ORE 19,30

IRAQ: PATTUGLIA USA ATTACCATA, BILANCIO CONTROVERSO

BAGHDAD - E' controverso il bilancio dell'attacco con esplosivo subito questa mattina nel quartiere di Amiriya di Baghdad, sulla stradache va all'aeroporto, da un convoglio composto da due veicoli blindati americani e due auto della compagnia elettrica irachena. Secondo un ufficiale americano, capitano Sean McWilliams, nell'esplosione sono rimasti feriti un numero imprecisato di soldati americani, mentre trai civili iracheni a bordo delle due auto irachene uno e' morto e un altro e' rimasto ferito. Secondo la tv satellitare del Qatar al Jazira, invece, nell'attacco sono morti anche due militari americani. Il Centcom, a sua volta, afferma che in un incidente legato a questo attacco - ossia capitato a militari americani che stavano andando in soccorso degli altri colpiti dall'esplosione - un marine e' morto e due sono rimasti feriti quando il veicolo a bordo del quale si trovavano si e' capovolto vicino Hilla (100 km a sud di Baghdad).

Iraq. Esplode un altro oleodotto, è il sesto in due settimane

Nuova esplosione in un oleodotto iracheno. Una conduttura vicino Al-Fatha, sul fiume Tigri è stata danneggiata all'alba di oggi. E' la sesta volta che accade in due settimane. Secondo Adal Al-Kazaz, generale della Compagnia petrolifera settentrionale irachena, è probabile che si tratti di un sabotaggio. L'oleodotto trasporta greggio alla raffineria di Baiji, 260 chilometri a nord di Baghdad.

Dispersi due soldati americani Si teme per la sorte di due soldati americani, membri della polizia militare, dispersi da ieri in Iraq. "Abbiamo ricevuto un rapporto sulla scomparsa di due soldati", ha detto il colonnello Guy Shields. Non è stato precisato a quale unità appartengano i due dispersi, nè il luogo e le circostanze della loro scomparsa. Shields non ha neppure detto se i due sona stati vittime di un attacco. "Stiamo cercando di verificarlo", ha risposto.

MO: TREGUA, HAMAS DECIDERA' 'NEI PROSSIMI GIORNI

Palestina: Ucciso un israeliano. Al Aqsa rivendica l'attentato

Un tecnico israeliano della compagnia telefonica Bezeq è stato ucciso stamane in un agguato nella cittadina arabo-israeliana di Bakha El-Gharbya. Le 'Brigate dei martiri di Al Aqsa' - la milizia palestinese vicina ad Al Fatah, il movimento di Yasser Arafat - hanno rivendicato l'agguato. Un altro tecnico è rimasto ferito e che l'attentatore, un quindicenne, è stato arrestato. Per il momento, non è stato precisato se il giovane attentatore sia un arabo-israeliano o un palestinese. Secondo una prima ricostruzione, l'attentatore avrebbe aperto il fuoco da distanza ravvicinata contro i due tecnici della compagnia telefonica israeliana, che stavano effettuando dei lavori di riparazione alla periferia di Bakha El Gharbya, a ridosso della 'linea verde' di demarcazione tra Israele e la Cisgiordania.

NIGERIA: OBASANJO: SINDACATO ILLEGALE SE NON REVOCA SCIOPERO

Ventiquattr’ore dopo che il Congresso del lavoro della Nigeria (Nlc), il più grande sindacato del Paese, ha proclamato uno sciopero generale a oltranza per il rincaro del prezzo del petrolio deciso dal governo, il presidente della Repubblica Olusegun Obasanjo ha minacciato di dichiarare illegale il movimento sindacale nel caso in cui i dirigenti del Nlc dovessero effettivamente dare seguito alle minacce e procedere con lo sciopero a oltranza. L’esecutivo ha precisato che l’organizzazione dei lavoratori non ha rispettato il termine di quattordici giorni previsti dalla legge per proclamare lo sciopero. Il portavoce del Nlc, Owei Lakemfa, ha risposto che “nessuno al mondo potrà impedirci di fare lo sciopero”, a meno che “il governo non decida di annullare l’aumento del prezzo del petrolio deciso lunedì”. Il Nlc ha lanciato ieri un vero e proprio ultimatum al governo, dando a Obasanjo tempo appunto fino a lunedì per revocare gli aumenti della benzina e del gasolio per autotrazione.C'è pericolo di scontri di piazza. Il governo nigeriano ha deciso di aumentare del 54 per cento il prezzo del petrolio per eliminare i sussidi all’industria petrolifera e mettere un freno al contrabbando di benzina nigeriana e di altri derivati verso i Paesi confinanti, nei quali il prezzo degli idrocarburi è molto più alto. La Nigeria è il più grande produttore africano di petrolio. Su una popolazione di 120 milioni di abitanti, il 70 per cento dei quali vive sotto la soglia di povertà. L’aumento deciso dal governo ha portato il prezzo della benzina a circa 27 centesimi di euro il litro, contro i 13 circa di prima. L’aumento, se considerabile quasi irrisorio in un Paese europeo, potrebbe avere conseguenze molto gravi per l’economia domestica di milioni di famiglie.

