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Da Paula: ho provato a mandare in lista una serie di agenzie da rivedere su immigrazione. Le metto anche qui nel caso vi servano. Le metto in fondo in fondo. beijos.

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Stefano Camilloni


Osservatorio per l'immigrazione attivo. Sit in al Cpt di San Benedetto «Vogliamo entrare lì dentro»
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Tra il 10 e l'11 agosto prossimi sono in programma, organizzate dall'Osservatorio Permanente sull'Immigrazione e dal Tavolo Nazionale Migranti in collaborazione con il Ciss-Cepir di Palermo e l'Asgi una serie di manifestazioni sulla questione «clandestini» ed all'insegna dell'antirazzismo. In particolare l'11 agosto è previsto (ore 11) un sit-in davanti il Centro di Permanenza Temporanea di Agrigento ed una delegazione dell'Osservatorio chiederà di entrare. Come è noto il nuovo prefetto Fulvio Sodano, che si è insediato la scorsa settimana, ha reso noto che, contrariamente a quanto deciso dal suo predecessore, permetterà periodicamente l'ingresso ai giornalisti ed alle organizzazioni non governative per verificare le condizioni di vita all'interno del centro di San Benedetto. Il programma delle manifestazioni – come ha spiegato Daniela D'Amico, dell'Osservatorio permanente sull'immigrazione – prevede anche una partita di calcetto tra immigrati, visitatori e locali presso i campetti del Lungomare di San Leone (il 10 agosto di pomeriggio), mentre, dopo il sit in al Cpt di San Benedetto, ci sarà una tavola rotonda (prevista nel pomeriggio) che si svolgerà nei locali del Centro culturale Pier Paolo Pasolini della via Atenea. Alla due giorni di «iniziative antirazziste» hanno aderito queste organizzazioni: Attac Catania, la Commissione regionale Immigrazione, i Cobas di Agrigento e di Catania, i Comunisti italiani, il Prc, i Verdi, i Ds ed il Centro culturale Pier Paolo Pasolini. fabio russello

6 agosto 2003

La Sicilia

Torino: voto agli immigrati a referendum cittadini. Primo comune italiano ad estendere diritto a residenti da 6 mesi
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Voto agli immigrati, qualcosa si muove.

A Torino gli immigrati residenti da soli sei mesi in città potranno votare ai referendum consultivi e abrogativi indetti dal consiglio comunale.
I cittadini stranieri che saranno interessati dalla nuova norma sono tra i 20 e i 30 mila.

La proposta è stata approvata fra le polemiche: la delibera è passata con 31 voti favorevoli (i partiti di maggioranza più Rifondazione Comunista) e 12 contrati (Forza Italia, An e Lega).

Per il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, "la delibera passata in Consiglio è un segno importante di un percorso che deve arrivare a riconoscere, a livello nazionale, e ovviamente a stranieri residenti in Italia da molto più di sei mesi, magari possessori di permesso di soggiorno da cinque anni, il diritto al voto amministrativo".

"Si tratta - ha aggiunto il sindaco - di provvedimenti che aiutano i cittadini stranieri regolari a sentirsi maggiormente responsabilizzati e coinvolti nella vita sociale della città nella quale vivono. Perché, per esempio, un ristoratore cinese attivo da anni in città, non può essere chiamato ad esprimere il suo parere in materia di nuove regole del settore commerciale?".

Duri i commenti dei rappresentanti dell'opposizione: "Il requisito dei sei mesi di residenza - osserva Ferdinando Ventriglia (An) - non garantisce di per sé l'effettiva integrazione degli stranieri. E' una pericolosa fuga in avanti". Per Paolo Chiavarino (Forza Italia), "é una forzatura perché si tratta di una materia su cui dovrebbe legiferare il Parlamento e non i Comuni".

(25 luglio 2003)

Lavoro nero, appello degli immigrati
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È braccio di ferro tra la Prefettura di Pordenone e i legali dei 104 cittadini extracomunitari indagati nell'inchiesta sui falsi documenti prodotti dalla cooperativa "Samantha" per la regolarizzazione in ottemperanza alla legge Bossi-Fini. Gli avvocati Laura Ferretti, Carla Panizzi e Walter Arcidiacono, a margine di un incontro in Prefettura, svoltosi ieri pomeriggio, denunciano l'immobilismo degli organi preposti a sanare la posizione dei loro assistiti, e puntano in modo particolare l'indice contro i funzionari prefettizi e quelli dell'ufficio Immigrazione della Questura di Pordenone. «Non è corretto - spiega Laura Ferretti - riconoscere la presenza irregolare dei 104 extracomunitari sul territorio dello Stato, e non regolarizzare la loro posizione. Per questo motivo l'incontro in Prefettura non è stato soddisfacente. I funzionari hanno preso tempo in attesa di conoscere l'esito dell'inchiesta. Così facendo, però, si rischia che gli extracomunitari finiscano nelle mani della microcriminalità o ancora a fare dei lavori in nero». «Di certo questo temporeggiare - conclude l'avvocato Ferretti - non fa altro che aggravare il conto sociale, su cui graveranno anche le 104 istante di gratuito patrocinio». L'indagine della Squadra Mobile ha accertato che la cooperativa "Samantha" di Pordenone, ufficialmente operante nel settore del facchinaggio, in pochi mesi ha venduto ai cittadini stranieri falsi documenti per la regolarizzazione in ottemperanza alla legge Bossi-Fini. Un giro d'affari di oltre 250 mila euro, che è stato smantellato al termine di un'indagine che ha portato alla denuncia in stato di libertà del presidente della cooperativa Francesco Di Pierro, 56 anni, originario di Bari, e dei due segretari Amadou Niang Bamba, 29 anni, senegalese e la cittadina bielorussa Alena Rabava, 28 anni, nei confronti dei quali il sostituto procuratore Antonella Dragotto, ha ipotizzato i reati di favoreggiamento della permanenza di immigrati clandestini sul territorio dello Stato e il falso ideologico. Quest'ultima accusa è stata contestata anche ai 104 extracomunitari con l'aggravante di aver tentato di indurre in errore i pubblici ufficiali addetti all'istruzione delle pratiche di regolarizzazione. Roberto Vitale

