GR ORE 19.30

Wto

E' morto il contadino coreano che si era pugnalato ieri, durante le proteste contro il vertice del Wto. Le sue condizioni erano gravi fin dall'inizio, poichè il ragazzo aveva diretto il pugnale contro il petto, colpendo organi vitali. La morte ha scosso i partecipanti alle manifestazioni, non certo il vertice stesso, che si apre nella assoluta indifferenza a ciò che lo circonda. Ma le mobilitazioni non si fermano: nella notte, doiverse manifestazioni spontanee si sono svolte, mentre presidi si attuano un pò ovunque. Ma intanto sembra che il governo messicano abbia deciso di espellere tutti i ocreani, per evitare il ripetersi di episodi smili, ma soprattutto nel timore che la rabbia dei contadini si manifesti in maniera più decisa.

11 settembre

New York, 2001? No, Santiago del Cile, 11 settembre 1973.

Cominciva così l'articolo di Ignacio Ramonet su Le monde diplomatique dell'ottobre 2001, a ricordare che quella data, e quei fatti, erano accaduti già una volta, anche se diverso sarebbe stato l'impatto che avrebbero avuto sul mondo. Oggi l'america si appresta a ricordare quest'anniversario ocn le parole di odio di Bush, che chiede più poteri e più restrizioni della libertà, che chiede di inasprire le leggi antiterrorismo e di negare i diritti agli indagati. 5000 persone in carcere, di cui non si sanno neppure i nomi, sono il risultato della repressione interna, migliaia di morti il risultato delle guerre condotte all'estero per vendicare il suo paese. E proprio oggi Al Jazeera diffonde un video e un messaggio di osama Bin Laden, che promette altri attacchi, e fa tremare l'america, che si sente presa in giro due volte: dal suo presidente, e dal suo ex amico ora nemico, quel Bin Laden che bush assicurava ormai morto, o incapace di nuocere....

Chile

Il cile ricorda oggi trenta anni dalla morte di Salvador Allende, l'assalto alla Moneda, la presa di potere da parte di Pinochet, e gli anni sanguinosi della dittature. Imponenti misure di sicurezza sono state prese dal governo, che deve fare fronte alla rabbia della popolazione che ancora, dopo 13 anni dalla fine del potere di PInochet, non ha avuto risposta su quegli anni terribili. il Decreto legge 2191 del 1978, conosciuto come legge di amnistia (da l'immunità dai procedimenti giudiziari ai militari implicati negli abusi dei diritti umani commessi all'indomani del colpo di Stato fino al marzo 1978), e l'ampia giurisdizione di cui godono i tribunali militari hanno 'tutelato' nel tempo gli aguzzini di centinaia di 'desaparecidos', torturati e uccisi. L'Organizzazione mondiale contro la tortura (Omct) sottolinea come in diversi Stati, pur evolutisi in senso democratico, siano state votate leggi garantiste nei confronti di ex criminali, con la conseguente doppia infamia nei confronti delle vittime di allora e di oggi. Solo in Argentina di recente il Parlamento, su iniziativa del presidente Kirchner, ha annullato le leggi di 'Obbedienza dovuta ' e 'Punto finale ', sulle quali si deve pronunciare la Corte Suprema, aprendo la strada al libero decorso della giustizia nei confronti degli autori di crimini contro l'umanità. Rimane però il triste quadro di Paesi come il Paraguay, l'Uruguay, il Brasile, il Perù, il Messico e il Guatemala dove emerge, secondo l'Omct, una "deficienza cronica nella volontà di giustizia". E Pinochet oggi ha voluto dare un'altro schiaffo al chile e a salvador allende: ed ha presieduto una cerimonia della sua Fondazione, in cui ha consegnato ai dirigenti di essa la fascia presidenziale usata fra il 1973 e il 1990, quella tolta al presidente legittimamente eletto. Appena terminato il discorso del presidente della repubblica Ricardo Lagos nella Moneda in onore del defunto presidente Salvador Allende, nella residenza di Pinochet, nel quartiere della Dehesa a Santiago, e' cominciata una breve cerimonia per la consegna della fascia.

