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 '''GONAIVES: GRUPPO ARMATO PRENDE D’ASSALTO STAZIONE DELLA POLIZIA'''
 
Gravi disordini ieri a Gonaives, 90 chilometri a nordovest di Pourt-au-Prince, capitale dell’isola caraibica di Haiti, quando un gruppo di uomini armati, oppositori del presidente Jean-Bertrand Aristide, hanno dato alle fiamme diversi edifici, incluso la casa del sindaco e una stazione della polizia, ingaggiando una strenuo conflitto a fuoco con gli agenti per le vie della città. Durante la sparatoria sono riamaste uccise 4 persone. Il gruppo di aggressori appartiene al ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ – che in passato si faceva chiamare ‘Esercito cannibale’ – una formazione fino a poco tempo fa vicina la presidente Aristide, ma che ha preso le distanze dal governo dopo l’assassinio del suo leader, Amiot Metayer, trovato morto in circostanze poco chiare a settembre dello scorso anno. I seguaci di Metayer accusano il governo di essere implicato nell’omicidio. Prima di avventarsi contro la stazione della polizia, gli uomini del ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ hanno assalito l’abitazione privata del sindaco Stephan Moise, appiccando il fuoco alla casa e poi anche alla stazione di benzina di proprietà del primo cittadino. Gli aggressori hanno urlato per tutto il tempo frasi contro il presidente Jean-Bertrand Aristide, incolpandolo della crisi sociale e politica in cui versa la piccola nazionale caraibica e intimandogli di lasciare il potere. Nelle ultime settimane si sono intensificate le manifestazioni anti-governative ad Haiti, il Paese più povero del continente americano, soprattutto nella capitale Port-au-Prince. Quasi ogni giorno migliaia di dimostranti, molti dei quali appartenenti all’opposizione politica e ad una coalizione di organizzazioni della società civile, sono scesi nelle strade a chiedere le dimissioni del presidente, il cui mandato scade tra due anni.

GR ORE 13.00

ACCIAIERIE TERNI: IN 25 MILA AL CORTEO

Venticinquemila persone hanno preso parte alla manifestazione di Terni in difesa dei posti di lavoro alle Acciaierie. La stima e' ritenuta attendibile sia dalla Questura che dagli organizzatori. La giornata di sciopero generale cittadino è iniziata verso le 9.00, nel cuore di Terni, all'insegna di striscioni e slogans contro la multinazionale tedesca ed in paricolar modo, contro i suoi vertici. Alla protesta si sono uniti anche studenti universitari della sezione distaccata dell'ateneo perugino che dopo aver vestito tute bianche hanno affisso sulla facciata di palazzo Spada sede del Comune, un grosso telo, con il marchio della Thyssen Krupp trasforamato in teschio, sanguinante. E a Torino i lavoratori dello stabilimento torinese della Acciai Speciali Terni (Ast) di Torino, del gruppo Thyssen Krupp, hanno scioperato oggi otto ore per dire no alla chiusura di Terni e chiedere il mantenimento dei livelli occupazionali in Italia. Un corteo e' partito alle 9 da corso Regina Margherita, dove ha sede lo stabilimento, e ha raggiunto il Comune di Torino dove una delegazione di sindacati ed Rsu e' stata ricevuta dal sindaco Sergio Chiamparino. La protesta si e' svolta in concomitanza con lo sciopero generale della provincia di Terni.

SCIOPERI: FERMO DI 8 ORE NEI GRANDI CANTIERI A TORINO

  • I grandi cantieri di Torino - piu' di 3.000 fra Alta Velocita', Giochi Olimpici e Metropolitana - sono in gran parte fermi oggi per lo sciopero generale di otto ore della provincia, indetto dai sindacati di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil contro gli infortuni e gli incidenti mortali e il lavoro nero. Un migliaio di lavoratori ha partecipato al corteo che ha raggiunto piazza Castello, davanti alla Prefettura, dove hanno parlato i segretari generali nazionali Franco Martini (Fillea), Domenico Pesenti (Filca) e Franco Marabottini (Feneal). Secondo i sindacati, l'adesione e' stata del 100% nei cantieri della Metropolitana Linea 3 e dell'80% in quelli della Metropolitana Centro, dell'80% nei cantieri dell'Alta velocita', del 60% in quelli del Passante Ferroviario. Negli ultimi due anni - hanno denunciato i sindacalisti - il lavoro e' aumentato con un incremento parallelo degli infortuni. Questo nonostante la crescita abbia interessato soprattutto il settore pubblico, dove le attivita' lavorative dovrebbero svolgersi in maniera piu' sicura e regolare. I sindacati chiedono alle istituzioni e alle imprese di adoperarsi per garantire la sicurezza nei cantieri, oltre all'applicazione del documento unico di regolarita' contributiva per favorire l'emersione del sommerso. Timori riguardano anche i cantieri per le Olimpiadi del 2006 che saranno aperti in primavera.

    GONAIVES: GRUPPO ARMATO PRENDE D’ASSALTO STAZIONE DELLA POLIZIA

Gravi disordini ieri a Gonaives, 90 chilometri a nordovest di Pourt-au-Prince, capitale dell’isola caraibica di Haiti, quando un gruppo di uomini armati, oppositori del presidente Jean-Bertrand Aristide, hanno dato alle fiamme diversi edifici, incluso la casa del sindaco e una stazione della polizia, ingaggiando una strenuo conflitto a fuoco con gli agenti per le vie della città. Durante la sparatoria sono riamaste uccise 4 persone. Il gruppo di aggressori appartiene al ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ – che in passato si faceva chiamare ‘Esercito cannibale’ – una formazione fino a poco tempo fa vicina la presidente Aristide, ma che ha preso le distanze dal governo dopo l’assassinio del suo leader, Amiot Metayer, trovato morto in circostanze poco chiare a settembre dello scorso anno. I seguaci di Metayer accusano il governo di essere implicato nell’omicidio. Prima di avventarsi contro la stazione della polizia, gli uomini del ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ hanno assalito l’abitazione privata del sindaco Stephan Moise, appiccando il fuoco alla casa e poi anche alla stazione di benzina di proprietà del primo cittadino. Gli aggressori hanno urlato per tutto il tempo frasi contro il presidente Jean-Bertrand Aristide, incolpandolo della crisi sociale e politica in cui versa la piccola nazionale caraibica e intimandogli di lasciare il potere. Nelle ultime settimane si sono intensificate le manifestazioni anti-governative ad Haiti, il Paese più povero del continente americano, soprattutto nella capitale Port-au-Prince. Quasi ogni giorno migliaia di dimostranti, molti dei quali appartenenti all’opposizione politica e ad una coalizione di organizzazioni della società civile, sono scesi nelle strade a chiedere le dimissioni del presidente, il cui mandato scade tra due anni.

gror040206 (last edited 2008-06-26 10:06:30 by anonymous)