=== GR ORE 19.30 === Perquise Questa mattina verso le cinque a Milano, si sono svolte delle perquisizioni dei carabinieri nelle case, nei luoghi di lavoro e persino nei locali da loro frequentati, di alcuni compagni della Panneteria Occupata. Fonti dei carabinieri parlano di materiale sequestrato e di circa 30 compagni perquisiti, ma per ora si hanno notizie certe solo di 15 di loro. Il capo d'imputazione è associazione sovversiva con riferimento all'esplosione di una bomba in una sede Cisl a Milano nel 2000. E' prevista un'assemblea cittadina questa sera, e ulteriori aggiornamenti seguiranno domani in giornata. Migranti Dopo il naufragio di ieri notte al largo delle coste tunisine che ha provocato altre 60 morti, molti dei quali ancora non sono stati rinvenuti, continuano gli avvistamenti e gli sbarchi anche nella giornata di oggi. Sono in tutto 9 i migranti ricoverati a palermo; altri 5 si trovano invece al centro di prima accoglienza di Lampedusa. Si sono invece aggravate ulteriormente le condizioni di salute della giovane somala rinvenuta ieri mattina all'alba, tuttora in coma. Intanto Ministri e rappresentanti dei Paesi partecipanti al Dialogo sulle migrazioni nel Mediterraneo occidentale (Algeria, Francia, Italia, Libia, Malta, Marocco, Mauritania, Portogallo, Spagna e Tunisia), anche conosciuto come Dialogo 5+5, si incontreranno il 22 e 23 ottobre a Rabat per discutere di cooperazione regionale nella gestione delle migrazioni, e cioè sostanzialmente delle misure repressive da adottare affinchè venga impedita la circolazione delle persone tra le due sponde del mediterraneo, e affinchè questa sia limitata alle sole necessità di mano d'opera dei paesi più ricchi. MONDO Palestina Quattordici palestinesi sono morti e circa ottanta sono stati feriti nelle incursioni effettuate dall'aviazione israeliana nel corso della giornata di ieri nella Striscia di Gaza. Le forze di sicurezza israeliane sono in massima allerta. Il raid più sanguinoso è avvenuto nel campo profughi di Bureij, dove elicotteri da combattimento hanno lanciato tre missili contro un veicolo uccidendo i quattro occupanti. Nell'esplosione sarebbero rimaste uccise almeno altre tre persone tra cui un dottore che si era avvicinato a prestare soccorso, mentre i feriti sarebbero più di cinquanta. L'attacco è stato seguito poco dopo da un'incursione sulla città di Gaza, che ha interessato il quartiere di Shajayeh: ad esssere colpito è stato un presunto deposito munizioni già bersagliato dagli F-16 dello Stato ebraico nel corso della mattinata: il bilancio provvisorio è di 11 feriti. Le quattro incursioni della mattinata hanno colpito due presunti depositi di armi, un edificio abbandonato ed un furgoncino che circolava per una strada affollata di Gaza City: in quest'ultimo attacco sonmo morte tre persone, fra cui due militanti di Hamas, Khaled Misri e Iyad Al-Huru; i feriti sono almeno 25, tra cui numerosi scolari. Le ultime morti portano a 3.563 il numero di vittime degli ultimi tre anni di intifada, 2.651 delle quali sono palestinesi e 846 israeliane. Reazioni L'Autorita' nazionale palestinese (Anp) ha chiesto l'intervento della comunita' internazionale dopo i cinque raid aerei israeliani che lunedi' nella striscia di Gaza hanno causato dieci morti e decine di feriti, tra i quali quattro vengono considerati clinicamente morti. Lo ha reso noto Saeb Erekat, il principlae negoziatore palestinese. Rivolgo un appello - ha detto - ai responsabili dell'amministrazione americana, dell'Unione Europea, delle Nazioni Unite e di altri paesi per chiedere loro di intervenire e di proteggere il popolo palestinese fermando immediatamente questa escalation sanguinosa e pericolosa. A Nusseirat, ieri sera, c'e' stato un massacro ha concluso Erekat, con riferimento al quarto raid israeliano che ha provocato sette