GR ore 19.30

Apertura

25 aprile 1996

Natale 1996

28 marzo 1997

21 novembre 1997

Ferragosto 1999

30-31 dicembre 1999

7 marzo 2002

15 settembre 2002

22 settembre 2002

19 gennaio 2003

16 giugno 2003

Undici date per 620 morti, secondo le stime più benevole. E' questo il conto pagato da chi cerca una speranza, annegato nelle acque del mare tra la propria miseria e un tentativo di vita

Italia

Migranti

E' ancora peggio di quanto si sapeva fino a ieri. I primi racconti di alcuni dei somali sopravvissuti alla traversata del Canale di Sicilia parlano di una tragedia ancora più vasta: a bordo del barcone di 12 metri erano stipati non una trentina bensì oltre cento disperati fra cui sette bambini e la maggior parte di loro, una settantina, non ce l'avrebbero fatta a resistere alla fatica e agli stenti di quasi venti giorni di viaggio in mare, si erano imbarcati il 3 ottobre scorso. Decine di morti che andrebbero aggiunti ai 13 finora accertati. "Quando morivano - avrebbe confidato uno dei superstiti esprimendosi in uno stentato inglese - non potevamo far altro che gettarli in mare". I soccorritori e i volontari hanno atteso fin quasi all'alba l'arrivo sulla banchina del porto di Lampedusa dei 14 sopravvissuti a bordo della motovedettta su cui erano stati trasferiti mentre gli altri, i corpi dei morti, venivano trasportati sul barcone servito per la traversata trainato da un'altra motovedetta. Ma quando qualche ora dopo anche il barcone ha attraccato, in un silenzio irreale, si è trovato un'altra donna ancora in vita. E' assiderata e disidratata e i medici del centro di prima accoglienza dell'isola l'hanno fatta trasferire in elicottero in un ospedale di Palermo.

Ma anche di fronte alle atrocità prodotte da leggi che vietano la libera circolazione dele persone, i ministri preposti non cambiano idea, anzi rilanciano: dopo l'incontro dell ascorsa settimana sul diritto di asilo, l'ultima novità è Un chip contenente i dati biometrici come impronte digitali e tratti facciali. Da inserire nel visto d'ingresso nell'Unione europea per gli extracomunitari. Questa lastrina di silicio in futuro sarà in grado di memorizzare anche l'iride dell'occhio rendendo così l'identificazione di una persona ancora più sicura. I ministri degli Interni di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna sono d'accordo. E l'annuncio è arrivato oggi il ministro degli Interni francese Nicolas Sarkozy al termine di un incontro con i colleghi degli altri quattro paesi Ue (per l'Italia Giuseppe Pisanu) che si è svolto a La Baule, sulla costa atlantica, non lontano da Nantes.

Movimento, arresti e perquisizioni

Sabato mattina a Roma e a Viterbo sono avvenute delle perquisizioni nei confronti di quattro compagni in riferimento alla manifestazione del 4 ottobre. Nell'ordinanza del P.M. Vitello, eseguita in una operazione congiunta da DIGOS e ROS, tutti i perquisiti sono stati denunciati per delle azioni dirette contro distributori di benzina, banche e cartelloni pubblicitari. Nell'ambito delle perquisizioni e' stato sequestrato materiale informatico e cartaceo. Solo un compagno tra i quattro denunciati è stato arrestato ed è sotto custodia cautelare nel carcere di Regina Coeli, accusato di essere tra i responsabili dell'allontanamento di M. Borraccini, un carabiniere travestito da manifestante, che si era infiltrato (pratica abituale) tra i manifestanti. Al fine di avvalorare questa ipotesi, la DIGOS ha sequestrato vari capi d'abbigliamento per procedere ad un riscontro, tramite foto e riprese televisive in loro possesso, che possano dimostrare il coinvolgimento del compagno nei fatti di ottobre. Sono circa cinquanta le persone indagate dalla procura di Roma per gli scontri avvenuti il 4 ottobre scorso durante il corteo all'Eur, di cui due agli arresti domiciliari.

Alfa di arese

Questa mattina, lunedì 20 ottobre 2003, il giudice di Milano dott. Frattin ha emesso la sentenza che ordina alla Fiat il reintegro immediato di altri 50 lavoratori in cassa integrazione e il pagamento pieno della retribuzione dal primo settembre 2003 Dopo quella del dott. Canosa questa è la seconda causa promossa dallo Slai Cobas che è stata riconosciuta valida dalla pretura del lavoro.

