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aperto da paoletta e danielina alle 9.20. Inserite notizie!!!!!
c: ore 15.30, chiedo perdono...ma questa mattina, come avete notato, c'è stato casino sul ddl cirami...
nessun perdono a ROR,paola che combini? ciao da massimo
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= GR ORE 9.30 = === GR ORE 13.00 ===
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'''ESTERI''' '''Esteri'''
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'''Palestina'''

L'Alta corte israeliana ha dato il via libera alla deportazione a Gaza di due parenti di kamikaze. La sentenza, decisa all'unanimita' dai nove giudici, e' valida per soli due anni, al termine dei quali i due, Kifah e Anitsar Ajuri, fratello e sorella, potranno tornare in Cisgiordania. Secondo l'accusa la donna cuci' la cintura da kamikaze usata da un altro fratello in un attentato suicida. Il tribunale ha invece deciso che una terza persona, parente di un altro terrorista, non potra' essere deportato, in quanto i suoi legami con il terrorismo non sono sufficientemente provati.

''Continuiamo a pensare che la decisione di espellere due palestinesi dalla Cisgiordania a Gaza sia in contrasto con il diritto internazionale''. Lo ha affermato l'avvocatessa Lea Zemel, commentando la sentenza della Corte suprema israeliana che ha autorizzato oggi l'espulsione di due familiari di un militante palestinese coinvolto in un attentato kamikaze. Zemel ha difeso Kifah Ajuri (che sara' espulso assieme alla sorella, Intissar) e Nasser Assida, che potra' invece restare in Cisgiordania. Secondo Zemel, la Corte suprema ha dapprima definito Gaza e la Cisgiordania ''una unica entita' territoriale'', e quindi ha stabilito che lo spostamento di due persone di alcune decine di chilometri al suo interno non rappresenta una espulsione. Tuttavia, secondo Zemel, la Corte suprema ha accolto anche alcune tesi della difesa. Ad esempio, ''che non si puo' espellere una persona solo per creare un deterrente'' nel resto del popolo palestinese. La Corte suprema ha anche stabilito che le espulsioni ''sono solo un'ultima risorsa'' e che le forze armate israeliane non potranno ordinarle se prima non avranno esaurito altri sistemi punitivi. ''La Corte Suprema - secondo Zemel - ha chiarito all'esercito che non tutti i provvedimenti che sono efficaci sono al tempo stesso legali''.
E intanto l'esercito israeliano continua la sua pratica di omicidi e distruzioni nel territorio palestinese. Anche oggi, sono già almeno cinque i morti palestinesi uccisi dai soldati israeliani, sotto il pretesto di essere attentatori.
Un palestinese e' stato ucciso durante la notte nella Striscia di Gaza dopo aver lanciato bombe a mano contro tank israeliani. Secondo fonti palestinesi, i tank hanno poi aperto il fuoco contro il vicino abitato di Deir el Ballah, danneggiando numerose case.
Due palestinesi sono stati uccisi stamattina da un colpo di cannone sparato da una carro armato israeliano nel villaggio di Burin, nei presi di Nablus in Cisgiordania. Lo hanno detto responsabili della sicurezza palerstinese. Le vittime sono Hussein Najah, di 21 anni, e Baher Rahid, di 23. Le fonti hanno detto che i due giovani non erano conosciuti come membri di una qualche organizzazione e di non sapere al momento il motivo per cui i soldati israeliani abiano sparato contro di loro.
E ancora, un bulldozer abbatte la parete di una casa e una famiglia resta sotto le macerie. E' accaduto a Rafah, nel sud della striscia di Gaza, durante un'operazione dell'esercito israeliano che cercava di localizzare un tunnel utilizzato per il contrabbando di armi con l'Egitto. Secondo fonti israeliane, i feriti sono una decina. Intanto la polizia municipale di Gerusalemme si trova alle prese con una decina di coloni che ha occupato una casa nell'abitato di Khaber al Mukaber, a Gerusalemme Est, sostenendo di averla comprata. I vicini, tutti palestinesi, hanno invece sporto denuncia alle autorita' per occupazione abusiva. I coloni affermano che l'abitazione e' stata comprata dall'associazione "Elad" (acronimo di "Verso la citta' di David") cosi' come altre nel quartiere di Siloe e nella citta' vecchia di Gerusalemme

'''Johannesburg'''
'''Iraq'''
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Le sommet de la Terre dans la dernière ligne droite
 
 
Les ministres ont levé hier soir le dernier obstacle majeur sur la question de l'accès à l'énergie des plus pauvres, mais l'accord global sur le Plan d'action, le principal document discuté à Johannesburg, reste suspendu à un dernier point sur la santé des femmes qui doit être discuté ce mardi. Le texte sur l'énergie finalement adopté lundi après des heures de discussions entre délégués stremati, prévoit d'"accroître substantiellement et de façon urgente" la part des sources d'énergie renouvelables dans la consommation mondiale. Il ne fixe ni pourcentage ni échéance pour y parvenir. Le texte ne reprend aucun des chiffres de la proposition initiale européenne, qui si augurava un objectif de 15% d'ici 2010 d'énergies renouvelables (solaire, éolien, hydroélectricité) dans la consommation énergétique mondiale. L'Europe s'est scontrata contro un mur des Etats-Unis qui jugeaient ce double objectif irréaliste, et de l'OPEP qui entendait défendre son pétrole. Le chapitre de l'énergie était le dernier "gros morceau" des discussions pour un Plan d'action en faveur de la réduction de la pauvreté et d'une croissance respectueuse des ressources planétaires. Toutefois, un dernier litige sur l'accès à la santé peut encore retarder un accord global sur le Plan d'action. Le Canada a demandé que les pays rééxaminent un paragraphe extrêmement sensible, car touchant aux droits des femmes, à la contraception et à l'avortement. Selon Ottawa, ce paragraphe a été adopté à la sauvette à Bali, lors de la dernière réunion de préparation du sommet en juin. Il prévoit de "renforcer les moyens dont disposent les système de santé publique pour fournir à tous des services sanitaires de base efficaces (...) en respectant les législations nationales et les valeurs culturelles et religieuses", ce qui, selon les ONG ouvre la voie à toutes les dérives.
Due forti esplosioni sono state avvertite questa mattina a Baghdad nella zona adiacente alla sede di una stazione di polizia. Ne dà notizia la Tv araba Al-Jazeera. Dalle prime informazioni raccolte sembra che si tratti di un'autobomba anche se è difficile reperire informazioni esatte perché i soldati americani avrebbero già chiuso tutta l'area interessata. Le esplosioni sono avvenute davanti alla stazione di polizia al-Rasafa, non lontana dall'edificio del ministero dell'Interno iracheno. Secondo Al Jazeera ci sarebbero almeno 10 feriti mentre numerose vetture sarebbero state distrutte. L'emittente del Qatar ha spiegato che le bombe sono state piazzate nel parco adiacente alla stazione di polizia e che l'edificio che ospita gli agenti non è stato danneggiato seriamente. In questo momento circa 250 tra poliziotti e soldati americani hanno chiuso la zona ed iniziato le indagini. Questo ennesimo attentato avviene proprio nella giornata conclusiva dei funerali dell'Ayatollah Muhammad Baqir Al-Hakim che vede decine di migliaia di persone concentrarsi a Najaf per la celebrazione la morte del leader spirituale degli sciiti iracheni
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E nel corso del primo giorno del summit dei capi di stato, l'attenzione è stata incentrata sul previsto attacco americano all'iraq. E' stato il ministro degli esteri iracheno a denunciare il pericolo di una nuova aggressione, e a chiedere alla comunità internazionale di mobilitarsi.Aziz ha dichiarato ieri al vertice che l'Iraq e' disponibile a far tornare gli ispettori in Iraq nel quadro di ''un accordo complessivo''. Gli Stati Uniti hanno espresso scetticismo sulla disponibilita' di Baghdad. Oggi Aziz si incontrerà con il segretario generale dell'Onu Kofi Annan, che ha più volte espresso la sua disapprovazione.

