g.r. 19.30

- Iraq: Altri militari Usa uccisi. Polemiche per diffusione foto cadaveri dei figli di Saddam - Il processo ai "7 di Parigi" è finito con una condanna "esemplare" - CONGO: A ITURI CONTINUANO I MASSACRI - Liberia: ancora combattimenti - Palestina: aumenta il numero dei coloni - Colombia: ucciso sindacalista - Guantanamo: processo militare per 6 prigionieri - Camera: si' a proroga missioni militari, Ulivo a favore

Iraq: Altri militari Usa uccisi. Polemiche per diffusione foto cadaveri dei figli di Saddam

Questo pomeriggio a Baghdad un veicolo militare Usa è saltato in aria nel quartiere settentrionale di Dora. La zona per ora è isolata, e non si hanno ancora notizie su eventuali vittime. Questa mattina tre soldati americani sono stati uccisi in un agguato nel nord del paese, portando così a 158 il bilancio delle vittime USA. Appartenevano alla 101/a divisione aviotrasportata, la stessa che aveva condotto l'azione contro i figli di Saddam, Uday e Qusay. La loro morte sarà vendicata, hanno fatto sapere intanto i Feddayn - un gruppo fedele al deposto presidente iracheno - in un messaggio trasmesso dalla televisione Al Arabiya. Intanto, per la prima volta, c'è una conferma da parte irachena della morte dei due fratelli Hussein. Le foto dei corpi di Uday e Qusay, i figli di Saddam Hussein, sono state mostrate questo pomeriggio sulla rete televisiva Cnn, dopo che il Pentagono a Baghdad le ha consegnate ai media internazionali. Le immagini, molto crude, mostrano i volti dei due figli del dittatore e parte del torace. Entrambe si erano fatti crescere una folta barba nera. Sul volto di Uday si vede una ferita sul naso e sul labbro superiore. Le foto trasmesse in contemporanea mondiale da tutti i principali media, dalla Bbc ad Al Jazeera senza ovviamente contare tutti i network americani, sono un pugno allo stomaco. I volti - sono state diffuse due foto in tutto - di Uday e Qusay sono tumefatti, ancora incrostati di sangue. Il comando militare americano a Baghdad ha distribuito ai media anche le foto da vivi di Uday e Qusay per mostrare la somiglianza. Le foto non fanno capire se Uday si sia ucciso con un colpo alla tempia pur di non farsi catturare dalle truppe americane. Negli Stati Uniti, le foto dei volti sfigurati di Uday e Quasy sono state mostrate intorno alle undici del mattino ora locale, cioé un orario in cui la fascia di audience è molto ampia e include anche molti spettatori minorenni. I media hanno tuttavia atteso diversi minuti prima di trasmettere le immagini che avevano preannunciato come sconvolgenti.

Il processo ai "7 di Parigi" è finito con una condanna "esemplare" by Laboratorio Marxista

Ieri, 23 luglio, alle 13,30, al Palais di Parigi è stata data lettura degli anni di condanna dei cinque militanti del PCE(r) e dei due guerriglieri dei GRAPO. Rosario Llobregat Moreno, PCE(r), 3 anni Antonio Peña Quesada, PCE(r), 6 anni Elipe, "Arenas", Isabel, PCE(r), 10 anni Victoria Mendez (Grapo), 8 anni Fernando Silva Sande (Grapo), 10 anni Il tribunale ha accettato la tesi dell'accusa secondo cui "PCE(r) e Grapo sono la stessa cosa". Dopo 2 anni e mezzo di carcerazione preventiva è arrivata infine la condanna "esemplare" nei confronti dei compagni spagnoli che pure non erano accusati di alcun reato nel paese in cui sono stati giudicati e condannati, cioè la Francia. Da settimane, i questi tre paesi, si susseguono perquisizioni, arresti, violazioni a carico di comunisti, anarchici, "indipendentisti" antifascisti, antimperialisti.

