===ORE 19.30===

Gasparri

E’ partita questa mattina nel'aula di palazzo Madama la corsa contro il tempo per il ddl Gasparri sul sistema radiotelevisivo. L'obiettivo del ministro di An è chiudere la partita del Senato entro metà luglio per incassare il via libero definitivo alla Camera prima della pausa estiva. Ma sul provvedimento gravano 4000 emendamenti delle opposizioni - Ulivo e Prc - secondo le quali il ddl non servirebbe che a rafforzare la posizione dominante di Mediaset. Critiche al ddl anche dal sito della Bbc, che in una corrispondenza da Roma scrive che le nuove norme "aiuterebbero Berlusconi ad aggiungere dei canali radio ai suoi interessi editoriali e televisivi". E di qualche minuto fa è la notizia dello slittamento di un giorno, dal 16 al 17 luglio, il voto finale del Senato sul ddl Gasparri. Gli emendamenti presentati hanno raggiunto quota 5.400. La Conferenza dei capigruppo ha messo a punto un calendario a tappe forzate per giungere all'approvazione della legge giovedi' 17 luglio. Sono previste sette sedute che saranno dedicate interamente all'esame del ddl, a partire da questo pomeriggio. Camera: proroga sfratti, seduta sospesa Seduta sospesa alla Camera dopo che il governo e' stato battuto quattro volte su altrettanti emendamenti al decreto 'milleproroghe', che riguarda tra le altre cose le proroghe agli sfratti. La sospensione e' stata chiesta dal capogruppo di Forza Italia Vito. 'Nessun caso politico. Niente che tocchi il governo' ha commentato Bonaiuti, portavoce del Presidente del Consiglio.

Immigrazione. Gli fu negato asilo in Italia, sarebbe morto nelle carceri siriane.

Oggi, il quotidiano L'Unità dà notizia della morte di Mohammad Sahri, nelle carceri siriane, a seguito di torture. A Sahri, insieme alla propria famiglia era stato negato dalle autorità italiane l'asilo politico in Italia. Nell'atto si ricostruisce la vicenda di Mohammad Sahri, giunto il 23 settembre 2002 all'aeroporto di Malpensa insieme alla sua famiglia composta dalla moglie e quattro figli. L'uomo era condannato a morte in Siria in quanto facente parte dell'organizzazione illegale 'Fratelli Musulmani', i cui membri sono oggetto, secondo i rapporti di Amnesty International, di torture da parte del regime siriano. Sahri e la sua famiglia chiesero immediatamente lo status di rifugiati all'Italia, ma furono posti in stato di arresto dalla polizia di frontiera; il 28 novembre furono riportati in Siria. Il governo italiano, tramite il ministro degli Interni, spiegò che il siriano e la famiglia non hanno chiesto asilo politico e che quindi andava applicata la legge Bossi-Fini; i legali della famiglia denunciarono il governo alla Corte europea di Strasburgo per i diritti umani in quanto la Siria è un paese in cui è praticata la pena di morte a cui Sahri era già stato condannato, e quindi vi era il rischio che le autorità siriane procedessero all'esecuzione. E così e stato. Anche grazie alla legge Bossi-Fini Sahri è morto nelle carceri israeliane in seguito a torture.

Sudan Un aereo sudanese è precipitato subito dopo il decollo dall'aeroporto di Port Sudan. Sono morti 105 passeggeri e 11 uomini d'equipaggio.Un bambino di nove mesi è l'unico sopravvissuto allo schianto e non una bambina di due anni come le prime notizie avevano detto. Le condizioni del bimbo sono abbastanza gravi anche se la sua vita non sembra in pericolo. L'aereo precipitato è un Boeing 737 in servizio sulle linee interne, diretto verso la capitale, Khartoum. Secondo il direttore della Sudan Airways, Ahmed Ismail Zuwary, subito dopo il decollo il comandante ha segnalato difficoltà "ma il destino è stato più veloce". Il velivolo è precipitato in una zona deserta presso lo scalo di Porto Sudan, sul Mar Rosso. Funzionari del governo sudanese hanno detto che sul posto si sono recati soccorritori e personale addetto alle indagini. Il portavoce del governo Salah Alì Ahmed ha detto alla televisione di stato che il bambino sopravvissuto si trova in ospedale in buone condizioni. Ha aggiunto che l'aereo è caduto a circa cinque chilometri di distanza dall'aeroporto. Per il ministro degli esteri sudanese l'embargo Usa al Sudan e' la causa di questo incidente aereo. 'L'incidente e' stato provocato dalla mancanza di pezzi di ricambio',che non possono arrivare a causa dell'embargo contro il Sudan accusato di aiutare il terrorismo,ha detto Osman Ismail precisando che il Boeing non era stato revisionato da 'cinque o sei anni' per la mancanza di pezzi di ricambio.