'''Brasile'''

BRAZIL, 3 SET 2002 (1:27)

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PARTITO IN TUTTO IL PAESE IL PLEBISCITO CONTRO L’ALCA
  
Il motto “Sì alla sovranità, no all’Alca” fa da traino alla campagna lanciata in Brasile dalla Chiesa cattolica e da sindacati e movimenti sociali contro l’Area di libero commercio delle Americhe (Alca). Si tratta di una iniziativa fortemente voluta dal governo statunitense e che potrebbe diventare realtà entro il 2005 ma che suscita molte perplessità e polemiche nei Paesi dell’America latina. Il dubbio, molto radicato, è che l’Alca finisca per trasformare l’intero continente in un sub mercato degli Stati Uniti, regalando definitivamente a Washington le chiavi del totale controllo economico e politico. Per una settimana, fino al prossimo 7 settembre, in tutto il Brasile si svolgerà un plebiscito sull’argomento, il cui esito verrà annunciato ufficialmente il giorno 17. La relativa documentazione verrà poi presentata al Congresso nazionale, al Tribunale superiore di giustizia e al governo. Possono partecipare alla consultazione tutti coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno d’età. Gli organizzatori si attendono un’adesione massiccia, almeno doppia rispetto a quella registrata nel 2000 in occasione del plebiscito sul debito estero.
'''Iraq, Uranio'''
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'''Olanda'''

Hollande (PS): le gouvernement veut "remettre en cause les 35 jeures"
 
 
Le Premier secrétaire du PS, François Hollande, estime que le décret pour l'assouplissement des heures supplémentaires annoncé par le ministre des affaires sociales François Fillon permettrait au gouvernement de "passer en force" pour "remettre en cause les 35 heures". "Une arme est donnée pour utiliser un contingent d'heures supplémentaires, ce qui reviendra finalement à faire travailler davantage sans forcément gagner plus", a dit M. Hollande sur LCI, affirmant qu'"il y a là un risque de déstabilisation d'une certaine situation sociale dans beaucoup d'entreprises". Il a regretté aussi que le gouvernement, qui veut se donner une image de "chantre du dialogue social", passe par un décret plutôt que de discuter "branche par branche".
 
I livelli di radioattività misurati attorno a Baghdad sarebbero da 1000 a 1900 volte più alti dei normali livelli. Lo sostiene il quotidiano britannico Express. Secondo gli esperti, le forze anglo-americane avrebbero usato tra le 1.100 e le 2.200 tonnellate di bossoli di proiettili costruiti con uranio impoverito. La cifra non regge il confronto con le 375 tonnellate usate durante la Prima guerra del Golfo nel 1991. La maggior parte delle aree colpite è rappresentata da zone residenziali densamente popolate. Se inalate, le particelle di materiale radioattivo rilasciate dalle armi americane possono causare tumori, malattie croniche, menomazioni permanenti e danni genetici che si possono ripercuotere sulle nascite. I veterani della Prima guerra del Golfo ritengono che l'esposizione a particelle di uranio impoverito abbia provocato malattie croniche ad oltre 5000 soldati e la morte di almeno 600. La Royal Society, il principale ente scientifico britannico, descrive come "spaventosa" la situazione che rischia di generarsi a Baghdad. Il professor Brian Spratt, presidente dell'ente, ha dichiarato: "Gli americano non ci vogliono fornire indicazioni e credo si tratti una situazione abbastanza spaventosa che loro non prendono abbastanza sul serio. Bisognerebbe assolutamente permettere a qualche organizzazione, come al Programma Ambientale delle Nazioni Unite o all'Organizzazione Mondiale della Sanità, di entrare in Iraq per iniziare a svolgere dei test sui civili e sui militari". Le prove della massiccia presenza di uranio impoverito è stata data in queste ultime settimane dal centro di Ricerca sul Cancro Fred Hutchinson di Seattle, dove sono stati analizzati i fori provocati dai proiettili americani nei carri armati iracheni. Il mese scorso, anche Scott Peterson, della Christian Science Monitor, ha analizzato con un misuratore Geiger i livelli di radiazione a Baghdad: quello più alto è stato registrato presso il Palazzo della Repubblica. Il problema sembra comunque essere noto anche al ministero della Difesa americano, che in passato aveva insistentemente negato ogni possibile conseguenza dell'esposizione all'uranio impoverito. I militari di ritorno dall'Iraq verranno infatti sottoposti a test cronici. Particolarmente duro è il professor Malcolm Hooper, che presiede le due commissioni incaricate di monitorare la situazione sanitaria nel corso della guerra: " Si tratta di proiettili "sporchi". Esattamente quel tipo di armi che secondo il presidente Bush (Usa) e il primo ministro Blair (Gb) erano nelle mani dei terroristi".
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= GR ORE 13.00 =

'''Palestina'''

L'Alta corte israeliana ha dato il via libera alla deportazione a Gaza di due parenti di kamikaze. La sentenza, decisa all'unanimita' dai nove giudici, e' valida per soli due anni, al termine dei quali i due, Kifah e Anitsar Ajuri, fratello e sorella, potranno tornare in Cisgiordania. Secondo l'accusa la donna cuci' la cintura da kamikaze usata da un altro fratello in un attentato suicida. Il tribunale ha invece deciso che una terza persona, parente di un altro terrorista, non potra' essere deportato, in quanto i suoi legami con il terrorismo non sono sufficientemente provati.
Secondo l'avvocata Lea Zemerl, difensore degli imputati, ci sono però elementi importanti nella sentenza, in quanto riconosce che non si puo' espellere una persona solo per creare un deterrente'' nel resto del popolo palestinese. La Corte suprema ha anche stabilito che le espulsioni ''sono solo un'ultima risorsa'' e che le forze armate israeliane non potranno ordinarle se prima non avranno esaurito altri sistemi punitivi. ''La Corte Suprema - secondo Zemel - ha chiarito all'esercito che non tutti i provvedimenti che sono efficaci sono al tempo stesso legali''

E intanto l'esercito israeliano continua la sua pratica di omicidi e distruzioni nel territorio palestinese. Anche oggi, sono già almeno cinque i morti palestinesi uccisi dai soldati israeliani, sotto il pretesto di essere attentatori.
Un palestinese e' stato ucciso durante la notte nella Striscia di Gaza dopo aver lanciato bombe a mano contro tank israeliani. Secondo fonti palestinesi, i tank hanno poi aperto il fuoco contro il vicino abitato di Deir el Ballah, danneggiando numerose case.
Due palestinesi sono stati uccisi stamattina da un colpo di cannone sparato da una carro armato israeliano nel villaggio di Burin, nei presi di Nablus in Cisgiordania. Lo hanno detto responsabili della sicurezza palerstinese. Le vittime sono Hussein Najah, di 21 anni, e Baher Rahid, di 23. Le fonti hanno detto che i due giovani non erano conosciuti come membri di una qualche organizzazione e di non sapere al momento il motivo per cui i soldati israeliani abiano sparato contro di loro.
E ancora, un bulldozer abbatte la parete di una casa e una famiglia resta sotto le macerie. E' accaduto a Rafah, nel sud della striscia di Gaza, durante un'operazione dell'esercito israeliano che cercava di localizzare un tunnel utilizzato per il contrabbando di armi con l'Egitto. Secondo fonti israeliane, i feriti sono una decina. Intanto la polizia municipale di Gerusalemme si trova alle prese con una decina di coloni che ha occupato una casa nell'abitato di Khaber al Mukaber, a Gerusalemme Est, sostenendo di averla comprata. I vicini, tutti palestinesi, hanno invece sporto denuncia alle autorita' per occupazione abusiva. I coloni affermano che l'abitazione e' stata comprata dall'associazione "Elad" (acronimo di "Verso la citta' di David") cosi' come altre nel quartiere di Siloe e nella citta' vecchia di Gerusalemme.
Sul fronte degli accordi,il ministro della difesa israeliano Benyamin Ben Eliezer ha rivelato oggi che a Betlemme (Cisgiordania) viene costituita una nuova forza palestinese incaricata di impedire attentati anti israeliani. ''Tutto cio' rappresenta uno sviluppo positivo'', ha detto il ministro. In precedenza la radio militare israeliana aveva affermato che a Betlemme, su ordine del ministro palestinese degli interni Abdel Razak Yahya, viene costituito un nuovo servizio di sicurezza preventiva, denominato 'La forza centrale'. Finora a Betlemme e' stato dislocato un centinaio di agenti ''che dipendono direttamente da Yahya'' e che sono incaricati di mantenere l'ordine pubblico, secondo la emittente israeliana. La radio militare ha aggiunto che il ministro Yahya e' in questi giorni oggetto di aspre critiche da parte del movimento islamico Hamas.

