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Le conseil de l’Union européenne vient de trouver un accord politique sur un
>texte organisant les vols charters (expuls ion d’étrangers) à l’échelon
>communautaire, sans attendre l’avis du Parlement européen.
>
>A cela nous opposons notre refus catégorique.
>
>Notre opposition résolue à ces moyens de renvoi collectif d’étrangers est
>motivée par la conviction qu’ils symbolisent et encouragent une logique
>incontrôlable et dangereuse tant pour le respect de l’intégrité et de la
>dignité des individus, pour les démocraties européennes, que pour l’avenir
>des relations entre les peuples.
>
>Les expulsions collectives par charters amènent nécessairement les autorités
>qui en sont responsables à négliger l’examen de la situation de chaque
>personne concernée, au risque de mal estimer les conséquences individuelles
>du renvoi et de porter ainsi atteinte à l’institution de l’asile et aux
>droits fondamentaux des personnes concernées. De plus, l’exécution de ces
>renvois collectifs par la contr ainte est irréalisable sans l’utilisation de
>moyens et de techniques policières particulièrement coercitives, pouvant à
>tout moment déraper vers les brutalités, les violences et l’atteinte à l’
>intégrité physique des expulsés, voire la mort.
>
>Au delà des atteintes à la dignité des personnes concernées, les expulsions
>par charters symbolisent et consacrent une politique européenne centrée sur
>les réponses policières et sécuritaires. Il est désormais temps d’affirmer
>et d’expliquer aux opinions publiques que la politique du « toujours plus de
>contrôles » constitue une impasse et une menace pour les démocraties.
>Une impasse car tant que les écarts économiques et démocratiques seront
>aussi grands entre les pays du Nord et du Sud, il est illusoire de penser
>que des mesures sécuritaires pourront décourager et empêcher les candidats à
>l’émigration ou à l’asile de chercher ailleurs des conditions de vie
>meilleures ou un refuge.
>
>Une impasse car cette croyance erronée dans l’efficacité du contrôle
>policier ne peut- comme le montre depuis 20 ans le durcissement continu des
>législations européennes- qu’affaiblir sans cesse un peu plus les libertés
>fondamentales et les principes constitutifs de l’Etat de Droit, et conduire
>par la généralisation des mesures répressives à l’élaboration étape par
>étape d’un nouveau régime policier à l’échelle européenne.
>
>Enfin, ces renvois collectifs sont lourds de conséquences pour la paix. Le
>symbole des charters, que les Gouvernements européens utilisent comme signal
>de dissuasion à l’égard des populations tentées par l’émigration, véhicule
>surtout un message d’humiliation. Les images de dizaines d’étrangers
>encadrés par d’autres dizaines de policiers européens, les nombreux
>témoignages sur les pratiques bru tales employées, le sentiment d’injustice
>et la peur que peuvent ressentir les personnes expulsées résonnent dans les
>pays d’origine des migrants comme autant de camouflets et d’actes de mépris
>à l’égard de l’ensemble des populations.
>
>Cette indifférence hautaine avec laquelle le Nord montre comment il traite
>encore les émigrés des pays frappés par des conflits ou par la pauvreté
>prolonge et ravive, dans les représentations collectives, la mémoire des
>siècles de domination, d’exploitation, d’humiliation. Cette mise en scène
>dévastatrice, en ce qu’elle alimente le ressentiment, la colère et la haine,
>provoquera tôt ou tard des mouvements de révolte et de nouveaux conflits.
>
>Par les menaces qu’elle représente pour les personnes expulsées, pour la
>démocratie et pour les relations entre les peuples, la politique des
>charters doit être abandonnée.
>
>Nous demand ons au Parlement européen de condamner cette décision et au
>conseil de l’Union européenne d’y renoncer.
>
>Novembre 2003
>

GR ORE 19.30

Gimmi (audio)

Concessi, a quasi un anno di distanza dalla sua incarcerazione, gli arresti domiciliari a Gimmi. Pesantissime comunque le restrizioni, poichè non potrà ricevere telefonate se non dai più stretti congiunti. Laura tartarini

4 ottobre (audio)

  • Condanna a otto mesi di reclusione, previo ricorso al patteggiamento, per il compagno di Reggio Emilia, fermato il 4 ottobre scorso durante gli scontri tra forze dell' ordine e no-global che contestavano la Conferenza intergovernativa dell' Unione Europea che si svolgeva nel palazzo dei Congressi, a Roma. Il compagno, accusato di lesioni gravi a pubblico ufficiale con l' aggravante di avere avuto il volto coperto, e' stato condannato dal giudice Sante Spinaci su richiesta del pm Andrea Padalino.