Iraq La Casa Bianca ha ammesso che il discorso sullo Stato dell'Unione pronunciato dal presidente Bush il gennaio scorso, prima del conflitto in Iraq, non era corretto nella parte in cui si accusava Saddam Hussein di aver tentato di acquistare grossi quantitativi di uranio in Africa. L'accusa al raìs di tentare di sviluppare armi nucleari è stato uno dei motivi addotti per giustificare l'intervento militare. Nel suo discorso, Bush aveva detto che il governo britannico era venuto a conoscenza di un tentativo da parte di Saddam di procurarsi uranio attraverso la Nigeria. Ma in seguito si è scoperto che il documento su cui si basava l'affermazione era un falso. Anche il primo ministro britannico Tony Blair ha subìto pesanti critiche per lo stesso motivo. In una dichiarazione diffusa ieri, il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer, ha ammesso che l'affermazione di Bush non era corretta I militari Usa che presero possesso dell'aeroporto di Baghdad durante la conquista dell'Iraq si sono date a sacheggi, danneggiamenti e atti di vandalismo. L'accusa è di Abdel Hakim alHassan, direttore del "duty free shop" dell'aviostazione. El-Hassan ha detto che al suo ritorno nell'aeroporto, ha visto i negozi saccheggiati, bottiglie di liquori vuote dappertutto, gioilli e oggetti preziosi mancanti, e atti di vandalismo ovunque. Danneggiati e saccheggiati anche gli aerei fermi sulle piste. I portavoce militari Usa non hanno voluto commentare le accuse. L'accesso dei giornalisti all'aerostazione per verificare le accuse irachene è stato negato. Le accuse, peraltro, sono state ribadite da altri testimoni. Aziz Hussein, steward della Iraqi Airways, ha ribadito che i "jumbo" della compagnia sono stati vandalizzati e saccheggiati. I militari accampati presso l'aeroporto si "servivano" liberamente di quanto era presente nell'aviostazione. Accuse di saccheggio ai militari Usa sono state levate anche dai cittadini nelle cui case viene fatta irruzione alla ricerca di sostenitori di Saddam Hussein.

Iraq. Blair ammette: decisi io l'intervento, prima del voto del Parlamento. L'ONU era paralizzata dai veti

E' vero, la decisione è stata presa prima del voto del Parlamento, a Downing Street. Davanti ad una commissione della Camera dei Comuni, il premier britannico Tony Blair spiega che la partecipazione del Regno Unito alla guerra lanciata dagli Stati Uniti contro l'Iraq di Saddam Hussein fu decisa da lui "qualche giorno prima" che sulla questione, il 18 marzo scorso, si pronunciasse il Parlamento con un voto che mise a dura prova il governo laburista.

"Decisi che non avremmo comunque potuto evitare un conflitto alcuni giorni prima del voto del 18 marzo - ammette Blair - perché per allora era ormai ovvio che non saremmmo stati in grado di ottenere una seconda risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in cui si impartisse un ultimatum a Saddam". A Palazzo di Vetro, infatti, Francia, Germania e Russia continuavano a minacciare il 'no' in Consiglio di Sicurezza. "Una volta che altri Paesi ebbero messo in chiaro di non essere disposti ad appoggare una risoluzione contenente un ultimatum - racconta Blair -tutto ciò che avremmo conseguito sarebbe stata un'ulteriore condanna di Saddam medesimo, e un accordo per discutere ancora delle faccenda. Ciò però non era abbastanza".

