GR ORE 19.30

Afaganistan

I bambini stanno morendo come le mosche. Nelle regioni dell’estremo nord-est dell’Afghanistan, tra gli sperduti villaggi di montagna dell’Hindukush, una misteriosa epidemia sta mietendo decine di piccole vittime. Più di trecento solo nell’ultimo mese. Si tratta di una malattia che colpisce in maniera letale l’apparato respiratorio, che si manifesta inizialmente come una normale influenza, ma che si complica fino a portare alla morte. Shamsur Rehman, vicegovernatore della provincia di Badakhshan, ha lanciato un disperato appello alle organizzazioni internazionali presenti in Afghanistan perché intervengano per fermare questa strage.

Ma non sono solo le malattie a minacciare la vita dei piccoli afgani. Nei giorni scorsi la Commissione Afgana Indipendente per i Diritti Umani (Aihrc) ha denunciato il diffondersi del tremendo fenomeno dei rapimenti di bambini, usati per il commercio illegale dei loro organi o come piccoli schiavi nei paesi arabi. Secondo Manoel de Almeida e Silva, portavoce delle Nazioni Unite in Afghanistan, i dati diffusi dall’Aihrc sono allarmanti. “Negli ultimi cinque mesi del 2003 l’organizzazione ha ricevuto più di trecento denunce di rapimenti di bambini. Il loro destino, secondo le indagini condotte su 85 di questi casi, è l’asportazione di organi commercializzati all’estero o la riduzioni in schiavitù in fabbriche dei paesi arabi, soprattutto in Arabia Saudita”.

ruanda

Sono stati scarcerati stamani ‘sotto condizione’ i due imputati eccellenti assolti ieri dal Tribunale internazionale per il Rwanda di Arusha (Tpir), l’ex ministro dei trasporti e della comunicazione André Ntagerura e l’ex prefetto di Cyangugu (nel sud-ovest del Paese), Emmanuel Bagambiki. Entrambi erano stati accusati di genocidio e crimini contro l’umanità, ma i giudici della Corte Onu li hanno ritenuti ‘non colpevoli’. Un rappresentante della Procura del Tpir ha presentato appello contro il verdetto di assoluzione, che prevedeva la scarcerazione immediata, chiedendo inoltre che i due venissero tenuti in carcere fino a nuovo processo. La sentenza ha comunque suscitato accese polemiche anche in Rwanda; il governo di Kigali la ritiene "insoddisfacente". Per i giudici di Arusha (Tanzania), dove ha sede la corte voluta dall’Onu nel 1994 per far luce sui principali responsabili del genocidio ruandese di dieci anni fa, non c’erano sufficienti prove a carico dei due imputati. Con la sentenza di ieri – che oltre all’assoluzione di due imputati ha visto la condanna a 27 anni di carcere per l’ex comandante del campo militare di Karambo, nella provincia di Cyangugu – sono diciotto le condanne comminate dai giudici di Arusha, che fino ad ora hanno pronunciato soltanto due verdetti di assoluzione.

GR ORE 13.00

Voto camera

I Ds alla Camera non parteciperanno al voto sul decreto per il rifinanziamento della missioni internazionali, perchè è "una forzatura, un ricatto del governo e io al ricatto non ci sto perciò non partecipo al voto". Lo ha ribadito il segretario della Quercia, Piero Fassino ai microfoni di Radio Anch'io. Fassino ha ricordato che "all'esame del Parlamento c'è un decreto per rifinanziare le missioni italiane all'estero che in questo momento sono dieci, tra le quali quelle in Bosnia, Kosovo, Libia, Afghanistan e Iraq. Noi - ha spiegato - siamo d'accordo con nove su dieci di queste missioni, non su quella in Iraq, perché non condividiamo la guerra e nemmeno quello che accade nel dopoguerra, perciò avevamo chiesto la separazione decreto come è stato fatto a luglio". "Il governo però - ha aggiunto il segretario della Quercia -unicamente per impedire a noi di votare in quel modo ci obbliga a votare su un unico provvedimento. E' un ricatto, una forzatura". Fassino ci tiene poi a sottolineare che "non è in discussione il ruolo dei nostri soldati che stanno dando una grande manifestazione di generosità e impegno. Tutto il paese li apprezza e li sostiene per questo. Noi - osserva - non chidiamo il ritiro dei soldati. Siamo contrari alla guerra, ma ora crediamo che il problema sia determinare un vero cambiamento in quel paese".

Diritti dei detenuti

l Consiglio regionale del Lazio ha eletto Angiolo Marroni Garante dei diritti dei detenuti. Il Lazio è la prima regione in Italia da aver istituito questa figura di garanzia prevista dalla legge regionale n. 31 dello scorso 6 ottobre che ha istituito lUfficio del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della liberta' personale.

