Differences between revisions 1 and 7 (spanning 6 versions)
Revision 1 as of 2003-11-18 08:38:16
Size: 9668
Editor: anonymous
Comment:
Revision 7 as of 2003-11-18 20:52:34
Size: 39375
Editor: anonymous
Comment:
Deletions are marked like this. Additions are marked like this.
Line 1: Line 1:
=== GR ORE 19.30===

'''''Esteri'''''

'''Palestina'''

Proseguono nella tarda mattinata le incursioni israeliane a Betlemme (Cisgiordania) e a Rafah (Gaza). Lo ha confermato la radio militare. La incursione nella citta' autonoma di Betlemme e' iniziata subito dopo l'uccisione di due israeliani (si tratta di soldati, secondo fonti giornalistiche) per colpi di arma da fuoco. Il presunto responsabile si sarebbe rifugiato nel vicino villaggio di al-Khader, che e' stato poi posto sotto coprifuoco. A Rafah una ventina di mezzi blindati israeliani sono impegnati da alcune ore nella ricerca di tunnel utilizzati - secondo Israele - per la trafugazione di armi dall'Egitto verso la striscia di Gaza. Nel corso degli scontri a fuoco sono rimasti feriti almeno sette palestinesi (quattro dei quali versano in condizioni gravi) e un soldato israeliano.

'''Palestina'''

La Russia ha deciso di tornare alla carica con la sua risoluzione d'appoggio al piano di pace per il Medio Oriente, conosciuto come 'road map', nonostante l'opposizione di Israele. Il presidente di turno del Consiglio di sicurezza per il mese di novembre, l'angolano Ismael Gasper Martins, ha detto a giornalisti di prevedere un voto entro la fine della settimana. La risoluzione esprime sostegno al piano di pace stilato dal Quartetto di mediatori internazionali per il Medio Oriente (Usa, Ue, Russia e Onu) e chiedere alle parti in causa di rispettare i rispettivi obblighi e di realizzare la visione di due Stati. Il progetto di risoluzione, fatto circolare una prima volta alla fine di ottobre, ma messo da parte in attesa dell'insediamento del nuovo governo palestinese di Abu Ala, sara' co-presentato questa volta anche dalla Francia. Israele considera una risoluzione del genere inutile e preferirebbe che l'Onu restasse fuori dal processo di pace.

'''Palestina'''

Profonda preoccupazione (della Ue) per il tracciato' del muro che le autorita' israeliane stanno costruendo in Cisgiordania'.Lo ha ribadito il Consiglio dell'associazione Ue-Israele, secondo cui il tracciato del muro potrebbe pregiudicare i futuri negoziati'. L'Ue, inoltre, conferma che le azioni per 'rimuovere' il presidente eletto dell'Anp Arafat sarebbero controproducenti rispetto agli sforzi per una soluzione pacifica del conflitto.


'''Irak'''

Il Consiglio di governo transitorio iracheno chiedera' il voto di una risoluzione del consiglio di sicurezza dell'Onu sull'accordo concluso sabato con gli americani sul trasferimento dei poteri, ha detto oggi uno dei suoi membri. Noi stiamo per inviare una lettera al presidente del Consiglio di sicurezza dell'Onu e al segretario generale (Kofi Annan) per chiedere loro che si voti su una nuova risoluzione in Consiglio sostenendo l'accordo e approvando il calendario del trasferimento dei poteri, ha dichiarato all'Afp Mahmud Ali Osman. Osman e' uno dei 12 membri del comitato formato la settimana scorsa dal Consiglio di governo iracheno per preparare entro il 15 dicembre un calendario per l'elaborazione di una Costituzione e lo svolgimento di elezioni legislative, come richiesto dalla risoluzione 151 dell'Onu votata in ottobre. Il comitato si e' riunito per la prima volta lunedi' , ha detto Osman. Dal momento che il calendario (deciso dall'accordo) e' ormai chiaro, noi ci riuniremo ancora un paio di volte, ed entro una settimana invieremo la nostra lettera all'Onu, ha precisato. L'accordo raggiunto sabato a Baghdad tra il Consiglio di governo iracheno e la coalizione angloamericana in Iraq prevede il trasferimento del potere agli iracheni entro la meta' del 2004 e l'elezione di un'assemblea costituente entro la fine del 2005, senza specificare un ruolo particolare per le Nazioni Unite. Annan ha detto ieri che l'Onu studiera' con estrema attenzione questo accordo, prima di decidere se l'Onu possa ricoprire un ruolo al suo interno.

Gli americani invece non sembrano pronti na lasciare il territorio Iraqueno; il segretario di Stato americano Powell a questo riguardo ha precisato dopo l'incontro con i 25 a Bruxelles: Il ruolo della coalizione in Iraq cambiera' quando sara' completato l'iter di creazione di un governo legittimo nel Paese. 'Noi abbiamo detto con chiarezza che quando avranno creato un governo interinale per poi andare verso il governo definitivo e la Costituzione, il lavoro dell'autorita' provvisoria della coalizione in Iraq sara' finito e cambiera''.

'''irak due'''

Se in Iraq la situazione della sicurezza peggiorera' ulteriormente, le Filippine ritireranno il proprio contingente dal Paese arabo. Lo ha dichiarato la presidente Gloria Macapagal Arroyo, precisando che l'eventuale ritiro in tal caso sarebbe "rapido", onde garantire l'incolumita' delle proprie truppe. Subito dopo l'attacco a danno del contingente italiano a Nassiriya, mercoledi' scorso, le autorita' di Manila avevano confermato l'impegno militare in Iraq.
irak tre
Le forze americane hanno messo in opera nella notte uno sbarramento di fuoco a partire dalle loro postazioni a Tikrit, l'ex feudo di Saddam Hussein e ora roccaforte della resistenza irachena, in una dimostrazione di forza meno massiccia ma in linea con l'offensiva, sempre durante la notte scorsa, lanciata attorno alla non lontana citta' di Baquba (Iraq centrale, nord di Baghdad). Protagonista, anche a Tikrit, la 4/a Divisione fanteria. Uno dei portavoce militare ha detto che lo sbarramento di fuoco, messo in atto attorno alla mezzanotte locale, fa parte della 'fase 2' dell'operazione 'Ivy Ciclone' (Ciclone edera). Questa e' stata lanciata il 16 novembre per dimostrare che le truppe americane sono in grado di usare ogni genere di arma per schiacciare, come disse allora un ufficiale Usa, i gruppi paramilitari, i lealisti del deposto regime, i terroristi stranieri e altri elementi sovversivi. Nell'ambito di questa operazione, domenica scorsa gli americani sono tornati ad usare un missile a guida satellitare, una micidiale arma da guerra con una testata da 227 kg di esplosivo contro un centro addestramento del deposto regime, situato a 25 chilometri ad ovest di Kirkuk, nel nord dell'Iraq. La prima fase dell'operazione era stata lanciata all'inizio di novembre, in seguito all'abbattimento di un elicottero Black Hawk nei pressi di Tikrit, in cui erano morti sei soldati americani. E' per dimostrare una volta di piu' che abbiamo una rilevante potenza di fuoco e la possiamo usare a nostra discrezione, ha detto il comandante dell'operazione.

'''Baghdad''' e' da 48 ore senza elettricita' a causa di atti di sabotaggio e problemi tecnici a 2 linee di alta tensione provenienti dal nord. Lo ha reso noto oggi un responsabile del ministero dell'energia. Baghdad che per la fornitura di energia conta soprattutto sulla regione nord e' alimentata da queste due linee 'che coprono il 60% dell'attuale consumo', vale a dire da 600 a 700 megawatt. Secondo la stessa fonte l'alimentazione dovrebbe poter essere ripristinata questa sera.

Inoltre una serie di violente esplosioni sono state udite questa sera a Baghdad, ma al momento non è stato possibile definirne l'origine. "Stiamo verificando", ha detto un portavoce militare.


'''Usa'''

Una coalizione di gruppi statunitensi per la difesa dei diritti civili ha avviato una massiccia campagna per chiedere le dimissione del segretario alla giustizia, John Ashcroft, definito un "pericolo per la democrazia". La coalizione, cui hanno aderito sei gruppi, ha presentato sei "capi di imputazione" contro Ashcroft, affermando che utilizza la lotta contro il terrorismo per violare i diritti civili dei cittadini degli Stati Uniti. Il Centro per i Diritti Costituzionali (CCR) ha spiegato in una conferenza stampa che la campagna ha lo scopo di richiamare l'attenzione sulle misure adottate dal ministro. Il modo migliore per punire le "trasgressioni" di Ashcroft - sostiene il Ccr - e' che i cittadini si iscrivano nelle liste elettorali entro gennaio e che a novembre votino per un governo che garantisca il rispetto dei diritti costituzionali. La campagna "Il popolo contro John Ashcroft" intende raccogliere migliaia di firme da presentare ai leader del Congresso proprio mentre i parlamentari discutono un progetto di legge per "correggere" gli eccessi del "Patriot Act", la legge anti-terroristica approvata dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Il CCR e' il gruppo che recentemente e' riuscito ad ottenere che la Corte Suprema esamini la legalita' della detenzione di 660 persone nella base Usa di Guantanamo, Cuba.

'''Turchia'''

Gli agenti delle forze di sicurezza turche hanno posto fine all'occupazione del tribunale di Istanbul in cui meno di un'ora prima avevano fatto irruzione circa venti simpatizzanti del Pkk. Questi avevano sequestrato alcuni magistrati ed esposto uno striscione in sostegno del leader del Partito dei lavoratori curdo, Abdullah Ocalan e in cui si chiedeva "una soluzione democratica al problema curdo".

'''Uganda'''

nuovo massacro di civili in Uganda. Piu' di 60 le vittime dei massacri compiuti la notte scorsa dall'Esercito di Resistenza del Signore (Lra) nel nord dell'Uganda.