CONGO: A ITURI CONTINUANO I MASSACRI

“Siamo ancora molto preoccupati per quello che accade in Ituri, nonostante gli sviluppi politici positivi che si registrano nella capitale e nel resto della Repubblica democratica del Congo”. Con queste parole Hamadoun Touré, il portavoce della Missione delle Nazioni Unite in Congo (Monuc), ha aperto una lunga conferenza stampa tenuta ieri sera. “Non passa giorno o settimana senza che dalla zona nord orientale del Paese arrivino notizie di attacchi, massacri, donne rapite e case date alle fiamme” ha aggiunto Touré. Violenze che interessano i piccoli villaggi, completamente abbandonati dalla comunità internazionale, a nord e a nord est di Bunia, capoluogo dell’Ituri. In queste località, infatti, dopo l’uccisione di due membri della Monuc, non vi è più traccia di osservatori o soldati della missione internazionale recentemente inviata dal Palazzo di Vetro per garantire la sicurezza a Bunia. D’altronde, stando al mandato Onu, questa forza di peace-keeping non è autorizzata ad intervenire in alcun modo fuori del perimetro della città congolese. Nel frattempo però i massacri continuano incessantemente: decine di persone sono morte nelle ultime settimane a Tchomia, a Niza, a Fataki e, nell’area di Mahagi, nei villaggi di Nyoka, Emee e Rimba. Tutti fatti avvenuti in un vasto territorio a nord di Bunia, fino al Lago Albert, lungo le cui sponde è segnata la frontiera tra il Congo e l’Uganda. Le poche informazioni trapelate su questi attacchi indicano che sono stati compiuti da milizie armate dell’etnia Lendu, forse le stesse cacciate dal capoluogo dell’Ituri nei mesi scorsi. Ravvicinati nel tempo e tutti concentrati nella stessa area geografica, gli episodi di violenza fanno dubitare della matrice etnica con cui vengono puntualmente targati. D’altronde, le rivalità tra Lendu e Hema, negli ultimi cinque anni, sono sempre state strumentalizzate dai vari signori della guerra che si contendono le ricchezze di questa remota periferia congolese, soprattutto terrorizzando la povera gente e costringendola a fuggire da territori particolarmente ‘appetitosi’ in vista di futuri sfruttamenti. Ma per avere la conferma che qualcosa di strano sta davvero accadendo in quelle terre, basterebbe riflettere sul flusso costante di sfollati che abbandona l’area e cerca riparo altrove: il risultato è che l’intera zona si sta spopolando.

Liberia: ancora combattimenti

Si inasprisce di ora in ora la battaglia per il controllo di Monrovia, dove i ribelli del Lurd (Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia) hanno conquistato ieri un altro ponte strategico e stringono l’assedio intorno alle forze fedeli al presidente Charles Taylor, avvicinandosi alla sua residenza. Le condizioni umanitarie della popolazione sono sempre più disperate, con migliaia di civili in fuga sotto le granate dei ribelli e la pioggia battente. L’unica flebile speranza – anche se per ora è solo una promessa - arriva dai Paesi dell’Africa Occidentale: entro una settimana verrà decisa la data d’invio di due battaglioni di peacekeeper nigeriani come avanguardia del contingente di pace regionale. Lo ha affermato a Dakar, in Senegal, il segretario della Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas – Cedeao), Mohamed Ibn Chambas. Ancora silenzio, invece, da Washington: nonostante le fortissime pressioni da parte dell’Onu e dell’Ecowas per un dispiegamento dei militari statunitensi, la Casa Bianca non ha ancora fatto sapere se e quando le forze Usa affiancheranno i soldati africani per fermare la mattanza. L’attesa operazione di peacekeeping – più volte annunciata ma non ancora messa in atto – ha ormai creato sconforto e scetticismo tra la popolazione, costretta a subire sia le violenze della guerra che le angherie di piccoli gruppi di ribelli e soldati lealisti. Intanto l’Ufficio federale di giustizia della Confederazione Elvetica ha annunciato ieri di aver congelato due conti bancari intestati ad altrettanti associati di Taylor, per un valore di circa 1,3 milioni di euro. La decisione di bloccare i due depositi è legata a una precisa richiesta delle Corte speciale per i crimini in Sierra Leone, che ha spiccato un mandato di cattura internazionale contro Taylor, accusandolo di crimini contro l’umanità e di guerra per il suo ruolo di fiancheggiatore dei ribelli sierraleonesi del Ruf (Fronte unito rivoluzionario). In proposito, il Capo di Stato liberiano ha incaricato l'avvocato olandese Michail Wladimiroff di rappresentarlo di fronte al Tribunale internazionale della Sierra Leone, che ha il compito di individuare e punire i responsabili del decennio di guerra civile (1991-2001)

