GR ORE 19.30

Italia

Vertenza trasporti

Divieto manifestazioni

Il Prefetto di Roma, Achille Serra, ha disposto il divieto di manifestazioni cortei e sit in di protesta in Piazza Venezia, Piazza Santi Apostoli e Piazza Navona nel periodo che va dal 20 dicembre al 7 gennaio. Il provvedimento, fanno sapere dalla Prefettura, nasce dalla necessita' di evitare gravi disagi ai cittadini, dovuti allo svolgimento di manifestazioni nel centro citta', dove il traffico e' normalmente piu' intenso nel periodo natalizio.

Ustica

La condanna a sei anni e nove mesi di reclusione, di cui quattro anni condonati, dei generali dell'aeronautica Lamberto Bartolucci e Franco Ferri, e l'assoluzione dei generali Zeno Tascio e Corrado Melillo sono state chieste dall'accusa al processo per i presunti depistaggi legati al disastro del Dc9 Itavia precipitato il 27 giugno 1980 al largo di Ustica con 81 passeggeri. I Pubblici ministeri Erminio Amelio, Maria Monteleone e Vincenzo Roselli hanno chiesto che i generali Bartolucci e Ferri siano condannati per il reato di attentato agli organi costituzionali con l'aggravante dell'alto tradimento. I due imputati, secondo l'accusa, avrebbero omesso di fornire al governo informazioni acquisite nell'immediatezza del disastro aereo: in particolare, quella relativa ad un traffico militare statunitense, nell'area interessata dal passaggio del Dc 9 partito da Bologna e destinato a Palermo. Per questi stessi fatti, l'accusa ha chiesto l'assoluzione, per non aver commesso il fatto, nei confronti dei generali Tascio e Melillo.

Irak

Palestina

Afganistan

Le Nazioni Unite hanno posto sotto protezione una delegata alla Loya Jirga (Gran Consiglio), l’assemblea costituente che in questi giorni è riunita a Kabul per varare la carta costituzionale afgana. Malalia Joya ha ricevuto minacce di morte dopo aver apertamente criticato nella seduta di mercoledì i ‘mujahidden’ che negli anni ’80 respinsero l’invasione sovietica, ma che, secondo la delegata, aprirono la fase della guerra civile afgana che si concluse con la salita al potere dei talebani nel 1996. Joya si era alzata protestando duramente con la decisione di far ricoprire ad alcuni ex combattenti ruoli di dirigenza nelle commissioni interne dell’assemblea: Alle parole di Joya, i partecipanti all’assemblea si sono divisi, alcuni condividendo le sue opinioni, altri contestandole duramente. Questi ultimi si sono riuniti e hanno affrontato la delegata imponendole di lasciare l’assemblea e minacciandola di morte. Oggi si è avuta la conferma che la donna è stata trasferita dagli alloggi riservati ai delegati alla Loya Jirga, in una struttura delle Nazione Unite dove è sotto protezione e sulla cui locazione è mantenuto il riserbo. L’incidente dimostra il clima difficile e teso in cui si sta svolgendo la storica assemblea a cui partecipano 500 rappresentanti afgani (100 donne e 400 uomini) eletti tra la popolazione locale o rientrati dall’estero. Tra i punti maggiormente discussione il ruolo dell’islam nella nuova costituzione e i poteri assegnati al presidente della nazione, nonché, da parte delle delegate di sesso femminile, la questione dei diritti delle donne.