Londra

La police a procédé à 77 arrestations lors de la manifestation de jeudi à Londres contre la visite d'Etat de George W. Bush en Grande-Bretagne, dont un homme accusé d'avoir lancé un oeuf en direction d'un cortège de chevaux de la reine. 34 d'entre eux ont été arrêtés durant la manifestation elle-même, principalement pour état d'ébriété ou atteintes à l'ordre public, selon un communiqué de Scotland Yard.

Grecia

Quattro dei cinque militanti no-global da oltre un mese in sciopero della fame per chiedere la scarcerazione sono in uno stato di salute critico: lo afferma un bollettino medico firmato da due sanitari ingaggiati dagli avvocati della difesa. I piu' gravi sono il greco Spyros Tsitsas, 23 anni, e lo spagnolo Carols Martinez, 25, ma anche la salute degli altri scioperanti si sta deteriorando rapidamente. Gli avvocati chiedono il loro trasferimento immediato in un ospedale piu' attrezzato. Al momento tutti, meno lo spagnolo Fernando Perez che si trova nell'ospedale di Nikea, si trovano nella struttura sanitaria del penitenziario di Korydallos, ad Atene. I cinque sono tra gli arrestati in giugno durante i disordini che seguirono il vertice Ue di Salonicco. Sono accusati di possesso ed uso di esplosivi, ma respingono ogni accusa. Una data per il processo non e' stata ancora fissata. Per la loro scarcerazione hanno manifestato nei giorni scorsi gruppi per la difesa dei diritti umani. La polizia è sotto inchiesta, accusata di aver fabbricato le false prove per l loro arrsto, ma questo non viene giudicato un motivo sufficiente per rimetterli in libertà. Anche ogi in spagna si svolgono manifestazioni di solidarietà.

Studenti roma

Questa mattina il Collettivo Studentesco “Lavori in Corso” e il Comitato Contro la Guerra dell’Università di Tor Vergata insieme a diversi altri studenti hanno occupato l’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria allo scopo di impedire lo svolgimento della presentazione di un Master in Telecomunicazioni e Navigazione Satellitare sponsorizzato da numerose imprese belliche tra le quali la Vitrociset, la Oerlikon Contraves, l’Alenia e la Fiat Avio.

torino

Centinaia di studenti hanno manifestato questa mattina a Torino contro la legge Finanziaria del Governo, contro la riforma scolastica del Ministro Letizia Moratti e per il ritiro delle truppe italiane dall'Iraq. Il corteo, partito da piazza Arbarello e terminato in piazza Castello, avrebbe voluto sfilare anche davanti al Rettorato, ma la Polizia lo ha impedito agli studenti in quanto non era stato autorizzato il passaggio in Via Po. Alcune decine di studenti hanno poi raggiunto Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, dove hanno occupato un'aula e indetto un'assemblea.

Indy

Alcune Procure italiane hanno aperto un'inchiesta sul sito www.Indymedia.org, dove apparivano insulti ai caduti di Nasiritay. Lo dice Mario Landolfi, primo firmatario di un'interpellanza urgente sugli attacchi contenuti nel web no global nei confronti dei soldati italiani morti a Nassiriya. Il Portavoce di An, si legge in una nota, cita la risposta del Sottosegretario alla Giustizia, Giuseppe Valentino, che ha annunciato l'apertura di un procedimento penale da parte di alcune procure (tra le quali Bologna, Napoli, Vallo della Lucania, Salerno, Brescia e Bari) per il reato di vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle forze armate. Il Governo non ha escluso l'attivazione di procedure di rogatorie internazionali, rese necessarie dalla ramificazione oltre i confini italiani dei server di indymedia. Landolfi, che ha ricordato la presenza sul sito di link riferibili ai Ds, ai Comunisti italiani e a Rifondazione Comunista, ha espresso soddisfazione per la dichiarata volontà del governo di non sottovalutare ne banalizzare queste forme di teppismo elettronico

