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=== GR ORE 13.00 === === GR ORE 19.30 ===


'''ACCIAIERIE TERNI: IN 25 MILA AL CORTEO'''

Venticinquemila persone hanno preso parte alla manifestazione di Terni in difesa dei posti di lavoro alle Acciaierie. La stima e' ritenuta attendibile sia dalla Questura che dagli organizzatori.
La giornata di sciopero generale cittadino è iniziata verso le 9.00, nel cuore di Terni, all'insegna di striscioni e slogans contro la multinazionale tedesca ed in paricolar modo, contro i suoi vertici.
Alla protesta si sono uniti anche studenti universitari della sezione distaccata dell'ateneo perugino che dopo aver vestito tute bianche hanno affisso sulla facciata di palazzo Spada sede del Comune, un grosso telo, con il marchio della Thyssen Krupp trasforamato in teschio, sanguinante.
E a Torino i lavoratori dello stabilimento torinese della Acciai Speciali Terni (Ast) di Torino, del gruppo Thyssen Krupp, hanno scioperato oggi otto ore ''per dire no alla chiusura di Terni e chiedere il mantenimento dei livelli occupazionali in Italia''. Un corteo e' partito alle 9 da corso Regina Margherita, dove ha sede lo stabilimento, e ha raggiunto il Comune di Torino dove una delegazione di sindacati ed Rsu e' stata ricevuta dal sindaco Sergio Chiamparino. La protesta si e' svolta in concomitanza con lo sciopero generale della provincia di Terni.
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'''Milano'''

e amnifestazione anche a milano (volantino)

'''Umbria'''

Diciassette consiglieri regionali dell'Umbria, tra cui il presidente del Consiglio regionale, il presidente della Giunta e 3 assessori, hanno firmato un appello che chiede al governo italiano di adoperarsi con il governo turco affinche' il leader curdo Abdullah Ocalan, che versa in pessime condizioni di salute, tali da far temere per la propria vita, venga trasferito in un altro penitenziario e venga sottoposto a condizioni carcerarie piu' umane, con la fine dell'isolamento e del regime di tortura al quale e' sottoposto. L'appello, che fa propria un'analoga iniziativa di Amnesty International alla Turchia, e' stato sottoscritto da consiglieri regionali di diversi partiti.

'''Cpt'''

Politiche restrittive del governo che riducono le vie di ingresso legale e rendono sempre piu' precaria la condizione dei cittadini stranieri gia' presenti sul territorio nazionale, la causa dei principali episodi di cronaca che hanno recentemente coinvolto i Cpt italiani, in particolare quello di Bologna in via Mattei, rispetto al quale la procura ha aperto una inchiesta per un caso di psicofarmaci. E' quanto sostiene la Regione Emilia Romagna che dichiara di voler adottare tutti gli strumenti possibili per ottenere la chiusura dei Cpt.

'''Siena'''

Non è andato tutto come previsto al convegno organizzato dalla Cna a Santa Maria della Scala, a Siena, al quale interveniva anche il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo. Un gruppo di giovani sono entrati nella sala e, dopo aver steso uno striscione, hanno cercato di leggere un volantino avvicinandosi al palco dove Montezemolo e gli altri intervenuti stavano parlando. 'Undici famiglie, quattro bambini, sfrattati - discutiamo di questo', si leggeva nello striscione. Ma i giornalisti i ncaricati di gestire il convegno li hanno fatti allontanare dalla polizia. Ed e' stato il presidente della fondazione del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, a dare ''voce'' ai giovani che gia' se ne erano andati. Dal palco, infatti, Mussari ha letto il volantino, spiegando che, secondo lui, ''ne avevano diritto''. La contestazione riguarda un sfratto esecutivo di alcuni poderi situati alla 'Fattoria di Fungaia', alla periferia di Siena, dove abitano 11 famiglie che coltivano il terreno e allevano alcune bestie. Lo sfratto e' stato fissato dal giudice perche' la zona dovrebbe essere soggetta ad una ristrutturazione e dovrebbe diventare un centro residenziale-turistico.


'''Sardegna'''

A 24 ore dall'interrogatorio in carcere il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari ha disposto la custodia cautelare (per esigenze legate all'accertamento dei fatti contestati) di Luca Farris (25 anni), arrestato all'alba di martedì con l'accusa di associazione eversiva. Il gip, comunque, non ha convalidato il fermo in mancanza del presupposto del pericolo di fuga. Per quanto riguarda le indagini sembra confermato che nel gruppo anarchico non c'era soltanto Luca Farris. Sia perchè sui volantini di rivendicazione ci sono tre scritture diverse. Sia perché delle quarantotto impronte digitali rilevate nel corso delle indagini, soltanto nove apparterrebbero al giovane. E ancora. Il testimone oculare dell'attentato dell'11 gennaio scorso contro il distributore Esso di Decimomannu (Cagliari) ha descritto l'attentatore come un uomo di 50 anni, robusto e molto alto. Tutto il contrario di Farris.

'''Roma'''

E' stato inaugurato questa mattina dell''Assessore alle Politiche Sociali e Promozione della Salute del Comune di Roma, Raffaela Milano, dall'Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Roma, Claudio Cecchini, e dal Presidente del V Municipio, Ivano Caradonna, il Centro di accoglienza per persone senza fissa dimora e il Centro di accoglienza per nuclei Madre con bambino. La nuova struttura dedicata alla prima accoglienza e' all'interno di una palazzina di due piani, una ex fabbrica ristrutturata, a pochi passi dalla stazione della metropolitana. Nel dettaglio il centro di accoglienza per senza fissa dimora puo' ospitare fino a 50 persone. Il centro di accoglienza per nuclei Madre con bambino conta 50 posti e ulteriori 40, finanziati dalla Provincia di Roma, sono destinati a cittadini stranieri, con per un totale di 140 posti. La struttura operativa da circa un mese, e' dotata di una terrazza, una sala ricreativa e uffici di prima accoglienza per le emergenze.

'''Russia'''

Con una bomba, probabilmente azionata da una persona, i ribelli ceceni tornano a colpire a mosca. Una bomba fatta esplodere in un vagone della metropolitana nell'ora di punta e che, secondo il ministero dell'Interno russo, ha ucciso almeno 39 persone e ne ha ferite 122.
Alle 8,40 ora locale, secondo una ricostruzione della polizia, una persona si è fatto esplodere in un vagone della metropolitana. Il mezzo è stato devastato dallo scoppio mentre un incendio è divampato nel giro di pochi minuti.
Immediato l'arrivo di vigili del fuoco, ambulanze e forze dell'ordine che hanno isolato la zona dell'esplosione, mentre dai tunnel della Metro uscivano colonne di fumo. I vigili del fuoco hanno evacuato dalle gallerie circa settecento persone ma di fatto un bilancio preciso della tragedia non è ancora possibile.
Durissima la reazione del presidente Vladimir Putin convinto che l'attentato sia contro di lui in vista delle prossime elezioni e che ha chiesto al mondo unione contro "la peste del XXI secolo". "Con i terroristi - ha detto Putin - la Russia non tratta, li elimina".