America

In due anni, dall'undici settembre 2001 ad oggi, l'immagine degli Stati Uniti nel mondo e' profondamente cambiata: a quella di paese vittima del terrorismo che meritava tutta la solidarieta' e la simpatia della comunita' internazionale si e' andata progressivamente sostituendo quella di potenza imperiale che ha sfidato l'opinione pubblica internazionale attraverso un uso unilaterale ed ingiustificato della forza militare. Cosi', con un editoriale dal titolo Sempre piu' fosca la visione degli Stati Uniti all'estero, il 'New York Times' interviene oggi sull'anniversario degli attacchi terroristici di due anni fa. In una serie di interviste realizzate in tutto il mondo dai corrispondenti del quotidiano, dall'Africa all'Europa al sudest asiatico, emerge che la guerra in Iraq ha avuto un enorme impatto sull'opinione pubblica, che e' passata dalla simpatia unanime per gli Stati Uniti nel dopo 11 settembre ad una diffusa antipatia nel dopoguerra in Iraq, o quantomeno alla delusione di fronte alla tendenza dell'unica superpotenza ad agire preventivamente, anche in assenza di motivi convincenti o di approvazione da parte delle Nazioni Unite

America, contro

contro lapolitica di bush si è espressa anche l'associazione dei familiari delle vittime dello 11 settembre, che ricordano come la vendetta chiesta da Bush abbia portato solo altra morte, e limitazioni della libertà. E le indagini finora hanno portato ad un solo processo, quello nei confronti di Moussaoui, cittadino francese. Oggi Il dipartimento di Giustizia Usa gli ha negato per la seconda volta l'autorizzazione a interrogare come testi a discarico alcuni esponenti di al Qaida attualmente in custodia alle forze di sicurezza Usa. Moussaoui, cittadino francese, è l'unico indagato per gli attentati dell'11 settembre sotto processo negli Usa. Si difende da solo, avendo rifiutato gli avvocati d'ufficio. Pur ammettendo legami con al Qaida, respinge l'accusa di essere il "ventesimo attentatore", e vorrebbe interrogare altri indagati che confermerebbero l'estraneità al complotto. La richiesta, accolta dal giudice Leonie Brinkema, è sempre stata respinta, per motivi di sicurezza dal dipartimento di Giustizia. Il giudice distrettuale Brinkema potrebbe ora mettere in atto "ritorsioni" contro il dipartimento di giustizia, come l'esclusione delle prove a carico fornite dal governo Usa, l'esclusione della pena di morte e la caduta di una serie di capi d'imputazione

Guantanamo

Se il processo a Massoui è stato cmq istituito, altro aspetta i 660 prigionieri di Guantanamo: Gli Stati Uniti vorrebbero tenere la maggior parte dei detenuti nella base cubana di Guantanamo in prigione per tutta la durata della guerra al terrorismo, invece di processarli davanti ai tribunali militari. E' quanto ha dichiarato ieri il ministro della Difesa americano Donald H. Rumsfeld. Rumsfeld ha affermato che i circa 660 uomini detenuti a Guantanamo sono stati imprigionati non per punizione ma per "evitare che tornino a combattere e ad uccidere la gente". Il ministro ha aggiunto che molti dei detenuti potrebbero rimanere nella base navale cubana fino a quando Washington non avrà pronunciato la parola fine alla guerra al terrorismo, guerra che, a detta dello stesso Rumsfeld, potrebbe durare anni se non decenni. "Il nostro interesse non è quello di processarli e lasciarli andare via", ha dichiarato Rumsfeld al termine di un intervento tenuto presso il National Press Club. "Il nostro interesse è quello di tenerli lontano dalle strade durante questa guerra globale al terrorismo ed è quello che sta accadendo", ha aggiunto. Nel centro di Guantanamo ci sono oltre 600 prigionieri di 42 Paesi detenuti per presunti legami con l'organizzazione terroristica al-Qaida o con il dissolto regime afgano dei talebani.

