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Inserisci una descrizione per gror030924 === GR ore 13.00 ===

'''Teramo'''

Ieri, dopo 15 giorni di sciopero , i lavoratori e le lavoratrici ex lsu della Valvibrata di teramo, hanno ottenuto un primo risultato, con l'approvazione all'unanimità di un documento a sostegno delle rivendicazioni, documento che la giunta dovrà adesso trasformare in delibera.la giunta deve anche dar mandato all'assessore al lavoro di creare una convenzione col ministero apposito affinchè il progetto divenga operativo.

'''Alfa Arese'''

Sciopero oggi di 4 ore alla fabbrica Fiat di Arese, dove, nonostante i proclami trionfalistici dell'azienda, 500 lavoratori verranno licenziati.
L'alfa di Arese è tra le fabbbriche più colpite dalla recente ristrutturazione del gruppo, che ha portato alla cassa integrazione per migliaia di dipendenti, e al precariato per altrettanti lavoratori e lavoratrici. Da sempre palla al piede del gruppo fiat, che l'ha voluta acquisire solo per non perdere il valore delle proprie azioni, non è mai stata oggetto di un reale piano di ristrutturazione, preferendo spostare all'estero la produzione, con il consueto ricatto del costo del lavoro.
I lavoratori e le lavoratrici hanno proposto piani alternativi, anche con il concorso della regione, ma non sono mai stati tenuti in considerazione.
Le quattro ore di sciopero di oggi arrivano al termine di due settimane di mobilitazioni, tra essemblee e blocchi delle autostrade.

'''Francia - Diritti dei migranti'''

Verrà processato oggi in francia Romain Binazon, colpevole di avere protestato contro la deportazione dei sans papier di Parigi. Arrestato per la sua azione, oggi dovrà comparire davanti al tribunale, accusato di resistenza e oltraggio

GR ore 13.00

Teramo

Ieri, dopo 15 giorni di sciopero , i lavoratori e le lavoratrici ex lsu della Valvibrata di teramo, hanno ottenuto un primo risultato, con l'approvazione all'unanimità di un documento a sostegno delle rivendicazioni, documento che la giunta dovrà adesso trasformare in delibera.la giunta deve anche dar mandato all'assessore al lavoro di creare una convenzione col ministero apposito affinchè il progetto divenga operativo.

Alfa Arese

Sciopero oggi di 4 ore alla fabbrica Fiat di Arese, dove, nonostante i proclami trionfalistici dell'azienda, 500 lavoratori verranno licenziati. L'alfa di Arese è tra le fabbbriche più colpite dalla recente ristrutturazione del gruppo, che ha portato alla cassa integrazione per migliaia di dipendenti, e al precariato per altrettanti lavoratori e lavoratrici. Da sempre palla al piede del gruppo fiat, che l'ha voluta acquisire solo per non perdere il valore delle proprie azioni, non è mai stata oggetto di un reale piano di ristrutturazione, preferendo spostare all'estero la produzione, con il consueto ricatto del costo del lavoro. I lavoratori e le lavoratrici hanno proposto piani alternativi, anche con il concorso della regione, ma non sono mai stati tenuti in considerazione. Le quattro ore di sciopero di oggi arrivano al termine di due settimane di mobilitazioni, tra essemblee e blocchi delle autostrade.

Francia - Diritti dei migranti

Verrà processato oggi in francia Romain Binazon, colpevole di avere protestato contro la deportazione dei sans papier di Parigi. Arrestato per la sua azione, oggi dovrà comparire davanti al tribunale, accusato di resistenza e oltraggio

G.R. 9,30

PALESTINA

Rafah, scontri con esercito: ucciso 15enne palestinese Un 15enne palestinese è stato ucciso oggi a Rafah, nella Striscia di Gaza, in scontri con l'esercito israeliano. Ci sono anche alcuni feriti.

