GR ORE 19.30

ESTERI

vertice aqaba

palestinesi

Profughi curdi

Inizieranno presto uno sciopero della fame a oltranza per protestare contro la mancata concessione da parte dell'Italia dello status di rifugiato politico. Lo hanno annunciato oggi, nel corso di una conferenza stampa organizzata dal Forum delle comunita' straniere in Italia, una cinquantina di profughi curdi provenienti dalla Turchia. Sono uomini, donne e bambini a cui e' stato rifiutato il riconoscimento dello status di rifugiato perche' i fatti e le circostanze che hanno presentato quali prove delle violenze subite nel Paese di origine non determinano, sulla base dell'art. 1 della Convenzione di Ginevra del 1951, la sussistenza di un pericolo di persecuzione concernente specificatamente la persona interessata. Ma cosi' si cancella un intero popolo che da anni vive oppresso - denuncia Loretta Caponi, presidente del Forum - e non ci si rende conto che questo tipo di rifugiato, il perseguitato per motivi etnici, andra' sempre piu' sostituendosi a quello oramai 'vecchio' del perseguitato politico che ha caratterizzato quasi tutto il Novecento. Per questo sollecitiamo il riconoscimento nella legislazione italiana della figura del profugo. Questi uomini, queste donne e questi bambini, come abbiamo scritto in una lettera inviata a maggio al ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, ora si trovano a vivere in un sorta di limbo. Non sono dei rifugiati politici, ma non vengono neppure rimpatriati in maniera coatta nel loro Paese di origine, la Turchia perche' si teme comunque per la loro incolumita'. Non possono lavorare - continua la Caponi - non possono studiare, vivono e dormono in una situazione di grave degrado, sono tecnicamente dei clandestini. Ma loro non vogliono fare i clandestini in Italia. Per questo il Forum delle comunita' straniere in Italia chiede che venga riconosciuto loro una sorta di 'protezione umanitaria', anche temporanea, come e' stato fatto per i popoli dell'ex Iugoslavia negli anni '90. Il Forum torna a chiedere anche una legge sul diritto di asilo perche' soltanto attraverso un riconoscimento legislativo dello stato temporaneo di protezione umanitaria si potrebbe ridurre il livello di discrezionalita' con cui le autorita' operano in questo settore. Non e' una novita' che fino a pochi anni fa per i curdi era molto piu' semplice ottenere lo status di rifugiato politico. Motivi di politica interna e internazionale hanno reso tutto piu' ostico e difficile.

Iran

Ali Khamenei, leader supremo dell'Iran, ha alzato il tono della sfida con l'America. Durante le cerimonie commemorative indette per l'anniversario della morte dell'ayatollah Khomeini, il padre della repubblica islamica, oggi ha avvertito che un eventuale attacco all'Iran sara' un attacco 'suicida'. "Una guerra contro l'Iran non sarebbe una guerra contro una dittatura o contro un regime militare, ma una guerra contro un intero popolo", ha affermato davanti a migliaia di persone radunate presso il complesso funeraio dedicato a Khomeini alla periferia meridionale di Teheran. Khamenei ha respinto l'accusa di Washington, secondo cui Teheran da' asilo ai miliziani di al Qaeda. "L'Iran - ha detto - non sostiene il terrorismo, ne' ospita i terroristi". Ma, ha puntualizzato, "i milioni di giovani musulmani che odiano gli oppressori americani non possono essere qualificati come terroristi". "Accusate l'Iran di interferenza in Iraq - ha continuato, rivolgendosi ai governanti americani - ma il vostro nemico e' il popolo iracheno. dite che siete proccupati per la nostra influenza, ma noi diciamo che siamo preoccupati per la vostra presenza in Iraq". Durante il discorso le parole di Khamenei hanno acceso gli animi dei presenti, che hanno gridato "Morte all'America", "Morte a Israele". (AGI) Cis 041541 GIU 03 NNNN Il presidente iraniano Mohammad Khatami ha detto oggi che la realizzazione di una democrazia puo' eliminare i pericoli di un intervento straniero nella politica iraniana. Khatami, citato dall'agenzia governativa Irna, ha parlato in occasione del quattordicesimo anniversario della morte dell'Imam Khomeini, fondatore della Repubblica islamica, sottolineando i pericoli di una divisione tra il regime e il popolo. Se cio' avvenisse, ha detto, i nemici avranno la possibilita' di infiltrarsi nelle roccaforti del Paese. La realizzazione della democrazia - ha aggiunto Khatami - puo' eliminare la prospettiva dell'intrusione degli stranieri con il pretesto di imporre il loro modello di liberta' e democrazia. Secondo il presidente della Repubblica, l'Iran deve avere infatti una democrazia religiosa, che nulla a che vedere con socialismo, liberalismo e nazionalismo. Il 24 maggio scorso 127 deputati iraniani avevano scritto una lettera alla Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, chiedendo quella che definivano una vera democrazia per arginare le pressioni degli Usa. Ma il documento e' stato censurato dal regime

iraq

Anche adesso che non hanno più niente da temere dal regime di Saddam Hussein, gli scienziati e gli esperti coinvolti nei programmi di ricerca militare iracheni continuano a ripetere quello che hanno sempre detto agli ispettori dell'Onu. la ricerca delle armi di distruzione di massa è futile, quelle armi sono state elimate ormai da molto tempo. Oggi, il Los Angeles Times pubblica un'intervista al generale Alaa Saeed, uno degli scienziati iracheni inquadrati nell'esercito di Saddam e più attivi nell'ambito dei programmi di sviluppo militare del regime. Al Los Angeles Times, Saeed - che nei giorni scorsi è stato interrogato più volte dagli esperti dell'MI6 britannico - spiega la sua situazione. Io, dice, sarei più che felice di incassare la taglia di 200.000 dollari promessa dagli Usa a chiunque dia informazioni utili per rintracciare le armi di distruzione di massa di Saddam. Non ho più lavoro, sono povero, quei soldi mi farebbero dannatamente comodo, prosegue Saeed. Purtroppo, però - è costretto ad aggiungere - non ho niente da rivelare. In Iraq non c'erano armi di distruzione di massa o comunque armi proibite prima dell'attacco militare Usa

guantanamo

Un prigioniero di Guantanamo, la base prigione in cui sono detenuti i presunti talebani o esponenti di Al Qaida catturati in Afghanistan, ha tentato per la quarta volta il suicidio. Lo ha riferito il portavoce della base prigione, il maggiore Paul Caurso. Del detenuto, che è ospitato nella nuova ala psichiatrica, non è stato fornito il nome. E' il ventottesimo tentativo nella prigione, contro la quale si sono conventrate in questi mesi le critiche delle organizzazioni per i diritti civili.La prigione ospita 680 detenuti.