Palestina: aumenta il numero dei coloni

Il numero dei coloni ebrei in Cisgiordania e nella striscia di Gaza e' aumentato di 5.400 persone nel primo semestre del 2003, e ha raggiunto la cifra record di 231.443. Lo ha indicato oggi il ministero dell'interno israeliano. Maale Adumim, a est di Gerusalemme, e' la colonia piu' grande, con 28 mila abitanti, seguita da due insediamenti dove risiedono ebrei ultra-ortodossi, Modin Illit (23 mila abitanti) a ovest di Ramallah, e Betar Illit (21.500 abitanti) a sud di Betlemme. Sono 532 i coloni che risiedono nel centro della citta' di Hebron (sud della Cisgiordania) protetti da centinaia di soldati israeliani. Nella striscia di Gaza, i coloni sono in totale 7.700. La principale organizzazione dei coloni, il 'Consiglio delle colonie di Giudea-Samaria (Cisgiordania) e della striscia di Gaza' si e' felicitata per le cifre rese note. Cio' prova - ha affermato il Consiglio in un comunicato - che la colonizzazione e' piu' forte del terrorismo e della sinistra israeliana. La crescita della popolazione nelle colonie - ha aggiunto - sara' ancora piu' rapida durante il secondo semestre dell'anno.

Colombia: ucciso sindacalista

Un sindacalista dell’Associazione nazionale dei lavoratori ospedalieri (Anthoc), Carlos Barrero, è stato ucciso ieri a Barranquiella, 1.000 chilometri a nord di Bogotá, sulla costa caraibica. Lo hanno riferito fonti del sindacato, precisando che Barrero, 45 anni, si trovava a poca distanza dall’Ospedale generale della città ad una fermata di autobus quando è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco esplosi da individui non ancora identificati a bordo di una motocicletta. A detta del responsabile locale della centrale unica dei lavoratori (Cut) Antonio Garcia, il crimine potrebbe essere opera di una banda armata denominata ‘Masin’, acronimo di ‘Morte ai sindacalisti’. Il presidente dell’Anthoc, Carlos Hernández ha denunciato che si è trattato di una vera e propria esecuzione, in rappresaglia per le denunce di corruzione di cui si è fatta portavoce la sua associazione. Secondo stime della Cut sono già 42 i sindacalisti assassinati dall’inizio dell’anno e ben 497 dal 2000