6 agosto 2003

Il Gazzettino (Pordenone)
  


 

 


Maternità, Assegni Ai Figli Degli Immigrati Con Permesso Di Soggiorno
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Trieste
NOSTRO INVIATO
Via libera del Consiglio regionale agli assegni di maternità anche per i bambini extracomunitari. Con un blitz in aula, il centro sinistra ha approvato ieri pomeriggio, assieme all'Udc, un emendamento alla manovra di variazione di bilancio che permette di usufruire dei benefici della legge regionale sulla maternità non solo ai cittadini italiani o comunitari, residenti da un anno in Friuli Venezia Giulia, ma anche ai genitori extracomunitari in possesso di carta di soggiorno in Italia, come previsto dall'articolo 9 del decreto legislativo del 25 luglio 1998 numero 286. In pratica agli stranieri extracomunitari regolarmente presenti nel territorio italiano da almeno sei anni. Di fatto la legge sulla maternità, voluta dalla Lega Nord e approvata dalla Casa delle libertà per incentivare la natalità nelle famiglie italiane della regione, ne esce stravolta. La norma completa approvata ieri a Trieste, infatti, stabilisce anche il diritto di richiedere il contributo una tantum non solo alle coppie sposate, ma anche alle coppie di fatto e alle donne sole di qualsiasi nazionalità, purché in regola con le norme. Il tutto non solo per l'anno in corso, ma anche con effetto retroattivo anche per 2001 e 2002. Critici alla modifica, per diversi motivi, An, Lega e Forza Italia, che ha sottolineato come l'estensione dei benefici non sia al momento garantita da copertura di bilancio.

6 agosto 2003

Il Gazzettino (Friuli)


 IMMIGRAZIONE: ALGERIA, 23 CLANDESTINI MORTI DISIDRATATI CORPI DECOMPOSTI TROVATI NEL SUD DEL PAESE (ANSA) - ALGERI, 3 AGO - Ventitré africani che volevano entrare in Europa sono morti per disidratazione prima di imbarcarsi dall'Algeria. I loro corpi in decomposizione sono stati ritrovati in un posto chiamato Assuf Mellane, 1.600 km a sud di Algeri, nella regione di Tamanrasset.I 23 africani, tra cui vi erano 11 donne, erano partiti il 23 luglio da Tamanrasset (l'ultima cittadina prima dei confini con Niger e Mali) a bordo di un veicolo guidato da uno studente 21/enne del posto che faceva da passeur. Il guidatore ha smarrito la strada nel tentativo di evitare i posti di controllo. E' stato ritrovato vivo presso una sorgente insieme a un clandestino del Mali. Non lontano c'era il veicolo. (ANSA). 03-AGO-03 13:56 PRIMO PIANO IMMIGRAZIONE: PROTESTE IN CPT TORINO, TRE ARRESTATI (ANSA) - TORINO, 2 AGO - Nuove proteste, dopo quelle avvenute nei giorni scorsi, sono scoppiate stamattina nel Centro di permanenza temporanea per immigrati di Torino. Tre extracomunitari sono stati arrestati dalla polizia per danneggiamento aggravato e istigazione a delinquere.Nei disordini sono stati bruciati cinque materassi, in due aree diverse del centro. Le fiamme sono state spente dai poliziotti in servizio di vigilanza. La misura cautelare è scattata per un algerino di 20 anni, un libico di 19 e un marocchino di 30.Da tempo il Cpt torinese di corso Brunelleschi, alla periferia della città, è teatro di atti di vandalismo. In due settimane sono una ventina gli ospiti fuggiti. Momenti di tensione si sono avuti lunedì scorso quando, durante un' ennesima protesta, un agente di polizia è rimasto contuso.(ANSA). 02-AGO-03 15:21
IMMIGRAZIONE: BOSSI-FINI, TAR LIGURIA INVIA ATTI A CONSULTA ACCOLTA ECCEZIONE INCOSTITUZIONALITA' DI UNA NORMA DELLA LEGGE
(ANSA) - GENOVA, 1 AGO - Potrebbe essere dichiarata incostituzionale la norma della legge Bossi-Fini che prevede l' impossibilità di sanare la posizione lavorativa di quegli immigrati, non pregiudicati, che sono stati accompagnati alla frontiera dalla polizia e poi sono rientrati in Italia. E' invece possibile la sanatoria per chi ha subito l' espulsione con un semplice avviso.

