GR ore 19.30

Perquisizioni

Ancora una volta questa mattina perquisizioni. Quarantasei persone colpite tra Viterbo, Rieti, Frosinone, Latina, l'Aquila e Roma. Le perquisizioni fanno seguito ad un vertice, tra diverse Procure, che si e' svolto ieri a Roma, a proposito delle indagini sugli anarco insurrezionalisti. Il vertice, finalizzato allo scambio di informazioni per un coordinamento delle indagini, ha registrato tra gli altri un intervento di Maurizio Calvi, presidente del Ceas (centro alti studi per la lotta al terrorismo) che esprime perplessità di fornte a quelle che chiama “scarcerazioni lampo” dichiarando: “Questa 'storia' degli arresti e poi delle scarcerazioni "mi sembra un espisodio farsesco". Stimolati forse anche da questa riflessione, sono scattate le perquisizioni di questa mattina. L'accusa portata avanti dal Pubblico Ministero, Franco Ionta, in questo caso è di associazione sovversiva (art. 270Bis). Gli inquirenti sostengono di “avere individuato un vero e proprio livello associativo formato da persone che si frequentano e tra cui avviene una interazione stretta e continuativa ispirata da un'ideologia comune". Continua dunque l'intento denigratorio degli apparati repressivi dello stato nei confronti delle realtà antagoniste.

Chei ha colto in pieno l'intenzione è stato Piergiorgio Benvenuti,di A.N., presidente del Dipartimento Sicurezza della federazione di Roma e del Lazio, che ha subito chiesto che "vengano controllati e censiti i centri sociali della Capitale".

Manifestazione alla sapienza Oggi giornata di mobilitazione nazionale contro il DDL Moratti che ha riunito tutte le situazioni in mobilitazione nelle università italiane dando visibilità straordinaria ad un movimento che da settimane contesta questo DDL. Questa mattina si è tenuta un'assemblea nella aula magna della Sapienza di Roma che ha visto la partecipazione di migliaia tra docenti, ricercatori, personale tecnico e studenti. Il numero di partecipanti era talente alto che l'aula magna è stata sgomberata per motivi di sicurezza e si è tenuto un corteo nella zona universitaria. Ascoltiamo una corrispondenza registrata questa mattina con un compagno dei COBAS ricercatore all'università della calabria che riassume brevemente l'assemblea. AUDIO

Adesso ascoltiamo come è andato il corteo del pomeriggio AUDIO

Incontro parlamentari/immigrate

Le deputate del Prc Elettra Deiana e Tiziana Valpiana in occasione del dibattito parlamentare sulle FGM (female genital mutilation) invitano le immigrate, le associazioni e le parlamentari ad un confronto tra le diverse esperienze e proposte, con la consapevolezza che solo il dialogo tra donne può aiutare ad individuare soluzioni efficaci e evitare strumentalizzazioni politiche. Anche in Italia infatti il problema delle mutilazioni dei genitali femminili appare ineludibile e la conferma arriva dal vasto clamore suscitato da quanto accaduto nella regione Toscana nelle scorse settimane. Per capire l’importanza e la gravità di questa tematica è fondamentale ascoltare la voce delle donne immigrate, impegnate in Italia e nei loro paesi d’origine per la messa al bando di ogni forma di mutilazione del corpo delle donne. Al dibattito intervengono Layla Abi e Diye Ndiaye di Nosotras Firenze, Mariam Ismail Donne in rete di Milano, Saida Ahmed Alma Terra di Torino, Daniela Colombo e Cristiana Scoppa di Aidos, le deputate Deiana, Valpiana, Titti De Simone, Pisa, Zanella, Cima, Magnolfi, Labate, Zanotti, Bellillo. Ha assicurato la sua presenza Rosa Rinaldi la vicepresidente della Provincia di Roma. L’incontro sollecitato da Elettra Deiana è stato organizzato da Aidos associazione italiana donne per lo sviluppo. Roma 12 febbraio 2004

Ascoltiamo Marian Presidente dell'associaz. di donne migranti Donne in rete per lo sviluppo e la pace a cui abbiamo chiesto com'è andato l'icontro di oggi pomeriggio.