PHILIPPINES: SAMAR: MASSICCIO ATTACCO RIBELLI COMUNISTI CONTRO MILITARI

Quindici esponenti delle forze di sicurezza e un civile sono rimasti uccisi nell’attacco sferrato all’alba da circa 200 guerriglieri comunisti contro un distaccamento militare nelle Filippine centrali. Gli armati del Nuovo esercito del popolo (Npa) hanno aggredito il 52esimo battaglione di fanteria nei pressi della cittadina di Oras, nell’isola di Samar, circa 550 chilometri a sudest di Manila. Un portavoce dell’esercito ha spiegato che, dei morti, 10 erano soldati, mentre gli altri 5 erano componenti di una milizia civile locale, impegnata ad affiancare le truppe governative nella lotta alla guerriglia. Il civile ucciso era la moglie di un soldato recatasi a trovare il marito. Oltre ai deceduti, tra i militari figurano anche due feriti. Si è trattato del secondo, massiccio attacco lanciato dai ribelli nell’arco di una settimana. Domenica scorsa, infatti, un centinaio di armati del Npa aveva saccheggiato la piccola località di Quinapondan, sempre nell’isola di Samar, sequestrando armi da fuoco e ferendo il capo della polizia mentre tutti gli abitanti erano alla messa. Il Npa, braccio armato del Partito comunista delle Filippine, conduce dal 1969 una lotta armata in nome dell’ideologia maoista. I colloqui di pace tra il governo e la ribellione sono stati sospesi nel 2001, dopo che i comunisti hanno ucciso due parlamentari.

Liberia. Monrovia: 300 morti nei combattimenti

Circa 300 persone sono state uccise nei combattimenti tra ribelli e forze governative da martedì ad oggi a Monrovia e nei dintorni della città. Lo ha annunciato oggi il ministro della sanità liberiano Peter Coleman.

Ma non sono solo le pallottole a preoccupare. Colera a inedia stanno fiaccando la resistenza dei 200.000 sfollati che si sono ammassati nel quartiere delle ambasciate, nelle scuole, negli edifici abbandonati e nello stadio di calcio.

Intanto, da poche ore è riaperto l'aeroporto. Nella vicina Guinea sono pronti elicotteri delle Nazioni Unite per evacuare in poche ore i pochi stranieri rimasti nel Paese. L'ambasciatore britannico all'Onu, Jeremy Greenstock, ha chiesto agli Stati Uniti di inviare una forza di interposizione in quanto Paese di riferimento (fu il presidente Usa James Monroe nel 1921 a fondare la Liberia).

Italia

Continua lo sciopero della fame dei kurdi.Sit-in a piazza San Marco

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Presidio sotto la sede dell'Atesia. I lavoratori scioperano contro l'accordo fra Atesia e sindacati confederali sui contratti di lavoro

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ENERGIA: BLACK OUT, EMERGENZA ANCHE DOMANI

Il piano di interruzioni per il black out elettrico e' in corso in tutta Italia. Gli stop all'erogazione di elettricita' avvengono a macchia di leopardo e a rotazione su tutto il territorio nazionale e sono iniziate alle 9. In ambienti industriali si ritiene che il programma di stop possa terminare intorno alle 16,30.

