GR ORE 13.00

Esteri

Iraq

Due forti esplosioni sono state avvertite questa mattina a Baghdad nella zona adiacente alla sede di una stazione di polizia. Ne dà notizia la Tv araba Al-Jazeera. Dalle prime informazioni raccolte sembra che si tratti di un'autobomba anche se è difficile reperire informazioni esatte perché i soldati americani avrebbero già chiuso tutta l'area interessata. Le esplosioni sono avvenute davanti alla stazione di polizia al-Rasafa, non lontana dall'edificio del ministero dell'Interno iracheno. Secondo Al Jazeera ci sarebbero almeno 10 feriti mentre numerose vetture sarebbero state distrutte. L'emittente del Qatar ha spiegato che le bombe sono state piazzate nel parco adiacente alla stazione di polizia e che l'edificio che ospita gli agenti non è stato danneggiato seriamente. In questo momento circa 250 tra poliziotti e soldati americani hanno chiuso la zona ed iniziato le indagini. Questo ennesimo attentato avviene proprio nella giornata conclusiva dei funerali dell'Ayatollah Muhammad Baqir Al-Hakim che vede decine di migliaia di persone concentrarsi a Najaf per la celebrazione la morte del leader spirituale degli sciiti iracheni

Iraq, Uranio

I livelli di radioattività misurati attorno a Baghdad sarebbero da 1000 a 1900 volte più alti dei normali livelli. Lo sostiene il quotidiano britannico Express. Secondo gli esperti, le forze anglo-americane avrebbero usato tra le 1.100 e le 2.200 tonnellate di bossoli di proiettili costruiti con uranio impoverito. La cifra non regge il confronto con le 375 tonnellate usate durante la Prima guerra del Golfo nel 1991. La maggior parte delle aree colpite è rappresentata da zone residenziali densamente popolate. Se inalate, le particelle di materiale radioattivo rilasciate dalle armi americane possono causare tumori, malattie croniche, menomazioni permanenti e danni genetici che si possono ripercuotere sulle nascite. I veterani della Prima guerra del Golfo ritengono che l'esposizione a particelle di uranio impoverito abbia provocato malattie croniche ad oltre 5000 soldati e la morte di almeno 600. La Royal Society, il principale ente scientifico britannico, descrive come "spaventosa" la situazione che rischia di generarsi a Baghdad. Il professor Brian Spratt, presidente dell'ente, ha dichiarato: "Gli americano non ci vogliono fornire indicazioni e credo si tratti una situazione abbastanza spaventosa che loro non prendono abbastanza sul serio. Bisognerebbe assolutamente permettere a qualche organizzazione, come al Programma Ambientale delle Nazioni Unite o all'Organizzazione Mondiale della Sanità, di entrare in Iraq per iniziare a svolgere dei test sui civili e sui militari". Le prove della massiccia presenza di uranio impoverito è stata data in queste ultime settimane dal centro di Ricerca sul Cancro Fred Hutchinson di Seattle, dove sono stati analizzati i fori provocati dai proiettili americani nei carri armati iracheni. Il mese scorso, anche Scott Peterson, della Christian Science Monitor, ha analizzato con un misuratore Geiger i livelli di radiazione a Baghdad: quello più alto è stato registrato presso il Palazzo della Repubblica. Il problema sembra comunque essere noto anche al ministero della Difesa americano, che in passato aveva insistentemente negato ogni possibile conseguenza dell'esposizione all'uranio impoverito. I militari di ritorno dall'Iraq verranno infatti sottoposti a test cronici. Particolarmente duro è il professor Malcolm Hooper, che presiede le due commissioni incaricate di monitorare la situazione sanitaria nel corso della guerra: " Si tratta di proiettili "sporchi". Esattamente quel tipo di armi che secondo il presidente Bush (Usa) e il primo ministro Blair (Gb) erano nelle mani dei terroristi".

Iraq, ricostruzione

timori crescenti per la sicurezza e il ruolo ancora dominante degli Stati Uniti in Iraq continuano a frenare l'impegno della comunita' internazionale a stanziare consistenti aiuti economici, al punto che al Palazzo di Vetro ci si comincia a interrogare sull'opportunita' di rinviare la Conferenza dei donatori, in programma a Madrid dal 24 al 26 ottobre. Secondo quanto scrive oggi il Washington Post, l'idea sarebbe quella di posticipare l'incontro fino a quando le Nazioni Unite - vittime dell'attentato del 19 agosto scorso contro il loro quartier generale a Baghdad, nel quale sono morte 23 persone, tra cui l'inviato Sergio Vieira de Mello - non saranno nuovamente in grado di rafforzare la propria presenza in Iraq e fino a quando non si sara' arrivati a un'intesa con l'amministrazione Bush sul ruolo che l'Onu deve giocare nella ricostruzione. Nei giorni scorsi, l'amministratore americano in Iraq, Paul Bremer, aveva rivelato che saranno necessarie decine di miliardi di dollari solo nel prossimo anno per i primi interventi necessari per ricostruire il Paese.