Sicurezza è controllo

Il Consiglio ha raggiunto un accordo politico sulla proposta di regolamento che stabilisce l'Agenzia Europea di Sicurezza delle Informazioni e della Rete, come emendato dal parere del Parlamento Europeo nella prima lettura. Dopo il completamento del testo, il Consiglio adotterà formalmente questa Regolazione in una delle prossime sessioni relative. La regolazione aumenterà la capacità della Comunità, degli Stati Membri e, di conseguenza, della comunità di affari di prevenire, indirizzare ed affrontare i problemi di sicurezza delle informazioni e della rete. I punti principali su cui un accordo è stato raggiunto con il Parlamento Europeo con l'intenzione di adottare questo progetto di regolamento nella prima lettura, includono: la portata e le mansioni dell'Agenzia; la composizione e la procedura di decisione del Board di gestione; il ruolo del Parlamento Europeo che è stato aumentato, in termini di responsabilità dell'agenzia e nell'esercizio delle relative competenze come autorità di bilancio; la partecipazione dei mandatari nel funzionamento dell'Agenzia attraverso l'istituzione di un Gruppo Permanente dei Mandatari stessi che permetta loro di dare raccomandazioni al Direttore esecutivo su parecchie mansioni. L'agenzia sarà operativa appena possibile, dall'inizio di 2004 fino al 31 dicembre 2008. Provvisoriamente sarà situata a Bruxelles fino ad una presa di decisione su questo punto da parte dei Capi di Stato e di Governo. Viene ricordato che in data 20-21 di marzo del 2003, il Consiglio d'Europa ha sollecitato nelle relative conclusioni l'importanza di implementare l'intervento a supporto della società dell'informazione, tra le altre cose creando un'Agenzia Europea della Rete e della Società delle Informazioni sin dalla fine del 2003.

Irak

Quelque 250 industriels des pays de la coalition américano-britannique participaient vendredi à une réunion très discrète dans le centre de Londres sur la reconstruction de l'Irak, à l'invitation du Pentagone, a-t-on appris de source gouvernementale britannique.Cette réunion, organisée pendant la visite d'Etat du président américain George W. Bush en Grande-Bretagne, est fermée à la presse, a indiqué un porte-parole de l'agence gouvernementale UK Trade and Investment, qui dépend du ministère du Commerce et de l'Industrie.Elle est destinée à présenter aux chefs d'entreprises les nouvelles modalités d'attribution des contrats en Irak, qui seront plus ouvertes aux entreprises non-américaines."Les précédents contrats étaient attribués par l'USAid, qui ne pouvait désigner comme maître d'oeuvre que des entreprises américaines. Les règles du département de la Défense l'autorisent à désigner comme maître d'oeuvre des entreprises non-américaines", a indiqué le porte-parole."Les contrats concernés par cette réunion seront financés par un nouveau collectif budgétaire de 18,6 milliards de dollars approuvé récemment par le Congrès", a-t-il ajouté.Le Pentagone était représenté par le contre-amiral David Nash, directeur du Bureau de gestion des projets (PMO), la nouvelle agence de l'administration américaine chargée d'attribuer les contrats de reconstruction de l'Irak, et son adjoint Andy Bearpark."J'espère sincèrement que lorsque les 18,6 milliards de dollars approuvés par le Congrès seront dépensés, les entreprises britanniques pourront de nouveau emporter une part significative des contrats", a déclaré le secrétaire d'Etat britannique au Commerce Extérieur Mike O'Brien, dans son discours d'ouverture."Je ne dis pas cela simplement parce qu'il y a d'importantes sommes en jeu", a ajouté M. O'Brien, dont le discours était le seul à être rendu public."Je le dis parce que je pense sincèrement qu'il est dans l'intérêt des Irakiens que les entreprises britanniques soient impliquées", a-t-il poursuivi.Le porte-parole n'a pas précisé les nationalités des participants à cette réunion, invoquant des "questions de sécurité". Mais il a assuré qu'il n'y avait pas que des Britanniques."Tous les pays de la coalition peuvent participer", a-t-il ajouté.Le quotidien The Times a ainsi indiqué samedi que les Etats-Unis s'apprêtaient à permettre aux entreprises britanniques de participer aux appels d'offres pour les lucratifs contrats de reconstruction en Irak afin de récompenser la "loyauté" du Premier ministre britannique Tony Blair pendant la guerre.George W. Bush devrait annoncer cette faveur, qualifiée par le quotidien britannique de changement majeur de politique, lors de sa visite en Grande-Bretagne, ajoutait le Times.Le même jour, le Guardian estimait "probable" que les entreprises britanniques aient la possibilité de participer à d'importants appels d'offres en Irak.Washington va distribuer une dizaine de contrats pour la reconstruction des secteurs du pétrole, de l'électricité, de l'eau et d'autres infrastructures en Irak au cours des trois prochains mois.L'Agence de développement américaine (USAid) avait choisi en avril Bechtel comme maître d'oeuvre pour le principal contrat de reconstruction de l'Irak, d'une valeur de 680 millions de dollars.Le contrat alloué à Kellogg Brown and Root (KBR), filiale de Halliburton, pour remettre sur pied les infrastructures pétrolières irakiennes s'élève à 948 millions de dollars. Ce contrat est très controversé et vigoureusement dénoncé par l'opposition démocrate car il a été accordé sans appel d'offre.