morti e oltre 40 feriti. Israele- Onu Riprenderanno oggi (martedi') alle 15.00 ora locale (le 21.00 in Italia) i lavori, apertisi ieri, dell'Assemblea Generale dell'Onu dedicati alla costruzione da parte di Israele di un cosiddetto muro di sicurezza lungo la frontiera della Cisgiordania. La convocazione dell'Assemblea Generale in sessione straordinaria, ha fatto seguito al veto che gli Stati Uniti avevano apposto martedi' scorso a una proposta di risoluzione del Consiglio di Sicurezza che condannava Israele per la costruzione del muro, che penetra, in alcuni punti, nei territori palestinesi. Il veto degli Stati Uniti, il secondo in meno di un mese, ha impedito l'adozione della risoluzione che chiedeva a Israele di smantellare il muro illegale, ha detto all'Assemblea Generale il rappresentante palestinese Nasser al Kidwa, secondo cui Israele sta commettendo un crimine contro l'umanita', impedendo, attraverso l'erezione del muro, la nascita dello Stato palestinese.. La risoluzione aveva avuto dieci voti favorevoli (ne servono nove per l'approvazione) e quattro astensioni (Gran Bretagna, Germania, Bulgaria e Camerun). Ma come ovvio, il veto statunitense ne ha impedito l'approvazione. Iraq Sono almeno 20 i civili iracheni uccisi da soldati americani in circostanze poco chiare nella Baghdad del dopo Saddam. Il "J'accuse" arriva da Human Rights Watch, l'associazione internazionale che si occupa di diritti umani, secondo la quale le forze armate Usa in Iraq non conducono indagini accurate per reprimere eventuali abusi di forza da parte dei loro uomini. . Il rapporto di Human Rights Watch riguarda il periodo compreso tra il primo maggio, data in cui il presidente Usa George Bush dichiarò terminati i combattimenti in Iraq, e il 30 settembre. L'associazione per i diritti umani cita altri 74 casi di morti sospette sui quali le forze Usa non avrebbero ancora indagato. I soldati vivono in una condizione di "virtuale impunità" in Iraq, ragion per cui, consiglia Human Rights Watch, dovrebbero essere scelti sulla base della loro affidabilità e della loro capacità di integrazione con gli abitanti locali. Su cinque casi che sono stati oggetto di indagini entro il primo ottobre scorso, il comando Usa ha reso noto che solo in uno di essi è stata riconosciuta la responsabilità dei soldati. E sono ancora in fase di accertamento altri due incidenti fatali. In uno di essi sono morti otto poliziotti iracheni ed è coinvolta l'82esima divisione aereotrasportata. Human Rights Watch ha dichiarato che il rapporto sulle uccisioni dei civili iracheni riguarda soltanto Baghdad, ma seguiranno presto rapporti analoghi dalle altre città irachene.I rapporti di Human Right non entrano nel merito politico della occupazione americana, ma si limitano a sottolineare le carenze dal punto di vista della stessa mentalità degli occupanti, tanto che viene considerato un numero molto esiguo di civili uccisi, lascinado supporre che le altre morti siano in qualche modo giustificate. Iraq due La Germania e' contraria alla cancellazione del debito iracheno e ritiene necessaria una nuova risoluzione dell'Onu, che preveda, come auspica il il ministro tedesco della Cooperazione e Sviluppo, un finanziamento per mezzo di crediti, poiche' , quando i proventi del petrolio ricominceranno ad arrivare, allora l'Iraq potra' bastare a se stesso. IL rifiuto dell'annullamento del debito, e l'eventuale attivazione del prestito, corrispondono al giustificato timore che gli Usa possano utilizzare per se stessi i proventi del petrolio, e dunque il debito non venga cancellato alla popolazione irachena, ma agli stati uniti. Iran NUCLEARE Mentre si avvicina il 31 ottobre, data di scadenza dell'ultimatum posto dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) all'Iran per «fare piena luce sul suo programma nucleare», ieri