Il Tar della Liguria infatti, ritenendo non manifestamente infondata l' eccezione di incostituzionalità, per disparità di trattamento tra le varie situazioni, sollevata dall' avv. Gianfranco Pagano, difensore di un extracomunitario, ha inviato gli atti alla Corte Costituzionale. Nel frattempo l' immigrato potrà rimanere in Italia, in attesa della decisione dei giudici della Consulta.

La vicenda riguarda un albanese di 45 anni, sposato, che lavora regolarmente da un floricoltore nel ponente ligure, il quale aveva presentato a suo tempo la domanda di sanatoria, respinta però dal Prefetto di Imperia, perché l' uomo era stato espulso dall' Italia con accompagnamento coattivo alla frontiera. Contro questa decisione, l' immigrato, assistito dal difensore, ha deciso di ricorrere al Tar, sollevando l' eccezione di incostituzionalità della norma.
MAXI OPERAZIONE PS CONTRO AMBULANTI: VENEZIA, 10 ARRESTI
(ANSA) - VENEZIA, 1 AGO - Ha portato a 10 arresti, 11 denunce e 68 espulsioni, di cui 32 già in corso con l'accompagnamento, il filone veneziano della maxi operazione della polizia contro gli ambulanti illegali.

I dati dell'attività degli agenti della polizia di Venezia, che hanno collaborato con colleghi di rinforzo e polizia municipale per un totale di 200 uomini impegnati, sono stati resi noti dal Questore Salvatore Presenti nel corso di una conferenza stampa.

L'operazione, battezzata "Città d'arte", era finalizzata al contrasto delle forme di criminalità diffusa tipiche delle realtà urbane ad altra presenza turistica. Un'azione che ha riguardato il centro storico di Venezia ma anche parte del litorale ed in particolare Jesolo, e che verrà ripetuta dando maggiore impulso all'attività di controllo e prevenzione sulle spiagge.

I reati contestati, nello specifico di Venezia, sono stati quelli relativi al commercio abusivo, atti contro il patrimonio, spaccio di sostanze stupefacenti e truffa in concorso e sono legati all'immigrazione clandestina, al commercio di oggetti contraffatti, ma anche al fenomeno degli scatolettisti (persone che fanno il gioco delle tre scatolette o tre carte) e degli intromettitori, figura tutta veneziana che riguarda persone che indirizzano i turisti verso servizi privati o privi di licenza lucrando sulla buona fede dei visitatori della città.

Dei 10 arrestati tre sono italiani: due sono stati trovati in possesso di droga, il terzo ha commesso reati contro la persona, mentre gli altri sono extracomunitari di cui tre scatolettisti dell'est Europa (bloccati a Jesolo) e quattro che non erano in regola con la legge Bossi Fini. Tra gli 11 denunciati c'é anche un intromettitore bloccato mentre eliminava la cartellonistica dei trasporti pubblici di traghetto a favore di servizi privati. Poliziotti e vigili hanno poi sequestrato circa 800 pezzi di merce con griffes contraffatte, in gran parte borse, ma anche falsi orologi Rolex e gioielli. Inoltre sono state comminate 20 multe per improprio uso di licenza commerciale.

Per quanto riguarda l'immigrazione clandestina, a 36 extracomunitari è stato intimato di lasciare l'Italia. I 32 già in fase di espulsione, 16 uomini e 16 donne, sono africani, sud americani e persone dell'est Europa.