I principali gruppi radicali palestinesi hanno respinto oggi l'appello del ministro dell'Interno palestinese Abdel Razzak al-Yahya a porre fine a ogni forma di violenza contro Israele. Le Brigate dei martiri di Al Qqsa (legato al partito dle presidente palestinese Yasser Arafat, Al Fatah), il Fronte popolare di liberazione della Palestina (Fplp) e gli integralisti di Hamas e della Jihad islamica hano detto che gli attacchi continueranno. ''Non ci sara' nessuna fine della resistenza fino alla fine dell'occupazione'' israeliana, ha detto un leader delle Brigate di al Aqsa. Dichiarazioni simili sono state fatte dagli altri tre gruppi. Ieri Yahya, in dichiarazioni all'agenzia britannica Reuters, aveva esortato i palestinesi a abbandonare la violenza contro gli israeliani e a lottare contro l'occupazione con la resistenza civile. Oggi intanto le Brigate di al Aqsa e un altro gruppo radicale laico, il Fronte democratico di liberazione della Palestina (Fdlp) hanno rivendicato con un comunicato congiunto pervenuto all'agenzia France Presse l'attacco a un convoglio militare israeliano fatto ieri nei pressi di Kissufim, al valico tra il territorio israeliano e la striscia di Gaza. Nell'attacco un militante palestinese era stato ucciso dai soldati.

'''Johannesburg'''

''Il summit mondiale degli accordi vergognosi non dello sviluppo sostenibile''. E' critico il WWF sui risultati raggiunti a Johannesburg. Il vertice, sottolinea il WWF ''ha completamente mancato l'obiettivo di avviare le azioni necessarie per ridurre la produzione e il consumo che stanno impoverendo il nostro pianeta e i popoli che ci vivono''. ''Sebbene il summit abbia avuto alcuni risultati positivi - ha spiegato l'associazione - nel suo complesso non ha prodotto gli impegni che noi ed altri ritenevamo necessari per raggiungere lo sviluppo sostenibile. Il Piano d'azione, infatti, manca evidentemente di chiari obiettivi e scadenze su diversi temi cruciali: non assicura che le popolazioni possano avere accesso all'energia pulita; si promette l'accesso all'acqua purificata per i poveri, ma poi non protegge i fiumi da cui quell'acqua proviene; non si e' voluta confermare la supremazia dei bisogni dei poveri e dell'ambiente sull'agenda del libero commercio. Infine, il Piano e' piu' debole di accordi precedenti sul controllo delle sostanze chimiche che minacciano la natura e la nostra salute''
Due annunci importanti però sono venuti nella giornata di oggi, ed entrambi riguradano il Protocollo di Kyoto.

 Dopo l'annuncio di quattro giorni fa a Johannesburg con il quale il ministro per lo Sviluppo russo sottolineava che Mosca non aveva piu' interesse ad aderire, oggi a Johannesburg il primo ministro Mikhail Kasyanov fa marcia indietro e assicura che presto in calce al documento ci sara' anche la firma del Cremlino. "La Russia ha sottoscritto il protocollo sull'emissione dei gas serra - dice in occasione del vertice sullo sviluppo sostenibile - e ora stiamo preparando la ratifica che, prevediamo, avverra' in tempi brevi".

Pechino ha annunciato di aver ratificato il protocollo di Kyoto sulle emissioni di gas serra. In quelita' di Paese in via di sviluppo, la Cina non era vincolata ad alcun obiettivo nel programma di riduzione delle emissioni di biossido di carbonio, ma con questa mossa ha voluto anticipare i tempi e misurarsi al pari con le altre nazioni industrializzate. L'annuncio e' stato dato durante il Vertice sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg dal premier Zhu Rongji.

Ieri, ne primo giorno del summit dei capi di stato, l'attenzione è stata incentrata sul previsto attacco americano all'iraq. E' stato il ministro degli esteri iracheno a denunciare il pericolo di una nuova aggressione, e a chiedere alla comunità internazionale di mobilitarsi.Aziz ha dichiarato ieri al vertice che l'Iraq e' disponibile a far tornare gli ispettori in Iraq nel quadro di ''un accordo complessivo''. Gli Stati Uniti hanno espresso scetticismo sulla disponibilita' di Baghdad.
Oggi il colloquio con Kofi Annan.
L'Iraq e' pronto a collaborare con l'Onu per un un accordo globale che metta fine alla contrapposizione con gli Usa, ma anche a difendersi da un attacco americano. Lo ha detto oggi il vicepremier Tareq Aziz dopo un colloquio con il segretario generale dell'Onu Kofi Annan a Johannesburg in Sudafrica. ''Come ho detto al segretario generale, se qualcuno ha una soluzione magica, cosi' che tutte queste questioni possano essere risolte insieme, con equita' e ragionevolezza, noi siamo pronti a trovare una tale soluzione e siamo pronti a cooperare con le Nazioni Unite'', ha detto Aziz - secondo quanto ha riferito l'agenzia britannica Reuters - dopo l'incontro con Annan in margine al vertice Onu sulla Terra. Ma il vicepremier ha avvertito: ''C'e' una crisi. Noi prendiamo molto sul serio le minacce (americane). Noi ci prepariamo a difendere il nostro Paese'', ha riferito l'agenzia francese France Presse. ''La questione (del ritorno degli ispettori Onu sul disarmo) non e' il solo problema. Le sanzioni, l'aggressione continua, le minacce di guerra: tutte questi problemi sono sul tavolo'', ha detto Aziz, secondo la France Presse.

'''Corte penale internazionale'''
'''Iraq, ricostruzione'''
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L'instance suprême de la CPI se réunit pour la première fois
 
