legislaciones. Censuraron, citando casos de acusados de relación con Al Qaeda, que pueden estar detenidos sin juicio cuatro años y que el sumario puede estar secreto ese tiempo. -

G8 ambiente

Sviluppo sostenibile. Governance ambientale globale. A leggere i temi in agenda del G8 dei ministri dell'Ambiente che si riunisce a Parigi dal 25 al 27 aprile, verrebbe da pensare che l'appuntamento è di quelli destinati a segnare una svolta nell'impegno dei Paesi ricchi a favore di uno sviluppo a misura d'ambiente.

In realtà, proprio la genericità dei temi all'ordine del giorno sembra confermare l'impasse nella quale sono impigliate le politiche multilaterali sui grandi temi della lotta alla povertà e dell'impegno per difendere l'ambiente e gestire oculatamente le risorse naturali. Segnata, in particolare, dalla scelta degli Stati Uniti di attuare anche in campo ambientale - dal no al Protocollo di Kyoto all'atteggiamento sostanzialmente ostruzionistico tenuto al Summit di Johannesburg - quella stessa strategia unilaterale che caratterizza l'intero profilo dell'amministrazione Bush.

Così l'interesse del vertice di Parigi è soprattutto nel fatto che per la prima volta dopo la guerra all'Iraq, i governi degli Stati Uniti e della "vecchia Europa" tornano ad incontrarsi. Una buona occasione se non altro per capire se i rischi di una frattura transatlantica investono anche i temi ambientali e dello sviluppo sostenibile.

gror030425 (last edited 2008-06-26 09:50:22 by anonymous)