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'''Palestina'''

Palestina: in peggioramento ovunque la situazione
by www.imemc.org
L'esercito israeliano è pronto a invadere la Striscia di Gaza se l'ANP non prenderà energiche azioni contro i gruppi della resistenza. L'attacco scatterà comunque se ci saranno azioni armate contro le truppe israliane o i coloni nella zona. Intanto l'esercito ha sparato la notte scorsa al posto di blocco di Abu Holy, vicino Khan Younis, senza fornire spiegazioni. Gli israeliani hanno inoltre attaccato il campo profughi di Balata, vicino Nablus, demolendo una casa e occupandone alcune altre.
L'appello di Arafat ai gruppi della resistenza di stabilire una nuova tregua è ritenuto senza importanza da Israele e Stati Uniti: il primo continuerà i suoi "omicidi mirati" per eliminare i dirigenti della resistenza e i secondi continuano a premere su Arafat perché lasci il completo controllo dell'ANP ad Abu Mazen.
Agenti israeliani hanno sequestrato stamattina 4 giornalisti (due britannici e due statunitensi) nelle strade del campo di Balata, tenendoli fino ad ora in stato di detenzione. Nessuna risposta dai responsabili militari alle richieste di chiarimenti dai rispettivi consolati.
La resistenza palestinese ha colpito con razzi "Qassam" la città di Ashkelon. Le truppe israeliane arrestano 15 palestinesi a Jenin, dove hanno demolito le loro case. Scontri in tutta la Cisgiordania.
  
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Intanto lo ex dittatore cileno Augusto Pinochet ha riportato una altra vittoria: la Corte d’Appello di Santiago ha infatti respinto la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare presentata nei confronti dell’anziano ex generale dal giudice Juan Guzmán per il caso conosciuto come ‘Calle Conferencia’. Lo ha reso noto il presidente del tribunale, Alfredo Pfeiffer, precisando che le motivazioni della decisione, adottata con 15 voti favorevoli e 8 contrari, saranno pubblicate a giorni. La Corte d’Appello ha peraltro bocciato un’ulteriore richiesta di sottoporre Pinochet a nuovi accertamenti medici per capire se sia o meno in grado di presenziare a un processo. Il giudice Guzmán ha agito sulla base di una denuncia del Partito comunista cileno (Pcc) che accusa Pinochet del sequestro e la scomparsa di 12 dirigenti comunisti nel 1976.
Pinochet, dimessosi dalla carica di senatore a vita lo scorso anno, dopo il non luogo a procedere decretato nei suoi confronti per il caso ‘Carovana della morte’, gode ancora di un’immunità riservata agli ex presidenti della Repubblica.
Intanto lo ex dittatore cileno Augusto Pinochet ha riportato una altra vittoria: la Corte d’Appello di Santiago ha infatti respinto la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare presentata nei confronti dell’anziano ex generale dal giudice Juan Guzmán per il caso conosciuto come ‘Calle Conferencia’. Lo ha reso noto il presidente del tribunale, Alfredo Pfeiffer, precisando che le motivazioni della decisione, adottata con 15 voti favorevoli e 8 contrari, saranno pubblicate a giorni. La Corte d’Appello ha peraltro bocciato un’ulteriore richiesta di sottoporre Pinochet a nuovi accertamenti medici per capire se sia o meno in grado di presenziare a un processo. Il giudice Guzmán ha agito sulla base di una denuncia del Partito comunista cileno (Pcc) che accusa Pinochet del sequestro e la scomparsa di 12 dirigenti comunisti nel 1976.
Pinochet, dimessosi dalla carica di senatore a vita lo scorso anno, dopo il non luogo a procedere decretato nei suoi confronti per il caso ‘Carovana della morte’, gode ancora di un’immunità riservata agli ex presidenti della Repubblica.