Nel corso dell'incontro è stato anche annunciata una imminente attività volta al controllo dell'accattonaggio, specie in funzione protettiva dei minori, che verrà messa in atto con l'ausilio dei nuovi strumenti giuridici determinati dalla cosiddetta legge sulla schiavitù Prestigiacomo-Finocchiaro.(ANSA).01-AGO-03 13:17
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LA REGOLA DELLA VIOLAZIONE: RISCHIO DI ESPULSIONE PER OTTO RICHIEDENTI ASILO TRATTENUTI AL CPT DI PONTE GALERIA
Sono bastati dieci minuti alla Commissione Centrale per decidere che per Uzun Mahmut, Gevrek Nail, Topliz Ibrahim, Iliman Erhan, Sari Huseyin, Atayi Abdullah, Iran Nizadettin e Gecgin Cetin non sussitono i requisiti per il riconoscimento dello status di rifugiato.
Un'intervista condotta sul posto, presso il centro di accoglienza S. Anna di Isola Capo Rizzuto dove, dopo lo sbarco avvenuto il 31/5/2003, sono stati trattenuti per circa 2 mesi fino a quando, il 21 Luglio 2003, dopo la notifica del provvedimento di diniego della Commissione e a seguito del decreto di espulsione e del decreto di trattenimento, sono stati poi trasferiti presso il c.p.t. di Ponte Galeria, Roma.
All'avvocato e all'interprete che martedì scorso sono riusciti ad entrare a Ponte Galeria assieme ad Elettra Deiana hanno detto che tornare in Turchia significherebbe rischiare carcere e tortura.
Nonostante la richiesta di sospendere l'espulsione avanzata da Giovanni Russo Spena e Elettra Deiana, cinque di loro sono stati portati tra ieri e oggi all'ambasciata turca per procedere all'identificazione: una prassi assurda e contro ogni regola, se non giuridica, almeno di buon senso.
Ma le violazioni non finiscono qui: nessun interprete al momento della notifica del provvedimento di espulsione, mancanza di rilascio, anche all'avvocato, di una copia del diniego dello status di rifugiato, dichiarazione che in ogni caso, se non verranno rispediti prima in Turchia, rimarranno detenuti fino al 19 agosto.
La limitazione della libertà personale che ha caratterizzato fin dall'inizio la loro permanenza in Italia, con l'impossibilità di rivolgersi ad un avvocato, è una chiara violazione del diritto alla difesa, sancito oltre che dall'art. 24 della Costituzione anche dall'art. 13 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.
Il ricorso contro il provvedimento di espulsione privo, secondo la legge Bossi - Fini, di effetti sospensivi rischia di essere una mera formalità e di non lasciare vie di scampo a quanti vengono in Italia a chiedere protezione e non vengono adeguatamente ascoltati.
La situazione di questi otto richiedenti asilo è solo una goccia in un mare più ampio di violazioni che sono diventate la regola e che impongono di non mantenere il silenzio su una legge che, pur in assenza del regolamento di attuazione, viene applicata con ampia discrezionalità delle autorità.
Chiediamo che vengano fermate le espulsioni arbitrarie e che siano garantiti i diritti di difesa e di protezione sanciti dalle Convenzioni e dai Trattati di cui l'Italia è firmataria.
Associazione Azad - Associazione Senzaconfine


Da Paula: ho provato a mandare in lista una serie di agenzie da rivedere su immigrazione. Le metto anche qui nel caso vi servano. Le metto in fondo in fondo. beijos.

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G.R. 10,30

Iraq

  • esplode camion questa mattina: almeno quattro i morti

Almeno quattro morti, dei quali uno sicuramente iracheno, nell'esplosione di un camion, a Baghdad, fuori un negozio di prodotti chimici che ha preso fuoco. Il comando americano non conferma l'accaduto anche se ha predisposto cordoni di sicurezza intorno alla zona. I prodotti venduti nel negozio potevano essere usati per confezionare esplosivi.

ISRAELE

un morto per autobomba nella capitale: è malavita Un'autobomba è esplosa in un quartiere popolare di tel Aviv. Un israeliano è rimasto uccciso, sette feriti. Secondo la polizia israeliana si tratta di un regolamento di conti della malavita. La vittima era al volante della sua auto, quando la vettura è esplosa.

PALESTINA

È allerta da questa mattina nelle carceri israeliane dove sono detenuti prigionieri palestinesi, in previsione del rilascio di oltre 300 di loro, disposto dal governo di Ariel Sharon. Si teme infatti che la liberazione di questi provochi le proteste di altre migliaia di reclusi palestinesi che devono restare in cella. Le forze di sicurezza di Israele non escludono che in segno di solidarietà con i loro compagni detenuti, costretti a restare dietro le sbarre, anche coloro che dovrebbero beneficiare del rilascio - tra cui esponenti di al-Fatah, Hamas e della Jihad islamica - si rifiutino di abbandonare le prigioni. A questo proposito, fonti militari israeliane citate dal quotidiano ‘Yédiot Aharonot’ hanno riferito che è stato messo a punto “un piano per assicurare il loro trasferimento in modo unilaterale”. I servizi segreti di Tel Aviv hanno inoltre avvertito del pericolo che cellule palestinesi rapiscano ostaggi israeliani contando di ‘scambiarli’ con prigionieri palestinesi. Nei Territori serpeggiano malcontento e frustrazione poiché si attendeva che il provvedimento di Tel Aviv riguardasse un numero ben più ampio di detenuti. L’Autorità nazionale palestinese (Anp) chiedeva infatti la liberazione di 6mila prigionieri come gesto ‘di buona volontà’ da parte israeliana nel processo di pace. Il rifiuto israeliano di rilasciare un numero più ampio di detenuti palestinesi è all’origine della decisione del premier palestinese Abu Mazen di cancellare il suo incontro con Sharon, inizialmente previsto per oggi.