Argentina

Il presidente della repubblica Nestor Kirchner ha incontrato iersera le Madri di Plaza de Mayo e gli altri movimenti che lottano in Argentina per la difesa dei diritti umani. Il capo dello stato ha incontrato separatamente due gruppi di Madri, perche' alcuni anni fa il movimento si e' scisso a causa delle posizioni sempre piu' radicali di Hebe de Bonafini, che ora guida guida le Madri di Plaza de Mayo, mentre Nora Cortina coordina un altro gruppo denominato Madri di Plaza de Mayo-Linea Fondatrice. Al termine del suo colloquio, la Bonafini ha dichiarato di essersi sbagliata nei primi giudizi dati su Kirchner ed il suo governo, ma che quando ho visto come ha sostituito i vertici militari, ho pensato che effettivamente qualcosa sta cambiando in Argentina. Fra le richieste avanzate al capo dello stato dalla battagliera madre, la sostituzione del Ministro della giustizia Gustavo Beliz che, ha assicurato, non c'entra nulla con questo governo, e il perdono per centinaia di 'piquteros' (disoccupati che bloccano le strade) attualmente sotto processo. E' stata quindi la volta delle altre Madri della Linea fondatrice che, accompagnate dagli esponenti di altri movimenti, hanno chiesto a Kirchner che invii in parlamento un progetto di legge attraverso cui si dichiari la nullita' delle leggi di 'Obbedienza dovuta' e 'Punto finale' che hanno permesso a decine di alti ufficiali delle forze armate protagonisti dell'ultima dittatura di sfuggire al carcere. Infine la Cortina ha chiesto la revoca del decreto 1581/01 che dispone il rigetto di tutte le richieste di estradizione di militari accusati da tribunale esteri Dopo i militari, la polizia. Il neo presidente argentino Néstor Kirchner ha disposto ieri la rimozione dei vertici delle forze di pubblica sicurezza federali, fatta eccezione per il commissario generale Roberto Giacomino, nell’ambito di un vasto piano di riforma che segue di appena una settimana la sostituzione del comando supremo delle Forze armate. Secondo il ministro degli interni Gustavo Beliz si tratta di cambiamenti “profondi ma non traumatici” che comporteranno, tra l’altro, il pensionamento di di dieci commissari generali. Parallelamente, il governo ha annunciato l’istituzione di un nuovo organismo incaricato della lotta ai sequestri, al narcotraffico e ai furti d’auto. “Voglio un nuovo piano di prevenzione ma anche di fermezza contro la delinquenza – ha dichiarato Kirchner – allo stesso tempo non voglio che finiscano per essere criminalizzate le proteste sociali”. Il presidente ha inoltre prorogato fino al prossimo dicembre il decreto con cui il suo predecessore Eduardo Duhalde aveva stabilito il tetto massimo dello stipendio mensile del capo dello Stato, 3mila pesos (circa 900 euro).

sapagna

Il partito radicale basco Batasuna è stato inserito dai Quindici nell'ultima lista rivista delle organizzazioni considerate come terroriste dalla Unione europea.

La decisione è stata presa oggi, al livello degli esperti dei Paesi membri, su richiesta della Spagna. La nuova lista dovrà essere chiusa senza discussioni e resa pubblica domani al consiglio dei ministri dell'Interno dell'Unione, a Lussemburgo.

In seguito all'inserimento di Batasuna nella lista, tutti gli Stati membri saranno tenuti a congelare i beni detenuti da questa organizzazione sui propri territori, impedire il suo insediamento, e bloccare tutti i tentativi di vendita o di trasferimento di armi.

Lo scorso 7 maggio erano stati gli Usa ad inserire Batasuna nella loro lista nera di organizzazioni terroristiche.

ITALIA

Alitalia

La Filt-Cgil ha abbandonato la trattativa in corso al ministero delle Infrastrutture, dove il Governo sta tentando una mediazione tra azienda e sindacati sull' emergenza causata dalla epidemia degli assistenti di volo Alitalia. La nostra delegazione - ha affermato Mauro Rossi - segretario nazionale degli assistenti di volo - si dichiara indisponibile ad accettare la proposta del vice ministro Tassone volta a proseguire sulle tratte nazionali la riduzione dei membri dell' equipaggio in via sperimentale. La Cgil, come gia' preannunciato dal segretario generale Abbadessa, ha presentato un esposto alla Procura di Roma per violazione dell' art.265 del codice penale che punisce la reiterazione dei comportamenti di violazione contrattuale. Nel frattempo, insieme alla Fit e all' Anpav, la Filt ha presentato un altro esposto al tribunale di Civitavecchia per comportamento antisindacale dell' Alitalia. Il tribunale discutera' l' esistenza dei presupposti dell' art.28 il prossimo 6 giugno "Non c'e' alcuna disponibilita' - ha aggiunto Rossi - di questo tavolo a rispettare il contratto sottoscritto da tutti, per cui venerdi' prossimo discuteremo al tribunale di Civitavecchia la violazione dell'Art.28". Il sindacalista oltre ad annunciare che venerdi' 6 verra' discussa l'esposto per violazione contrattuale gia' presentato nei giorni scorsi, ha confermato che oggi la Filt-Cgil ha presentato un nuovo esposto per reiterazione di violazione contrattuale. A questo punto la trattativa sembra comunque proseguire. Le organizzazioni sindacali rimaste al tavolo hanno avanzato una nuova proposta che prevede l'immediato avvio del confronto rinviando l'applicazione dei provvedimenti di riduzione del personale di bordo all'esito del confronto. Tale proposta dovrebbe essere all'esame in questo momento di una riunione ristretta tra il vice ministro per le infrastrutture e dei trasporti e la delegazione dell'Alitalia