'''Russia'''

Voci per il ripristino dell' applicazione della pena di morte in Russia, per i reati di terrorismo, sono tornate a echeggiare oggi alla Duna (Camera dei deputati) dopo il sanguinoso attentato nel metro' di Mosca. Dmitri Rogozin, copresidente del movimento socialnazionalista 'Rodina' e convinto assertore della pena capitale, ha chiesto ''una riposta dura ai terroristi'', da lui accusati di voler destabilizzare le elezioni presidenziali russe di marzo. Secondo Rogozin, non dovrebbe essere esclusa neppure la possibile introduzione dello stato di emergenza nel Paese, oltre al richiamo in servizio del boia. La pena di morte in Russia non e' stata ancora abolita dal codice con un voto del Parlamento, ma una moratoria assoluta su tutte le esecuzioni e' in vigore da circa otto anni, sulla base di un decreto firmato dall'allora presidente Boris Ieltsin.


'''Siria'''

L'amministrazione statunitense sta preparando un rapporto sulla sua politica verso la Siria, che potrebbe portare al varo di nuove sanzioni contro Damasco. Secondo gli usa la siria avrebbe ripreso la fornitura di armi alla milizia sciita libanese dell'Hezbollah, malgrado Washington abbia piu' volte chiarito che i rapporti bilaterali potranno migliorare solo se cesseranno gli aiuti ai gruppi estremisti. In particolare, affermano fonti americane e israeliane, la Siria si e' servita in dicembre di un aereo di aiuti per i terremotati iraniani, caricandolo al ritorno di armi leggere ed esplosivi destinati all'Hezbollah e ad Hamas, due gruppi estremisti islamici ostili ad Israele. Ma la notizia all'epoca fu già smentita dalla siria e dallo steso iran.
Eventuali sanzioni si baserebbero sul Syria accountability act (legge sulla responsabilita' della Siria), approvato l'anno scorso, che chiede a Damasco azioni decise contro i gruppi terroristici finora protetti dal paese arabo.

'''Irak'''

Oggi centinaia di iracheni di una citta'sunnita, a 80 km a ovest di Baghdad, hanno manifestato davanti a una base militare americana per chiedere la liberazione dei prigionieri e la fine delle perquisizioni nelle case. I manifestanti si sono riuniti davanti all'entrata della base e hanno iniziato a recitare la preghiera musulmana del venerdi' La regione sunnita a ovest di Baghdad e'teatro di numerosi scontri tra iracheni e forze americane

'''Irak'''

Due iracheni sono stati uccisi e due bambini sono rimasti feriti oggi da colpi d'arma da fuoco, durante un attacco contro un posto di blocco americano a Samarra, a 125 chilometri a nord di Baghdad. Lo hanno riferito testimoni e una fonte ospedaliera. ''Alle 11.45 (9.45 italiane) due passeggeri a bordo di una vettura giapponese rossa hanno lanciato un razzo anticarro contro un posto di blocco americano nel quartier al Zraa senza colpire i militari. Immediatamente dopo sono riusciti a fuggire'', ha detto un commerciante vicino al luogo dell'attentato. Gli americani, ha detto la stessa fonte, ''rispondendo hanno ucciso un passante e un automobilista e ferito due bambini''. All'accettazione nell'ospedale di Samarra, i medici hanno confermato la morte di due uomini di 25 e 62 anni per un colpo d'arma da fuoco, mentre due bambini di 13 e 14 anni sono rimasti feriti. Un portavoce dell'esercito americano ha detto che si sarebbe informato sull'accaduto.


'''Londra'''

Si consuma un altro capitolo nella spaccatura tra il Labour di Tony Blair ed i sindacati. Il Rail Maritime and Transport Union (Rmt), che rappresenta ferrovieri e marittimi, ha rotto gli storici legami con il partito alla cui fondazione aveva contribuito nel 1906. Durante un congresso straordinario tenutosi oggi a Glasgow, in Scozia, i delegati hanno respinto - per 42 a 8 - l'ultimatum laburista di sospendere il finanziamento ad altri partiti politici. L'ultimatum scade domani a mezzogiorno. Da quel momento l'Rmt - che aveva anche un posto in direzione - sara' ufficialmente fuori dal partito laburista. Durissime sono state le parole pronunciate oggi del segretario generale Bob Crow che ha accusato il Labour di arroganza e Blair di tradire gli interessi dei lavoratori. L'Rmt e' il primo sindacato a rompere l'affiliazione con il Labour, ma altri potrebbero seguire. I rapporti fra Tony Blair ed le union sono difficili da tempo. Il Trade Union Congress (Tuc), la confederazione sindacale britannica, non perdona al premier di non aver cancellato le leggi anti-sciopero introdotte da Margaret Thatcher, di perseguire una politica di privatizzazione dei servizi pubblici e di flessibilita' del mercato del lavoro. La guerra in Iraq ha teso ulteriormente la corda.

'''Chiapas'''

Un parlamentare dello stato messicano del Chiapas ha chiesto l'intervento dell'Istituto nazionale delle migrazioni per ottenere l'espulsione di decine di cittadini stranieri che si trovano da tempo nelle zone dove vivono gli indios simpatizzanti dell'Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln). Luis Gabriel Sanchez, presidente della Commissione ecologia del Parlamento del Chiapas, ha detto che gli stranieri forniscono appoggio morale e logistico agli zapatisti e che a suo avviso ''costituzionalmente, essi stanno trasgredendo i limiti del loro visto turistico''. Regolarmente, organizzazioni non governative e movimenti sociali e politici di vari paesi del mondo, fra cui l'Italia, inviano delegazioni in Chiapas per sostenere le posizioni dell'Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) guidato dal subcomandante Marcos, sollevatosi in armi dieci anni fa.

'''Bolivia'''

Quella che il prossimo 23 marzo arriverà sulla scrivania – o forse più facilmente nei dintorni della stessa – del segretario generale delle Nazioni Unite, il ghanese Kofi Annan, sarà la più lunga (e pesante) lettera mai giunta al Palazzo di Vetro. È cominciata oggi in Bolivia, infatti, la raccolta nazionale di missive per la sensibilizzazione dell’Onu sulla questione dell’accesso al mare. L’iniziativa, lanciata dall’Unione della gioventù boliviana, ha avuto la formale benedizione del presidente Carlos Mesa che però, a causa di impegni di lavoro, non ha potuto partecipare all’unione (con nastro adesivo) delle prime 400 lettere inviate da altrettanti abitanti di La Paz per sollecitare le Nazioni Unite a fare da intermediario tra Cile e Bolivia per uno sbocco boliviano sull’Oceano Pacifico. Entro la metà di marzo gli organizzatori vorrebbero già aver unito le 50mila lettere necessarie a raggiungere la lunghezza record di dieci chilometri (per tre tonnellate di peso). Dallo scorso dicembre il governo boliviano ha lanciato un’‘offensiva’ diplomatica e mediatica per recuperare un accesso all’Oceano Pacifico che potrebbe rappresentare un toccasana per l’asfittica economia nazionale (la Bolivia è uno dei Paesi più poveri del continente). Molti osservatorio non escludono che la questione, da sempre molto sentita nello Stato andino, sia stata sollevata dall’esecutivo di Mesa e dalle forze politiche che lo appoggiano con lo scopo di creare una valvola di sfogo alle pulsioni sociali che attraversano tutto il Paese.
Questa iniziativa in realtà mira a far dimenticare le mobilitazioni contro la politica economica del paese, il probabile rinvio del referendum sul gas, facendo leva su un sentimento pseudo patriottico della vecchia guerra col cile. Ma non tutti ci stanno,e già diversi settori di quello che è stato il forte movimento contro la svendita del gas hanno annunciato di non voler cessare le lotte, e di non cadere nelle trappole nazionaliste.