Irak due

Gli Stati Uniti hanno rivolto un appello agli operatori delle Nazioni Unite perche' tornino in Iraq, dicendosi disponibili a discutere le misure a loro protezione. Daremmo il benvenuto al ritorno del personale internazionale dell'Onu in Iraq per condurre il loro mandato -ha detto l'ambasciatore americano al Palazzo di Vetro, John Negroponte, in una seduta pubblica del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Siamo pronti a discutere con i funzionari dell'Onu l'adeguato sostegno alla sicurezza, come previsto dalla risoluzione 1511. Il personale dell'Onu - al momento diviso tra Cipro e la Giordania - era stato richiamato nelle settimane scorse, dopo gli attentati del 27 ottobre scorso a Baghdad, costati la vita a oltre 40 persone. Il 19 agosto, un'autobomba davanti al quartier generale dell'Onu aveva provocato la morte di 22 persone, tra cui l'inviato delle Nazioni Unite, Sergio Vieira de Mello.

Iran

L'AIEA a approuvé vendredi un protocole additionnel au Traité de non-prolifération nucléaire qui lui permettra d'inspecter en profondeur les installations nucléaires de l'Iran, a indiqué une porte-parole de l'agence onusienne, Melissa Fleming. L'AIEA pourrait n'adopter que «la semaine prochaine» une résolution sur le programme nucléaire iranien, a déclaré vendredi à Vienne le directeur général de l'agence onusienne, Mohamed ElBaradei. «D'importants progrès ont été réalisés» dans la rédaction d'un projet de résolution mais les 35 pays siégeant au conseil des gouverneurs, l'organe exécutif de l'AIEA, ont indiqué qu'«ils voulaient davantage de temps» pour la peaufiner, a expliqué M. ElBaradei.

Palestina

  • il neo-premier palestinese Ahmed Qorei alias Abu Ala ha affermato che la pace con Israele, di cui incontrera' il primo ministro Ariel Sharon la settimana prossima, e' fattibile entro sei mesi. "Sono disposto a parlare con Sharon per concludere con lui un accordo, se possibile", ha dichiarato il capo del governo dell'Autorita' Nazionale Palestinese in un'intervista alla televisione norvegese. "Se lo vogliamo", ha aggiunto Abu Ala, "siamo ormai pronti. Possiamo farlo in brevissimo tempo, e possiamo farlo una volta per tutte. Io ritengo che nel giro di sei mesi saremo in grado di raggiungere quell'accordo, e di porre fine al conflitto", ha insistito. L'incontro tra il premier dell'Anp e quello ebraico sara' il loro primo faccia a faccia da quando, il 12 novembre scorso, lo stesso Abu Ala e il suo esecutivo si sono insediati anche formalmente.

