GR ORE 19.30

palestina

Il processo di pace in Medio Oriente ad una svolta. Dopo aver lasciato il nord della striscia di Gaza, l’esercito israeliano si ritira anche da Betlemme, in Cisgiordania.

Nel pomeriggio le truppe israeliane hanno lasciato la città e la zona limitrofa cedendo il posto alla polizia palestinese. Sarà questa adesso a garantire la sicurezza della città, come previsto dalla Road Map.

Polizia palestinese in Piazza della Mangiatoia La conferma del ripiegamento israeliano si è avuta nel pomeriggio quando una reparto di agenti palestinesi ha attraversato la Piazza della Mangiatoia accolto dagli applausi della popolazione.

Gli agenti indossavano le nuove divise: un look nuovo per tagliare definitivamente i legami con il passato. Ma gli agenti hanno denunciato una carenza di attrezzature adeguate: "Avevamo 56 automobili e ora ne abbiamo solo quattro, perché l'esercito israeliano ha distrutto o confiscato la gran parte dei nostri veicoli durante l'invasione di Betlemme nell'aprile del 2002"

Palestina

La direzione palestinese ha condannato l'autorizzazione data dalle autorita' israeliane a visite in gruppo di israeliani e di turisti stranieri sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. In un comunicato diffuso in serata dall'agenzia ufficiale palestinese Wafa, la direzione palestinese mette in guardia contro il rischio che tale decisione fa gravare sui Luoghi santi cristiani e musulmani. Chiediamo alla comunita' internazionale di far cessare queste azioni provocatorie, che rischiano di causare un' esplosione (di violenza), afferma la direzione palestinese, che raggruppa il governo dell'Anp e il comitato esecutivo dell' Organizzazione per la liberazione della Palestina (Ceolp). Il comunicato mette in guardia in particolare contro la presenza, sulla Spianata delle Moschee (Monte del Tempio per gli ebrei), di gruppi estremisti israeliani. A Ramallah (Cisgiordania), il presidente dell'Anp Yasser Arafat ha espresso indignazione. E' un complotto. Non c'e' nessun turista, sono piuttosto estremisti che vogliono violare questa santa Moschea, ha detto ai giornalisti. Un avvertimento e' giunto anche dal movimento di resistenza islamico Hamas, con un comunicato fatto pervenire all'Afp a Beirut. Mettiamo in guardia il nemico sionista contro le conseguenze di tali atti, che consideriamo come un oltraggio e un'aggressione contro i nostri Luoghi santi, afferma Hamas, invitando gli abitanti di Al Quds (Gerusalemme) a opporsi a queste visite e a difendere la Moschea di Al Aqsa con tutti i mezzi. L'appello e' rivolto anche all'Anp e ai Paesi arabi e islamici, che Hamas esorta ad agire rapidamente per contrastare questo progetto. Lunedi', i mezzi di informazione israeliani avevano annunciato che, per la prima volta dall'inizio della Nuova Intifada (28 settembre 2000), una ventina di gruppi di israeliani e di turisti stranieri erano stati autorizzati nelle ultime settimane a recarsi sulla Spianata delle Moschee. Ieri, un portavoce della polizia israeliana ha annunciato che tali visite continueranno. La Spianata delle Moschee si trova nel luogo dove sorgeva il Tempio di re Salomone, distrutto dai Romani nel 70 d.C., di cui resta, alla base, quello che e' venerato dagli ebrei come il Muro del pianto.

