ORE 13,00

DISOCCUPATI NAPOLI LAVORO: NAPOLI, DISOCCUPATI BLOCCANO MUSEO Napoli, 16 gen. (Adnkronos) - Per circa quattro ore la centralissima zona del Museo nazionale di Napoli e' stata bloccata dai disoccupati aderenti alla lista Principio e dignita. Cinque senza lavoro sono saliti sul cornicione del museo mentre altre decine di disoccupati hanno bloccato il traffico. Il portavoce, Fortunato Iorio, critica la decisione delle istituzioni locali di non incontrare i senza lavoro. Chiediamo il reddito minimo di inserimento e il reddito di cittadinanza -spiega Iorio- Comune, Provincia e Regione devono incontrarci e mettere fine a questa decisione di non voler piu' avere tavoli con i rappresentanti del mondo della disoccupazione. La protesta si e' conclusa intorno alle ore 11. Alle ore 17 i disoccupati della lista Principio e dignita scenderanno di nuovo in piazza, nella zona del museo per protestare.

TOPONOMASTICA FASCISTA

FASCISMO: PIAZZA L'AQUILA DEDICATA A GERARCA,BOCCIATA REVOCA - L'AQUILA, 16 GEN - La piazza antistante la piscina comunale dell'Aquila restera' intitolata al gerarca fascista Adelchi Serena. Con 18 voti contrari - espressi da Fi, An, Udc ed un consigliere del Gruppo Misto - il consiglio comunale ha infatti respinto stamani l'ordine del giorno dell'Ulivo per la revoca della delibera di giunta con cui, nel 1999, si intitolo' la piazza al gerarca, originario del capoluogo abruzzese. Il documento ha ottenuto 14 voti favorevoli, quelli dei gruppi proponenti (Ds, Margherita, Sdi, Udeur, Insieme per l'Ulivo) e del capogruppo del Gruppo Misto, Celso Cioni. Nella proposta di revoca si sottolineava che Serena e' stato gerarca fascista, segretario del partito nazionale fascista e firmatario delle leggi razziali. La proposta di ordine del giorno bocciata oggi aveva fatto tornare alla ribalta il caso Serena che tante polemiche aveva suscitato nel 1999. Quattro anni fa la giunta comunale aveva deciso l'intitolazione a Serena della piazza, antistante la piscina comunale di viale Ovidio, per l'impegno profuso a favore della citta', che ha comportato, tra l'altro, la realizzazione di importanti strutture sportive.

SCIOPERO SPONTANEO A FIUMICINO

PALESTINA

M.O./SCAMBIO DETENUTI, MEDIATORE TEDESCO A BEIRUT GUIDA COLLOQUI Si tratta per aggirare il nodo del rilascio di Samir Kuntar Roma, 16 gen. (Apcom) - Il mediatore tedesco Ernst Uhrlau sarebbe giunto a Beirut, la scorsa settimana, per riprendere le trattative sullo scambio di prigionieri tra Israele e i guerriglieri Hezbollah del Libano. A riferirlo è il quotidiano Haaretz, nella sua edizione on line, che riporta la notizia pubblicata dal giornale libanese Al-Mustaqbal. Secondo una fonte di quest'ultimo quotidiano, durante i colloqui con il mediatore tedesco sarebbe stato deciso di riprendere i negoziati per lo scambio dei prigionieri e di provare ad aggirare il principale ostacolo alla definizione dell'accordo, cioè il rilascio di Samir Kuntar, il terrorista colpevole di avere ucciso quattro membri della famiglia Nahariya nel 1979. Intanto, oggi, è emersa la notizia che il leader dell'Anp Yasser Arafat sarebbe tra i principali oppositori al rilascio del leader di al Fatah Marwan Barghouti. Secondo alcune indiscrezioni citate da Haaretz, che sarebbero giunte anche ai servizi di intelligence israeliani, Arafat avrebbe inviato un messaggio agli Hezbollah chiedendo loro di non richiedere la scarcerazione del leader di Al Fatah allo Stato ebraico. L'ostilità del presidente Anp costituisce un chiaro indicatore della tensione tra Arafat e la leadership del partito Fatah, e sarebbe giustificata dal desiderio del presidente di non vedere crescere la 'stella' di Barghouti nell'opinione pubblica palestinese. Ipotesi, questa, che potrebbe permettere al leader del partito Fatah di ambire giustamente ad una eventuale successione alla presidenza.

PALESTINA

- "Resistenza fino a quando l'occupazione non sarà distrutta" Gerusalemme, 16 gen. (Ap) - Dopo la minaccia israeliana, Yassin, che è tetraplegico, non ha provato a nascondersi ma è stato accompagnato da un assistente alla moschea di Gaza City adiacente alla sua abitazione. "Non temiamo la minaccia di morte" ha detto lo sceicco, avvolto da un mantello marrone, durante il percorso verso la moschea. "Non cederemo alla pressione, la resistenza continuerà fino a quando l'occupazione sarà abbattuta". Lo sceicco ha poi ribadito di non essere personalmente coinvolto nei progetti di attentato contro Israele, negando le accuse degli ufficiali della sicurezza dello Stato ebraico su una sua 'regia' nell'attacco di mercoledì. Intanto alcuni funzionari israeliani hanno detto, a condizione dell'anonimato, che Yassin non è stato direttamente menzionato nelle discussioni al ministero della Difesa sulla ripresa degli attacchi mirati contro obiettivi palestinesi.