Palestina

Migliaia di militanti palestinesi hanno manifestato oggi nella Striscia di Gaza contro i cosidetti 'Accordi di Ginevra', riferisce il sito del quotidiano israeliano Haaretz. Con la regia di Mohammed al-Hindi, un leader della Jihad Islamica, la folla ha inneggiato contro il progetto di pace negoziato durante i mesi di stallo della Road Map, dichiarandolo "un tradimento". "L'occupazione straniera è destinata ad essere cancellata, così come il mostruoso accordo di Ginevra", ha dichiarato Mohammed al-Hindi. In particolare, il documento viene condannato perchè non sancisce il diritto al rientro di tutti i profughi palestinesi e delle famiglie. Per quanto riguarda gli insediamenti islamici, il documento sottoscritto a Ginevra prevede lo smantellamento di tutti quelli che si trovano nella Striscia di Gaza, mentre per la Cisgiordania è ipotizzata l'annessione di meno del 20 per cento delle colonie ebraiche. "La causa palestinese è la causa dei profughi e qualsiasi soluzione che non ci garantisce il rientro non sarà accettata", spiega un residente del campo profughi di Jabalya, che ha partecipato alla protesta. Attivisti dei movimenti militanti Hamas e della Jihad Islamica hanno invitato i manifestanti a portare la condanna degli Accordi di Ginevra davanti alle case dei firmatari palestinesi: il ministro Yasser Abed Rabbo, il capo del dicastero per gli Affari dei Prigionieri Hisham Abdel-Razek e vari deputati dell'Autorità Palestinese

Ism

Il ministero della Difesa israeliano avrebbe inviato un assegno scoperto alla famiglia di un attivista britannico, Tom Hurndall, in coma dallo scorso aprile per le ferite riportate in uno scontro con i militari israeliani. Secondo quanto riferito all'Associated Press da Carl Arrindell, che parla a nome della famiglia Hurndall, la famiglia ha ricevuto questa settimana un assegno di 14.000 dollari, per sostenere le spese del trasporto aereo a Londra di Hurndall. Ma l'assegno è tornato indietro dalla banca perché scoperto. Tom Hurndall, 22 anni, è stato colpito alla testa da colpi di arma da fuoco lo scorso 11 aprile, nel campo profughi di Rafah. Hurndall stava tentando di aiutare alcuni bambini, finiti sotto la mira di un carroarmato israeliano. Il giovane è in coma da quel giorno e le sue condizioni sono state definite irreversibili. I medici stanno valutando la possibilità di staccare le macchine che lo tengono ancora in vita, e Arrindell ha affermato che la famiglia non si opporrà. Inizialmente il ministero della Difesa ha dichiarato che c'era un "problema tecnico" con l'assegno, ma oggi ha affermato che è stato tutto risolto. Il quotidiano israeliano Haaretz ha precisato che l'assegno è stato inviato alla famiglia Hurndall accompagnato da una lettera in cui lo Stato d'Israele ha negato la propria responsabilità nel ferimento dell'attivista, membro del Movimento di Solidarietà Internazionale, un gruppo che sostiene il popolo palestinese, e i cui membri fanno spesso da scudo umano negli scontri fra palestinesi ed esercito.

India

Almeno 25 persone sono rimaste ferite dall’esplosione di un ordigno lanciato in una moschea nell’India occidentale durante la preghiera del venerdì. L’esplosione è avvenuto oggi nella città di Parbhani, a 400 chilometri a est della capitale commerciale indiana Mumbai (già Bombay) nello stato del Maharashtra. Secondo le prime testimonianze, ignoti in sella a una motocicletta hanno scagliato una bomba nella moschea di Mohamadia durante la funzione religiosa dell’ultimo venerdì del mese di Ramadan. L’attacco ha provocato rabbia e panico tra le persone e alcuni veicoli nella zona del mercato centrale sono stati dati alle fiamme. Le autorità cittadine hanno imposto il coprifuoco; la polizia sottolinea che in città la tensione è molto alta. Il 25 agosto scorso, 42 persone sono morte e 130 sono rimaste ferite in un duplice attacco dinamitardo a Mumbai.

