G.R. ore 19.00

Sommario

italia

esteri

- IRAQ: ALTRI DUE AGGUATI NELLA NOTTE, DUE SOLDATI USA MORTI

- Iraq: Powell tenta di mediare su nuova risoluzione Onu

- Pakistan: Raid contro al Qaida, almeno 12 morti

Italia

Detenuto morto a Livorno, madre lancia appello a Ciampi - LIVORNO,2 OTT-Un aiuto per impedire che 'prevalga la volonta' di nascondere la verita: e' quanto chiede, in una lettera a Ciampi, la madre di un detenuto morto a Livorno. L'autopsia compiuta sul corpo di Marcello Lonzi, 29 anni, in carcere per scontare una pena a 8 mesi di reclusione per tentato furto e in attesa di usufruire dell'indultino, aveva attribuito la morte a un infarto fulminante. Ma la madre, Maria Ciuffi, e' convinta che il figlio sia stato ucciso in carcere.

'Verso il 4 ottobre piazza tematica sul lavoro e ennesimo incontro col prefetto di Roma Ascoltiamo la corrispondenza

DOPO IL BLACKOUT

Un'inchiesta congiunta dei gestori europei sul blackout del 28 settembre scorso in Italia è stata decisa oggi a Bruxelles.

Napoli, Investiti mentre sono in corteo, feriti due dipendenti zoo

Due dipendenti dello zoo di Napoli, sono rimasti feriti in un incidente stradale, mentre partecipavano ad una manifestazione a viale Kennedy a Napoli. I due sono stati ricoverati in ospedale, le loro condizioni non sono gravi. La protesta era stata indetta per chiedere garanzie sul giardino zoologico in crisi per mancanza di fondi. (Red) Napoli, 16:49 Investiti durante corteo, coinvolta macchina carabinieri

Una macchina dei carabinieri è rimasta coinvolta nell'incidente che ha coinvolto stamani due dipendenti dello zoo di Napoli, investiti mentre partecipavano ad un corteo indetto per chiedere garanzie sul giardino zoologico in crisi per mancanza di fondi. . Secondo i manifestanti, è stata l'auto dei carabinieri a investire i due manifestanti. Il comando provinciale dell'Arma invece smentisce l'episodio. Si è trattato di due episodi accaduti mentre il corteo passava a viale Kennedy. Prima un'auto da investito un manifestante, Vincenzo P., che è stato ferito e trasportato in ospedale. In seguito all'incidente gli altri partecipanti al corteo si sono fermati lungo la strada, ostruendo di fatto la carreggiata.

A quel punto è giunta l'auto civetta dei carabinieri, priva di contrassegni, che doveva transitare lungo viale Kennedy. Un altro dipendente dello zoo, Giuseppe F., che era a pochi centimetri dalla vettura, si è accasciato al suolo dopo un contatto con l'auto dei carabinieri. Portato in ospedale, è stato medicato con prognosi di tre giorni. Sulla dinamica di questo secondo episodio sono in corso accertamenti da parte della polizia, giunta sul posto.

Una videocassetta giunta per posta al ministero del Lavoro di via Flavia è esplosa poco dopo mezzogiorno

Eccoci pronti ad essere sottoposti nuovamente e puntualmente all'emergenza pacchi bomba. Come un orologio svizzero alla vigilia di un corteo importante e di una riforma pietosa i nostri personaggi politici possono divertirsi a ripetersi....... alcune dichiarazioni di pisanu di oggi: Segnali preoccupanti in vista dei cortei di Roma Gli attentati di Roma e Cagliari rappresentano "segnali preoccupanti di nuova effervescenza terroristica in vista delle manifestazioni democratiche che sono previste sabato a Roma", ha detto Pisanu.

Isolare chi ricorre alla violenza "Rivolgo un appello alle organizzazioni sindacali, politiche e alle formazioni di varia origine ma tutte pacifiche, perché collaborino attivamente con le forze dell'ordine per isolare coloro che vogliono invece ricorrere alla violenza e metterli in condizioni di non nuocere.

Alfa arese

Continuano le mobilitazioni degli operai e delle operaie dello stabilimneto.