Guantanamo: processo militare per 6 prigionieri

Il governo Usa ha promesso che non chiedera' la pena di morte per l'australiano David Hicks, 27 anni, arrestato in Afganistan in novembre 2001 mentre combatteva con i taleban, e uno dei primi sei in attesa di affrontare un tribunale militare, fra i 'combattenti nemici' detenuti nella base Usa di Guantanamo a Cuba. Lo ha annunciato oggi il ministro australiano per la Giustizia Chris Ellison, dopo i colloqui avuti negli ultimi giorni a Washington con funzionari governativi per discutere la sorte di Hicks e di un altro australiano detenuto a Guantanamo, Mamdouh Habib. Un'analoga decisione per due cittadini britannici inclusi nei sei in attesa di giudizio, era stata annunciata ieri dal ministro della Giustizia britannico Peter Goldsmith, dopo una serie di colloqui paralleli a Washington. Dopo la recente visita negli Usa del premier britannico Tony Blair, gli americani avevano deciso di sospendere per il momento i processi militari che vedevano imputati i britannici e l'australiano. Nessuna imputazione e' stata ancora depositata contro alcuni dei sei, ma il ministro degli esteri australiano Alexander Downer ha rivelato giorni fa che Hicks sarebbe fra l'altro accusato di aver passato mesi d'addestramento con la rete Al Qaida di Osama bin Laden. Secondo l'accordo raggiunto dal ministro australiano a Washington, il difensore di Hicks sara' sempre un militare americano, ma il suo avvocato australiano potra' agire da 'consulente'. Non e' pero' ancora stabilito se Hicks potra' parlare personalmente con il suo avvocato di fiducia. Insoddisfatta l'opposizione laburista, secondo cui il governo conservatore, saldo alleato degli Usa nell'attacco all'Iraq (2.000 soldati dispiegati a fianco di Usa e Gb), avrebbe dovuto ottenere da Washington che il processo a Hicks corrispondesse agli standard australiani di giustizia, in particolare riguardo all'assistenza del suo legale di fiducia.

italia:

dal campeggio no border prima azione al coampeggio no border contro i centri di accoglienza a san foca in salento Davanti ai bagnanti centinaia di compagni scandiscono slogan contro le deportazioni e l'intrattenimento forzato circondati dala polizia

Camera: si' a proroga missioni militari, Ulivo a favore

Si' della Camera alla proposta di legge che proroga le missioni militari all'estero.Con 60 si', 4 no e 2 astenuti, le commissioni Difesa ed Esteri di Montecitorio hanno approvato in sede legislativa la proposta di legge presentata dai presidenti Gustavo Selva e Luigi Ramponi (An). La maggioranza dell'Ulivo ha votato a favore. Contro si sono espressi Pdci e Prc. I Verdi si sono astenuti.

fine g.r.

apre macedonio per la mitica ror, 87,9, la radio dei fidanzati dei redattori

ORE 10.30

palestina

Il numero dei coloni ebrei in Cisgiordania e nella striscia di Gaza e' aumentato di 5.400 persone nel primo semestre del 2003, e ha raggiunto la cifra record di 231.443. Lo ha indicato oggi il ministero dell'interno israeliano. Maale Adumim, a est di Gerusalemme, e' la colonia piu' grande, con 28 mila abitanti, seguita da due insediamenti dove risiedono ebrei ultra-ortodossi, Modin Illit (23 mila abitanti) a ovest di Ramallah, e Betar Illit (21.500 abitanti) a sud di Betlemme. Sono 532 i coloni che risiedono nel centro della citta' di Hebron (sud della Cisgiordania) protetti da centinaia di soldati israeliani. Nella striscia di Gaza, i coloni sono in totale 7.700. La principale organizzazione dei coloni, il 'Consiglio delle colonie di Giudea-Samaria (Cisgiordania) e della striscia di Gaza' si e' felicitata per le cifre rese note. Cio' prova - ha affermato il Consiglio in un comunicato - che la colonizzazione e' piu' forte del terrorismo e della sinistra israeliana. La crescita della popolazione nelle colonie - ha aggiunto - sara' ancora piu' rapida durante il secondo semestre dell'anno.