sera sono atterrati a Tehran i ministri degli esteri britannico, francese e tedesco. I punti in sospeso tra Tehran e la comunità internazionale sono sostanzialmente due: la firma del protocollo aggiuntivo del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), che permetterebbe agli ispettori dell'Aiea di condurre visite a sorpresa nei siti sospetti, e i programmi di arricchimento dell'uranio, che Tehran sostiene di portare avanti per scopi civili. Su quest'ultimo punto in particolare la risoluzione approvata dal board dell'Aiea il 12 settembre scorso all'unanimità (con l'unica e ovvia eccezione dell'Iran) è chiara: chiede alla Repubblica islamica di «sospendere ogni ulteriore attività legata all'arricchimento di uranio». Quanto all'arricchimento di uranio, il presidente Mohamed Khatami ha fatto capire domenica scorsa che Tehran è disposta a interrompere tale attività, in cambio però di qualche «contropartita». E' proprio questa «contropartita» che fa entrare in gioco i tre ministri europei giunti ieri a Tehran: come premio per la rinuncia all'arricchimento dell'uranio, Francia, Regno unito e Germania hanno infatti proposto all'Iran di fornirgli la tecnologia necessaria per sviluppare un programma nucleare civile. E di oggi pomeriggio è la notizia che L'Iran ha accettato di sospendere l' arricchimento dell' uranio soltanto 'temporaneamente' e l'accordo odierno dovra' essere approvato dal Parlamento. o ha detto un diplomatico iraniano. LIran firmera' il protocollo aggiuntivo del Trattato di non proliferazione e sospendera' quindi l'attivita' di arricchimento dell'uranio. Bolivia Il neo presidente della Bolivia, Carlos Mesa, ha ottenuto una ‘tregua’ di tre mesi da parte dei settori contadini, al termine di una massiccia manifestazione tenuta ieri a ‘Plaza de los Heroes’ a La Paz, alla quale hanno preso parte circa diecimila indigeni provenienti dalle 20 province del dipartimento. Fin dalle prime ore del mattino, migliaia di ‘campesinos’ legati alla Confederazione sindacale unica dei lavoratori contadini della Bolivia (Csutcb) e alla Centrale operaia boliviana (Cob) hanno affollato la piazza per discutere della possibilità di interrompere formalmente le proteste sociali iniziate a metà settembre, principalmente contro l’esportazione di gas naturale a Stati Uniti e Messico, via Cile. Dopo aver fatto un’offerta alla ‘Pacha Mama’ – la madre terra in lingua aymara, l’etnia dei contadini dell’altopiano – e prima di aprire il dibattito i leader indigeni hanno incontrato il neo capo dello Stato Mesa e gli hanno sottoposto le 72 richieste, le stesse già presentate nel 2001. . Intanto ‘Goni’ è sbarcato ieri a Washington, dove secondo alcune fonti di stampa, sarebbe intenzionato a chiedere il sostegno del governo Usa “per rafforzare la democrazia in Bolivia”. Ai giornalisti statunitensi ha dichiarato di essere stato vittima “di un colpo di Stato ben pianificato” dall’opposizione, ma di aver preferito “mantenere il filo della democrazia e rinunciare davanti al Congresso”. Colombia: Si susseguono in queste settimane gli appelli alla comunità internazionale perchè faccia pressioni sul governo colombiano in favore del rispetto dei diritti umani, degli uomini e delle donne, in particolare dei compagni e delle compagne della regione di Barrancabermeja, Magdalena Medio, Colombia. Risale infatti al 16 ottobre l'ultimo di una serie di omicidi per mano dei paramilitari: quello della compagna Esperanza Amaris Martines, di 40 anni, militante, dal 2002, dell'Organizzazione Femminile Popolare, un'organizzazione di donne attiva da molti anni in Barrancabermeja. Esperanza lavorava attivamente nella Casa delle Donne, in un quartiere periferico, con larga diffusione di alcolismo e gioco d'azzardo, e aveva più volte denunciato alle Autorità, anche nei giorni scorsi, le minacce che