Gli attacchi hano colpito alcuni villaggi nella zona di Lira, capoluogo dell'omonimo distretto del nord Uganda. Lo riferiscono fonti della MISNA precisando che si tratta dei cadaveri che le autorità locali e religiose sono riuscite a contare fino a questo momento.
Alto anche il bilancio dei feriti e probabilmente delle persone rapite. Fonti della MISNA riferiscono che questa terribile ondata di violenza è iniziata ieri sera verso le 22:00 , quando i ribelli hanno fatto irruzione nel villaggio di Ngeta (8 chilometri da Lira) dove gli 'olum' (come li chiama la gente in lingua locale) hanno effettuato, armi alla mano, una rastrellamento passando di casa in casa. Una volta lasciata Ngeta, gli 'olum' hanno preso di mira i villaggi circostanti. Secondo una prima ricostruzione, i ribelli avrebbero effettuato le loro incursioni senza sparare un colpo. Una scelta, quella di attaccare i villaggi con asce e machete, che ha consentito ai ribelli di agire indisturbati nonostante la zona fosse pattugliata da alcune unità mobili dell'esercito ugandese. Dal 1986 i ribelli dello Lra, guidati dal loro leader Joseph Kony, sconvolgono i distretti settentrionali ugandesi: in 17 anni di terrore hanno ucciso e torturato decine di migliaia di persone (almeno 100mila morti), rapito più di 20mila bambini (ridotti in schiavitù o arruolati a forza nelle file della guerriglia) e provocato oltre 1 milione di sfollati.

'''LONDRA'''

Misure di sicurezza straordinarie a Londra per la visita di stato del Presidente americano Bush: mobilitati a Londra ben 14 mila agenti di polizia, per l'elevata minaccia di atti terroristici e per le numerose manifestazioni di protesta organizzate in coincidenza del suo arrivo. Una visita che non tutti i britannici vedono di buon occhio nonostante i favori dell’amico-alleato Tony Blair.
Il sindaco di Londra Ken Livingstone ha preso posizione in maniera provocatoria: ha detto che Bush rappresenta «la più grande minaccia per la vita su questo pianeta che probabilmente abbiamo mai visto». In un'intervista concessa a «The Ecologist Magazine», Livingstone aggiunge che la politica di Bush «ci porterà dritti alla distruzione totale». «Non riconosco formalmente George Bush (come presidente) in quanto non è stato ufficialmente eletto», prosegue il sindaco - laburista di sinistra dissidente, - riferendosi alla sua vittoria controversa in Florida contro Al Gore.


'''Arabia Saudita'''

Una donna è stata condannata a 500 frustate dal tribunale religioso di Jizan, sulla costa del Mar Rosso, in Arabia Saudita. E' ritenuta "colpevole" di "condotta immorale per aver trascorso un certo periodo di tempo con un giovane uomo e di averlo sposato alcune ore dopo aver divorziato dal suo precedente marito".


'''''Italia'''''

'''Nucleare'''

Alcune centinaia di persone (500 secondo gli organizzatori, 200 secondo la Polizia stradale) hanno occupato stamattina l' autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi dello svincolo per Lagonegro sud, in provincia di Potenza, per protestare contro il decreto del Governo sul sito nucleare di Scanzano Jonico (Matera). Il traffico sull' autostrada e' bloccato in entrambe le direzioni e vi sono gia' code di autoveicoli e disagi.
 
Nel pomeriggio altre proteste e momenti di tensione nel metapontino, dove i manifestanti hanno bloccato la statale 407 Basentana al bivio di Pisticci. Prosegue il blocco sull'autostrada Salerno-R.Calabria a Lauria, dove ci sono stati momenti di tensione con gli automobilisti incolonnati.
Di pochi minuti fa è la notizia che si è conclusa la marcia che ha visto partecipare 10000persone, ora sono ancora in atto 3 presidi di cui uno sulla ferrovia Taranto/reggio calabria dove 3000 persone stanno bloccando i binari.
Si è estesa alla Calabria la protesta: Circa 400 persone hanno bloccato la statale 106 Jonica a Montegiordano, nell'alta Calabria, in provincia di Cosenza. Tutte le strade che in quel tratto si immettono sulla 106 sono bloccate da Montegiordano verso nord.

 
Se il Governo non ritirera' il decreto che individua Scanzano Jonico (Matera) come sede del deposito nazionale di scorie nucleari, il prossimo 13 dicembre in Basilicata si svolgera' uno sciopero generale regionale. Lo hanno annunciato Cgil, Cisl e Uil della Basilicata, che hanno convocato per domenica prossima, 23 novembre, una manifestazione che partira' dal piazzale del centro Enea di Rotondella (Matera), dove sono gia' custoditi materiali radioattivi. I sindacati hanno proposto a tutte le forze economiche e sociali e alle istituzioni un programma comune di azioni e iniziative di lotta e hanno invitato i lucani alla mobilitazione generale e quelli residenti altrove a far sentire la loro voce. Nelle giornate di mobilitazione (fra le quali la manifestazione nazionale del 6 dicembre contro la legge finanziaria), Cgil, Cisl e Uil della Basilicata hanno chiesto a tutti gli operatori economici di sospendere le attivita' produttive.
  
AUDIO

'''(processoGenova)'''

A proposito dei compagni arrestati a genova e ancora detenuti si è tenuto stamattina il tribunale del riesame per alcuni compagni; è stato liberato un compagno di Pavia, che era ancora agli arresti domicialiari,ma rimane comunque per lui l'obbligo di firma 2 volte alla settiamana e l'obbligo di residenza nella sua città. Un ulteriore seduta si terrà domani e continueremo ovviamente a darvene ulteriori aggiornamenti.

'''Iman'''

L' imam di Carmagnola, Abdl Qadir Fadlallah Mamour, espulso ieri con un provvedimento del ministro dell'Interno Pisanu, sara' imbarcato oggi pomeriggio su un volo di linea in partenza dall' aeroporto di Malpensa con destinazione Dakar, la capitale del Senegal, il suo paese d' origine. Ad accompagnarlo sara', con ogni probabilita', la moglie italiana convertita all' Islam, Barbara Farina, e i suoi quattro figli. E' stata la stessa donna, lasciando stamani la Questura di Torino, a confermare l' intenzione di volere seguire il marito
Ha fatto delle dichiarazioni esagerate, folli e estremistiche che la comunita' non condivide e ha condannato, ma nessuna legge civile puo' condannare le parole. Cosi' l'imam di Porta Palazzo Bouriqi Bouchta, commenta il provvedimento di espulsione per l'imam di Carmagnola Abdoul Fall Mamour, giudicandola una decisione non giusta, un'espulsione politica e non giuridica. Secondo Bouchta non si puo' staccare un capofamiglia dai suoi bambini perche' ha fatto delle dichiarazioni esagerate. Siamo rimasti scioccati da questa espulsione che potrebbe toccare qualunque immigrato solo per le sue parole. Come comunita' Bouchta annuncia il sostegno alla famiglia anche tramite un avvocato che si impegnera' in un ricorso contro il provvedimento. In merito alle parole dell'imam di Carmagnola, che subito dopo la notifica dell'espulsione si e' dichiarato un kamikaze, l'imam Bouchta ha osservato che dopo aver saputo del provvedimento e' andato in confusione e ha fatto delle dichiarazioni forti che non sono da sottovalutare ma di cui non bisogna fare neanche una valutazione esagerata.

Lasceranno l'Italia 'al massimo entro la giornata di domani' anche sette maghrebini espulsi con decreto del ministro dell'Interno. Si tratta, spiega il Viminale, di persone 'segnalate per proselitismo e favoreggiamento nei confronti di organizzazioni terroristiche di matrice islamica'. Alcuni di loro hanno anche partecipato ad attivita' di addestramento in campi paramilitari di 'Mujaheddin' e due sono stati in rapporti con miliziani catturati in Afghanistan dall'esercito Usa.

I provvedimenti sarebbero legati allo sviluppo di un' indagine sul terrorismo e all'ipotesi che a Torino esista una cellula di fiancheggiatori di Bin Laden.

Oggi sono state eseguite altre 25 perquisizioni. In questura sono state portate venti persone, parte delle quali sono state rilasciate.

'''ARCERI: SEDICENNE RUMENO SI SUICIDA A CASAL DEL MARMO'''

(ANSA) - ROMA, 18 NOV - Un sedicenne rumeno si è suicidato
questa notte impiccandosi nel carcere minorile di Casal del
Marno a Roma. La notizia è stata data da Luigi Manconi, garante
dei diritti dei detenuti del comune di Roma che oggi si è
recato in visita all'istituto insieme all'assessore alle
periferie e al lavoro del comune e a Patrizio Gonnella,
portavoce dell'associazione Antigone.
Il ragazzo, a quanto risulta era
stato appena trasferito a Casal del Marmo dal centro di prima
accoglienza dell'Aquila.
 Nell'istituto romano risultano detenuti 65 minori.


'''Roma: fermate le donne in nero'''

Questo pomeriggio un gruppo di donne in nero, sfidando il divieto a manifestare per la giornata di lutto nazionale, si sono recate ugualmente sotto palazzo chigi per protestare contro la visita di Sharon a Roma e per chiedere il ritiro immediato delle truppe dall'iraq.
Le donne sono state fermate e è stato loro sequestrato materiale vario tra cui le famose manine delle donne in nero e una spillatrice!!!!! Sono attualmente fermate a Via Genova alla questura di roma.
AUDIO

'''LICEI'''

Cinque studenti dell'istituto superiore Teodosio Rossi di Priverno, in provincia di Latina, che avevano appeso alle finestre di una classe una bandiera con Che Guevara e striscioni con su scritto "w la resistenza del popolo iracheno", "no alla guerra del petrolio" e "Iraq agli iracheni" sono stati portati in caserma dai carabinieri per essere identificati.


La vicenda è iniziata dopo che altri studenti si sono rifiutati di frequentare le lezioni e hanno chiesto l'intervento del preside. Il direttore ha parlato a lungo con i cinque ragazzi che prima hanno tolto gli striscioni e poi li hanno nuovamente esposti dichiarando che l'aula era occupata.