argentina

Per la prima volta dalla fine della dittatura militare (1976-1983) un capo di Stato argentino ha incontrato alla ‘Casa Rosada’ alcuni figli di ‘desaparecidos’ riconosciuti dalle ‘Nonne di Piazza di Maggio’. Il presidente della Repubblica argentina, Néstor Kirchner, ha promesso ai giovani di far presentare dal governo un progetto di legge che renda obbligatorio l’esame del Dna per tutti i presunti figli dei ‘desaparecidos’. “Si tratta di un progetto il cui scopo è colmare un vuoto normativo e non di un atto contro la Corte suprema di giustizia” ha tenuto a precisare Eduardo Luis Duhalde, segretario ai diritti umani e solo omonimo dell’ex presidente argentino. Il riferimento del segretario alla Corte suprema non è casuale. Lo scorso 1° ottobre Evelyn Vázquez Ferrá, una ragazza figlia di ‘desaparecidos’, ha avuto ragione dalla Corte, che ha riconosciuto il diritto della giovane a non sottoporsi a un prelievo del sangue per appurare, attraverso l’esame del Dna, l’identità dei suoi genitori biologici. La sentenza aveva destato molte polemiche. Tatiana Sfiligoy e María Moyano, due ragazze figlie di ‘desaparecidos’ riconosciute dalle ‘Nonne di Piazza di Maggio’ e tolte alle famiglie alle quali i gerarchi della dittatura militare le avevano assegnate, hanno chiesto a Kirchner di promuovere progetti per la ricostruzione “della memoria collettiva sul terrore che imperò nel Paese”. Hanno, inoltre, pregato il presidente di far approvare una legge che obblighi lo Stato a fare di tutto per recuperare i resti dei ‘desaparecidos’ argentini, dando loro “cristiana sepoltura”. “Kirchner è il primo presidente che ci apre la porta” ha detto Horacio Pietragalla, l’ultimo figlio di ‘desaparecidos’ recuperato dalle ‘Nonne di Piazza di Maggio’

Messico

Adolfo Aguilar Zinser, ambasciatore messicano presso le Nazioni Unite (dove Città del Messico occuperà fino alla fine dell’anno un seggio non permanente presso il Consiglio di sicurezza), ha rassegnato le sue dimissioni. Aguilar Zinser ha lasciato il suo incarico dopo avere incontrato il Segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, al quale ha spiegato le ragioni del suo gesto. L’ambasciatore era stato sollevato dal governo messicano lo scorso 17 novembre. Il presidente Vicente Fox aveva poi deciso di mantenere in carica Aguilar Zinser fino alla fine dell’anno, quando il Messico lascerà il suo seggio presso il Consiglio di sicurezza. Fox aveva deciso di sollevare dall’incarico il diplomatico per aver criticato la politica del suo Paese rispetto agli Stati Uniti. Aguilar Zínser aveva detto, durante un incontro con gli studenti dell’università iberoamericana (Uib), che il Messico è “il cortile di dietro” degli Usa e che non smetterà di esserlo finché non verrà meno l’attitudine alla sottomissione di Città del Messico rispetto al potente vicino del nord. Il rappresentante all’Onu del governo messicano non ha mai ispirato le simpatie degli Stati Uniti, ma spesso ha avuto anche uscite che lo hanno posto in cattiva luce rispetto al suo governo. Aguilar Zínser negli ultimi mesi aveva attirato su di sé le ire di Washington per aver dapprima criticato l’intervento statunitense in Iraq, per aver poi difeso il ruolo dell’Onu e, infine, nelle ultime settimane, per aver sostenuto che la ricostruzione nel Paese mediorientale deve essere a carico delle forze occupanti e non delle Nazioni Unite. Durante la crisi irachena l’ambasciatore messicano si era, invece, preso la libertà di sfumare le parole del ministro degli esteri Luis Ernesto Derbez, secondo cui la risoluzione 1.441 permetteva automaticamente l’uso della forza

Italia

Lavoro

Protesta oggi dei lavoratori dell'alfa sotto la sede del corriere della sera, per l'atteggaimento del quotidiano nei confronti delle lotte dei lavoratori.

Lavoro

Gli operai della Marlane del gruppo Marzotto, sito in Praia a Mare ( cs) stanno bloccando da alcune ore la ss 18 che da lagonegro porta verso reggio Calabria. Tutta la costa tirrernica è bloccata e insieme ai blocchi di Scanzano tutta la Calabria. La situazione è tesa ma gli operai sono ben decisi a mantenere il blocco. La Marlane si occupa di tessile e ha circa trecento operai. Si tratta di un caso di smantellamento vero e proprio e non di crisi del settore. Difatti la Marzotto aprirà gli stessi stabilimenti nei pressi di Praga dove ha già un piccolo presidio. nella Marlane ci sono state negli anni passati oltre 80 morti bianche per un prodotto chimico tossico che veniva usato nella coloritura. Prodotto che dal 94 non è stato mai più usato, almeno a Praia. Diverse le interrogazioni parlamentari presentate sul caso ma nessuno ha mai aperto un inchiesta .