 
La mise en place du premier tribunal international compétent pour juger les auteurs des crimes de guerre les plus graves se poursuit malgré l'opposition des Etats-Unis, avec l'ouverture mardi au siège de l'ONU à New York de la première Assemblée des Etats parties au statut de la Cour pénale internationale (CPI). La première réunion de cette Assemblée, l'instance suprême de la CPI qui sera appelée à sièger au moins une fois par an pour en superviser les travaux et le fonctionnement, "est une rencontre historique, un évènement en lui-même hautement significatif", a déclaré Richard Dicker, le directeur du programme justice internationale de l'association Human Rights Watch. Cette rencontre, a ajouté le responsable de cette organisation américaine de défense des droits de l'Homme, "devrait clairement exposer les mensonges et la désinformation des Etats-Unis qui diabolisent la Cour en la représentant comme un tribunal de crapules". Le président Georges W. Bush a, dans une décision sans précédent diplomatique, retiré en mai la signature que les Etats-Unis avaient apposé au traité de Rome mettant en place la CPI, compétente pour juger les crimes les plus graves comme le génocide, les crimes contre l'humanité ou les crimes de guerre. Depuis, Washington, affirmant redouter des "poursuites politiquement motivées", a entrepris une intense campagne diplomatique pour obtenir que les ressortisants américains bénéficient systématiquement de l'immunité face à cette juridiction dont la création a été saluée à travers le monde comme la plus grande avancée pour la défense des droits de l'Homme faite depuis un demi siècle. L'agenda de la première Assemblée des Etats parties, qui doit officiellement adopter l'ensemble des documents mis au point par les groupes de travail préparatoire, sera dominé par la procédure de désignation des 18 juges que comptera la CPI, selon des diplomates et représentants d'organisations non gouvernementales. Les ONG, qui ont joué un rôle moteur dans la mise en place de la CPI, veulent que les juges soient élus en fonction de leur compétence et que soient évités les soutiens croisés qui marquent d'ordinaire les élections dans les instances multilatérales. L'article 36 du Statut définit les qualifications requises pour les juges ainsi que la composition de la Cour qui devra équitablement représenter les principaux systèmes juridiques et les différentes régions géographiques du monde ainsi que l'équilibre des sexes. L'adoption du budget - de l'ordre, pour le premier exercice, de 35 millions de dollars à la charge des Etats ayant ratifié le traité - ne devrait en revanche pas faire de difficulté. Même si elle ne figure pas officiellement à l'ordre du jour, l'offensive lancée par Washington qui, faute d'avoir obtenu une immunité globale permanente pour ses ressortissants, cherche à parvenir au même résultat par le biais d'accords bilatéraux, devrait être abondamment discutée. La légalité de tels accords - sur lesquels l'Union européenne s'est donné samedi un mois pour trouver une position commune acceptable par Washington - devrait constituer le point principal des débats, au moins dans les couloirs. Les Etats-Unis en tous les cas ne devraient pas être présents: seuls en effet les Etats signataires du Statut - qualité perdue par Washington en mai - peuvent avoir des observateurs à l'Assemblée.
timori crescenti per la sicurezza e il ruolo ancora dominante degli Stati Uniti in Iraq continuano a frenare l'impegno della comunita' internazionale a stanziare consistenti aiuti economici, al punto che al Palazzo di Vetro ci si comincia a interrogare sull'opportunita' di rinviare la Conferenza dei donatori, in programma a Madrid dal 24 al 26 ottobre. Secondo quanto scrive oggi il ''Washington Post'', l'idea sarebbe quella di posticipare l'incontro fino a quando le Nazioni Unite - vittime dell'attentato del 19 agosto scorso contro il loro quartier generale a Baghdad, nel quale sono morte 23 persone, tra cui l'inviato Sergio Vieira de Mello - non saranno nuovamente in grado di rafforzare la propria presenza in Iraq e fino a quando non si sara' arrivati a un'intesa con l'amministrazione Bush sul ruolo che l'Onu deve giocare nella ricostruzione. Nei giorni scorsi, l'amministratore americano in Iraq, Paul Bremer, aveva rivelato che saranno necessarie ''decine di miliardi di dollari'' solo nel prossimo anno per i primi interventi necessari per ricostruire il Paese.
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'''ITALIA'''

'''Giustizia'''

2:05 GIUSTIZIA: NIENTE URGENZA PER LEGGE CIRAMI = SCRUTINIO SEGRETO SU PREGIUDIZIALI E VOTO FINALE Roma, 3 set. - (Adnkronos) - Niente urgenza; si' all'abbinamento Affari costituzionali-Giustizia; scrutinio segreto, pur se limitatamente alle pregiudiziali e al voto finale, e quindi niente contingentamento dei tempi. Sono queste le decisioni assunte dalla Conferenza dei capigruppo della Camera sulla legge Cirami, per la quale e' stato fissato l'approdo in aula per il 23 settembre, a meno che le commissioni chiamate ad esaminare il provvedimento gia' approvato dal Senato non abbiano concluso il proprio lavoro. In questo caso, la legge Cirami andrebbe in aula poco dopo la meta' di ottobre

Niente procedura di urgenza per il Ddl Cirami, che pero' e' stato calendarizzato in aula dal 23 al 26 settembre, dove il voto avverra' a scrutinio segreto. E' questa la decisione presa dalla conferenza dei capigruppo della Camera dei Deputati. Non essendo stata richiesta la procedura d'urgenza da parte della Casa delle Liberta' le commissioni Giustizia e Affari Costituzionali non saranno obbligate a concludere l'esame del provvedimento entro 30 giorni. La capigruppo ha dunque accettato la richiesta dell'opposizione di un esame congiunto da parte delle due commissioni nonche' quella di un voto a scrutinio segreto in aula.(

Il presidente della Camera si e' poi augurato che ''il dibattito sul ddl Cirami sia serrato ma sereno e che si discuta nel merito del provvedimento. Invito l'opposizione- ha aggiunto- ad avere la consapevolezza che esiste, pero', anche un diritto della maggioranza di far valere i propri numeri''. Rivolgendosi poi all'opposizione, Casini ha assicurato:''Sull'andamento dei lavori in commissione hanno competenza i rispettivi uffici di presidenza, in ogni caso incontrero' al piu' presto i presidenti delle due commissioni: Bruno e Pecorella per assicurarmi che venga rispettato fino in fondo il regolamento. Ma conoscendo il grande equilibrio e le grandi capacita' dei due presidenti, sono sicuro che le regole saranno rispettate fino in fondo''. In precedenza erano intervenuti Pierluigi Castagnetti, Marco Rizzo, Ugo Intini, Franco Giordano e Luciano Violante. Tutti si erano ''rammaricati'' per la decisione della conferenza dei capigruppo. In particolare Violante aveva sottolineato il fatto che ''non essendo stata stabilita l'urgenza, le commissioni hanno 60 giorni di tempo per esaminare il ddl e l'opposizione ha intenzione di utilizzarli tutti, visto che e' un provvedimento delicato e complesso. Ecco perche'- aveva sottolineato il capogruppo di Ds a Montecitorio- la data del 25 settembre


= GR ORE 17.00 =

'''Spagna'''

Continua il processo di illegalizzazione di Batasuna in tutta al Spagna, dopo che ieri sono state vietate tutte le manifestazioni di solidarietà alla formazione indipendentista basca.
Oggi è stata presentata al Tribunale Supremo l'ordinanza del Governo Spagnolo, che ha presentato delle prove, a suo dire inoppugnbili, che dimostrano il legame esistente tra Batasuna e l'Eta.
Tra queste, numerose fotografie scattate nei municipi governati da batasuna, dove sono presenti immagini e murales di militanti dell'Eta uccisi dalla polizia.
Tanto basta al governo spagnolo per far rientrare Batasuna nell'elenco dei partiti soggetti all'illegalizzazione, secondo quanto previsto dalla legge recentemente approvata (Ley des Partitos).
Intanto, dopo il divieto emanato ieri da Garzon per vietare ogni manifestazione in appoggio a Batasuna, si mobilitano le altre città europee, per promuovere manifestazioni concomitanti nella giornata del 7 settembre.
Per quel giorno sono infatti previste manifestazioni a Bilbao, e in solidarietà con esse anche in diverse città italiane si manifesterà, contro quella che viene definita una "legge fascista". In particolare, segnaliamo le manifestazioni già organizzate a Perugia, Bari e probabilmente a Cagliari, dove un comitato si sta muovendo per realizzare una grande manifestazione. Ricordiamo che gruppi indipendentisti sardi hanno già pubblicamente manifestato il loro sostegno a Batasuna.
 Nonostante le difficolta', secondo il giornale americano l'amministrazione Bush avrebbe comunque intenzione di confermare la Conferenza di Madrid: proprio in vista di quell'appuntamento, e' prevista domani a Bruxelles una riunione, alla quale partecipera' una nutrita delegazione americana, oltre a rappresentanti di varie istituzioni internazionali, come la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale, l'Undp. In particolare, Washington sta facendo pressioni sull'Fmi e sulla Banca mondiale perche' riconoscano al piu' presto il Consiglio di governo provvisorio nominato dal ''vicere'' americano Paul Bremer, cosi' da divenire un soggetto legittimato a ricevere finanziamenti dai due istituti finanziari.
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Due giovani palestinesi sono stati uccisi stamattina a Kfar Burin, vicino Nablus, da colpi sparati da un carro armato israeliano. Lo ha riferito la radio israeliana. Un portavoce dell'esercito ha dichiarato che i due erano stati individuati ''in un'area chiusa al movimento dei palestinesi''. Secondo quanto scrive Haaretz on-line i due, Bahir Eid, 22 anni, e Hussein Najar, stessa eta', erano residenti di Burin. I loro corpi sono stati recuperati dalla Croce Rossa Internazionale. Hussan Johari, direttore dell'ospedale di Nablus, ha detto che uno dei due corpi e' letteralemnte esploso.
 I leader dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina e di Al-Fatah stanno tenendo a Ramallah un incontro per tentare di trovare una soluzione alla crisi creatasi tra il presidente Yasser Arafat e il primo ministro Abu Mazen. Lo riferisce il quotidiano israeliano Haaretz nella sua versione on-line. Giovedì prossimo il Consiglio legislativo palestinese sarà chiamato a esprimere il proprio voto di fiducia ad Abu Mazen, la cui eventuale caduta potrebbe significare il definitivo tramonto della Road map. Nei giorni scorsi è arrivato da parte della Casa Bianca un duro monito ad Arafat affinché sostenga Abu Mazen. Il rischio è quello di veder naufragare la possibilità di uno stato palestinese entro il 2005.