Palestina

Il primo ministro palestinese Abu Mazen è arrivato negli Stati Uniti, dove domani incontrerà il presidente George W. Bush. È la prima visita ufficiale di Abu Mazen alla casa Bianca, dopo la sua nomina a primo ministro avvenuta in aprile, e sarà l'occasione per mettere a punto il piano di pace israelo-palestinese studiato dai mediatori di Usa, Russia, Unione Europea e Onu. L'incontro di domani, secondo molti analisti, conferma inoltre il tentativo del numero uno della Casa Bianca di riconoscere come unico interlocutore Abu Mazen. Sin dal suo insediamento alla Casa Bianca, infatti, Bush si è sempre rifiutato di incontrare il presidente palestinese Yasser Arafat, ritenuto incapace di mettere fine alla rivolta armata contro l’occupazione israeliana dei territori. Nella sua visita Abu Mazen è accompagnato dal ministro degli esteri Nabil Shaath, dal ministro per la sicurezza Mohammad Dahlan e dal presidente del parlamento palestinese Ahmed Qorei. La delegazione palestinese sarà al completo domani quando a Washington arriverà anche il ministro della finanze Salam Fayad.

iraq

Tre uomini della 101ma Divisione Paracadutisti dell'esercito degli Stati Uniti sono stati uccisi nelle prime ore di stamane da un attacco sferrato con un razzo esplosivo seguito dal foco di armi di piccolo calibro. Erano stati gli uomini della 101ma Divisione, stanziata a Mossul, a uccidere martedi' i figli di Saddam Hussein, Uday e Qusay, asserragliati in una casa della citta'. Stanotte stessa, a Baghdad, i militari statunitensi hanno aperto il fuoco su un automezzo civile il cui conducente non si era fermato ad un posto di controllo stradale, nel centro della citta': l'automezzo e' esploso in fiamme, ed i suoi due occupanti sono morti. "Il veicolo procedeva in direzione degli americani - ha raccontato un testimone oculare, Khodaiyir Haidar Ali', 42 anni di eta' - io ho cercato di avvertirli, ho agitato le braccia. Loro hanno frenato quando sono finiti contro la siepe di filo spinato. Il veicolo e' esploso un minuto dopo che gli americani avevano aperto il fuoco". I tre soldati rimasti uccisi nell'attacco di questa mattina appartenevano alla 101ma divisione aviotrasportata, quella che ha condotto il raid di due giorni fa nel quale sono morti i due figli di Saddam, Uday e Qusay.

Il mininistro della difesa Usa, Donald Rumsfeld, ha detto che saranno mostrate le foto dei cadaveri dei figli di Saddam Hussein per dimostrare che sono stati uccisi dalle truppe americane. "Diffonderemo delle foto", ha detto Rumsfeld dopo un incontro alla Camera dei Rappresentanti. Alla domanda quando le foto saranno diffuse, Rumsfeld si e' limitato a rispondere "presto".

usa

L'assassino del consigliere comunale di New York, James Davis, era un suo rivale politico, Othniel Askew: lo ha rivelato il sindaco Michael Bloomberg. Spiegato anche come l'aggressore sia riuscito ad entrare nel sorvegliatissimo City Hall: era ospite proprio di Davis e dunque non era dovuto passare attraverso i metal detector. Anche Davis portava una pistola ma non ha avuto il tempo di estrarla e difendersi. Askew, 31 anni, e' poi stato ucciso da agenti della polizia di New York. Askew intendeva sfidare Davis per la nomination democratica nelle prossime elezioni comunali.