iraq

"Vogliamo rimanere in Iraq a lungo per aiutare il popolo iracheno, stabilire un governo rappresentativo e ripristinare una accettabile attività sociale ed economica per la popolazione irachena". Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri britannico Jack Straw prima di lasciare la città di Bassora, nel sud del paese, dove si è recato per incontrare gli ufficiali e le truppe della Gran Bretagna impegnate nella zona. Ieri, da Washington, anche il presidente degli Stati Uniti George W. Bush aveva dichiarato che i gruppi di combattenti fedeli a Saddam Hussein, "credono di aver trovato modo di ferire l'America, far crollare la nostra determinazione nella guerra contro il terrorismo e obbligarci a lasciare l'Iraq, prima che la sua libertà sia interamente ristabilita", ma, ha proseguito l'inquilino della Casa Bianca, "hanno torto e non ci riusciranno". "Chi minaccia l'ordine e la stabilità di questo Paese conoscerà sicuramente la distruzione, come il regime che ha servito". Sempre ieri il presidente Bush aveva dichiarato che gli attacchi contro le truppe americane erano stati messi in preventivo, perché i seguaci di Saddam non hanno alcuna intenzione di fermarsi nel loro tentativo di tornare al potere. Ma ha assicurato che, nonostante il moltiplicarsi degli attentati contro le forze angloamericane, in Iraq "non ci sarà un ritorno della tirannia". "Hanno attaccato le forze di coalizione e tentano di intimidire i cittadini americani." Circa 230.000 americani sono attualmente impegnati in Iraq e nella regione. "In quanto comandante in capo, assicuro loro che resisteremo nell'offensiva contro il nemico. E tutti quelli che ci attaccano incontreranno una forza diretta e decisiva" ha aggiunto Bush. Proprio ieri un nuovo sondaggio aveva evidenziato la diminuizione del numero degli americani convinti del successo statunitense in Iraq: solo il 56% degli intervistati crede che le operazioni militari stiano procedendo al meglio. Il mese scorso erano il 70%. Anche una delegazione di nove senatori americani, durante un viaggio di tre giorni in Iraq, ha espresso ieri la propria fiducia nella missione Usa sottolineando però la permanenza di fattori di rischio. "La coalizione delle truppe per la pace non si tirerà mai indietro fino a quando la libertà non avrà definitivamente preso il posto della tirannia di Saddam Hussein e del suo regime" ha dichiarato John Warner, un repubblicano della Virginia che presiede la Commissione dei Servizi di Sicurezza Armati del Senato. Il senatore Carl Levin, rappresentante democratico della stessa commissione, ha invitato il governo degli Stati Uniti ad unirsi alle altre nazioni nella ricostruzione dell'Iraq. "Dobbiamo avere la pazienza per stare in prima linea" ha commentato. Gli attacchi di questi giorni sono opera, secondo le autorità americane, di membri del partito Baath e di ex miliziani, i cosiddetti fedayin di Saddam. Una sessantina di soldati americani hanno perso la vita in Iraq dal primo maggio, quando George Bush ha dichiarato ufficialmente terminata la fase cruciale del conflitto. Nella guerra contro Saddam sono morti 203 americani, di cui 139 caduti sotto il fuoco nemico, dall'inizio di marzo.

Armi di distruzione di massa america

Per la prima volta dall'inizio della guerra in Iraq, negli Stati Uniti una netta maggioranza dell'opinione pubblica e' convinta che sulle presunte armi di sterminio in possesso del vecchio regime di Saddam Hussein, principale motivazione addotta per giustificare l'intervento militare, l'amministrazione di George W. Bush abbia o "forzato la verita'" oppure, piu' semplicemente, raccontato bugie belle e buone. E' quanto emerge da un sondaggio condotto a livello nazionale da esperti demoscopici dell'Universita' del Maryland, secondo cui il 52 per cento del campione ritiene che Bush e i suoi collaboratori non abbiano proprio fatto "affermazioni false", ma comunque si siano discostati dalla realta' delle cose, alterandola. Un altro 10 per cento propende invece per la tesi delle menzogne: i rappresentanti del governo americano, nell'informnare il Congresso, i connazionali e la comunita' internazionale sui supposti arsenali chimnici, batteriologici e nucleari di Saddam avrebbero "presentato prove che sapevano perfettamente essere false": a tale proposito viene in mente l'intervento davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, poco prima dell'attacco, da parte del segretario di Stato, Colin Powell, che tante polemiche scateno' all'epoca.