Palestina

Il cerchio sembra stringersi attorno al simbolo della lotta per l'indipendenza palestinese. Il presidente dell'Anp Yasser Arafat potrebbe essere espulso dalla sua capitale, Ramallah, e dai territori palestinesi. Meno di una settimana fa Arafat veniva salutato come il vincitore del braccio di ferro col suo primo ministro, Abu Mazen, che aveva portato alle dimissioni irrevocabili di quest'ultimo. Oggi, invece, l'anziano rais si trova con le truppe israeliane di nuovo sull'uscio del suo quartier generale, la Muqata, già semidistrutta dai precedenti assedi. I soldati di Tsahal, infatti, hanno preso possesso del Ministero della Cultura, un edificio che sovrasta il quartier generale di Arafat e tutto fa pensare che siano questi i "preparativi" per l'espulsione del rais di cui ha parlato oggi un esponente della sicurezza israeliana protetto dall'anonimato. Ormai nel governo israeliano, l'orientamento dominante dei ministri e del primo ministro, Ariel Sharon, sarebbe quello di dare il via libera a un rinnovato esilio del vecchio leader palestinese, il quale sarebbe di nuovo costretto a vagare per le capitali arabe come nel suo pluridecennale esilio finito con gli accordi di Oslo che lo riportarono nei territori palestinesi nel 1994

Anp

Non si terra' nemmeno sabato, bensi' domenica, la seduta del Consiglio Legislativo Palestinese che si sarebbe dovuta svolgere in mattinata per permettere al neo-premier Ahmed Qorei alias Abu Ala di presentare ufficialmente il proprio governo di crisi, e per conferirgli la prescritta approvazione. Saltata all'ultimo momento, la riunione del Parlamento autonomo dell'Autorita' Nazionale Palestinese e' poi stata rinviata a due riprese: l'ultima appunto a domenica; a meno che dietro le quinte non si raggiunga in extremis un compromesso, e i deputati tornino a riunirsi a breve, magari in serata.

Hamas

I rappresentanti permanenti presso l'Ue hanno dato il via libera all'iscrizione di Hamas nella lista nera del terrorismo. I venticinque ambasciatori del Coreper (il consiglio dei rappresentanti a Bruxelles) hanno adottato per consenso la misura che concretizza la decisione presa lo scorso fine settimana dai ministri degli Esteri europei a Riva del Garda. L'iscrizione di Hamas nella lista nera inizierà a dispiegare i suoi effetti pratici da domani se, al termine del periodo di silenzio-assenso concesso alle capitali europee, nessun paese si sarà opposto alla decisione. Nella lista, hanno riferito fonti del Consiglio, è stata iscritta "Hamas in quanto tale, senza l'indicazione di alcun leader o la specificazione di alcun gruppo" collegato. Tuttavia, hanno spiegato le fonti, la lista è aperta, e se un domani ci sarà la volontà di menzionare specificamente persone o gruppi, sarà possibile farlo.

Rappresaglia

Soldati israeliani hanno demolito 15 case a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, in un raid compiuto prima dell'alba. Fonti militari, citate sul sito di Ha'aretz, affermano che dalle case abbattute erano stati sparati colpi anti tank contro postazioni dell'esercito alla frontiera con l'Egitto. Gli edifici rasi al suolo erano disabitati. Due bombe sono esplose durante le operazioni di demolizione, ferendo leggermente due soldati. Altre due case sono state abbattute in Cisgiordania, fra cui un edificio di tre piani che apparteneva a Mohammed Musleh, un palestinese attualmente detenuto in Israele

Boicottaggio Israele

Un sindaco comunista e' stato condannato oggi ad un'ammenda di mille euro per un appello al boicottaggio dei prodotti di Israele: aveva chiesto In particolare che la mensa scolastica sotto gestione comunale non acquistasse succhi di frutta in arrivo dallo stato ebraico. Jean-Claude Willem e' sindaco a Seclin, un paese vicino a Lilla, nel nord della Francia, e ha proposto il boicottaggio di Israele nell'ottobre scorso, durante un consiglio municipale. Lo ha fatto per denunciare la situazione del popolo palestinese e la politica guerresca di Ariel Sharon. La corte di appello di Douai lo ha oggi condannato all'ammenda dopo averlo riconosciuto colpevole di discriminazione nei confronti di una nazione. Sessantanove anni, primo cittadino di Seclin dal 1991, membro del Pcf, Williem e' stato trascinato in tribunale da un'associazione ebraica e oggi ha messo in chiaro che non ha intenzione di accettare il verdetto politico e andra' fino in cassazione per la difesa del suo punto di vista. Non voglio - ha dichiarato - ne' per me ne' per i francesi che si venga processati e condannati per una critica a Israele. E' un attentato alla liberta' di espressione.