Lo slai cobas resta adesso in attesa delle altre 4 che sono già state discusse. E pur stando in attesa, npon cessano le azioni ocntro la Fiat, che oggi a milano presentava il suo prototipo di auto all'idrogeno, dopo aver invece chiuso la produzione di auto ecologiche a Milano (Alfa Romeo) …

La faccia tosta della Fiat non ha limiti, dicono al sindacato:

· dopo aver portato via da Arese la piattaforma Vamia (Multipla a metano e gpl) intascando 350 miliardi di soldi pubblici;

· dopo aver buttato sulla strada 1000 lavoratori, 500 dei quali saranno licenziati dal 9 dicembre prossimo;

· dopo aver preso l’Alfa Romeo dallo stato, ha ridotto gli organici di migliaia di lavoratori;

· dopo aver boicottato il progetto della Regione per fare ad Arese il polo dell’auto ecologica la fiat presenta come se nulla fosse il suo nuovo modello, con il quale chiedere ulteriori soldi a vantaggio del suo profitto.

La chimica che fa male

Pigiami e giocattoli a rischio per bambini a causa di alcune sostanze chimiche usate per produrli. Lo afferma Greenpeace in un rapporto, L'eredita' della chimica: bambini contaminati, reso noto oggi che rivela i risultati delle analisi compiute su 33 campioni di prodotti comuni, 28 presenti sul mercato inglese e 5 su quello olandese. . Secondo lo studio queste sostanze chimiche hanno un effetto molto piu' significativo su feti e neonati che sugli adulti per le differenze nell'assorbimento, nel metabolismo e nell' espulsione delle sostanze indesiderate. Greenpeace ha fatto analizzare da un laboratorio indipendente olandese sia pigiami per bambini, giocattoli e biberon che profumi, vernici, prodotti per la pulizia interna delle auto e deodoranti per interni, rinvenendo le stesse sostanze tossiche che quindi vengono trasmesse dalla madre al bambino o che il bimbo assorbe respirando o attraverso il contatto. Abbiamo trovato il nolifenolo, una sostanza che interferisce con il Dna umano e danneggia la produzione di sperma nei mammiferi, nei 5 paia di pigiama per bambini Disney che abbiamo analizzato - spiega Vittoria Polidori, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace - tutti i vestiti per bambini testati contengono poi gli ftalati, che sono banditi nei prodotti per la dentizione a livello europeo perche' possono causare danni al fegato, reni e ai testicoli. I livelli piu' elevati di ftalati sono stati riscontrati nel pigiama 'Tigre' della Disney. . E per il capitolo chimica, ricorda Greenpeace, la Commissione Europea dovra' presentare il 29 ottobre la nuova legislazione, che andra' poi all'esame del Parlamento europeo per diventare legge nel 2005.

Esteri

Palestina

Gli elicotteri israeliani hanno sferratotre raid in quattro ore nei dintorni di Gaza. E' l'ennesima incursione nella zona. Il bilancio dei tre raid aerei è di due palestinesi uccisi, probabilmente due militanti di Hamas, e di decine di feriti. Prima due missili hanno colpito una pesunta fabbrica di missili di Hamas nella zona est dei Gaza, poi gli elicotteri hanno lanciato due missili contro una macchina in una zona frequentata della città, a pochi passi da una scuola, uccidendo i due militanti di Hamas. Poi il terzo raid, poco distrante dal luogo delle altre esplosioni, il cui obiettivo sarebbe stato un sospetto deposito d'armi di Hamas. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi. Le fonti hanno aggiunto che un elicottero da combattimento Apache avrebbe colpito con alcuni razzi aria-terra un edificio apparentemente abbandonato in un parco nella zona est di Gaza, non lontano dal luogo del primo raid di stamane, nel quartiere di Shijaiah.