Armi di distruzione di massa inghilterra

Il premier britannico Tony Blair è sempre più pressato dalle critiche interne riguardo alle presunte menzogne del governo nel motivare le ragioni dell'invasione dell'Iraq. Secondo l'accusa, qualcuno del suo staff o del suo governo modificò i rapporti dei servizi segreti sulle armi di distruzione di massa irachene per renderli più impressionanti, al fine di condizionare l'opinione pubblica. "Se qualcuno ha in mano qualche prova la mostri", ha attaccato oggi Blair in Parlamento. "Credo che prima di lanciare accuse così pesanti sia necessario avere in mano qualche prova". Il suo principale accusatore in parlamento è diventato il leader liberal-democratico Charles Kennendy. Questi ha anche accusato il governo di non avere un'unica strategia di difesa, perché il ministro degli Esteri, Jack Straw, ha dichiarato che la falsa notizia secondo la quale Saddam Hussein era in grado di lanciare un attacco chimico o biologico in meno di 45 minuti non era presente nel primo rapporto sull'Iraq presentato al pubblico, mentre il responsabile delle relazioni esterne del governo, Alastair Campbell, ha smentito. "Ci può il primo ministro spiegare una volta per tutte qual è la versione corretta degli eventi?", ha chiesto Kennedy. Blair ha così risposto: "Nella prima versione presentata dal Comitato unificato per i servizi segreti la notizia dei 45 minuti era presente. Ma il sospetto secondo il quale questa informazione venne inserita da qualcuno del numero 10 di Downing Street (l'ufficio del premier, ndr) o da qualche ministro è totalmente errata. L'informazione venne inserita direttamente dai servizi segreti lo scorso settembre".

I problemi non vengono solo dalla guerra in Iraq e dal mancato ritrovamento delle armi di distruzione di massa per il premier britannico Tony Blair; anche i sindacati, cioè l'ala più a sinistra del suo partito, finora tenuti a bada dall'onda lunga del "New Labour", cominciano a rialzare la testa nel generale clima di scontento. Blair avrebbe voltato la schiena ai tradizionali valori di classe dei lavoratori britannici e avrebbe favorito, con la sua azione di governo, l'allargamento del divario tra ricchi e poveri. E' la critica rivolta al premier laburista britannico da Tony Woodley, recentemente rieletto segretario generale del Sindacato dei lavoratori nel settore dei trasporti (il 'Transport and General Workers Union'). Secondo Woodley, che parlava ai delegati del Congresso annuale del sindacato, Blair avrebbe abbandonato i suoi principi socialisti venendo meno ai suoi doveri di tutela dei lavoratori meno protetti. Il Partito laburista si sarebbe collocato quindi su una posizione più orientata al centro per catturare i voti dei ceti medi.

La cour d'appel ordonne la remise en liberté de Maryam Radjavi

La cour d'appel de Paris a ordonné mercredi la remise en liberté sous caution préalable de Maryam Radjavi, l'épouse du dirigeant de l'Organisation des Moudjahidine du peuple iranien (OMPI) Massoud Radjavi, écrouée depuis le 22 juin à Paris, a annoncé son avocat Me Henri Leclerc.Mme Radjavi devra s'acquitter d'une caution de 80.000 euros pour retrouver la liberté, a précisé l'avocat.La cour d'appel a également ordonné la remise en liberté des huit autres membres de l'OMPI encore écroués, dont une qui devra également s'acquitter d'une caution préalable.

Manifestazione pro iran

"La segreteria della Cgil intende aderire alla manifestazione promossa dal giornale 'Il Riformista' per esprimere il proprio sostegno agli obiettivi e alle iniziative degli studenti iraniani, che chiedono all'attuale Governo democrazia e libertà". Lo afferma in una nota che specifica: "Intendiamo farlo stabilendo una netta continuità tra il nostro impegno per la pace, contro la guerra, di questi mesi e la solidarietà e l'attiva partecipazione all'attuale fase della battaglia per il processo di democratizzazione dell'Iran, attraversato da profonde contraddizioni tra le forze conservatrici e quelle che sostengono un effettivo cambiamento del Paese". "Per questa ragione - prosegue la nota della segreteria della Cgil - riteniamo sconcertanti speciose argomentazioni, portate da alcuni sottoscrittori dell'appello del Riformista, che tendono a contrapporre l'autenticità democratica di questa iniziativa all'ampia ed estesa mobilitazione per la pace di cui si adombra invece un carattere strumentale e fazioso. Sono infatti quegli stessi valori, di rispetto del diritto alla vita, di libertà di ogni popolo nel costruire e nello scegliere il proprio futuro, che hanno animato il nostro impegno contro la guerra e che animano oggi il nostro sostegno all'affermazione piena della democrazia e dei diritti politici in Iran"