Con l'istituzione di questa nuova figura”, ha dichiarato lo stesso Marroni, “si e' voluto creare un'autorità che, nel rispetto delle vittime del crimine, sia dotata di poteri effettivi per dare più dignità e più diritti a coloro che hanno misure di restrizione della liberta. La realtà carceraria”, ha aggiunto Marroni, “e' troppo spesso dimenticata. Gli istituti penitenziari del nostro paese ospitano 56.000 detenuti, a fronte di una capacità massima di sole 42.076 unita'. Anche nel Lazio - dove ci sono 14 istituti con una popolazione detenuta di 5.406 unita' - c'e' una situazione insostenibile che va assolutamente affrontata e la figura del Garante si fara' carico delle istanze di chi vive direttamente la condizione di detenuto ma anche di coloro che di riflesso - penso ai familiari - si vedono costretti a forti condizionamenti”.

Napoli

Un gruppo di disoccupati ha attuato una manifestazione di protesta nella zona orientale di Napoli, bloccando la stazione della ferrovia Circumvesuviana di Barra. I manifestanti, una quarantina di persone appartenenti ad una delle liste di lotta, sono penetrati nella stazione ed hanno attuato un sit in sui binari. Al momento e' sospeso il traffico sulla linea che collega Napoli con i comuni vesuviani e con la Costiera sorrentina.

Haiti

del presidente Jean-Bertrand Aristide danno alle fiamme autovetture e pneumatici per preparare le barricate per un eventuale attacco dei ribelli. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni alla Bbc, gli uomini di Aristide hanno vandalizzato alcune parti della città e derubato gli abitanti mentre tentavano di oltrepassare le linee di difesa. Un numero crescente di stranieri sta lasciando il Paese caraibico e le Nazioni Unite stanno approntando un piano di evacuzione per lo staff non essenziale. Il leader dei ribelli, Guy Philippe, ha minacciato domenica scorsa di attaccare Port-au-Prince, in corrispondenza con il suo 36esimo compleanno. Ma ieri ha dichiarato all'Associeted Press di essere pronto a consegnare le armi a condizione che il Presidente Aristide si dimetta.

Haiti

Il Gruppo di Rio, associazione di 17 Paesi sudamericani presieduta attualmente dal Brasile, ha espresso il suo pieno appoggio alla permanenza del presidente haitiano Jean-Bertrand Aristide al potere, insistendo sulla necessità che si trovi una soluzione pacifica alla gravissima crisi che colpisce la parte occidentale dell’isola di Hispaniola. In un comunicato diffuso dal ministero degli esteri di Brasilia, i Paesi membri del Gruppo di Rio “manifestano sostegno al presidente costituzionalmente eletto” ed esortano “le parti in conflitto” ad accogliere il piano di pace proposto dalla comunità internazionale, peraltro già respinto dall’opposizione. Il governo di Luiz Inácio Lula da Silva ha riferito, tra l’altro, di aver effettuato negli ultimi giorni “consultazioni informali” con l’esecutivo francese per chiedere informazioni in merito ad un possibile invio di truppe ad Haiti. Secondo un portavoce del Palazzo di Itamaraty, sede del dicastero degli esteri, Lula ritiene che un eventuale intervento armato dovrà comunque necessariamente essere autorizzato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Palestina

E' di tre palestinesi morto e 6 feriti, uno in maniera grave, il bilancio delle proteste di oggi contro il muro difensivo che Israele sta costruendo in Cisgiordania. Secondo la Mezzaluna Rossa, i soldati israeliani avrebbero sparato contro i manifestanti, mentre l'esercito israeliano sostiene di aver disperso la folla, un centinaio di palestinesi che protestavano, sparando colpi di arma da fuoco in aria. Gli incidenti si sono registrati a Biddu, villaggio nei pressi della 'Green Line'.

Macedonia

schermi radar nei pressi della città bosniaca di Stolac. Lo hanno riferito fonti anonime del governo di Skopje, citate dal sito internet della Bbc. Il vettore del governo macedone era diretto a Mostar, dove il presidente doveva partecipare a una conferenza internazionale volta a promuovere investimenti. Trajkovski, 47 anni, è stato eletto presidente nel 1999 e ha svolto il suo corso di studi negli Stati Uniti. Pastore metodista e laureato in legge, il presidente divide i suoi poteri con quelli del primo ministro macedone. Trajkovski gode di ampio rispetto nel suo Paese per la linea moderata e neutrale nella gestione delle tensioni - mai del tutto risolte - tra maggioranza slava e minoranza di etnia albanese.

Irak

fiamme due vetture della polizia. Secondo quanto riferito, la deflagrazione - la cui origine non e' al momento nota - si e' prodotta nel quartiere di Al-Saray.

Guantanamo

Uno dei legali difensori scelti dal Pentagono per rappresentare ai processi militari due presunti terroristi detenuti a Guantanamo ha criticato la linea dell'amministrazione Bush. Il comandante di Marina Philip Saundel ha dichiarato oggi che abbiamo riserve e preoccupazioni virtualmente su ogni aspetto dell'iter giudiziario scelto, dal punto di vista delle possibilita' per il nostro cliente di ricevere un giusto processo. Non ci sono i controlli e i contrappesi necessari per garantire un processo corretto. Saundel, come gli altri avvocati militari scelti da Washington, non ha ancora potuto incontrare il detenuto che dovra' difendere, uno yemenita ritenuto un addetto stampa ed esperto di propaganda di al Qaida. I rimi faccia a faccia con gli imputati dovrebbero avvenire nei prossimi giorni a Guantanamo, mentre per l'inizio dei processi bisognera' aspettare probabilmente almeno fino alla fine della primavera.