Questa mattina i lavoratori dell'Alfa Romeo di Arese hanno raggiunto in corteo la Fiera di Milano dove si è aperto lo Smau. La situazione della fabbrica è sempre più drammatica. La chiusura definitiva è sempre più prossima. Una delegazione è stata ricevuta dal Presidente della Regione Formigoni e dal Ministro all'Innovazione Tecnologica Stanca.

esteri

La polizia boliviana contro gli studenti

Iraq. Turchia e Stati Uniti eleborano un piano contro i ribelli curdi

Turchia e Stati Uniti si sono accordati per un piano di smantellamento dei campi dei ribelli curdi nascosti nell' Iraq settentrionale. L'intesa non esclude un'opzione militare. "Abbiamo concordato un piano di azione con gli Stati Uniti per sradicare il Pkk-Kadek dal nord dell'Iraq", ha annunciato il vice sottosegretario agli Esteri turco Nabi Sensoy all'agenzia di stampa Anadolu. L'accordo è arrivato dopo una riunione tra una delegazione americana e una turca al ministero degli Esteri ad Ankara. Washington era rappresentata da Cofer Black, coordinatore del dipartimento antiterrorismo del Dipartimento di Stato americano. Erdogan: decisione rapida sull'invio di truppe in Iraq Raggiunta l'intesa sulla questione curda il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha subito sollecitato il Parlamento a decidere in tempi stretti sull'invio in Iraq di 10 mila soldati in supporto agli americani. "Vogliamo una decisione rapida dell'assemblea legislativa", ha dichiarato Erdogan alla televisione turca Ntv.

Sono 5 mila i curdi nei campi in Iraq settentrionale Nel nord dell'Iraq avrebbero trovato rifugio 5mila militanti armati del Partito dei lavoratori curdi di Abdullah Ocalan, l'ex Pkk, ora chiamato Kadek. Il movimento è fuorilegge ed è considerato un'organizzazione terroristica sia da Ankara sia dagli Stati Uniti. Nel 1999, quando aveva annunciato il cessate-il-fuoco unilaterale, il Pkk- Kadek aveva lasciato il sudest della Turchia per riparare tra le montagne dell'Iraq settentrionale, ma il mese scorso ha revocato la tregua.

IRAQ: ALTRI DUE AGGUATI NELLA NOTTE, DUE SOLDATI USA MORTI

BAGHDAD - Altri due soldati americani sono morti nella notte tra mercoledi' e giovedi' in altrettanti agguati in Iraq, portando a 365 il numero dei caduti della coalizione angloamericana nel conflitto contro l'Iraq, di cui 314 americani. Con quelli di oggi sono tre gli attacchi mortali condotti contro militari Usa nel giro di poche ore in Iraq. Ieri, una donna soldato e' rimasta uccisa - e altri tre feriti - in un attacco della guerriglia irachena a un convoglio vicino alla principale base militare americana a Tikrit, citta' natale del deposto presidente Saddam Hussein. Nella notte, due le imboscate: attorno alla mezzanotte, nella citta' di Baghdad e' stata attaccata con armi di piccolo calibro una pattuglia americana in perlustrazione: un soldato morto e uno ferito. Qualche ora piu' tardi vicino alla citta' di Samarra, un centinaio di km a nord della capitale, un attacco con granate Rpg contro un convoglio della Quarta divisione fanteria ha ucciso un altro militare Usa. Ancora un attacco contro un obiettivo americano. Un convoglio americano formato da diversi camion cisterna e' stato oggi vittima di un attacco a sud di Falluja, a 50 km ad ovest di Baghdad. L'attacco e' stato sferrato con esplosivo su una strada situata a circa 15 km a sud di Falluja.

Afghanistan: Due soldati canadesi della forza di pace uccisi dall'esplosione di una mina

Due soldati canadesi dell'Isaf, la forza di pace internazionale in Afghanistan, sono morti oggi nell'esplosione di una mina a Kabul. Altri tre soldati sono rimasti feriti. L'incidente è avvenuto alle 13:35 locali (le 10 in Italia) a circa due chilometri di distanza dal quartier generale dei militari canadesi. Al passaggio di una pattuglia a bordo di due automezzi, un ordigno - forse una mina telecomandata - è esploso colpendo in pieno uno dei veicoli. L'Isaf è in Afghanistan sotto l'egida dell'Onu dal dicembre 2001 con 5.500 uomini di 28 paesi. I compiti dell'Isaf sono quelli del mantenimento della pace, dell'ordine e della sicurezza nell'area di Kabul. Non ne fanno parte gli americani, impegnati da altri compiti: principalmente la caccia agli uomini di al Qaida e ai taleban sfuggiti alla cattura.

Pakistan: Raid contro al Qaida, almeno 12 morti

Nuova operazione delle forze pachistane contro Al Qaida: i militari si sono scontrati oggi con 25 presunti membri della rete terroristica che fa capo ad Osama Bin Laden, al confine tra Pakistan ed Afghanistan. Almeno 12 terroristi sono morti e 10 sono stati arrestati hanno detto fonti militari pakistane. Due soldati pakistani sono stati feriti nel corso dello scontro a fuoco con i presunti terroristi e che altri membri di Al Qaida hanno trovato rifugio nelle vicinanze. La maggior parte degli uomini uccisi e di quelli catturati sarebbero stranieri. Le autorità investigative credono che persino il capo di Al-Qaida Osama Bin Laden, e il suo più fedele collaboratore, Ayman Al-Zawahri, hanno trovato modo di nascondersi al confine tra l'Afghanistan e il Pakistan.