Bovè

Colombia

“Nessuno avrebbe pensato alla sospensione degli aiuti ora, mentre stiamo ottenendo i massimi risultati della storia sia nella distruzione delle coltivazioni illegali che nei sequestri di cocaina”. Così il ministro della difesa colombiano Martha Lucía Ramírez ha commentato alla stampa locale la decisione degli Stati Uniti di congelare gli aiuti militari alla Colombia, per il momento decisa a non voler sottoscrivere un’intesa con la Casa Bianca per esentare i militari Usa da eventuali processi presso il Tribunale penale internazionale (Tpi). Ramírez ha precisato che la disposizione di Washington - che colpisce in tutto una cinquantina di Paesi di diversi continenti - non avrà effetti immediati per il Paese sudamericano ma rischia di bloccare 130 milioni di dollari di aiuti previsti per l’anno fiscale 2004. Dei 98 milioni di dollari stanziati nel bilancio del Dipartimento di Stato per il finanziamento militare straniero del 2003, infatti, 93 sono già stati versati al governo di Bogotá. Una fetta di questa somma è stata peraltro destinata al finanziamento delle operazioni della Brigata XVIII dell’esercito nel dipartimento nordorientale di Arauca, al confine col Venezuela, dispiegata a protezione dell’oleodotto di Caño Limón-Covenas, primo impianto della compagnia statunitense 'Occidental Petroleum Company' (Oxy) in America Latina.

venezuela

Il presidente venezuelano Hugo Chavez ha lanciato un programma contro l’anafabetismo destinato a circa un milione e mezzo di cittadini, per lo più delle classi meno abbienti. In un messagio radiotelevisivo alla nazione il capo dello Stato ha presentato il piano - denominato ‘Missione Robinson’ – precisando che oltre 330mila venezuelani si sarebbero già iscritti ai corsi. Il programma, che beneficerà del sostegno di esperti dell’Avana, “non ha nulla a che vedere con la politica” ha sottolineato Chavez. “Cuba non ci farà pagare neanche un centesimo”, ha aggiunto il presidente rivolto ai settori che lo accusano di voler portare in Venezuela il ‘Castro-comunismo’. Il presidente dell'Istituto nazionale di cooperazione educativa (Ince) e coordinatore del programma, Eliezer Otaiza, ha spiegato che oltre 9mila locali, dotati di materiale didattico, biblioteche e videoteche, sono stati allestiti in tutto il Paese per ospitare le lezioni. Otaiza ha rilevato che "il programma è basato sull'esperienza dei piani cubani per l'alfabetizzazione, che hanno ottenuto il riconoscimento dell'Unesco”.

Rainbow Warrior : Greenpeace multiplie les manifestations contre l'Espagne

Greenpeace a multiplié mercredi les manifestations un peu partout dans le monde pour réclamer à l'Espagne la libération du navire amiral de l'association, le Rainbow Warrior, a annoncé le directeur de la section française de l'association écologiste Bruno Rebelle.Selon M. Rebelle, des militants de Greenpeace ont manifesté ou s'apprêtaient à le faire devant les ambassades d'Espagne à Ankara, Bruxelles, Buenos Aires, Londres, Moscou et Stockholm. Des manifestations étaient également prévues devant d'autres symboles de la présence espagnole, à Mexico et en Italie.La préfecture de police à Paris a confirmé mercredi après-midi que 20 militants de l'association écologiste avaient manifesté dans la matinée devant l'ambassade d'Espagne.Le Rainbow Warrior est retenu depuis le 13 juin à Valence (côte est de l'Espagne). Il avait été arraisonné par la garde civile parce qu'il tentait d'empêcher l'entrée dans ce port espagnol d'un navire transportant du bois tropical en provenance du Cameroun.Greenpeace entendait ainsi dénoncer les coupes de bois illégales dans les forêts anciennes.Les autorités espagnoles demandent une caution de 300.000 euros pour laisser partir le bateau.