I ripetuti attacchi compiuti nelle ultime ore dall'esercito israeliano su Gaza hanno suscitato l'immediata condanna del primo ministro palestinese Abu Ala, secondo il quale le ripetute violenze rendono più difficile la ripresa dei colloqui di pace. "Azioni come quelle che abbiamo visto oggi a Gaza non aiutano i colloqui per il cessate-il-fuoco, anzi li scoraggiano", ha detto ai giornalisti Abu Ala da Ramallah, in Cisgiordania. "Sfortunatamente si tratta di un altro capitolo dell'aggressione permanente di Israele ai danni dei palestinesi". Il governo palestinese subito dopo l'insediamento ha indicato la tregua come l'obiettivo prioritario in agenda, ma finora gli sforzi sono caduti nel vuoto. Condannando i nuovi attacchi, Abu Ala è tornato a sollecitare il cessate-il-fuoco che aprirebbe la strada - ha detto - alla ripresa dei colloqui di pace: "Vogliamo che il governo israeliano si sieda attorno a un tavolo e discuta una tregua. Ma per ora non abbiamo ricevuto alcuna reazione ufficiale alla proposta".

Sharon

Israele è determinato a "rimuovere" il presidente dell'Autonomia nazionale palestinese Yasser Arafat. Lo ha detto oggi il premier israeliano Ariel Sharon. "Yasser Arafat è il maggiore ostacolo alla pace", ha detto Sharon.

Sharon, all'apertura di un dibattito in parlamento, ha ribadito l'impegno di Israele a realizzare il Tracciato di pace (Road Map) proposto dal Quartetto, composto da Usa, Russia, Ue e Onu. Sharon ha sottolineato che Israele ha approvato quel progetto con 14 riserve, che restano valide anche oggi. Le riserve di israele erano sttae bocciate all'epoca dal quartetto stesso, che aveva fatto delle ulteriori concessioni agli israeliani affinche la road map fosse accettata. La dichiarazione di Sharon sembra arrivare appositamente per giustificare tutte le ultime azioni compiute nell'ultimo mese.

Afghanistan

Quello che avevano promesso era un'opportunità di pace. Era stata offerta una certa stabilità, la fine delle fughe e del terrore per i sette milioni di persone fuggite dal paese nei due decenni di guerra brutale, un'opportunità di tornare a casa.

Ma due anni dopo il rovesciamento dei Talebani e l'investitura di un nuovo governo, sostenuto a Kabul dalla Coalizione guidata dagli Stati Uniti, gli afgani hanno ricevuto decisamente poco. Dopo la denuncia di amnsety international, arriva quella di medici senza frontiere, a criticare quanto sta avvenendo nel silenzio generale.

Il governo non ha la capacità amministrativa e le risorse finanziarie necessarie per ricostruire il paese. La gente non vive bene. In molti sono tornati solo per scoprire che non hanno accesso neppure alle cure mediche di base, ad un tetto o a opportunità economiche. Altri cercano semplicemente di convivere con le conseguenze dei molti lunghi anni di guerra. E la politicizzazione del sostegno, perorata dalla comunità internazionale (e accettata tacitamente da molte ONG) quale metodo per rafforzare il nuovo governo e ricostruire il paese, si è dimostrata pericolosa per le organizzazioni umanitarie ed ha compromesso l'accesso degli afgani ad un aiuto realmente commisurato ai bisogni. L'Afganistan non è né sicuro, né stabile. Vi è una sempre maggiore insicurezza, che influisce profondamente sugli afgani e su coloro che cercano di assisterli. Gli scontri armati tra signori della guerra rivali o tra le forze della Coalizione e ciò che resta dei Talebani, sono sempre più frequenti. L'ISAF (International Security Assistance Force, Forza Internazionale di Assistenza alla Sicurezza), incaricata dalle Nazioni Unite, non si avventura al di fuori di Kabul, ed è stata oggetto di aggressioni persino nella città; da quando la NATO ha preso il controllo dell'ISAF, nell'agosto del 2003, da molte parti si è chiesta l'estensione di tale controllo al di fuori di Kabul. Gli operatori umanitari vengono sempre più spesso identificati non solo con la presenza militare occidentale, ma anche con le autorità afgane attraverso il processo di ricostruzione; sono state lanciate granate contro le sedi delle organizzazioni umanitarie, alcune loro auto sono state sequestrate e raggiunte da colpi d'arma da fuoco, alcuni loro uffici e magazzini sono stati derubati. Allo stesso tempo, MSF chede con sempre maggiore urgenza sia alle organizzazioni umanitarie che alle autorità militari in Afganistan di evitare qualsiasi confusione di ruolo tra le due parti. Se le organizzazioni umanitarie sono viste come parte degli sforzi politici e militari della Coalizione, ha affermato MSF, continueranno ad essere "bersagli facili" di attacchi violenti. Ma quest'avvertimento non è stato accolto, o quantomeno è arrivato a chi non voleva ascoltarlo. Le équipe "Umanitarie" dei soldati della Coalizione sono stati inviati a lavorare alla ricostruzione delle città in provincia. Da parte loro, molte organizzazioni umanitarie hanno accettato contratti lucrativi e sono entrate in sfere tradizionalmente di competenza del governo (per esempio, la ricostituzione di servizi di assistenza sanitaria in intere province).