Forte – antipro il cartello delle variegate realtà che hanno organizzato la mobilitazione contro il disegno di legge Fini sulle droghe, hanno tenuto oggi una conferenza stampa in vista del corteo di sabato 21 febbraio. . Sentiamo da una delle occupantidel Forte Prenestino il resoconto. AUDIO

Zetalab – Palermo

NAPOLI Ennesimo taglio della corrente negli spazi occupati a Napoli. Oggi è toccato ad un nuovo centro occupato della periferia.Ascoltiamo la corrispondenza

Parlamento - Emittenza Emittenza, Camera esamina oltre 160 ordini del giorno a Dl La Camera ha confermato la fiducia al governo votando l'articolo unico di conversione del decreto legge 'Salvareti'.

L'aula della Camera, dopo il voto di fiducia, procede all'esame degli ordini del giorno sul dl 'Salva-reti'. Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha annunciato che gli ordini del giorno ritenuti ammissibili sono oltre 160 e che si sono iscritti a parlare tutti i presentatori dei testi. Il voto finale sul provvedimento probabilmente slitterà a domani.

PRESIDIO A MILANO

Si è svolto oggi pomeriggio a Milano un presidio davanti alla Prefettura in occasione del voto di domani al Senato sul rifinanziamento della presenza militare italiana in Iraq.Ascoltiamo la corrispondenza di Lidia Cirillo di Quaderni Viola

Iraq, mortaio Usa stermina per errore famiglia con bimba

Un colpo di mortaio sparato da soldati Usa ha colpito una casa vicino alla base militare di Tikrit uccidendo tre irachieni: una bambina di dieci anni e i suoi genitori. "Non sappiamo ancora perché il proiettile ha deviato dalla sua traiettoria", ha riferito una fonte militare Usa. Le truppe americane nell'ex palazzo presidenziale di Tikrit sparano spesso colpi di mortaio al di là del Tigri: secondo il comando militare sono bombardamenti di interdizione che devono impedire ai guerriglieri di posizionarsi tra gli acquitrini oltre il fiume per colpire gli americani.

Palestina “Erez è il check-point della morte!” e ancora “Sono un lavoratore e ho diritto di vivere”: sono due degli slogan che questa mattina migliaia di lavoratori palestinesi hanno gridato al valico di Erez, il principale ingresso in Israele dalla Striscia di Gaza. Alle prime luci dell’alba è iniziato il sit-in dei pendolari, che protestano contro le eccessive misure di sicurezza adottate dai militari israeliani dopo che a metà gennaio un palestinesi si era fatto esplodere proprio sulla ‘frontiera’ di Erez. Ad accrescere la rabbia dei lavoratori – costretti ogni giorno ad attendere ore e ore il permesso per recarsi al lavoro, rimanendo in fila tra transenne e muri di cemento – la morte ieri di un loro collega, Mohammed A-Sheikh, 41 anni, stroncato da un infarto mentre aspettava il proprio turno per entrare in Israele. Altre sette persone, ieri, hanno avuto bisogno di cure mediche durante l’estenuante attesa nella calca al valico di Erez. Sono circa 15mila i palestinesi che hanno un ‘pass’ per varcare il check-point e che ogni notte prima dell’alba si mettono in coda per passare i controlli dei militari dello Stato ebraico. I controlli si sono fatti molto più severi dopo l’attentato del 14 gennaio, quando un militante di Hamas era riuscito ad infiltrarsi tra i lavoratori in fila e a farsi saltare in aria all’interno della postazione israeliana, uccidendo quattro soldati.

Palestina Il premier palestinese Abu Ala ha confermato oggi che questa settimana riprenderanno le trattative per l'allestimento del suo incontro con il primo ministro israeliano Ariel Sharon. Dopo un incontro a Berlino con il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, Abu Ala ha detto che i direttori degli uffici politici dei due leader e il capo dei negoziatori palestinesi Saeb Erekat si vedranno nel tentativo di preparare il summit tra premier. "Quanto all'agenda - ha spiegato Abu Ala - vogliamo trattare tutti i temi possibili. Se ci saranno tangibili progressi durante questo meeting, ci auguriamo che l'incontro con Sharon possa avere luogo". Il leader palestinese ha aggiunto che l'eventuale summit con il suo omologo israeliano potrebbe essere organizzato per la fine di febbraio o i primi giorni di marzo.