Migranti, australia

Un centro di detenzione da tempo inutilizzato si prepara a entrare in funzione nella remota isola australiana di Christmas nell'Oceano indiano, 1800 km dalla costa nordest del continente, per accogliere i 54 richiedenti asilo vietnamiti intercettati ieri sera a bordo di una carretta del mare a soli tre chilometri da Port Hedland. E' la prima ad entrare in acque australiane dal 2001, quando il governo conservatore ha imposto dure misure anti-immigrazione. I richiedenti asilo, tra i quali otto bambini e un bebe', sono stati fermati dalla polizia doganale e saranno trasportati da una fregata della marina nella lontana isola, dove giungeranno nei prossimi giorni. Il governo ha stabilito che nessun arrivo non autorizzato di imbarcazioni raggiunga la costa del continente. A Christmas Island sono in preparazione strutture adeguate per il loro alloggio e per l'esame delle domande di asilo, ha dichiarato un portavoce della dogana. Se i richiedenti asilo avessero raggiunto il continente, avrebbero avuto accesso alle procedure dei tribunali australiani, che invece secondo le recenti leggi sono negate ai boat people detenuti sotto la 'Pacific Solution' nelle isole minori australiane o in stati-isola come Nauru. Ma secondo le organizzazioni per i rifugiati, le persone a bordo avrebbero dovuto avere accesso ai tribunali del paese perche' erano entrate in acque australiane, e la decisione solleva quindi nuove preoccupazioni sulla politica di detenzione obbligatoria. Intanto il ministro dell'Immigrazione Phillip Ruddock ha annunciato un indagine per spiegare come il peschereccio sia arrivato cosi' vicino alla costa senza essere individuato. Secondo Ruddock pero' si e' trattato di un tentativo isolato, che non sembra organizzato da contrabbandieri di uomini e quindi non e' parte di una nuova ondata di boat people. Continuano intanto le proteste contro la detenzione a tempo indefinito di minori nei campi per richiedenti asilo, nell'entroterra del continente o in isole del Pacifico, dopo che il tribunale di famiglia l'ha dichiarata illegale un paio di settimane fa. Ieri hanno protestato i presidenti e dirigenti delle 22 missioni di Amnesty International in Asia, dall'India al Giappone, dalle Filippine al Pakistan. Hanno sfilato fino alla residenza del primo ministro John Howard a Sydney, e hanno consegnato una lettera in cui chiedono il rilascio immediato dei minori, affermando che il trattamento riservato ai richiedenti asilo ha macchiato la reputazione dell'Australia come nazione illuminata nel campo dei diritti umani.

Ogm

Italia

presidenza ue

Al primo giorno di presidenza italiana sono già scintille. Dopo la protesta iniziale dei Verdi, il cerimoniale scorre tranquillo durante i discorsi ufficiali. Poi dopo gli interventi in aula, Silvio Berlusconi replica alle critiche. E scoppia invece il putiferio. Ai contestatori dice "siete turisti della democrazia". Le parole che scatenano la bagarre sono quelle riservate al capodelegazione della Spd tedesca, Martin Schulz. "In Italia stanno preparando un film sui campi di concentramento nazisti, la proporrò per il ruolo di kapò" dice Berlusconi rivolto all'esponente socialdemocratico. Il commento di Berlusconi provoca immediate reazioni di protesta sui banchi delle Sinistre. La tensione sale altissima.

Il presidente del Parlamento Cox a fatica seda mugugni e proteste e ridà la parola al capogruppo socialista europeo Enrique Baron che chiede al premier italiano di "ritirare le parole" che ha rivolto a Schulz. Viene concessa di nuovo la parola a Schulkz che lancia il contrattacco. "Il rispetto delle vittime del fascismo e del nazismo mi impediscono di commentare le sue parole. Mi chiedo se chi è capace di dire certe cose, può essere in grado di svolgere una funzione pubblica. Mi sembra difficile accettare che un presidente del consiglio risponda in questi termini non appena viene criticato". La breve replica di Shultz viene accolta con un lungo applauso. Berlusconi può chiudere la questione ma non appena gli viene concessa la facoltà di intervenire, ribadisce le accuse: "Il signor Shultz mi ha offeso gravemente sul piano personale, gesticolando e su un tono davvero non ammissibile: io l'ho detto con ironia, se non capite l'ironia mi dispiace". A fine seduta il presidente Cox, non avendo ottenuto il risultato di chiudere in aula la questione, porge le scuse al deputato tedesco per le accuse ricevute e si dice dispiaciuto per il tono assunto dal dibattito.