Comunque, se le ONG, costrette dalla necessità di finanziamenti e visibilità, accettano di diventare appaltatori privati di stati ansiosi di delegare responsabilità politiche, non dovrebbero poi sorprendersi del fatto di essere viste come responsabili di qualsiasi possibile insuccesso del processo di ricostruzione, e di dover condividere le responsabilità per la perdita dello spazio d'intervento umanitario indipendente nel paese. Giudicando dal numero sempre maggiore di attacchi diretti alla comunità umanitaria, potrebbe essere già troppo tardi.

Cecenia

Plus de 300 personnes ont été enlevées en Tchétchénie depuis le début de l'année, selon un bilan officiel. La réalité serait encore plus noire, selon l'organisation Memorial, qui a enregistré 250 disparitions entre fin mars et fin août. La Tchétchénie est en guerre depuis quatre ans. Ieri intanto si è insediato il nuovo presidente del governo filo-russo in Cecenia. Akhmad Kadyrov ha vinto con un amplissimo margine le elezioni di qualche settimana fa. Il voto, considerato un successo da Mosca, è stato boicottato dalle organizzazioni indipendentiste e bollato come "farsa" dalle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani, che continuano a criticare il comportamento delle truppe russe nella repubblica caucasica

Bolivia

La Bolivia ha un nuovo governo. Carlos Mesa, il nuovo presidente subentrato a Gonzalo Sanchez de Lozada costretto alle dimissioni e alla fuga dopo una sollevazione popolare che ha fatto oltre 70 vittime, ha annunciato ufficialmente il nuovo esecutivo. Sono 15 i ministeri che comporranno il nuovo gabinetto, tutti affidati a personalità indipendenti. Una scelta difficile, per ammissione dello stesso Mesa, quella di formare un governo 'tecnico' nel quale non figurassero personalità politiche, ma che secondo il nuovo capo dello Stato è l'unica maniera per far uscire il Paese dalle tensioni legate al clima incandescente delle scorse settimane. Tra le novità spiccano anche la creazione di un ministero per gli Affari indigeni (affidato a Justo Seoane un 'indio' della Bolivia orientale) e uno della partecipazione popolare. Nell'invitare tutti i titolari dei dicasteri a lavorare "nella più assoluta trasparenza", Mesa ha fatto sapere di aver istituito la carica di delegato presidenziale anti-corruzione. Qualche ora prima che venisse reso pubblico il nuovo esecutivo, Felipe Quispe, uno dei leader delle proteste dei giorni scorsi e dirigente del Movimento indigeno Pachakuti (Mip), aveva avvisato Mesa che se entro 90 giorni non abbandonerà alcuni dei piani che hanno portato alla caduta di 'Goni' (come era soprannominato de Lozada dai boliviani), dovrà affrontare nuove proteste. Dobbiamo capire che l'abisso è sempre lì. Dobbiamo ricostruire sulle macerie di un'ecatombe. Quello che ci è successo ci ha fortemente traumatizzato ha detto Mesa rivolgendosi a tutti i boliviani. "Speriamo - ha concluso - che dal dolore nasca l'esperienza". Le proteste contro il progetto di esportazione del gas boliviano in Stati Uniti e Messico (passando per il Cile) erano iniziate alcune settimane fa. La situazione è degenerata negli ultimi giorni, trasformandosi in una vera e propria sollevazione popolare per chiedere le dimissioni del presidente de Lozada, dopo l'uso della forza da parte delle forze dell'ordine nel reprimere le manifestazioni. Il saldo finale dei disordini è di una settantina di morti, secondo alcuni il bilancio è ancora più alto, e centinaia di feriti in tutto il Paese. Dal canto suo l'unione europea, dopo aver appoggiato fino all'ultimo il presidente uscente, ha oggi dichiarato il massimo appoggio a Carlos Mesa

Svizzera

Con il 27% dei voti, l'Unione democratica del centro (UDC, destra) precede il partito socialista ed ottiene il suo trionfo nella parte francofona della confederazione. Gli elettori svizzeri hanno optato per gli estremi, nel corso delle elezioni legislative della domenica 19 ottobre. Hanno votato in maniera massiccia per la confederazione, con una percentuale del 45% sia per la parte populista ed anti-europea di multimillionnaire Christophe Blocher, e per le Socialisti ed i verdi, a scapito dei partiti del centro (radicali e democristiani), in perdita netta. La UDC raccoglie il 20% delle voci a Ginevra.