Il ministro della Difesa israeliano Shaul Mofaz e' tornato a chiedere oggi l'esilio per il presidente palestinese Yasser Arafat, accusato di ostacolare il processo di pace. "Credo che Israele abbia fatto un errore storico nel non espellerlo due anni fa", ha dichiarato Mofaz alla Radio dell'esercito. Per il futuro, ha aggiunto, "credo che a breve termine dovremo affrontare la questione, probabilmente anche quest'anno". Gia' in passato il 'falco' del governo di Ariel Sharon aveva sollecitato la cacciata di Arafat, ma i suoi appelli erano sempre caduti nel vuoto

'''Turchia'''


I ribelli curdi hanno annunciato la fine di una tregua di 5 anni con la Turchia accusando Ankara di non rispettare il cessate il fuoco. Il Pkk o Kadek, come e' anche chiamato il movimento di cui era leader Abdullah Ocalan fino alla sua cattura nel 1999, si batte da quasi vent'anni per l'indipendenza della regione sud-orientale a maggioranza curda. "Annunciamo che il cessate il fuoco unilaterale e' terminato il primo settembre e ora potra' continuare solo in modo bilaterale", ha fatto sapere il Kadek in una nota trasmessa dall'agenzia Mezopotamya. Un'eventuale ripresa delle guerriglia rischia di complicare i piani turchi per l'avvicinamento all'Unione europea. L'Ue aveva duramente criticato la repressione praticata da Ankara negli anni '80 e '90 per il ricorso alla tortura e ad altre violazioni dei diritti umani. Il Kadek aveva gia' minacciato di interrompere da settembre un cessate il fuoco che Ankara ha sempre respinto avvertendo che non smettera' di perseguire i suoi militanti. I guerriglieri giudicano insufficiente la parziale amnistia decisa dalla Turchia e chiedono che venga estesa a tutti i membri del Kadek. Venerdi' scorso tre guerriglieri curdi e tre soldati di Ankara erano rimasti uccisi in uno scontro a fuoco a un'ottantina di chilometri dal confine con l'Iraq.


'''Bolivia'''


guaraníes |ore decisive per loro territori

Il governo premme per nuovi accordi sulla gestione di territori guarani
Amigos de la Tierra (01/09/2003 09:14)
 La comunità mbyá guaraní yryapú de Puerto Iguazú, Misiones torna a soffrire presioni da parte del governo provinciale dopo tredici anni di lotta e resistenza. Il governo presiona per firmare accordi che violanno la costituzione e convegni inernazionali. L'accordo che deve essere firmato il prossimo giovedi riconosce la proprietà comunitaria delle terre sui 600 ettari che richiedeva la comunità yrypayù ma offre la titolarità del 50 %, 300 ettari. Ma non solo, il piano di gestione come Riserva Naturale e Culturale sposta la guirisdizione dei territori al governo provinciale, sottometendo gli usi e abitudini della cominità indigena sotto le decisioni del Ministero di Ecologia.


'''Argentina'''

Il giudice federale argentino Jorge Urso, che indaga sui crimini della dittatura e sulle migliaia di desaparecidos aregntini, ha ricevuto una richiesta dalla procura per l'arresto di decine di militari sospettati di essere implicati in tale piano.

Il procuratore Miguel Angel Osorio ha in particolare chiesto la detenzione dei 39 militari e un civile la cui liberazione è stata disposta ieri dal giudice Rodolfo Canicoba Corral. Il gruppo era agli arresti domiciliari dalla fine dello scorso luglio in seguito a ordini di cattura firmati dalla magistratura spagnola che ne chiedeva l'estradizione per crimini commessi durante la dittatura militare (1976-1983).

Canicoba Corral ha preso la decisione dopo aver appreso dal ministero degli Esteri argentino che il governo di José Maria Aznar non aveva autorizzato il trasferimento della documentazione preparata dal giudice Baltasar Garzon. Oltre all'ex generale Jorge Videla e l'ammiraglio Emilio Massera, che non sarebbero comunque stati rilasciati perché agli arresti per altri processi, il procuratore Osorio chiede l'arresto dell'ex capitano Alfredo Astiz, l' 'angelo biondo della morte', la cui estradizione è stata chiesta dalla Francia, e dei militari José Montes, Jorge Olivera Rovere, Cesar Ferrero, Adolfo Sigwad, Julio Torti, Antonio Vanek e Santiago Riveros.

La chiesa cattolica argentina, intanto, ha respinto energicamente le affermazioni di un ex generale dell'ultima dittatura secondo cui alcuni vescovi giustificarono la tortura, e ha ribadito che questo metodo per ottenere una confessione "è sempre illecito". In un comunicato diramato ieri a Buenos Aires a firma del segretario generale, mons. Sergio Fenoy, la Conferenza episcopale argentina ha sostenuto che "è assolutamente falso e inaccettabile" mettere in relazione la Chiesa con la tortura, come ha suggerito in un'intervista a una televisione francese l'ultimo presidente della dittatura, Reynaldo Bignone. La posizione della chiesa argentina, conclude il documento, resta la stessa: il ricorso alla tortura per ottenere un'informazione da un detenuto "è sempre illecito".


'''Italia'''

'''Lavoro'''

La frequenza degli infortuni sul lavoro nella Regione Lazio e' molto alta: 62,1 ogni mille occupati. Questa la denuncia del segretario generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio. Il sindacato sottolinea anche che a Roma spetta il primato regionale con il 60% degli infortuni totali. Seguono, poi, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Il maggior numero di infortuni, rivela l'analisi statistica, avviene nei primi giorni della settimana. Il sistema di monitoraggio istituito dalla Fillea Cgil mostra un aumento degli incidenti mortali nel 2003. Nei primi sette mesi di quest'anno sono state gia' 7 le vittime nei cantieri contro le due dello scorso anno. Una vera e propria impennata. Nel 2001 il settore delle costruzioni del Lazio, secondo l'Inail ha registrato 4.396 infortuni, il 10 per cento degli incidenti che hanno interessato tutti i settori. Ma gia' a meta' 2002 i dati forniti dall'Inail rilevavano una tendenza preoccupante.
Line 114: Line 67:
Israele ha oggi deciso di autorizzare la riunione del Consiglio legislativo palestinese (Clp), in programma per il prossimo 9 settembre a Ramallah, ma al tempo stesso ha interdetto la partecipazione di esponenti del Clp che ritiene implicati in attivita' terroristiche. Lo ha riferito la radio pubblica, precisando che l'assenso israeliano e' stato deciso al termine di una consultazione che il premier Ariel Sharon ha avuto col ministro della difesa Binyamin Ben Eliezer e con alti ufficiali delle forze armate. La restrizione posta da Israele alla partecipazione di alcuni membri ai lavori del Clp, che tra l' altro dovrebbe dare il suo assenso al rimpasto fatto da Yasser Arafat in seno all'esecutivo palestinese, e' stata aspramente criticata da membri dell' Autorita' nazionale palestinese (Anp). Il ministro dell' informazione dell' Anp Yasser Abed Rabbo ha accusato il premier Sharon di voler impedire la riunione del Clp ponendo condizioni inaccettabili. Senza precisare come, l'esponente palestinese ha affermato che tutti i membri del Clp saranno presenti alla riunione, senza tener conto dei veti di Israele. Il presidente della commissione politica del Clp Ziad Abu Amr ha invece detto che non ci potra' essere una riunione di questo foro legislativo senza aver prima ottenuto garanzie internazionali contro l'arresto di suoi membri da parte di Israele. '''pensioni'''
Line 117: Line 70:

'''Johannesburg'''


Il presidente Vladimir Putin ha oggi detto che la Russia ''ha intenzione di ratificare il protocollo di Kyoto'', ma ''rimangono problemi al livello degli esperti''. Putin ha fatto tale dichiarazione dopo i colloqui col presidente tedesco Johannes Rau. In precedenza, a Johannesburg, il premier Mikhail Kasyanov aveva detto che ''la Russia ha gia' firmato il trattato e la sua ratifica avverra' tra breve''.
 