Sharon: Barghuti resterà in carcere Rimarrà in carcere il capo di al-Fatah in Cisgiordania, Marwan Barghuti. Lo ha detto il premier Ariel Sharon, precisando che lui non può essere incluso nello scambio di prigionieri negoziato di recente tra Israele e i guerriglieri Hezbollah

ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, è tornato ieri a criticare senza mezzi termini l’intervento unilaterale degli Stati Uniti contro l’Iraq. Lo ha fatto all’apertura dei lavori della 58esima Assemblea generale dell’Onu al Palazzo di Vetro di New York. Annan, davanti ai leader di 191 Paesi, ha deplorato la dottrina delle guerre preventive: “La loro logica rappresenta una sfida fondamentale ai principi su cui, sia pure in modo imperfetto, si sono fondate la pace e la stabilità mondiale per gli ultimi 58 anni”. Per evitare il rischio che le ‘guerre preventive’ si moltiplichino, ha insistito il Segretario generale dell’Onu, è necessario che la comunità decida se vuole ripristinare quelle regole o scriverne altre, ma di certo è necessaria una riforma profonda delle Nazioni Unite in tempi brevi. Nonostante le parole con cui il segretario generale ha stigmatizzato la scelta degli Stati Uniti di lanciare l’attacco contro Baghdad, il presidente americano George W. Bush ha ribadito la sua convinzione che “la guerra era giusta”. Tutti sanno, comunque, che le temute armi di distruzione di massa che hanno giustificato l’intervento non sono – fino ad oggi – state ancora ritrovate. Ora il numero uno della Casa Bianca dice di voler guardare al futuro dell’Iraq. Ma sul modo in cui progettare l’avvenire del Paese, molti dissentono nettamente dagli Usa. A partire dal presidente francese Jacques Chirac, che davanti alla ‘plenaria’ dell’Onu ha ribadito la necessità di un rapido trasferimento dei poteri agli iracheni. Ma gli Usa, è noto, non ne hanno alcuna intenzione: “Né rallentamenti né accelerazioni” ha tagliato corto Bush, che però chiede aiuto per rendere l’Iraq sicuro e farne una democrazia. Anche Annan, nel suo intervento, aveva chiesto “un mandato per aiutare gli iracheni e far sì che riprendano la loro sovranità”. Riportare la pace in Iraq, ha fatto capire il segretario generale, è l’unica via per salvare la credibilità ormai ridotta ai minimi termini delle Nazioni Unite: perché “un successo in Iraq avrebbe grande importanza. E’ vitale per tutto noi che il risultato sia un Iraq stabile”, ha aggiunto, che “contribuisca alla stabilità della Regione

CRITICHE A BLAIR PER AVERE SNOBBATO ASSEMBLEA Visto che si tratta di uno dei paladini della guerra in Iraq, non e' passata inosservata l'assenza del premier britannico Tony Blair all'apertura dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Mentre il presidente americano George W. Bush difendeva le ragioni del conflitto, Blair visitava un ospedale di Londra, preoccupato di fronte al calo dei consensi interni di dimostrare la sua attenzione per i problemi del paese. La sua scelta, pero', gli ha attirato le critiche dell'opposizione. "E' piuttosto singolare che questo premier, che due anni fa si proponeva come uno dei piu' importanti statisti del mondo, non sia preparato ad affrontare i suoi colleghi all'Onu", ha dichiarato al quotidiano 'The Times' Michale Acram, responsabile Esteri dei conservatori. Anche un diplomatico del Consiglio di sicurezza ha criticato la scleta di Blair: "Credo sarebbe stato utile per lui essere qui, avrebbe dovuto venire", ha detto. Da parte sua, Blair ha spiegato ai giornalisti che lo seguivano durante la visita quanto sia importante che il governo si concentri su "cose che interessano alla gente" del suo paese, come servizi sociali e lotta la crimine.