fiom

La Fiom considera di una gravita' sindacale e legale senza precedenti la lettera della Federmeccanica con la quale l'associazione si dichiara indisponibile a riaprire le trattative per il rinnovo del contratto (siglato a maggio da Federmeccanica e Fim e Uilm) e dichiara estinto il contratto del 1999. La Federmeccanica - si legge in una nota della segreteria della Fiom - rifiuta l'incontro, assumendosi cosi' la responsabilita' della continuazione del conflitto. In questi giorni, le assemblee dei metalmeccanici stanno respingendo ovunque l'intesa separata. E' evidente che quell'accordo non soddisfa minimamente i lavoratori e non risolve la vertenza. Secondo la Fiom quando la Federmeccanica sta mettendo in discussione tutte le norme che regolano il rapporto di lavoro in Italia. L'accordo del 7 maggio - prosegue la nota - e' fatto tra la rappresentanza delle aziende e organizzazioni sindacali di minoranza, prive del consenso dei lavoratori sul terreno specifico dell'intesa. Gravissima secondo la Fiom inoltre la responsabilita' di Fim e Uilm nel prestarsi a operazioni di questo genere che, se non contrastate adeguatamente, potrebbero trasformare qualsiasi vertenza sindacale nella ricerca del migliore interlocutore disponibile per le imprese e, quindi, produrre la proliferazione di sindacati di comodo e di contratti pirata. Per queste ragioni - afferma la Fiom -, la segreteria nazionale della Fiom conferma le decisioni di lotta assunte con le 16 ore di sciopero articolate e con la giornata di mobilitazione nazionale del 12 giugno. La Fiom verifichera' con i propri legali tutte le possibili conseguenze e ripercussioni delle decisioni assunte da Federmeccanica, ferma restando la decisione di tutelare in ogni impresa, sul piano legale, i lavoratori dagli effetti negativi dell'intesa del 7 maggio. Sulla stessa linea procedera' nei confronti dell'accordo separato con la Confapi. I metalmeccanici della Cgil infine rinnovano la richiesta di essere ascoltati dal Presidente della Repubblica e l'impegno a realizzare, al piu' presto, iniziative che coinvolgano forze politiche e istituzioni per affermare il diritto costituzionale alla democrazia sindacale. La Fiom - conclude la nota - conferma l'assoluta indisponibilita' ad amministrare l'intesa separata e si impegna per la continuita' della vertenza, anche a livello articolato, fino a quando i metalmeccanici non otterranno un vero rinnovo contrattuale da essi condiviso

raferendum

Voteranno da Buenos Aires e Toronto, sull'art.18 e sugli elettrodotti. Al referendum del 15 giugno gli italiani all'estero, per la prima volta, potranno votare per corrispondenza, secondo quanto stabilito dalla Corte costituzionale.

I giudici della Consulta hanno depositato oggi l'attesa ordinanza con la quale hanno dichiarato inammissibile il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dai promotori del referendum sulla servitù coattiva di elettrodotto, i quali avevano sostenuto che non viene garantita la segretezza del voto sancita dall'art. 48 della Costituzione.

Intanto Le rappresentanze sindacali di base (Rdb) hanno costituito un comitato per il si' al referendum sull'estensione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori anche alle imprese con meno di 16 dipendenti presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. I lavoratori della presidenza del Consiglio - si legge in un comunicato del sindacato - vogliono cosi' dimostrare la loro sensibilita' alle problematiche del mondo del lavoro affinche' i diritti siano veramente per tutti. Abbiamo raccolto un centinaio di firme - ha spiegato Fabio Morabito della segreteria Rdb - ce ne sono anche di iscritti alla Cgil. I lavoratori del pubblico impiego hanno questo diritto riteniamo lo debbano avere anche gli altri. Abbiamo inviato una lettera sulla costituzione del comitato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Lodo maccanico

Mentre al senato si votava l'emendamento del governo sull'immunità, i senatoriu delle opposizioni hanno presentato un alettera di denuncia nei confronti di berlusconi per attentato alla costituzione. La lettera dei senatori delle opposizioni e' stata distribuita ai giornalisti nel corso di una manifestazione promossa dinanzi all' ingresso principale di Palazzo Madama dalla Margherita e dall' associazione La legge e' uguale per tutti che fa capo al senatore Nando Dalla Chiesa. Il presidente del Consiglio, con un insieme integrato, cumulativo, progressivo, di atti legislativi, comportamenti istituzionali, pubbliche comunicazioni, sta da tempo - si legge nella lettera - conducendo un attacco ai principi fondamentali della costituzione della repubblica e al suo spirito generale. Piu' precisamente il Capo del Governo attenta al principio della sovranita' popolare e alle libere funzioni del Parlamento, al quale ha ripetutamente imposto, direttamente o per interposta persona, le urgenze legate alle esigenze personali proprie e di altri parlamentari a lui legati da vincoli pregressi di amicizia, avvalendosi di un rapporto di proprieta' personale nei confronti del partito di maggioranza relativa alla Camera e al Senato. La lettera, accusa Silvio Berlusconi di aver ripetutamente violato e tentato di violare il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, di aver pubblicamente sposato la teoria della guerra preventiva, di aver costruito una straordinaria concentrazione di mezzi di informazione a capo a un solo soggetto e di aver incitato all'esercizio della censura preventiva nella televisione pubblica ottenendo obbedienza attraverso l'esclusione dai palinsesti di professionisti di prestigio. La lettera e' stata presentata nel corso di una manifestazione dei parlamentari delle opposizioni (con esclusione dello Sdi e dell' Udeur), dinanzi all' ingresso principale del Senato. L'Aula di Palazzo Madama ha approvato l'emendamento sulla sospensione dei processi per le cinque cariche istituzionali, presentato dalla Cdl al disegno di legge Boato sull'immunità parlamentare. I voti favorevoli sono stati 146 contro 101 contrari, mentre sono ancora in corso le votazioni sui 500 emendamenti presentati dall'opposizione