Francia, lavoro

Continuano in francia le proteste degli intermittents, i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo che chiedono al governo garanzie nel loro lavoro. La loro protesta sabato è arrivata con l'irruzione nel programma più seguito della serata,

sei feriti ospedalizzati, e una lunga querelle con i produttori del programma, che adesso chiedono i danni. E' la seconda volta in questa settimana che les intermittentes interrompono un programma televisivo, grazie anche alla solidarietà degfli altri lavoratori dello spettacolo che si trovano in scena.

Plus de 200 intermittents du spectacle manifestaient lundi après-midi devant le siège de TF1 à Boulogne-Billancourt (Hauts-de-Seine) pour soutenir les intermittents qui devaient être mis en examen après l'interruption samedi de "Star Academy", a constaté l'AFP.Une délégation de la coordination des intermittents et précaires d'Ile-de-France et de la CGT spectacle a été reçue par Patrick Le Lay, PDG de TF1, et par Etienne Mougeotte, vice-président de la chaîne.La coordination réclamait "le retrait de la plainte déposée par TF1" après l'interruption de l'émission "Star Academy", "un droit de réponse sur l'action à +Star Ac+ lors du JT" (journal télévisé), ainsi qu'"une émission à une heure de grande audience avec la participation des concernés qui soit dédiée à l'intermittence, à la culture et aux droits sociaux".

Internet

Se i 261 della prima ondata di denunce hanno saputo di essere finiti nel mirino dei discografici quando hanno ricevuto un atto di citazione, questi 204, invece, vengono avvertiti in queste ore da lettere, veri e propri ultimatum, firmate dalla RIAA in cui li si avverte che le major intendono denunciarli. L'ultimatum della RIAA dà agli utenti dieci giorni dalla sua ricezione per mettersi in contatto con le major e iniziare le trattative per risolvere la questione, vale a dire per determinare un quantum che dovrà essere versato da ciascuno di loro per evitare di finire in tribunale.

G.R. 13,00

IMMIGRAZIONE Ancora una tragedia a Lampedusa, Il barcone, rimorchiato al largo da una motovedetta della Capitaneria di porto, è entrato nel porto di Lampedusa poco dopo le 7.30. A bordo i cadaveri dei migranti, ma anche una donna ancora viva, assiderata e disidratata. Vi erano stipati oltre cento persone e la maggior parte di loro, una settantina, non ce l' avrebbero fatta a resistere alla fatica ed agli stenti di una traversata di 20 giorni. "Quando morivano - hanno detto i superstiti non potevamo far altro che gettarli in mare". Il comando della capitaneria di porto ha comunicato alle 8,50 il bilancio provvisorio: è di 13 morti e di 15 superstiti presenti sulla barca. Non si conosce, né forse si conoscerà mai il numero dei morti durante la traversata. Innumerevoli tragedie hanno preceduto quella attuale. Ricordiamole per NON DIMENTICARE

25 aprile 1996 = A Lampedusa, nei pressi della spiaggia dell'Isola dei Conigli, una barca a motore con una ventina di immigrati tunisini affonda a causa di un fortunale: 15 i morti.

Natale 1996 = La notte di Natale avviene l'incidente più grave, rimasto per lungo tempo nel mistero. Almeno 200 (ma forse piu' di 300) immigrati muoiono annegati nel tratto di mare tra Malta e la Sicilia, dopo lo scontro tra il cargo libanese 'Friendship' e la motonave Yohan.

28 marzo 1997 = Il giorno di Venerdi' Santo, la nave albanese 'Kater I Rades' affonda dopo una collisione con la corvetta della Marina militare italiana 'Sibilla'. Sono tratte in salvo 34 persone e recuperati 4 cadaveri. Altri 52 corpi saranno estratti dopo il recupero del relitto nel mese di ottobre.

21 novembre 1997 = Nel canale d'Otranto, 16 migranti albanesi partiti da Durazzo muoiono per lo scoppio del gommone.