i gruppi paramilitari le aveano più volte rivolto. Giovedì 16 ottobre, alle 7,30 del mattino, tre paramilitari, a bordo di una macchina del servizio pubblico, si presentarono davanti alla sua abitazione. Suonarono il campanello, iniziarono a minacciarla, la trascinarono con la forza nell'auto. Mezz'ora dopo, il suo cadavere fu trovato abbandonato in una via pubblica. L'assassinio di Esperanza è purtroppo solo una delle tante, troppe, esecuzioni che ogni giorno vengono inflitte, in Colombia, ma non solo, alle donne e agli uomini organizzati/e per resistere ad un potere che agisce anche attraverso le organizzazioni paramilitari e resta impunito. Ricordiamo che, nel 2003 sono state assassinate, a Barrancabermeja, 94 persone, 56 sono i/le scomparsi/e, mentre oltre 600 cittadini/e sono stati/e costretti/e a lasciare la regione in seguito a minacce o perchè tmevano per la propria incolumità. Ecuador: Via a 'processo del secolo' di indios contro Texaco (ANSA) -QUITO,21 OTT - Si apre in Ecuador il 'processo del secolo' per presunti gravissimi danni ambientali causati da Texaco in 20 anni di sfruttamento petrolifero. Migliaia di indios Siona, Secoya, Cofan e Huaorani sono giunti con ogni mezzo a Neuva Loja (provincia di Sucumbios), dove si terra' il processo. Secondo l'accusa, l'assenza di misure di protezione durante l'attivita' della Texaco - oggi Chevron-Texaco - ha causato irrimediabili danni all'ecosistema e alla salute degli abitanti della zona. EUROPA Ulster: Ira annuncia distruzione di armi (ANSA) - LONDRA, 21 OTT - L'esercito repubblicano irlandese (Ira) ha annunciato di aver deciso un terzo atto di distruzione di armi. L'Ira approva il discorso del presidente del Sinn Fein, Gerry Adams, il quale, subito dopo l'annuncio che il 26 novembre l'Ulster andra' alle urne, ha detto che il partito si oppone all'uso e alla minaccia dell'uso della forza. Un esponente dell'Ira incontrera' la commissione sulla distruzione delle armi' prevista dagli accordi di pace del '98. === GR ORE 13.00 === '''Migranti''' Ancora un'altra tragedia nel mar meditteraneo, ancora morti. Un barcone carico di persone che cercavano di raggiungere l'Italia e' affondata ieri notte al largo delle coste tunisine. La guardia costiera, a quanto ha reso noto un funzionario del ministero dell'interno, ha recuperato cinque cadaveri e tratto in salvo 10 naufraghi. Sette persone risultano disperse. Le vittime e i superstiti sarebbero tunisini. L'imbarcazione sarebbe colata a picco alle 2 di ieri, cinque chilometri al largo di Ain al Rahma, 110 chilometri circa a sudovest di Tunisi. Si sono aggravate ulteriormente le condizioni di salute della giovane somala rinvenuta ieri mattina all'alba tra i 13 cadaveri di migranti arrivati sul barcone della morte dopo il naufragio di domenica notte. La ragazza, di cui non si conoscono le generalita', che sembra avere circa 20 anni, dalla notte scorsa e' in coma profondo per una grave forma di insufficienza renale. Viene monitorata ogni istante nel reparto di prima rianimazione dell'ospedale Civico di Palermo . Si aggravano anche le condizioni di altri 4 somali ricoverati sempre al Civico di Palermo e arrivati domenica notte dopo il naufragio. Sono in tutto 9 i migranti ricoverati a Palermo. Gli altri 5 arrivati sullo stesso barcone si trovano invece al centro di prima accoglienza di Lampedusa. '''Migranti due''' Ministri e rappresentanti dei Paesi partecipanti al Dialogo sulle migrazioni nel Mediterraneo occidentale (Algeria, Francia, Italia, Libia, Malta, Marocco, Mauritania, Portogallo, Spagna e Tunisia), anche conosciuto come ''Dialogo 5+5'', si incontreranno il 22 e 23 ottobre a Rabat per discutere di cooperazione regionale nella gestione delle migrazioni, e cioè sostanzialemente delle misure repressive da adottare affinchè venga impedita la circolazione dele