ENERGIA: BLACK OUT ROMA, NON USATE GLI ASCENSORI APPELLO DI SINDACO E PREFETTO - Il prefetto Emilio Del Mese e il sindaco di Roma, Walter Veltroni, subito dopo l'inizio del primo black out hanno lanciato l' appello alla cittadinanza a non usare gli ascensori. Problemi potrebbero anche essere legati alle interruzioni improvvise dei computer. E' stata inoltre richiamata dalla prefettura l' attenzione delle persone che hanno in casa apparecchi elettromedicali non denunciati a non usarli nel periodo in cui potrebbe essere interrotta l' energia elettrica. L' Acea ha ricordato che l' ultimo allarme del genere, sfociato poi in una vera e propria interruzione di energia elettrica, risale al 1983.

ore 13.00

palestina

Il deputato palestinese Kadoura Fares, ha confermato che i due gruppi radicali palestinesi, Hamas e la Jihad islamica hanno raggiunto un accordo di base con Fatah per un cessate-il-fuoco di tre mesi. "Siamo già nella fase della stesura e spero che nelle prossime ore sarà completato", ha detto il parlamentare che fa parte della delegazione di Fatah inviata nei giorni scorsi dal leader di Tanzim, Marwan Barghouti a Damasco per incontrare il capo di Hamas Khaled Mashal. Fares ha dichiarato inoltre che prima del weekend la tregua dovrebbe essere annunciata formalmente. "L'Autorità palestinese ritiene che sia importante ottenere la tregua il più presto possibile e non dover aspettare", ha detto Fares all'Associated press. Ma mentre le organizzazioni palestinesi raggiungevano l'accordo per il cessate il fuoco, nella città cisgiordana di Hebron, truppe israeliane hanno fatto irruzione nell'abitazione di un presunto militante di Hamas sospettato di reclutare attentatori, di risposta a Gaza e in Cisgiordania, alcuni palestinesi hanno lanciato diverse granate e missili di fabbricazione artiginale contro un insediamento ebraico a Gaza e una comunità israeliana al confine con la Striscia di Gaza, danneggiando un seminario ebraico.

Un cittadino di Israele e' morto in seguito a un'aggressione a colpi di arma da fuoco di cui e' rimasto vittima nei pressi del villaggio di Baqa al-Gharbiya, situato a ridosso della cosiddetta 'linea verde' che segna il confine tra il territorio dello Stato ebraico e la Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti mediche israeliane.

I palestinesi hanno respinto oggi l'appello del presidente americano George Bush a smantellare l'infrastruttura di Hamas. Si tratta di un appello alla guerra civile che viene respinto dal popolo palestinese, dall'Autorita' Palestinese e dalle fazioni, non accadra' mai, ha commentato Ahmed Adel-Rahman, stretto collaboratore del presidente palestinese Yasser Arafat. Ieri Bush aveva commentato le notizie su una possibile tregua negli attacchi agli israeliani, affermando che per ottenere la pace bisogna smantellare organizzazioni come Hamas.

irak

Scontro a fuoco questa mattina in a Baghdad. Due soldati americani sono stati uccisi nella capitale irachena; ne da notizia la Tv araba Al-Jazeera che cita come fonti alcuni testimoni oculari. Secondo le prime indiscrezioni, due soldati americani sono stati uccisi nella zona di Imariya, nella capitale irachena, da una bomba a mano lanciata da alcuni iracheni. I militari statunitensi hanno immediatamente risposto al fuoco uccidendo uno degli iracheni. Lo scontro sarebbe avvenuto nei pressi di una moschea dove passa anche l'autostrada che attraversa la zona di Imariya a Baghdad.

Un annunciatore della rete panaraba ha letto ieri mattina un comunicato di un gruppo finora sconosciuto, i "Mujaheddin della setta vittoriosa", che chiede agli iracheni di tenersi a distanza dai "posti dove le forze americane sono schierate" e promette nuovi "attacchi dolorosi contro le forze d'occupazione in un prossimo futuro". Al Jazeera ha anche diffuso una videocassetta che mostra in particolare ciò che il giornalista ha presentato come un attacco contro veicoli militari americani rivendicato da un'ala del gruppo chiamata Brigata martiri Khattab. Nessuna indicazione sulla data o il bilancio di quest'attacco. Si tratterebbe della prima volta che un gruppo afferma di aver organizzato gli attacchi che hanno ucciso almeno 18 americani dalla fine dei combattimenti, il 1. marzo scorso. Ieri sera il Pentagono ha detto di non aver visto il reportage di Al Jazeera e non ha rilasciato dichiarazioni.