Ferragosto 1999 = Secondo alcune fonti, al largo delle coste montenegrine sarebbe naufragata una 'carretta del mare' carica di famiglie Rom che tentavano di giungere in Italia. Oltre un centinaio i morti.

30-31 dicembre 1999 = Un gommone naufraga nel Canale d'Otranto causando 59 morti. La conferma avviene due settimane dopo. L'ipotesi del naufragio era stata avanzata dai parenti delle vittime che ne avevano denunciato la scomparsa.

7 marzo 2002 = Nel Canale di Sicilia, a circa 65 miglia a Sud dell'isola di Lampedusa, naufraga un barcone di sette metri che trasportava decine di immigrati. Il bilancio è di almeno 12 morti.

15 settembre 2002 = Un'imbarcazione con oltre un centinaio di clandestini affonda a circa mezzo miglio da Capo Rossello, sul litorale agrigentino: recuperati 37 cadaveri di immigrati di origine liberiana; altri 92 riescono a salvarsi.

22 settembre 2002 = Una carretta di 11 metri, la "Bahack", iscritta nel compartimento marittimo di Monastir (Tunisia), arriva a qualche centinaio di metri dalla riva tra Scoglitti e Gela e scarica in mare il suo carico umano fatto di una sessantina di clandestini. Ma non tutti riescono a raggiungere la riva. Nella zona sono recuperati 11 cadaveri.

19 gennaio 2003 = Sei immigrati morti e sei vivi, a bordo di una piccola imbarcazione, vengono recuperati a circa 30 miglia da Santa Maria di Leuca (Lecce). Dei sei migranti, cinque sono curdi iracheni e uno greco (ritenuto dagli investigatori lo scafista). Dagli interrogatori emerge che alla partenza nella barca c'erano 35 persone e che quindi 23 sarebbero disperse.

16 giugno 2003 = Un'imbarcazione di legno di 15 metri partita dalla Tunisia con circa 70 persone a bordo (quasi tutti africani tranne qualche iracheno e pachistano) e diretta verso le coste siciliane naufraga a 32 miglia a sud-sud-ovest di Lampedusa. Vengono recuperate sette vittime, tre sono i superstiti, gli altri profughi sono dispersi.

20 giugno 2003 = Una barca che trasporta circa 250 immigrati di numerose nazionalità africane naufraga in acque internazionali al largo della Tunisia. Il 22 giugno il bilancio ufficiale è di una cinquantina di cadaveri restituiti dal mare, circa 160 dispersi e 41 sopravvissuti.

QUESTO L'INFINITO ELENCO DI MASSACRI DI MIGRANTI Intanto l'Europa cerca di rafforzare i suoi confini Immigrazione, criminalità organizzata e terrorismo al centro del vertice a cinque (Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Italia) dei ministri dell'Interno europei, riuniti da ieri a La Baule. "Spagna e Francia lanciano un piano contro l'immigrazione clandestina nel Mediterraneo". Il ministro dell'Interno francese Nicolas Sarkozy ha proposto una "zona di sicurezza" nel Mediterraneo occidentale, che sia controllata da Spagna, Italia e Francia, a cui si dovrebbero aggiungere Marocco, Algeria e Tunisia, i Paesi da cui salpano la maggioranza di immmigrati clandestini verso le frontiere Ue. E poco fa è stata intercettata un'altra barca con 9 immigrati che hanno detto di provenire dalla tunisia: sono stati caricati su una motovedetta della Guardia costiera.

PALESTINA

Nel giro di poche ore le forze israeliane hanno lanciato un secondo attacco aereo contro Gaza. Poco fa, alcuni elicotteri da combattimento sono tornati in azione nella città palestinese aprendo il fuoco contro un automobile. A bordo del mezzo di trovavano due esponenti dell’ala militare di Hamas, le brigate Ezzedin al Qassam, uccisi sul colpo. Vittime di questo secondo raid anche un ragazzo che si trovava lì vicino e una decina di passanti rimasti feriti. Intanto in queste ultime ore è salito a 12 il numero delle persone ferite nell'altra offensiva portata questa mattina, sempre a Gaza, dai caccia dell'aviazione israeliana. L'esercito, ha poi smentito che l'obiettivo del raid di stamani fosse Abdallah al-Shami leader locale dell'organizzazione militante Jihad Islamica. Un portavoce delle forze armate di Tel Aviv, citato dal quotidiano israeliano 'Haaretz', ha sottolineato che il primo attacco era indirizzato contro una fabbrica di armi di Hamas, dove venivano prodotti missili Kassam, missili anti tank, esplosivi e proiettili di mortaio. La casa di Abdullah Shami dista solo 200metri dal luogo colpito. E ancora un terzo raid aereo israeliano poco fa su Gaza. Elicotteri hanno sparato missili su un'obiettivo in città. Lo hanno detto testimoni oculari. Sarebbe stata colpita un'automobile. Ci sono vittime