'''CASO AMINA: PROCESSO D'APPELLO RINVIATO A FINE SETTEMBRE'''


È stato rinviato al prossimo 25 settembre il verdetto del processo d'appello di Amina Lawal, la donna condannata a morte per lapidazione da un tribunale islamico per aver avuto una figlia al di fuori del matrimonio. La decisione è stata presa ieri dalla Corte islamica d'appello di Katsina, il capoluogo dell’omonimo Stato del nord della Nigeria, al termine di un'intera giornata trascorsa in aula. Il tribunale islamico aveva già rinviato due volte l'appello. Oggi Aminu Ibrahim, la massima autorità islamica dello Stato di Katsina, aveva detto che ''è giusto che Amina conosca la sua sorte''. Sentite le parti però ha preso ancora un mese di tempo. Gli avvocati della difesa sostengono, infatti, che nel quadro dell'applicazione della legge islamica (Sharìa) siano stati commessi errori di fondo e procedurali. La riapertura del processo di appello coincide con la data in cui il tribunale di primo grado aveva fissato la lapidazione della donna. Nella cittadina settentrionale nigeriana sono accorsi numerosi osservatori internazionali, alcuni avvocati e moltissimi giornalisti, pronti a seguire il ricorso contro la condanna decretata nel marzo dello scorso anno. Da quando la sharìa è stata introdotta nei 12 Stati del nord della Nigeria a prevalenza musulmana nessuna condanna a morte è mai stata eseguita

GR ORE 19.30

Esteri

Palestina

Palestina: in peggioramento ovunque la situazione by www.imemc.org L'esercito israeliano è pronto a invadere la Striscia di Gaza se l'ANP non prenderà energiche azioni contro i gruppi della resistenza. L'attacco scatterà comunque se ci saranno azioni armate contro le truppe israliane o i coloni nella zona. Intanto l'esercito ha sparato la notte scorsa al posto di blocco di Abu Holy, vicino Khan Younis, senza fornire spiegazioni. Gli israeliani hanno inoltre attaccato il campo profughi di Balata, vicino Nablus, demolendo una casa e occupandone alcune altre. L'appello di Arafat ai gruppi della resistenza di stabilire una nuova tregua è ritenuto senza importanza da Israele e Stati Uniti: il primo continuerà i suoi "omicidi mirati" per eliminare i dirigenti della resistenza e i secondi continuano a premere su Arafat perché lasci il completo controllo dell'ANP ad Abu Mazen. Agenti israeliani hanno sequestrato stamattina 4 giornalisti (due britannici e due statunitensi) nelle strade del campo di Balata, tenendoli fino ad ora in stato di detenzione. Nessuna risposta dai responsabili militari alle richieste di chiarimenti dai rispettivi consolati. La resistenza palestinese ha colpito con razzi "Qassam" la città di Ashkelon. Le truppe israeliane arrestano 15 palestinesi a Jenin, dove hanno demolito le loro case. Scontri in tutta la Cisgiordania.

Palestina,. economia

Funzionari di enti di beneficenza islamici hanno comunicato che 39 conti bancari intestati a istituti di assistenza sono stati congelati dall'Autorità palestinese. La scoperta è stata fatta quando centinaia di palestinesi, che vivono grazie all'aiuto di questi enti, si sono recati in banca giovedì mattina per incassare il loro assegno mensile, apprendendo che non era più possibile farlo. Il provvedimento è stato adottato dall'autorità monetaria palestinese, presumibilmente sotto la pressione israelo-americana, e va a colpire la parte più povera della società palestinese, compresi i familiari dei prigionieri detenuti nelle carceri dello Stato ebraico, come gli orfani dei caduti.

Chile

continua lo sciopero della fame di alcuni figli di desaparecidos in chile, contro la proposta del governo di garantire una sorta di impunità ai responsabili degli anni della dittatura. la proposta Lagos,dal nome del suo estensore che consentirebbe una completa immunità a chi ammette le proprie responsabilità e aiuta a far luce su quegli anni, trova in disaccordo i familiari delle vittime, che rivolgono un appello a tutte le forze della società civile affinchè sostengano le loro ragioni. Lo sciopero, iniziato il 18 agosto e supportato da analoghe iniziative in Belgio, continuerà almeno fino al momento in cui il presidente dello stato non si pronuncierà sulla proposta di legge, ai primi di settembre.