LIBERIA

I ribelli liberiani che da metà luglio assediano Monrovia non demordono mentre il presidente Charles Taylor pone nuove condizioni per lasciare il paese e andare in esilio in Nigeria. Le condizioni del Lurd: Nonostante l'arrivo di una forza di interposizione nigeriana, il Lurd, (Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia), il principale movimento ribelle nel Paese africano annuncia di non voler cedere le sue posizioni finché le truppe della forza di pace dell'Africa orientale (Ecowas), giunte ieri nella capitale Monrovia, si saranno ompletamente dispiegate nella città. "Non lasceremo il porto se non quando i soldati avranno effettivamente preso il controllo della capitale", ha detto il generale Sheriff Seyea, capo di stato maggiore dei ribelli. Il porto è stato strappato dai ribelli alle forze fedeli al presidente Charles Taylor lo scorso 19 luglio. Sono 300 i soldati nigeriani della Missione della comunità economica degli stati dell'Africa occidentali in Liberia (Ecomil) giunti ieri nella capitale. Il dispiegamento dei soldati della missione Ecowas avrà un ritmo crescente nei prossimi otto giorni. A fine agosto, la forza di interposizione avrà sul campo 3.200 uomini. I soldati sono stati accolti con grida di giubilo dagli abitanti di Monrovia. La popolazione spera che le truppe di pace portino la calma dopo i violenti scontri che hanno causato centinaia di morti, essenzialmente tra i civili, mentre 200.000 persone hanno dovuto lasciare le loro case. Nonostante l'arrivo delle truppe nigeriane, anche oggi sono continuati a Monrovia i combattimenti con razzi e armi leggere tra ribelli e governativi. Secondo uno dei capi ribelli, il comandante Jacob, le forze governative vogliono aprire un nuovo fronte nel nord della città e stanno preparando "un'offensiva per oggi o domani". Le fazioni ribelli controllano attualmente circa due terzi della Liberia. Intanto Sekou Fofana, segretario generale aggiunto del Lurd, ha detto che i suoi uomini si batteranno finché il presidente Taylor, che ha promesso di lasciare il potere l'11 agosto, non partirà dalla Liberia. Taylor non sembra però seriamente intenzionato a lasciare il paese. Sebbene abbia assicurato che la settimana prossima passerà i suoi poteri all'attuale vicepresidente, Moses Blah, che formerà un governo di unità nazionale, sembra difficile che il presidente lasci il suo paese. Secondo quanto riferito da un portavoce del governo nigeriano ai giornalisti, Taylor chiede al tribunale creato per giudicare i colpevoli delle stragi avvenute durante la guerra civile in Sierra Leone, supportato dall'Onu, di annullare le accuse di crimini di guerra e contro l'umanità che gli vengono rivolte come condizione perché lasci la Liberia. Il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo aveva ufficialmente offerto rifugio a Taylor in Nigeria il 6 luglio scorso.

Milano Imi Sir: fu 'opera di gigantesca corruzione' Una "gigantesca opera di corruzione". Così i giudici della quarta sezione penale di Milano definiscono l'operazione Imi Sir nel ponderoso volume, oltre mille pagine, delle motivazioni che hanno portato lo scorso 29 aprile, alla condanna di Cesare Previti ed altri sei imputati. I giudici rilevano "impressionanti analogie" tra la vicenda Imi-Sir e quella Lodo Mondadori, usando espressioni come "caso di corruzione devastante" e "degrado della giustizia che da cieca fu trasformata in giustizia ad uso privato". Depositate ieri alle 13, solo stamani la Cancelleria del tribunale di Milano ha iniziato a diffondere il il contenuto delle carte


Stefano Camilloni

Osservatorio per l'immigrazione attivo. Sit in al Cpt di San Benedetto «Vogliamo entrare lì dentro»


Tra il 10 e l'11 agosto prossimi sono in programma, organizzate dall'Osservatorio Permanente sull'Immigrazione e dal Tavolo Nazionale Migranti in collaborazione con il Ciss-Cepir di Palermo e l'Asgi una serie di manifestazioni sulla questione «clandestini» ed all'insegna dell'antirazzismo. In particolare l'11 agosto è previsto (ore 11) un sit-in davanti il Centro di Permanenza Temporanea di Agrigento ed una delegazione dell'Osservatorio chiederà di entrare. Come è noto il nuovo prefetto Fulvio Sodano, che si è insediato la scorsa settimana, ha reso noto che, contrariamente a quanto deciso dal suo predecessore, permetterà periodicamente l'ingresso ai giornalisti ed alle organizzazioni non governative per verificare le condizioni di vita all'interno del centro di San Benedetto. Il programma delle manifestazioni – come ha spiegato Daniela D'Amico, dell'Osservatorio permanente sull'immigrazione – prevede anche una partita di calcetto tra immigrati, visitatori e locali presso i campetti del Lungomare di San Leone (il 10 agosto di pomeriggio), mentre, dopo il sit in al Cpt di San Benedetto, ci sarà una tavola rotonda (prevista nel pomeriggio) che si svolgerà nei locali del Centro culturale Pier Paolo Pasolini della via Atenea. Alla due giorni di «iniziative antirazziste» hanno aderito queste organizzazioni: Attac Catania, la Commissione regionale Immigrazione, i Cobas di Agrigento e di Catania, i Comunisti italiani, il Prc, i Verdi, i Ds ed il Centro culturale Pier Paolo Pasolini. fabio russello

6 agosto 2003

La Sicilia

Torino: voto agli immigrati a referendum cittadini. Primo comune italiano ad estendere diritto a residenti da 6 mesi


Voto agli immigrati, qualcosa si muove.