guantanamo

Il governo Usa ha promesso che non chiedera' la pena di morte per l'australiano David Hicks, 27 anni, arrestato in Afganistan in novembre 2001 mentre combatteva con i taleban, e uno dei primi sei in attesa di affrontare un tribunale militare, fra i 'combattenti nemici' detenuti nella base Usa di Guantanamo a Cuba. Lo ha annunciato oggi il ministro australiano per la Giustizia Chris Ellison, dopo i colloqui avuti negli ultimi giorni a Washington con funzionari governativi per discutere la sorte di Hicks e di un altro australiano detenuto a Guantanamo, Mamdouh Habib. Un'analoga decisione per due cittadini britannici inclusi nei sei in attesa di giudizio, era stata annunciata ieri dal ministro della Giustizia britannico Peter Goldsmith, dopo una serie di colloqui paralleli a Washington. Dopo la recente visita negli Usa del premier britannico Tony Blair, gli americani avevano deciso di sospendere per il momento i processi militari che vedevano imputati i britannici e l'australiano. Nessuna imputazione e' stata ancora depositata contro alcuni dei sei, ma il ministro degli esteri australiano Alexander Downer ha rivelato giorni fa che Hicks sarebbe fra l'altro accusato di aver passato mesi d'addestramento con la rete Al Qaida di Osama bin Laden. Secondo l'accordo raggiunto dal ministro australiano a Washington, il difensore di Hicks sara' sempre un militare americano, ma il suo avvocato australiano potra' agire da 'consulente'. Non e' pero' ancora stabilito se Hicks potra' parlare personalmente con il suo avvocato di fiducia. Insoddisfatta l'opposizione laburista, secondo cui il governo conservatore, saldo alleato degli Usa nell'attacco all'Iraq (2.000 soldati dispiegati a fianco di Usa e Gb), avrebbe dovuto ottenere da Washington che il processo a Hicks corrispondesse agli standard australiani di giustizia, in particolare riguardo all'assistenza del suo legale di fiducia.

Colombia

Un sindacalista dell’Associazione nazionale dei lavoratori ospedalieri (Anthoc), Carlos Barrero, è stato ucciso ieri a Barranquiella, 1.000 chilometri a nord di Bogotá, sulla costa caraibica. Lo hanno riferito fonti del sindacato, precisando che Barrero, 45 anni, si trovava a poca distanza dall’Ospedale generale della città ad una fermata di autobus quando è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco esplosi da individui non ancora identificati a bordo di una motocicletta. A detta del responsabile locale della centrale unica dei lavoratori (Cut) Antonio Garcia, il crimine potrebbe essere opera di una banda armata denominata ‘Masin’, acronimo di ‘Morte ai sindacalisti’. Il presidente dell’Anthoc, Carlos Hernández ha denunciato che si è trattato di una vera e propria esecuzione, in rappresaglia per le denunce di corruzione di cui si è fatta portavoce la sua associazione. Secondo stime della Cut sono già 42 i sindacalisti assassinati dall’inizio dell’anno e ben 497 dal 2000

Messico

Il governo messicano ha deciso di prendere in mano le indagini sulla spirale di terrore che dal 1993 stritola le donne di Ciudad Juarez, nello Stato Chihuahua (al confine con il Texas), e che fino a oggi secondo i dati della polizia ha visto morire nei modi più violenti 259 giovani donne, il cui numero sale a più di 300 secondo un coordinamento di organizzazioni non governative locali, che alla cifra aggiungono anche la scomparsa misteriosa di altre 250 ragazze. Il piano dell’esecutivo guidato dal presidente conservatore Vicente Fox prevede di “garantire la sicurezza delle donne e delle famiglie di Ciudad Juarez”, attraverso l’assunzione del controllo delle indagini sugli omicidi ed il coordinamento delle forze di polizia da parte della polizia federale, così da rendere più efficaci le indagini sugli omicidi e allo stesso tempo prevenire nuovi episodi di violenza contro le donne. Come dichiarato dal presidente della Commissione nazionale dei diritti umani, José Luis Soberanes, “per la prima volta esisterà un coordinamento attivo tra governo federale, statale e municipale per trovare il colpevole degli omicidi ed evitare che ne vengano commessi di nuovi”. Il governo né lo stesso Soberanes non hanno saputo spiegare per quale ragione siano dovuti passare 10 anni, e si siano dovuti raccogliere più di 300 vittime, per armonizzare le indagini. Sugli omicidi di Ciudad Juarez sta da anni indagando anche lo statunitense Federal bureau of investigation (Fbi). L’ultima vittima, in ordine di tempo, è stata Neyra Azucena Cervantes, il cui corpo è stato ritrovato lo scorso 17 luglio.