Intanto lo ex dittatore cileno Augusto Pinochet ha riportato una altra vittoria: la Corte d’Appello di Santiago ha infatti respinto la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare presentata nei confronti dell’anziano ex generale dal giudice Juan Guzmán per il caso conosciuto come ‘Calle Conferencia’. Lo ha reso noto il presidente del tribunale, Alfredo Pfeiffer, precisando che le motivazioni della decisione, adottata con 15 voti favorevoli e 8 contrari, saranno pubblicate a giorni. La Corte d’Appello ha peraltro bocciato un’ulteriore richiesta di sottoporre Pinochet a nuovi accertamenti medici per capire se sia o meno in grado di presenziare a un processo. Il giudice Guzmán ha agito sulla base di una denuncia del Partito comunista cileno (Pcc) che accusa Pinochet del sequestro e la scomparsa di 12 dirigenti comunisti nel 1976. Pinochet, dimessosi dalla carica di senatore a vita lo scorso anno, dopo il non luogo a procedere decretato nei suoi confronti per il caso ‘Carovana della morte’, gode ancora di un’immunità riservata agli ex presidenti della Repubblica.

CASO AMINA: PROCESSO D'APPELLO RINVIATO A FINE SETTEMBRE

È stato rinviato al prossimo 25 settembre il verdetto del processo d'appello di Amina Lawal, la donna condannata a morte per lapidazione da un tribunale islamico per aver avuto una figlia al di fuori del matrimonio. La decisione è stata presa ieri dalla Corte islamica d'appello di Katsina, il capoluogo dell’omonimo Stato del nord della Nigeria, al termine di un'intera giornata trascorsa in aula. Il tribunale islamico aveva già rinviato due volte l'appello. Oggi Aminu Ibrahim, la massima autorità islamica dello Stato di Katsina, aveva detto che è giusto che Amina conosca la sua sorte. Sentite le parti però ha preso ancora un mese di tempo. Gli avvocati della difesa sostengono, infatti, che nel quadro dell'applicazione della legge islamica (Sharìa) siano stati commessi errori di fondo e procedurali. La riapertura del processo di appello coincide con la data in cui il tribunale di primo grado aveva fissato la lapidazione della donna. Nella cittadina settentrionale nigeriana sono accorsi numerosi osservatori internazionali, alcuni avvocati e moltissimi giornalisti, pronti a seguire il ricorso contro la condanna decretata nel marzo dello scorso anno. Da quando la sharìa è stata introdotta nei 12 Stati del nord della Nigeria a prevalenza musulmana nessuna condanna a morte è mai stata eseguita

Riciclaggio

Il riciclaggio di carta in Estonia ha prodotto un inaspettato risultato. Gli elettori di una provincia del sud, chiamati a votare per il referendum di adesione all'unione europea il 14 settembre, si sono visti recapitare la loro tessera elettorale all'interno di buste recanti la falce e martelllo e la sigla CCCP. Gli uffici postali, infatti, per la loro corrispondenza interna continuano ad usare le vecchie buste, piuttosto che mandarle al macero e farle così sprecare. Ma un errore ha voluto che fossero usate anche per la corrispondenza esterna, producendo così scocerto nei destinatari.

G.R. ORE 10.00

Gb. Caso Kelly. A mezzogiorno tocca a Blair. In aula per rispondere alle accuse e recuperare consensi Giornata cruciale per il premier Tony Blair E' giunto il giorno di Tony Blair. Il primo ministro inglese si presenterà oggi al cospetto di Lord Hutton per testimoniare nell'ambito dell'inchiesta sul suicidio dell'espero d'armi David Kelly. La sua deposizione è prevista per le 10.30 locali (le 12.30 italiane) e dovrà fare luce su molti aspetti lasciati ancora in sospeso dopo l'interrogatorio a cui è stato sottoposto ieri il ministro della Difesa Geoff Hoon. E' la seconda volta, nella storia della Gran Bretagna, che un primo ministro si presenta a testimoniare in un'inchiesta giudiziaria. L'esordio era toccato a John Mayor che, nove anni fa, aveva deposto nell'ambito dell'inchiesta Scott sulle armi all'Iraq.

