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Con un'economia sempre piu' dipendente dagli aiuti internazionali per le proprie spese militari, Israele sembra esitare nel prossimo passo della costruzione del muro dell'Apartheid, sopratutto dopo l'ambivalenza USA che ha dichiarato di pensare di ridurre le garanzie di prestito a Israele per le spese del Muro. Sharon ha quindi rimandato l'incontro per chiarire la posizione USA con Washington, previsto per oggi, prima di dare il via definitivo alla costruzione della nuova fase del Muro. Egli ha anche rimandato l'incontro previsto per oggi in cui il governo doveva approvare definitivamente la controversa nuova fase di costruzione del Muro dell'Apartheid. Mentre Sharon dichiarava che "l'incontro non e' rimandato per via delle pressione da parte di Washington", fonti israeliane riportavano che l'opposizione americana al Muro e il suo possibile taglio sulle garanzie di prestito avrebbe bloccato Sharon sulla decisione da prendere. La Casa Bianca ha intanto confermato che i soldi che Israele spende per le "attivita'" delle colonie saranno tagliati dai 9 milioni di dollari sulle garanzie di prestito, e che ancora non e' stato deciso se tagliare anche i soldi pensati per essere spesi nella costruzione del Muro in Cisgiordania. L'incontro di oggi doveva approvare l'ultima parte del progetto di Muro, tra Elkana e Ofer. Scott McClellan (secretario dell'ufficio stampa della Casa Bianca) ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno ancora forti dubbi sulla costruzione del Muro dell'Apartheid, ma ancora non hanno deciso se tagliare i fondi o meno. John Snow (segretario dell'Ufficio del Tesoro USA) in visita in Israele si e' rifiutato di dichiarare quanti aiuti finanziari gli Stati Uniti sarebbero intenzionati a tagliere a causa delle attivita' delle colonie in Cisgiordania. Snow dopo un'incontro con Sharon ha detto che ''abbiamo chiaramente reso l'idea che i tagli proverranno dalle garanzie di prestito per le azioni compiute in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, che vanno ben oltre quello che gli Stati Uniti si aspettavano". Con un'economia sempre piu' dipendente dagli aiuti internazionali per le proprie spese militari, Israele sembra esitare nel prossimo passo della costruzione del muro dell'Apartheid, sopratutto dopo l'ambivalenza USA che ha dichiarato di pensare di ridurre le garanzie di prestito a Israele per le spese del Muro. Sharon ha quindi rimandato l'incontro per chiarire la posizione USA con Washington, prima di dare il via definitivo alla costruzione della nuova fase del Muro. Egli ha anche rimandato l'incontro previsto per oggi in cui il governo doveva approvare definitivamente la controversa nuova fase di costruzione del Muro dell'Apartheid. Mentre Sharon dichiarava che "l'incontro non e' rimandato per via delle pressione da parte di Washington", fonti israeliane riportavano che l'opposizione americana al Muro e il suo possibile taglio sulle garanzie di prestito avrebbe bloccato Sharon sulla decisione da prendere. La Casa Bianca ha intanto confermato che i soldi che Israele spende per le "attivita'" delle colonie saranno tagliati dai 9 milioni di dollari sulle garanzie di prestito, e che ancora non e' stato deciso se tagliare anche i soldi pensati per essere spesi nella costruzione del Muro in Cisgiordania. L'incontro di oggi doveva approvare l'ultima parte del progetto di Muro, tra Elkana e Ofer. Scott McClellan (secretario dell'ufficio stampa della Casa Bianca) ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno ancora forti dubbi sulla costruzione del Muro dell'Apartheid, ma ancora non hanno deciso se tagliare i fondi o meno. John Snow (segretario dell'Ufficio del Tesoro USA) in visita in Israele si e' rifiutato di dichiarare quanti aiuti finanziari gli Stati Uniti sarebbero intenzionati a tagliere a causa delle attivita' delle colonie in Cisgiordania. Snow dopo un'incontro con Sharon ha detto che ''abbiamo chiaramente reso l'idea che i tagli proverranno dalle garanzie di prestito per le azioni compiute in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, che vanno ben oltre quello che gli Stati Uniti si aspettavano".

Gr ore 13 Gio 18 Set 03

IRAQ

Una forte esplosione è stata avvertita presso il principale oleodotto che collega il Nord dell'iraq con la turchia. L'esplosione, forse un attentato, si è verificata presso la citta di Bayji, nel nord del'iraq. Non sono ancora chiare nè le cause del fatto nè la portata dei danni. Auto e altri mezzi del ministero del petrolio iracheno sono stati visti dirigersi velocemente sul luogo

Il presidente americano Bush ha trasmesso ieri al Congresso degli Stati Uniti la richiesta formale di 87 miliardi di dollari, come bilancio suppletivo sull'esercizio fiscale 2004 che incomincia il primo ottobre. Si tratta di coprire i costi della guerra contro il terrorismo in Iraq e in Afghanistan e le spese di ricostruzione del Paese. Bush aveva annunciato la richiesta di 87 miliardi di dollari domenica 7 settembre, in un discorso alla Nazione. Intanto, al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York, diplomatici americani stanno mettendo a punto una bozza rivista della risoluzione da sottoporre al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per avallare l'invio di una forza di pace internazionale in Iraq, sotto comando americano, ampliare il ruolo dell'Onu nella ricostruzione e accelerare la democratizzazione del Paese. L'Amministrazione statunitense sta cercando di soddisfare esigenze prospettate da Francia, Germania e Russia, per dare piu' peso all'Onu e stringere i tempi del ritorno dell'Iraq agli iracheni. Un portavoce del Dipartimento di Stato assicura che le posizioni dei partners vengono esaminate con cura. Ma intanto, anche in vista del vertice a tre di sabato a Berlino (Germania, Francia e Gran Bretagna), le speranze di giungere a un accordo prima che il presidente Bush parli all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, martedi' prossimo, 23 settembre, si sono assottigliate e sono ormai ridotte al lumicino.