Mapuche Dopo 13 mesi di carcere sono tornati in libertà condizionata sette prigionieri politici mapuche, accusati di “associazione illecita” e “terrorismo” per il ‘caso Poluco Pidenco’: tra questi, Patricia Troncos Robles, protagonista alla fine dello scorso anno di uno sciopero della fame durato 55 giorni per protestare contro accuse da lei definite “senza fondamento, né prove” e considerate “un abuso contro la mia persona e il mio stesso popolo”. I dirigenti indigeni sono indagati per un incendio appiccato nel 2001 ad alcune piantagioni monocultura a Poluco Pidenco, località situata nella comunità indigena di Tricauco, dove opera l’impresa forestale Mininco Sa. La proprietà del territorio di Poluco Pidenco è rivendicata dai nativi mapuche che affermano di averla ottenuta nell’ambito della riforma agraria prima di essere costretti nel 1977 a cederla al regime militare di Augusto Pinochet che a sua volta la consegnò all’impresa Minenco. L

ECUADOR La CONAIE e 50 organizzazioni popolari e sociali hanno annunciato un levantamiento di 48 ore a partire da ieri, lunedì 16 febbraio, in tutto il paese, annunciando che se le circonstanze lo avessero richiesto, la mobilitazione si sarebbe prolungata a tempo indefinito. Castillo, presxidente dell'Università, ha dichiarato che la lotta sarebbe continuata fino a cacciare il narcotrafficante Gutierrez e i suoi seguaci dal governo. Il lider della CONAIE,Leonidas Iza sfuggito ad un attentato ai primi di febbraio, ha dichiarato inoltre che non è da escludersi la presa di Quito ancora questa settimana. Era scaduto da qualche settimana infatti l'ultimatum che le organizzazioni sociali e popolari avevano dato al Presidente Gutierrez, dopo che questi ha violato ripetutamente il programma per il quale era stato appoggiato. Lucio Gutiérrez da oltre un anno presidente della repubblica dell'Ecuador ha fatto tutto il contrario di quanto promesso ai movimenti indigeni che avevano, con il loro appoggio, permesso la sua elezione.Con la presidenza < Gutiérrez la situazione economica, politica e sociale del paese < già peraltro critica, é andata ulteriormente deteriorandosi. Il governo ha tradito il mandato ricevuto sposando politiche ultra-liberiste, con la repressione degli scioperi e con la concesdsione di nuove basi agli USA. I lavoratori del settore petrolifero, così come gli indigeni Sarayacu in Amazzonia; la chiusura di Radio Luna a Quito; la manifestazione per la Giornata Internazionale dei Diritti Umani; la detenzione illegale del presidente della ECUARUNARI, Humberto Cholango e l'ultimo gravissimo fatto, l'attentato a Leonidas Iza presidente della potente COnfederación NAcional Indigena Ecuatoriana (CONAIE): tutte persone o avvenimenti contro i quali si è scatenata la repressione governativa < e che confermano che il governo Gutiérrez è in realtà una dittatura. Le organizzazioni indigene, non più disposte a dare fiducia a questo governo, hanno indetto la mobilitazione generale in tutto il paese < Iniziata con le manifestazioni a livello regionale del 10 febbraio <, ha portato tra ieri e oggi per le strade di Quito e di tutto il paese centinaia di migliaia di persone. L'obiettivo è costringere alle dimissioni il colonnello Lucio Gutiérrez, a costo di proseguire la protesta ad oltranza, come fu il caso in Bolivia < Da Loja, sud del paese alla frontiera con il Perù, fino alla provincia di Imbabura vicino alla frontiera con la Colombia le strade sono state bloccate, nonostante la militarizzazione imposta da domenica. Nella provincia di Cotopaxi, dove piu intense sono state le mobilitazioni, sono scomparse due persone la notte tra domenica e lunedì, e lunedì mattina è stato arrestato un professore. Vi è il sostegno della federazione degli insegnanti, e in tutto il territorio si registra un fervore di iniziative di appoggio. A questa lotta si unisce anche quella contro la chiusura di Radio la Luna, radio che appoggia apertamente la popolazione indigena. Il procedimento legale contro la Radio prevede un piano di riassegnazione delle frequenze ad altri proprietari per estromettere Radio La Luna. Intanto da una settimana circa tutte le trasmissioni della radio devono essere registrate e consegnate giornalmente all'autorità di vigilanza. A Quito lunedì si sono svolte una marcia nel centro della città e un presidio per la difesa della libertà di espressione, di fronte a Radio La Luna. Mentre per oggi è prevista una manifestazione alla Casa della Cultura di Quito, di fronte all'ambasciata USA, per la rinuncia di Gutiérrez.