iran

"Se gli studenti arrestati durante le scorse settimane per le proteste avvenute a Teheran verranno giustiziati, allora io mi dimetterò". E' quanto avrebbe affermato il presidente iraniano Muhammad Khatami durante la riunione della sicurezza nazionale tenutasi ieri. Lo riporta il quotidiano arabo edito a Londra, Al-Sharq Al-Awsat, che cita fonti governative iraniane. "Ritornerò direttamente ai miei elettori - prosegue Khatami - e rassegnerò le mie dimissioni". Secondo il giornale arabo è iniziato uno scontro molto duro tra i liberali ed i conservatori circa la possibilità che alcuni studenti possano essere condannati a morte. Khatami ha ribadito che la libertà di manifestazione deve essere garantita in Iran. Parole che dovrebbero essere rassicuramti se non fosse Khatami lo stesso responsabile della violenta repressione attuata contro gli studenti di Teheran.

siria

Stanotte, reparti Usa hanno circondato il villaggio di Muger ad-Dib, un luogo sperduto, circa 80 km a sud ovest di Qaim, località di confine con la Siria. Dopo aver creato un cordone sanitario attorno al villaggio, gli americani hanno distrutto con i bulldozer cinque case, espellendone gli abitanti, che ora cercano di avvicinarsi alle macerie per recuperare almeno gli oggetti di valore. Si tratta delle stesse case che sono state bombardate sei giorni fa dalle forze di occupazione, uccidendo una giovane madre e la sua figlia neonata e ferendo numerose persone, adesso ricoverate all'ospedale di Qaim. Alle domande dei giornalisti circa il perché di questa aggressione nei confronti di un villaggio i cui abitanti vivono di allevamento di pecore, i militari non hanno dato alcuna spiegazione, minacciando i giornalisti che volevano riprendere i bulldozer in azione.

Intanto, il quotidiano New York Times scrive che potrebbe trattarsi di un'azione di contrasto nei confronti di contrabbandieri. Gli abitanti di Muger ad-Dib appartengono alla tribù degli Shamar che da secoli vive di allevamento di dromedari e di pecore, muovendosi liberamente tra il Monte Shamar, nel centro-nord dell'Arabia Saudita, a cui hanno dato il nome, attraverso il deserto siriaco, fino a Mosul, e si annoverano tra le grandi nazioni del popolo arabo. Nessun governo, dei tre Stati arabi sul cui territorio gli Shamar vivono, ha mai ostacolato il loro movimento o la loro attività di allevatori. In cambio, gli Shamar sono sempre stati leali nei confronti delle autorità saudite, siriane e irachene.

vertice USA - UE

Iraq, Medio Oriente, Corte Penale Internazionali: sono i principali pomi della discordia tra le due sponde dell'Atlantico, la cui persistenza ha offuscato il clima dell'annuale vertice tra Stati Uniti e Unione Europea, tenutosi oggi a Washington. Lo scontro, seppure dietro le quinte, si e' peraltro consumato anche su un ulteriore problema, solo in apparenza meno spinoso: quello degli organismi geneticamente modificati, gli Ogm; al cui impiego in agricoltura e nell'industria alimentare, caldeggiato dagli Usa, i Quindici continuano a opporsi con forza. Se il padrone di casa George W. Bush, pare dietro espressa richiesta degli ospiti, ha fatto ricorso in pubblico a un linguaggio meno aspro rispetto alle ocasioni piu' recenti, cercando anzi di buttarla sullo scherzo durante la colazione di lavoro; gli emissari comunitari non hanno esitato ad affrontarlo a muso duro, specie per quanto riguarda le reiterate accuse rivolte dal presidente americano all'Ue: di condannare in pratica le stremate popolazioni africane, con il suo ostinato ostracismo agli Ogm, alla morte per fame; nel Continente Nero si rinuncerebbe cioe' a coltivare vegetali dalla struttura genetica alterata, tipo mais o soia, nel timore di non poter poi accedere ai lucrosi mercati europei. "Una cosa e' non essere d'accordo sulla politica da seguire, un'altra e' servirsi della morte per inedia in Africa a simili scopi", ha seccamente ribattuto Pascal Lamy, eurocommissario con delega per il Commercio, durante la conferenza stampa congiunta con l'omologo statunitense, Robert Zoellick. "Mi spiace dover affermare che questa argomentazione noi non l'accettiamo". Al termine dei lavori il premier greco Costas Simitis, presidente semestrale di turno dell'Unione, a propria volta ha sottolineato: "La nostra opinione pubblica e' molto sensibile a tale questione, e alle sue preoccupazioni in materia noi dobbiamo fornire risposte". E' stata montata in proposito, ha quindi polemicamente osservato Simitis, una "atmosfera di crisi che nemmeno dovrebbe esistere". Quanto poi alle accuse profferte da Bush (che pero' questa volta si e' accontentato di prendere in giro gli ospiti a tavola: "Andamo a mangiarci un po' di buon cibo geneticamente modificato", li ha apostrofati, benche' sorridendo, stando a quanto ha poi raccontato il capo-portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer), Lamy e' stato tranciante: "Preferirei un telefono piuttosto che il megafono", ha osservato il collaboratore di Romano Prodi. A riprova dei toni anche roventi che il confronto sugli Ogm deve aver assunto, Zoellick si e' trincerato dietro alla propria assenza dalla riunione in cui la disputa e' riemersa; ma ammettendo che in tale occasione il collega europeo e il suo stesso presidente "ne hanno parlato", eccome.