Israele, attentato kamikaze rompe la tregua.La Jihad Islamica di Jenin rivendica l'attentato ma il comando centrale dell'organizzazione nega

Primo attentato suicida in Israele dopo la tregua firmata il 29 giugno. Un kamikaze si è fatto esplodere all'interno di un appartamento, provocando anche la morte di una donna di 65 anni. La Jihad Islamica di Jenin ha rivendicato l'atto terroristico con un volantino inviato per fax alle agenzie di stampa internazionali. Subito dopo è arrivata la smentita del comando della Jihad nella Striscia di Gaza: la tregua, dicono i militanti, non è in discussione. Ma resta grave il fatto che Jihad Islamica sia tra i gruppi firmatari del cessate il fuoco. Abu Mazen ha cancellato l'incontro previsto per domani con il premier israeliano Ariel Sharon: il suo portavoce ha parlato di "crisi interna". L'attacco, hanno detto i terroristi di Jenin, è stato deciso per chiedere la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi, compresi i membri di Jihad e Hamas, esclusi dalla lista dei 350 che Israele è pronto a rilasciare. L'attentato è avvenuto ieri notte a Kfar Yabetz, un paese a nord est di Tel Aviv, sulla cosiddetta "linea verde", il confine tra Israele e Cisgiordania. Il giovane attentatore, Ahmad Yahya, 22 anni, originario di un villaggio vicino Jenin, è morto nello scoppio, provocando anche il ferimento lieve di tre bambini, nipoti della donna uccisa. In un primo momento si era pensato allo scoppio di una bombola a gas. Apparentemente singolari le modalità: la polizia riteneva improbabile che un attentatore si fosse fatto eplodere in un luogo così isolato. Si interrompe così il cessate-il-fuoco di tre mesi concordato tra il governo italiano e Hamas, Jihad Islamica e Al Fatah. La tregua è indispensabile per l'avvio della Road Map, il processo di pace stilato da Stati Uniti, Unione Europea, Russia e Onu. L'ultimo attacco suicida, rivendicato dalla Jihad Islamica, risale al 19 giugno: il kamikaze si era fatto saltare in aria in un ristorante di Beit Shan, nel nord di Isralele, uccidendone il proprietario.

Iran

Un raduno di membri della maggiore organizzazione riformista studentesca iraniana, l'Ufficio per il consolidamento dell'unita' (Ocu), e' stato organizzato davanti alla sede dell'Onu a Teheran per domani, quarto anniversario di una rivolta studentesca che nel 1999 porto' ai piu' gravi scontri di piazza dalla rivoluzione del 1979. Lo ha detto oggi all'Ansa Arash Pahlavan, dirigente dell'organizzazione. Le autorita' non hanno invece concesso per domani alcuna autorizzazione a manifestare nelle Universita', come era avvenuto negli anni scorsi. Un permesso, scrivono i giornali, era stato accordato soltanto ieri pomeriggio per la giornata di oggi. Ma non credo - ha detto Pahlavan - che alcuna formazione studentesca accetti di tenere raduni oggi. Questa autorizzazione, concessa soltanto con 16 ore di anticipo, puo' rendere gli studenti delusi nei confronti del sistema e anche delle organizzazioni affiliate al presidente Mohammad Khatami. Ad annunciare sui quotidiani di oggi la concessione dell'autorizzazione e' stato infatti Gholamreza Zarifian, vice ministro della Scienza e dell'Universita', e quindi membro dell'esecutivo guidato da Khatami

Colombia

Nel corso di incessanti scontri tra i guerriglieri di sinistra ed i paramilitari di destra, che divampano ormai da cinque giorni nel nordest della Colombia per il controllo delle piantagioni di coca, vi sono stati almeno 30 morti, addirittura fino a 200 per alcune fonti giornalistiche. Il portavoce della Difesa del Popolo, Dario Mejia, ha detto che una commissione dell'organismo ha raggiunto la zona, di difficile accesso, dove ha constatato appunto almeno 30 vittime. Secondo fonti giornalistiche, tra i morti non vi sarebbero solo guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) e dell'Esercito di Liberazione Nazionale (Eln) e dei paramilitari, ma anche numerosi contadini delle piantagioni.