Palestina

Si sono aperti questa mattina nel quartier generale palestinese (Muqata) di Ramallah (Cisgiordania) i lavori del Comitato centrale di Al- Fatah, la fazione palestinese di maggioranza, nel corso dei quali verranno scelti 16 dei 24 ministri che formeranno il nuovo governo del premier incaricato Abu Ala (Ahmed Qurea). Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi. A presiedere la riunione, e' il presidente palestinese Arafat che, nel suo discorso di apertura, ha ricordato la centralita' di Al-Fatah nella vita politica palestinese. Gli altri otto ministri verranno indicati dalle altre formazioni politiche che faranno parte del nuovo governo, dopo le dimissioni dell'ex premier Abu Mazen (Mahmud Abbas). Abu Ala, che nei giorni scorsi ha detto di voler un governo aperto al maggior numero di forze politiche, dovrebbe quindi presentare sabato la lista dei ministri al Consiglio legislativo palestinese (Clp, Parlamento), chiamato a votare la fiducia al nuovo esecutivo.

L'esercito israeliano e' entrato nella notte nel campo profughi palestinesi di Nusseirati, nella striscia di Gaza, ed ha distrutto la casa di un esponente della Brigate Ezzedin al Qassam, il braccio armato del movimento radicale Hamas di 25 anni, uccidendolo. Le fonti militari israeliane hanno detto che scopo dell'operazione era di arrestare militanti. I soldati sono stati attaccati con armi da fuoco e hanno ingaggiato una sparatoria con uomini armati. 3 soldati sono rimasti feriti ed un altro palestinese ucciso. Ieri sera, sette palestinesi sono rimasti feriti durante scontri a fuoco con soldati israeliani nella parte meridionale della Striscia di Gaza.

Con un'economia sempre piu' dipendente dagli aiuti internazionali per le proprie spese militari, Israele sembra esitare nel prossimo passo della costruzione del muro dell'Apartheid, sopratutto dopo l'ambivalenza USA che ha dichiarato di pensare di ridurre le garanzie di prestito a Israele per le spese del Muro. Sharon ha quindi rimandato l'incontro per chiarire la posizione USA con Washington, prima di dare il via definitivo alla costruzione della nuova fase del Muro. Egli ha anche rimandato l'incontro previsto per oggi in cui il governo doveva approvare definitivamente la controversa nuova fase di costruzione del Muro dell'Apartheid. Mentre Sharon dichiarava che "l'incontro non e' rimandato per via delle pressione da parte di Washington", fonti israeliane riportavano che l'opposizione americana al Muro e il suo possibile taglio sulle garanzie di prestito avrebbe bloccato Sharon sulla decisione da prendere. La Casa Bianca ha intanto confermato che i soldi che Israele spende per le "attivita'" delle colonie saranno tagliati dai 9 milioni di dollari sulle garanzie di prestito, e che ancora non e' stato deciso se tagliare anche i soldi pensati per essere spesi nella costruzione del Muro in Cisgiordania. L'incontro di oggi doveva approvare l'ultima parte del progetto di Muro, tra Elkana e Ofer. Scott McClellan (secretario dell'ufficio stampa della Casa Bianca) ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno ancora forti dubbi sulla costruzione del Muro dell'Apartheid, ma ancora non hanno deciso se tagliare i fondi o meno. John Snow (segretario dell'Ufficio del Tesoro USA) in visita in Israele si e' rifiutato di dichiarare quanti aiuti finanziari gli Stati Uniti sarebbero intenzionati a tagliere a causa delle attivita' delle colonie in Cisgiordania. Snow dopo un'incontro con Sharon ha detto che abbiamo chiaramente reso l'idea che i tagli proverranno dalle garanzie di prestito per le azioni compiute in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, che vanno ben oltre quello che gli Stati Uniti si aspettavano".

AFGHANISTAN

I taleban hanno catturato due giorni fa quattro soldati americani durante un agguato nei pressi del confine con il Pakistan. Lo rivela oggi il quotidiano arabo internazionale Al-Hayat in una corrispondenza da Islamabad, citando fonti vicine ai miliziani islamici. Stando alle fonti, i taleban hanno detto di aver teso un agguato a una pattuglia americana nelle vicinanze della provincia afghana di Khost, catturando quattro soldati dopo uno scontro a fuoco. I taleban hanno detto che il luogo della battaglia era vicino alla regione pachistana del Vazirestan, abitata da tribu', dove forze americane e pachistane stanno preparando un'offensiva per neutralizzare covi di Al-Qaida.

Italia

GIUSTIZIA

Gli attacchi all' indipendenza della magistratura e le dichiarazioni di alti responsabili politici che offendono i magistrati e delegittimano la funzione giudiziaria sono i motivi che fanno sentire vivamente allarmata l' Anm nella giornata nazionale di astensione proclamata dall' Associazione nazionale magistrati. In un documento che sara' letto oggi in tutti i i distretti giudiziarie l' Anm critica soprattutto il premier Berlusconi per i giudizi espressi sui magistrati in dichiarazioni ed interviste e denuncia l' assoluta inadeguatezza del ministro della Giustizia. La indipendenza della magistratura non e' un privilegio dei magistrati, ma e' uno strumento essenziale per la garanzia dei diritti dei cittadini, prosegue tra l' altro il documento.

gror030918 (last edited 2008-06-26 09:48:23 by anonymous)