A Torino gli immigrati residenti da soli sei mesi in città potranno votare ai referendum consultivi e abrogativi indetti dal consiglio comunale. I cittadini stranieri che saranno interessati dalla nuova norma sono tra i 20 e i 30 mila.

La proposta è stata approvata fra le polemiche: la delibera è passata con 31 voti favorevoli (i partiti di maggioranza più Rifondazione Comunista) e 12 contrati (Forza Italia, An e Lega).

Per il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, "la delibera passata in Consiglio è un segno importante di un percorso che deve arrivare a riconoscere, a livello nazionale, e ovviamente a stranieri residenti in Italia da molto più di sei mesi, magari possessori di permesso di soggiorno da cinque anni, il diritto al voto amministrativo".

"Si tratta - ha aggiunto il sindaco - di provvedimenti che aiutano i cittadini stranieri regolari a sentirsi maggiormente responsabilizzati e coinvolti nella vita sociale della città nella quale vivono. Perché, per esempio, un ristoratore cinese attivo da anni in città, non può essere chiamato ad esprimere il suo parere in materia di nuove regole del settore commerciale?".

Duri i commenti dei rappresentanti dell'opposizione: "Il requisito dei sei mesi di residenza - osserva Ferdinando Ventriglia (An) - non garantisce di per sé l'effettiva integrazione degli stranieri. E' una pericolosa fuga in avanti". Per Paolo Chiavarino (Forza Italia), "é una forzatura perché si tratta di una materia su cui dovrebbe legiferare il Parlamento e non i Comuni".

(25 luglio 2003)

Lavoro nero, appello degli immigrati


È braccio di ferro tra la Prefettura di Pordenone e i legali dei 104 cittadini extracomunitari indagati nell'inchiesta sui falsi documenti prodotti dalla cooperativa "Samantha" per la regolarizzazione in ottemperanza alla legge Bossi-Fini. Gli avvocati Laura Ferretti, Carla Panizzi e Walter Arcidiacono, a margine di un incontro in Prefettura, svoltosi ieri pomeriggio, denunciano l'immobilismo degli organi preposti a sanare la posizione dei loro assistiti, e puntano in modo particolare l'indice contro i funzionari prefettizi e quelli dell'ufficio Immigrazione della Questura di Pordenone. «Non è corretto - spiega Laura Ferretti - riconoscere la presenza irregolare dei 104 extracomunitari sul territorio dello Stato, e non regolarizzare la loro posizione. Per questo motivo l'incontro in Prefettura non è stato soddisfacente. I funzionari hanno preso tempo in attesa di conoscere l'esito dell'inchiesta. Così facendo, però, si rischia che gli extracomunitari finiscano nelle mani della microcriminalità o ancora a fare dei lavori in nero». «Di certo questo temporeggiare - conclude l'avvocato Ferretti - non fa altro che aggravare il conto sociale, su cui graveranno anche le 104 istante di gratuito patrocinio». L'indagine della Squadra Mobile ha accertato che la cooperativa "Samantha" di Pordenone, ufficialmente operante nel settore del facchinaggio, in pochi mesi ha venduto ai cittadini stranieri falsi documenti per la regolarizzazione in ottemperanza alla legge Bossi-Fini. Un giro d'affari di oltre 250 mila euro, che è stato smantellato al termine di un'indagine che ha portato alla denuncia in stato di libertà del presidente della cooperativa Francesco Di Pierro, 56 anni, originario di Bari, e dei due segretari Amadou Niang Bamba, 29 anni, senegalese e la cittadina bielorussa Alena Rabava, 28 anni, nei confronti dei quali il sostituto procuratore Antonella Dragotto, ha ipotizzato i reati di favoreggiamento della permanenza di immigrati clandestini sul territorio dello Stato e il falso ideologico. Quest'ultima accusa è stata contestata anche ai 104 extracomunitari con l'aggravante di aver tentato di indurre in errore i pubblici ufficiali addetti all'istruzione delle pratiche di regolarizzazione. Roberto Vitale

6 agosto 2003

Il Gazzettino (Pordenone)

Maternità, Assegni Ai Figli Degli Immigrati Con Permesso Di Soggiorno


Trieste NOSTRO INVIATO Via libera del Consiglio regionale agli assegni di maternità anche per i bambini extracomunitari. Con un blitz in aula, il centro sinistra ha approvato ieri pomeriggio, assieme all'Udc, un emendamento alla manovra di variazione di bilancio che permette di usufruire dei benefici della legge regionale sulla maternità non solo ai cittadini italiani o comunitari, residenti da un anno in Friuli Venezia Giulia, ma anche ai genitori extracomunitari in possesso di carta di soggiorno in Italia, come previsto dall'articolo 9 del decreto legislativo del 25 luglio 1998 numero 286. In pratica agli stranieri extracomunitari regolarmente presenti nel territorio italiano da almeno sei anni. Di fatto la legge sulla maternità, voluta dalla Lega Nord e approvata dalla Casa delle libertà per incentivare la natalità nelle famiglie italiane della regione, ne esce stravolta. La norma completa approvata ieri a Trieste, infatti, stabilisce anche il diritto di richiedere il contributo una tantum non solo alle coppie sposate, ma anche alle coppie di fatto e alle donne sole di qualsiasi nazionalità, purché in regola con le norme. Il tutto non solo per l'anno in corso, ma anche con effetto retroattivo anche per 2001 e 2002. Critici alla modifica, per diversi motivi, An, Lega e Forza Italia, che ha sottolineato come l'estensione dei benefici non sia al momento garantita da copertura di bilancio.