Iraq: Powell tenta di mediare su nuova risoluzione Onu

Gli Stati Uniti non vogliono che le Nazioni Unite si installino alla guida del processo di ricostruzione e di democratizzazione dell'Iraq. "Vogliamo che alla guida ci siano gli iracheni". Lo ha oggi detto il segretario di Stato americano Colin Powell, che vede, per l'Onu, un ruolo "vitale" nel dopoguerra iracheno e ha parlato anche delle funzioni della forza multinazionale che gli Stati Uniti vogliono riunire in Iraq con l'avallo dell'Onu e sotto comando unico americano. Gli Stati Uniti sperano che, alla conferenza di Madrid del 23 e 24 ottobre, gli altri Paesi possano fare uno sforzo per la ricostruzione dell'Iraq analogo al loro, che è di 20 miliardi di dollari. Powell ha fatto riferimento a stime di organizzazioni finanziarie internazionali, come la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale, che stimano a 56 miliardi di dollari il fabbisogno globale per la ricostruzione dell'Iraq. Per il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, la nuova bozza di risoluzione sull'Iraq proposta agli Stati Uniti e fatta circolare tra i membri del consiglio di Sicurezza va nella direzione sbagliata, rispetto al suo auspicio che all'Onu sia riconosciuto un ruolo centrale nella ricostruzione del Paese. Non è chiaro anche il ruolo che dovranno avere le Nazioni Unite, mentre Annan ha insistito affinche' sia definito senza ambiguità.

Israele. Dopo il muro, gli insediamenti

Irlanda: Bloody Sunday, un militare ammette di aver giustiziato un civile disarmato

Un anziano paracadutista ha ammesso davanti a un tribunale d'inchesta di aver giustiziato con un colpo alla nuca un civile disarmato che, anzi, agitava un fazzoletto bianco: era Barney McGuigan, che stava cercando di aiutare un'altra vittima. L'episodio risale al 30 gennaio 1972, giorno tristemente noto in tutto il mondo come Bloody Sunday, la "domenica insanguinata", e questa è la prima ammissione di colpevolezza in più di 31 anni. In quella domenica del '72 a Londonderry, seconda città dell'Irlanda del Nord, l'esercito inglese fece fuoco su un gruppo di manifestanti che chiedevano la difesa dei diritti dei cattolici irlandesi. Ci furono 14 morti. La versione ufficiale data dall'esercito britannico assicurava che i soldati avevano reagito ad un attacco dei manifestanti e dei militanti dell'IRA, l'Armata repubblicana irlandese. Ma quasi tutti i testimoni civili affermarono che i manifestanti erano assolutamente disarmati e nei fatti sul luogo degli scontri non fu mai travata alcuna arma. Negli ultimi 5 anni una commissione d'inchiesta, guidata dal giudice inglese Mark Saville, ha interrogato quasi mille testimoni per cercare di stabilire la verità sull'episodio Bloody Sunday.

GR ORE 13.00

Indonesia

Il tribunale indonesiano di Denpasar ha condannato a morte Ali Ghufron, alias Mukhlas, terzo imputato per l'attacco di Bali a ricevere la pena capitale. La sentenza sara' eseguita con un plotone d'esecuzione. Ghufron, 43 anni, e' stato riconosciuto colpevole di aver organizzato, coordinato e finanziato il duplice attacco dello scorso 12 ottobre a Bali in cui morirono 2002 persone. L'imputato ha preannunciato il ricorso in appello. Durante il processo ha dichiarato di essere solo un pesce piccolo del terrorismo, paragonato a pesci grossi come il presidente americano George Bush, il premier britannico Tony Blair e quello israeliano Ariel Sharon. Secondo l'accusa, Ghufron e' il capo delle operazioni della Jemaah Islamyiah, un'organizzazione legata alla rete di al Qaeda, che vuole costituire uno stato pan islamico nel Sud Est asiatico In aula ha espresso rincrescimento per la morte d'indonesiani nell'attentato di Bali, ma non per gli stranieri. In precedenza, la stessa corte di Denpasar ha condannato a morte per l'attentato di Bali suo fratello minore Amrozi, 41 anni, e Imam Samudra, 33 anni. Un terzo fratello, Ali Imron, e' stato condannato all'ergastolo. Amrozi e' stato il primo indonesiano condannato alla pena capitale in base alle nuove leggi anti terrorismo, inasprite in seguito all'attentato di Bali.