persone tra le due sponde del mediterraneo, e affinchè questa sia limitata alle sole necessità di mano d'opera dei paesi più ricchi.. Le discussioni a Rabat riguarderanno principalmente la migrazione per lavoro, in particolare l'accesso al mercato del lavoro per i migranti regolari nei paesi del Mediterraneo occidentale. '''Migranti tre''' Udienza meramente tecnica davanti la Corte d'Assise di Siracusa, presieduta da Aldo Benanti, per il processo sulla strage del Natale '96 dove morirono 283 migranti. L'apertura del dibattimento avverra' il 18 novembre prossimo quando e' prevista la costituzione delle parti processuali. A ritardare l'apertura effettiva del processo dei problemi legati alla notifica di atti a carico di uno dei due imputati. Si tratta di Yousself El Hallal, arrestato in Francia una settimana fa ed in attesa di estradizione. El Hallal, comandante libanese della nave Yiohon e' indagato per omicidio volontario. Stesso reato per il coimputato, Turab Sheik, attualmente libero, organizzatore della tratta. La tragedia del mare della notte di Natale si consumo' nel Canale di Sicilia, in acque internazionali al largo di Capo Passero di Porto Palo (Sr). Li' la nave Yiohon in stand by aspetto' un ferry boat maltese dove vennero trasbordati i migranti. A causa anche delle condizioni avverse del mare la nave-madre urto' il ferry boat. Una collisione che ne provoco' l'affondamento. Stamattina a rappresentare l'accusa il pubblico ministero Paola Vallorio. Assenti, invece, entrambi gli imputati. '''Perquise''' Questa mattina verso le cinque (solito orario) sono arrivati i carabinier per fare delle perquisizioni nele case di alcuni compagni della Panneteria Occupata.Fino a questo momento le notizie che ci sono arrivate parlano di circa 25 compagni perquisiti.Il P.M. responsabile della "inchiesta" sarebbe il famoso D'Ambruoso (do you remember gli islamici?). La motivazione sarebbe l'esplosione di una bomba in una sede Cisl a Milano nel 2000. attualmente tutti i perquisiti si trovanoi ancora nella caserma di Via Moscova. '''Palestina''' Quattordici palestinesi sono morti e circa ottanta sono stati feriti nelle incursioni effettuate dall'aviazione israeliana nel corso della giornata di ieri nella Striscia di Gaza. Le forze di sicurezza israeliane sono in massima allerta. Il raid più sanguinoso è avvenuto nel campo profughi di Bureij, dove elicotteri da combattimento hanno lanciato tre missili contro un veicolo uccidendo i quattro occupanti. Nell'esplosione sarebbero rimaste uccise almeno altre tre persone tra cui un dottore che si era avvicinato a prestare soccorso, mentre i feriti sarebbero più di cinquanta. L'attacco è stato seguito poco dopo da un'incursione sulla città di Gaza, che ha interessato il quartiere di Shajayeh: ad esssere colpito è stato un presunto deposito munizioni già bersagliato dagli F-16 dello Stato ebraico nel corso della mattinata: il bilancio provvisorio è di 11 feriti. Le quattro incursioni della mattinata hanno colpito due presunti depositi di armi, un edificio abbandonato ed un furgoncino che circolava per una strada affollata di Gaza City: in quest'ultimo attacco sonmo morte tre persone, fra cui due militanti di Hamas, Khaled Misri e Iyad Al-Huru; i feriti sono almeno 25, tra cui numerosi scolari. '''Reazioni''' L'Autorita' nazionale palestinese (Anp) ha chiesto l'intervento della comunita' internazionale dopo i cinque raid aerei israeliani che lunedi' nella striscia di Gaza hanno causato dieci morti e decine di feriti, tra i quali quattro vengono considerati clinicamente morti. Lo ha reso noto Saeb Erekat, il principlae negoziatore palestinese. ''Rivolgo un appello - ha detto - ai responsabili dell'amministrazione americana, dell'Unione Europea, delle Nazioni Unite e di altri paesi per chiedere loro di intervenire e di proteggere