Nigeria

I sindacati nigeriani hanno annunciato che sospenderanno lo sciopero generale, che andava avanti da una settimana, dopo aver raggiunto un accordo con il governo teso a ridurre il prezzo della benzina. Con un comunicato, diffuso al termine di una riunione durata tutta la notte, i leader del Nigeria Labour Congress (Ncl) hanno dichiarato che sospendono la protesta per alleviare le sofferenze che la gente comune ha dovuto affrontare in questi giorni. Considerati i sacrifici e le rinunce che i nigeriani hanno dovuto fare, il comitato centrale dei lavorati ha il dovere di sospendere l'azione di sciopero - si legge nel comunicato - dal momento che e' riuscito a costringere il governo federale a fare marcia indietro e ridurre il prezzo della benzina da 40 a 34 naira al litro.

Africa

E’ atteso per stamattina alle 7:00 l’arrivo del presidente degli Stati Uniti Gorge W. Bush a Dakar, prima tappa di un viaggio che lo porterà nel corso di cinque giorni in altrettanti Paesi africani (dopo il Senegal, in Sudafrica, Botswana, Uganda e Nigeria). Racconta una fonte della MISNA, raggiunta telefonicamente nella capitale senegalese: “I giornali, in particolar modo quelli dell’opposizione, titolano: ‘Dakar è in stato d’assedio’. In realtà, però, non si vede in giro molta polizia più del solito, anche se oggi la città sarà completamente bloccata dalle 5:00 del mattino fino alla fine della visita di Bush, che dovrebbe protrarsi almeno fino a metà pomeriggio”. C’è molta attesa per il discorso che il capo di Stato Usa dovrebbe pronunciare a Gorée, l’isola sulla quale venivano ammassati gli schiavi catturati dai negrieri per essere spediti nel 'nuovo mondo'. “I giornali locali – dice la fonte della MISNA – hanno parlato, a proposito di questo discorso, di un’operazione di ‘marketing politico’ verso i neri americani in vista delle elezioni politiche dell’anno prossimo negli Stati Uniti. Gorée, insomma, almeno a sentire l’opposizione senegalese, è soltanto un simbolo che gli Usa e il capo di Stato locale, Abdoulaye Wade, hanno deciso di utilizzare in modo strumentale ai loro interessi”. L’opposizione al governo di Wade – in carica dall’1 aprile 2000 – ha inscenato ieri una manifestazione di piazza per protestare contro la politica dell’intervento preventivo adottata a livello internazionale dall’amministrazione Usa e contro i due veri scopi della visita di Bush in Senegal: “Il primo consiste nell’installare una postazione militare Usa nel Senegal”, spiega il nostro interlocutore. “Il secondo riguarda invece la richiesta d’impunità per i soldati statunitensi di fronte alla Corte penale internazionale”. I cittadini di Dakar, tuttavia, sembrano più preoccupati da questioni pratiche che non dai disegni politici dell’amministrazione Bush e del presidente Wade, il cui consenso sta scendendo in modo consistente. “L’attuale capo di Stato senegalese – conclude la fonte della MISNA - si era presentato con un programma ambizioso di rilancio economico del Paese. Invece, nella campagne è esplosa la crisi alimentare mentre Wade è costantemente impegnato all’estero nel tentativo di dare lustro a un governo che in patria cigola. Gli abitanti di Dakar, insomma, sembrano più pensare a questo, e a come poter fare ad andare al lavoro tra poche ore, con le strade e le autostrade chiuse, che non alle ragioni politiche che hanno spinto Bush fino in Senegal”.