GR ORE 13.00

Perquisizioni

Oltre quaranta perquisizioni, disposte dalla Procura della Repubblica di Roma, sono state effettuate nei confronti di altrettanti compagni anarchici. Sono 23 le perquisizioni effettuate nel viterbese, 12 nella capitale, 2 a Latina, 2 a Rieti, Frosinone e l'Aquila.

I provvedimenti di perquisizione, in cui si ipotizza il reato di associazione eversiva, sono stati firmati dai pm Giancarlo Capaldo, Giuseppe De Falco e Salvatore Vitello e riguardano 46 persone. Nelle operazioni, disposte dalla procura di Roma, sono impegnati circa 150 uomini della Digos. Agli indagati si contesta il reato di associazione eversiva (art.270 bis). Il pool dell'antiterrorismo dei magistrati della capitale, coordinato dal pm Franco Ionta, ha dato il via alle perquisizioni dopo aver esaminato e valutato un rapporto della Digos (audio vari)

Manifestazione alla sapienza

Alla Sapienza di Roma sgomberata l'Aula Magna per motivi di sicurezza: tutti in assemblea fuori. Docenti, ricercatori e studenti di tutta Italia protestano contro il disegno di legge delega Moratti. Nel pomeriggio presidio al ministero, durante con l'incontro governo-sindacati (audio)

Alitalia

Si terra' il 5 marzo lo sciopero generale del comparto aereo proclamato da tutti i sindacati di settore a sostegno della vertenza Alitalia e contro la crisi del trasporto aereo. Lo sciopero verra' effettuato per 24 ore dai dipendenti del gruppo Alitalia mentre i dipendenti dei gestori aeroportuali di Enac e Enav rimarranno fermi per sole 4 ore. Incroceranno invece le braccia per 8 ore lavoratori dei settori operativi naviganti e di terra: in questo caso lo sciopero si svolgera' dalle 10 alle 18. I sindacati garantiranno comunque il rispetto delle fasce garantite. Oggi pomeriggio manifestazione dei dipendenti alitalia

Acerra

Bloccata questa mattina l'autostrada del sole per la protesta dei lavoratori e dele lavotratrice della Montefibre di acerra, da settimane in lotta per la difesa del posto di lavoro

Palestina

“Erez è il check-point della morte!” e ancora “Sono un lavoratore e ho diritto di vivere”: sono due degli slogan che da alcune ore migliaia di lavoratori palestinesi stanno gridando al valico di Erez, il principale ingresso in Israele dalla Striscia di Gaza. Alle prime luci dell’alba è iniziato il sit-in dei pendolari, che protestano contro le eccessive misure di sicurezza adottate dai militari israeliani dopo che a metà gennaio un palestinesi si era fatto esplodere proprio sulla ‘frontiera’ di Erez. Ad accrescere la rabbia dei lavoratori – costretti ogni giorno ad attendere ore e ore il permesso per recarsi al lavoro, rimanendo in fila tra transenne e muri di cemento – la morte ieri di un loro collega, Mohammed A-Sheikh, 41 anni, stroncato da un infarto mentre aspettava il proprio turno per entrare in Israele. Altre sette persone, ieri, hanno avuto bisogno di cure mediche durante l’estenuante attesa nella calca al valico di Erez. Sono circa 15mila i palestinesi che hanno un ‘pass’ per varcare il check-point e che ogni notte prima dell’alba si mettono in coda per passare i controlli dei militari dello Stato ebraico. I controlli si sono fatti molto più severi dopo l’attentato del 14 gennaio, quando un militante di Hamas era riuscito ad infiltrarsi tra i lavoratori in fila e a farsi saltare in aria all’interno della postazione israeliana, uccidendo quattro soldati.