6 agosto 2003

Il Gazzettino (Friuli)

  • IMMIGRAZIONE: ALGERIA, 23 CLANDESTINI MORTI DISIDRATATI CORPI DECOMPOSTI TROVATI NEL SUD DEL PAESE (ANSA) - ALGERI, 3 AGO - Ventitré africani che volevano entrare in Europa sono morti per disidratazione prima di imbarcarsi dall'Algeria. I loro corpi in decomposizione sono stati ritrovati in un posto chiamato Assuf Mellane, 1.600 km a sud di Algeri, nella regione di Tamanrasset.I 23 africani, tra cui vi erano 11 donne, erano partiti il 23 luglio da Tamanrasset (l'ultima cittadina prima dei confini con Niger e Mali) a bordo di un veicolo guidato da uno studente 21/enne del posto che faceva da passeur. Il guidatore ha smarrito la strada nel tentativo di evitare i posti di controllo. E' stato ritrovato vivo presso una sorgente insieme a un clandestino del Mali. Non lontano c'era il veicolo. (ANSA). 03-AGO-03 13:56 PRIMO PIANO IMMIGRAZIONE: PROTESTE IN CPT TORINO, TRE ARRESTATI (ANSA) - TORINO, 2 AGO - Nuove proteste, dopo quelle avvenute nei giorni scorsi, sono scoppiate stamattina nel Centro di permanenza temporanea per immigrati di Torino. Tre extracomunitari sono stati arrestati dalla polizia per danneggiamento aggravato e istigazione a delinquere.Nei disordini sono stati bruciati cinque materassi, in due aree diverse del centro. Le fiamme sono state spente dai poliziotti in servizio di vigilanza. La misura cautelare è scattata per un algerino di 20 anni, un libico di 19 e un marocchino di 30.Da tempo il Cpt torinese di corso Brunelleschi, alla periferia della città, è teatro di atti di vandalismo. In due settimane sono una ventina gli ospiti fuggiti. Momenti di tensione si sono avuti lunedì scorso quando, durante un' ennesima protesta, un agente di polizia è rimasto contuso.(ANSA). 02-AGO-03 15:21

IMMIGRAZIONE: BOSSI-FINI, TAR LIGURIA INVIA ATTI A CONSULTA ACCOLTA ECCEZIONE INCOSTITUZIONALITA' DI UNA NORMA DELLA LEGGE (ANSA) - GENOVA, 1 AGO - Potrebbe essere dichiarata incostituzionale la norma della legge Bossi-Fini che prevede l' impossibilità di sanare la posizione lavorativa di quegli immigrati, non pregiudicati, che sono stati accompagnati alla frontiera dalla polizia e poi sono rientrati in Italia. E' invece possibile la sanatoria per chi ha subito l' espulsione con un semplice avviso.

Il Tar della Liguria infatti, ritenendo non manifestamente infondata l' eccezione di incostituzionalità, per disparità di trattamento tra le varie situazioni, sollevata dall' avv. Gianfranco Pagano, difensore di un extracomunitario, ha inviato gli atti alla Corte Costituzionale. Nel frattempo l' immigrato potrà rimanere in Italia, in attesa della decisione dei giudici della Consulta.

La vicenda riguarda un albanese di 45 anni, sposato, che lavora regolarmente da un floricoltore nel ponente ligure, il quale aveva presentato a suo tempo la domanda di sanatoria, respinta però dal Prefetto di Imperia, perché l' uomo era stato espulso dall' Italia con accompagnamento coattivo alla frontiera. Contro questa decisione, l' immigrato, assistito dal difensore, ha deciso di ricorrere al Tar, sollevando l' eccezione di incostituzionalità della norma. MAXI OPERAZIONE PS CONTRO AMBULANTI: VENEZIA, 10 ARRESTI (ANSA) - VENEZIA, 1 AGO - Ha portato a 10 arresti, 11 denunce e 68 espulsioni, di cui 32 già in corso con l'accompagnamento, il filone veneziano della maxi operazione della polizia contro gli ambulanti illegali.

I dati dell'attività degli agenti della polizia di Venezia, che hanno collaborato con colleghi di rinforzo e polizia municipale per un totale di 200 uomini impegnati, sono stati resi noti dal Questore Salvatore Presenti nel corso di una conferenza stampa.