Molti i capi d'accusa contro il premier Blair dovrà spiegare all'inquirente le ragioni della rivelazione dell'identità di Kelly dopo che l'esperto aveva confessato ad alcuni alti funzionari del ministero della Difesa di avere incontrato il giornalista della Bbc Andrew Gilligan. Il primo ministro dovrà anche rispondere delle accuse sulla presunta manomissione del rapporto sulle armi di distruzione di massa irachene. Dunque, non sarà certo una giornata facile quella di Blair. La deposizione di Hoon non lo ha esonerato completamente da colpe, dato che il ministro non ha accettato di fare da capo espiatorio. Hoon, che ha respinto le accuse di aver reso nota l'identità di Kelly scaricando la responsabilità sul capo di gabinetto Jonathan Powell, ha detto di non avere mai avuto l'assoluta certezza del fatto che l'esperto d'armi fosse la fonte utilizzata dalla Bbc nel suo servizio. E questo dubbio è stato condiviso a lungo anche da Blair, almeno fino alla morte del consulente.

Sceglierà la via della trasparenza? Come riuscirà il primo ministro ad uscire 'indenne' dalla deposizione di oggi?Probabilmente scegliendo la via della trasparenza, nel tentativo di recuperare il consenso di una parte di cittadini britannici che lo hanno di fatto sfiduciato. L'inquilino di Downing Street, la cui posizione sembra essersi indebolita dopo che la deposizione di martedi' del capo dei servizi segreti Scarlett l'aveva rafforzata, proverà a convincere Lord Hutton della necessità e della ineluttabilità della guerra in Iraq. Un modo per dimostrare che Kelly era in torto, forse l'ultimo tentativo di salvare una poltrona da tempo più che traballante.

  • IRAQ: UCCISO SOLDATO BRITANNICO A BASSORA BAGHDAD - Un soldato britannico e' stato ucciso e un altro e' stato ferito da colpi di armi da fuoco la notte scorsa a Bassora, in Iraq meridionale. Lo ha detto un portavoce militare a Baghdad. Questa morte porta a 11 il numero dei britannici uccisi in Iraq in attacchi dopo l'1 maggio, quando sono state dichiarate concluse le operazioni militari su larga scala. Il 23 agosto, tre militari britannici erano stati uccisi in un attacco a Bassora. Il 14 agosto, un ordigno telecomandato era esploso al passaggio di un'autoambulanza, uccidendo un soldato britannico e ferendone altri due. Il 24 giugno, sei soldati britannici erano stati uccisi in un attacco contro un posto di polizia a al Majar al Kabir, nel Sud dell'Iraq, dove sono dispiegati circa 11.000 militari britannici.