Decreto immobili

Il Governo è stato battuto durante la discussione davanti all'Aula della Camera sul Dl per la vendita degli immobili pubblici. E' stato infatti approvato un emendamento di Rifondazione Comunista su cui relatore e Governo avevano dato parere contrario. L'emendamento, in sostanza che nelle vendite di immobili pubblici "ai conduttori che acquistano a mezzo mandato collettivo unità immobiliari a uso residenziale che rappresentano almeno il 50% delle unità residenziali complessive dell'immobile al netto di quelle libere e di quelle per le quali è stato esercitato l'acquisto dell'usufrutto, è riconosciuto un ulteriore abbattimento di prezzo del 15%". In sostanza si è introdotto un ampliamento degli sconti in favore degli inquilini che acquistano nel caso siano 'consorziati'. A questo punto il Governo deve decidere se proseguire nell'esame del provvedimento o se farlo decadere, anche perché la norma, secondo Giorgio Benvenuto, capogruppo Ds alla commissione Finanze della Camera, "è applicabile a tutte le cartolarizzazioni" e quindi bloccherebbe anche l'operazione Scip 2 che è già in fase avanzata di attuazione

lavoro

Domani i lavoratori edili lombardi terranno un presidio davanti alla Regione Lombardia, per dire basta al 'bollettino di guerra' delle morti sul lavoro, che sono state, nei primi mesi dell'anno, ben 26 nella sola Lombardia. Le analisi tranquillizzanti sulle presunte diminuzioni del fenomeno che emergono nei convegni promossi dalle Associazioni padronali di categoria -polemizzano con una nota Cgil-Cisl e Uil- sono fortemente stridenti con queste drammatiche cifre, clamorosamente smentite dalla tragica realta. Il 38% degli infortuni sul lavoro in Italia interessano il settore delle costruzioni, molti incidenti non vengono denunciati perche' i lavoratori sono irregolari o in piccolissime realta'. L'Italia e' il paese con la percentuale di infortuni, soprattutto nel settore edilizia, piu' alta di tutta l'Europa: il 3,3% di infortuni su 100 mila lavoratori, contro il 2,7% della media europea Quella di domani -assicurano i sindacati- e' solo una prima iniziativa per rispondere all'impennata degli infortuni mortali. In settembre i i delegati regionali alla sicurezza e i rappresentanti territoriali, definiranno una piattaforma di sicurezza regionale che dovra' diventare oggetto di confronto con Regione e Associazioni padronali del settore.

baraldini

Silvia Baraldini, la cultura forcaiola e' sempre dura a morire. E' quanto dichiara Stefano Anastasia, presidente dell' associazione Antigone, secondo il quale il question time voluto da An, addirittura in diretta televisiva, sulla vicenda di Silvia Baraldini e' assolutamente fuori luogo. Manca assolutamente di rispetto per la persona e sembra solo essere motivata dalla voglia di sbattere il mostro in prima pagina, secondo una cultura forcaiola dura a morire. Tutti hanno diritto di lavorare, anche chi e' in esecuzione penale. La Baraldini ha vissuto diciassette anni di duro carcere di isolamento negli Stati Uniti. Qui in Italia ha sofferto gravissimi problemi di salute. Intestardirsi contro la Baraldini significa continuare, a spregio dei diritti umani, a volere negare ogni garanzia e ogni diritto minimo a chi ha gia' sofferto una lunga pena detentiva. D' altronde la Corte Costituzionale - sottolinea Anastasia - ha gia' spiegato in modo chiaro che i diritti fondamentali non sono comprimibili, per nessuno, e fra i diritti fondamentali vi sono quello alla salute, quello al lavoro e quello alla risocializzazione

Palinsesto rai

G.R. 9,30

IRAQ DA LONDRA, Il generale americano Barry McCaffrey - veterano della Guerra del Golfo del 1991, - ha avvertito che le truppe Usa potrebbero essere costrette a rimanere in Iraq per il prossimo decennio. Lo ha detto in un'intervista trasmessa in serata dalla televisione Bbc, sottolineando inoltre che i prossimi 12 mesi saranno molto duri. Dovremo affrontare un anno di ambiente molto complesso, pericoloso, violento, ha dichiarato il generale, andato in pensione nel 1996. Abbiamo tre enormi, bellicose fazioni, i curdi, gli sciiti, i sunniti, ha aggiunto. McCaffrey. A suo avviso, le truppe americane, con rinforzi internazionali, possono reggere a un simile impegno nel breve periodo, ma avere due/terzi delle Forze armate dispiegate in Iraq, Afghanistan e Corea del sud non e' una situazione sostenibile a lungo termine. Bisogna costruire una polizia irachena e un nuovo esercito iracheno, che siano in grado per conto loro di mantenere la sicurezza, ha proseguito il generale. McCaffrey ha inoltre insisito sulla necessita' che al popolo americano sia detta la verita'. Penso vi sia stato qualche discorso che non ha aiutato. Dobbiamo essere franchi con il popolo americano e con le Forze armate Usa.