Padova

Si e' conclusa con un lancio di petardi dai tetti di una fabbrica abbandonata, di fronte alla fiera di Padova, la manifestazione dei disobbedienti per Bionova, il salone per le biotecnologie e le bioingegnerie. I manifestanti hanno bloccato per due ore il traffico di fronte alla Fiera sfilando in corteo con uno striscione, distribuendo volantini e prodotti di agricoltura biologica. All' azione hanno partecipato, oltre ai Disobbedienti, guidati da Luca Casarini, anche le tute bianche e gli Invisibili. Le multinazionali controllano il 95% delle sementi nel mercato - ha detto Casarini þ e si impadroniscono anche delle piante geneticamente modificate brevettandole. Quindi prodotti della natura, organismi viventi, diventano di proprieta' privata. Vogliamo difendere l'agricoltura sana, biologica e di qualita', cioe' la biodiversita' þ ha commentato l'onorevole Luana Zanella dei Verdi, che ha partecipato al corteo - e soprattutto le biodiversita' e la sovranita' alimentare di tutte le popolazioni, specie dei paesi poveri. Questa e' messa seriamente a rischio da parte delle multinazionali che vogliono vendere le proprie sementi e vogliono imporne la proprieta' e la vendita annuale, visto che si e' gia' attuata la possibilita' di rendere sterili queste sementi. Si tratta di sementi che resistono ai pesticidi. In questo modo si crea dipendenza di interi paesi da questi sistemi. Non siamo - ha concluso - contro la bioingegneria, che funziona benissimo quando non e' modificazione generica e introduzione a vanvera in agricoltura di prodotti geneticamente modificati. Siamo a favore della biotecnologia applicata alla farmaceutica e alla medicina. Non vogliamo combattere la ricerca, ma il business che mette a rischio il futuro stesso della gente del pianeta. C'e' sempre qualcuno che protesta - ha commentato il presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan che ha inaugurato Bionova - nel corso della storia. Dipendesse da questi che sono fuori a protestare, la vita media durerebbe 40 anni, comþera un tempo. Per fortuna c'e' qualcuno che guarda avanti e si preoccupa del futuro.

Migranti

Due padri comboniani, Giorgio Poletti e Francesco Nascimbene, dell'associazione missionari di Castelvolturno si sono incatenati all' inferriata di una finestra al piano terra del palazzo che ospita Prefettura e Questura di Caserta. I motivi della protesta sono stati riassunti in alcuni cartelli sistemati ad una delle finestre dell'edificio: No alla repressione; no ai rastrellamenti. E ancora, No alla deportazione di africani innocenti a Castelvolturno. I due padri comboniani, che nella zona di Castelvolturno operano a favore degli immigrati, contestano i metodi usati dalle forze dell'ordine per il controllo degli extracomunitari: Non si possono colpire indiscriminatamente - sostengono - tutti gli immigrati; la maggior parte di loro sono persone oneste e laboriose e non possono essere perseguitate. Occorrono piuttosto operazioni mirate a combattere coloro che delinquono, che spacciano droga o controllano la prostituzione. I due padri comboniani, che hanno rifiutato di incontrare il prefetto, contestano soprattutto il fermo in massa degli immigrati che vengono successivamente portati nell'ufficio stranieri della Questura di Caserta per la loro identificazione. Della vicenda e' stato interessato anche il vescovo di Caserta monsignor Raffaele Nogaro

inchiesta biagi

inchiesta catanzaro

protesta insegnanti

Si estende la protesta degli insegnanti torinesi, da giorni in lotta contro il decreto ribattezzato 'taglia cattedre' che impone a tutti i docenti delle superiori cattedre di 18 ore. Dopo i cinque istituti occupati ieri, tra oggi e domani se ne aggiungono altri tre, l'Itis Peano, il liceo artistico Cottini e l'Itis Russel-Moro. L'estensione della mobilitazione - sottolinea Cosimo Scarinzi, coordinatore provinciale della Cub Scuola - dimostra che siamo di fronte a una mobilitazione seria e sentita dai colleghi. Ricordando, poi, che la mobilitazione e' stata promossa per protestare contro le misure imposte alla scuola pubblica dalla Finanziaria e dalla riforma Moratti, la Cub Scuola invita i sindacati istituzionali e condurre unitariamente gli incontri. Se, come affermano, i sindacati istituzionali hanno operato e operano per salvare le cattedre - sottolinea ancora Scarinzi - non c'e' alcuna ragione per farlo in maniera separata. Infine, al segretario dello Snals provinciale, Franco Coviello, che ha criticato le modalita' della protesta, la Cub Scuola replica osservando che si puo' non condividere una forma di lotta, ma non e' un buon motivo per attaccarla.

GR ORE 17.00

PALESTINA

Primi commenti dei partecipanti al summit di Aqaba, per l’attuazione della road map

Il premier israeliano Sharon, da parte sua, si è impegnato a smantellare subito insediamenti non autorizzati (non specificando autorizzati da chi). Lo ha promesso al termine del vertice di Aqaba.

Il primo ministro palestinese Abu Mazen ha affermato che compirà tutti gli sforzi per smilitarizzare Intifada. "Faremo tutti gli sforzi per una smilitarizzazione dell'Intifada. L'Intifada deve terminare... Rifiutiamo e condanniamo il terrorismo". Lo ha affermato ad Aqaba ed ha poi proseguito, a conclusione del vertice con Stati Uniti e Israele, "Riattiveremo e rinvigoriremo il dialogo tra la Palestina, Israele e gli Stati Uniti contro l'incitamento alla violenza". "Applicheremo - ha aggiunto - lo stato di diritto e cercheremo di consolidare l'autorità di governo per formare la basi di uno stato democratico".

Da parte statunitense, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha annunciato, nel chiudere le dichiarazioni degli incontri di Aqaba, che sarà l'ambasciatore John Wolf a guidare una missione immediata per verificare i progressi fatti nell'attuazione della road map. Bush ha anche detto di avere istruito il segretario di Stato, Colin Powell, e il consigliere per la sicurezza nazionale, Condoleeza Rice, a considerare il Medio Oriente massima priorità della sua amministrazione. Il presidente statunitense ha poi mostrato soddisfazione per i "passi immediati" che sono stati assicurati dai premier israeliano Ariel Sharon e palestinese Abu Mazen per l'attuazione della roadmap. Il piano deve condurre, entro il 2005, alla convivenza pacifica degli Stati israeliano e palestinese.