= GR ORE 19.30 =

== Sommario ==

'''Esteri'''

Johannesburg: Mentre si prolungano ancora oggi le discussioni per formulare il principale documento politico del vertice, il cosidetto "Piano d'azione", lo domina il dissenso tra le ONG e nelle strade, nelle piazze, nell'intera città di johannesburg, in questi giorni, nonostante la forte repressisone della polizia locale, migliaia di persone sono scese in piazza per rivendicare diritti e voce.


Corte Penale Internazionale: L'insediamento della corte penale internazionale,per i crimini di guerra, prosegue nonostante l'opposizione degli Usa,oggi nella sede dell'ONU a N.Y. si è svolta la prima assemblea degli stati che hanno sottoscritto la CPI.
 

Spagna: Continua il processo di illegalizzazione di Batasuna in tutta al Spagna, dopo che ieri sono state vietate tutte le manifestazioni di solidarietà alla formazione indipendentista basca.


Francia: Diverse associazioni di difesa dei diritti degli esseri umani, e ancora artisti e scrittori, hanno lanciato oggi una petizione in Francia in favore dei sans-papiers, chiedendo al costituzione di una commissione incaricata di contrastare l'arbitrio delle prefetture.



'''ESTERI'''

'''Johannesburg'''

Mentre si prolungano ancora oggi le discussioni per formulare il principale documento politico del vertice, il cosidetto "Piano d'azione", lo scetticismo domina tra gli ecologisti, ma anche tra i delegati, sulla debolezza dei risultati politici di questa conferenza. Troppa la differenza tra i discorsi e le azioni, come ha rilevato il presidente equadoriano Noboa. "Coloro che si schierano a favore della causa ambientalista sono i più grossi inquinatori del paese, e non vogliono nè accettare dei compromessi per salvare il pianeta, nè mantenere gli obiettivi ufficiali dell'aiuto allo sviluppo".
"I poveri non hanno ottenuto che delle pagliuzze a questo vertice" secondo l'associazione britannica Oxfam, che ha criticato l'assenza di impegni precisi.
Un solo punto importante è stato raggiunto, ed è la decisione della Russia di ratificare il Protocollo di Kyoto al più presto. La decisione russa è importanete perchè permetterà finalmente di rendere operativo il protocollo, nonostante il rifiuto degli Stati Uniti, che resteranno così isolati in questa vicenda.
Ma non è l'unico punto in cui gli USA hanno opposto una posizione divergente, e talvolta aspramente divergente, con le altre nazioni.
Anche sull'energia, uno dei punti più importanti in discussione, c'è stato un confronto acceso, che ha visto trionfare, in nome della stesura di un documento comune, la posizione statunitenze. Accettate le misure formali proposte dall'europa, queste (che pure erano minime) sono state vanificate dall'assenza totale di date precise per la loro attuazione, accettando di fatto la posizione americana di "nessun intervento contrario allo sviluppo economico dei paesi industrializzati"
Il vertice di Johannesburg resterà come una delle tante occasioni mancate per rilanciare la rivoluzione energetica, secondo quanto dichiararto da associazioni ambientaliste presenti al vertice.
Sul commento delle Ong, sentiamo antonio tricarico della Campagna per la riforma della banca mondiale. '''(audio)'''


Ma il vertice di Johannesburg non è stata solo l'occasione mancata, è stato anche il momento di confronto e discussione tra varie realtà. Non solo al Forum delle ong, ma anche nelle strade, nelle piazze, nell'intera città di johannesburg, che in questi giorni, nonostante la forte repressisone della polizia locale, ha visto migliaia di persone scendere in piazza per rivendicare diritti e voce.
Dopo la manifestazione di ieri, conclusasi con una brutale carica della polizia, oggi sono stati rilasciati gli altri 16 arrestati nel corso della manifestazione. Quattro persone erano già state rilasciate perchè minorenni subito dopo il loro fermo. '''(qui si puo rimandare la corr. di ieri notte, non andata nel gr)'''

Per quello che riguarda la stesura del documento finale, l'ultimo punto in discussione è quello che riguarda il diritto alla salute delle donne. Il testo originale prevedeva il dirotto alle donne a decidere del proprio corpo, senza la sottomissione a leggi o regolamenti religiosi. Ma a questo si oppone un fronte formato da Usa e Vaticano, oltre ad alcuni stati islamici. In particolare, per il Vaticano sarebbe contrario alla morale, ed inaccettabile, qualsiasi riferimento alla decisionalità della donna, che introdurrebbe anche il diritto all'aborto, seppure in maniera implicita. Pur di non far passare una lettura simile, il Vaticano accetterebbe di concedere allo stato il diritto di decidere della sorte delle donne, anche in pratiche come l'infibulazione.



'''Corte Penale Internazionale'''


L'insediamento della corte penale internazionale, competente per giudicare i crimini di guerra, prosegue nonostante l'opposizione degli Usa; Proprio oggi nella sede dell'ONU a N.Y. si è svolta la prima assemblea degli stati che hanno sottoscritto la CPI. L aprima riunione di questa assemblea ( che sarà convocata una volta l'anno proprio per visionare i lavopri della corte) è stata giudicata un incontro storico da parte del portavoce di Human Rights Watch.
Questo incontro, ha aggiunto il responsabile dell'organizzazione umanitaria americana, dovrà mettere in evidenza anche le menzogne degli stati uniti, che demonizzano la Corte per evitare che essa faccia luce sulle azioni dell'esercito americano.
Bush, con una mossa diplomatica senza precedenti, aveva ritirato la sua firma dal trattato che istituiva la CPI, e da allora ( maggio 2002) ha cercato di ottenere patti bilaterali con gli stati per ottenere l'immunità davanti la corte stessa.
L'incontro di oggi servirà principalmente a nominare i 18 giudici della CPI, scelti tra diplomatici e rappresentanti di oNG.
Le ong, che hanno giocato un ruolo fondamentale nell'istituzione della CPI, vogliono che i giudici siano eletti in funzione delle loro competenze, e non in base politica, e che siano rispettate le differenti regioni geografiche e l'equilibrio dei sessi.
Nel frattempo, l'UE dovrà valutare le conseguenze dei tentativi statunitensi di ottenere l'immunità attraverso la firma di accordi bilaterali, a cui fino a oggi hanno aderito solo quattro nazioni, anche se capi di stato europei ( tra cui Berlusconi) si saono detti disponibili a valutarne la possibilità.
La partita sulla CPI si gioca anche in vista della possibilità di un intervento armato americano in Iraq, dove non pochi sono stati in questi dieci anni i crimini commessi dall'amministrazione americana, e per i quali potrebbe funzionare la retroattività.


'''Spagna'''

Continua il processo di illegalizzazione di Batasuna in tutta al Spagna, dopo che ieri sono state vietate tutte le manifestazioni di solidarietà alla formazione indipendentista basca.
Oggi è stata presentata al Tribunale Supremo l'ordinanza del Governo Spagnolo, che ha presentato delle prove, a suo dire inoppugnbili, che dimostrano il legame esistente tra Batasuna e l'Eta.
Tra queste, numerose fotografie scattate nei municipi governati da batasuna, dove sono presenti immagini e murales di militanti dell'Eta uccisi dalla polizia.
Tanto basta al governo spagnolo per far rientrare Batasuna nell'elenco dei partiti soggetti all'illegalizzazione, secondo quanto previsto dalla legge recentemente approvata (Ley des Partitos).
Intanto, dopo il divieto emanato ieri da Garzon per vietare ogni manifestazione in appoggio a Batasuna, si mobilitano le altre città europee, per promuovere manifestazioni concomitanti nella giornata del 7 settembre.
Per quel giorno sono infatti previste manifestazioni a Bilbao, e in solidarietà con esse anche in diverse città italiane si manifesterà, contro quella che viene definita una "legge fascista". In particolare, segnaliamo le manifestazioni già organizzate a Perugia, Bari e probabilmente a Cagliari, dove un comitato si sta muovendo per realizzare una grande manifestazione. Ricordiamo che gruppi indipendentisti sardi hanno già pubblicamente manifestato il loro sostegno a Batasuna.