Reazioni all’arrivo di Bush anche in Zimbabwe

Sono iniziate in Zimbabwe le annunciate pressioni sul presidente statunitense George W. Bush da parte del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), il principale partito d’opposizione del Paese africano. Nelle prime ore del pomeriggio, infatti, un esiguo gruppo di simpatizzanti del partito è sceso in piazza nella capitale Harare, chiedendo al presidente Rober Mugabe di abbandonare il suo incarico. Il netto crollo dell’economia, la mancanza degli investimenti stranieri, la carenza di cibo e carburante, insieme ad un altissimo tasso di inflazione, sono le accuse che il Mdc rivolge al presidente Mugabe. I manifestanti hanno indirizzato il loro malcontento anche al presidente Usa, perché dia seguito alle dichiarazioni con cui nei giorni scorsi aveva chiesto l’intervento del capo di Stato sudafricano Thabo Mbeki nel favorire l’allontanamento di Mugabe. La polizia è intervenuta contro gli oppositori del presidente costringendoli a sciogliere il corteo, ma non si sono verificati scontri.

===ore 13.00=== Italia

Gasparri

Parte questa mattina nel'aula di palazzo Madama la corsa contro il tempo per il ddl Gasparri sul sistema radiotelevisivo. L'obiettivo del ministro di An è chiudere la partita del Senato entro metà luglio per incassare il via libero definitivo alla Camera prima della pausa estiva. Ma sul provvedimento gravano 4000 emendamenti delle opposizioni - Ulivo e Prc - secondo le quali il ddl non servirebbe che a rafforzare la posizione dominante di Mediaset. Critiche al ddl anche dal sito della Bbc, che in una corrispondenza da Roma scrive che le nuove norme "aiuterebbero Berlusconi ad aggiungere dei canali radio ai suoi interessi editoriali e televisivi". Questa mattina davanti a palazzo Madama è prevista la protesta di girotondi e Cgil

Francia, scioperi

Oggi i lavoratori dello spettacolo francesi incrociano le braccia. A nulla è valso l'estremo tentativo del ministro della Cultura, Jean-Jacques Aillagon, di trovare un accordo sul sistema pensionistico e assicurativo con l'Unedic, il principale sindacato del settore. Anche perché, come sostiene il quotidiano francese Liberation, il ministro non ha voluto rinunciare a un accordo sindacale raggiunto alla fine di giugno e sconfessato dell'insieme del settore culturale, artisti, sindacalisti, direttori di festival. Questi hanno inutilmente chiesto a Aillagon di stracciare l'accordo, ma il ministro ha risposto di esere solo disposto a posticipare la sua entrata in vigore: nel 2004 e 2005. Lo sciopero in realtà riguarda più i precari dello spettacolo, quelli cioè che guadagnano meno e non possono permettersi costose assicurazioni private. Ma i francesi per il 67 per cento sono dalla loro parte, e i lavoratori dello spettacolo sembrano marciare compatti. Intanto, lo sciopero sta producendo una serie di effetti a cascata su tutti i principali eventi culturali estivi in Francia. Alcuni esempi: il festival di Aix-en-Provence ha annullato una parte degli spettacoli ieri e ne annullerà altri oggi il festival di Avignone, che comincia ufficialmente questa mattina, ha già cancellato il cartellone di questa sera; i cineasti hanno chiesto a tutti i lavoratori delle sale cinematografiche di oscurare gli schermi per un giorno; annullata la prima settimana del festival cinematografico all'aperto di La Villette; cancellati anche i primi giorni di cartellone del festival di Carhaix

Sudan

Un aereo sudanese è precipitato subito dopo il decollo dall'aeroporto di Port Sudan. Sono morti 105 passeggeri e 11 uomini d'equipaggio. E' sopravvissuto soltanto un bambino. Lo ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale del Sudan

L'aereo precipitato è un Boeing 737 in servizio sulle linee interne, diretto verso la capitale, Khartoum. Secondo il direttore della Sudan Airways, Ahmed Ismail Zuwary, subito dopo il decollo il comandante ha segnalato difficoltà "ma il destino è stato più veloce". Il velivolo è precipitato in una zona deserta presso lo scalo di Porto Sudan, sul Mar Rosso. Funzionari del governo sudanese hanno detto che sul posto si sono recati soccorritori e personale addetto alle indagini. Il portavoce del governo Salah Alì Ahmed ha detto alla televisione di stato che il bambino sopravvissuto si trova in ospedale in buone condizioni. Ha aggiunto che l'aereo è caduto a circa cinque chilometri di distanza dall'aeroporto. Non è ancora noto se a bordo vi fossero stranieri.