Palestina

Una parrocchia di Montreal ha deciso di dare asilo a tre anziani palestinesi che le autorità canadesi vogliono espellere dal Paese. La stampa locale racconta la vicenda di Nabih Ayoub, 69 anni, sua moglie Therese, 62, e suo fratello Khalil, 67 anni, che sono ospitati nei locali della chiesa cattolica di ‘Nostra Signora della Grazia’ dopo avere ricevuto il 3 febbraio scorso un foglio di via. Le loro necessità alimentari e le spese per le future azioni legali verranno sostenute dai 51 parrocchiani, i quali, in una riunione convoca dal parroco Claude Caron, hanno unanimemente deciso di dare asilo ai profughi. La consuetudine di medioevale memoria grazie alla quale i ricercati potevano trovare asilo nelle chiese è ancora rispettata dal ministero federale canadese della Cittadinanza e dell’Immigrazione. "Non siamo nell’illegalità – ha detto l’avvocato Maurice Savuvé, difensore dei tre palestinesi -, l’asilo accordato da una chiesa è un diritto riconosciuto che noi esercitiamo". Gli anziani rifugiati sono tra le dozzine di palestinesi, spesso apolidi, che le autorità sull’immigrazione sono in procinto di espellere dal Canada nelle prossime settimane, avendo respinto la richiesta di asilo politico.

Palestina

Il premier palestinese Abu Ala ha confermato oggi che questa settimana riprenderanno le trattative per l'allestimento del suo incontro con il primo ministro israeliano Ariel Sharon. Dopo un incontro a Berlino con il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, Abu Ala ha detto che i direttori degli uffici politici dei due leader e il capo dei negoziatori palestinesi Saeb Erekat si vedranno nel tentativo di preparare il summit tra premier. "Quanto all'agenda - ha spiegato Abu Ala - vogliamo trattare tutti i temi possibili. Se ci saranno tangibili progressi durante questo meeting, ci auguriamo che l'incontro con Sharon possa avere luogo". Il leader palestinese ha aggiunto che l'eventuale summit con il suo omologo israeliano potrebbe essere organizzato per la fine di febbraio o i primi giorni di marzo.

Mapuche

Dopo 13 mesi di carcere sono tornati in libertà condizionata sette prigionieri politici mapuche, accusati di “associazione illecita” e “terrorismo” per il ‘caso Poluco Pidenco’: tra questi, Patricia Troncos Robles, protagonista alla fine dello scorso anno di uno sciopero della fame durato 55 giorni per protestare contro accuse da lei definite “senza fondamento, né prove” e considerate “un abuso contro la mia persona e il mio stesso popolo”. I dirigenti indigeni sono indagati per un incendio appiccato nel 2001 ad alcune piantagioni monocultura a Poluco Pidenco, località situata nella comunità indigena di Tricauco, dove opera l’impresa forestale Mininco Sa. La proprietà del territorio di Poluco Pidenco è rivendicata dai nativi mapuche che affermano di averla ottenuta nell’ambito della riforma agraria prima di essere costretti nel 1977 a cederla al regime militare di Augusto Pinochet che a sua volta la consegnò all’impresa Minenco. L

GR ORE 9.30

Perquisizioni

Oltre quaranta perquisizioni, disposte dalla Procura della Repubblica di Roma, sono in corso in queste ore nei confronti di altrettanti elementi di spicco del panorama anarchico nazionale. Sono 23 le perquisizioni effettuate nel viterbese, 12 nella capitale, 2 a Latina, 2 a Rieti, Frosinone e l'Aquila. Anche in alcuni centri sociali sono in corso operazioni di polizia. In particolare, nei centri sociali capitolini denominati La Marmitta, e Torre Maura. Le operazioni sono state disposte dal Sostituto procuratore della Repubblica Salvatore Vitello, titolare di numerose inchieste del fenomeno anarco-insurrezionalismo.