'''Colombia'''

Una fazione paramilitare di circa 1000 combattenti, attiva in 32 località del nordovest della Colombia, ha annunciato di essere disposta a rinunciare alla lotta armata se il governo acconsentirà ad applicare pene alternative contro i suoi uomini accusati di gravi crimini. “Siamo pronti per iniziare il processo di pace” ha detto un comandante ‘paras’ - identificatosi come ‘Marlon’ – incontrando un gruppo di giornalisti in località La Ceja, nel dipartimento nordorientale di Antioquia. Finora, nell’ambito del negoziato avviato ufficialmente la scorsa estate tra il governo del presidente Alvaro Uribe e le Auc (Autodifese unite della Colombia), sono circa un migliaio i ‘paras’ che hanno deposto le armi: 870 a Medellín, capoluogo di Antioquia, e 150 in una regione del sudovest. L’obiettivo dei colloqui in corso è il disarmo di 18mila-20mila paramilitari delle Auc e di alcuni gruppi minori entro il 31 dicembre 2005.


'''Mutiliazioni'''
 
Ricorre oggi la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili: una pratica che tocca 130 milioni di donne nel mondo, due milioni di bambine ogni anno. Il rituale e' diffuso in 28 paesi africani, in alcuni asiatici e nelle comunita' di immigrati in Europa. Per l'occasione, Amnesty International ha rivolto un appello a tutti i governi affinche' siano adottate misure per garantire effettiva protezione alle bambine.


=== GR ORE 13.00 ===

'''ACCIAIERIE TERNI: IN 25 MILA AL CORTEO'''

Venticinquemila persone hanno preso parte alla manifestazione di Terni in difesa dei posti di lavoro alle Acciaierie. La stima e' ritenuta attendibile sia dalla Questura che dagli organizzatori.
La giornata di sciopero generale cittadino è iniziata verso le 9.00, nel cuore di Terni, all'insegna di striscioni e slogans contro la multinazionale tedesca ed in paricolar modo, contro i suoi vertici.
Alla protesta si sono uniti anche studenti universitari della sezione distaccata dell'ateneo perugino che dopo aver vestito tute bianche hanno affisso sulla facciata di palazzo Spada sede del Comune, un grosso telo, con il marchio della Thyssen Krupp trasforamato in teschio, sanguinante.
E a Torino i lavoratori dello stabilimento torinese della Acciai Speciali Terni (Ast) di Torino, del gruppo Thyssen Krupp, hanno scioperato oggi otto ore ''per dire no alla chiusura di Terni e chiedere il mantenimento dei livelli occupazionali in Italia''. Un corteo e' partito alle 9 da corso Regina Margherita, dove ha sede lo stabilimento, e ha raggiunto il Comune di Torino dove una delegazione di sindacati ed Rsu e' stata ricevuta dal sindaco Sergio Chiamparino. La protesta si e' svolta in concomitanza con lo sciopero generale della provincia di Terni.

'''SCIOPERI: FERMO DI 8 ORE NEI GRANDI CANTIERI A TORINO'''

 I grandi cantieri di Torino - piu' di 3.000 fra Alta Velocita', Giochi Olimpici e Metropolitana - sono in gran parte fermi oggi per lo sciopero generale di otto ore della provincia, indetto dai sindacati di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil ''contro gli infortuni e gli incidenti mortali e il lavoro nero''. Un migliaio di lavoratori ha partecipato al corteo che ha raggiunto piazza Castello, davanti alla Prefettura, dove hanno parlato i segretari generali nazionali Franco Martini (Fillea), Domenico Pesenti (Filca) e Franco Marabottini (Feneal). Secondo i sindacati, l'adesione e' stata del 100% nei cantieri della Metropolitana Linea 3 e dell'80% in quelli della Metropolitana Centro, dell'80% nei cantieri dell'Alta velocita', del 60% in quelli del Passante Ferroviario. ''Negli ultimi due anni - hanno denunciato i sindacalisti - il lavoro e' aumentato con un incremento parallelo degli infortuni. Questo nonostante la crescita abbia interessato soprattutto il settore pubblico, dove le attivita' lavorative dovrebbero svolgersi in maniera piu' sicura e regolare''. I sindacati chiedono alle istituzioni e alle imprese ''di adoperarsi per garantire la sicurezza nei cantieri, oltre all'applicazione del documento unico di regolarita' contributiva per favorire l'emersione del sommerso''. Timori riguardano anche i cantieri per le Olimpiadi del 2006 che saranno aperti in primavera.


'''CASA: FORMIGONI, FUORI LUOGO ACCUSE RAZZISMO A REGOLAMENTO'''
In merito alle 'crepe' all'interno della maggioranza durante la votazione del regolamento, Formigoni precisa: ''si tratta di atti di governo che la maggioranza ha valutato e deciso. Il voto ha rispecchiato il pieno sostegno di tutte le forze''. Ai sindacati che si sentono 'traditi' dalla nuova legge regionale e che chiedono un incontro urgente, il presidente lombardo risponde: ''ho sempre accettato di incontrarli e parlare. Non ci sara' difficolta' anche questa volta. Va comunque tenuto presente che il potere di fare le leggi e' del Consiglio regionale''.

ROMA: INCENDIO BARACCA, DONNA USTIONATA

 Roma, 6 feb. - Una donna romena di 51 anni, B. G., e' rimasta ustionata la scorsa notte in un incendio nella sua baracca in lungotevere di Pietra Papa a San Paolo, causato dallo scoppio da una bombola da campeggio usata per cucinare. B. G. e' stata ricoverata all'ospedale Sant'Eugenio con 25 giorni di prognosi per ustioni di primo e secondo grado con ustioni al volto, alle braccia e al torace. A soccorrere la donna e' stato un conoscente e connazionale che l'ha tirata fuori dalla baracca in fiamme e l'ha accompagnata a ponte Marconi dove B. G. e' stata poi caricata su un'ambulanza. La baracca e' andata completamente distrutta.
Roma, 6 feb. - (Adnkronos) - Una donna romena di 51 anni, B. G., e' rimasta ustionata la scorsa notte in un incendio nella sua baracca in lungotevere di Pietra Papa a San Paolo, causato dallo scoppio da una bombola da campeggio usata per cucinare. B. G. e' stata ricoverata all'ospedale Sant'Eugenio con 25 giorni di prognosi per ustioni di primo e secondo grado con ustioni al volto, alle braccia e al torace. A soccorrere la donna e' stato un conoscente e connazionale che l'ha tirata fuori dalla baracca in fiamme e l'ha accompagnata a ponte Marconi dove B. G. e' stata poi caricata su un'ambulanza. La baracca e' andata completamente distrutta.