Iraq

La Casa Bianca ha ammesso che il discorso sullo Stato dell'Unione pronunciato dal presidente Bush il gennaio scorso, prima del conflitto in Iraq, non era corretto nella parte in cui si accusava Saddam Hussein di aver tentato di acquistare grossi quantitativi di uranio in Africa. L'accusa al raìs di tentare di sviluppare armi nucleari è stato uno dei motivi addotti per giustificare l'intervento militare. Nel suo discorso, Bush aveva detto che il governo britannico era venuto a conoscenza di un tentativo da parte di Saddam di procurarsi uranio attraverso la Nigeria. Ma in seguito si è scoperto che il documento su cui si basava l'affermazione era un falso. Anche il primo ministro britannico Tony Blair ha subìto pesanti critiche per lo stesso motivo. In una dichiarazione diffusa ieri, il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer, ha ammesso che l'affermazione di Bush non era corretta

I militari Usa che presero possesso dell'aeroporto di Baghdad durante la conquista dell'Iraq si sono date a sacheggi, danneggiamenti e atti di vandalismo. L'accusa è di Abdel Hakim alHassan, direttore del "duty free shop" dell'aviostazione. El-Hassan ha detto che al suo ritorno nell'aeroporto, ha visto i negozi saccheggiati, bottiglie di liquori vuote dappertutto, gioilli e oggetti preziosi mancanti, e atti di vandalismo ovunque. Danneggiati e saccheggiati anche gli aerei fermi sulle piste. I portavoce militari Usa non hanno voluto commentare le accuse. L'accesso dei giornalisti all'aerostazione per verificare le accuse irachene è stato negato. Le accuse, peraltro, sono state ribadite da altri testimoni. Aziz Hussein, steward della Iraqi Airways, ha ribadito che i "jumbo" della compagnia sono stati vandalizzati e saccheggiati. I militari accampati presso l'aeroporto si "servivano" liberamente di quanto era presente nell'aviostazione. Accuse di saccheggio ai militari Usa sono state levate anche dai cittadini nelle cui case viene fatta irruzione alla ricerca di sostenitori di Saddam Hussein

Iran

Un raduno di membri della maggiore organizzazione riformista studentesca iraniana, l'Ufficio per il consolidamento dell'unita' (Ocu), e' stato organizzato davanti alla sede dell'Onu a Teheran per domani, quarto anniversario di una rivolta studentesca che nel 1999 porto' ai piu' gravi scontri di piazza dalla rivoluzione del 1979. Lo ha detto oggi all'Ansa Arash Pahlavan, dirigente dell'organizzazione. Le autorita' non hanno invece concesso per domani alcuna autorizzazione a manifestare nelle Universita', come era avvenuto negli anni scorsi. Un permesso, scrivono i giornali, era stato accordato soltanto ieri pomeriggio per la giornata di oggi. Ma non credo - ha detto Pahlavan - che alcuna formazione studentesca accetti di tenere raduni oggi. Questa autorizzazione, concessa soltanto con 16 ore di anticipo, puo' rendere gli studenti delusi nei confronti del sistema e anche delle organizzazioni affiliate al presidente Mohammad Khatami. Ad annunciare sui quotidiani di oggi la concessione dell'autorizzazione e' stato infatti Gholamreza Zarifian, vice ministro della Scienza e dell'Universita', e quindi membro dell'esecutivo guidato da Khatami C0olombia

Nel corso di incessanti scontri tra i guerriglieri di sinistra ed i paramilitari di destra, che divampano ormai da cinque giorni nel nordest della Colombia per il controllo delle piantagioni di coca, vi sono stati almeno 30 morti, addirittura fino a 200 per alcune fonti giornalistiche. Il portavoce della Difesa del Popolo, Dario Mejia, ha detto che una commissione dell'organismo ha raggiunto la zona, di difficile accesso, dove ha constatato appunto almeno 30 vittime. Secondo fonti giornalistiche, tra i morti non vi sarebbero solo guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) e dell'Esercito di Liberazione Nazionale (Eln) e dei paramilitari, ma anche numerosi contadini delle piantagioni.