India

Una quarantina di contadini ha assaltato oggi gli ex laboratori di ricerca della società di ingegneria genetica ‘Monsanto’ a Bangalore, capitale dello Stato indiano meridionale del Karnataka. La folla si è introdotta nella struttura, ospitata nel complesso di edifici dell’Istituto indiano delle Scienze, dove ha distrutto vetrate e una serra contenente piantine geneticamente modificate. In realtà il laboratorio era già in gran parte smantellato poiché l’azienda biotech si è trasferita un mese fa da una altra parte della città, ma di questo – sottolinea la polizia - gli assalitori erano all’oscuro. I contadini, spalleggiati dall’Associazione degli agricoltori del Karnataka (non governativa), hanno gridato slogan contro la Monsanto chiedendo che cessi i suoi affari in India e lasci il Paese. A far montare la collera dei dimostranti il bilancio recentemente diffuso dei suicidi tra i contadini indiani negli ultimi tre mesi: sono stati settanta gli agricoltori che si sono tolti la vita esasperati dai debiti, dalla carestia e dagli effetti economici del ‘dumping’ da parte dei prodotti stranieri, ma anche a causa delle diffusione delle sementi geneticamente modificate, almeno così sostengono i contadini e le loro associazioni. La ‘Maharashtra hybrid seeds’, compagnia che rappresenta in joint venture la statunitense Monsanto in India, per la stagione della semina tra giugno e agosto ha venduto in tutto il Paese 230mila sacchetti da 450 grammi di semi di cotone-Bt; si tratta una semenza geneticamente modificata nel cui dna è stato innestato una sequenza genetica del batterio ‘bacillus thuringienisis’, per renderla più resistente ai parassiti. Quest’anno la vendita di tali semi è cresciuta di oltre il 200 per cento, rispetto al 2002, anno dell’avvio di questo commercio in India. L’uso delle semenze brevettate vincola i contadini alla Monsanto con contratti, anche pluriennali, con clausole molto rigide. La direzione indiana dell’azienda, attraverso i suoi portavoce, ha fatto sapere di essere molto preoccupata per l’aggressione di oggi e di chiedere “in quanto investitore” allo Stato indiano protezione per le sue strutture e per il personale

Argentina

Martedì l'argentina aveva annunciato che non avrebbe pagato la rata del debito nei confronti del FMI, diventando così il paese più insolvente di tutti, data l'entità della somma. E oggi, il FMI, per far fronte alla crisi, annuncia la firma di un accordo, che posticipa al 2006 il pagamento di tutte le rate, con retroattività al 1 settebre 2003. L'argentina dunque non è più insolvente: ma il braccio di ferro tra Kirckner e i grandi banchieri difficilmente potrebbe essere replicato dalle altre economie strozzate dalle politiche monetarie internazionali, come la LIberia o il Sudan.

Dax

Oggi comincia alla Procura di Milano l'audizione dei testimoni che dovranno chiarire gli scontri del 16 marzo scorso all'ospedale San Paolo di Milano, il giorno in cui fu ucciso Davide Cesare, militante del centro sociale Orso. Nell'inchiesta sono coinvolte 5 persone e un carabiniere. Erano stati i militanti del centro, qualche giorno dopo l'aggressione, a denunciare le cariche delle forze dell'ordine. Il processo per la morte di Davide Cesare iniziera' lunedi' davanti al Tribunale dei Minori.

berlusconi

Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, Mussolini mandava la gente a fare vacanza al confino. E' questa la frase pronunciata da berlusconi nella seconda parte della sua intervista al giornale britannico a scatenare oggi la tempesta.