'''RUSSIA'''
 ATTENTATO METRO DI MOSCA, DECINE DI MORTI
Un attentato dinamitardo, forse suicida, in una vettura del metro al centro di Mosca, ha provocato decine di morti e oltre 100 feriti e il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto a tutto il mondo di unirsi nella guerra contro il terrorismo, ''questa peste del xxi secolo''. Le fonti ufficiali parlano di almeno 30 morti e 70 feriti, mentre secondo fonti ospedaliere e dei soccorritori i morti sarebbero almeno 40 e forse 50 mentre numerosi feriti versano in gravi condizioni. L'esplosione e' avvenuta alle 08:40 (06:40 italiane) in un'ora di punta, devastando la seconda vettura del convoglio in corsa dove si trovavano circa 1.500 persone. Inizialmente, anche sulla base del denso fumo levatosi dal treno, si era parlato di un incendio sviluppatosi dopo l'esplosione, ma testimoni oculari hanno detto che non ci sarebbero state fiamme. Il presidente Vladimir Putin, subito informato, ha detto che solo un'alleanza con le altre nazioni caucasiche e con il resto del mondo puo' consentire una vittoria contro il terrorismo. La linea del metro fra Pavelevskaia e Avtozavodkaia dove e' avvenuta l'esplosione e' completamente bloccata e 700 persone che si trovavano sulle altre vetture del convoglio sono state evacuate dai vigili del fuoco e riportate in superficie. Il convoglio colpito e' stato trasportato alla stazione di Avtozavodskaia. Per tutta la mattina ambulanze hanno continuato ad arrivano sul posto da tutte le parti della citta'. Secondo il portavoce della polizia Kirill Mazurin non v'e' dubbio che si sia trattato di un attentato terroristico ma non si conferma ufficialmente l'ipotesi, avanzata da alcune fonti della polizia, secondo cui si sarebbe trattato di un'azione kamikaze. Secondo l'Fsb i terroristi suicidi sarebbero addestrati da Al Qaida e da altre organizzaizoni internazionali. Questo attentato e' l'ennesimo nella capitale dopo che la guerriglia cecena aveva annunciato lo scorso anno l'estensione della guerra a tutto il territorio della Federazione di fronte al rifiuto delle autorita' russe a qualsiasi negoziato di pace con i ribelli e di fronte a quello che viene definito ''il genocidio del popolo ceceno''. L'attentato fa seguito all'azione di una donna kamikaze poco lontano dalla Duma di Mosca lo scorso dicembre che causo' 6 morti e 14 feriti. Lo scorso luglio 15 persone erano morte e 39 erano rimaste ferite in seguito all'azione di due donne kamikaze fattesi esplodere ad un festival rock alla periferia della capitale. Nell'ottobre del 2002 un commando ceceno aveva preso in ostaggio al teatro Dubrovka di Mosca 800 persone gran parte delle quali erano poi state liberate con un blitz delle forze speciali. Ma 130 ostaggi erano morti, quasi tutti apparentemente per l'uso di un gas paralizzante usato per mettere fuori gioco i terroristi. Non si parla ancora esplicitamente di guerriglia cecena, anche se questa e' automaticamente la principale sospetta. Il comandante militare ribelle Shamil Basayev ha rivendicato i principali attentati terroristici in Cecenia e nel resto della Russia che dalla fine del 2002 hanno fatto centinaia di vittime. Ed e' in corso uno scontro in seno alla guerriglia fra Basayev e l'ala politica del governo di Aslan Maskhadov che ha ripetutamente denunciato e vietato qualsiasi atto terroristico contro la popolazione civile. Maskhadov aveva sospeso Basayev da comandante di tutta la guerriglia dopo il sequestro al teatro Dubrovka da lui organizzato. Alla sospensione non era seguita una rottura, ma recentemente Basayev aveva duramente criticato il ministro degli esteri ribelli Ilyas Akhmadov che aveva, al pari di Maskhadov condannato gli attacchi contro civili. Akhmadov nei giorni scorsi aveva reagito affermando che Basayev con le sue azioni mette in pericolo la sopravvivenza stessa del popolo ceceno dando il destro alle autorita' russe di accusare la resistenza di essere un'organizzazione terroristica.

'''PALESTINA'''

M.O./PRESTO NOTI NOMI ATTENTATORI DEI 3 DIPLOMATICI USA A GAZA

Lo ha annunciato una fonte della sicurezza palestinese alla Kuna Roma, 6 feb. - Saranno presto resi noti i nomi dei responsabili dell 'attentato compiuto lo scorso 15 ottobre al valico di Eretz nel quale hanno perso la vita tre responsabili della sicurezza dell'ambasciata americana in Israele. Lo ha annunciato una fonte della sicurezza palestinese a Gaza, all' agenzia araba Kuna. Secondo la fonte, al massimo entro domani verranno diffusi i nomi dei responsabili dell'attentato che sarebbero già stati individuati. Le persone accusate di questo attentato verranno giudicate da un tribunale palestinese e saranno confrontati con le prove raccolte dalla polizia a loro carico. Nei giorni scorsi l'amministrazione americana aveva annunciato l'istituzione di una taglia sulla testa dei responsabili della morte dei tre americani di 5 milioni di dollari. L'Autorità Nazionale palestinese aveva formato una commissione di inchiesta per scoprire i responsabili dell'attentato.


'''IMMIGRAZIONE'''
SPAGNA: L'AVVOCATURA RICORRE CONTRO LA LEGGE SULL'IMMIGRAZIONE
Roma, 6 feb - Il Consiglio generale dell'avvocatura spagnola ha invitato il difensore civico Enrique Mugica a presentare un ricorso di incostituzionalita' contro diversi articoli della legge sull'immigrazione, modificata dal governo di centro destra nel 2003. Uno degli aspetti piu' contestati della nuova normativa riguarda la gestione da parte delle forze di polizia e dell'amministrazione pubblica dei dati personali dei cittadini stranieri ''irregolari''. Nel mirino del Consiglio generale ci sono anche le disposizioni riguardanti le condizioni dei centri di internamento degli ''irregolari'', le procedure di regolarizzazione, l'espulsione degli stranieri.



 '''GONAIVES: GRUPPO ARMATO PRENDE D’ASSALTO STAZIONE DELLA POLIZIA'''
 
Gravi disordini ieri a Gonaives, 90 chilometri a nordovest di Pourt-au-Prince, capitale dell’isola caraibica di Haiti, quando un gruppo di uomini armati, oppositori del presidente Jean-Bertrand Aristide, hanno dato alle fiamme diversi edifici, incluso la casa del sindaco e una stazione della polizia, ingaggiando una strenuo conflitto a fuoco con gli agenti per le vie della città. Durante la sparatoria sono riamaste uccise 4 persone. Il gruppo di aggressori appartiene al ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ – che in passato si faceva chiamare ‘Esercito cannibale’ – una formazione fino a poco tempo fa vicina la presidente Aristide, ma che ha preso le distanze dal governo dopo l’assassinio del suo leader, Amiot Metayer, trovato morto in circostanze poco chiare a settembre dello scorso anno. I seguaci di Metayer accusano il governo di essere implicato nell’omicidio. Prima di avventarsi contro la stazione della polizia, gli uomini del ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ hanno assalito l’abitazione privata del sindaco Stephan Moise, appiccando il fuoco alla casa e poi anche alla stazione di benzina di proprietà del primo cittadino. Gli aggressori hanno urlato per tutto il tempo frasi contro il presidente Jean-Bertrand Aristide, incolpandolo della crisi sociale e politica in cui versa la piccola nazionale caraibica e intimandogli di lasciare il potere. Nelle ultime settimane si sono intensificate le manifestazioni anti-governative ad Haiti, il Paese più povero del continente americano, soprattutto nella capitale Port-au-Prince. Quasi ogni giorno migliaia di dimostranti, molti dei quali appartenenti all’opposizione politica e ad una coalizione di organizzazioni della società civile, sono scesi nelle strade a chiedere le dimissioni del presidente, il cui mandato scade tra due anni.