Nigeria

I sindacati nigeriani hanno annunciato che sospenderanno lo sciopero generale, che andava avanti da una settimana, dopo aver raggiunto un accordo con il governo teso a ridurre il prezzo della benzina. Con un comunicato, diffuso al termine di una riunione durata tutta la notte, i leader del Nigeria Labour Congress (Ncl) hanno dichiarato che sospendono la protesta per alleviare le sofferenze che la gente comune ha dovuto affrontare in questi giorni. Considerati i sacrifici e le rinunce che i nigeriani hanno dovuto fare, il comitato centrale dei lavorati ha il dovere di sospendere l'azione di sciopero - si legge nel comunicato - dal momento che e' riuscito a costringere il governo federale a fare marcia indietro e ridurre il prezzo della benzina da 40 a 34 naira al litro.

Africa

E’ atteso per stamattina alle 7:00 l’arrivo del presidente degli Stati Uniti Gorge W. Bush a Dakar, prima tappa di un viaggio che lo porterà nel corso di cinque giorni in altrettanti Paesi africani (dopo il Senegal, in Sudafrica, Botswana, Uganda e Nigeria). Racconta una fonte della MISNA, raggiunta telefonicamente nella capitale senegalese: “I giornali, in particolar modo quelli dell’opposizione, titolano: ‘Dakar è in stato d’assedio’. In realtà, però, non si vede in giro molta polizia più del solito, anche se oggi la città sarà completamente bloccata dalle 5:00 del mattino fino alla fine della visita di Bush, che dovrebbe protrarsi almeno fino a metà pomeriggio”. C’è molta attesa per il discorso che il capo di Stato Usa dovrebbe pronunciare a Gorée, l’isola sulla quale venivano ammassati gli schiavi catturati dai negrieri per essere spediti nel 'nuovo mondo'. “I giornali locali – dice la fonte della MISNA – hanno parlato, a proposito di questo discorso, di un’operazione di ‘marketing politico’ verso i neri americani in vista delle elezioni politiche dell’anno prossimo negli Stati Uniti. Gorée, insomma, almeno a sentire l’opposizione senegalese, è soltanto un simbolo che gli Usa e il capo di Stato locale, Abdoulaye Wade, hanno deciso di utilizzare in modo strumentale ai loro interessi”. L’opposizione al governo di Wade – in carica dall’1 aprile 2000 – ha inscenato ieri una manifestazione di piazza per protestare contro la politica dell’intervento preventivo adottata a livello internazionale dall’amministrazione Usa e contro i due veri scopi della visita di Bush in Senegal: “Il primo consiste nell’installare una postazione militare Usa nel Senegal”, spiega il nostro interlocutore. “Il secondo riguarda invece la richiesta d’impunità per i soldati statunitensi di fronte alla Corte penale internazionale”. I cittadini di Dakar, tuttavia, sembrano più preoccupati da questioni pratiche che non dai disegni politici dell’amministrazione Bush e del presidente Wade, il cui consenso sta scendendo in modo consistente. “L’attuale capo di Stato senegalese – conclude la fonte della MISNA - si era presentato con un programma ambizioso di rilancio economico del Paese. Invece, nella campagne è esplosa la crisi alimentare mentre Wade è costantemente impegnato all’estero nel tentativo di dare lustro a un governo che in patria cigola. Gli abitanti di Dakar, insomma, sembrano più pensare a questo, e a come poter fare ad andare al lavoro tra poche ore, con le strade e le autostrade chiuse, che non alle ragioni politiche che hanno spinto Bush fino in Senegal”.[