Colombia

Un passo indietro ‘storico’ di 55 anni nella battaglia per il consolidamento di istituzioni democratiche realmente capaci di rispettare i diritti umani: così l’Assemblea permanente della società civile per la pace della Colombia ha definito il nuovo statuto antiterrorista varato dal governo del presidente Alvaro Uribe, che consentirà ai militari di agire con facoltà proprie della polizia giudiziaria. Misure considerate “necessarie” dall’esecutivo per la lotta al terrorismo, ma che per l’Assemblea di fatto stralciano i trattati internazionali sottoscritti dalla Colombia e violano la Costituzione vigente. Quattro articoli della Carta nazionale saranno ‘congelati’ per consentire alle forze armate di effettuare perquisizioni, intercettazioni telefoniche, arresti e interrogatori senza mandato giudiziario. La riforma include, tra l’altro, un aumento del budget delle forze armate, l’incremento del numero degli effettivi e la creazione di una nuova rete di informatori civili che collaborino con le autorità nella lotta alla guerriglia. Un richiamo al governo Uribe è giunto anche dalle Nazioni Unite: Bogotá – si legge in una nota – non ha tenuto conto delle raccomandazioni rivoltegli sulle complicazioni che potrebbero sorgere con l’introduzione di leggi che aggirano i trattati internazionali a tutela dei diritti umani. La Colombia, prosegue il testo, ha già strumenti costituzionali e legittimi per prevenire le azioni terroristiche e sanzionare i responsabili enon necessita del nuovo statuto. Affinché la riforma costituzionale entri formalmente in vigore è necessario che il Congresso ne approvi il regolamento entro i primi mesi del 2004. Poi toccherà alla Corte Costituzionale verificarne la legittimità e autorizzarne l’entrata in vigore, presumibilmente non prima del prossimo agosto. Le organizzazioni per i diritti umani hanno ricordato che l’esercito colombiano ha già un lungo trascorso di abusi e violazioni e si teme che con il nuovo statuto la situazione si aggravi.

Venezuela

L'opposizione venezuelana ha consegnato oggi ufficialmente al Consiglio nazionale elettorale (Cne) circa 3,4 milioni di firme a sostegno della richiesta di referendum revocatorio del mandato del presidente Hugo Chavez. Adesso il Consiglio dovra' controllare entro un mese la validita' del materiale presentato, anche perche' lo stesso capo dello stato e organizzazioni a lui vicine hanno sostenuto che almeno il 40% delle firme e' stato raccolto con meccanismi fraudolenti. Se le firme saranno convalidate, il Cne avra' a disposizione 97 giorni per convocare il referendum revocatorio contro Chavez. Contemporaneamente, i sostenitori del capo dello stato hanno raccolto le firme per l'organizzazione di referendum revocatori contro oltre 30 deputati dell'opposizione.

Libertà di stampa

La sede di Khartoum (Sudan) della televisione 'Al Jazeera' è stata chiusa dalle forze di sicurezza sudanesi. Lo riferisce lo stesso network televisivo con sede in Qatar, precisando che ieri la polizia ha fatto irruzione nei locali dell'emittente ed ha interrogato il direttore Islam Saleh senza fornire alcuna spiegazione dell'atto. Le forze di sicurezza sudanesi sono tornate poi negli uffici di Al Jazeera per sequestrare materiale tecnico e computer. La direzione centrale della televisione spiega che il motto del canale sudanese è "l'opinione e la contro opinione" e in base a questa filosofia negli ultimi tempi è stato dato spazio sia al governo, sia all'opposizione, irritando forse le autorità sudanesi. L'agenzia italiana Ansa, intanto, ha diffuso la notizia che nelle stesse ore la polizia della capitale sudanese ha effettuato una perquisizione nella sede del partito di opposizione 'Pnc' (Congresso Nazionale del Popolo) trattenendo in stato di arreso tre dirigenti. Pur se non sono stati resi noti dettagli sui motivi dei provvedimenti, osservatori a Khartoum non escludono che entrambi gli episodi siano da ricollegare alle tensioni sviluppatesi negli ultimi giorni nella regione occidentale del Darfur.

Libertà su internet

Una significativa sconfitta per la RIAA, la potente associazione dei discografici statunitensi, che da mesi sta conducendo una battaglia contro lo scambio di file musicali su internet, avvalendosi anche delle recenti leggi del congresso sul terrorismo, che eliminano di molto le garanzie della privacy. Il fornitore di accesso a internet Verizon ha vinto la battaglia legale contro la Riaa, che voleva obbligarla a divulgare i nomi di alcuni suoi abbonati sospettati di pirateria. Già una volta in quest'anno,. lo stesso provider era stato obbligato a rivelare i nomi di quattro suoi abbonati per le stesse motivazioni. Oggi invece la sconfitta, che potrebbe rivelarsi un importante precedente per tutti gli altri provider che si trovano nelle stesse condizioni.