salonicco - controvertice

Oggi il giudice di custodia [1] ha deciso che sette persone che sono state arrestate per le proteste al summit UE di Salonicco verranno tenute in carcere. Potrebbero passare anche 18 mesi prima che la corte si riunisca per la prima volta sul loro caso. E nel caso peggiore dovranno rimanere in arresto fino a quel momento. I loro avvocati faranno una richiesta di scarcerazione [2] non prima di un mese da adesso. L'eventualita' che questa abbia successo e' totalmente incerta.

Tra i sette arrestati ci sono : 3 greci, due di Atene e uno di Kosani 2 spagnoli, uno di Madrid e uno di Burgos 1 britannico 1 siriano Contro questi sono state formulate accuse gravi, come per esempio il possesso e/o l'uso di esplosivi, come cocktails molotov, l'incitamento e/o partecipazione a rivolta, resistenza ad autorita' governative, pesante disturbo della pace etc. . Le due persone, un italiano e un francese, verranno giudicate dalla corte del magistrato [3]. Non sono ancora state liberate, ma secondo gli avvocati ci si aspetta il loro rilascio in ogni caso.

Per tutta la mattinata, fino a 60 manifestanti hanno atteso di fronte alla corte, dopo aver appeso due manifesti in inglese e in spagnolo come segno della loro solidarieta' al lato opposto della strada. Quando la decisione della corte e' diventata pubblica, il clima s'e' fatto di riflesso piu' pesante.

Uno statunitenste, che era stato rilasciato ieri, e' stato arrestato un'ora dopo, quando voleva riavere il suo passaporto dalla polizia. Contro il suo volere ora verra' espatriato negli USA. In questo momento si trova in detenzione pre-espatrio.

fiat

Il consiglio di amministrazione della Fiat ha approvato il piano di rilancio presentato dall'amministratore delegato Giuseppe Morchio. Nel piano 2003-2006 di Fiat è previsto un taglio di costi di 3,1 miliardi di euro nel 2006 rispetto al 2002. Le misure adottate sul fronte degli assetti produttivi e su quello delle spese di struttura comporteranno tra il 2003 e il 2006 una riduzione degli organici del gruppo Fiat di circa 12.300 lavoratori di cui 9.500 all'estero e 2.800 in Italia. Il piano di riassetto della Fiat prevede la chiusura di 12 impianti "per la quasi totalità all'estero". Lo si legge nella nota emessa dopo il cda, secondo cui il riassetto riguarderà soprattutto Cnh, Iveco e componentistica.

GR ORE 9.30

Palestina

L'esercito israeliano ha distrutto la notte scorsa la casa di un militante di Hamas a Hebron, in Cisgiordania, afferma oggi un comunicato militare. "Le nostre forze hanno demolito questa notte a hebron la casa di Nader radwan Abdelhakim Abu Turki, un militante di Hamas che reclutava kamikaze e lui stesso implicato in diversi attenttati", indica la nota.

Dall'inizio del 2002, l'esercito israeliano ha raso al suolo con esplosivo, in Cisgiordania e nella Strisca di Gaza, oltre 200 case appartenenti a palestinesi implicati, secondo Israele, in attentati. Questa pratica è denunciata dalle organizzazioni umanitarie che la considerano una punizione collettiva.

L'esercito israeliano ha inoltre reso noto oggi che tre obici sono stati tirati, nella notte, contro Goush Katif, gruppo di colonie ebree della Striscia di Gaza, facendo danni ma nessuna vittima.