Palestina

Il ministro della Difesa israeliano Shaul Mofaz e' tornato a chiedere oggi l'esilio per il presidente palestinese Yasser Arafat, accusato di ostacolare il processo di pace. "Credo che Israele abbia fatto un errore storico nel non espellerlo due anni fa", ha dichiarato Mofaz alla Radio dell'esercito. Per il futuro, ha aggiunto, "credo che a breve termine dovremo affrontare la questione, probabilmente anche quest'anno". Gia' in passato il 'falco' del governo di Ariel Sharon aveva sollecitato la cacciata di Arafat, ma i suoi appelli erano sempre caduti nel vuoto

Turchia

I ribelli curdi hanno annunciato la fine di una tregua di 5 anni con la Turchia accusando Ankara di non rispettare il cessate il fuoco. Il Pkk o Kadek, come e' anche chiamato il movimento di cui era leader Abdullah Ocalan fino alla sua cattura nel 1999, si batte da quasi vent'anni per l'indipendenza della regione sud-orientale a maggioranza curda. "Annunciamo che il cessate il fuoco unilaterale e' terminato il primo settembre e ora potra' continuare solo in modo bilaterale", ha fatto sapere il Kadek in una nota trasmessa dall'agenzia Mezopotamya. Un'eventuale ripresa delle guerriglia rischia di complicare i piani turchi per l'avvicinamento all'Unione europea. L'Ue aveva duramente criticato la repressione praticata da Ankara negli anni '80 e '90 per il ricorso alla tortura e ad altre violazioni dei diritti umani. Il Kadek aveva gia' minacciato di interrompere da settembre un cessate il fuoco che Ankara ha sempre respinto avvertendo che non smettera' di perseguire i suoi militanti. I guerriglieri giudicano insufficiente la parziale amnistia decisa dalla Turchia e chiedono che venga estesa a tutti i membri del Kadek. Venerdi' scorso tre guerriglieri curdi e tre soldati di Ankara erano rimasti uccisi in uno scontro a fuoco a un'ottantina di chilometri dal confine con l'Iraq.

Bolivia

guaraníes |ore decisive per loro territori

Il governo premme per nuovi accordi sulla gestione di territori guarani Amigos de la Tierra (01/09/2003 09:14)

Argentina

Il giudice federale argentino Jorge Urso, che indaga sui crimini della dittatura e sulle migliaia di desaparecidos aregntini, ha ricevuto una richiesta dalla procura per l'arresto di decine di militari sospettati di essere implicati in tale piano.

Il procuratore Miguel Angel Osorio ha in particolare chiesto la detenzione dei 39 militari e un civile la cui liberazione è stata disposta ieri dal giudice Rodolfo Canicoba Corral. Il gruppo era agli arresti domiciliari dalla fine dello scorso luglio in seguito a ordini di cattura firmati dalla magistratura spagnola che ne chiedeva l'estradizione per crimini commessi durante la dittatura militare (1976-1983).

Canicoba Corral ha preso la decisione dopo aver appreso dal ministero degli Esteri argentino che il governo di José Maria Aznar non aveva autorizzato il trasferimento della documentazione preparata dal giudice Baltasar Garzon. Oltre all'ex generale Jorge Videla e l'ammiraglio Emilio Massera, che non sarebbero comunque stati rilasciati perché agli arresti per altri processi, il procuratore Osorio chiede l'arresto dell'ex capitano Alfredo Astiz, l' 'angelo biondo della morte', la cui estradizione è stata chiesta dalla Francia, e dei militari José Montes, Jorge Olivera Rovere, Cesar Ferrero, Adolfo Sigwad, Julio Torti, Antonio Vanek e Santiago Riveros.

La chiesa cattolica argentina, intanto, ha respinto energicamente le affermazioni di un ex generale dell'ultima dittatura secondo cui alcuni vescovi giustificarono la tortura, e ha ribadito che questo metodo per ottenere una confessione "è sempre illecito". In un comunicato diramato ieri a Buenos Aires a firma del segretario generale, mons. Sergio Fenoy, la Conferenza episcopale argentina ha sostenuto che "è assolutamente falso e inaccettabile" mettere in relazione la Chiesa con la tortura, come ha suggerito in un'intervista a una televisione francese l'ultimo presidente della dittatura, Reynaldo Bignone. La posizione della chiesa argentina, conclude il documento, resta la stessa: il ricorso alla tortura per ottenere un'informazione da un detenuto "è sempre illecito".

Italia

Lavoro

La frequenza degli infortuni sul lavoro nella Regione Lazio e' molto alta: 62,1 ogni mille occupati. Questa la denuncia del segretario generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio. Il sindacato sottolinea anche che a Roma spetta il primato regionale con il 60% degli infortuni totali. Seguono, poi, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Il maggior numero di infortuni, rivela l'analisi statistica, avviene nei primi giorni della settimana. Il sistema di monitoraggio istituito dalla Fillea Cgil mostra un aumento degli incidenti mortali nel 2003. Nei primi sette mesi di quest'anno sono state gia' 7 le vittime nei cantieri contro le due dello scorso anno. Una vera e propria impennata. Nel 2001 il settore delle costruzioni del Lazio, secondo l'Inail ha registrato 4.396 infortuni, il 10 per cento degli incidenti che hanno interessato tutti i settori. Ma gia' a meta' 2002 i dati forniti dall'Inail rilevavano una tendenza preoccupante.

pensioni