Iraq La bozza di risoluzione, come gia' le precedenti versioni, elenca una lista di compiti da assegnare alle Nazioni Unite, ma quasi sempre in un ruolo subordinato. Per esempio, l'Onu potra' collaborare con i venticinque membri del Consiglio governativo, l'esecutivo 'ad interim' di nomina statunitense, alla preparazione di un calendario e un programma per la stesura della nuova Costituzione e per le elezioni; ma e' previsto che anche l'autorita' di occupazione guidata da Paul Bremer abbia voce in capitolo. Il Palazzo di Vetro potra' contribuire a delineare il processo elettorale e a ripristinare "le istituzioni nazionali e locali", ma solo su richiesta del Consiglio governativo. Nel documento dell'amministrazione Bush e' evidente la cura con cui si sono dosate le parole, nel tentativo di convincere i piu' restii. Nel testo si sottolinea la "natura temporanea" dell'occupazione statunitense che sara' mantenuta "fino a quando non si sara' insediato un governo rappresentativo e riconosciuto a livello internazionale". Progressivamente, rassicura Washington, l'amministrazione del paese passera' "alle strutture interinali iracheni che si stanno formando". Dunque, "il giorno in cui gli iracheni si dovranno governare da soli dovra' essere vicino", si legge. Ma di date sul testo non se ne vedono. L'amministrazione Bush non ha quindi risposto alle richieste arrivate dalla Francia, che vedrebbe con favore un trasferimento di poteri in tempi brevi, e della Russia che vorrebbe affidare all'Onu la stesura di una tabella di marcia verso le elezioni. L'ambasciatore americano al Palazzo di Vetro, John Negroponte, ha presentato la bozza ieri ai rappresentanti degli altri quattro membri permanenti e con diritto di veto: Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna. Una copia del documento e' stata trasmessa anche alla Germania, provvisoriamente nell'esecutivo Onu. Dalle cancellerie ancora non sono arrivati commenti, ma l'Onu ha gia' fatto filtrare la sua valutazione e non e' positiva: "Vogliamo che si insedi quanto prima un governo provvisorio sovrano cosi' da poter lavorare in Iraq come facciamo in altri paesi", ha spiegato un funzionario, "invece ci viene chiesto di partecipare a un'occupazione militare". Negroponte spera che nonostante tutto la risoluzione sia approvata prima della Conferenza dei donatori, in programma a Madrid il 23 e 24 ottobre.. Gli Stati uniti stanno cercando in tutti i modi di ottenere un voto favorevole prima del 23 ottobre, data di apertura della conferenza dei donatori, l'organismo che dovrà stabilire qunati soldi investire nella ricostruzione in irak. Gli stati uniti hanno chiesto 87 milioni di dollari in totale, ma non otterranno nulla se non soddisferanno le condizioni poste dagli altri paesi, come per esempio una data certa per la fine dell'occupazione americana. Non a caso, proprio ieri l'Onu ha fatto circolare le prime stime sulle necessita' finanziarie per la ricostruzione dell'Iraq: 35 miliardi di dollari in quattro anni, fra contributi dall'estero e sfruttamento delle risorse interne. La valutazione e' stata fatta da Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e la stessa Onu in previsione dell'incontro di Madrid. La Commissione europea ha gia' preannunciato ieri che contribuira' con 200 milioni di euro per progetti urgenti da avviare entro il 2004; lo stanziamento dovra' essere approvato dai ministri degli Esteri dei Quindici nella riunione del 13 ottobre in Lussemburgo. Il costo di una situazione di perdurante guerriglia, con perdite quotidiane tra le file dei militari americani impegnati in Iraq, e della ricostruzione e' troppo pesante perche' l'America possa continuare a sostenerlo quasi da sola. La risoluzione trasformebbe l'operazione militare in una missione internazionale con il 'placet' dell'Onu, anche se sempre sotto comando del Pentagono. Questo, spera Washington, convincera' altri paesi a unirsi alla coalizione, ma i candidati per ora sono ben pochi.

Irak

Intanto a godere il valore della ricostruzione sono ancora gli statunitensi: Il valore degli appalti della Halliburton per la ricostruzione delle infrastrutture petrolifere irachene è aumentato a 1,4 miliardi di dollari da 1,25 miliardi di due settimane fa. Lo ha riferito l'amministrazione Usa. Il Genio militare Usa ha spiegato che questo aumento dei costi è reso necessario dai danni dovuti ai saccheggi. Il capo della Halliburton era Dick Cheney, prima di diventare vicepresidente degli Stati Uniti. Per questo motivo, l'opposizione dei democratici sta spesso accusando l'amministrazione Bush di favorire l'azienda

manifestazioni

Si è svolta questa mattina a Bassora una manifestazione di civili iracheni che chiedevano l'espulsione di un soldato del contingente della Repubblica Ceca, reo di aver scritto delle frasi sconvenienti su di un testo coranico. Ne dà notizia la Tv araba Al-Jazeera. Oltre cinquemila le persone scese in piazza. Secondo l'emittente del Qatar la manifestazione, svoltasi davanti all' ospedale civile della città, ha fatto seguito ad una protesta formale degli Imam cittadini. Questi ultimi hanno chiesto al contingente internazionale presente in Iraq di espellere questo soldato che, a loro dire, avrebbe offeso e violato il testo sacro