il popolo palestinese fermando immediatamente questa escalation sanguinosa e pericolosa''. ''A Nusseirat, ieri sera, c'e' stato un massacro'' ha concluso Erekat, con riferimento al quarto raid israeliano che ha provocato sette morti e oltre 40 feriti. '''Israele- Onu''' Riprenderanno oggi (martedi') alle 15.00 ora locale (le 21.00 in Italia) i lavori, apertisi ieri, dell'Assemblea Generale dell'Onu dedicati alla costruzione da parte di Israele di un cosiddetto muro di sicurezza lungo la frontiera della Cisgiordania. La convocazione dell'Assemblea Generale in sessione straordinaria, su richiesta della rappresentanza palestinese all'Onu e del gruppo dei Paesi non allineati, ha fatto seguito al veto che gli Stati Uniti avevano apposto martedi' scorso a una proposta di risoluzione del Consiglio di Sicurezza che condannava Israele per la costruzione del muro, che penetra, in alcuni punti, nei territori palestinesi. ''Il veto degli Stati Uniti, il secondo in meno di un mese, ha impedito l'adozione della risoluzione che chiedeva a Israele di smantellare il muro illegale'', ha detto all'Assemblea Generale il rappresentante palestinese Nasser al Kidwa, secondo cui Israele sta commettendo un crimine contro l'umanita', impedendo, attraverso l'erezione del muro, la nascita dello Stato palestinese.. La risoluzione aveva avuto dieci voti favorevoli (ne servono nove per l'approvazione) e quattro astensioni (Gran Bretagna, Germania, Bulgaria e Camerun). Ma come ovvio, il veto statunitense ne ha impedito l'approvazione. '''Iraq''' Sono almeno 20 i civili iracheni uccisi da soldati americani in circostanze poco chiare nella Baghdad del dopo Saddam. Il "J'accuse" arriva da Human Rights Watch, l'associazione internazionale che si occupa di diritti umani, secondo la quale le forze armate Usa in Iraq non conducono indagini accurate per reprimere eventuali abusi di forza da parte dei loro uomini. . Il rapporto di Human Rights Watch riguarda il periodo compreso tra il primo maggio, data in cui il presidente Usa George Bush dichiarò terminati i combattimenti in Iraq, e il 30 settembre. L'associazione per i diritti umani cita altri 74 casi di morti sospette sui quali le forze Usa non avrebbero ancora indagato. I soldati vivono in una condizione di "virtuale impunità" in Iraq, ragion per cui, consiglia Human Rights Watch, dovrebbero essere scelti sulla base della loro affidabilità e della loro capacità di integrazione con gli abitanti locali. Su cinque casi che sono stati oggetto di indagini entro il primo ottobre scorso, il comando Usa ha reso noto che solo in uno di essi è stata riconosciuta la responsabilità dei soldati. E sono ancora in fase di accertamento altri due incidenti fatali. In uno di essi sono morti otto poliziotti iracheni ed è coinvolta l'82esima divisione aereotrasportata. Human Rights Watch ha dichiarato che il rapporto sulle uccisioni dei civili iracheni riguarda soltanto Baghdad, ma seguiranno presto rapporti analoghi dalle altre città irachene.I rapporti di Human Right non entrano nel merito politico della occupazione americana, ma si limitano a sottolineare le carenze dal punto di vista della stessa mentalità degli occupanti, tanto che viene considerato un numero molto esiguo di civili uccisi, lascinado supporre che le altre morti siano in qualche modo giustificate. '''Iraq due''' La Germania e' contraria alla cancellazione del debito iracheno e ritiene necessaria una nuova risoluzione dell'Onu, nella prospettiva di una maggiore condivisione di responsabilita' nella ricostruzione del Paese. Lo ha affermato il ministro tedesco della Cooperazione e Sviluppo, sottolineando che occorrera' ''piu' in generale ricorrere a un finanziamento per mezzo di crediti, poiche' , quando i proventi del petrolio ricominceranno ad arrivare, allora l'Iraq potra' bastare a se