L'operazione, battezzata "Città d'arte", era finalizzata al contrasto delle forme di criminalità diffusa tipiche delle realtà urbane ad altra presenza turistica. Un'azione che ha riguardato il centro storico di Venezia ma anche parte del litorale ed in particolare Jesolo, e che verrà ripetuta dando maggiore impulso all'attività di controllo e prevenzione sulle spiagge.

I reati contestati, nello specifico di Venezia, sono stati quelli relativi al commercio abusivo, atti contro il patrimonio, spaccio di sostanze stupefacenti e truffa in concorso e sono legati all'immigrazione clandestina, al commercio di oggetti contraffatti, ma anche al fenomeno degli scatolettisti (persone che fanno il gioco delle tre scatolette o tre carte) e degli intromettitori, figura tutta veneziana che riguarda persone che indirizzano i turisti verso servizi privati o privi di licenza lucrando sulla buona fede dei visitatori della città.

Dei 10 arrestati tre sono italiani: due sono stati trovati in possesso di droga, il terzo ha commesso reati contro la persona, mentre gli altri sono extracomunitari di cui tre scatolettisti dell'est Europa (bloccati a Jesolo) e quattro che non erano in regola con la legge Bossi Fini. Tra gli 11 denunciati c'é anche un intromettitore bloccato mentre eliminava la cartellonistica dei trasporti pubblici di traghetto a favore di servizi privati. Poliziotti e vigili hanno poi sequestrato circa 800 pezzi di merce con griffes contraffatte, in gran parte borse, ma anche falsi orologi Rolex e gioielli. Inoltre sono state comminate 20 multe per improprio uso di licenza commerciale.

Per quanto riguarda l'immigrazione clandestina, a 36 extracomunitari è stato intimato di lasciare l'Italia. I 32 già in fase di espulsione, 16 uomini e 16 donne, sono africani, sud americani e persone dell'est Europa.

Nel corso dell'incontro è stato anche annunciata una imminente attività volta al controllo dell'accattonaggio, specie in funzione protettiva dei minori, che verrà messa in atto con l'ausilio dei nuovi strumenti giuridici determinati dalla cosiddetta legge sulla schiavitù Prestigiacomo-Finocchiaro.(ANSA).01-AGO-03 13:17


LA REGOLA DELLA VIOLAZIONE: RISCHIO DI ESPULSIONE PER OTTO RICHIEDENTI ASILO TRATTENUTI AL CPT DI PONTE GALERIA Sono bastati dieci minuti alla Commissione Centrale per decidere che per Uzun Mahmut, Gevrek Nail, Topliz Ibrahim, Iliman Erhan, Sari Huseyin, Atayi Abdullah, Iran Nizadettin e Gecgin Cetin non sussitono i requisiti per il riconoscimento dello status di rifugiato. Un'intervista condotta sul posto, presso il centro di accoglienza S. Anna di Isola Capo Rizzuto dove, dopo lo sbarco avvenuto il 31/5/2003, sono stati trattenuti per circa 2 mesi fino a quando, il 21 Luglio 2003, dopo la notifica del provvedimento di diniego della Commissione e a seguito del decreto di espulsione e del decreto di trattenimento, sono stati poi trasferiti presso il c.p.t. di Ponte Galeria, Roma. All'avvocato e all'interprete che martedì scorso sono riusciti ad entrare a Ponte Galeria assieme ad Elettra Deiana hanno detto che tornare in Turchia significherebbe rischiare carcere e tortura. Nonostante la richiesta di sospendere l'espulsione avanzata da Giovanni Russo Spena e Elettra Deiana, cinque di loro sono stati portati tra ieri e oggi all'ambasciata turca per procedere all'identificazione: una prassi assurda e contro ogni regola, se non giuridica, almeno di buon senso. Ma le violazioni non finiscono qui: nessun interprete al momento della notifica del provvedimento di espulsione, mancanza di rilascio, anche all'avvocato, di una copia del diniego dello status di rifugiato, dichiarazione che in ogni caso, se non verranno rispediti prima in Turchia, rimarranno detenuti fino al 19 agosto. La limitazione della libertà personale che ha caratterizzato fin dall'inizio la loro permanenza in Italia, con l'impossibilità di rivolgersi ad un avvocato, è una chiara violazione del diritto alla difesa, sancito oltre che dall'art. 24 della Costituzione anche dall'art. 13 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Il ricorso contro il provvedimento di espulsione privo, secondo la legge Bossi - Fini, di effetti sospensivi rischia di essere una mera formalità e di non lasciare vie di scampo a quanti vengono in Italia a chiedere protezione e non vengono adeguatamente ascoltati. La situazione di questi otto richiedenti asilo è solo una goccia in un mare più ampio di violazioni che sono diventate la regola e che impongono di non mantenere il silenzio su una legge che, pur in assenza del regolamento di attuazione, viene applicata con ampia discrezionalità delle autorità. Chiediamo che vengano fermate le espulsioni arbitrarie e che siano garantiti i diritti di difesa e di protezione sanciti dalle Convenzioni e dai Trattati di cui l'Italia è firmataria. Associazione Azad - Associazione Senzaconfine

gror030806 (last edited 2008-06-26 09:59:20 by anonymous)