Palestina L'osservatore palestinese all'Onu, Nasser al-Kidwa, ha chiesto al Consiglio di sicurezza di bloccare la costruzione del muro di sicurezza ("muro di conquista" lo ha chiamato al-Kidwa) che Israele sta mettendo in atto in Cisgiordania. In una lettera all'ambasciatore americano John Negroponte, presidente di turno del Consiglio di sicurezza, l'osservatore palestinese ha chiesto al Consiglio di sicurezza di "prendere immediatamente le necessarie misure.. per affrontare questo grave problema e bloccare queste azioni illegali della potenza occupante". Nasser al-Kidwa ha chiesto di trasmettere la lettera agli altri 14 membri del Consiglio di sicurezza, ma non ha chiesto una riunione dello stesso consiglio

Agenti del Mossad, il servizio segreto israeliano, sarebbero stati arrestati in un paese arabo, dove tentavano di uccidere degli esponenti di Hamas. Lo ha affermato con un comunicato ad Associated Press lo stesso gruppo radicale palestinese. Il governo israeliano, attraverso il portavoce Daniel Seaman, ha smentito di avere alcuna informazione in merito. Secondo l'esponente di Hamas Mohamed Nazzal, gli agenti del Mossad erano "di nazionalità araba e straniera".

Un gruppo di 36 noti scrittori israeliani si e' pubblicamente schierato a fianco dei 27 piloti che hanno dichiarato di non voler piu' compiere raid contro aree abitate dai civili nei Territori. Secondo il gruppo, di cui fanno parte David Grossman, Sami Michael e Batya Gur, il governo e i vertici militari dovrebbero ascoltare i piloti e negoziare con i palestinesi la fine dell'occupazione

Ma l'occupazione continua, in spregio a qualsiasi appello: il governo ha apena bandito un'asta per la costruzioone di nuovi alloggi per i coloni. Di questi alloggi, 530 saranno costruiti nella colonia ultraortodossa di Beitar Elit vicino Betlemme, 11 nell'insediamento di Maale Adumim a est di gerusalemme, 24 ad Ariel, nel nord della Cisgiordania, ha annunciato il ministero. Il movimento anti-annesionista israeliano Peace now ha denunciato questa misura, sottolineando che con questi 530 nuovi alloggi Israele avra' lanciato dall'inizio dell'anno gare d'appalto per complessivi 1.300 abitazioni che potranno accogliere non meno di 5mila nuovi coloni. Peace now accusa in una nota il ministero si fare da maestro di bottega ai coloni, mentre sara' la comunita' israeliana nel suo insieme che dovra' pagare il prezzo, economico, di mancata sicurezza e politico dell' intensificazione della colonizzazione.

Messico Trentacinque anni fa, più di 360 tiratori scelti hanno sparato, su ordine del governo, contro i manifestanti, contrariamente a quanto era stato affermato finora, provocando un massacro che rimane impresso nella memoria dei messicani. A rivelarlo è un documento segreto del governo che l'Associated Press ha potuto procurarsi. I responsabili governativi dell'epoca avevano affermato che dissidenti armati avevano provocato lo scontro mortale sparando sui poliziotti il 2 ottobre 1968, dieci giorni prima dell'inizio dei giochi olimpici del Messico. La sparatoria era avvenuta nel corso di una manifestazione contro la mancanza di democrazia nel Paese. Il numero dei morti è stato stimato da 38 a diverse centinaia. Mentre i messicani organizzano oggi la marcia annuale per ricordare il massacro, prove sempre più importanti sembrano mostrare che, come dicevano gli studenti allora, il governo aveva ordinato il massacro.

La Corte suprema messicana ha ordinato al ministero della giustizia di indagare sulle responsabilità del governo dell'epoca nel massacro, ma l'inchiesta condotta da un procuratore speciale non è andata lontano, perche' i responsabili di allora non hanno voluto testimoniare. Tuttavia, sono stati scovati documenti inediti che contengono nomi di poliziotti e un numero di tiratori e ciò potrebbe dare nuova vita all'inchiesta. Negli archivi governativi recentemente resi pubblici, i ricercatori affermano che ci sono prove che alti responsabili, tra i quali il segretario di Stato al ministero dell'interno dell'epoca, Luis Echeverria, ne sapevano molto più di quel che hanno voluto dire. Echeverria è poi diventato presidente del Messico nel 1970. Alcuni tiratori scelti, spontandosi di finestra in finestra al di sopra della piazza avrebbero fatto fuoco da un appartamento della cognata di Echeverria, secondo i documenti ottenuti dall'Associated Press. Echeverria ha smentito nel passato qualsiasi implicazione diretta nel massacro, ma ha rifiutato, come i suoi assistenti, di rispondere alle domande dell'Ap.