'''Righi'''

A proposito del minuto di silenzio ascoltiamo una compagna del Righi
AUDIO

=== GR ORE 13.00 ===

'''Esteri'''

'''Palestina'''

Proseguono nella tarda mattinata le incursioni israeliane a Betlemme (Cisgiordania) e a Rafah (Gaza). Lo ha confermato la radio militare. La incursione nella citta' autonoma di Betlemme e' iniziata subito dopo l'uccisione di due israeliani (si tratta di soldati, secondo fonti giornalistiche) per colpi di arma da fuoco. Il presunto responsabile si sarebbe rifugiato nel vicino villaggio di al-Khader, che e' stato poi posto sotto coprifuoco. A Rafah una ventina di mezzi blindati israeliani sono impegnati da alcune ore nella ricerca di tunnel utilizzati - secondo Israele - per la trafugazione di armi dall'Egitto verso la striscia di Gaza. Nel corso degli scontri a fuoco sono rimasti feriti almeno sette palestinesi (quattro dei quali versano in condizioni gravi) e un soldato israeliano.


'''Palestina'''

La Russia ha deciso di tornare alla carica con la sua risoluzione d'appoggio al piano di pace per il Medio Oriente, conosciuto come 'road map', nonostante l'opposizione di Israele. Il presidente di turno del Consiglio di sicurezza per il mese di novembre, l'angolano Ismael Gasper Martins, ha detto a giornalisti di prevedere un voto entro la fine della settimana. La risoluzione esprime sostegno al piano di pace stilato dal Quartetto di mediatori internazionali per il Medio Oriente (Usa, Ue, Russia e Onu) e ''chiedere alle parti in causa di ''rispettare i rispettivi obblighi e di realizzare la visione di due Stati''. Il progetto di risoluzione, fatto circolare una prima volta alla fine di ottobre, ma messo da parte in attesa dell'insediamento del nuovo governo palestinese di Abu Ala, sara' co-presentato questa volta anche dalla Francia. Israele considera una risoluzione del genere inutile e preferirebbe che l'Onu restasse fuori dal processo di pace.

'''Irak'''


Il Consiglio di governo transitorio iracheno chiedera' il voto di una risoluzione del consiglio di sicurezza dell'Onu sull'accordo concluso sabato con gli americani sul trasferimento dei poteri, ha detto oggi uno dei suoi membri. ''Noi stiamo per inviare una lettera al presidente del Consiglio di sicurezza dell'Onu e al segretario generale (Kofi Annan) per chiedere loro che si voti su una nuova risoluzione in Consiglio sostenendo l'accordo e approvando il calendario'' del trasferimento dei poteri, ha dichiarato all'Afp Mahmud Ali Osman. Osman e' uno dei 12 membri del comitato formato la settimana scorsa dal Consiglio di governo iracheno per preparare entro il 15 dicembre un calendario per l'elaborazione di una Costituzione e lo svolgimento di elezioni legislative, come richiesto dalla risoluzione 151 dell'Onu votata in ottobre. ''Il comitato si e' riunito per la prima volta lunedi' '', ha detto Osman. ''Dal momento che il calendario (deciso dall'accordo) e' ormai chiaro, noi ci riuniremo ancora un paio di volte, ed entro una settimana invieremo la nostra lettera all'Onu'', ha precisato. L'accordo raggiunto sabato a Baghdad tra il Consiglio di governo iracheno e la coalizione angloamericana in Iraq prevede il trasferimento del potere agli iracheni entro la meta' del 2004 e l'elezione di un'assemblea costituente entro la fine del 2005, senza specificare un ruolo particolare per le Nazioni Unite. Annan ha detto ieri che l'Onu studiera' ''con estrema attenzione'' questo accordo, prima di decidere se l'Onu possa ricoprire un ruolo al suo interno.


'''irak due'''

Se in Iraq la situazione della sicurezza peggiorera' ulteriormente, le Filippine ritireranno il proprio contingente dal Paese arabo. Lo ha dichiarato la presidente Gloria Macapagal Arroyo, precisando che l'eventuale ritiro in tal caso sarebbe "rapido", onde garantire l'incolumita' delle proprie truppe. Subito dopo l'attacco a danno del contingente italiano a Nassiriya, mercoledi' scorso, le autorita' di Manila avevano confermato l'impegno militare in Iraq.

'''irak tre'''


Le forze americane hanno messo in opera nella notte uno sbarramento di fuoco a partire dalle loro postazioni a Tikrit, l'ex feudo di Saddam Hussein e ora roccaforte della resistenza irachena, in una dimostrazione di forza meno massiccia ma in linea con l'offensiva, sempre durante la notte scorsa, lanciata attorno alla non lontana citta' di Baquba (Iraq centrale, nord di Baghdad). Protagonista, anche a Tikrit, la 4/a Divisione fanteria. Uno dei portavoce militare ha detto che lo sbarramento di fuoco, messo in atto attorno alla mezzanotte locale, fa parte della 'fase 2' dell'operazione 'Ivy Ciclone' (Ciclone edera). Questa e' stata lanciata il 16 novembre per dimostrare che le truppe americane sono in grado di usare ogni genere di arma per schiacciare, come disse allora un ufficiale Usa, ''i gruppi paramilitari, i lealisti del deposto regime, i terroristi stranieri e altri elementi sovversivi''. Nell'ambito di questa operazione, domenica scorsa gli americani sono tornati ad usare un missile a guida satellitare, una micidiale arma da guerra con una testata da 227 kg di esplosivo ''contro un centro addestramento del deposto regime'', situato a 25 chilometri ad ovest di Kirkuk, nel nord dell'Iraq. La prima fase dell'operazione era stata lanciata all'inizio di novembre, in seguito all'abbattimento di un elicottero Black Hawk nei pressi di Tikrit, in cui erano morti sei soldati americani.
''E' per dimostrare una volta di piu' che abbiamo una rilevante potenza di fuoco e la possiamo usare a nostra discrezione'', ha detto il comandante dell'operazione

'''Usa'''

Una coalizione di gruppi statunitensi per la difesa dei diritti civili ha avviato una massiccia campagna per chiedere le dimissione del segretario alla giustizia, John Ashcroft, definito un "pericolo per la democrazia". La coalizione, cui hanno aderito sei gruppi, ha presentato sei "capi di imputazione" contro Ashcroft, affermando che utilizza la lotta contro il terrorismo per violare i diritti civili dei cittadini degli Stati Uniti. Il Centro per i Diritti Costituzionali (CCR) ha spiegato in una conferenza stampa che la campagna ha lo scopo di richiamare l'attenzione sulle misure adottate dal ministro. Il modo migliore per punire le "trasgressioni" di Ashcroft - sostiene il Ccr - e' che i cittadini si iscrivano nelle liste elettorali entro gennaio e che a novembre votino per un governo che garantisca il rispetto dei diritti costituzionali. La campagna "Il popolo contro John Ashcroft" intende raccogliere migliaia di firme da presentare ai leader del Congresso proprio mentre i parlamentari discutono un progetto di legge per "correggere" gli eccessi del "Patriot Act", la legge anti-terroristica approvata dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Il CCR e' il gruppo che recentemente e' riuscito ad ottenere che la Corte Suprema esamini la legalita' della detenzione di 660 persone nella base Usa di Guantanamo, Cuba.

'''Turchia'''

Gli agenti delle forze di sicurezza turche hanno posto fine all'occupazione del tribunale di Istanbul in cui meno di un'ora prima avevano fatto irruzione circa venti simpatizzanti del Pkk. Questi avevano sequestrato alcuni magistrati ed esposto uno striscione in sostegno del leader del Partito dei lavoratori curdo, Abdullah Ocalan.


'''Italia'''

'''Nucleare'''


Alcune centinaia di persone (500 secondo gli organizzatori, 200 secondo la Polizia stradale) hanno occupato pochi minuti fa l' autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi dello svincolo per Lagonegro sud, in provincia di Potenza, per protestare contro il decreto del Governo sul sito nucleare di Scanzano Jonico (Matera). La protesta e' guidata dal capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Basilicata, Antonio Di Sanza - che si e' autosospeso dall' incarico per protesta contro il decreto del Governo - e da numerosi sindaci del Lagonegrese e del Metapontino. Il traffico sull' autostrada e' bloccato in entrambe le direzioni e vi sono gia' code di autoveicoli e disagi

Se il Governo non ritirera' il decreto che individua Scanzano Jonico (Matera) come sede del deposito nazionale di scorie nucleari, il prossimo 13 dicembre in Basilicata si svolgera' uno sciopero generale regionale. Lo hanno annunciato Cgil, Cisl e Uil della Basilicata, che hanno convocato per domenica prossima, 23 novembre, una manifestazione che partira' dal piazzale del centro Enea di Rotondella (Matera), dove sono gia' custoditi materiali radioattivi. I sindacati hanno proposto ''a tutte le forze economiche e sociali'' e alle istituzioni ''un programma comune di azioni e iniziative di lotta'' e hanno invitato i lucani ''alla mobilitazione generale'' e quelli residenti altrove ''a far sentire la loro voce''. Nelle giornate di mobilitazione (fra le quali la manifestazione nazionale del 6 dicembre contro la legge finanziaria), Cgil, Cisl e Uil della Basilicata hanno chiesto a tutti gli operatori economici di ''sospendere le attivita' produttive''.