Grecia

Squadre antisommossa della polizia greca si sono lanciate contro alcune centinaia di manifestanti che ieri sera protestavano contro le Olimpiadi, in particolare contro le stringenti misure di sicurezza che limitano la liberta' e il diritto alla privacy dei cittadini. La dimostrazione e gli scontri sono avvenuti mentre ad Atene e' in corso l'assemblea dei comitati olimpici nazionali. Gli agenti hanno caricato e lanciando lacrimogeni. Non ci sono stati feriti, e nessuno e' stato arrestato. I manifestanti, che hanno gia' dato vita a diversi cortei contro i giochi di Atene 2004, che non hanno pero' mai radunato piu' di qualche centinaio di persone, protestano in particolare contro l'uso massiccio di telecamere di sicurezza e contro il divieto di manifestare che verra' imposto durante le Olimpiadi. Nel mirino anche la sicurezza dei lavoratori nei cantieri: cinque persone sono morte gia' sul sito del villaggio olimpico, e i dimostranti - ma anche i sindacati greci - affermano che i turni massacranti sono tra le cause degli incidenti.

Corea

del Nord ha affermato oggi di essere pronta a rinunciare al suo programma per la costruzione di armi nucleari. La notizia e' stata data alla stampa da Alexander Losiukov, capo della delegazione russa ai colloqui di Pechino. Ai colloqui, in corso da ieri, partecipano le due Coree, gli Usa, la Cina, il Giappone e la Russia. Secondo Losiukov, la Corea del Nord vorrebbe pero' mantenere in vita un programma nucleare a scopi civili. Fonti della delegazione cinese hanno affermato che ora le discussioni sono entrate in una fase cruciale nella quale si dovra' decidere con quali tempi e modi procedere sulla via del disarmo nucleare della Corea del Nord e sulla ripresa degli aiuti internazionali dei quali il paese ha estremo bisogno. La Cina e la Russia, ha riferito il capo della delegazione sudcoreana Lee-Soo-hyuck, hanno affermato che si affiancheranno a Seul nel fornire immediatamente alla Corea del Nord aiuti nel settore dell'energia, cruciali nel mantenere in piedi la traballante economia del paese. Le discussioni proseguiranno almeno per tutta la giornata di domani e ora hanno al centro la creazione di un meccanismo permanente di consultazione tra i sei paesi.

GR ORE 9.30

Palestina

Afganistan

Cinque operatori umanitari afghani sono morti e altri due sono rimasti feriti in un'imboscata nella provincia orientale di Kapisa. Lo ha reso noto oggi il ministro degli Interni, Ali Ahmad Jalali, precisando che le vittime appartenevano all'Afghan National Solidarity (Fpf), un'organizzazione non governativa impegnata nelle attivita' di ricostruzione della citta' di Sarobi, una cinquantina di chilometri a est di Kabul. I due feriti sono stati trasferiti nella capitale, mentre un'altra persona risulta dispersa - ha riferito Jalali, precisando che l'attacco e' avvenuto ieri contro il veicolo sul quale viaggiavano gli operatori Dall'inizio di gennaio, oltre cento persone sono rimaste uccise e altrettante ferite in attacchi per i quali sono sospettati ex talebani e militanti di Al Qaeda.

Haiti

Di fronte a una resa dei conti finale tra i ribelli e il governo del presidente Jean-Bertrand Aristide che ad Haiti appare sempre piu' imminente, la capitale Port-au-Prince e' ormai teatro di un fuggi fuggi generale: a scappare dalla citta' non sono soltanto i civili inermi, ma anche gli stranieri, compresi addetti umanitari e personale delle organizzazioni internazionali, e persino i diplomatici. Ultimi in ordine di tempo quelli giapponesi che, tutti, hanno abbandonato il Paese caraibico per ragioni di sicurezza; lo rende noto il ministero degli Esteri di Tokyo con un comunicato, secondo cui la meta e' la confinante Repubblica Dominicana. I cittadini nipponici erano gia' stati invitati a partire al piu' presto. Chi invece sta arrivando sono un piccolo contingente di soldati canadesi, inviati dalle autorita' di Ottawa a proteggere la propria legazione in vista di probabili scontri. Il Canada ha precisato che non intende inviare truppe ne' polizia finche' non ci sara' una qualche intesa tra Aristide e i suoi oppositori, ma va comunque prendendo le contromisure del caso; il personale diplomatico non essenziale se ne e' andato o sta per farlo, e provvedimenti per l'evacuazione sono pronti anche a favore degli altri connazionali. Il ritiro dei funzionari dell'Onu non adibiti a compiti di primaria necessita', e delle persone a carico dei dipendenti ivi distaccati, era stato autorizzato ieri dal segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan.

Corea