Venezuela

Il Consiglio Nazionale Elettorale ha convalidato la richiesta di referendum anti-Chavez presentata dall'opposizione e altre 46 richieste avanzate sia da rappresentanti del governo che dall'opposizione. Le autorita' elettorali hanno concesso 5 giorni di tempo ai richiedenti per presentare la lista dei luoghi dove intendono raccogliere le firme necessarie per indire i referendum. L'opposizione intende chiedere la revoca del mandato del presidente Hugo Chavez (servono le firme del 20% dell'elettorato, cioe' almeno 2,4 milioni di persone), il partito di Chavez, il Movimento V Repubblica, chiede invece referendum revocatori dei mandati di 38 deputati, 7 governatori e del sindaco di Caracas, Alfredo Pena, tutti esponenti dell'opposizione. Non e' ancora chiaro se, una volta compiuti tutti gli adempimenti e autenticate le firme, i referendum si svolgeranno tutti in un'unica data oppure in date diverse in base all'ordine in cui sono state presentate le richieste

Argentina Evelyn Vázquez Ferrá, una ragazza figlia di desaparecidos, ha avuto ieri ragione dalla Corte Suprema argentina, che ha riconosciuto il diritto della giovane a non sottoporsi a un prelievo del sangue per appurare, attraverso l’esame del Dna, l’identità dei suoi genitori biologici. La sentenza della Corte è destinata a creare polemiche, alla stessa stregua della decisione di Evelyn, 26 anni, laureanda in ingegneria, che non ha voluto sottoporsi all’esame del Dna per salvare il suo padre adottivo da una probabile condanna per il rapimento di un neonato durante il passato regime militare (1976-1983). Soprattutto le organizzazioni impegnate nella rivendicazione dei diritti dei figli dei desaparecidos hanno attaccato la decisione della giovane, affermando che la sentenza rischia di vanificare un duro lavoro lungo anni. La vicenda di Evelyn comincia circa tre anni fa quando la presunta nonna, Inocencia Pegoraro, disse di aver riconosciuto nella giovane sua nipote. Secondo la donna, la ragazza sarebbe figlia di Rubén Bauer e di Susana Pegoraro, entrambi scomparsi nel 1977 dopo essere stati portati nella famigerata Scuola di meccanica della Marina (Esma), a Buenos Aires, uno dei principali centri di detenzione degli oppositori politici durante gli anni della dittatura argentina. Susana, figlia di Inocencia, sarebbe la madre biologica di Evelyn. Dopo aver ricevuto la confessione del padre adottivo, l’ex sottufficiale della marina Policarpo Vázquez, che ha ammesso di aver avuto la neonata Evelyn da un altro militare e di averla registrata insieme alla moglie come loro figlia, il tribunale che sta seguendo il caso aveva ordinato alla ragazza di sottoporsi all’esame del Dna. Evelyn aveva allora deciso di ricorrere alla Corte Suprema, che ieri le ha dato ragione. Secondo sette degli otto giudici dell’alto tribunale, la legge protegge “il diniego della persona maggiore di età che rifiuti che il suo corpo o parti di esso vengano utilizzati per estrarre elementi di prova che rendano possibile la condanna di coloro che la legge le autorizza a proteggere”. In questo caso, Evelyn ha rifiutato di prestarsi all’esame del Dna per proteggere il suo padre adottivo. “Sono contenta perché ho avuto quello che volevo” ha commentato la giovane venendo a conoscenza della sentenza. Tuttavia, ha aggiunto, “non smetto di precipitare, in questa nuova fase della mia vita”. “È probabile che faccia per conto mio l’analisi del Dna e che, una volta avuto il risultato, sorga in me il desiderio di entrare in contatto con i miei parenti biologici. Se fino a questo momento non ho avvertito questa esigenza è perché ho passato momenti difficili. Mio padre è stato in carcere per due anni e mezzo. Volevano togliermi i documenti. Volevano togliermi il sangue con la forza. È stato molto duro. Non sono una cattiva persona, ma non posso provare affetto per gente che non conosco” ha concluso la giovane, ammettendo di “comprendere la lotta” della presunta nonna ma ricordando che ha “già un papà, una sorella, zii, cugini. Ho la mia famiglia da tutta la vita. Capisco che possa essere dolorosa, ma quel posto è già occupato”. Fino ad oggi le Nonne di Piazza di Maggio hanno identificato 75 figli di desaparecidos, sebbene ritengano che almeno altri 400 bambini rapiti alle vittime della dittatura debbano recuperare la loro vera identità.