cile EX COMANDANTE MARINA: FORSE SU NAVE ‘ESMERALDA’ TORTURE A OPPOSITORI REGIME “Era come una partita di calcio, nella quale due squadre si trovavano sull’uno a uno ed entrambe dovevano vincere, ma c’erano sbarramenti su entrambi i fronti”. Con queste parole il senatore eletto nelle liste della destra Jorge Arancibia Reyes, ex comandante in capo della marina cilena, ha ammesso la possibilità che la nave scuola ‘Esmeralda’ sia stata utilizzata come centro di tortura durante la dittatura militare. A trent’anni dal colpo di Stato dell’11 settembre 1973, per la prima volta un ex golpista ha così ammesso che le accuse dei familiari delle vittime e dei prigionieri scampati alla morte reclusi sul quattro alberi della marina di Santiago potrebbero essere vere. È accaduto durante una trasmissione notturna trasmessa dalla televisione pubblica cilena, nella quale dapprima Arancibia Reyes è rimasto sulla difensiva, poi ha ammesso che qualcosa potrebbe anche essere successo a bordo della goletta: “Trent’anni fa gli animi erano molto agitati” ha detto l’ex militare. In una trasmissione televisiva del settembre 1999, lo stesso Jorge Arancibia, allora ancora al comando della Marina, aveva negato risolutamente ogni coinvolgimento della ‘Esmeralda’ nelle operazioni di epurazione dell’opposizione al regime dittatoriale. In quell’occasione il senatore fu smentito da alcuni ex prigionieri politici, tra i quali l’attuale deputato socialdemocratico Antonio Leal. A causa delle denunce sommatesi negli ultimi trent’anni, i viaggi del quattro alberi, gemello nella nave scuola spagnola “Sebastián Elcano”, hanno sempre provocato la protesta dei gruppi che si battono per la difesa dei diritti umani dei Paesi nei quali il vascello faceva scalo. Quest’anno, la ricorrenza del trentennale del golpe ha costretto la marina cilena ad annullare i viaggi dell’‘Esmeralda’ programmati in Svezia, Olanda, Gran Bretagna e Spagna. Tra le vittime della goletta ci sarebbe anche il sacerdote di origine britannica Miguel Woodward, arrestato a Valparaíso il 16 settembre 1973 e successivamente torturato fino alla morte a bordo dell’imbarcazione.

brasile LOTTA A SCHIAVITÙ: MINACCE DI MORTE CONTRO ATTIVISTI Alcuni dei protagonisti della lotta contro la schiavitù nelle ‘fazendas’ brasiliane continuano a ricevere minacce di morte per il loro instancabile impegno al fianco dei lavoratori rurali. A denunciarlo, in una nota giunta alla MISNA, è il Coordinamento contro il lavoro in forma di schiavitù della Cpt: le continue intimidazioni – spiega il comunicato – mirano a bloccare le indagini sui responsabili di violenze e abusi contro i contadini ma soprattutto a ostacolare l’applicazione del ‘Piano nazionale per lo sradicamento della schiavitù’, lanciato nel marzo scorso dal presidente Luis Inácio Lula da Silva. I dati raccolti dall’inizio del 2003 negli Stati di Pará, Mato Grosso, Maranhão e Tocantins la dicono lunga: sono oltre 130 le denunce di schiavismo, per un totale di oltre 4.500 contadini, al vaglio della Cpt. Nello stesso periodo dello scorso anno le denunce erano state 91, pari a 3.746 contadini.

CASO AMINA: PROCESSO D'APPELLO RINVIATO A FINE SETTEMBRE È stato rinviato al prossimo 25 settembre il verdetto del processo d'appello di Amina Lawal, la donna condannata a morte per lapidazione da un tribunale islamico per aver avuto una figlia al di fuori del matrimonio. La decisione è stata presa ieri dalla Corte islamica d'appello di Katsina, il capoluogo dell’omonimo Stato del nord della Nigeria, al termine di un'intera giornata trascorsa in aula. Il tribunale islamico aveva già rinviato due volte l'appello. Oggi Aminu Ibrahim, la massima autorità islamica dello Stato di Katsina, aveva detto che è giusto che Amina conosca la sua sorte. Sentite le parti però ha preso ancora un mese di tempo. Gli avvocati della difesa sostengono, infatti, che nel quadro dell'applicazione della legge islamica (Sharìa) siano stati commessi errori di fondo e procedurali. La riapertura del processo di appello coincide con la data in cui il tribunale di primo grado aveva fissato la lapidazione della donna. Nella cittadina settentrionale nigeriana sono accorsi numerosi osservatori internazionali, alcuni avvocati e moltissimi giornalisti, pronti a seguire il ricorso contro la condanna decretata nel marzo dello scorso anno. Da quando la sharìa è stata introdotta nei 12 Stati del nord della Nigeria a prevalenza musulmana nessuna condanna a morte è mai stata eseguita.

gror030828 (last edited 2008-06-26 09:59:48 by anonymous)