stesso''. In realtà la contestazione riguarda la gestione delle risorse petrolifere da parte degli Stati Uniti. ''I redditi derivanti dalle risorse naturali di un Paese appartengono al Paese stesso'': beninteso - rileva - tali redditi possono servire alla ricostruzione, ma ''non al sostegno di imprese americane''.. ''E' necessaria una nuova risoluzione Onu'' per l'Iraq, poiche' ''senza condivisione di responsabilita' non ci sara' condivisione delle spese''. La posizione del ministro rispecchia quella del suo governo., IL rifiuto dell'annullamento del debito, e l'eventuale attivazione del prestito, corrispondono al giustificato timore che gli Usa possano utilizzare per se stessi i proventi del petrolio, e dunque il debito non venga cancellato alla popolazione irachena, ma agli stati uniti. '''Bolivia''' Il neo presidente della Bolivia, Carlos Mesa, ha ottenuto una ‘tregua’ di tre mesi da parte dei settori contadini, al termine di una massiccia manifestazione tenuta ieri a ‘Plaza de los Heroes’ a La Paz, alla quale hanno preso parte circa diecimila indigeni provenienti dalle 20 province del dipartimento. Fin dalle prime ore del mattino, migliaia di ‘campesinos’ legati alla Confederazione sindacale unica dei lavoratori contadini della Bolivia (Csutcb) e alla Centrale operaia boliviana (Cob) hanno affollato la piazza per discutere della possibilità di interrompere formalmente le proteste sociali iniziate a metà settembre, principalmente contro l’esportazione di gas naturale a Stati Uniti e Messico, via Cile. Dopo aver fatto un’offerta alla ‘Pacha Mama’ – la madre terra in lingua aymara, l’etnia dei contadini dell’altopiano - i leader indigeni hanno aperto il dibattito poco prima che si facesse avanti tra la folla Mesa. Di fronte al neo capo dello Stato, Felipe Quispe,i ha enumerato 72 richieste, le stesse già presentate nel 2001. . Intanto ‘Goni’ è sbarcato ieri a Washington, dove secondo alcune fonti di stampa, sarebbe intenzionato a chiedere il sostegno del governo Usa “per rafforzare la democrazia in Bolivia”. Ai giornalisti statunitensi ha dichiarato di essere stato vittima “di un colpo di Stato ben pianificato” dall’opposizione, ma di aver preferito “mantenere il filo della democrazia e rinunciare davanti al Congresso”. === GR ORE 9.30 === '''Palestina''' Quattordici palestinesi sono morti e circa ottanta sono stati feriti nelle incursioni effettuate dall'aviazione israeliana nel corso della giornata di ieri nella Striscia di Gaza. Le forze di sicurezza israeliane sono in massima allerta. Il raid più sanguinoso è avvenuto nel campo profughi di Bureij, dove elicotteri da combattimento hanno lanciato tre missili contro un veicolo uccidendo i quattro occupanti. Nell'esplosione sarebbero rimaste uccise almeno altre tre persone tra cui un dottore che si era avvicinato a prestare soccorso, mentre i feriti sarebbero più di cinquanta. L'attacco è stato seguito poco dopo da un'incursione sulla città di Gaza, che ha interessato il quartiere di Shajayeh: ad esssere colpito è stato un presunto deposito munizioni già bersagliato dagli F-16 dello Stato ebraico nel corso della mattinata: il bilancio provvisorio è di 11 feriti. Le quattro incursioni della mattinata hanno colpito due presunti depositi di armi, un edificio abbandonato ed un furgoncino che circolava per una strada affollata di Gaza City: in quest'ultimo attacco sonmo morte tre persone, fra cui due militanti di Hamas, Khaled Misri e Iyad Al-Huru; i feriti sono almeno 25, tra cui numerosi scolari. '''Reazioni''' L'Autorita' nazionale palestinese (Anp) ha chiesto l'intervento della comunita' internazionale dopo i cinque raid aerei israeliani che lunedi' nella striscia di Gaza hanno causato dieci morti e decine di feriti, tra i quali quattro vengono considerati clinicamente morti. Lo ha reso noto Saeb Erekat, il