Scanzano

  • E' confermata la manifestazione indetta dalla Lega Nord, An e Forza Italia a Caorso per domenica prossima a sostegno della realizzazione del sito unico per lo smaltimento dei rifiuti nucleari. L'appuntamento, rendono noto gli organizzatori, Massimo Polledri (Lega Nord), Tommaso Foti (An) e Antonio Agogliati (Fi), è alla sala consiliare 'Gatto Nero' del Comune (piazza della Rocca, 1) alle 10.30. Al termine del dibattito con i cittadini, i sindaci dei 48 comuni interessati, e la Sogin, la manifestazione si concluderà terminerà davanti alla centrale nucleare di Caorso. "La realizzazione del sito unico - dice Polledri - è una vera questione di interesse nazionale ed è francamente svilente vedere che è stata ridotta ad un contrasto tra Nord e Sud. E tutto questo è accaduto perché non sono state fornite le corrette informazioni". "Una volta realizzati i contenitori - dice il parlamentare leghista - non ci sarà nessun pericolo e la radioattività dei residui sarà inferiore di venti volte rispetto a materiale innocuo come i cubetti di porfido che si trovano a San Pietro. Al momento attuale, invece, le scorie nucleri - prosegue Polledri - sono custodite non in contenitori, ma nelle piscine, un metodo vecchio di vent'anni e certamente meno sicuro rispetto alla nuova tecnologia. Tra l'altro, vorrei ricordare a chi insiste sulla contrapposizione Nord Sud che il sito più insicuro, al momento, è quello di Casaccia, vicino Roma e quello di Matera".

Ustica

  • Il depistaggio delle indagini sulla strage di Ustica, e l' occultamento delle prove ad opera dell' Aeronautica militare hanno distrutto l' Itavia, ingiustamente accusata di un cedimento strutturale del DC-9, ma anche l' immagine personale dell' imprenditore Aldo Davanzali, che oggi chiede la condanna di tutti e quattro i generali imputati davanti alla III Corte d' Assise di Roma e una provvisionale (in solido con il ministero della difesa) di cinque milioni di euro a titolo di risarcimento danni. E' stata questa la richiesta avanzata dai legali dell' imprenditore anconetano, parte civile nel processo in corso a Roma contro i generali dell' Aeronautica militare Lamberto Bartolucci, all' epoca capo di stato maggiore, del vice Franco Ferri, e dei responsabili del secondo e terzo reparto Zeno Tascio e Corrado Melillo. Gli avv. Mario Scaloni e Caterina Flick hanno sollecitato la condanna di tutti e quattro i militari imputati, in solido con il responsabile civile che e' il ministero della difesa, al risarcimento dei danni da liquidarsi in sede separata, e il pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di cinque milioni. Oltre alle 81 vittime del DC-9, inabissatosi nel mare di Ustica la sera del 27 giugno 1980, ce n' e' un' altra, Aldo Davanzali, che vide crollare l' Itavia, accusata di armare 'bare volanti' - hanno ricordato i legali - subendo la revoca della licenza e poi la messa in amministrazione controllata della societa. Per i difensori di Davanzali, che ha sempre pensato ad un incidente provocato dal lancio di un missile, le prove dei depistaggi sono inoppugnabili, e vanno collegate alla caduta del Mig libico sulla Sila, i cui resti furono ritrovati il 18 luglio del 1980.