'''Iman'''

L' imam di Carmagnola, Abdl Qadir Fadlallah Mamour, espulso ieri con un provvedimento del ministro dell'Interno Pisanu, sara' imbarcato oggi pomeriggio su un volo di linea in partenza dall' aeroporto di Malpensa con destinazione Dakar, la capitale del Senegal, il suo paese d' origine. Ad accompagnarlo sara', con ogni probabilita', la moglie italiana convertita all' Islam, Barbara Farina, e i suoi quattro figli. E' stata la stessa donna, lasciando stamani la Questura di Torino, a confermare l' intenzione di volere seguire il marito


''Ha fatto delle dichiarazioni esagerate, folli e estremistiche che la comunita' non condivide e ha condannato, ma nessuna legge civile puo' condannare le parole''. Cosi' l'imam di Porta Palazzo Bouriqi Bouchta, commenta il provvedimento di espulsione per l'imam di Carmagnola Abdoul Fall Mamour, giudicandola una decisione ''non giusta, un'espulsione politica e non giuridica''. Secondo Bouchta non si puo' ''staccare un capofamiglia dai suoi bambini perche' ha fatto delle dichiarazioni esagerate. Siamo rimasti scioccati da questa espulsione che potrebbe toccare qualunque immigrato solo per le sue parole''. Come comunita' Bouchta annuncia il sostegno alla famiglia anche tramite un avvocato che si impegnera' in un ricorso contro il provvedimento. In merito alle parole dell'imam di Carmagnola, che subito dopo la notifica dell'espulsione si e' dichiarato un kamikaze, l'imam Bouchta ha osservato che ''dopo aver saputo del provvedimento e' andato in confusione e ha fatto delle dichiarazioni forti che non sono da sottovalutare ma di cui non bisogna fare neanche una valutazione esagerata''.
Line 22: Line 197:
IL governo di Caracas stanzierà una cifra pari a 5,6 milioni di dollari da devolvere ai familiari delle 45 persone uccise per mano di polizia ed esercito nei violenti disordini del 1989 conosciuti come il ‘Caracazo’. Lo ha confermato il ministro degli esteri Roy Chaderton, spiegando che “lo Stato assolverà al suo obbligo di indennizzare le famiglie e le organizzazioni dei diritti umani che si adoperarono per avere giustizia”. “È una decisione positiva che mostra una certa sensibilità e rivela la consapevolezza delle gravissime conseguenze che ci sarebbero state se la decisione della Corte interamericana dei diritti umani non fosse stata accolta” ha commentato l’avvocato Liliana Ortega, presidente dell’associazione dei congiunti delle vittime. La signora Ortega ha fatto riferimento alla sentenza dell’agosto 2002 con cui la Corte aveva ordinato al Venezuela di risarcire i parenti dei morti, oltre ad assisterli a livello legale e amministrativo, raccomandazioni rimaste finora sulla carta. Con il nome di ‘Caracazo’ si ricorda la sollevazione popolare scoppiata a seguito della decisione del presidente Carlos Andrés Pérez (1989-’93) di aumentare il prezzo della benzina, alla quale il 27 febbraio dell’89 i servizi dei trasporti della periferia della capitale replicarono con un’improvvisa impennata del costo del biglietto. La conseguenza immediata fu che migliaia di lavoratori dei cosiddetti quartieri-dormitorio si trovarono privi di un mezzo per recarsi al lavoro. Il provvedimento del governo Pérez divenne di fatto la goccia che colmò il vaso del malessere sociale dopo circa un decennio di continuo deterioramento delle condizioni di vita soprattutto dei meno abbienti. Diversi analisti sostengono che il ‘Caracazo’ rappresentò in America Latina la prima violenta reazione ai programmi di ‘aggiustamento strutturale’ del Fondo monetario internazionale (Fmi). IL governo di Caracas stanzierà una cifra pari a 5,6 milioni di dollari da devolvere ai familiari delle 45 persone uccise per mano di polizia ed esercito nei violenti disordini del 1989 conosciuti come il ‘Caracazo’. Lo ha confermato il ministro degli esteri Roy Chaderton, spiegando che “lo Stato assolverà al suo obbligo di indennizzare le famiglie e le organizzazioni dei diritti umani che si adoperarono per avere giustizia”. “È una decisione positiva che mostra una certa sensibilità e rivela la consapevolezza delle gravissime conseguenze che ci sarebbero state se la decisione della Corte interamericana dei diritti umani non fosse stata accolta” ha commentato l’avvocato Liliana Ortega, presidente dell’associazione dei congiunti delle vittime. La signora Ortega ha fatto riferimento alla sentenza dell’agosto 2002 con cui la Corte aveva ordinato al Venezuela di risarcire i parenti dei morti, oltre ad assisterli a livello legale e amministrativo, raccomandazioni rimaste finora sulla carta. Con il nome di ‘Caracazo’ si ricorda la sollevazione popolare scoppiata a seguito della decisione del presidente Carlos Andrés Pérez (1989-’93) di aumentare il prezzo della benzina, alla quale il 27 febbraio dell’89 i servizi dei trasporti della periferia della capitale replicarono con un’improvvisa impennata del costo del biglietto. La conseguenza immediata fu che migliaia di lavoratori dei cosiddetti quartieri-dormitorio si trovarono privi di un mezzo per recarsi al lavoro. Il provvedimento del governo Pérez divenne di fatto la goccia che colmò il vaso del malessere sociale dopo circa un decennio di continuo deterioramento delle condizioni di vita soprattutto dei meno abbienti. Diversi analisti sostengono che il ‘Caracazo’ rappresentò in America Latina la prima violenta reazione ai programmi di ‘aggiustamento strutturale’ del Fondo monetario internazionale (Fmi).
Line 26: Line 201:
Trent’anni dopo la cosiddetta ‘guerra sporca’, partirà ufficialmente per la prima volta in Messico la ricerca sistematica dei ‘desaparecidos’ nelle basi militari dove sono stati segnalati cimiteri clandestini. Lo ha annunciato Ignacio Carrillo, il procuratore speciale che investiga gli abusi perpetrati tra gli anni ‘60-‘70 contro presunti gruppi antigovernativi, precisando che le operazioni prenderanno il via ad Atoyac e Culiacá, due località degli Stati di Guerrero e Sinaloa. Carrilo non ha escluso che verranno effettuate ispezioni anche nella capitale Città del Messico. La ‘guerra sporca’ messicana fece, secondo dati ufficiali, 275 vittime ma per le organizzazione non governative il bilancio è decisamente più alto: tra i 1.500 e i 3.000 morti. Principali protagonisti furono gli uomini della Direzione federale di sicurezza (Dfs) e della ‘Brigada Blanca’, costituita da militari che combattevano la guerriglia di Lucio Cabañas nello Stato di Guerrero, oltre a gruppi paramilitari. In particolare, la ‘Brigada’ - 240 agenti addestrati, tra l’altro, a uccidere a mani nude – aveva il suo quartier generale nel ‘campo militare numero 1’ nella capitale, dove secondo la maggior parte delle testimonianze dei sopravvissuti venivano raccolti i detenuti prima di ‘scomparire’. Trent’anni dopo la cosiddetta ‘guerra sporca’, partirà ufficialmente per la prima volta in Messico la ricerca sistematica dei ‘desaparecidos’ nelle basi militari dove sono stati segnalati cimiteri clandestini. Lo ha annunciato Ignacio Carrillo, il procuratore speciale che investiga gli abusi perpetrati tra gli anni ‘60-‘70 contro presunti gruppi antigovernativi, precisando che le operazioni prenderanno il via ad Atoyac e Culiacá, due località degli Stati di Guerrero e Sinaloa. Carrilo non ha escluso che verranno effettuate ispezioni anche nella capitale Città del Messico. La ‘guerra sporca’ messicana fece, secondo dati ufficiali, 275 vittime ma per le organizzazione non governative il bilancio è decisamente più alto: tra i 1.500 e i 3.000 morti. Principali protagonisti furono gli uomini della Direzione federale di sicurezza (Dfs) e della ‘Brigada Blanca’, costituita da militari che combattevano la guerriglia di Lucio Cabañas nello Stato di Guerrero, oltre a gruppi paramilitari. In particolare, la ‘Brigada’ - 240 agenti addestrati, tra l’altro, a uccidere a mani nude – aveva il suo quartier generale nel ‘campo militare numero 1’ nella capitale, dove secondo la maggior parte delle testimonianze dei sopravvissuti venivano raccolti i detenuti prima di ‘scomparire’.
Line 31: Line 206:
La seconda tornata di colloqui a sei mirati a porre fine alla crisi scoppiata dopo la scoperta di un programma nucleare in possesso della Corea del Nord dovrebbe tenersi il 17 e il 18 dicembre a Pechino (Cina). Lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale della Corea del Sud, Ra Jong Yil, spiegando che la data non è ancora stata ufficializzata, ma tutti sembrano orientati a confermarla. Ra ha aggiunto che i colloqui si svolgeranno nella capitale cinese e vi prenderanno parte le due Coree, il Giappone, gli Usa, la Cina e la Russia. Le trattative per riprendere i colloqui a sei, il cui primo round si è svolto a fine agosto sempre a Pechino, sono riprese a ritmo accelerato dopo che il mese scorso Pyongyang si era detta d’accordo "in linea di principio" a tornare al tavolo dei negoziati. In quell’occasione il Paese comunista aveva anche specificato che avrebbe preso in considerazione un documento scritto contenente garanzie di sicurezza da parte degli Usa e dei Paesi vicini alla Corea del Nord. La crisi era scoppiata nell’ottobre 2002, quando gli Stati Uniti avevano riferito le ammissioni dei nordcoreani a proposito di un programma nucleare segreto nelle loro mani, in aperta violazione degli accordi internazionali. La seconda tornata di colloqui a sei mirati a porre fine alla crisi scoppiata dopo la scoperta di un programma nucleare in possesso della Corea del Nord dovrebbe tenersi il 17 e il 18 dicembre a Pechino (Cina). Lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale della Corea del Sud, Ra Jong Yil, spiegando che la data non è ancora stata ufficializzata, ma tutti sembrano orientati a confermarla. Ra ha aggiunto che i colloqui si svolgeranno nella capitale cinese e vi prenderanno parte le due Coree, il Giappone, gli Usa, la Cina e la Russia. Le trattative per riprendere i colloqui a sei, il cui primo round si è svolto a fine agosto sempre a Pechino, sono riprese a ritmo accelerato dopo che il mese scorso Pyongyang si era detta d’accordo "in linea di principio" a tornare al tavolo dei negoziati. In quell’occasione il Paese comunista aveva anche specificato che avrebbe preso in considerazione un documento scritto contenente garanzie di sicurezza da parte degli Usa e dei Paesi vicini alla Corea del Nord. La crisi era scoppiata nell’ottobre 2002, quando gli Stati Uniti avevano riferito le ammissioni dei nordcoreani a proposito di un programma nucleare segreto nelle loro mani, in aperta violazione degli accordi internazionali.