E' duro e negativo, invece, il primo commento del movimento dei coloni israeliani al Vertice di Aqaba. La cerimonia è stata definita dai coloni una cerimonia "umiliante, che premia il terrorismo arabo". Stasera il movimento dei coloni darà vita a Gerusalemme a una manifestazione di protesta il cui slogan principale si richiama agli accordi israelo-palestinesi del 1993: 'Oslo dimostra: non dobbiamo dare uno stato al terrorismo'. Commentando alcune anticipazioni stampa secondo cui Sharon accetta di smantellare 17 colonie ebraiche, il ministro delle infrastrutture Avigdor Liberman (che vive a Nokdim, uno degli insediamenti destinati un giorno ad essere sgomberati) ha replicato: "Non sono preoccupato, sto anzi allargando la mia casa. Penso - ha aggiunto - che Ramallah (la maggiore città cisgiordana -n.d.r.) potrebbe essere sgomberata molto prima che a Nokdim si parli di alcuno sgombero". Sharon dovrà ricorrere se crede ai piloti dell'aviazione americana... Coloni che vivono nella colonia di Tapuach (Cisgiordania settentrionale) hanno previsto che il premier Ariel Sharon non riuscirà nemmeno nell'intento di sgomberare gli avamposti "non autorizzati". "I soldati israeliani non ci sgombereranno, Sharon dovrà ricorrere se crede ai piloti dell'aviazione americana..." hanno detto questi coloni a Yediot Ahronot. "Resteremo qui molti anni ancora". Gli organizzatori della manifestazione di stasera prevedono che decine di migliaia di persone confluiranno nella centrale piazza Zion di Gerusalemme. La presenza degli estremisti (che vorrebbero ostentare cartelli: 'Sharon, traditore') "non sarà tollerata", secondo uno degli organizzatori. Alcuni deputati del Likud contrari al Tracciato di pace hanno comunque declinato l'invito degli organizzatori di presenziare alla manifestazione, "perchè - hanno detto - non sembrasse un gesto di ostilità contro il nostro primo ministro".

E’ negativo anche il commento di Hamas al vertice di Aqaba. Il 'numero due', Abdelaziz Rantisi, ha dichiarato all'Ansa che il movimento integralista Hamas "non abbandonderà la resistenza" contro l'occupazione israeliana dei Territori palestinesi.

IRAQ tornano gli ispettori dell'Onu

Tornano in Iraq gli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, l'Aiea. Questa volta però con un compito diverso da quello assolto prima che venissero ritirati, nell'imminenza dell'attacco angloamericano. I sette esperti partiti oggi da Vienna non andranno a caccia di armi nucleari ma il loro incarico consisterà nell'accertare se sia stato asportato o meno del materiale dal deposito nucleare di Al Tawaitha, a sud di Baghdad, saccheggiato dopo la caduta di Saddam. L'arrivo degli ispettori in Iraq è previsto per dopodomani. Intanto il quotidiano londinese Times scrive oggi che esperti militari britannici ed americani avrebbero scoperto missili a lungo raggio in Iraq. Fonti della notizia sarebbero alti funzionari governativi. Secondo il Times nella base militare irachena di Abu Ghraib si lavorava alla creazione di missili con una capacità di lancio di 960 chilometri, in grado di raggiungere Israele e altri paesi del Medio Oriente. La costruzione di missili di tale gittata era vietata dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che consentiva all'Iraq di fabbricare missili con un raggio massimo di 150 chilometri.

ARGENTINA

Dopo i militari, la polizia. Il neo presidente argentino Néstor Kirchner ha disposto ieri la rimozione dei vertici delle forze di pubblica sicurezza federali, fatta eccezione per il commissario generale Roberto Giacomino, nell’ambito di un vasto piano di riforma che segue di appena una settimana la sostituzione del comando supremo delle Forze armate. Secondo il ministro degli interni Gustavo Beliz si tratta di cambiamenti “profondi ma non traumatici” che comporteranno, tra l’altro, il pensionamento di di dieci commissari generali. Parallelamente, il governo ha annunciato l’istituzione di un nuovo organismo incaricato della lotta ai sequestri, al narcotraffico e ai furti d’auto. “Voglio un nuovo piano di prevenzione ma anche di fermezza contro la delinquenza – ha dichiarato Kirchner – allo stesso tempo non voglio che finiscano per essere criminalizzate le proteste sociali”. Il presidente ha inoltre prorogato fino al prossimo dicembre il decreto con cui il suo predecessore Eduardo Duhalde aveva stabilito il tetto massimo dello stipendio mensile del capo dello Stato, 3mila pesos (circa 900 euro)

INTERNI

ALITALIA, è muro contro muro tra azienda e sindacati al ministero delle Infrastrutture, nell'incontro in corso tra Alitalia e sindacati sul problema degli assistenti di volo, mentre il governo è tornato a dirsi disponibile a un confronto complessivo sia sulla situazione del trasporto aereo, sia sul caso Alitalia. L'amministratore delegato di Alitalia, riferiscono i sindacati, ha ribadito l'indisponibilità dell'azienda a soluzioni alternative a quella della riduzione del numero degli assistenti di volo a bordo, per raggiungere l'obiettivo della riduzione dei costi. "Per Alitalia non ci può essere un piano di sviluppo" - ha ribadito Mengozzi - ai sindacati che nel corso della trattativa hanno richiamato i sacrifici fatti con il taglio del costo del lavoro deciso nel piano industriale del gruppo dello scorso anno. Negli aeroporti italiani, dopo il caos dei giorni scorsi, la situazione sta tornando alla normalità anche se restano alcuni disagi. Intanto l'Alitalia ha comunicato che su 780 voli in programma oggi, ne sono stati cancellati 43 (20 nazionali e 23 internazionali). Le cancellazioni - spiega l'azienda - sono dovute all'effetto trascinamento degli scioperi e della protesta di ieri.

GR ORE 13.00

Esteri

Palestina

Ad al Beit al Bahar, la Casa sul Mare residenza estiva del re di Giordania Abdallah, sono in corso gli incontri bilaterali tra il presidente americano George W. Bush e i premier israeliano Ariel Sharon e palestinese Abu Mazen. Sul tavolo, gli impegni che ogni parte è disposta a prendere nell'attuazione della prima fase della Roadmap. Che nella sua ultima fase prevede la nascita di uno Stato palestinese, come ripetuto alla Abc dal segretario di Stato americano Colin Powell. "Non dovranno agire come noi riteniamo opportuno, bensì come prevede la roadmap per cominciare ad avviarsi verso due Stati che coesistano in pace", spiega Powell alludendo a Sharon e Abu Mazen. "Quando il Presidente dice che è disposto ad assumersi un impegno -dice ancora Powell- è proprio quello che intende dire, e nel corso della sua amministrazione lo già dimostrato. Non sto parlando di fare una telefonata o due -sottolinea il Segretario di Stato americano- ma di impegnarsi personalmente, con determinazione, con le parti in causa e di chiedere ai leader arabi di fare altrettanto, proprio per non perdere questa opportunità". "Credo -spiega Powell- che il fatto stesso che il Presidente sia arrivato qui dimostra il suo impegno in questo processo". Sono 17 gli insediamneti nei Territori che il premier Ariel Sharon è disposto a sgomberare come prova di buona volontà nell'avvio della Roadmap. Lo rivela il presidente della Knesset, il Parlamento israeliano, Reuven Rivlin, dello stesso partito di Sharon, in un'intervista al quotidiano Haaretz, che sostiene che nel vertice di oggi con Bush e Abu Mazen ad Aqaba Sharon ribadirà che è necessario garantire la "contiguità" delle varie aree autonome palestinesi in Cisgiordania. Sharon, secondo Rivilin, "è giunto alla conclusione che bisogna sgomberare un certo numero di colonie per consentire ai palestinesi di spostarsi senza passare attraverso le nostre zone". "Già nei colloqui avuti a suo tempo con l'allora premier laburista Ehud Barak - rivela Rivilin - Sharon giunse alla conclusione che dovrebbero essere sgomberate 17 colonie". "Il loro sgombero - prosegue Rivlin, nella intervista a Haaretz - è necessario per stabilizzare un cammino verso un qualche genere di accordo. Oggi in Cisgiordania ci sono cantoni. Questi cantoni dovranno essere uniti, allacciati. Per realizzare questa operazione, bisognerà colpire gli insediamenti ebraici. E dunque obbligatoria la rimozione di 17 colonie". Nella intervista, Rivlin non elenaca i nomi degli insediamenti che dovrebbero essere sgomberati.