GR ORE 19.30

ACCIAIERIE TERNI: IN 25 MILA AL CORTEO

Venticinquemila persone hanno preso parte alla manifestazione di Terni in difesa dei posti di lavoro alle Acciaierie. La stima e' ritenuta attendibile sia dalla Questura che dagli organizzatori. La giornata di sciopero generale cittadino è iniziata verso le 9.00, nel cuore di Terni, all'insegna di striscioni e slogans contro la multinazionale tedesca ed in paricolar modo, contro i suoi vertici. Alla protesta si sono uniti anche studenti universitari della sezione distaccata dell'ateneo perugino che dopo aver vestito tute bianche hanno affisso sulla facciata di palazzo Spada sede del Comune, un grosso telo, con il marchio della Thyssen Krupp trasforamato in teschio, sanguinante. E a Torino i lavoratori dello stabilimento torinese della Acciai Speciali Terni (Ast) di Torino, del gruppo Thyssen Krupp, hanno scioperato oggi otto ore per dire no alla chiusura di Terni e chiedere il mantenimento dei livelli occupazionali in Italia. Un corteo e' partito alle 9 da corso Regina Margherita, dove ha sede lo stabilimento, e ha raggiunto il Comune di Torino dove una delegazione di sindacati ed Rsu e' stata ricevuta dal sindaco Sergio Chiamparino. La protesta si e' svolta in concomitanza con lo sciopero generale della provincia di Terni.

SCIOPERI: FERMO DI 8 ORE NEI GRANDI CANTIERI A TORINO

  • I grandi cantieri di Torino - piu' di 3.000 fra Alta Velocita', Giochi Olimpici e Metropolitana - sono in gran parte fermi oggi per lo sciopero generale di otto ore della provincia, indetto dai sindacati di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil contro gli infortuni e gli incidenti mortali e il lavoro nero. Un migliaio di lavoratori ha partecipato al corteo che ha raggiunto piazza Castello, davanti alla Prefettura, dove hanno parlato i segretari generali nazionali Franco Martini (Fillea), Domenico Pesenti (Filca) e Franco Marabottini (Feneal). Secondo i sindacati, l'adesione e' stata del 100% nei cantieri della Metropolitana Linea 3 e dell'80% in quelli della Metropolitana Centro, dell'80% nei cantieri dell'Alta velocita', del 60% in quelli del Passante Ferroviario. Negli ultimi due anni - hanno denunciato i sindacalisti - il lavoro e' aumentato con un incremento parallelo degli infortuni. Questo nonostante la crescita abbia interessato soprattutto il settore pubblico, dove le attivita' lavorative dovrebbero svolgersi in maniera piu' sicura e regolare. I sindacati chiedono alle istituzioni e alle imprese di adoperarsi per garantire la sicurezza nei cantieri, oltre all'applicazione del documento unico di regolarita' contributiva per favorire l'emersione del sommerso. Timori riguardano anche i cantieri per le Olimpiadi del 2006 che saranno aperti in primavera.

Milano

e amnifestazione anche a milano (volantino)

Umbria

Diciassette consiglieri regionali dell'Umbria, tra cui il presidente del Consiglio regionale, il presidente della Giunta e 3 assessori, hanno firmato un appello che chiede al governo italiano di adoperarsi con il governo turco affinche' il leader curdo Abdullah Ocalan, che versa in pessime condizioni di salute, tali da far temere per la propria vita, venga trasferito in un altro penitenziario e venga sottoposto a condizioni carcerarie piu' umane, con la fine dell'isolamento e del regime di tortura al quale e' sottoposto. L'appello, che fa propria un'analoga iniziativa di Amnesty International alla Turchia, e' stato sottoscritto da consiglieri regionali di diversi partiti.

Cpt

Politiche restrittive del governo che riducono le vie di ingresso legale e rendono sempre piu' precaria la condizione dei cittadini stranieri gia' presenti sul territorio nazionale, la causa dei principali episodi di cronaca che hanno recentemente coinvolto i Cpt italiani, in particolare quello di Bologna in via Mattei, rispetto al quale la procura ha aperto una inchiesta per un caso di psicofarmaci. E' quanto sostiene la Regione Emilia Romagna che dichiara di voler adottare tutti gli strumenti possibili per ottenere la chiusura dei Cpt.

Siena

Non è andato tutto come previsto al convegno organizzato dalla Cna a Santa Maria della Scala, a Siena, al quale interveniva anche il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo. Un gruppo di giovani sono entrati nella sala e, dopo aver steso uno striscione, hanno cercato di leggere un volantino avvicinandosi al palco dove Montezemolo e gli altri intervenuti stavano parlando. 'Undici famiglie, quattro bambini, sfrattati - discutiamo di questo', si leggeva nello striscione. Ma i giornalisti i ncaricati di gestire il convegno li hanno fatti allontanare dalla polizia. Ed e' stato il presidente della fondazione del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, a dare voce ai giovani che gia' se ne erano andati. Dal palco, infatti, Mussari ha letto il volantino, spiegando che, secondo lui, ne avevano diritto. La contestazione riguarda un sfratto esecutivo di alcuni poderi situati alla 'Fattoria di Fungaia', alla periferia di Siena, dove abitano 11 famiglie che coltivano il terreno e allevano alcune bestie. Lo sfratto e' stato fissato dal giudice perche' la zona dovrebbe essere soggetta ad una ristrutturazione e dovrebbe diventare un centro residenziale-turistico.

Sardegna

A 24 ore dall'interrogatorio in carcere il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari ha disposto la custodia cautelare (per esigenze legate all'accertamento dei fatti contestati) di Luca Farris (25 anni), arrestato all'alba di martedì con l'accusa di associazione eversiva. Il gip, comunque, non ha convalidato il fermo in mancanza del presupposto del pericolo di fuga. Per quanto riguarda le indagini sembra confermato che nel gruppo anarchico non c'era soltanto Luca Farris. Sia perchè sui volantini di rivendicazione ci sono tre scritture diverse. Sia perché delle quarantotto impronte digitali rilevate nel corso delle indagini, soltanto nove apparterrebbero al giovane. E ancora. Il testimone oculare dell'attentato dell'11 gennaio scorso contro il distributore Esso di Decimomannu (Cagliari) ha descritto l'attentatore come un uomo di 50 anni, robusto e molto alto. Tutto il contrario di Farris.

Roma

E' stato inaugurato questa mattina dellAssessore alle Politiche Sociali e Promozione della Salute del Comune di Roma, Raffaela Milano, dall'Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Roma, Claudio Cecchini, e dal Presidente del V Municipio, Ivano Caradonna, il Centro di accoglienza per persone senza fissa dimora e il Centro di accoglienza per nuclei Madre con bambino. La nuova struttura dedicata alla prima accoglienza e' all'interno di una palazzina di due piani, una ex fabbrica ristrutturata, a pochi passi dalla stazione della metropolitana. Nel dettaglio il centro di accoglienza per senza fissa dimora puo' ospitare fino a 50 persone. Il centro di accoglienza per nuclei Madre con bambino conta 50 posti e ulteriori 40, finanziati dalla Provincia di Roma, sono destinati a cittadini stranieri, con per un totale di 140 posti. La struttura operativa da circa un mese, e' dotata di una terrazza, una sala ricreativa e uffici di prima accoglienza per le emergenze.

Russia

Con una bomba, probabilmente azionata da una persona, i ribelli ceceni tornano a colpire a mosca. Una bomba fatta esplodere in un vagone della metropolitana nell'ora di punta e che, secondo il ministero dell'Interno russo, ha ucciso almeno 39 persone e ne ha ferite 122. Alle 8,40 ora locale, secondo una ricostruzione della polizia, una persona si è fatto esplodere in un vagone della metropolitana. Il mezzo è stato devastato dallo scoppio mentre un incendio è divampato nel giro di pochi minuti. Immediato l'arrivo di vigili del fuoco, ambulanze e forze dell'ordine che hanno isolato la zona dell'esplosione, mentre dai tunnel della Metro uscivano colonne di fumo. I vigili del fuoco hanno evacuato dalle gallerie circa settecento persone ma di fatto un bilancio preciso della tragedia non è ancora possibile. Durissima la reazione del presidente Vladimir Putin convinto che l'attentato sia contro di lui in vista delle prossime elezioni e che ha chiesto al mondo unione contro "la peste del XXI secolo". "Con i terroristi - ha detto Putin - la Russia non tratta, li elimina".