=== GR ORE 19.30===

Esteri

Palestina

Proseguono nella tarda mattinata le incursioni israeliane a Betlemme (Cisgiordania) e a Rafah (Gaza). Lo ha confermato la radio militare. La incursione nella citta' autonoma di Betlemme e' iniziata subito dopo l'uccisione di due israeliani (si tratta di soldati, secondo fonti giornalistiche) per colpi di arma da fuoco. Il presunto responsabile si sarebbe rifugiato nel vicino villaggio di al-Khader, che e' stato poi posto sotto coprifuoco. A Rafah una ventina di mezzi blindati israeliani sono impegnati da alcune ore nella ricerca di tunnel utilizzati - secondo Israele - per la trafugazione di armi dall'Egitto verso la striscia di Gaza. Nel corso degli scontri a fuoco sono rimasti feriti almeno sette palestinesi (quattro dei quali versano in condizioni gravi) e un soldato israeliano.

Palestina

La Russia ha deciso di tornare alla carica con la sua risoluzione d'appoggio al piano di pace per il Medio Oriente, conosciuto come 'road map', nonostante l'opposizione di Israele. Il presidente di turno del Consiglio di sicurezza per il mese di novembre, l'angolano Ismael Gasper Martins, ha detto a giornalisti di prevedere un voto entro la fine della settimana. La risoluzione esprime sostegno al piano di pace stilato dal Quartetto di mediatori internazionali per il Medio Oriente (Usa, Ue, Russia e Onu) e chiedere alle parti in causa di rispettare i rispettivi obblighi e di realizzare la visione di due Stati. Il progetto di risoluzione, fatto circolare una prima volta alla fine di ottobre, ma messo da parte in attesa dell'insediamento del nuovo governo palestinese di Abu Ala, sara' co-presentato questa volta anche dalla Francia. Israele considera una risoluzione del genere inutile e preferirebbe che l'Onu restasse fuori dal processo di pace.

Palestina

Profonda preoccupazione (della Ue) per il tracciato' del muro che le autorita' israeliane stanno costruendo in Cisgiordania'.Lo ha ribadito il Consiglio dell'associazione Ue-Israele, secondo cui il tracciato del muro potrebbe pregiudicare i futuri negoziati'. L'Ue, inoltre, conferma che le azioni per 'rimuovere' il presidente eletto dell'Anp Arafat sarebbero controproducenti rispetto agli sforzi per una soluzione pacifica del conflitto.

Irak

Il Consiglio di governo transitorio iracheno chiedera' il voto di una risoluzione del consiglio di sicurezza dell'Onu sull'accordo concluso sabato con gli americani sul trasferimento dei poteri, ha detto oggi uno dei suoi membri. Noi stiamo per inviare una lettera al presidente del Consiglio di sicurezza dell'Onu e al segretario generale (Kofi Annan) per chiedere loro che si voti su una nuova risoluzione in Consiglio sostenendo l'accordo e approvando il calendario del trasferimento dei poteri, ha dichiarato all'Afp Mahmud Ali Osman. Osman e' uno dei 12 membri del comitato formato la settimana scorsa dal Consiglio di governo iracheno per preparare entro il 15 dicembre un calendario per l'elaborazione di una Costituzione e lo svolgimento di elezioni legislative, come richiesto dalla risoluzione 151 dell'Onu votata in ottobre. Il comitato si e' riunito per la prima volta lunedi' , ha detto Osman. Dal momento che il calendario (deciso dall'accordo) e' ormai chiaro, noi ci riuniremo ancora un paio di volte, ed entro una settimana invieremo la nostra lettera all'Onu, ha precisato. L'accordo raggiunto sabato a Baghdad tra il Consiglio di governo iracheno e la coalizione angloamericana in Iraq prevede il trasferimento del potere agli iracheni entro la meta' del 2004 e l'elezione di un'assemblea costituente entro la fine del 2005, senza specificare un ruolo particolare per le Nazioni Unite. Annan ha detto ieri che l'Onu studiera' con estrema attenzione questo accordo, prima di decidere se l'Onu possa ricoprire un ruolo al suo interno.

Gli americani invece non sembrano pronti na lasciare il territorio Iraqueno; il segretario di Stato americano Powell a questo riguardo ha precisato dopo l'incontro con i 25 a Bruxelles: Il ruolo della coalizione in Iraq cambiera' quando sara' completato l'iter di creazione di un governo legittimo nel Paese. 'Noi abbiamo detto con chiarezza che quando avranno creato un governo interinale per poi andare verso il governo definitivo e la Costituzione, il lavoro dell'autorita' provvisoria della coalizione in Iraq sara' finito e cambiera.

irak due

Se in Iraq la situazione della sicurezza peggiorera' ulteriormente, le Filippine ritireranno il proprio contingente dal Paese arabo. Lo ha dichiarato la presidente Gloria Macapagal Arroyo, precisando che l'eventuale ritiro in tal caso sarebbe "rapido", onde garantire l'incolumita' delle proprie truppe. Subito dopo l'attacco a danno del contingente italiano a Nassiriya, mercoledi' scorso, le autorita' di Manila avevano confermato l'impegno militare in Iraq. irak tre Le forze americane hanno messo in opera nella notte uno sbarramento di fuoco a partire dalle loro postazioni a Tikrit, l'ex feudo di Saddam Hussein e ora roccaforte della resistenza irachena, in una dimostrazione di forza meno massiccia ma in linea con l'offensiva, sempre durante la notte scorsa, lanciata attorno alla non lontana citta' di Baquba (Iraq centrale, nord di Baghdad). Protagonista, anche a Tikrit, la 4/a Divisione fanteria. Uno dei portavoce militare ha detto che lo sbarramento di fuoco, messo in atto attorno alla mezzanotte locale, fa parte della 'fase 2' dell'operazione 'Ivy Ciclone' (Ciclone edera). Questa e' stata lanciata il 16 novembre per dimostrare che le truppe americane sono in grado di usare ogni genere di arma per schiacciare, come disse allora un ufficiale Usa, i gruppi paramilitari, i lealisti del deposto regime, i terroristi stranieri e altri elementi sovversivi. Nell'ambito di questa operazione, domenica scorsa gli americani sono tornati ad usare un missile a guida satellitare, una micidiale arma da guerra con una testata da 227 kg di esplosivo contro un centro addestramento del deposto regime, situato a 25 chilometri ad ovest di Kirkuk, nel nord dell'Iraq. La prima fase dell'operazione era stata lanciata all'inizio di novembre, in seguito all'abbattimento di un elicottero Black Hawk nei pressi di Tikrit, in cui erano morti sei soldati americani. E' per dimostrare una volta di piu' che abbiamo una rilevante potenza di fuoco e la possiamo usare a nostra discrezione, ha detto il comandante dell'operazione.

Baghdad e' da 48 ore senza elettricita' a causa di atti di sabotaggio e problemi tecnici a 2 linee di alta tensione provenienti dal nord. Lo ha reso noto oggi un responsabile del ministero dell'energia. Baghdad che per la fornitura di energia conta soprattutto sulla regione nord e' alimentata da queste due linee 'che coprono il 60% dell'attuale consumo', vale a dire da 600 a 700 megawatt. Secondo la stessa fonte l'alimentazione dovrebbe poter essere ripristinata questa sera.

Inoltre una serie di violente esplosioni sono state udite questa sera a Baghdad, ma al momento non è stato possibile definirne l'origine. "Stiamo verificando", ha detto un portavoce militare.

Usa

Una coalizione di gruppi statunitensi per la difesa dei diritti civili ha avviato una massiccia campagna per chiedere le dimissione del segretario alla giustizia, John Ashcroft, definito un "pericolo per la democrazia". La coalizione, cui hanno aderito sei gruppi, ha presentato sei "capi di imputazione" contro Ashcroft, affermando che utilizza la lotta contro il terrorismo per violare i diritti civili dei cittadini degli Stati Uniti. Il Centro per i Diritti Costituzionali (CCR) ha spiegato in una conferenza stampa che la campagna ha lo scopo di richiamare l'attenzione sulle misure adottate dal ministro. Il modo migliore per punire le "trasgressioni" di Ashcroft - sostiene il Ccr - e' che i cittadini si iscrivano nelle liste elettorali entro gennaio e che a novembre votino per un governo che garantisca il rispetto dei diritti costituzionali. La campagna "Il popolo contro John Ashcroft" intende raccogliere migliaia di firme da presentare ai leader del Congresso proprio mentre i parlamentari discutono un progetto di legge per "correggere" gli eccessi del "Patriot Act", la legge anti-terroristica approvata dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Il CCR e' il gruppo che recentemente e' riuscito ad ottenere che la Corte Suprema esamini la legalita' della detenzione di 660 persone nella base Usa di Guantanamo, Cuba.

Turchia

Gli agenti delle forze di sicurezza turche hanno posto fine all'occupazione del tribunale di Istanbul in cui meno di un'ora prima avevano fatto irruzione circa venti simpatizzanti del Pkk. Questi avevano sequestrato alcuni magistrati ed esposto uno striscione in sostegno del leader del Partito dei lavoratori curdo, Abdullah Ocalan e in cui si chiedeva "una soluzione democratica al problema curdo".

Uganda

nuovo massacro di civili in Uganda. Piu' di 60 le vittime dei massacri compiuti la notte scorsa dall'Esercito di Resistenza del Signore (Lra) nel nord dell'Uganda.