I provvedimenti di perquisizione, in cui si ipotizza il reato di associazione eversiva, sono stati firmati dai pm Giancarlo Capaldo, Giuseppe De Falco e Salvatore Vitello e riguardano 46 persone.

Parigi

Duecento manifestanti, guidati da deputati comunisti e verdi, si sono dati convegno oggi davanti al carcere parigino della Sante' per protestare contro la detenzione dell'italiano Cesare Battisti e la sua possibile estradizione in Italia. Battisti, leader del gruppo terrorista Proletari armati per il comunismo, era stato arrestato la settimana scorsa; su di lui pendono due condanne all'ergastolo per tre omicidi, cui Battisti si proclama estraneo. Dopo trattative con funzionari del ministero, quattro deputati sono stati autorizzati a visitare in carcere il detenuto. Battisti, che ha 50 anni ed e' un apprezzato autore di gialli, vive a Parigi dal 1990.

palestina

Alcune centinaia di manifestanti palestinesi hanno bloccato questa mattina il valico di Erez, fra Israele e la Striscia di Gaza, impedendo il passaggio dei lavoratori frontalieri palestinesi. La manifestazione e' stata indetta per protestare contro i controlli severi operati dall'esercito israeliano e contro la morte di un operaio palestinese. Mohammed Al Cheikh, 41 anni, e' morto ieri per un infarto al valico di Erez, soffocato da un movimento di massa dei circa 600 lavoratori palestinesi che aspettavano di passare in territorio israeliano. Circa 19.000 operai palestinesi della Striscia di Gaza si recano ogni giorno in territorio israeliano, e lavorano nelle imprese della zona industriale di Erez o dell'area circostante. I controlli dell'esercito sono stati irrigiditi dopo l'attentato kamikaze del 14 gennaio scorso al valico di Erez, costato la vita a tre soldati e a un civile israeliani, attuato da una giovane terrorista palestinese madre di due bambini. L'attentato era stato rivendicato dal braccio militare di Hamas e dalle brigate Al Aqsa, vicine al movimento Al Fatah del leader palestinese Yasser Arafat.

Irak

Una bomba è esplosa sulla strada mentre vicino a Tall Afar, nell'Iraq settentrionale, transitava un convoglio militare americano. Un soldato è rimasto ucciso, un altro è rimasto ferito. Lo ha annunciato l'esercito americano oggi. L'attentato è avvenuto ieri, secondo quanto riferisce il comunicato della Task Force Olympia. Il convoglio stava percorrendo la strada quando è esplosa la bomba. Due soldati sono stati feriti e subito trasportati in un ospedale dell'esercito americano. Per uno dei militari però non c'è stato niente da fare, è morto durante il tragitto. L'ultima vittima porta il totale dei morti americani a 541 da quando nel marzo scorso è cominciata la guerra.

Irak

Cinque iracheni sono stati arrestati per l'uccisione, nel settembre scorso a Baghdad, di Akila al Hachimi, una delle tre donne del Consiglio di governo provvisorio iracheno. Lo ha confermato un responsabile del ministero dell'Interno. Sono stati pagati da un esponente del Baath (il partito al potere sotto Saddam Hussein, ndr), sono stati loro a commettere l'assassinio, ha dichiarato in serata il responsabile. L'arresto dei cinque - avvenuto la settimana scorsa ad Al Amara, 270 km a sudest della capitale - era stato annunciato sabato da un portavoce della polizia locale. Questi aveva detto che gli arrestati, di eta' compresa tra 25 e 35 anni, erano rei confessi. Akila al Hachimi fu ferita a colpi d'arma da fuoco mentre usciva dalla sua abitazione a Baghdad il 20 settembre scorso. Mori' cinque giorni piu' tardi. Proveniente da un'influente famiglia sciita, aveva lavorato al ministero dell'Interno durante il regime di Saddam. Dopo la guerra, al pari di altri membri del Consiglio di governo, fu denunciata per aver collaborato con gli americani.