Liberia

Si inasprisce di ora in ora la battaglia per il controllo di Monrovia, dove i ribelli del Lurd (Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia) hanno conquistato ieri un altro ponte strategico e stringono l’assedio intorno alle forze fedeli al presidente Charles Taylor, avvicinandosi alla sua residenza. Le condizioni umanitarie della popolazione sono sempre più disperate, con migliaia di civili in fuga sotto le granate dei ribelli e la pioggia battente. L’unica flebile speranza – anche se per ora è solo una promessa - arriva dai Paesi dell’Africa Occidentale: entro una settimana verrà decisa la data d’invio di due battaglioni di peacekeeper nigeriani come avanguardia del contingente di pace regionale. Lo ha affermato a Dakar, in Senegal, il segretario della Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas – Cedeao), Mohamed Ibn Chambas. Ancora silenzio, invece, da Washington: nonostante le fortissime pressioni da parte dell’Onu e dell’Ecowas per un dispiegamento dei militari statunitensi, la Casa Bianca non ha ancora fatto sapere se e quando le forze Usa affiancheranno i soldati africani per fermare la mattanza. L’attesa operazione di peacekeeping – più volte annunciata ma non ancora messa in atto – ha ormai creato sconforto e scetticismo tra la popolazione, costretta a subire sia le violenze della guerra che le angherie di piccoli gruppi di ribelli e soldati lealisti. Intanto l’Ufficio federale di giustizia della Confederazione Elvetica ha annunciato ieri di aver congelato due conti bancari intestati ad altrettanti associati di Taylor, per un valore di circa 1,3 milioni di euro. La decisione di bloccare i due depositi è legata a una precisa richiesta delle Corte speciale per i crimini in Sierra Leone, che ha spiccato un mandato di cattura internazionale contro Taylor, accusandolo di crimini contro l’umanità e di guerra per il suo ruolo di fiancheggiatore dei ribelli sierraleonesi del Ruf (Fronte unito rivoluzionario). In proposito, il Capo di Stato liberiano ha incaricato l'avvocato olandese Michail Wladimiroff di rappresentarlo di fronte al Tribunale internazionale della Sierra Leone, che ha il compito di individuare e punire i responsabili del decennio di guerra civile (1991-2001)

Palermo

Con un voto trasversale in cui alla Casa delle liberta' si e' unita una parte della Margherita, l'Assemblea regionale siciliana ha approvato nella tarda serata di ieri la nuova legge sulla famiglia. Tra le misure che caratterizzano il provvedimento, un contributo di mille euro per ogni figlio nato da una coppia unita in matrimonio. Durante i lavori parlamentari, infatti, e' stata eliminata dal testo l'estensione dei benefici alle coppie di fatto. Su questo argomento si era accesa una polemica, ma il presidente della Regione Salvatore Cuffaro aveva detto esplicitamente di non essere disposto a cedere sull'esclusione dei conviventi dall'ambito di applicazione della legge. Le norme sulla famiglia contengono un insieme di provvidenze e aiuti per le coppie. Tra questi, interventi per abbattere gli interessi sui prestiti concessi a coniugi sposati da almeno un anno o a famiglie con disabili e anziani a carico, una partecipazione della Regione al pagamento degli interessi sui mutui casa, un contributo fino al 50% per le adozioni internazionali, buoni spesa per le casalinghe che fanno anche le baby sitter. E' prevista inoltre un allargamento dell'attivita' assistenziale, con il sostegno a consultori pubblici e privati impegnati in attivita' di prevenzione dell'aborto. I beneficiari della legge sulla famiglia saranno indicati in successivi decreti di attuazione, che dovranno fissare i tetti di reddito per essere ammessi a godere degli aiuti. Secondo il governo le nuove norme sulla famiglia dovrebbero essere a regime entro l'autunno.