Gli attacchi hano colpito alcuni villaggi nella zona di Lira, capoluogo dell'omonimo distretto del nord Uganda. Lo riferiscono fonti della MISNA precisando che si tratta dei cadaveri che le autorità locali e religiose sono riuscite a contare fino a questo momento. Alto anche il bilancio dei feriti e probabilmente delle persone rapite. Fonti della MISNA riferiscono che questa terribile ondata di violenza è iniziata ieri sera verso le 22:00 , quando i ribelli hanno fatto irruzione nel villaggio di Ngeta (8 chilometri da Lira) dove gli 'olum' (come li chiama la gente in lingua locale) hanno effettuato, armi alla mano, una rastrellamento passando di casa in casa. Una volta lasciata Ngeta, gli 'olum' hanno preso di mira i villaggi circostanti. Secondo una prima ricostruzione, i ribelli avrebbero effettuato le loro incursioni senza sparare un colpo. Una scelta, quella di attaccare i villaggi con asce e machete, che ha consentito ai ribelli di agire indisturbati nonostante la zona fosse pattugliata da alcune unità mobili dell'esercito ugandese. Dal 1986 i ribelli dello Lra, guidati dal loro leader Joseph Kony, sconvolgono i distretti settentrionali ugandesi: in 17 anni di terrore hanno ucciso e torturato decine di migliaia di persone (almeno 100mila morti), rapito più di 20mila bambini (ridotti in schiavitù o arruolati a forza nelle file della guerriglia) e provocato oltre 1 milione di sfollati.

LONDRA

Misure di sicurezza straordinarie a Londra per la visita di stato del Presidente americano Bush: mobilitati a Londra ben 14 mila agenti di polizia, per l'elevata minaccia di atti terroristici e per le numerose manifestazioni di protesta organizzate in coincidenza del suo arrivo. Una visita che non tutti i britannici vedono di buon occhio nonostante i favori dell’amico-alleato Tony Blair. Il sindaco di Londra Ken Livingstone ha preso posizione in maniera provocatoria: ha detto che Bush rappresenta «la più grande minaccia per la vita su questo pianeta che probabilmente abbiamo mai visto». In un'intervista concessa a «The Ecologist Magazine», Livingstone aggiunge che la politica di Bush «ci porterà dritti alla distruzione totale». «Non riconosco formalmente George Bush (come presidente) in quanto non è stato ufficialmente eletto», prosegue il sindaco - laburista di sinistra dissidente, - riferendosi alla sua vittoria controversa in Florida contro Al Gore.

Arabia Saudita

Una donna è stata condannata a 500 frustate dal tribunale religioso di Jizan, sulla costa del Mar Rosso, in Arabia Saudita. E' ritenuta "colpevole" di "condotta immorale per aver trascorso un certo periodo di tempo con un giovane uomo e di averlo sposato alcune ore dopo aver divorziato dal suo precedente marito".

Italia

Nucleare

Alcune centinaia di persone (500 secondo gli organizzatori, 200 secondo la Polizia stradale) hanno occupato stamattina l' autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi dello svincolo per Lagonegro sud, in provincia di Potenza, per protestare contro il decreto del Governo sul sito nucleare di Scanzano Jonico (Matera). Il traffico sull' autostrada e' bloccato in entrambe le direzioni e vi sono gia' code di autoveicoli e disagi.

Nel pomeriggio altre proteste e momenti di tensione nel metapontino, dove i manifestanti hanno bloccato la statale 407 Basentana al bivio di Pisticci. Prosegue il blocco sull'autostrada Salerno-R.Calabria a Lauria, dove ci sono stati momenti di tensione con gli automobilisti incolonnati. Di pochi minuti fa è la notizia che si è conclusa la marcia che ha visto partecipare 10000persone, ora sono ancora in atto 3 presidi di cui uno sulla ferrovia Taranto/reggio calabria dove 3000 persone stanno bloccando i binari. Si è estesa alla Calabria la protesta: Circa 400 persone hanno bloccato la statale 106 Jonica a Montegiordano, nell'alta Calabria, in provincia di Cosenza. Tutte le strade che in quel tratto si immettono sulla 106 sono bloccate da Montegiordano verso nord.

Se il Governo non ritirera' il decreto che individua Scanzano Jonico (Matera) come sede del deposito nazionale di scorie nucleari, il prossimo 13 dicembre in Basilicata si svolgera' uno sciopero generale regionale. Lo hanno annunciato Cgil, Cisl e Uil della Basilicata, che hanno convocato per domenica prossima, 23 novembre, una manifestazione che partira' dal piazzale del centro Enea di Rotondella (Matera), dove sono gia' custoditi materiali radioattivi. I sindacati hanno proposto a tutte le forze economiche e sociali e alle istituzioni un programma comune di azioni e iniziative di lotta e hanno invitato i lucani alla mobilitazione generale e quelli residenti altrove a far sentire la loro voce. Nelle giornate di mobilitazione (fra le quali la manifestazione nazionale del 6 dicembre contro la legge finanziaria), Cgil, Cisl e Uil della Basilicata hanno chiesto a tutti gli operatori economici di sospendere le attivita' produttive.

AUDIO

(processoGenova)

A proposito dei compagni arrestati a genova e ancora detenuti si è tenuto stamattina il tribunale del riesame per alcuni compagni; è stato liberato un compagno di Pavia, che era ancora agli arresti domicialiari,ma rimane comunque per lui l'obbligo di firma 2 volte alla settiamana e l'obbligo di residenza nella sua città. Un ulteriore seduta si terrà domani e continueremo ovviamente a darvene ulteriori aggiornamenti.

Iman

L' imam di Carmagnola, Abdl Qadir Fadlallah Mamour, espulso ieri con un provvedimento del ministro dell'Interno Pisanu, sara' imbarcato oggi pomeriggio su un volo di linea in partenza dall' aeroporto di Malpensa con destinazione Dakar, la capitale del Senegal, il suo paese d' origine. Ad accompagnarlo sara', con ogni probabilita', la moglie italiana convertita all' Islam, Barbara Farina, e i suoi quattro figli. E' stata la stessa donna, lasciando stamani la Questura di Torino, a confermare l' intenzione di volere seguire il marito Ha fatto delle dichiarazioni esagerate, folli e estremistiche che la comunita' non condivide e ha condannato, ma nessuna legge civile puo' condannare le parole. Cosi' l'imam di Porta Palazzo Bouriqi Bouchta, commenta il provvedimento di espulsione per l'imam di Carmagnola Abdoul Fall Mamour, giudicandola una decisione non giusta, un'espulsione politica e non giuridica. Secondo Bouchta non si puo' staccare un capofamiglia dai suoi bambini perche' ha fatto delle dichiarazioni esagerate. Siamo rimasti scioccati da questa espulsione che potrebbe toccare qualunque immigrato solo per le sue parole. Come comunita' Bouchta annuncia il sostegno alla famiglia anche tramite un avvocato che si impegnera' in un ricorso contro il provvedimento. In merito alle parole dell'imam di Carmagnola, che subito dopo la notifica dell'espulsione si e' dichiarato un kamikaze, l'imam Bouchta ha osservato che dopo aver saputo del provvedimento e' andato in confusione e ha fatto delle dichiarazioni forti che non sono da sottovalutare ma di cui non bisogna fare neanche una valutazione esagerata.

Lasceranno l'Italia 'al massimo entro la giornata di domani' anche sette maghrebini espulsi con decreto del ministro dell'Interno. Si tratta, spiega il Viminale, di persone 'segnalate per proselitismo e favoreggiamento nei confronti di organizzazioni terroristiche di matrice islamica'. Alcuni di loro hanno anche partecipato ad attivita' di addestramento in campi paramilitari di 'Mujaheddin' e due sono stati in rapporti con miliziani catturati in Afghanistan dall'esercito Usa.

I provvedimenti sarebbero legati allo sviluppo di un' indagine sul terrorismo e all'ipotesi che a Torino esista una cellula di fiancheggiatori di Bin Laden.

Oggi sono state eseguite altre 25 perquisizioni. In questura sono state portate venti persone, parte delle quali sono state rilasciate.

ARCERI: SEDICENNE RUMENO SI SUICIDA A CASAL DEL MARMO

(ANSA) - ROMA, 18 NOV - Un sedicenne rumeno si è suicidato questa notte impiccandosi nel carcere minorile di Casal del Marno a Roma. La notizia è stata data da Luigi Manconi, garante dei diritti dei detenuti del comune di Roma che oggi si è recato in visita all'istituto insieme all'assessore alle periferie e al lavoro del comune e a Patrizio Gonnella, portavoce dell'associazione Antigone. Il ragazzo, a quanto risulta era stato appena trasferito a Casal del Marmo dal centro di prima accoglienza dell'Aquila.

  • Nell'istituto romano risultano detenuti 65 minori.

Roma: fermate le donne in nero

Questo pomeriggio un gruppo di donne in nero, sfidando il divieto a manifestare per la giornata di lutto nazionale, si sono recate ugualmente sotto palazzo chigi per protestare contro la visita di Sharon a Roma e per chiedere il ritiro immediato delle truppe dall'iraq. Le donne sono state fermate e è stato loro sequestrato materiale vario tra cui le famose manine delle donne in nero e una spillatrice!!!!! Sono attualmente fermate a Via Genova alla questura di roma. AUDIO

LICEI

Cinque studenti dell'istituto superiore Teodosio Rossi di Priverno, in provincia di Latina, che avevano appeso alle finestre di una classe una bandiera con Che Guevara e striscioni con su scritto "w la resistenza del popolo iracheno", "no alla guerra del petrolio" e "Iraq agli iracheni" sono stati portati in caserma dai carabinieri per essere identificati.

La vicenda è iniziata dopo che altri studenti si sono rifiutati di frequentare le lezioni e hanno chiesto l'intervento del preside. Il direttore ha parlato a lungo con i cinque ragazzi che prima hanno tolto gli striscioni e poi li hanno nuovamente esposti dichiarando che l'aula era occupata.

Righi

A proposito del minuto di silenzio ascoltiamo una compagna del Righi AUDIO

GR ORE 13.00

Esteri

Palestina

Proseguono nella tarda mattinata le incursioni israeliane a Betlemme (Cisgiordania) e a Rafah (Gaza). Lo ha confermato la radio militare. La incursione nella citta' autonoma di Betlemme e' iniziata subito dopo l'uccisione di due israeliani (si tratta di soldati, secondo fonti giornalistiche) per colpi di arma da fuoco. Il presunto responsabile si sarebbe rifugiato nel vicino villaggio di al-Khader, che e' stato poi posto sotto coprifuoco. A Rafah una ventina di mezzi blindati israeliani sono impegnati da alcune ore nella ricerca di tunnel utilizzati - secondo Israele - per la trafugazione di armi dall'Egitto verso la striscia di Gaza. Nel corso degli scontri a fuoco sono rimasti feriti almeno sette palestinesi (quattro dei quali versano in condizioni gravi) e un soldato israeliano.