Francia

Une forte explosion s'est produite, mercredi 4 juin en fin de matinée, dans un immeuble du 2e arrondissement de Paris, 2 rue d'Uzès, provoquant plusieurs victimes. Le bâtiment s'est effondré.

Le plan rouge a été déclenché. Ce plan permet, en cas de catastrophe ou événement occasionnant un grand nombre de victimes, de déclencher l'ensemble des secours d'urgence pour l'accueil des victimes en extérieur, mettant en œuvre les sapeurs-pompiers, les SAMU (Service d'aide médicale urgente), les SMUR (Service médical d'urgence et de réanimation) ainsi que les services de police et/ou de gendarmerie pour la sécurisation ou l'assistance aux secours.

Cina

Des proches des victimes du massacre de Tiananmen, qui avait fait des centaines de victimes, se sont rendus, mercredi 4 juin, dans les cimetières de la capitale chinoise pour honorer la mémoire de leurs morts et marquer l'anniversaire du mouvement étudiant, le 4 juin 1989. Si, pour bon nombre de Chinois occupés à s'enrichir, le "printemps de Pékin" n'est plus qu'une lointaine histoire, quatorze ans plus tard, les proches des victimes, eux, ont du mal à pardonner et encore plus de mal à oublier.

"Cela ne quitte pas ma mémoire. Un grand nombre de personnes n'oublieront jamais cet événement", explique une femme de 65 ans, ingénieur des communications à la retraite, dont le fils cadet, Wang Nan, avait 19 ans lorsqu'il a été tué place Tiananmen. "Il faut que les assassins soient punis. L'aveu d'une culpabilité est une condition indispensable au pardon", estime cette femme, l'une des vingt "mères de Tiananmen" qui ont écrit en mai aux nouveaux dirigeants chinois pour demander l'ouverture d'un dialogue afin que le gouvernement réévalue sa position sur les événements de 1989.

Cependant, le gouvernement continue de considérer le mouvement étudiant du "printemps de Pékin" en faveur de la démocratie comme une rébellion contre-révolutionnaire destinée à renverser le Parti communiste, et persiste à penser que le recours à l'armée était justifié. Selon lui, il n'y a pas lieu de revenir sur cette position.

Le nouveau gouvernement chinois, avec à sa tête le président Hu Jintao et le premier ministre Wen Jiabao, s'inscrit donc dans la continuité en refusant toute révision, si ténue soit-elle, du verdict officiel justifiant le massacre ayant fait plusieurs centaines de morts par la "nécessité de la répression des troubles révolutionnaires". "Le comité central du Parti communiste a statué sur les troubles politiques survenus à la fin des années 1980. Ses conclusions ne changeront pas", a déclaré la semaine dernière la porte-parole du ministère des affaires étrangères, Zhang Qiyue.

DES DIZAINES DE PERSONNES EMPRISONNÉES

Par ailleurs, quatorze ans après le massacre de Tiananmen, de nombreux Chinois restent emprisonnés pour leur participation au mouvement de 1989.

"Selon des résultats d'enquêtes que nous avons effectuées et des informations de Chinois proches du pouvoir, au moins 500 démocrates sont toujours en prison", selon Frank Lu, directeur du Centre d'information sur les droits de l'homme et la démocratie en Chine. Installé à Hongkong, le centre base cette estimation sur les indications d'un responsable de l'appareil judiciaire, extrapolant à partir de la situation dans sa province, en l'absence de toute statistique officielle.

De son côté, Amnesty International dispose d'informations sur "82 personnes toujours emprisonnées à la suite de procès expéditifs et inéquitables", selon un communiqué. Mais "de nouveaux cas continuent de faire surface, indiquant que le vrai chiffre est probablement beaucoup plus élevé", selon l'organisation basée à Londres.

Perù

Decine di migliaia di persone hanno dato vita ieri ad un’ondata di manifestazioni contro la politica economica del governo, nonostante lo stato d’emergenza proclamato la settimana scorsa dal presidente Alejandro Toledo. Solo a Lima sono stati almeno 20mila i peruviani scesi in piazza per partecipare alla mobilitazione convocata dalla Confederazione generale dei lavoratori del Perù (Cgtp), al grido di “Democrazia sì, dittatura no”. Hanno esortato Toledo ha bloccare la militarizzazione del Paese revocando lo stato d’emergenza ma soprattutto ad accogliere le richieste dei sindacati degli insegnanti, degli agricoltori, dei lavoratori della previdenza sociale e del settore giudiziario che invocano un aumento dei salari. “Restiamo insodisfatti per l’offerta del governo di concederci cento nuovi soles (circa 28 euro): vogliamo di più” ha ribadito il presidente del Sindacato unitario dei lavoratori dell’educazione (Sutep) Nilver Lopez, assicurando che l’astensione dal lavoro andrà avanti. Per oggi è prevista, tra l’altro, una nuova mobilitazione della Federazione nazionale degli studenti del Perù. Intanto il Congresso ha designato una commissione d’inchiesta incaricata di indagare sulle violenze di Puno, la località situata sulle sponde del lago Titicaca dove giovedì scorso uno studente è rimasto ucciso e decine di altri sono stati feriti in violenti scontri con la polizia. La decisione dell’assemblea segue una raccomandazione in tal senso formulata da una ‘delegazione di alto livello’ inviata domenica scorsa a Puno per ascoltare la versione dei fatti fornita dalle autorità locali e dagli universitari coinvolti nei disordini. Secondo gli studenti i morti sarebbero stati in realtà almeno quattro ma i cadaveri sarebbero stati “fatti sparire” dai militari.