principlae negoziatore palestinese. ''Rivolgo un appello - ha detto - ai responsabili dell'amministrazione americana, dell'Unione Europea, delle Nazioni Unite e di altri paesi per chiedere loro di intervenire e di proteggere il popolo palestinese fermando immediatamente questa escalation sanguinosa e pericolosa''. ''A Nusseirat, ieri sera, c'e' stato un massacro'' ha concluso Erekat, con riferimento al quarto raid israeliano che ha provocato sette morti e oltre 40 feriti. '''Israele-Onu''' Verrà votato oggi il documento presentato dai paesi arabi di condanna ad Israele per la costruzione del muro. Il voto sulla risoluzione e' stato fatto slittare a oggi, martedi', su proposta dei suoi patrocinatori. Il testo era stato presentato poche ore prima dell'inizio della seduta di emergenza dell'Assemblea, mentre il regolamento impone che il testo delle risoluzioni sia presentato un giorno prima della data prevista per il voto '''Iran''' I ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna e Germania - Dominique de Villepin, Jack Straw e Joschka Fischer - sono in Iran oggi per portare a termine una missione definitiva: strappare a Teheran un accordo che disinneschi la questione nucleare iraniana, che è uno degli elementi d'instabilità nella regione mediorientale, a causa delle continue minacce degli stati uniti di un'altro interbùvento militare.. L'Iran sembra avere già deciso. A sentire le dichiarazioni alla partenza dei ministri, parrebbe che le cose siano già fatte. "Hanno già deciso un certo numero di misure", ha dichiarato il Quai d'Orsay ieri. I ministri europei cercano di ottenere un accordo su uno almeno di tre punti: la promessa iraniana di una piena cooperazione con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), la firma di un protocollo aggiuntivo al Trattato di non proliferazione nucleare che permetta agli ispettori Aiea di andare in qualunque struttura nucleare iraniana senza preavviso, sospensione del programma di arricchimento dell'uranio che si sospetta sia collegato al tentativo di sviluppare ordigni atomici. '''Iraq''' Soldati Usa hanno sparato oggi in aria nel centro di Baghdad per tenere testa ad una folla inferocita di migliaia di persone che stavano inscenando una protesta. Nessuno e' rimasto ferito. Secondo testimoni migliaia di lavoratori dei ministeri iracheni stavano manifestando dopo aver saputo che gli americani avevano arrestato una donna che aveva rifiutato una perquisizione di un cane anti droga '''Perù''' 'La hora del Chino', il programma radiofonico lanciato a settembre dall’ex presidente Alberto Fujimori in collegamento da Tokyo, ha avuto vita breve a Iquitos: lo ha annunciato ‘Radio Universal’, affermando di essere stata costretta a sospendere le trasmissioni nella cittadina amazzonica, circa mille chilometri a nordest di Lima, a causa di una massiccia protesta popolare. Stando a quanto riferito dall’emittente, la popolazione di Iquitos infatti non ha affatto gradito l’idea di sentire diffuse via etere le opinioni del destituito capo dello Stato, fuggito in Giappone nel novembre del 2000 dopo 10 anni al potere, nel tentativo di scampare ad un clamoroso scandalo per corruzione che di lì a poco avrebbe travolto il suo governo. La prima puntata de ‘L’Ora del Chino’ – nome con cui Fujimori veniva chiamato da peruviani per le sue origini asiatiche – era andata in onda a Lima il 13 settembre scorso, raccogliendo un discreto successo di audience. L’ex presidente, che vorrebbe ripresentarsi alle elezioni del 2006, è sotto processo in Perù per una serie interminabile di reati, dall’arricchimento illecito, alla violazione massiccia dei diritti umani. Si è sempre dichiarato innocente e ha utilizzato la sua nazionalità giapponese – che finora ne ha impedito l’estradizione – per sottrarsi alla magistratura del Paese andino.