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G.R. 9,30

BLACK-OUT

Per fare il punto sulla situazione e sugli interventi ancora necessari, una riunione è cominciata intorno alle 8:30 alla Protezione civile, con la partecipazione del capo del dipartimento Guido Bertolaso Riguardo alle possibilità di distacco per questa mattinata, pare che almeno fino alle 10.30 non ci sarà nessun distacco di energia. L’allarme era stato lanciato ieri dal Gestore della Rete nazionale e resta comunque in piedi per la seconda parte della mattinata. Ma mentre la Protezione Civile comunicava che la distribuzione di energia elettrica è tornata normale in tutta Italia, giungono notizie che alcune zone della provincia di Enna e di Caltanissetta e altre della Puglia sono ancora senza luce elettrica. I problemi - scrive l'agenzia Ansa - sono dovuti guasti della rete locale.

PALESTINA

Sono stati riaperti questa mattina i confini tra Israele e i territori palestinesi chiusi venerdì scorso dalle autorità di Tel Aviv nel timore di nuovi attentati proprio durante le celebrazioni del capodanno ebraico. Lo hanno riferito fonti militari, le quali hanno precisato che l’esercito israeliano all'alba ha tolto i blocchi imposti intorno alla Cisgiordania e a Gaza, consentendo così a migliaia di palestinesi di raggiungere il proprio posto di lavoro. La misura era stata introdotta venerdì in seguito all’attacco contro un insediamento israliano di Hebron. A Gaza, la resistenza palestinese ha lanciato alcuni colpi di mortaio contro postazioni militari e insediamenti israeliani; mentre in Cisgiordania l’esercito di Tel Aviv ha fermato almeno 35 palestinesi. Tra loro si trovavano una ventina di attivisti di Hamas catturati a Ramallah. Intanto si fa sentire la posizione delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa, diffusa in un comunicato in occasione del terzo anniversario dello scoppio dell'Intifada di Al-Aqsa"La resistenza contro Israele continua perché è l'unico linguaggio che il nemico sionista riesce a comprendere".

IRAN AVVERTE ISRAELE: REAGIREMO AD ATTACCHI CONTRO CENTRALI

Kharrazi: l'incursione israeliana è una indubbia minaccia Roma, 29 set. (Ap.Biscom) - L'Iran reagirà ad ogni attacco israeliano sulle centrali nucleari o sui laboratori: lo ha annunciato il ministro degli Esteri iraniano Kamal Kharrazi, il quale in un'intervista alla rete televisiva statunitense Abc ha negato che il suo Paese sia impegnato nella produzione di armi di distruzione di massa. Secondo Kharrazi la possibilità di un attacco militare israeliano sulle centrali irachene "è senza dubbio una minaccia". Come riporta il quotidiano israeliano Ha'aretz, lo Stato ebraico ha più volte denunciato il pericolo rappresentato dal programma nucleare iraniano e non scarta il ricorso all'opzione militare se venisse confermato il tentativo dell'Iran di produrre armi nucleari. "Israele sa che se commette un'azione del genere, dovrà affrontare la reazione", ha commentato Kharrazi, che non ha fornito ulteriori dettagli in merito alla questione. Teheran ha già ribadito la propria volontà di raggiungere un accordo con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) autorizzando ispezioni a sorpresa ma senza rinunciare ai propri programmi di produzione di energia nucleare per scopi civili

INDIA-PAKISTAN

Nuovi scontri tra l'esercito indiano e i ribelli indipendentisti del Kashmir sono avvenuti durante la notte nei pressi della linea di controllo, il confine che divide il Kashmir pakistano da quello indiano. Fonti giornalistiche locali precisano che i combattimenti - verificatisi nella zona di Baramullah, circa duecento chilometri dalla capitale Srinagar - sono costati la vita ad almeno 12 militanti islamici, 15 secondo altre fonti. Un portavoce dell'esercito indiano ha sottolineato che il gruppo è stato intercettato da una pattuglia mentre cercava di attraversare il confine tra le due aree. Al momento le forze di sicurezza indiane sono ancora impegnate in un rastrellamento che interessa tutta la zona, alla ricerca dei ribelli che sono riusciti a fuggire. Soltanto nel mese di settembre sono oltre 300 le vittime del conflitto per il controllo del Kashmir. Dal 1989 il Kashmir è diventato terreno della guerriglia separatista che causa quasi ogni giorno morte e distruzione. New Delhi sostiene che i ribelli siano finanziati da Islamabad, ma i pakistani continuano a respingere questa accusa. Per il completo controllo della contesa regione himalayana, India e Pakistan hanno combattuto due delle tre guerre che dal 1947 ad oggi li hanno visti incrociare le armi. Il Jammu e Kashmir è l’unico Stato dell’unione federale indiana abitato in maggioranza da musulmani.