PALESTINA A Betlemme avverra' nel pomeriggio il passaggio delle consegne tra Esercito d'Israele e forze dell'Autorita' Nazionale Palestinese, con conseguente ritiro delle truppe di occupazione israeliane dalla citta' autonoma della Cisgiordania. Lo ha precisato la radio militare israeliana, secondo cui sul campo si dispiegheranno subito agenti della sicurezza palestinese in uniforme e dotati di armi di ordinanza; quanto agli israeliani, nessun ripiegamento vero e proprio in quanto da settimane a Betlemme gia' non c'era piu' una presenza costante e predeterminate di soldati e mezzi blindati.

AFGHANISTAN KABUL, 2 LUG - Un uomo e' rimasto ucciso oggi alla periferia di Kabul quando l'esplosivo che portava legato al suo corpo e' esploso, ha detto oggi la polizia. L'esplosione si e' verificata poco prima della mezzanotte di ieri, martei' primo luglio, a circa tre km da una base usata da soldati Usa e francesi per addestrare militari afghani. Egli aveva materiale esplosivo attaccato al corpo, ma non sappiamo quale fossero le sue intenzioni, ha affermato il capo della polizia di Kabul Basir Salangi. Quattro soldati tedeschi della forza di interposizione sono stati uccisi il 7 giugno in un attacco suicida con autobomba a Kabul. Le autorita' afghane attribuiscono la responsabilita' di questo come di altri attacchi al governo e alle truppe internazionali a irriducibili del regime dei taleban che ancora sono nascosti nel paese, ai loro alleati di al Qaida, e ai combattenti leali dall'ex signore della guerra Gulbuddin Hekmatyar che, tutti, non vogliano soldati stranieri in territorio afghano

PENA DI MORTE/ USA , OMICIDA GIUSTIZIATO IN OKLAHOMA Aveva assassinato quattro persone McAlester (Oklahoma), 2 lug. - Un uomo di 31 anni, Lewis Eugene Gilbert, è stato giustiziato mediante iniezione letale nel carcere di McAlester nell'Oklahoma. Era stato condannato a morte per l'assassinio di una donna nove anni fa. Aveva ricevuto una seconda condanna a morte per l'uccisione di una coppia di coniugi, ed aveva confessato un quarto omicidio, per il quale non era ancora stato processato.

CECENIA MOSCA, 2 LUG - Centotrentuno ribelli ceceni si sono arresi per poter beneficiare dell'Amnistia entrata in vigore all'inizio di giugno nella repubblica caucasica, mentre va avanti il sanguinoso conflitto che nelle ultime ore ha reclamato la vita di almeno 25 uomini da entrambe le parti. Secondo il ministero dell'interno ceceno colloqui sarebbero in corso con un gruppo di altri 60 guerriglieri in vista di una possibile resa e si ritiene possibile che entro la scadenza dell'amnistia a settembre avranno lasciato le armi in tutto 600 uomini. Secondo Mosca le forze indipendentiste conterebbero su non piu' di 2.000-3.000 uomini ma secondo calcoli indipendenti questa cifra sarebbe piu' vicina ai 4.000-5.000. La guerriglia ha respinto l'amnistia - che esclude i vertici politici e militari indipendentisti a cominciare dal presidente eletto Aslan Maskhadov - come un trucco per ottenere cio' che i russi non sono riusciti a fare con le armi dei loro 80.000 uomini di stanza in Cecenia, cioe' la rinuncia all'indipendenza in cambio di un'ampia autonomia. Il presidente dell'amministrazione cecena filorussa Akhmad Kadyrov ha avuto colloqui in questi giorni con esponti di alto livello al Cremlino per negoziare un accordo sulla promessa autonomia. Secondo fonti ufficiali non si esclude che alla Cecenia possa essere concessa un'autonomia piu' vasta di quella di cui godono altre repubbliche. La guerra intanto continua, sia pure a bassa intensita', con l'uccisione tra lunedi e martedi di almeno 15 ribelli in varie parti del Paese, Continuano intanto, secondo i ribelli, i bombardamenti aerei russi lanciati nelle scorse settimane soprattutto contro le basi della guerriglia sulle montagne.

ROMA, OPERAIO URTATO DA GRU IN CANTIERE EDILE