Russia

Voci per il ripristino dell' applicazione della pena di morte in Russia, per i reati di terrorismo, sono tornate a echeggiare oggi alla Duna (Camera dei deputati) dopo il sanguinoso attentato nel metro' di Mosca. Dmitri Rogozin, copresidente del movimento socialnazionalista 'Rodina' e convinto assertore della pena capitale, ha chiesto una riposta dura ai terroristi, da lui accusati di voler destabilizzare le elezioni presidenziali russe di marzo. Secondo Rogozin, non dovrebbe essere esclusa neppure la possibile introduzione dello stato di emergenza nel Paese, oltre al richiamo in servizio del boia. La pena di morte in Russia non e' stata ancora abolita dal codice con un voto del Parlamento, ma una moratoria assoluta su tutte le esecuzioni e' in vigore da circa otto anni, sulla base di un decreto firmato dall'allora presidente Boris Ieltsin.

Siria

L'amministrazione statunitense sta preparando un rapporto sulla sua politica verso la Siria, che potrebbe portare al varo di nuove sanzioni contro Damasco. Secondo gli usa la siria avrebbe ripreso la fornitura di armi alla milizia sciita libanese dell'Hezbollah, malgrado Washington abbia piu' volte chiarito che i rapporti bilaterali potranno migliorare solo se cesseranno gli aiuti ai gruppi estremisti. In particolare, affermano fonti americane e israeliane, la Siria si e' servita in dicembre di un aereo di aiuti per i terremotati iraniani, caricandolo al ritorno di armi leggere ed esplosivi destinati all'Hezbollah e ad Hamas, due gruppi estremisti islamici ostili ad Israele. Ma la notizia all'epoca fu già smentita dalla siria e dallo steso iran. Eventuali sanzioni si baserebbero sul Syria accountability act (legge sulla responsabilita' della Siria), approvato l'anno scorso, che chiede a Damasco azioni decise contro i gruppi terroristici finora protetti dal paese arabo.

Irak

Oggi centinaia di iracheni di una citta'sunnita, a 80 km a ovest di Baghdad, hanno manifestato davanti a una base militare americana per chiedere la liberazione dei prigionieri e la fine delle perquisizioni nelle case. I manifestanti si sono riuniti davanti all'entrata della base e hanno iniziato a recitare la preghiera musulmana del venerdi' La regione sunnita a ovest di Baghdad e'teatro di numerosi scontri tra iracheni e forze americane

Irak

Due iracheni sono stati uccisi e due bambini sono rimasti feriti oggi da colpi d'arma da fuoco, durante un attacco contro un posto di blocco americano a Samarra, a 125 chilometri a nord di Baghdad. Lo hanno riferito testimoni e una fonte ospedaliera. Alle 11.45 (9.45 italiane) due passeggeri a bordo di una vettura giapponese rossa hanno lanciato un razzo anticarro contro un posto di blocco americano nel quartier al Zraa senza colpire i militari. Immediatamente dopo sono riusciti a fuggire, ha detto un commerciante vicino al luogo dell'attentato. Gli americani, ha detto la stessa fonte, rispondendo hanno ucciso un passante e un automobilista e ferito due bambini. All'accettazione nell'ospedale di Samarra, i medici hanno confermato la morte di due uomini di 25 e 62 anni per un colpo d'arma da fuoco, mentre due bambini di 13 e 14 anni sono rimasti feriti. Un portavoce dell'esercito americano ha detto che si sarebbe informato sull'accaduto.

Londra

Si consuma un altro capitolo nella spaccatura tra il Labour di Tony Blair ed i sindacati. Il Rail Maritime and Transport Union (Rmt), che rappresenta ferrovieri e marittimi, ha rotto gli storici legami con il partito alla cui fondazione aveva contribuito nel 1906. Durante un congresso straordinario tenutosi oggi a Glasgow, in Scozia, i delegati hanno respinto - per 42 a 8 - l'ultimatum laburista di sospendere il finanziamento ad altri partiti politici. L'ultimatum scade domani a mezzogiorno. Da quel momento l'Rmt - che aveva anche un posto in direzione - sara' ufficialmente fuori dal partito laburista. Durissime sono state le parole pronunciate oggi del segretario generale Bob Crow che ha accusato il Labour di arroganza e Blair di tradire gli interessi dei lavoratori. L'Rmt e' il primo sindacato a rompere l'affiliazione con il Labour, ma altri potrebbero seguire. I rapporti fra Tony Blair ed le union sono difficili da tempo. Il Trade Union Congress (Tuc), la confederazione sindacale britannica, non perdona al premier di non aver cancellato le leggi anti-sciopero introdotte da Margaret Thatcher, di perseguire una politica di privatizzazione dei servizi pubblici e di flessibilita' del mercato del lavoro. La guerra in Iraq ha teso ulteriormente la corda.

Chiapas

Un parlamentare dello stato messicano del Chiapas ha chiesto l'intervento dell'Istituto nazionale delle migrazioni per ottenere l'espulsione di decine di cittadini stranieri che si trovano da tempo nelle zone dove vivono gli indios simpatizzanti dell'Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln). Luis Gabriel Sanchez, presidente della Commissione ecologia del Parlamento del Chiapas, ha detto che gli stranieri forniscono appoggio morale e logistico agli zapatisti e che a suo avviso costituzionalmente, essi stanno trasgredendo i limiti del loro visto turistico. Regolarmente, organizzazioni non governative e movimenti sociali e politici di vari paesi del mondo, fra cui l'Italia, inviano delegazioni in Chiapas per sostenere le posizioni dell'Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) guidato dal subcomandante Marcos, sollevatosi in armi dieci anni fa.

Bolivia

Quella che il prossimo 23 marzo arriverà sulla scrivania – o forse più facilmente nei dintorni della stessa – del segretario generale delle Nazioni Unite, il ghanese Kofi Annan, sarà la più lunga (e pesante) lettera mai giunta al Palazzo di Vetro. È cominciata oggi in Bolivia, infatti, la raccolta nazionale di missive per la sensibilizzazione dell’Onu sulla questione dell’accesso al mare. L’iniziativa, lanciata dall’Unione della gioventù boliviana, ha avuto la formale benedizione del presidente Carlos Mesa che però, a causa di impegni di lavoro, non ha potuto partecipare all’unione (con nastro adesivo) delle prime 400 lettere inviate da altrettanti abitanti di La Paz per sollecitare le Nazioni Unite a fare da intermediario tra Cile e Bolivia per uno sbocco boliviano sull’Oceano Pacifico. Entro la metà di marzo gli organizzatori vorrebbero già aver unito le 50mila lettere necessarie a raggiungere la lunghezza record di dieci chilometri (per tre tonnellate di peso). Dallo scorso dicembre il governo boliviano ha lanciato un’‘offensiva’ diplomatica e mediatica per recuperare un accesso all’Oceano Pacifico che potrebbe rappresentare un toccasana per l’asfittica economia nazionale (la Bolivia è uno dei Paesi più poveri del continente). Molti osservatorio non escludono che la questione, da sempre molto sentita nello Stato andino, sia stata sollevata dall’esecutivo di Mesa e dalle forze politiche che lo appoggiano con lo scopo di creare una valvola di sfogo alle pulsioni sociali che attraversano tutto il Paese. Questa iniziativa in realtà mira a far dimenticare le mobilitazioni contro la politica economica del paese, il probabile rinvio del referendum sul gas, facendo leva su un sentimento pseudo patriottico della vecchia guerra col cile. Ma non tutti ci stanno,e già diversi settori di quello che è stato il forte movimento contro la svendita del gas hanno annunciato di non voler cessare le lotte, e di non cadere nelle trappole nazionaliste.