Kenia

“Le gente non paga gli affitti e i proprietari assoldano dei ‘picchiatori’ per farli sloggiare. Ieri per la prima volta gli inquilini hanno reagito” così una fonte locale spiega alla MISNA gli antefatti delle violenze che hanno causato la morte di tredici persone e il ferimento di una decina in uno stabile di Nairobi. Martedì un centinaio di uomini ha iniziato a sgomberare con la forza degli abitanti abusivi da una palazzina nel quartiere di Mathare nord, una vasta zona che comprende baraccopoli insalubri ma anche case popolari costruite con il contributo del governo tedesco, oltre a piccoli complessi edilizi serviti di luce ed acqua. Proprio in uno di questi condomini ieri la situazione è degenerata in un violento scontro tra i ceffi mandati dai proprietari e gli inquilini morosi, che per la prima volta si sono organizzati per rispondere all’aggressione. Gli assalitori, infatti, sono stati presi di sorpresa e linciati dagli abitanti del palazzo, che, precedentemente armatisi con spranghe e coltelli, hanno chiuso le vie d’uscita. “Gli affitti sono molto alti e gli inquilini si rifiutano di pagare” continua la nostra fonte che di situazioni del genere ne ha viste molte ripetersi a Nairobi ma mai con un esito così drammatico. “Dopo ogni notizia di aggressione o sgombero forzato, l’amministrazione cittadina insiste col dire che le due controparti dovrebbero risolvere le loro questioni attraverso la vie legali; ma la legge in Kenya è lentissima. Un procedimento può durare diversi anni. Tra gli inquilini c’è anche chi approfitta di queste lentezze. Da parte loro i proprietari non vogliono calmierare gli affitti. In questa situazione, come spesso accade, la gente preferisce risolvere la questione da sé passando alla violenza”.

Italia

Bologna

Questa mattina, alle otto e mezza, Chourmo è stato sgomberato.

Questo spazio, condiviso da studenti di nove scuole superiori e quattordici facoltà universitarie, dottorandi, ricercatori è nato come uno spazio aperto, restituito alla città.

Lodo maccanico

L'Aula di Palazzo Madama ha approvato l'emendamento sulla sospensione dei processi per le cinque cariche istituzionali, presentato dalla Cdl al disegno di legge Boato sull'immunità parlamentare. I voti favorevoli sono stati 146 contro 101 contrari.

Nella giornata di oggi l'Assemblea dovrà concludere la votazione di tutti gli altri emendamenti, circa 500, presentati dall'opposizione. Domani mattina si terranno invece le dichiarazioni di voto e il voto finale sul provvedimento.

Il testo dell'emendamento

La Costituzione L'art. 90 della Carta costituzionale stabilisce che "il Presidente della Repubblica non e' responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri".

L'art. 96 prevede: "il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale".

Referendum

Tutti quelli che erano partiti con i comitati per il No, si sono adeguati alla linea del boicottaggio del referendum. Noi useremo tutte le nostre iniziative, anche scioperi e assemblee, in questi ultimi quindici giorni, perche' sia raggiunto il quorum e ci sia un esito positivo sul referendum, cui diamo grande impiortanza. Lo ha detto il segretario nazionale della Fiom Gianni Rinaldini, intervenuto oggi ad un incontro promosso presso la sede di Napoli della Cgil, dal titolo La battaglia per i diritti dei lavoratori ed il referendum per l' estinzione dell'art. 18. Presenti tra gli altri Maurizio Mascoli, segretario generale della Fiom Campania, Paolo Cagna Nicchi, presidente comitato per il Si, Michele Gravano segretario generale della Camera del Lavoro di Napoli ed Ersilia Salvato, sindaco di Castellammare di Stabia. La vittoria dei Si- ha aggiunto Rinaldini- puo' costituire un'inversione di marcia rispetto ad alcune scelte, che Governo e Confindustria stanno praticando e che sono quelle di uno sviluppo basato sulla riduzione dei diritti e delle tutele dei lavoratori.

Alitalia

trattativa in corso al ministero delle Infrastrutture, sulla vertenza degli assistenti di volo.

Sul fronte giudiziario, dopo la bufera di polemiche scatenata dall'astensione dal lavoro degli steward e delle hostess, una telefonata Roma-Civitavecchia ha annullato l'annunciato vertice tra la Procura di della capitale e quella della città del litorale laziale. Il reato più grave tra i vari configurati fino ad oggi sarebbe quello di interruzione di pubblico servizio, per il quale è competente Civitavecchia. La Procura di Roma, comunque, ha chiesto una relazione dettagliata ai carabinieri che dovrebbe essere consegnata in breve tempo. Non sono, invece, ancora giunti gli elenchi dei dipendenti che si sono astenuti dal lavoro. Il fascicolo aperto ieri dalla Procura della capitale e' ancora "contro ignoti".

Quanto ai medici che hanno firmato i certificati che autorizzavano l'astensione dal lavoro dei dipendenti dell' Alitalia per motivi di salute, secondo gli inquirenti e la Procura di Roma, il rilascio di un certificato a fronte di un malore o un problema di salute denunciato da una persona non può costituire reato.

Non è esclusa invece la contestazione dell'altro reato, il tentativo di truffa, che scatterebbe qualora nello stipendio percepito dai dipendenti venissero pagati anche i giorni di malattia.