'''Francia, immigrazione'''

Diverse associazioni di difesa dei diritti degli esseri umani, e ancora artisti e scrittori, hanno lanciato oggi una petizione in Francia in favore dei sans-papiers, chiedendo al costituzione di una commissione incaricata di contrastare l'arbitrio delle prefetture.
Una delegazione dei firmatari sarà ricevutà giovedì mattina dal ministro degli interni francese.
La richiesta nasce dalla consapevolezza dei maltrattamenti a cui sono sottoposte le persone che cercano asilo e vita nuova nel paese transalpino, dovute non soltanto ad una legge nazionale (repressiva come quelle di tutta l'europa) ma soprattutto all'atteggiamento delle prefetture locali, che a seconda delle diverse circolari giocano con al vita stessa di donne e uomini che cercano un'esistenza migliore, e che hanno diritto ad un futuro non sottoposto a leggi e regolamenti.

'''Italia, immigrazione'''

Ancora critiche sulla legge Bossi-Fini, anche da destra. Non per un sussulto di umanità, ma per meglio piegare la realtà dei migranti alle proprie esigenze. L'idea di Maroni di regolarizzare solo i migranti con contratto di lavoro a tempo indeterminato( già considerata impraticabile dai sindacati, stante lo smantellamento di tutte le garanzie sul lavoro) , viene oggi criticata anche dalla Confagricoltura, che fa notare come il cosidetto flusso sia determinato anche dai bisogni delle imprese agricole, che però possono solo garantire lavori a tempo determinato.
Una dimostrazione ulteriore, se ce ne fosse bisogno, di come questa legge nasca su basi teorichi, e non fotografi assolutamente la realtà nè dei migranti, nè del loro ruolo nel paese.

 ''Il governo sta lavorando in modo serio, scrupoloso, unitario ad un progetto comune e condiviso che verra' presentato nei prossimi giorni''. E' quanto si legge in una nota diffusa dal ministero dell'Economia a nome dei portavoce dei ministri Alemanno, Buttiglione, Maroni e Tremonti all'indomani dell'incontro sulle pensioni. Quanto alle ipotesi circolate, si precisa che ''da giorni vengono diffuse notizie false ed allarmistiche di riordino del sistema previdenziale. Il governo non sta pensando, come si legge: ad aumentare i contributi per i lavoratori autonomi; a chiudere finestre di uscita pensionistica; ad aumentare in modo obbligatorio l'eta' pensionabile; ecc. Pertanto, - si legge ancora nella nota - tutte le notizie pubblicate da agenzie di stampa, quotidiani, siti web sono destituite di ogni fondamento''

GR ORE 13.00

Esteri

Iraq

Due forti esplosioni sono state avvertite questa mattina a Baghdad nella zona adiacente alla sede di una stazione di polizia. Ne dà notizia la Tv araba Al-Jazeera. Dalle prime informazioni raccolte sembra che si tratti di un'autobomba anche se è difficile reperire informazioni esatte perché i soldati americani avrebbero già chiuso tutta l'area interessata. Le esplosioni sono avvenute davanti alla stazione di polizia al-Rasafa, non lontana dall'edificio del ministero dell'Interno iracheno. Secondo Al Jazeera ci sarebbero almeno 10 feriti mentre numerose vetture sarebbero state distrutte. L'emittente del Qatar ha spiegato che le bombe sono state piazzate nel parco adiacente alla stazione di polizia e che l'edificio che ospita gli agenti non è stato danneggiato seriamente. In questo momento circa 250 tra poliziotti e soldati americani hanno chiuso la zona ed iniziato le indagini. Questo ennesimo attentato avviene proprio nella giornata conclusiva dei funerali dell'Ayatollah Muhammad Baqir Al-Hakim che vede decine di migliaia di persone concentrarsi a Najaf per la celebrazione la morte del leader spirituale degli sciiti iracheni

Iraq, Uranio

I livelli di radioattività misurati attorno a Baghdad sarebbero da 1000 a 1900 volte più alti dei normali livelli. Lo sostiene il quotidiano britannico Express. Secondo gli esperti, le forze anglo-americane avrebbero usato tra le 1.100 e le 2.200 tonnellate di bossoli di proiettili costruiti con uranio impoverito. La cifra non regge il confronto con le 375 tonnellate usate durante la Prima guerra del Golfo nel 1991. La maggior parte delle aree colpite è rappresentata da zone residenziali densamente popolate. Se inalate, le particelle di materiale radioattivo rilasciate dalle armi americane possono causare tumori, malattie croniche, menomazioni permanenti e danni genetici che si possono ripercuotere sulle nascite. I veterani della Prima guerra del Golfo ritengono che l'esposizione a particelle di uranio impoverito abbia provocato malattie croniche ad oltre 5000 soldati e la morte di almeno 600. La Royal Society, il principale ente scientifico britannico, descrive come "spaventosa" la situazione che rischia di generarsi a Baghdad. Il professor Brian Spratt, presidente dell'ente, ha dichiarato: "Gli americano non ci vogliono fornire indicazioni e credo si tratti una situazione abbastanza spaventosa che loro non prendono abbastanza sul serio. Bisognerebbe assolutamente permettere a qualche organizzazione, come al Programma Ambientale delle Nazioni Unite o all'Organizzazione Mondiale della Sanità, di entrare in Iraq per iniziare a svolgere dei test sui civili e sui militari". Le prove della massiccia presenza di uranio impoverito è stata data in queste ultime settimane dal centro di Ricerca sul Cancro Fred Hutchinson di Seattle, dove sono stati analizzati i fori provocati dai proiettili americani nei carri armati iracheni. Il mese scorso, anche Scott Peterson, della Christian Science Monitor, ha analizzato con un misuratore Geiger i livelli di radiazione a Baghdad: quello più alto è stato registrato presso il Palazzo della Repubblica. Il problema sembra comunque essere noto anche al ministero della Difesa americano, che in passato aveva insistentemente negato ogni possibile conseguenza dell'esposizione all'uranio impoverito. I militari di ritorno dall'Iraq verranno infatti sottoposti a test cronici. Particolarmente duro è il professor Malcolm Hooper, che presiede le due commissioni incaricate di monitorare la situazione sanitaria nel corso della guerra: " Si tratta di proiettili "sporchi". Esattamente quel tipo di armi che secondo il presidente Bush (Usa) e il primo ministro Blair (Gb) erano nelle mani dei terroristi".

Iraq, ricostruzione

timori crescenti per la sicurezza e il ruolo ancora dominante degli Stati Uniti in Iraq continuano a frenare l'impegno della comunita' internazionale a stanziare consistenti aiuti economici, al punto che al Palazzo di Vetro ci si comincia a interrogare sull'opportunita' di rinviare la Conferenza dei donatori, in programma a Madrid dal 24 al 26 ottobre. Secondo quanto scrive oggi il Washington Post, l'idea sarebbe quella di posticipare l'incontro fino a quando le Nazioni Unite - vittime dell'attentato del 19 agosto scorso contro il loro quartier generale a Baghdad, nel quale sono morte 23 persone, tra cui l'inviato Sergio Vieira de Mello - non saranno nuovamente in grado di rafforzare la propria presenza in Iraq e fino a quando non si sara' arrivati a un'intesa con l'amministrazione Bush sul ruolo che l'Onu deve giocare nella ricostruzione. Nei giorni scorsi, l'amministratore americano in Iraq, Paul Bremer, aveva rivelato che saranno necessarie decine di miliardi di dollari solo nel prossimo anno per i primi interventi necessari per ricostruire il Paese.