Fonti militari hanno inoltre detto che un'unità dell'esercito israeliano ha arrestato la notte scorsa a Nablus (nord della Cisgiordania) un complice dei due attivisti palestinesi catturati ieri nella città araba israeliana di Kfar Kassem mentre stavano preparando un attentato kamikaze con 10 kg di esplosivo.

Iraq

I militari statunitensi hanno immediatamente risposto al fuoco uccidendo uno degli iracheni. Lo scontro sarebbe avvenuto nei pressi di una moschea dove passa anche l'autostrada che attraversa la zona di Imariya a Baghdad.

Iraq due

Ieri notte, reparti Usa hanno circondato il villaggio di Muger ad-Dib, un luogo sperduto, circa 80 km a sud ovest di Qaim, località di confine con la Siria. Dopo aver creato un cordone sanitario attorno al villaggio, gli americani hanno distrutto con i bulldozer cinque case, espellendone gli abitanti, che ora cercano di avvicinarsi alle macerie per recuperare almeno gli oggetti di valore. Si tratta delle stesse case che sono state bombardate sei giorni fa dalle forze di occupazione, uccidendo una giovane madre e la sua figlia neonata e ferendo numerose persone, adesso ricoverate all'ospedale di Qaim. Alle domande dei giornalisti circa il perché di questa aggressione nei confronti di un villaggio i cui abitanti vivono di allevamento di pecore, i militari non hanno dato alcuna spiegazione, minacciando i giornalisti che volevano riprendere i bulldozer in azione.

Intanto, il quotidiano New York Times scrive che potrebbe trattarsi di un'azione di contrasto nei confronti di contrabbandieri. Gli abitanti di Muger ad-Dib appartengono alla tribù degli Shamar che da secoli vive di allevamento di dromedari e di pecore, muovendosi liberamente tra il Monte Shamar, nel centro-nord dell'Arabia Saudita, a cui hanno dato il nome, attraverso il deserto siriaco, fino a Mosul, e si annoverano tra le grandi nazioni del popolo arabo. Nessun governo, dei tre Stati arabi sul cui territorio gli Shamar vivono, ha mai ostacolato il loro movimento o la loro attività di allevatori. In cambio, gli Shamar sono sempre stati leali nei confronti delle autorità saudite, siriane e irachene

Brasile

Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha finalmente firmato questa settimana il decreto di omologazione delle terre indigene Wai Wai, Jacamim e Muriru, localizzate nello Stato di Roraima, nel nord del Brasile. Lula ha anche ratificato la demarcazione delle terre Badjoukôre nello Stato del Pará e Cuiu-Cuiu nello Stato di Amazonas. I territori in questione fanno parte delle 23 ‘aree prioritarie’ incluse nel documento che la Confederazione delle organizzazioni indigene dell’Amazzonia brasiliana (Coiab) e la Federazione delle organizzazioni indigene di Rio Negro (Foirn) hanno portato all’attenzione del presidente della Repubblica dall’inizio dell’anno. Finora Lula ne ha già omologate 22 ma ad attendere ancora il ‘semaforo verde’ del Palazzo del Planalto è Raposa/Serra do Sol, a Roraima, abitata da 15mila indios Macuxi, Wapixana, Ingaricó, Patamona e Taurepang che attendono dal 1998 il completamento dell'iter. I continui ritardi nell’apposizione della tanto agognata firma e la mancanza di rispetto dimostrata verso i popoli indigeni non hanno fatto altro che intensificare le azioni dei loro detrattori e delle autorità locali, contrarie a cedere le terre. Il Consiglio indigenista di Roraima (Cir) - che paradossalmente proprio nel dicembre scorso è stato insignito del ‘Premio nazionale per i diritti umani’ per aver condotto per anni la battaglia per la demarcazione, la conquista progressiva di spazi politici, la salute, l’educazione, l’alimentazione e l’autosostentamento dei popoli indigeni nei confronti dello Stato - auspica anche per Raposa/Serra do Sol una soluzione rapida.