Brasile

La crisi economica brasiliana ha trascinato il Paese dall’ottava posizione alla quindicesima nella classifica delle economie mondiali. La notizia è stata diffusa dal governo, che ha elaborato dati forniti dal Fondo monetario internazionale (Fmi). Cause individuate del crollo dell’economia brasiliana sono la crisi internazionale, il crollo che ha portato la vicina Argentina sull’orlo del baratro nei mesi scorsi, l’incertezza dei mercati mondiali prima e immediatamente dopo le elezioni presidenziali dell’ottobre 2002 e le politiche di aggiustamento restrittive, in particolare in campo finanziario, adottate dal nuovo governo di Luiz Inácio Lula da Silva. In termini macroeconomici, tutto questo vuol dire che il Brasile avrà alla fine del 2003 un Prodotto interno lordo (Pil) pari a 467 miliardi di dollari contro i 788 del 1998 e che sarà superato nella classifica dei Paesi più ricchi del mondo da economie come quelle messicana e sudcoreana. L’impatto più importante della recessione brasiliana (con una crescita del Pil stimata nel 2003 tra lo 0,5 e lo 0,7 per cento) è però quello che dovrà essere registrato sulla popolazione. Almeno il 22 per cento dei brasiliani risulta infatti sotto la soglia di povertà mentre sono ormai milioni i bambini costretti a vivere per la strada. Inoltre, con un debito estero superiore ai 220 miliardi di dollari e un tasso di inflazione intorno all’8 per cento, sempre meno fondi rischiano di poter essere impegnati nel settore sociale e rischiano di conseguenza di aumentare i poveri. Il Brasile sta aspettando da tempo una riforma terriera che assegni ai nutriti gruppi di senza terra delle risorse utilizzabili per sfamare decine di migliaia di famiglie. Dopo l’immobilismo dei suoi predecessori, il presidente Lula da Silva ha più volte dichiarato di voler adottare una riforma agraria, ma non con la forza, deludendo ampie frange del Movimento dei lavoratori Senza Terra (Mst) che invece chiedono interventi più radicali nei confronti dei ricchi fazenderos che detengono il controllo di tutte le migliori terre del Paese. Lo scorso 3 settembre, poi, il governo ha sostituito il direttore dell’Istituto nazionale di colonizzazione e riforma agraria brasiliano (Incra), Marcelo Resende, con l’economista Rolf Hackbart, assessore del leader del Partito dei lavoratori (Pt) al Senato, Aloizio Mercadante. Resende, già esponente della Commissione pastorale della terra (Cpt), era inviso ai grandi proprietari terrieri per la sua vicinanza ai movimenti sociali: nei sette mesi in cui è stato a capo dell’Incra le invasioni dei latifondi da parte del Mst sono state 117, a fronte delle 103 complessive del 2002. In Brasile il 23 per cento della popolazione è occupata nel settore agricolo, ma sono migliaia le famiglie che non hanno un pezzo di terra per sopravvivere.[