E' stata arrestata ieri sera a Baghdad, dalle forze americane, l'inviata della TV araba Al-Jazeera, Atwar Bahajat. Ne dà notizia l'emittente del Qatar. Dalle prime informazioni raccolte, l'arresto sarebbe avvenuto subito dopo lo scoppio di un ordigno esplosivo nella zona del ponte di Ghazali, nel centro della capitale. In seguito all'esplosione sarebbe morto un militare americano e sarebbe scoppiato uno scontro a fuoco tra soldati alleati e miliziani della resistenza irachena. La giornalista è stata arrestata insieme al suo cameraman che si trovavano nella zona nel momento dell'esplosione, senza un motivo ufficiale. Intanto in Spagna scade oggi il tempo massimo della custodia cautelare per il giornalista di Al Jazeera Taysir Allouni. Si attende quindi per oggi la liberazione dell'inviato dell'emittente del Qatar accusato di avere legami con Al-Qaida.

Tony Blair scagionato, pur con un rimbrotto, ma la poltrona di Geoff Hoon sembra traballare sul serio. La Commissione parlamentare britannica per i Servizi Segreti e la Sicurezza ha presentato oggi le conclusioni sul controverso rapporto del governo sugli armamenti iracheni. Dove si dichiara che il governo non ha manipolato il documento, non c'è stato un volontario tentativo di "sex up", di "rendere più appetibile" il dossier sulle armi irachene. Tuttavia il rapporto critica l'inclusione, nel dossier, del paragrafo sulla presunta capacità irachena di lanciare un attacco con armi non convenzionali nel giro di 45 minuti. E mette in seria difficoltà il ministro della Difesa, Geoff Hoon, accusato, assieme al suo dicastero, di aver avuto atteggiamenti "di poca utilità e potenzialmente fuorvianti". In particolare, Hoon viene criticato per avere inizialmente omesso che alcuni dipendenti del suo ministero avevano espresso perplessità riguardo il dossier. "Troviamo irritante - precisa il rapporto parlamentare - che dopo la prima deposizione (davanti alla Commissione), che non ha fatto riferimento a tutte le preoccupazioni espresse dal corpo dell'intelligence, il segretario alla Difesa ha deciso di non farci inviare una lettera in cui venissero descritte queste preoccupazioni". Una specifica nota di assoluzione è riservata ad Alastair Campbell, l'ex responsabile delle Comunicazioni del governo Blair, che si è di recente dimesso, sull'onda dell'imbarazzo provocato al governo dalla vicenda della morte dello scienziato David Kelly. "Il dossier non è stato manipolato né da Alastair Campbell né da altri", precisa il rapporto pubblicato oggi, sotto la regia del presidente della Commissione Congiunta per i Servizi Segreti, John Scarlett. Il presidente della Commissione si cura anche di precisare che, durante i lavori di inchiesta, i parlamentari non hanno mai subito pressioni politiche

GR ORE 9.30

Wto

E' morto il contadino coreano che si era pugnalato ieri, durante le proteste contro il vertice del Wto. Le sue condizioni erano gravi fin dall'inizio, poichè il ragazzo aveva diretto il pugnale contro il petto, colpendo organi vitali. La morte ha scosso i partecipanti alle manifestazioni, non certo il vertice stesso, che si apre nella assoluta indifferenza a ciò che lo circonda. Ma le mobilitazioni non si fermano: nella notte, doiverse manifestazioni spontanee si sono svolte, mentre presidi si attuano un pò ovunque. Ma intanto sembra che il governo messicano abbia deciso di espellere tutti i ocreani, per evitare il ripetersi di episodi smili, ma soprattutto nel timore che la rabbia dei contadini si manifesti in maniera più decisa.

11 settembre

New York, 2001? No, Santiago del Cile, 11 settembre 1973.

Cominciva così l'articolo di Ignacio Ramonet su Le monde diplomatique dell'ottobre 2001, a ricordare che quella data, e quei fatti, erano accaduti già una volta, anche se diverso sarebbe stato l'impatto che avrebbero avuto sul mondo. Oggi l'america si appresta a ricordare quest'anniversario ocn le parole di odio di Bush, che chiede più poteri e più restrizioni della libertà, che chiede di inasprire le leggi antiterrorismo e di negare i diritti agli indagati. 5000 persone in carcere, di cui non si sanno neppure i nomi, sono il risultato della repressione interna, migliaia di morti il risultato delle guerre condotte all'estero per vendicare il suo paese. E proprio oggi Al Jazeera diffonde un video e un messaggio di osama Bin Laden, che promette altri attacchi, e fa tremare l'america, che si sente presa in giro due volte: dal suo presidente, e dal suo ex amico ora nemico, quel Bin Laden che bush assicurava ormai morto, o incapace di nuocere....