  • Nonostante le difficolta', secondo il giornale americano l'amministrazione Bush avrebbe comunque intenzione di confermare la Conferenza di Madrid: proprio in vista di quell'appuntamento, e' prevista domani a Bruxelles una riunione, alla quale partecipera' una nutrita delegazione americana, oltre a rappresentanti di varie istituzioni internazionali, come la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale, l'Undp. In particolare, Washington sta facendo pressioni sull'Fmi e sulla Banca mondiale perche' riconoscano al piu' presto il Consiglio di governo provvisorio nominato dal vicere americano Paul Bremer, cosi' da divenire un soggetto legittimato a ricevere finanziamenti dai due istituti finanziari.

Palestina

  • I leader dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina e di Al-Fatah stanno tenendo a Ramallah un incontro per tentare di trovare una soluzione alla crisi creatasi tra il presidente Yasser Arafat e il primo ministro Abu Mazen. Lo riferisce il quotidiano israeliano Haaretz nella sua versione on-line. Giovedì prossimo il Consiglio legislativo palestinese sarà chiamato a esprimere il proprio voto di fiducia ad Abu Mazen, la cui eventuale caduta potrebbe significare il definitivo tramonto della Road map. Nei giorni scorsi è arrivato da parte della Casa Bianca un duro monito ad Arafat affinché sostenga Abu Mazen. Il rischio è quello di veder naufragare la possibilità di uno stato palestinese entro il 2005.

Il ministro della Difesa israeliano Shaul Mofaz e' tornato a chiedere oggi l'esilio per il presidente palestinese Yasser Arafat, accusato di ostacolare il processo di pace. "Credo che Israele abbia fatto un errore storico nel non espellerlo due anni fa", ha dichiarato Mofaz alla Radio dell'esercito. Per il futuro, ha aggiunto, "credo che a breve termine dovremo affrontare la questione, probabilmente anche quest'anno". Gia' in passato il 'falco' del governo di Ariel Sharon aveva sollecitato la cacciata di Arafat, ma i suoi appelli erano sempre caduti nel vuoto

Turchia

I ribelli curdi hanno annunciato la fine di una tregua di 5 anni con la Turchia accusando Ankara di non rispettare il cessate il fuoco. Il Pkk o Kadek, come e' anche chiamato il movimento di cui era leader Abdullah Ocalan fino alla sua cattura nel 1999, si batte da quasi vent'anni per l'indipendenza della regione sud-orientale a maggioranza curda. "Annunciamo che il cessate il fuoco unilaterale e' terminato il primo settembre e ora potra' continuare solo in modo bilaterale", ha fatto sapere il Kadek in una nota trasmessa dall'agenzia Mezopotamya. Un'eventuale ripresa delle guerriglia rischia di complicare i piani turchi per l'avvicinamento all'Unione europea. L'Ue aveva duramente criticato la repressione praticata da Ankara negli anni '80 e '90 per il ricorso alla tortura e ad altre violazioni dei diritti umani. Il Kadek aveva gia' minacciato di interrompere da settembre un cessate il fuoco che Ankara ha sempre respinto avvertendo che non smettera' di perseguire i suoi militanti. I guerriglieri giudicano insufficiente la parziale amnistia decisa dalla Turchia e chiedono che venga estesa a tutti i membri del Kadek. Venerdi' scorso tre guerriglieri curdi e tre soldati di Ankara erano rimasti uccisi in uno scontro a fuoco a un'ottantina di chilometri dal confine con l'Iraq.

Bolivia

guaraníes |ore decisive per loro territori

Il governo premme per nuovi accordi sulla gestione di territori guarani Amigos de la Tierra (01/09/2003 09:14)

  • La comunità mbyá guaraní yryapú de Puerto Iguazú, Misiones torna a soffrire presioni da parte del governo provinciale dopo tredici anni di lotta e resistenza. Il governo presiona per firmare accordi che violanno la costituzione e convegni inernazionali. L'accordo che deve essere firmato il prossimo giovedi riconosce la proprietà comunitaria delle terre sui 600 ettari che richiedeva la comunità yrypayù ma offre la titolarità del 50 %, 300 ettari. Ma non solo, il piano di gestione come Riserva Naturale e Culturale sposta la guirisdizione dei territori al governo provinciale, sottometendo gli usi e abitudini della cominità indigena sotto le decisioni del Ministero di Ecologia.

Argentina

Il giudice federale argentino Jorge Urso, che indaga sui crimini della dittatura e sulle migliaia di desaparecidos aregntini, ha ricevuto una richiesta dalla procura per l'arresto di decine di militari sospettati di essere implicati in tale piano.

Il procuratore Miguel Angel Osorio ha in particolare chiesto la detenzione dei 39 militari e un civile la cui liberazione è stata disposta ieri dal giudice Rodolfo Canicoba Corral. Il gruppo era agli arresti domiciliari dalla fine dello scorso luglio in seguito a ordini di cattura firmati dalla magistratura spagnola che ne chiedeva l'estradizione per crimini commessi durante la dittatura militare (1976-1983).

Canicoba Corral ha preso la decisione dopo aver appreso dal ministero degli Esteri argentino che il governo di José Maria Aznar non aveva autorizzato il trasferimento della documentazione preparata dal giudice Baltasar Garzon. Oltre all'ex generale Jorge Videla e l'ammiraglio Emilio Massera, che non sarebbero comunque stati rilasciati perché agli arresti per altri processi, il procuratore Osorio chiede l'arresto dell'ex capitano Alfredo Astiz, l' 'angelo biondo della morte', la cui estradizione è stata chiesta dalla Francia, e dei militari José Montes, Jorge Olivera Rovere, Cesar Ferrero, Adolfo Sigwad, Julio Torti, Antonio Vanek e Santiago Riveros.

La chiesa cattolica argentina, intanto, ha respinto energicamente le affermazioni di un ex generale dell'ultima dittatura secondo cui alcuni vescovi giustificarono la tortura, e ha ribadito che questo metodo per ottenere una confessione "è sempre illecito". In un comunicato diramato ieri a Buenos Aires a firma del segretario generale, mons. Sergio Fenoy, la Conferenza episcopale argentina ha sostenuto che "è assolutamente falso e inaccettabile" mettere in relazione la Chiesa con la tortura, come ha suggerito in un'intervista a una televisione francese l'ultimo presidente della dittatura, Reynaldo Bignone. La posizione della chiesa argentina, conclude il documento, resta la stessa: il ricorso alla tortura per ottenere un'informazione da un detenuto "è sempre illecito".

Italia

Lavoro

La frequenza degli infortuni sul lavoro nella Regione Lazio e' molto alta: 62,1 ogni mille occupati. Questa la denuncia del segretario generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio. Il sindacato sottolinea anche che a Roma spetta il primato regionale con il 60% degli infortuni totali. Seguono, poi, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Il maggior numero di infortuni, rivela l'analisi statistica, avviene nei primi giorni della settimana. Il sistema di monitoraggio istituito dalla Fillea Cgil mostra un aumento degli incidenti mortali nel 2003. Nei primi sette mesi di quest'anno sono state gia' 7 le vittime nei cantieri contro le due dello scorso anno. Una vera e propria impennata. Nel 2001 il settore delle costruzioni del Lazio, secondo l'Inail ha registrato 4.396 infortuni, il 10 per cento degli incidenti che hanno interessato tutti i settori. Ma gia' a meta' 2002 i dati forniti dall'Inail rilevavano una tendenza preoccupante.

pensioni

  • Il governo sta lavorando in modo serio, scrupoloso, unitario ad un progetto comune e condiviso che verra' presentato nei prossimi giorni. E' quanto si legge in una nota diffusa dal ministero dell'Economia a nome dei portavoce dei ministri Alemanno, Buttiglione, Maroni e Tremonti all'indomani dell'incontro sulle pensioni. Quanto alle ipotesi circolate, si precisa che da giorni vengono diffuse notizie false ed allarmistiche di riordino del sistema previdenziale. Il governo non sta pensando, come si legge: ad aumentare i contributi per i lavoratori autonomi; a chiudere finestre di uscita pensionistica; ad aumentare in modo obbligatorio l'eta' pensionabile; ecc. Pertanto, - si legge ancora nella nota - tutte le notizie pubblicate da agenzie di stampa, quotidiani, siti web sono destituite di ogni fondamento

gror030902 (last edited 2008-06-26 09:55:22 by anonymous)