Africa

Aiuti, investimenti ma soprattutto un "commercio internazionale più equo": è questa la formula per il continente africano emersa in conclusione dei tre giorni di consultazioni nella terza Conferenza internazionale di Tokyo sullo sviluppo dell’Africa (Ticad III). Al meeting hanno partecipato i delegati di 89 Paesi, di cui 49 africani, e di una cinquantina di organizzazioni africane e internazionali. Tra gli ospiti anche 23 tra capi di Stato e di governo africani, inclusi il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, quello del Sudafrica Thabo Mbeki e il senegalese Abdoulaye Wade, considerati i maggiori sostenitori del piano New Partnership for Africa's Development (Nepad), che ha lo scopo di rafforzare l’alleanza tra Stati africani per rilanciare l’economia del continente. "Esortiamo la comunità internazionale – si legge nella dichiarazione finale del Ticad – a fornire un’assistenza sostanziale per aiutare l’Africa a sfruttare le sue risorse e ad appoggiare gli sforzi dei Paesi africani per ottenere il posto che spetta loro nel mercato globale". L’ineguale accesso al commercio internazionale e i sostanziosi aiuti all’agricoltura nazionale da parte dei Paesi industrializzati sono stati i temi maggiormente dibattuti durante la conferenza. "Se vogliamo lo sviluppo in Africa, se vogliamo che i nostri contadini producano, è della massima urgenza rimuovere tutte le barriere al commercio (dei prodotti africani)" ha detto il presidente del Mozambico Joaquim Chissano parlando in veste di presidente di turno dell’Unione Africana (Ua). Sottolineando l’opportunità rappresentata dal Nepad, Chissano ha anche sollecitato la creazione di meccanismi di raccordo tra questo ‘patto per lo sviluppo’ e l’Ua. La conferenza, nata dieci anni fa con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo sui problemi dell’Africa ma anche per promuovere la cooperazione allo sviluppo giapponese, è stata anche l’occasione per il premier nipponico Junichiro Koizumi di annunciare la cancellazione di tre miliardi di dollari di debito ai Paesi africani tra quelli altamente indebitati (Heavely indebted poor countries - Hipc) e lo stanziamento di 1 miliardo di dollari in programmi di aiuto nei prossimi cinque anni. Dalla prima conferenza Ticad i finanziamenti allo sviluppo del Giappone verso l’Africa ammontano a 12 miliardi di dollari, cifra che fa del Paese asiatico la principale nazione ‘donor’ per il continente africano. Le decisioni di Tokyo sono state accolte come "filantropia-senza-lacci", sottolineando che il Giappone "aiuta senza dare ordini" a differenza di altre potenze occidentali. Osservatori politici più smaliziati interpretano l’impegno crescente di Tokyo verso i Paesi africani come una strategia per accrescere il numero dei suoi alleati all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con il progetto di ottenere un seggio permanente, non potendo giocare la carta dell’influenza sul piano militare avendo rinunciato alla propria forza offensiva dopo la seconda guerra mondiale. Il prossimo appuntamento per i dirigenti africani è il 10 febbraio a Parigi, per una riunione allargata del Nepad, a cui parteciperanno anche l’Unione Africana, i Paesi del ‘G8’, l’Unione Europea, Paesi scandinavi, le Nazioni Unite e la Banca Mondiale.

perquisizioni nelle scuole

sono state effettuate delle perquisizioni da parte della polizia nelle case di alcuni studenti del virgilio. ciò è avvenuto in seguito ad un' indagine del commissariato trevi-campomarzio sull' "uso e lo spaccio"di"stupefacenti", che si è svolta mediante l'utilizzo di agenti infiltrati dentro scuola. questo che segue è il comunicato del collettivo autorganizzato del virgilio. "in questi ultimi giorni sono state effettuate perquisizioni nelle abitazioni di vari studenti del virgilio con l'accusa di spaccio e consumo di "droghe leggere". questi provvedimenti sono stati effettuati dopo lunghe indagini condotte da agenti di polizia infiltrati all'interno dell'istituto già da metà dell' anno passato basandosi su alcune registrazioni e fototgrafie realizzate con la palese connivenza dell'autorità scolastica. nonostante il controllo sugli studenti del virgilio sia sempre stato presente , non si era mai arrivati a questo livello repressivo. gli eventi di questi giorni si inseriscono all'interno del più ampio progetto di legge proposto dal governo che mira a stringere ancora di più la morsa sulla questione delle droghe, proseguendo un processo di criminalizzazione già avviato dai precedenti governi. Prontamente i media si sono accaniti contro gli studenti e l'istituto mettendo in piedi una campagna di disinformazione e strumentalizzazione (quest'ultima soprattutto da parte dei giornali dell'opposizione di "sinistra"). A qust'attacco gli studenti autorganizzati del virgilio hanno deciso in forma assembleare di rispondere con una campagna di controinformazione attraverso veicoli alternativi totalmente estranei ai masss-media ed ai partiti. il collettivo autorganizzato del virgilio solidarizza in maniera incondizionata con gli studenti implicati e chiede a tutte le realtà AUTORGANIZZATE appoggio e solidarietà

Ministero del lavoro

Una videocassetta giunta per posta al ministero del Lavoro di via Flavia è esplosa poco dopo mezzogiorno. Le indagini vengono svolte dalla polizia.

Nell'esplosione non ci sono stati feriti. E' in corso lo sgombero del personale del ministero. A quanto si è appreso, poco prima dell'esplosione un impiegato addetto allo smistamento della posta del ministero in via Flavia aveva chiamato la polizia allarmato per il pacco ritenuto sospetto.

Poco prima in via Lucullo c'era stato un falso allarme bomba per via di un pacco sospetto dal quale fuoriuscivano alcuni fili elettrici.

Alfa arese

Continuano le mobilitazioni degli operai e delle operaie dello stabilimneto.

Questa mattina i lavoratori dell'Alfa Romeo di Arese hanno raggiunto in corteo la Fiera di Milano dove si è aperto lo Smau. La situazione della fabbrica è sempre più drammatica. La chiusura definitiva è sempre più prossima. Una delegazione è stata ricevuta dal Presidente della Regione Formigoni e dal Ministro all'Innovazione Tecnologica Stanca.

gror031002 (last edited 2008-06-26 10:05:14 by anonymous)