Carceri

Una supercommissione carceri europea per elaborare progetti che possano migliorare le condizioni di vita dei detenuti, da sottoporre al Parlamento di Strasburgo. L'idea di coordinare le commissioni carceri delle principali citta' europee e' stata presentata oggi al convegno internazionale sul sistema carcerario in corso a Palazzo Marino a Milano, da Stefano Carugo, presidente della sottocommissione carceri del comune. Dall'incontro, a cui hanno partecipato Luigi Pagano (direttore del carcere di San Vittore a Milano), Jose' Suarez Tascon (coordinatore dei programmi di gestione penitenziaria spagnoli), Walter Kahl (rappresentante del ministero della giustizia austriaco), e' scaturito inoltre un nuovo modello di carcere. Lo sintetizza lo stesso Stefano Carugo: A partire dall'esperienza spagnola, dobbiamo pensare ad un modello di carcere che comprenda un palazzo di giustizia, residenze per la polizia, uffici per gli avvocati. Un sistema integrato, insomma, a cui affiancare una forte attivita' di lavoro esterno per i detenuti

Le conseil de l’Union européenne vient de trouver un accord politique sur un >texte organisant les vols charters (expuls ion d’étrangers) à l’échelon >communautaire, sans attendre l’avis du Parlement européen. > >A cela nous opposons notre refus catégorique. > >Notre opposition résolue à ces moyens de renvoi collectif d’étrangers est >motivée par la conviction qu’ils symbolisent et encouragent une logique >incontrôlable et dangereuse tant pour le respect de l’intégrité et de la >dignité des individus, pour les démocraties européennes, que pour l’avenir >des relations entre les peuples. > >Les expulsions collectives par charters amènent nécessairement les autorités >qui en sont responsables à négliger l’examen de la situation de chaque >personne concernée, au risque de mal estimer les conséquences individuelles >du renvoi et de porter ainsi atteinte à l’institution de l’asile et aux >droits fondamentaux des personnes concernées. De plus, l’exécution de ces >renvois collectifs par la contr ainte est irréalisable sans l’utilisation de >moyens et de techniques policières particulièrement coercitives, pouvant à >tout moment déraper vers les brutalités, les violences et l’atteinte à l’ >intégrité physique des expulsés, voire la mort. > >Au delà des atteintes à la dignité des personnes concernées, les expulsions >par charters symbolisent et consacrent une politique européenne centrée sur >les réponses policières et sécuritaires. Il est désormais temps d’affirmer >et d’expliquer aux opinions publiques que la politique du « toujours plus de >contrôles » constitue une impasse et une menace pour les démocraties. >Une impasse car tant que les écarts économiques et démocratiques seront >aussi grands entre les pays du Nord et du Sud, il est illusoire de penser >que des mesures sécuritaires pourront décourager et empêcher les candidats à >l’émigration ou à l’asile de chercher ailleurs des conditions de vie >meilleures ou un refuge. > >Une impasse car cette croyance erronée dans l’efficacité du contrôle >policier ne peut- comme le montre depuis 20 ans le durcissement continu des >législations européennes- qu’affaiblir sans cesse un peu plus les libertés >fondamentales et les principes constitutifs de l’Etat de Droit, et conduire >par la généralisation des mesures répressives à l’élaboration étape par >étape d’un nouveau régime policier à l’échelle européenne. > >Enfin, ces renvois collectifs sont lourds de conséquences pour la paix. Le >symbole des charters, que les Gouvernements européens utilisent comme signal >de dissuasion à l’égard des populations tentées par l’émigration, véhicule >surtout un message d’humiliation. Les images de dizaines d’étrangers >encadrés par d’autres dizaines de policiers européens, les nombreux >témoignages sur les pratiques bru tales employées, le sentiment d’injustice >et la peur que peuvent ressentir les personnes expulsées résonnent dans les >pays d’origine des migrants comme autant de camouflets et d’actes de mépris >à l’égard de l’ensemble des populations. > >Cette indifférence hautaine avec laquelle le Nord montre comment il traite >encore les émigrés des pays frappés par des conflits ou par la pauvreté >prolonge et ravive, dans les représentations collectives, la mémoire des >siècles de domination, d’exploitation, d’humiliation. Cette mise en scène >dévastatrice, en ce qu’elle alimente le ressentiment, la colère et la haine, >provoquera tôt ou tard des mouvements de révolte et de nouveaux conflits. > >Par les menaces qu’elle représente pour les personnes expulsées, pour la >démocratie et pour les relations entre les peuples, la politique des >charters doit être abandonnée. > >Nous demand ons au Parlement européen de condamner cette décision et au >conseil de l’Union européenne d’y renoncer. > >Novembre 2003 >

gror031121 (last edited 2008-06-26 09:50:04 by anonymous)