Palestina

La Russia ha deciso di tornare alla carica con la sua risoluzione d'appoggio al piano di pace per il Medio Oriente, conosciuto come 'road map', nonostante l'opposizione di Israele. Il presidente di turno del Consiglio di sicurezza per il mese di novembre, l'angolano Ismael Gasper Martins, ha detto a giornalisti di prevedere un voto entro la fine della settimana. La risoluzione esprime sostegno al piano di pace stilato dal Quartetto di mediatori internazionali per il Medio Oriente (Usa, Ue, Russia e Onu) e chiedere alle parti in causa di rispettare i rispettivi obblighi e di realizzare la visione di due Stati. Il progetto di risoluzione, fatto circolare una prima volta alla fine di ottobre, ma messo da parte in attesa dell'insediamento del nuovo governo palestinese di Abu Ala, sara' co-presentato questa volta anche dalla Francia. Israele considera una risoluzione del genere inutile e preferirebbe che l'Onu restasse fuori dal processo di pace.

Irak

Il Consiglio di governo transitorio iracheno chiedera' il voto di una risoluzione del consiglio di sicurezza dell'Onu sull'accordo concluso sabato con gli americani sul trasferimento dei poteri, ha detto oggi uno dei suoi membri. Noi stiamo per inviare una lettera al presidente del Consiglio di sicurezza dell'Onu e al segretario generale (Kofi Annan) per chiedere loro che si voti su una nuova risoluzione in Consiglio sostenendo l'accordo e approvando il calendario del trasferimento dei poteri, ha dichiarato all'Afp Mahmud Ali Osman. Osman e' uno dei 12 membri del comitato formato la settimana scorsa dal Consiglio di governo iracheno per preparare entro il 15 dicembre un calendario per l'elaborazione di una Costituzione e lo svolgimento di elezioni legislative, come richiesto dalla risoluzione 151 dell'Onu votata in ottobre. Il comitato si e' riunito per la prima volta lunedi' , ha detto Osman. Dal momento che il calendario (deciso dall'accordo) e' ormai chiaro, noi ci riuniremo ancora un paio di volte, ed entro una settimana invieremo la nostra lettera all'Onu, ha precisato. L'accordo raggiunto sabato a Baghdad tra il Consiglio di governo iracheno e la coalizione angloamericana in Iraq prevede il trasferimento del potere agli iracheni entro la meta' del 2004 e l'elezione di un'assemblea costituente entro la fine del 2005, senza specificare un ruolo particolare per le Nazioni Unite. Annan ha detto ieri che l'Onu studiera' con estrema attenzione questo accordo, prima di decidere se l'Onu possa ricoprire un ruolo al suo interno.

irak due

Se in Iraq la situazione della sicurezza peggiorera' ulteriormente, le Filippine ritireranno il proprio contingente dal Paese arabo. Lo ha dichiarato la presidente Gloria Macapagal Arroyo, precisando che l'eventuale ritiro in tal caso sarebbe "rapido", onde garantire l'incolumita' delle proprie truppe. Subito dopo l'attacco a danno del contingente italiano a Nassiriya, mercoledi' scorso, le autorita' di Manila avevano confermato l'impegno militare in Iraq.

irak tre

Le forze americane hanno messo in opera nella notte uno sbarramento di fuoco a partire dalle loro postazioni a Tikrit, l'ex feudo di Saddam Hussein e ora roccaforte della resistenza irachena, in una dimostrazione di forza meno massiccia ma in linea con l'offensiva, sempre durante la notte scorsa, lanciata attorno alla non lontana citta' di Baquba (Iraq centrale, nord di Baghdad). Protagonista, anche a Tikrit, la 4/a Divisione fanteria. Uno dei portavoce militare ha detto che lo sbarramento di fuoco, messo in atto attorno alla mezzanotte locale, fa parte della 'fase 2' dell'operazione 'Ivy Ciclone' (Ciclone edera). Questa e' stata lanciata il 16 novembre per dimostrare che le truppe americane sono in grado di usare ogni genere di arma per schiacciare, come disse allora un ufficiale Usa, i gruppi paramilitari, i lealisti del deposto regime, i terroristi stranieri e altri elementi sovversivi. Nell'ambito di questa operazione, domenica scorsa gli americani sono tornati ad usare un missile a guida satellitare, una micidiale arma da guerra con una testata da 227 kg di esplosivo contro un centro addestramento del deposto regime, situato a 25 chilometri ad ovest di Kirkuk, nel nord dell'Iraq. La prima fase dell'operazione era stata lanciata all'inizio di novembre, in seguito all'abbattimento di un elicottero Black Hawk nei pressi di Tikrit, in cui erano morti sei soldati americani. E' per dimostrare una volta di piu' che abbiamo una rilevante potenza di fuoco e la possiamo usare a nostra discrezione, ha detto il comandante dell'operazione

Usa

Una coalizione di gruppi statunitensi per la difesa dei diritti civili ha avviato una massiccia campagna per chiedere le dimissione del segretario alla giustizia, John Ashcroft, definito un "pericolo per la democrazia". La coalizione, cui hanno aderito sei gruppi, ha presentato sei "capi di imputazione" contro Ashcroft, affermando che utilizza la lotta contro il terrorismo per violare i diritti civili dei cittadini degli Stati Uniti. Il Centro per i Diritti Costituzionali (CCR) ha spiegato in una conferenza stampa che la campagna ha lo scopo di richiamare l'attenzione sulle misure adottate dal ministro. Il modo migliore per punire le "trasgressioni" di Ashcroft - sostiene il Ccr - e' che i cittadini si iscrivano nelle liste elettorali entro gennaio e che a novembre votino per un governo che garantisca il rispetto dei diritti costituzionali. La campagna "Il popolo contro John Ashcroft" intende raccogliere migliaia di firme da presentare ai leader del Congresso proprio mentre i parlamentari discutono un progetto di legge per "correggere" gli eccessi del "Patriot Act", la legge anti-terroristica approvata dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Il CCR e' il gruppo che recentemente e' riuscito ad ottenere che la Corte Suprema esamini la legalita' della detenzione di 660 persone nella base Usa di Guantanamo, Cuba.

Turchia

Gli agenti delle forze di sicurezza turche hanno posto fine all'occupazione del tribunale di Istanbul in cui meno di un'ora prima avevano fatto irruzione circa venti simpatizzanti del Pkk. Questi avevano sequestrato alcuni magistrati ed esposto uno striscione in sostegno del leader del Partito dei lavoratori curdo, Abdullah Ocalan.

Italia

Nucleare

Alcune centinaia di persone (500 secondo gli organizzatori, 200 secondo la Polizia stradale) hanno occupato pochi minuti fa l' autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi dello svincolo per Lagonegro sud, in provincia di Potenza, per protestare contro il decreto del Governo sul sito nucleare di Scanzano Jonico (Matera). La protesta e' guidata dal capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Basilicata, Antonio Di Sanza - che si e' autosospeso dall' incarico per protesta contro il decreto del Governo - e da numerosi sindaci del Lagonegrese e del Metapontino. Il traffico sull' autostrada e' bloccato in entrambe le direzioni e vi sono gia' code di autoveicoli e disagi

Se il Governo non ritirera' il decreto che individua Scanzano Jonico (Matera) come sede del deposito nazionale di scorie nucleari, il prossimo 13 dicembre in Basilicata si svolgera' uno sciopero generale regionale. Lo hanno annunciato Cgil, Cisl e Uil della Basilicata, che hanno convocato per domenica prossima, 23 novembre, una manifestazione che partira' dal piazzale del centro Enea di Rotondella (Matera), dove sono gia' custoditi materiali radioattivi. I sindacati hanno proposto a tutte le forze economiche e sociali e alle istituzioni un programma comune di azioni e iniziative di lotta e hanno invitato i lucani alla mobilitazione generale e quelli residenti altrove a far sentire la loro voce. Nelle giornate di mobilitazione (fra le quali la manifestazione nazionale del 6 dicembre contro la legge finanziaria), Cgil, Cisl e Uil della Basilicata hanno chiesto a tutti gli operatori economici di sospendere le attivita' produttive.

Iman

L' imam di Carmagnola, Abdl Qadir Fadlallah Mamour, espulso ieri con un provvedimento del ministro dell'Interno Pisanu, sara' imbarcato oggi pomeriggio su un volo di linea in partenza dall' aeroporto di Malpensa con destinazione Dakar, la capitale del Senegal, il suo paese d' origine. Ad accompagnarlo sara', con ogni probabilita', la moglie italiana convertita all' Islam, Barbara Farina, e i suoi quattro figli. E' stata la stessa donna, lasciando stamani la Questura di Torino, a confermare l' intenzione di volere seguire il marito

Ha fatto delle dichiarazioni esagerate, folli e estremistiche che la comunita' non condivide e ha condannato, ma nessuna legge civile puo' condannare le parole. Cosi' l'imam di Porta Palazzo Bouriqi Bouchta, commenta il provvedimento di espulsione per l'imam di Carmagnola Abdoul Fall Mamour, giudicandola una decisione non giusta, un'espulsione politica e non giuridica. Secondo Bouchta non si puo' staccare un capofamiglia dai suoi bambini perche' ha fatto delle dichiarazioni esagerate. Siamo rimasti scioccati da questa espulsione che potrebbe toccare qualunque immigrato solo per le sue parole. Come comunita' Bouchta annuncia il sostegno alla famiglia anche tramite un avvocato che si impegnera' in un ricorso contro il provvedimento. In merito alle parole dell'imam di Carmagnola, che subito dopo la notifica dell'espulsione si e' dichiarato un kamikaze, l'imam Bouchta ha osservato che dopo aver saputo del provvedimento e' andato in confusione e ha fatto delle dichiarazioni forti che non sono da sottovalutare ma di cui non bisogna fare neanche una valutazione esagerata.