Colombia

Una fazione paramilitare di circa 1000 combattenti, attiva in 32 località del nordovest della Colombia, ha annunciato di essere disposta a rinunciare alla lotta armata se il governo acconsentirà ad applicare pene alternative contro i suoi uomini accusati di gravi crimini. “Siamo pronti per iniziare il processo di pace” ha detto un comandante ‘paras’ - identificatosi come ‘Marlon’ – incontrando un gruppo di giornalisti in località La Ceja, nel dipartimento nordorientale di Antioquia. Finora, nell’ambito del negoziato avviato ufficialmente la scorsa estate tra il governo del presidente Alvaro Uribe e le Auc (Autodifese unite della Colombia), sono circa un migliaio i ‘paras’ che hanno deposto le armi: 870 a Medellín, capoluogo di Antioquia, e 150 in una regione del sudovest. L’obiettivo dei colloqui in corso è il disarmo di 18mila-20mila paramilitari delle Auc e di alcuni gruppi minori entro il 31 dicembre 2005.

Mutiliazioni

Ricorre oggi la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili: una pratica che tocca 130 milioni di donne nel mondo, due milioni di bambine ogni anno. Il rituale e' diffuso in 28 paesi africani, in alcuni asiatici e nelle comunita' di immigrati in Europa. Per l'occasione, Amnesty International ha rivolto un appello a tutti i governi affinche' siano adottate misure per garantire effettiva protezione alle bambine.

GR ORE 13.00

ACCIAIERIE TERNI: IN 25 MILA AL CORTEO

Venticinquemila persone hanno preso parte alla manifestazione di Terni in difesa dei posti di lavoro alle Acciaierie. La stima e' ritenuta attendibile sia dalla Questura che dagli organizzatori. La giornata di sciopero generale cittadino è iniziata verso le 9.00, nel cuore di Terni, all'insegna di striscioni e slogans contro la multinazionale tedesca ed in paricolar modo, contro i suoi vertici. Alla protesta si sono uniti anche studenti universitari della sezione distaccata dell'ateneo perugino che dopo aver vestito tute bianche hanno affisso sulla facciata di palazzo Spada sede del Comune, un grosso telo, con il marchio della Thyssen Krupp trasforamato in teschio, sanguinante. E a Torino i lavoratori dello stabilimento torinese della Acciai Speciali Terni (Ast) di Torino, del gruppo Thyssen Krupp, hanno scioperato oggi otto ore per dire no alla chiusura di Terni e chiedere il mantenimento dei livelli occupazionali in Italia. Un corteo e' partito alle 9 da corso Regina Margherita, dove ha sede lo stabilimento, e ha raggiunto il Comune di Torino dove una delegazione di sindacati ed Rsu e' stata ricevuta dal sindaco Sergio Chiamparino. La protesta si e' svolta in concomitanza con lo sciopero generale della provincia di Terni.

SCIOPERI: FERMO DI 8 ORE NEI GRANDI CANTIERI A TORINO

  • I grandi cantieri di Torino - piu' di 3.000 fra Alta Velocita', Giochi Olimpici e Metropolitana - sono in gran parte fermi oggi per lo sciopero generale di otto ore della provincia, indetto dai sindacati di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil contro gli infortuni e gli incidenti mortali e il lavoro nero. Un migliaio di lavoratori ha partecipato al corteo che ha raggiunto piazza Castello, davanti alla Prefettura, dove hanno parlato i segretari generali nazionali Franco Martini (Fillea), Domenico Pesenti (Filca) e Franco Marabottini (Feneal). Secondo i sindacati, l'adesione e' stata del 100% nei cantieri della Metropolitana Linea 3 e dell'80% in quelli della Metropolitana Centro, dell'80% nei cantieri dell'Alta velocita', del 60% in quelli del Passante Ferroviario. Negli ultimi due anni - hanno denunciato i sindacalisti - il lavoro e' aumentato con un incremento parallelo degli infortuni. Questo nonostante la crescita abbia interessato soprattutto il settore pubblico, dove le attivita' lavorative dovrebbero svolgersi in maniera piu' sicura e regolare. I sindacati chiedono alle istituzioni e alle imprese di adoperarsi per garantire la sicurezza nei cantieri, oltre all'applicazione del documento unico di regolarita' contributiva per favorire l'emersione del sommerso. Timori riguardano anche i cantieri per le Olimpiadi del 2006 che saranno aperti in primavera.

CASA: FORMIGONI, FUORI LUOGO ACCUSE RAZZISMO A REGOLAMENTO In merito alle 'crepe' all'interno della maggioranza durante la votazione del regolamento, Formigoni precisa: si tratta di atti di governo che la maggioranza ha valutato e deciso. Il voto ha rispecchiato il pieno sostegno di tutte le forze. Ai sindacati che si sentono 'traditi' dalla nuova legge regionale e che chiedono un incontro urgente, il presidente lombardo risponde: ho sempre accettato di incontrarli e parlare. Non ci sara' difficolta' anche questa volta. Va comunque tenuto presente che il potere di fare le leggi e' del Consiglio regionale.

ROMA: INCENDIO BARACCA, DONNA USTIONATA

  • Roma, 6 feb. - Una donna romena di 51 anni, B. G., e' rimasta ustionata la scorsa notte in un incendio nella sua baracca in lungotevere di Pietra Papa a San Paolo, causato dallo scoppio da una bombola da campeggio usata per cucinare. B. G. e' stata ricoverata all'ospedale Sant'Eugenio con 25 giorni di prognosi per ustioni di primo e secondo grado con ustioni al volto, alle braccia e al torace. A soccorrere la donna e' stato un conoscente e connazionale che l'ha tirata fuori dalla baracca in fiamme e l'ha accompagnata a ponte Marconi dove B. G. e' stata poi caricata su un'ambulanza. La baracca e' andata completamente distrutta.

Roma, 6 feb. - (Adnkronos) - Una donna romena di 51 anni, B. G., e' rimasta ustionata la scorsa notte in un incendio nella sua baracca in lungotevere di Pietra Papa a San Paolo, causato dallo scoppio da una bombola da campeggio usata per cucinare. B. G. e' stata ricoverata all'ospedale Sant'Eugenio con 25 giorni di prognosi per ustioni di primo e secondo grado con ustioni al volto, alle braccia e al torace. A soccorrere la donna e' stato un conoscente e connazionale che l'ha tirata fuori dalla baracca in fiamme e l'ha accompagnata a ponte Marconi dove B. G. e' stata poi caricata su un'ambulanza. La baracca e' andata completamente distrutta.