Da parte sua Gerhard Schroeder ha sottolineato ancora una volta la comunità di intenti tra Parigi e Berlino in un'intervista rilasciata alla televsione Zdf da New York, dove si trova per l'assemblea generale delle Nazioni Unite. "Abbiamo una posizione comune con la Francia, che deve essere rispettata", ha dichiarato Schroeder, che nel pomeriggio interverra' davanti all'Assemblea. Ieri, al Palazzo di Vetro sono emersi ancora una volta i contrasti tra Stati Uniti da una parte e Francia dall'altra sulla transizione verso l'autonomia degli iracheni. Il presidente francese Jacques Chirac vorrebbe che Washington trasferisse entro pochi mesi agli iracheni la piena sovranita', mentre il presidente americano George W. Bush ha ribadito che non intende fare le cose in fretta.

Oggi dopo il giorno dei discorsi ufficiali e dei grandi proclami al Palazzo di Vetro è la volta degli incontri a quattr'occhi, dei conciliaboli e dei mini vertici. Il presidente americano tenterà la carta della persuasione diretta. Diversi, per Bush, gli appuntamenti in calendario. Fondamentale - dal punto di vista politico - quello col cancelliere tedesco Schroeder. Forse più concreti quelli col primo ministro indiano Vajapayee e col presidente pachistano Musharraff. Sempre oggi, dopo l'incontro Bush-Schroeder, dovrebbero incontrarsi Francia, Germania, Russia. Per i leader dei tre paesi del fronte del No alla guerra è il primo summit al vertice dopo l'incontro di San Pietroburgo dell'aprile scorso. Quanto alla possibilità che la Germania collabori all'addestramento della polizia irachena, Schroeder ha detto che tale compito potrebbe svolgersi non soltanto in Germania, ma anche "nella regione".

Intanto in Usa quasi sei americani su dieci pensano che il presidente George W. Bush non abbia un piano per l'Iraq e oltre sei su dieci aspettano ancora che spieghi loro con chiarezza che cosa intende fare. Lo indica un sondaggio del Pew Research Center, pubblicato in coincidenza con il discorso di Bush all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Da esso, risulta, inoltre, che sette americani su dieci chiedono che gli Stati Uniti lascino alle Nazioni Unite un maggior ruolo in Iraq (oltre la meta' anche sul piano militare) e che poco piu' di un terzo di essi e' disposto a spendere per l'Iraq la somma chiesta da Bush -87 miliardi di dollari-.

MUTILAZIONI FEMMINILI

Sono 250 i villaggi del Senegal che hanno proclamato l’abbandono della pratica della mutilazione genitale femminile. Lo riferisce il sito dell’emittente britannica ‘Bbc’, precisando che in queste comunità hanno dichiarato di voler abolire ogni forma di discriminazione nei confronti della donna. Queste decisioni sono state accolte positivamente dall’Unicef. "Ogni anno muoiono nel mondo 1 milione e mezzo di bambine perché malnutrite, meno curate, anche sotto il profilo sanitario, rispetto ai maschi. Inoltre, interpretazioni di credenze religiose di varia derivazione (islamica, animista, cristiana) vogliono le donne africane sottoposte ad amputazioni genitali, erroneamente definite ‘circoncisione’" afferma un rapporto dell’Unicef. La mutilazione genitale femminile viene messa in atto da molte comunità africane (nel nord del Senegal tra i Fulani, i Mandingo e i Jolla, nel sud tra i Jalunges e a est tra i Jahangas), nonostante l’opposizione dei loro stessi governi, su fanciulle di età compresa tra i quattro e i dodici anni, ma anche su bimbe di pochi giorni o su donne mature a seconda del gruppo. Coloro che la praticano non usano alcun tipo di anestetico e si avvalgono di forbici non disinfettate, ma anche coltelli o addirittura rasoi. Ciò può causare danni permanenti che portano all’incontinenza, a disfunzioni sessuali, a infertilità, quando non si rivelano fatali al momento del parto. Non vanno inoltre sottovalutati lo shock inflitto alla donna, le gravi emorragie, le lacerazioni e le infezioni ai tessuti genitali ‘trattati’. In occasione di questa seppur parziale ‘vittoria’, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha reso noto il proprio proposito di non interrompere la campagna perché l’intero Paese si liberi da queste pratiche, che stima abbiano colpito fino ad ora nel mondo 130 milioni di donne

gror030924 (last edited 2008-06-26 09:54:59 by anonymous)