/DONNE IRACHENE DENUNCIANO TENTATIVO DI INTRODURRE LA SHARIA

Negli ultimi quarant'anni, le donne irachene hanno potuto beneficiare degli effetti di una delle legislazioni più avanzate in materia di diritto di famiglia di tutto il mondo islamico. Ma con una decisione assunta a stretta maggioranza e in gran segreto il 29 dicembre, il Consiglio Governativo nominato dagli Usa si prepara ad abolire questo sisteme di leggi per introdurre nuove norme ispirate alla Sharia, la legge islamica. Ma le donne irachene e alcuni esponenti liberali - rende noto oggi il Washington Post - si preparano a dare battaglia. Secondo le vecchie leggi irachene, in vigore anche sotto il regime di Saddam Hussein, erano proibiti il matrimonio sotto i 18 anni e l'istituto del divorzio arbitrario (o del ripudio da parte del maschio). Precise norme di legge escludevano anche favoritismi nei confronti del maschio sia nell'affidamento dei figli che nelle dispute su questioni di eredità. Ora il Consiglio Governativo, sotto pressione della maggioranza sciita, ha deciso di abolire questo complesso di norme e - mentre la decisione deve essere comunque autorizzata dall'amministrazione provvisoria Usa - le donne irachene stanno organizzandosi per protestare Ieri si è tenuta a Baghdad la prima manifestazione di protesta delle donne irachene contro questa minaccia. Amira Abdullah, una giurista curda che ha preso la parola all'incontro, dice: "vogliono rinchiuderci nuovamente in caso e sbarrare la porta, proprio come accadeva alle donne in Afghanistan". La "vecchia legge - prosegue - non era perfetta, ma questa trasformerà l'Iraq in una giungla. Per imporla dovranno passare sul nostro corpo". Altrettanto negativa Nasreen Barawi, ministra per i servizi pubblici e il social welfare. "La cosa più grave - dice - è stata la segretezza con cui è stata assunta questa decisione. L'Iraq è una società multietnica... una decisione così carica di conseguenze andrebbe essere presa solo dando un'opportunità di dialogo pubblico". Per il momento l'abolizione delle vecchie norme e l'introduzione della Sharia non sono imminenti. Per entrare in vigore la decisione infatti deve essere approvata dal capo dell'amministrazione civile Usa Paul Bremer e il suo si sembra molto improbabile. Le cose potrebbero cambiare però dopo il 30 giugno col passaggio della sovranità agli iracheni. La stessa Barawi confida il suo timore: "non c'è pericolo che la decisione diventi immediatamente legge ma dopo il 30 giugno chi può dire cosa accadrà?".

APPALTI USA IN IRAQ

IRAQ: USA VERSO FINE BANDO A IMPRESE FRANCESI, TEDESCHE E RUSSE

. GUANTANAMO USA: GUANTANAMO, PENTAGONO CONFERMA RAGAZZINI DETENUTI

Il Pentagono ha confermato, giovedi', che tre ragazzini sono detenuti da oltre un anno nella prigione della base di Guantanamo a Cuba e ha affermato che non ci sono piani per liberarli, nonostante l'esistenza di pressioni internazionali in tal senso. I ragazzini hanno un'eta' stimata tra i 13 e i 15 anni e sono considerati nemici combattenti, insieme agli altri oltre 600 detenuti nella prigione allestita sulla base cubana, presunti elementi dei taleban o terroristi di al Qaida. Le fonti militari hanno indicato che i tre ragazzini sono tenuti separati dai prigionieri adulti: hanno una sorta d'appartamento e ricevono ogni giorno lezioni nella loro lingua. Hanno cosi' imparato a leggere e a fare di conto. Nel cortile della casa i ragazzini gocano al pallone e a pallavolo o ad altri giochi. I tre non hanno avuto nessun contatto con le loro famiglie, ma hanno ricevuto la visita dei funzionari della Croce Rossa che compiono sopralluoghi nel campo

IMMIGRAZIONE

: SPAGNA, TRE CLANDSTINI MORTI AL LARGO CANARIE ) - MADRID, 16 GEN - Tre immigranti clandestini sono morti oggi davanti alle coste di Fuerteventura, una delle isole dell'arcipelago delle Canarie (Atlantico), dopo che l'imbarcazione con la quale erano arrivati dall'Africa ha naufragato. Secondo fonti della Guardia Civil, intorno alle 7.30 (le 8.30 italiane) una patera (nome dato alle imbarcazioni di fortuna usate dagli immigranti illegali) proveniente dal Marocco e' naufragata a poca distanza dalla localita' di Playa del Roque. Tre immigranti sono morti annegati dopo essre caduti in mare, mentre gli altri nove, che sono riusciti a raggiungere la riva, sono stati intercettati poco dopo dalle autorita'.