GR ORE 9.30

Palestina

Il giorno dopo il vertice di Aqaba che ha riacceso le speranze di pace in Medio Oriente, il ministro della Difesa israeliano Shaul Moffaz ha riunito oggi tutti i suoi collaboratori e alti ufficiali delle forze armate, per discutere dello sgombero di avamposti illegali di insediamenti ebraici in Cisgiordania, nel rispetto dell'impegno preso dal premier Ariel Sharon con il presidente americano Bush e il premier palestinese Abu Mazen.

L'esercito comincerà le operazioni di sgombero già la settimana prossima e negli ambienti della Difesa, secondo la stampa israeliana, si temono attentati e resistenza armata degli estremisti di destra.

La radio pubblica, intanto, ha annunciato che il premier Sharon vedrà già tra alcuni giorni il collega palestinese Abu Mazen per discutere dei piani dell'Anp per costringere i gruppi militanti palestinesi a cessare la lotta armata e il terrorismo contro Israele.

Negli ambienti della destra israeliana, secondo il quotidiano Maariv, c'e'profonda delusione per il fatto che alla grande manifestazione di ieri sera a Gerusalemme contro la politica di pace del premier sia mancata all'appuntamento la destra laica. I 50mila manifestanti erano quasi tutti coloni religiosi: "Manca il popolo", "Ci sono solo coloni e cosi' non si ferma Sharon; ha polverizzato la destra laica" sono stati alcuni dei preoccupati commenti raccolti dalla stampa tra i partecipanti al raduno di massa.

I tre maggiori quotidiani israeliani hanno aperto oggi le prime pagine dedicate al vertice di ieri a Aqaba scegliendo gli stessi temi: la coesistenza di due Stati, palestinese e israeliano, la convinzione che ad Aqaba siano state gettate le fondamenta dello Stato palestinese.

"A Aqaba è stato fondato lo stato di Palestina" hanno scritto sullo Yedioth Ahronoth i suoi due inviati. Il titolo centrale è una citazione di una frase del presidente Usa George W. Bush: "Bisogna dividere la Terrasanta".

Titolo identico anche sul Maariv, sopra una grande fotografia di Bush con i primi ministri Ariel Sharon e Abu Mazen. Sotto la fotografia, pure a grandi caratteri, un frase di Sharon: "Tutto dipende da loro (i palestinesi)".

Russia

Un 'autobus dell'aeronautica militare russa trasportava nelle vicinanze di Mozdok, nella repubblica autonoma russa dell'Ossezia del nord (Caucaso), un gruppo di militari e di tecnici civili è esploso a causa di un ordigno: i morti sono almeno 15, secondo alcuni media russi che citano fonti dei comandi militari. Tra le vittime ci sarebbero 5 piloti russi.

L'esplosione dell'ordigno è avvenuta al transito del veicolo ad un passaggio a livello: a questo punto, secondo fonti della Difesa russa, è apparsa una donna che indossava un impermeabile abitualmente in dotazione al personale medico: si è avvicinata al bus e si è fatta esplodere. Fonti ufficiali russe riferiscono della morte sul colpo di 6 persone, mentre altre 9 sono decedute in ospedale. La strage poteva avere un bilancio peggiore: i passeggeri a bordo potevano essere una quarantina, fra personale militare e lavoratori impegnati a normale manutenzione nella base dell'aeronautica di Prokhladny. Secondo il ministro Boris Dzgoyev, su 23 persone a bordo 15 sono morte e due sono ricoverate in ospedale in gravi condizioni: non è chiaro, però, se questo primo bilancio includa la morte della donnaa.

A Mozdok si trova una base militare russa da dove si spostano numerosi reparti dislocati nella vicina Cecenia, lacerata da anni dalla guerriglia indipendentista.

Colombia

“L’atteggiamento dichiaratamente ostile di alcuni ufficiali agli sforzi di pace e la mancanza di garanzie di sicurezza ci hanno fatto decidere di sospendere il programma”: così i paramilitari del Blocco centrale Bolívar (Bcb) hanno annunciato di aver congelato a tempo indeterminato la smobilitazione di un centinaio di ‘bambini-soldato’ prevista entro questa settimana. In una nota, inviata all’alto commissario per la pace del governo colombiano, Luis Carlos Restrepo, i ‘paras’ del Bcb – fronte che riunisce 5.500 uomini – hanno detto di “essere stati costretti, contro la nostra volontà, a prendere questa decisione”. Hanno inoltre riferito che 15 giovani combattenti, inclusi nel gruppo che avrebbe dovuto essere consegnato alle autorità, sono stati catturati dall’esercito a El Bagre, nel dipartimento nordoccidentale di Antioquia. L’annuncio delle ‘autodifese’ del Bolívar è giunto a poche ore dalla notizia di un violento scontro tra due fronti rivali dei paramilitari proprio ad Antioquia, concluso con due morti e quattro dispersi. Carlos Castaño, leader delle Auc (Autodifese unite della Colombia) - principale formazione paramilitare colombiana – ha assicurato che le tensioni interne al movimento armato non influiranno sugli sforzi avviati nel dicembre scorso col governo di Bogotá per lanciare il processo di pace. Sta di fatto che il movimento armato è frammentato in diverse fazioni, delle quali almeno due si rifiutano di partecipare alle trattative con l’esecutivo.