Liberia

Alcuni razzi hanno raggiunto questa notte un edifico nei pressi dell’ambasciata americana a Monrovia uccidendo sette persone. Nella struttura, situata a circa 150 metri dai locali principali della rappresentanza statunitense, avevano trovato rifugio alcuni delle migliaia di sfollati che ormai riempiono la capitale della Liberia, mentre le truppe dei ribelli del Lurd (Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia) continuano la loro avanzata. Un funzionario dell’ambasciata americana ha precisato che nessun cittadino statunitense è rimasto ucciso. Già da diversi giorni, infatti, gli occidentali sono stati fatti evacuare da Monrovia. Tra le vittime di questa notte, che pensavano di aver trovato un luogo sicuro nei pressi della sede della missione diplomatica statunitense, ci sarebbero anche due cittadini locali che lavoravano per l’ambasciata. Nella serata di ieri il ministro delle difesa liberiano Daniel Chea ha dichiarato che combattimenti sono stati segnalati nella zona di Vai collegata al centro di Monrovia da due ponti. Si pensa che i combattenti potrebbero raggiungere il cuore della città nelle prossime ore

Algeria

Non migliora la situazione nel nord dell'Algeria, dove dall'inizio del mese un'altra impressionante serie di massacri, bombardamenti ed imboscate è costata la vita ad oltre 120 tra civili, forze governative ed estremisti islamici. Ieri, infatti, è stato rinvenuto il corpo di un uomo presso la località di Filfila (Skikda): secondo le autorità la vittima apparteneva ad un gruppo integralista, e sarebbe stato ucciso a causa di un "regolamento di conti" all'interno della formazione.

Inoltre, tre soldati sono rimasti gravemente feriti nella foresta di Mizrana, presso Tizgirt, quando la jeep su cui viaggiavano è saltata in aria su una mina; sempre nella zona, secondo fonti della stampa locale, proseguono pesanti bombardamenti dell'aviazione contro i ribelli del Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento (GSPC).

Nel fine settimana, stando alle dichiarazioni governative, sei membri di quest'ultima fazione sarebbero morti durante un'offensiva dell'esercito condotta nei dintorni di Garboussa (Relizane), mentre tra i soldati si registrerebbero due vittime e tre feriti; nella cittadina di Chekfa, presso Jijel, un "patriota" (componente dei gruppi locali di autodifesa) è stato assassinato in un'imboscata.

Purtroppo, la piaga dei massacri ha nuovamente colpito la popolazione, ancora vicino a Relizane: stavolta, ad essere attaccato da sospetti fondamentalisti è stato il villaggio isolato di Errata, e il bilancio è ancora una volta terribile: cinque morti, tutti componenti della stessa famiglia: padre, madre, e i figli dell'età di 4, 10 e 12 anni, mentre un'altra delle figlie sarebbe stata sequestrata. Secondo il quotidiano le Matin, i ribelli avrebbero inoltre installato un falso posto di blocco all'altezza di d'El Ancer, lungo la strada tra Jijel e Constantine: quattro le vittime, sempre tra i civili.

Florida

Un juge d'Orlando (Floride, sud-est) a imposé à une jeune handicapée mentale profonde, violée et enceinte, de mettre au monde l'enfant qu'elle porte, dans une affaire suivie au plus près par les mouvements pro et anti-avortement.La magistrate, Lawrence Kirkwood, a approuvé le plan présenté par le gardien légal de la jeune femme, récemment nommé, qui avait soutenu que mener cette grossesse à terme était dans le meilleur intérêt de la future mère, âgée de 22 ans et enceinte de six mois. Les médecins donnent un âge mental d'un an à cette femme, identifiée par les initiales JDS. Cette décision contraste avec celle prise le mois dernier par un juge de Miami dans une affaire similaire. Il avait autorisé une handicapée mentale profonde de 27 ans, elle aussi violée et enceinte, à avorter.Ces deux cas avaient fait grand bruit lorsque le gouverneur de la Floride, Jeb Bush, le frère du président George W. Bush avait ordonné aux autorités de donner à la jeune JDS un gardien légal.Récemment le juge Kirkwood avait rejeté la requête d'une femme qui entendait devenir le gardien légal du foetus de JDS, et qui a depuis fait appel.Cette demande avait suscité une vive controverse et soulevé des points juridiques délicats, tant la Cour suprême fédérale américaine que celle de Floride n'ayant jamais reconnu aux foetus le statut d'êtres vivants.Les associations défendant le droit à la vie s'étaient félicitées de la position prise par le gouverneur, tandis que l'Union pour les libertés civiles américaines (ACLU) avait au contraire introduit un recours pour faire casser l'ordre donné par Jeb Bush.

gror030626 (last edited 2008-06-26 09:56:55 by anonymous)