GR ORE 9.30

Londra

I pacifisti hanno ottenuto il permesso di manifestare giovedi' davanti a Whitehall e a Downing Street, sede del governo britannico, per protestare contro la visita di stato del presidente americano George W. Bush. Lo ha annunciato stasera Scotland Yard che finora aveva sempre opposto un secco 'no' a questa richiesta dei pacifisti. La marcia dovrebbe concludersi a Trafalgar Square con la caduta simbolica di una statua di cartone alta sei metri, a imitazione dell'abbattimento della statua di Saddam Hussein, il 9 aprile, a Baghdad. Il permesso di transitare davanti a Whitehall e Downing Street e' stato dato dopo che in giornata era stato deciso un consistente aumento degli effettivi dislocati a protezione della citta'. I pacifisti si sono dichiarati soddisfatti e hanno promesso che faranno di tutto perche' la manisfestazione si svolga in modo tranquillo. Prima dell'inizio della guerra anglo-americana contro l'Iraq, un milione di persone avevano sfilato nelle strade di Londra invocando la pace.

Irak

Le forze americane hanno messo in opera nella notte uno sbarramento di fuoco a partire dalle loro postazioni a Tikrit, l'ex feudo di Saddam Hussein e ora roccaforte della resistenza irachena, in una dimostrazione di forza meno massiccia ma in linea con l'offensiva, sempre durante la notte scorsa, lanciata attorno alla non lontana citta' di Baquba (Iraq centrale, nord di Baghdad). Protagonista, anche a Tikrit, la 4/a Divisione fanteria. Uno dei portavoce militare ha detto che lo sbarramento di fuoco, messo in atto attorno alla mezzanotte locale, fa parte della 'fase 2' dell'operazione 'Ivy Ciclone' (Ciclone edera). Questa e' stata lanciata il 16 novembre per dimostrare che le truppe americane sono in grado di usare ogni genere di arma per schiacciare, come disse allora un ufficiale Usa, i gruppi paramilitari, i lealisti del deposto regime, i terroristi stranieri e altri elementi sovversivi. Nell'ambito di questa operazione, domenica scorsa gli americani sono tornati ad usare un missile a guida satellitare, una micidiale arma da guerra con una testata da 227 kg di esplosivo contro un centro addestramento del deposto regime, situato a 25 chilometri ad ovest di Kirkuk, nel nord dell'Iraq. La prima fase dell'operazione era stata lanciata all'inizio di novembre, in seguito all'abbattimento di un elicottero Black Hawk nei pressi di Tikrit, in cui erano morti sei soldati americani.

Palestina

Due cittadini israeliani sono stati assaliti a colpi di arma da fuoco e feriti mortalmente all'alba di oggi in Cisgiordania a un vasto posto di blocco situato alla periferia di Betlemme, lungo un'importante arteria chiamata popolarmente 'delle Gallerie', che collega Gerusalemme agli insediamenti ebraici di Hebron e di Gush Etzion. L'attacco e' avvenuto all'altezza del villaggio cisgiordano di el-Khader, all'entrata dello svincolo che conduce alla periferia meridionale della Citta' Santa; non e' chiaro se sia sia trattato di uno scontro a fuoco in campo aperto, oppure dell'opera di un cecchino. I due israeliani feriti sono stati immediatamente ricoverati in un ospedale gerosolimitano, ove peraltro sono deceduti poco dopo.

  • I soldati ebraici hanno subito imposto il coprifuoco su al-Khader, verso cui gli aggressori sarebbero fuggiti, e hanno contestualmente intrapreso una gigantesca caccia all'uomo con rastrellamenti casa per casa. Stando a testimoni oculari, sarebbero gia' stati arrestati almeno tre palestinesi sospettati di coinvolgimento nell'attacco. Per il momento non risultano rivendicazioni di sorta.

Venezuela

IL governo di Caracas stanzierà una cifra pari a 5,6 milioni di dollari da devolvere ai familiari delle 45 persone uccise per mano di polizia ed esercito nei violenti disordini del 1989 conosciuti come il ‘Caracazo’. Lo ha confermato il ministro degli esteri Roy Chaderton, spiegando che “lo Stato assolverà al suo obbligo di indennizzare le famiglie e le organizzazioni dei diritti umani che si adoperarono per avere giustizia”. “È una decisione positiva che mostra una certa sensibilità e rivela la consapevolezza delle gravissime conseguenze che ci sarebbero state se la decisione della Corte interamericana dei diritti umani non fosse stata accolta” ha commentato l’avvocato Liliana Ortega, presidente dell’associazione dei congiunti delle vittime. La signora Ortega ha fatto riferimento alla sentenza dell’agosto 2002 con cui la Corte aveva ordinato al Venezuela di risarcire i parenti dei morti, oltre ad assisterli a livello legale e amministrativo, raccomandazioni rimaste finora sulla carta. Con il nome di ‘Caracazo’ si ricorda la sollevazione popolare scoppiata a seguito della decisione del presidente Carlos Andrés Pérez (1989-’93) di aumentare il prezzo della benzina, alla quale il 27 febbraio dell’89 i servizi dei trasporti della periferia della capitale replicarono con un’improvvisa impennata del costo del biglietto. La conseguenza immediata fu che migliaia di lavoratori dei cosiddetti quartieri-dormitorio si trovarono privi di un mezzo per recarsi al lavoro. Il provvedimento del governo Pérez divenne di fatto la goccia che colmò il vaso del malessere sociale dopo circa un decennio di continuo deterioramento delle condizioni di vita soprattutto dei meno abbienti. Diversi analisti sostengono che il ‘Caracazo’ rappresentò in America Latina la prima violenta reazione ai programmi di ‘aggiustamento strutturale’ del Fondo monetario internazionale (Fmi).

Messico

Trent’anni dopo la cosiddetta ‘guerra sporca’, partirà ufficialmente per la prima volta in Messico la ricerca sistematica dei ‘desaparecidos’ nelle basi militari dove sono stati segnalati cimiteri clandestini. Lo ha annunciato Ignacio Carrillo, il procuratore speciale che investiga gli abusi perpetrati tra gli anni ‘60-‘70 contro presunti gruppi antigovernativi, precisando che le operazioni prenderanno il via ad Atoyac e Culiacá, due località degli Stati di Guerrero e Sinaloa. Carrilo non ha escluso che verranno effettuate ispezioni anche nella capitale Città del Messico. La ‘guerra sporca’ messicana fece, secondo dati ufficiali, 275 vittime ma per le organizzazione non governative il bilancio è decisamente più alto: tra i 1.500 e i 3.000 morti. Principali protagonisti furono gli uomini della Direzione federale di sicurezza (Dfs) e della ‘Brigada Blanca’, costituita da militari che combattevano la guerriglia di Lucio Cabañas nello Stato di Guerrero, oltre a gruppi paramilitari. In particolare, la ‘Brigada’ - 240 agenti addestrati, tra l’altro, a uccidere a mani nude – aveva il suo quartier generale nel ‘campo militare numero 1’ nella capitale, dove secondo la maggior parte delle testimonianze dei sopravvissuti venivano raccolti i detenuti prima di ‘scomparire’.

Corea del nord

La seconda tornata di colloqui a sei mirati a porre fine alla crisi scoppiata dopo la scoperta di un programma nucleare in possesso della Corea del Nord dovrebbe tenersi il 17 e il 18 dicembre a Pechino (Cina). Lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale della Corea del Sud, Ra Jong Yil, spiegando che la data non è ancora stata ufficializzata, ma tutti sembrano orientati a confermarla. Ra ha aggiunto che i colloqui si svolgeranno nella capitale cinese e vi prenderanno parte le due Coree, il Giappone, gli Usa, la Cina e la Russia. Le trattative per riprendere i colloqui a sei, il cui primo round si è svolto a fine agosto sempre a Pechino, sono riprese a ritmo accelerato dopo che il mese scorso Pyongyang si era detta d’accordo "in linea di principio" a tornare al tavolo dei negoziati. In quell’occasione il Paese comunista aveva anche specificato che avrebbe preso in considerazione un documento scritto contenente garanzie di sicurezza da parte degli Usa e dei Paesi vicini alla Corea del Nord. La crisi era scoppiata nell’ottobre 2002, quando gli Stati Uniti avevano riferito le ammissioni dei nordcoreani a proposito di un programma nucleare segreto nelle loro mani, in aperta violazione degli accordi internazionali.

Italia

Nucleare

Circa 200 persone occupano tuttora la stazione di Metaponto di Bernalda (Matera) delle Ferrovie dello Stato bloccata dalle ore 13.45 di ieri, per protestare contro il decreto che prevede la realizzazione di un deposito di scorie nucleari a Scanzano Jonico (Matera). Nella stazione vi sono, insieme ai manifestanti, alcuni sindaci fra i quali quello di Matera, Michele Porcari, personale della protezione civile, alcuni vigili urbani e un sacerdote. Alcuni sindaci indossano la fascia tricolore. I manifestanti sono decisi a continuare l'occupazione anche durante la notte e il traffico ferroviario e' tuttora interrotto sulla linea jonica che collega la Puglia alla Calabria attraversando la Basilicata. I manifestanti parlano fra di loro, consumano panini e bevande ed attendono

Migranti

Nuovo maxisbarco sulle coste di Lampedusa. Questa mattina, poco prima delle 7.30, sono arrivati sull'isola 130 migranti provenienti dal Nordafrica. L'imbarcazione era stata avvistata nella notte e immediatamente e' stata raggiunta da due motovedette della Guardia di Finanza che hanno 'scortato' i migranti fino all'isola. Quattro di loro che hanno accusato un malore sono stati accompagnati al poliambulatorio di Lampedusa per una visita medica. Gli altri 126 si trovano ancora nella caserma della Guardia di Finanza per effettuare l'identificazione. Piu' tardi verranno trasferiti nel centro di prima accoglienza gestito dai volontari della Misericordia di Palermo

gror031118 (last edited 2008-06-26 09:57:19 by anonymous)