RUSSIA

  • ATTENTATO METRO DI MOSCA, DECINE DI MORTI

Un attentato dinamitardo, forse suicida, in una vettura del metro al centro di Mosca, ha provocato decine di morti e oltre 100 feriti e il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto a tutto il mondo di unirsi nella guerra contro il terrorismo, questa peste del xxi secolo. Le fonti ufficiali parlano di almeno 30 morti e 70 feriti, mentre secondo fonti ospedaliere e dei soccorritori i morti sarebbero almeno 40 e forse 50 mentre numerosi feriti versano in gravi condizioni. L'esplosione e' avvenuta alle 08:40 (06:40 italiane) in un'ora di punta, devastando la seconda vettura del convoglio in corsa dove si trovavano circa 1.500 persone. Inizialmente, anche sulla base del denso fumo levatosi dal treno, si era parlato di un incendio sviluppatosi dopo l'esplosione, ma testimoni oculari hanno detto che non ci sarebbero state fiamme. Il presidente Vladimir Putin, subito informato, ha detto che solo un'alleanza con le altre nazioni caucasiche e con il resto del mondo puo' consentire una vittoria contro il terrorismo. La linea del metro fra Pavelevskaia e Avtozavodkaia dove e' avvenuta l'esplosione e' completamente bloccata e 700 persone che si trovavano sulle altre vetture del convoglio sono state evacuate dai vigili del fuoco e riportate in superficie. Il convoglio colpito e' stato trasportato alla stazione di Avtozavodskaia. Per tutta la mattina ambulanze hanno continuato ad arrivano sul posto da tutte le parti della citta'. Secondo il portavoce della polizia Kirill Mazurin non v'e' dubbio che si sia trattato di un attentato terroristico ma non si conferma ufficialmente l'ipotesi, avanzata da alcune fonti della polizia, secondo cui si sarebbe trattato di un'azione kamikaze. Secondo l'Fsb i terroristi suicidi sarebbero addestrati da Al Qaida e da altre organizzaizoni internazionali. Questo attentato e' l'ennesimo nella capitale dopo che la guerriglia cecena aveva annunciato lo scorso anno l'estensione della guerra a tutto il territorio della Federazione di fronte al rifiuto delle autorita' russe a qualsiasi negoziato di pace con i ribelli e di fronte a quello che viene definito il genocidio del popolo ceceno. L'attentato fa seguito all'azione di una donna kamikaze poco lontano dalla Duma di Mosca lo scorso dicembre che causo' 6 morti e 14 feriti. Lo scorso luglio 15 persone erano morte e 39 erano rimaste ferite in seguito all'azione di due donne kamikaze fattesi esplodere ad un festival rock alla periferia della capitale. Nell'ottobre del 2002 un commando ceceno aveva preso in ostaggio al teatro Dubrovka di Mosca 800 persone gran parte delle quali erano poi state liberate con un blitz delle forze speciali. Ma 130 ostaggi erano morti, quasi tutti apparentemente per l'uso di un gas paralizzante usato per mettere fuori gioco i terroristi. Non si parla ancora esplicitamente di guerriglia cecena, anche se questa e' automaticamente la principale sospetta. Il comandante militare ribelle Shamil Basayev ha rivendicato i principali attentati terroristici in Cecenia e nel resto della Russia che dalla fine del 2002 hanno fatto centinaia di vittime. Ed e' in corso uno scontro in seno alla guerriglia fra Basayev e l'ala politica del governo di Aslan Maskhadov che ha ripetutamente denunciato e vietato qualsiasi atto terroristico contro la popolazione civile. Maskhadov aveva sospeso Basayev da comandante di tutta la guerriglia dopo il sequestro al teatro Dubrovka da lui organizzato. Alla sospensione non era seguita una rottura, ma recentemente Basayev aveva duramente criticato il ministro degli esteri ribelli Ilyas Akhmadov che aveva, al pari di Maskhadov condannato gli attacchi contro civili. Akhmadov nei giorni scorsi aveva reagito affermando che Basayev con le sue azioni mette in pericolo la sopravvivenza stessa del popolo ceceno dando il destro alle autorita' russe di accusare la resistenza di essere un'organizzazione terroristica.

PALESTINA

M.O./PRESTO NOTI NOMI ATTENTATORI DEI 3 DIPLOMATICI USA A GAZA

Lo ha annunciato una fonte della sicurezza palestinese alla Kuna Roma, 6 feb. - Saranno presto resi noti i nomi dei responsabili dell 'attentato compiuto lo scorso 15 ottobre al valico di Eretz nel quale hanno perso la vita tre responsabili della sicurezza dell'ambasciata americana in Israele. Lo ha annunciato una fonte della sicurezza palestinese a Gaza, all' agenzia araba Kuna. Secondo la fonte, al massimo entro domani verranno diffusi i nomi dei responsabili dell'attentato che sarebbero già stati individuati. Le persone accusate di questo attentato verranno giudicate da un tribunale palestinese e saranno confrontati con le prove raccolte dalla polizia a loro carico. Nei giorni scorsi l'amministrazione americana aveva annunciato l'istituzione di una taglia sulla testa dei responsabili della morte dei tre americani di 5 milioni di dollari. L'Autorità Nazionale palestinese aveva formato una commissione di inchiesta per scoprire i responsabili dell'attentato.

IMMIGRAZIONE SPAGNA: L'AVVOCATURA RICORRE CONTRO LA LEGGE SULL'IMMIGRAZIONE Roma, 6 feb - Il Consiglio generale dell'avvocatura spagnola ha invitato il difensore civico Enrique Mugica a presentare un ricorso di incostituzionalita' contro diversi articoli della legge sull'immigrazione, modificata dal governo di centro destra nel 2003. Uno degli aspetti piu' contestati della nuova normativa riguarda la gestione da parte delle forze di polizia e dell'amministrazione pubblica dei dati personali dei cittadini stranieri irregolari. Nel mirino del Consiglio generale ci sono anche le disposizioni riguardanti le condizioni dei centri di internamento degli irregolari, le procedure di regolarizzazione, l'espulsione degli stranieri.

  • GONAIVES: GRUPPO ARMATO PRENDE D’ASSALTO STAZIONE DELLA POLIZIA

Gravi disordini ieri a Gonaives, 90 chilometri a nordovest di Pourt-au-Prince, capitale dell’isola caraibica di Haiti, quando un gruppo di uomini armati, oppositori del presidente Jean-Bertrand Aristide, hanno dato alle fiamme diversi edifici, incluso la casa del sindaco e una stazione della polizia, ingaggiando una strenuo conflitto a fuoco con gli agenti per le vie della città. Durante la sparatoria sono riamaste uccise 4 persone. Il gruppo di aggressori appartiene al ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ – che in passato si faceva chiamare ‘Esercito cannibale’ – una formazione fino a poco tempo fa vicina la presidente Aristide, ma che ha preso le distanze dal governo dopo l’assassinio del suo leader, Amiot Metayer, trovato morto in circostanze poco chiare a settembre dello scorso anno. I seguaci di Metayer accusano il governo di essere implicato nell’omicidio. Prima di avventarsi contro la stazione della polizia, gli uomini del ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ hanno assalito l’abitazione privata del sindaco Stephan Moise, appiccando il fuoco alla casa e poi anche alla stazione di benzina di proprietà del primo cittadino. Gli aggressori hanno urlato per tutto il tempo frasi contro il presidente Jean-Bertrand Aristide, incolpandolo della crisi sociale e politica in cui versa la piccola nazionale caraibica e intimandogli di lasciare il potere. Nelle ultime settimane si sono intensificate le manifestazioni anti-governative ad Haiti, il Paese più povero del continente americano, soprattutto nella capitale Port-au-Prince. Quasi ogni giorno migliaia di dimostranti, molti dei quali appartenenti all’opposizione politica e ad una coalizione di organizzazioni della società civile, sono scesi nelle strade a chiedere le dimissioni del presidente, il cui mandato scade tra due anni.

gror040206 (last edited 2008-06-26 10:06:30 by anonymous)