Chile

Il cile ricorda oggi trenta anni dalla morte di Salvador Allende, l'assalto alla Moneda, la presa di potere da parte di Pinochet, e gli anni sanguinosi della dittature. Imponenti misure di sicurezza sono state prese dal governo, che deve fare fronte alla rabbia della popolazione che ancora, dopo 13 anni dalla fine del potere di PInochet, non ha avuto risposta su quegli anni terribili. il Decreto legge 2191 del 1978, conosciuto come legge di amnistia (da l'immunità dai procedimenti giudiziari ai militari implicati negli abusi dei diritti umani commessi all'indomani del colpo di Stato fino al marzo 1978), e l'ampia giurisdizione di cui godono i tribunali militari hanno 'tutelato' nel tempo gli aguzzini di centinaia di 'desaparecidos', torturati e uccisi. L'Organizzazione mondiale contro la tortura (Omct) sottolinea come in diversi Stati, pur evolutisi in senso democratico, siano state votate leggi garantiste nei confronti di ex criminali, con la conseguente doppia infamia nei confronti delle vittime di allora e di oggi. Solo in Argentina di recente il Parlamento, su iniziativa del presidente Kirchner, ha annullato le leggi di 'Obbedienza dovuta ' e 'Punto finale ', sulle quali si deve pronunciare la Corte Suprema, aprendo la strada al libero decorso della giustizia nei confronti degli autori di crimini contro l'umanità. Rimane però il triste quadro di Paesi come il Paraguay, l'Uruguay, il Brasile, il Perù, il Messico e il Guatemala dove emerge, secondo l'Omct, una "deficienza cronica nella volontà di giustizia".

"CILE" da chile.indymedia.org

Occupate 3 ambasciate in Cile.

Gruppi di sinistra e per i Diritti Umani sono entrati illegalmente all'interno di 3 imbasciate. Hanno realizzato un'occupazione simultanea delle sedi diplomatiche di Messico, Svezia e Portogallo. Cesar Queiroz, coordinatore della mobilitazione, ha dichiarato che l'obiettivo era quello di richiedere una serie di provvedimenti per la "piena applicazione della Giustizia in accordo con il diritto internazionale in materia di rispetto dei diritti umani". Quiroz ha sostenuto che esigono dai governi delle rispettive sedi e dagli organismi internazionali che venga individuato un "ispettore, osservatore o relatore che abbia conoscenza dei provvedimenti che sta studiando il governo cileno in materia di diritti umani, che tenga sotto osservazione il lavoro dei tribunali e aggiorni poi gli organismi internazionali". Le occupazioni saranno mantenute fino a che le sedi diplomatiche "occupate" non dichiarino di aver preso piena coscienza delle richieste dei manifestanti.

Palestina

La seduta del Parlamento palestinese chiamata a votare la fiducia al premier designato Ahmad Qoreï, alias Abu Ala, attesa per le 11.00 locali a Ramallah, è stata rinviata, senza ulteriori precisazioni da parte delle fonti ufficiali Anp. Da Gerusalemme, intanto, la radio israeliana rilancia un'intervista al ministro degli Esteri Sylvan Shalom, che avverte: "Se ci sarà un voto in seno al gabinetto, ci sarà una maggioranza favorevole all'esilio di Arafat. Ma non sono sicuro che la questione verrà messa ai voti".

"Alcuni responsabili della sicurezza che si sono opposti nel passato a questa misura sono ora favorevoli: tutti oggi la sostengono. Ma non sono sicuro che ci sarà un voto, per considerazioni di sicurezza e politiche". L'espulsione di Arafat è caldeggiata da mesi dalla destra israeliana e lo stesso Shalom, dopo l'attentato suicida di Hamas del 2 giugno 2001 in una discoteca di Tel Aviv, si è più volte dichiarato favorevole al provvedimento. Il premier Ariel Sharon, rientrato in tutta fretta dal viaggio ufficiale in India dopo gli attentati di martedì, riunirà nel tardo pomeriggio il gabinetto di ciurezza per esaminare la situazione. E sul tavolo, assicurano fonti vicine al premier, tornerà la questione Arafat.