G.R. ore 9,30

PALESTINA HAMAS, TREGUA POSSIBILE MA CON GARANZIE - Hamas e' pronta a fermare gli attentati contro Israele se avra' garanzie che l'esercito israeliano si ritirera' gradualmente dai territori palestinesi. E' stato Ismail Abu Shanab, esponente del Movimento di resistenza, a lanciare segnali positivi in un'intervista rilasciata alla televisione americana Abc alla vigilia del vertice di Aqaba tra il presidente americano George W. Bush, il premier israeliano Ariel Sharon e il primo ministro palestinese Abu Mazen. Alla domanda se Hamas sia pronta a non compiere piu' attacchi durante le trattative, Shanab ha risposto: "Assolutamente si'. Siamo pronti ad offrirlo in qualsiasi momento se vi fosse una garanzia che questi passi preliminari saranno parte di un ritiro completo o su vasta scala, e non il passo finale". Su questo, ha aggiunto, "vogliamo che gli Stati Uniti si facciano garanti di tutte queste cose, di un ritiro israeliano anche se dovesse essere graduale". Intanto: ABU MAZEN E’ A COLLOQUIO CON MUBARAK PRIMA DI PARTIRE - Il primo ministro palestinese Abu Mazen ha avuto stamane un colloquio di circa mezz'ora con il presidente egiziano Hosni Mubarak, prima di ripartire in aereo per Aqaba, dove incontrera' il presidente degli Stati Uniti, George Bush, ed il premier israeliano Ariel Sharon. A quanto si e' appreso, nel colloquio sono stati esaminati aspetti del vertice tenutosi ieri a Sharm tra Bush e cinque dirigenti arabi, incluso lo stesso Abbas. A margine dei colloqui di Sharm el Sheikh,, il primo ministro palestinese Abu Mazen ha criticato oggi la decisione americana di mettere da parte nella ricerca di soluzione del conflitto mediorientale il presidente dell' Autorita' nazionale palestinese Yasser Arafat con il quale ha detto di avere 'buone relazioni' e di 'cooperare'. Arafat non dovrebbe essere isolato e non dovrebbe essere trattato in questo modo. Rappresenta un simbolo per il popolo palestinese ed e' un Presidente democraticamente eletto, ha detto Abu Mazen in un' intervista alla rete televisiva americana Abc. Questa maniera di trattarlo e' inaccettabile, ha aggiunto il premier palestinese che ha spiegato di aver fatto notare cio' sia a 'diversi responsabili americani' sia agli israeliani. Abu Mazen ha aggiunto che il rapporto con Arafat e' normale e buono, e ciascuno di loro conosce i limiti del suo lavoro. Cooperiamo l' uno con l' altro e non ci sono problemi - ha detto ancora Abu Mazen - Lui e' il presidente eletto dall' Autorita' palestinese, il presidente ufficiale, ed io ho un ruolo complementare in seno all' esecutivo DA PARTE SUA BUSH E' ARRIVATO IN GIORDANIA PER IL SUMMIT DI AQABA per lo storico vertice a tre con i leader israeliano e palestinese che dovra' far decollare la 'roadmap', il piano di pace per il Medio Oriente. Bush -che e' al suo primo viaggio da presidente in Medio Oriente- e' giunto in Giordania, proveniente dall'Egitto dove ieri, al vertice di Sharm el-Sheikh, si e' guadagnato l'assenso dei Paesi arabi moderati al piano di pace messo a punto dai mediatori internazionali di Usa, Onu, Ue e Russia. Il primo appuntamento che lo attende e' quello con il padrone di casa, Re Abdullah di Giordania. Subito dopo, il presidente statunitense avra' colloqui separati con il premier israeliano, Ariel Sharon e il primo ministro palestinese, Abu Mazen. E solo al termine degli incontri bilaterali si terra' il previsto vertice a tre con tutti i protagonisti seduti attorno allo stesso tavolo.

GERUSALEMME AVRA' UN SINDACO ULTRAORTODOSSO = LUPOLIANSKI VINCE ELEZIONI LOCALI - Gerusalemme avra' un sindaco ultraortodosso. Le elezioni comunali sono state infatti vinte da Uri Lupolianski, che gia' svolgeva le funzioni di sindaco ad interim. Si e' votato anche ad Haifa, dove per la prima volta in 55 anni non vi sara' un sindaco laburista. A vincere e' stato l'ex laburista Yona Yahav, passato al partito laico Shinui. Il voto nelle due citta' si e' reso necessario dopo che i due sindaci, rispettivamente Ehud Olmert (Likud) e Amram Mitzna (partito laburista) sono stati eletti alla Knesset, il parlamento israeliano. Olmert e' oggi ministro dell'Industria e del Commercio nel governo Sharon, mentre Mitzna, che era diventato il leader laburista, si e' poi dimesso dall'incaric

SPAGNA Madrid, Scontro tra due treni in Spagna: 5 morti, 20 dispersi Almeno cinque persone sono morte, ma una ventina risultano ancora disperse per lo scontro di due treni avvenuto ieri sera in Spagna, nei pressi di Albacete. A quanto riferiscono le ferrovie spagnole lo scontro è avvenuto tra un treno merci e uno passeggeri. Le carrozze del treno passeggeri sono deragliate e si sono riversate accanto ai binari. A bordo c'erano circa 90 persone. (red

IRAQ Accusa britannica all'Iran: aiuta le milizie religiose sciite in Iraq. L'accusa è dell'inviato speciale del primo ministro britannico a Baghdad, John Sawers. La notizia è riportata sul sito Internet del quotidiano "Guardian". "Al momento è molto difficile tenere sotto controllo il traffico di persone e di beni alle frontiere - ha detto Sawers in un intervista - ma è chiaro che non viene fatto con intenti puramente umanitari". Sawers sostiene che l'Iran appoggia i Badr, un'unità armata del potente Supremo Consiglio per la rivoluzione islamica in Iraq. Il partito, e gran parte del corpo d'armata Badr, sono stati in esilio a Teheran per quasi tutto il tempo in cui Saddam Hussein ha governato l'Iraq. Nonostante la presenza di alcuni estremisti del clero sciita, pochi iracheni appoggiano una teocrazia di tipo iraniano. "Non è nell'interesse di nessuno in questo Paese", ha detto Sawers. Alle milizie religiose sciite, come alle altre milizie politiche, è stato chiesto di disarmare

Napoli, 08:33 Camion della nettezza urbana precipitato in un tunnel Un camion dell'azienda addetta alla raccolta dei rifiuti di Napoli è precipitato questa notte dal secondo livello del sottopassaggio dello stadio San Paolo prendendo fuoco e solo l'intervento di un carabiniere di passaggio ha salvato i tre addetti che si trovavano a bordo. L'autocompattatore ha sbandato, ha urtato il guardrail a destra, poi è sbandato a sinistra ed è finito di sotto. Il carabiniere che passava è riuscito a frenare e a estrarre i tre dalla cabina in fiamme. Tre auto che arrivavano hanno tamponato per evitare di finire nel rogo. (red)