PAESI BASCHI

Decine di migliaia di persone, 25 mila secondo il quotidiano basco Gara, hanno sfliato per le vie di San Sebastian in segno di protesta contro l'operazione della Guardia Civil che ha portato all'arresto di 8 personalità della cultura basca accusate di collaborazione con ETA. La presenza nel corteo di esponenti del governo autonomo basco, viene interpretata come un gesto significativo verso l'operazione ordinata dal magistrato dell' Audiencia Nacionl, Luis dell'Olmo, che negli ambienti politici baschi è stata considerata come un attacco alla cultura basca. Il responsabile del dipartimento di giustiza del Governo autonomo basco, Joseba Azkarraga ha dichiarato che esiste "uno stato di eccezzione coperto che colpisce le espressioni della identità basca", aggiungendo che il governo basco "non rimarrà impassibile" se gli arrestati saranno sottoposti a maltrattamenti o torture come è avvenuto nella operazione che ha portato alla chiusura del quotidiano in lingua basca Egunkaria, nel febbraio scorso. Al termine della manifestazione lo scrittore ed ex direttore del quotidiano Egunkaria, ha letto un comunicato nel quale ha chiesto "unità di azione a tutti quelli che assumuno l'identità del popolo basco". Le numerose operazioni di polizia ordinate dalla magistratura spagnola, con il pretesto della lotta contro ETA, in molti casi dopo "indicazioni" del governo di Josè Maria Aznar, stanno provocando sempre maggiori divisioni tra le forze di ambito politico basco e spagnolo.

IRAN

La delegazione iraniana ha trovato un accordo con l'agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA). E' un primo passo che potrebbe aprire la strada all'accettazione da parte di Teheran di ispezioni più accurate nei siti indicati dai tecnici Aieia, secondo quanto anticipato da un dirigente iraniano. Di questo, ma non solo, parlerà domani il présidente iraniano Mohamad Khatami a Téhéran con i ministri degli Esteri tedesco, francese e britannico, Joschka Fischer, Dominique de Villepin e Jack Straw. L'Iran è da tempo sotto pressione della comunità internazionale affinché firmi il protocollo addizionale del Trattato di non proliferazione delle armi atomiche. Il testo prevede l'accettazione di ispezioni Aiea senza preavviso ai siti interessati al programma nucleare iraniano. L'Iran ha finora negato la firma difendendo il diritto alal piena sovranità e la tutela di segreti strategici e militari.

G.R.9,30

IMMIGRAZIONE

Ancora una tragedia a Lampedusa, Il barcone, rimorchiato al largo da una motovedetta della Capitaneria di porto, è entrato nel porto di Lampedusa poco dopo le 7.30. A bordo i cadaveri dei migranti, ma anche una donna ancora viva, assiderata e disidratata. Dal racconto di alcuni dei sopravvissuti, la tragedia del barcone di 12 metri fatiscente e spettrale al suo arrivo a Lampedusa è di dimensioni gravissime: a bordo erano stipati oltre cento disperati e la maggior parte di loro, una settantina, non ce l' avrebbero fatta a resistere alla fatica ed agli stenti di una traversata di 20 giorni. "Quando morivano - avrebbe confidato uno dei superstiti esprimendosi in uno stentato inglese - non potevamo far altro che gettarli in mare". Agli occhi dei soccorritori e dei volontari che hanno atteso fin quasi alle prime luci dell' alba l' arrivo sulla banchina del porto di Lampedusa dei sopravvissuti si è presentata una scena straziante, quando la prima motovedetta della Guardia costiera ha attraccato al molo: esseri umani inerti, incapaci di parlare, ridotti a scheletri per aver patito giorni di fame e sete in un mare in tempesta. Il comando della capitaneria di porto ha comunicato alle 8,50 il bilancio provvisorio: è di 13 morti e di 15 superstiti

Intanto l'Europa cerca di rafforzare i suoi confini Immigrazione, criminalità organizzata e terrorismo al centro del vertice a cinque (Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Italia) dei ministri dell'Interno europei, riuniti da ieri a La Baule. "Spagna e Francia lanciano un piano contro l'immigrazione clandestina nel Mediterraneo". Il ministro dell'Interno francese Nicolas Sarkozy ha proposto una "zona di sicurezza" nel Mediterraneo occidentale, che sia controllata da Spagna, Italia e Francia, a cui si dovrebbero aggiungere Marocco, Algeria e Tunisia, i Paesi da cui salpano la maggioranza di immmigrati clandestini verso le frontiere Ue.