L'esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso ieri sera un palestinese che tentava di danneggiare una barriera di sicurezza tra la Cisgiordania e Israele.

Nuova incursione dei soldati israeliani nella Striscia di Gaza: all'alba truppe appoggiate da autoblindo e da ruspe corazzate sono penetrate per parecchie centinaia di metri nel campo profughi di Rafah, situato in una zona nel settore sud dell'enclave teoricamente sotto l'esclusivo controllo dell'Autorita' Nazionale Palestinese. Lo hanno denunciato fonti dei servizi di sicurezza della stessa Anp, secondo cui gli occupanti hannop sparato a ripietizione colpi di avvertimento in aria per tenere a distanza la popolazione; quindi hanno proceduto alla demolizione di una quindicina di abitazioni, prima di ritirarsi rapidamente. Sei palestinesi e due soldati sono rimasti feriti nell'operazione. Secondo fonti militari israeliane, le abitazioni venivano utilizzate per lanciare granate e razzi contro le posizioni israeliane.

Sempre l'esercito israeliano ha anche distrutto questa notte a Hebron, in Cisgiordania, la casa di Abdullah Kawasme, ex capo dell'ala militare di Hamas per la città. Kawasme era stato ucciso dall'esercito israeliano da diversi mesi. Nella notte, altre due case sono state distrutte sempre in Cisgiordania: una vicino al quartier generale di Yasser Arafat a Ramallah e l'altra nella periferia di Beitunia.

IRAQ

E' stata arrestata ieri sera a Baghdad, dalle forze americane, l'inviata della TV araba Al-Jazeera, Atwar Bahajat. Ne dà notizia l'emittente del Qatar. Dalle prime informazioni raccolte, l'arresto sarebbe avvenuto subito dopo lo scoppio di un ordigno esplosivo nella zona del ponte di Ghazali, nel centro della capitale. In seguito all'esplosione sarebbe morto un militare americano e sarebbe scoppiato uno scontro a fuoco tra soldati alleati e miliziani della resistenza irachena. La giornalista è stata arrestata insieme al suo cameraman che si trovavano nella zona nel momento dell'esplosione, senza un motivo ufficiale. Intanto in Spagna scade oggi il tempo massimo della custodia cautelare per il giornalista di Al Jazeera Taysir Allouni. Si attende quindi per oggi la liberazione dell'inviato dell'emittente del Qatar accusato di avere legami con Al-Qaida.

CECENIA

Una donna e' morta e sette altri civili sono rimasti feriti gravemente nell'esplosione di una bomba al passaggio di un trattore in un villaggio nella regione di Sunzha,in Cecenia secondo quanto riferisce l'agenzia Interfax.

Argentina

Martedì l'argentina aveva annunciato che non avrebbe pagato la rata del debito nei confronti del FMI, diventando così il paese più insolvente di tutti, data l'entità della somma. E oggi, il FMI, per far fronte alla crisi, annuncia la firma di un accordo, che posticipa al 2006 il pagamento di tutte le rate, con retroattività al 1 settebre 2003. L'argentina dunque non è più insolvente: ma il braccio di ferro tra Kirckner e i grandi banchieri difficilmente potrebbe essere replicato dalle altre economie strozzate dalle politiche monetarie internazionali, come la LIberia o il Sudan.

Svezia

, morta Anna Lindh il ministro accoltellato ieri STOCCOLMA - Anna Lindh è morta. Il ministro degli Esteri svedese, accoltellata ieri da uno sconosciuto, non ce l'ha fatta. Troppo gravi e troppo profonde le ferite al fegato, al petto e all'addome. Aveva 46 anni, madre di due figli ed era uno dei politici più popolari del Paese. "E' un grande lutto", ha detto in lacrime il premier Goran Perssson in una conferenza stampa.

"Canada"

OGM: IN VIGORE LA ‘BIOSICUREZZA’