PALESTINA

Ramallah, 3 Soldati uccisi, Brigate dei martiri di al-Aqsa rivendicano Fonti militari israeliane hanno confermato in nottata che tre soldati israeliani sono stati uccisi ieri sera in un'imboscata a nord della citta' cisgiordana di Ramallah. Il generale Moshe Kaplinsky, comandante delle forze israeliane in Cisgiordania, ha detto che i militari sono stati attaccati nel villaggio di Ein Yabrud. Un quarto soldato e' rimasto ferito. Le Brigate dei martiri di al-Aqsa, hanno rivendicato l'azione nel villaggio di Ein Yabrud, presso Ramallah.

Gaza raid israeliano

Raid aereo israeliano questa mattina sulla Striscia di Gaza. E' probabilmente la rappresaglia per l'attentato di ieri in cui sono morti tre militari di Tsahal. Secondo fonti giornalistiche palestinesi, l'obbiettivo dei razzi lanciati dagli aerei potrebbe essere l'ex leader della Jihad islamica Abdallah Shami. Testimoni citati dalla France Press parlano di alcune vittime. Intanto il primo ministro palestinese Ahmed Qrei (Abu Ala) si e' detto pronto a convocare elezioni presidenziali, legislative e comunali nei Territori entro il prossimo giugno. Lo ha riferito un suo portavoce. Siamo pronti a tenere elezioni corrette e oneste in giugno, al piu' tardi, ha detto ieri Abu Ala, secondo il direttore del suo ufficio, Hassan Abu Libdeh. Ma il premier, insediatosi all'inizio di ottobre a capo di un gabinetto di emergenza, ha precisato che le elezioni si potranno svolgere solo se Israele ritirera' le sue forze dalle citta palestinesi occupate in Cisgiordania e nella striscia di Gaza, e togliera' il blocco a tali zone. Le utlime elezioni palestinesi - che portarono Arafat alla presidenza e oltre 80 deputati in Parlamento - risalgono al 1996, due anni dopo l'applicazione di un accordo provvisorio con Israele. Arafat convoco' poi una consultazione elettorale per il gennaio 2002, ma l'occupazione israeliana la impedì.

La Paz, Bolivia Carlos Mesa ha formato nuovo governo Il nuovo presidente della Bolivia, succeduto a Gonzalo Sanchez de Lozada, fuggito in seguito alle proteste popolari, ha presentato il nuovo governo. E' composto da 15 ministri "tecnici". Sono stati aggiunti due ministeri: Affari indigeni e della Partecipazione popolare

GIAPPONE

Il colosso dell'elettronica mondiale, il gruppo giapponese Sony, prevede un taglio secco di personale di 20.000 unita', oltre il 10% della sua forza lavoro, entro il marzo 2006. Lo scrive oggi l'autorevole quotidiano economico giapponese Nikkei. Un portavoce della Sony ha smentito la notizia, definendola frutto di congetture, ma ha ammesso che il gruppo annuncera' ufficialmente i suoi piani di riforme strutturali il 28 ottobre prossimo, come del resto indicato dal quotidiano. Secondo il Nikkei la Sony si ritirera' progressivamente da settori non piu' strategici e improduttivi, ad esempio i tubi catodici per televisori, la cui produzione cessera' negli impianti giapponesi il prossimo anno, per concentrarsi sugli schermi piatti a cristalli liquidi. E tagliera' i costi nei settori audiovisivi, per far fronte all'accresciuta competizione e al calo dei profitti. I tagli di personale avverranno su scala mondiale, nelle affiliate del grande gruppo, attraverso pensionamenti anticipati e blocchi del turnover. Attualmente il gruppo Sony ha circa 160.000 dipendenti in tutto il mondo, tra cui molti paesi europei, compresa l'Italia.

gror031020 (last edited 2008-06-26 10:00:47 by anonymous)